Fields Of Gold

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  1. » Nightmare
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    Aveva preso il giorno libero da lavoro e non aveva chiesto nient’altro che passare quella giornata da solo,senza nessuno accanto. Non lo aveva fatto per motivi particolari,aveva soltanto bisogno di ricordare.
    Si era spinto fuori città non appena dopo aver pranzato,aveva passato parecchio tempo a guidare senza alcuna meta,prendendo strade qui o la fra la campagna.
    Il mare non lo interessava quel giorno,non era interessato neanche da montagna,boschi o laghi. Voleva l’oro della campagna quel giorno,il profumo della natura e dell’estate.
    Imboccò,senza pensarci troppo,una stradina bianca e piuttosto stretta; non sapeva assolutamente dove l’avrebbe portato ma ne valeva la pena vedere,andare avanti,il paesaggio era davvero favoloso.
    Fu poi costretto a fermare la macchina quando il serpentello bianco smise di snodarsi fra cespugli e tralicci finendo in un punto non ben preciso.. Chissà quanto poteva essersi allontanato.
    Spense il motore e si guardò intorno senza uscire dall’auto,non c’era niente alla sua sinistra e quello che vedeva pareva proprio essere un campo che non veniva coltivato da molto,quasi abbandonato.
    Non c’era niente se non una parvenza di pianura illuminata dal sole tranne un albero abbastanza lontano e solo in mezzo al verde; sorrise fra se e se e prese un qualcosa che sembrava un alta agenda foderata in cuoio blu e scese dall’auto.
    Quando il familiare suono di chiusura gli arrivò alle orecchie sorrise fra se e se voltandosi a guardare l’automobile,vide in essa il suo riflesso e non si pentì affatto di aver indossato una camicia arancione.
    Non voleva stare a lutto quel giorno,al contrario,era un anniversario di un giorno bellissimo e non poteva di certo mettere il muso per niente.. Il peggio doveva ancora arrivare.
    Stringendo sotto braccio l’album passò attraverso l’alta erba che confinava con la strada e si ritrovò ben presto fra quella del prato un pochino meno alta.
    Mirò diritto verso l’alto albero poiché non aveva affatto intenzione di prendersi un insolazione e notò con piacere che una pietra era sistemata lì sotto come a voler offrire vero riparo a chi vi capitava.
    Si mise a sedere e sbuffò posandosi l’album sulle ginocchia,alzò gli occhi e notò dei frutti non ancora rossi sopra la sua testa: Mele. Un albero di mele disperso nel nulla..? Fantastico!
    La luce dorata del sole del tardo pomeriggio bagnava d’oro i campi,quella visione gli riportò alla mente le parole di una canzone che era solito ascoltare molto tempo prima.
    Aprì l’album e prese a sfogliarne le pagine plastificate lentamente studiando quasi ogni minimo particolare di quei visi ritratti; c’erano foto sue e della sua perduta moglie.
    Bella.. Era bella,davvero. Avevano messo insieme quelle foto in quell’album e ce n’era anche qualcuna del suo matrimonio,matrimonio avvenuto esattamente nove anni prima in quello stesso giorno d’estate.
    Sospirò e scosse il capo – Che scherzo tremendo mi hai fatto. Sai che non ti perdonerò mai per questo,vero? Beh.. Vedi di fartene un idea mia cara. – borbottò.
    In quel preciso istante,come se la donna avesse davvero potuto sentire le sue parole,una mela si staccò dall’albero e gli finì dritta in testa; sulle prime non riuscì a trattenere un imprecazione piuttosto irata e colorita.
    Raccolse poi il frutto e lo studiò alla luce del sole,era una bella mela rossa e matura. Sorrise e poi si concesse una risata sonora e gioiosa come se davvero non avesse alcun peso sul cuore.


    SPOILER (click to view)
    Aspetto Gaelle ^^
     
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  2. LITtLe AnGeL
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    Le giornate si susseguivano tutte uguali, tutte caratterizzate dal caldo tipico di quell'estate serena ma allo stesso tempo quasi opprimenti. Non aveva molto da fare quel pomeriggio, era il giorno di chiusura settimanale della libreria e di certo non aveva intenzione di rinchiudersi in biblioteca con quel sole splendente fuori: no, era stanca di sprecare ore ed ore nascosta in questo e quel luogo, aveva bisogno di stare un po' tranquilla in mezzo alla natura, di riflettere e di lasciare che tutta la bellezza dell'estate la sollevasse dai suoi brutti pensieri.
    Indossò dei semplici jeans scuri ed una maglia senza maniche azzurro chiaro, di cotone lavorato. Poi prese il casco, le chiavi della moto e si diresse in garage per riportare sulla strada il suo mezzo di trasporto preferito: a suo parere non c'era nulla che potesse competere con il senso di libertà che dava attraversare le strade che portavano fuori città sentendo il vento sulla pelle, senza alcun ostacolo che apparentemente potesse fermare quel viaggio a volte senza meta.
    Fece scivolare la moto sull'asfalto per chissà quanti chilometri, lasciando che il rumore del motore la distogliesse da tutto il resto. Erano cambiate tante cose in quegli ultimi mesi, non poteva e non voleva negarlo...eppure tutto stava andando avanti come sempre, quasi la sua vita stesse decidendo al posto suo cosa fare, dove andare. Si lasciava trasportare, quasi come in quel momento...c'erano il suo lavoro, i suoi protetti, ma il vuoto di ciò che non le era stato concesso avere non si sarebbe mai cancellato, lo sapeva bene ed ora che Dante non le era più accanto lo sentiva maggiormente.
    Si fermò quando il sentiero che stava seguendo si interruppe improvvisamente, facendola quasi sorridere all'idea di non sapere di preciso dove si trovava...era stata talmente impegnata a non pensare che non si era resa conto di dove stesse andando. Lasciò la moto al limitare della stradina, accorgendosi di un'altra macchina parcheggiata poco lontano: forse non era l'unica ad essere finita in quell'angolo di campagna quasi fuori dal mondo.
    Prese il casco tra le mani, iniziando a camminare tra l'erba che si faceva di tanto in tanto più alta, respirando a pieni polmoni l'aria pulita, tanto diversa da quella piena di smog del centro...una pausa rigeneratrice di tanto in tanto ci voleva. All'improvviso sentì un'imprecazione provenire da poco lontano, che le fece sgranare gli occhi verdi per alcuni istanti. Si avvicinò al luogo da cui aveva sentito arrivare il suono e vide un uomo appoggiato sotto un albero, che le dava quasi le spalle.
    - Frutti pericolosi?- domandò discretamente vedendo la mela che teneva in mano. Il solo colore dei suoi capelli glielo rendevano particolarmente simpatico...
     
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  3. » Nightmare
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    Aveva smesso di ridere fra se e se da un po’ ed era rimasto a fissare il frutto che teneva in mano; l’album era rimasto dischiuso e posato sulle sue gambe.
    La sua attenzione era oramai stata completamente assorbita dalla mela rossa che poco prima gli era caduta in testa e sobbalzò,letteralmente,quando udì una voce alle sue spalle.
    Posò la mela sopra l’album e si voltò verso la fonte della voce con un’aria quasi spaventata,non si aspettava che qualcuno sarebbe capitato lì per caso proprio quel giorno ma..
    Sbattè le ciglia un paio di volte dopo aver posato gli occhi sulla figura femminile,che ora,gli stava davanti; sospirò poi risollevato quando comprese di aver avuto quasi un’allucinazione.
    L’oro del sole che giocava sui capelli rossi della ragazza gli aveva mostrato,per qualche momento,una realtà che purtroppo non esisteva più. Sorrise e scosse la testa alle sue parole ma non disse ancora niente.
    Raccolse il frutto e glielo mostrò come se fosse davvero qualcosa di interessante – Non sembra così pericoloso a guardarlo ma posso assicurarle che fa male se arriva inaspettatamente nel bel mezzo della testa. –
    Riabbassò poi la mano e si guardò intorno abbassando gli occhi sul suo album. Lo sollevò e lo prese in mano riuscendo a tenere nella destra sia la mela che quell’ultimo oggetto.
    Si alzò,infine,poiché non gli sembrava affatto educato restarsene seduto di fronte ad un’altra persona e porse istintivamente la mano alla ragazza appena giunta.
    Era vero che non avrebbe tollerato visite di alcun genere quel giorno ma lei,dopotutto,non era venuta lì a rompergli le scatole.. Ci era semplicemente capitata.
    E sicuramente aveva avuto modo di udire la sua fantastica uscita di poco prima,abbassò un momento lo sguardo e restando con la mano tesa lo rialzò – Chiedo scusa per poco fa ma.. Diciamo che è stata una reazione incontrollata. A volte mi succede.. –
    Non gli piaceva dire cose poco garbate e poco carine in presenza delle donne,quella però non l’aveva proprio vista né sentita! Si era sentito quindi in dovere di chiedere scusa per quell’attimo di maleducazione decisamente fuori luogo.
    Si pentì poi quasi di aver imprecato a quel modo in quel luogo meraviglioso e pieno di pace,infondo non l’aveva fatto apposta.. Gli era soltanto scappato per la botta.
     
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  4. LITtLe AnGeL
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    Si sentì quasi in colpa nell'aver disturbato le riflessioni dell'uomo, che ormai sembrava completamente assorto nell'osservazione della mela che teneva in mano, la probabile causa di tutto quel chiasso da lei avvertito poco prima.
    Si lasciò andare ad una risata sincera e non esagerata osservando meglio il frutto nella mano dell'uomo, non potendo che dargli ragione.
    - Posso immaginarlo, davvero - rispose sorridendogli con gentilezza - A me accadde una cosa simile con un albero di arance, una volta...ma fortunatamente non mi cadde nulla in testa, solo su una spalla -. Era stato moltissimo tempo prima, quando ancora si trovava in Francia...nel secondo decennio del secolo appena concluso, per l'esattezza. Le pareva passata un'eternità e pensandoci con oggettività era davvero così.
    Si spostò di qualche fino ad arrivargli praticamente davanti e fece in tempo a scorgere un album di fotografie aperto prima che lo sconosciuto si alzasse e le tendesse la mano.
    Aveva degli occhi azzurri incredibilmente brillanti e guardandolo provò una sensazione familiare, che ormai aveva imparato a riconoscere: le accadeva tutte le volte che stava con Kaede, ma soprattutto con Sara, la sua protetta con poteri davvero fuori dal comune. Era quella sorta di benessere che derivava da chi aveva a che fare con energia positiva...non palpabile come quello che sapeva di poter emanare lei stessa, ma comunque percepibilissimo specialmente per lei che ormai aveva imparato a riconoscere la presenza di Sara alla perfezione per poterla proteggere meglio.
    - Non si preoccupi, posso capire che a volte le situazioni portino a reazioni di questo genere - lo tranquillizzò poi senza smettere di sorridere. In realtà a lei certe reazioni erano completamente estranee, non sarebbe mai stata in grado di imprecare per un qualsiasi motivo...ma non era lì per fare la punitrice di anime, non aveva davvero la minima intenzione!!
    - Il mio nome è Gaelle, a proposito - aggiunse subito stringendogli la mano - Mi dispiace di aver interrotto le sue riflessioni, sono arrivata fino qui senza nemmeno accorgermi di come..-.
     
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  5. » Nightmare
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    Sorrise a sua volta con estrema calma trattenendosi dal ridere alla rivelazione della giovane donna – Le arance non le ho mai provate ma posso trovare il modo per spingere qualcuno a tirarmene addosso una. –
    Assunse per qualche secondo un’aria pensierosa ed arrivò,in breve,alla conclusione che sarebbe stato capace sul serio di portare qualcuno a lanciargli addosso della frutta!
    Le sue esperienze negative con alberi da frutta non erano poche ma al momento non gliene veniva in mente nessun’altra,quella appena vissuta poteva senz’altro bastare a compensare le botte in testa per i prossimi due anni!
    Ora che l’aveva finalmente davanti riuscì a vedere meglio i particolari del suo viso e quello che vedeva gli sembrò appena insolito per qualche secondo,semplicemente perché non ci aveva fatto caso molto prima.
    Sembrava essere molto più giovane di quello che in realtà credeva,non avrebbe dato assolutamente più di vent’anni al viso che ora aveva di fronte e potè finalmente stabilire il colore dei suoi occhi.
    Nonostante la luce intensa del sole che man mano mutava in arancio riuscì a riconoscere il verde delle sue iridi luminose e sincere,senz’altro recava tutti i segni della giovinezza tranne quall’aria di calma e saggezza che si nascondeva dietro lo specchio dei suoi occhi.
    Sarebbe stato ridicolo affermare di vederla ma poteva sentirla e questo,perlomeno a lui,non sembrava affatto strano alla sua mente. Di ragazzi ne aveva visti molti nella sua vita ma quella aveva un’aria pacifica e calma,come quasi la maggior parte delle persone che aveva incontrato in quella città.
    Forse si trattava di fortuna personale oppure non era tutto così orribile lì a Nouvieille,città che molti sembrava descrivere come il covo degli orrori.
    Si strinse appena nelle spalle e sorrise chinando lo sguardo come se l’essere stato scusato non l’avesse soddisfatto particolarmente,un lieve senso di colpevolezza che non aveva mai provato nei confronti di uno sconosciuto.
    Decise di lasciar correre e passare ad altro,strinse finalmente la mano della ragazza – Gaelle.. Francese? – domandò istintivamente scuotendo poi il capo appena divertito – Daneel,piacere. –
    La formalità a volte prendeva un poco il sopravvento ma in quel caso,almeno,non era stata così esagerata – Oh non deve scusarsi,non ha interrotto niente.. La mela mi ha interrotto,a dire il vero! – ridacchiò poi ritraendo la mano e tornò ad assumere un tono più serio – Davvero? Anche io sono finito qui senza quasi rendermene conto. Diciamo che la mia auto ha scelto per me la destinazione e non posso lamentarmene. Penso che,per premio,le farò un bel bagno ed un cambio d’olio. –
    Voltò istintivamente il viso nella direzione in cui aveva lasciato l’auto e notò,a poca distanza da essa,una moto lucente e di colore blu metallizzato. A giudicare dal casco che Gaelle teneva in mano quella doveva essere la sua.
     
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  6. LITtLe AnGeL
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    Tornò a sorridere divertita alle parole dell'uomo: non aver mai avuto l'onore di un'arancia addosso non era poi così grave, ma parlandone in quel modo anche quei piccoli incidenti non apparivano più particolarmente fastidiosi. Forse era la campagna a rendere tutto così calmo, o semplicemente l'influenza della loro rispettiva natura riusciva a calmare i nervi anche a lei...non era certa di poter attribuire quella tranquillità ad uno solo dei due fattori, ma di fatto si sentiva molto meglio di quando aveva lasciato il suo appartamento vuoto.
    - Mi creda, sono certa che la mancanza di un'arancia in testa non si farà sentire, può anche evitare di cercare qualcuno che provveda a farle provare questa brillante esperienza - esclamò scuotendo il capo.
    Si avvicinò all'albero, andando infine ad appoggiarsi al tronco e rimase con il viso rivolto all'insù per alcuni secondi, godendosi lo spettacolo della luce del sole ormai un po' più basso nel cielo che filtrava attraverso i rami. Una delle tante piccole cose a cui la gente ormai non faceva più caso, se non per qualche foto "artistica" magari scattata in un momento di noia e sorprendente nel risultato. Si chiese in quanti amassero uno spettacolo del genere in quanto tale, in quanti trovassero il tempo per fermarsi ad osservare un dettaglio simile o anche solo un posto come quello in cui si trovavano vedendolo davvero, percependo qualcosa.
    Tornò a posare gli occhi verdi sull'uomo poco distante da lei, sorridendo quasi per scusarsi di quella piccola distrazione durata comunque solo pochi secondi.- Deve scusarmi, a volte piccoli dettagli come gli effetti della luce tra questi rami catturano completamente la mia attenzione - mormorò imbarazzata. Chissà, probabilmente lui riusciva a capirla, o almeno lo sperava: alla maggior parte delle persone sarebbe sembrata una solo una ragazza un po' strana che si perdeva a guardare il nulla anche dopo quella breve spiegazione.
    Strinse la mano del giovane potendo così finalmente presentarsi e annuì con un sorriso a quella deduzione sulla sua origine.
    - Oui, française - confermò con la stessa espressione serena di poco prima - E' un vero piacere di conoscerla, Daneel. Ammetto che di tanto in tanto mi manca parlare nella mia lingua...spero che non abbia niente contro la Francia, in ogni caso - concluse sapendo bene quanto i diversi Stati potessero risultare più o meno simpatici - Lei invece da dove viene, se non sono indiscreta? Forse è solo una sensazione ma nemmeno lei mi sembra un nativo di Nouvieille..-.
    Si voltò poi verso la direzione in cui aveva lasciato la sua moto, lieta per essere stata scusata per quell'interruzione involontaria e restò a guardare l'altro veicolo con aria ammirata. Non era un'auto enorme, ma le piaceva, anche se in fondo per i motori aveva una passione puramente estetica, a livello tecnico non sapeva assolutamente niente.
    - Devo farle i complimenti per il suo gioiellino allora, credo si meriti davvero un bel bagnetto - aggiunse infine.
    - Dunque non sono l'unica che inizia a guidare senza una meta predefinita...è un modo per distendere i nervi, non le sembra? Specialmente se si finisce in posti come questo, la natura può avere davvero poteri incredibili su di noi, se gliene diamo la possibilità..-.
     
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  7. » Nightmare
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    Aveva abbandonato l’aria divertita e dopo aver cacciato una mano in tasca sospirò alzando gli occhi al cielo – E chi lo sa. Nella vita bisogna provare di tutto altrimenti non si avrà niente di particolare da raccontare al Padre Eterno una volta morti,lei che dice? –
    Il sorriso,però,tornò ad animare il suo viso alla fine della frase; aveva già avuto quella triste rivelazione ma era certo che avrebbe avuto parecchie cose da dire,ridire e raccontare una volta salito su.
    Ammesso che sarebbe riuscito a salire su,alle volte non ne era poi propriamente convinto! Si spostò di lato lasciando che la ragazza passasse e si sistemasse accanto all’albero,a sua volta fece la stessa cosa ma si appoggiò al tronco solamente con una spalla.
    Lasciò vagare lo sguardo all’orizzonte dove non si vedeva altro che la sagoma scura di qualche monte e la luce dorata del sole,si voltò nuovamente verso l’albero e gli diede uno sguardo notando come esso sembrasse l’unica cosa esistente oltre all’erba ed i campi di grano poco lontani.
    La natura era imprevedibile e quell’albero poteva benissimo essere spuntato dal nulla visto che nessuno sembrava volersene curare,casuale invece non era la specie di panca sistemata sotto di esso.
    Voltò nuovamente il viso su Gaelle osservandola con semplicità,era assorta in chissà quale pensiero e lui non era davvero nessuno per disturbarla.
    Si chinò piuttosto a posare sulla pietra l’album e sopra di esso la mela tornando poi in posizione eretta,in quel momento la giovane riportò gli occhi su di lui e le sorrise.
    Alzò una mano e scosse la testa – No,no. Non si deve scusare,ci mancherebbe! – iniziò – Non mi ha mica pestato un piede né lanciato in testa un’arancia. – fece volutamente dell’ironia nonostante il suo tono fosse basso e quasi troppo calmo.
    Il silenzio e la calma di quel posto,infatti,sembravano essergli entrati nelle vene ed avessero quasi assorbito la voglia di pensare e parlare,distolse lo sguardo per pochi secondi mantenendo comunque una discreta attenzione per chi aveva vicino.
    Sentiva distintamente la sua voce anche se non la stava al momento guardando,sorrise alla conferma della sua teoria e scosse poi la testa – No,non ho niente contro la Francia. – mormorò soltanto.
    Sapeva che non tutti avrebbero avuto la sua opinione ma preferiva vederla a suo modo. Socchiuse poi gli occhi raddrizzandosi un poco e schiarendosi la voce,era decisamente il momento di resuscitare!
    Si voltò verso Gaelle e rispose alla domanda che gli veniva fatta – Effettivamente non sono nato qui. Sono americano,precisamente vengo da New York. – gli venne poi quasi da ridere a quel momento e sollevò con aria divertita le sopracciglia – ... La grande Mela! – e portò la mano ad indicare il frutto poco più giù.
    Rise poi,sommessamente ma di gusto,al commento sulla sua auto – Non la definirei tanto un gioiellino,ce ne sono di migliori che meritano di gran lunga maggiormente il termine. Comunque sia,puoi chiamarla Sally! – e,scherzi a parte,aveva davvero bisogno di una lavata,era impolverata da far paura.
    Il silenzio calò nuovamente su di lui,ricordò quasi la vera ragione per cui si era ritrovato lì e distolse lo sguardo da Gaelle puntandolo verso la piccola stradina bianca.. Avrebbe ritrovato la via per la città?!
    Alzò una mano e si grattò distrattamente la nuca annuendo – Distrarsi,non pensare e distendere i nervi. E’ per questo che sono qui.. Avevo soltanto bisogno di passare qualche ora fuori dalla realtà,a volte la troppa presenza di gente mi opprime,mi soffoca. Preferisco questo caro albero di mele.. – e per compagnia la sua mente nonostante non avesse assolutamente niente contro di lei.
     
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  8. LITtLe AnGeL
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    Piegò le labbra in un sorriso appena accennato sentendolo nominare il Padre lassù e dovette controllarsi per non lasciare che le sfuggisse una risata amara.
    - Una volta lassù avremo tutti da raccontare molto anche senza mele o altri frutti, mi creda - commentò alzando lo sguardo verso il piccolo squarcio di cielo che riusciva ad intravvedere da lì sotto - E sinceramente parlando, avremo anche tante cose da chiedere e da rinfacciare, non c'è nulla di male in questo, credo sia un nostro diritto -.
    Il viso di Ulriel mentre le portava via il suo bambino le sarebbe per sempre rimasto impresso nella mente: era un angelo come lei, si conoscevano da quand'erano nati...eppure si era rivelato senza scrupoli come il peggior caduto. In realtà eseguiva gli ordini, probabilmente...ordini dettati dal troppo bene, dall'eccessivo rispetto delle regole.
    Non poteva dire che la sua visione del mondo e di ciò che era fosse mutata, era una creatura del bene e lo sarebbe rimasta per sempre, eppure quello che le era accaduto le aveva fatto comprendere fin troppe cose. L'estremismo era un male, in ogni caso...anche quando voleva portare all'assoluto rispetto del bene.
    - Ha ragione, ma non mi piace perdermi nei miei pensieri mentre ho la possibilità di parlare con qualcuno, credo che in questi casi ogni riflessione possa aspettare, una semplice conversazione può insegnare molto di più...e a volte portare a risposte che nemmeno speravamo più di avere - sussurrò ricordando quante volte aveva trovato in uno sconosciuto molte più informazioni e insegnamenti di quanti avesse potuto immaginare.
    Sospirò scherzosamente sollevata a quella rivelazione: la sua nazionalità era al sicuro da possibili insulti, con lui!! - New York? Non ci sono mai stata ma ammetto che mi attira molto la prospettiva di un viaggio laggiù...è davvero tanto splendente come dicono? -.
    A quanto sembrava Daneel era in qualche modo collegato alle mele quindi, piccole o grandi che fossero.
    - La ricorderò come l'uomo delle mele, allora...non le dispiace vero?- scherzò trattenendo appena una risata. Tornò poi ad osservare l'automobile dell'uomo, alzando un sopracciglio sentendo quel nome femminile: dunque era proprio vero che alcune persone arrivavano a dare un nome alla loro auto...prima di allora era sempre stata una voce, ora ne aveva la prova.
    - Sally, è un bel nome, sa?- commentò dopo averci riflettuto per alcuni istanti - In ogni caso credo che possa essere considerata un gioiellino anche lei, magari in senso un po' metaforico..per averla condotta fin qui ha fatto un buon lavoro!!-.
    Tornò infine seria quando il discorso andò a finire su note un po' più impegnate e non potè fare a meno di concordare pienamente con ciò che udiva. - La città può essere davvero un'enorme prigione, tutti avrebbero bisogno di una pausa, di tanto in tanto...peccato che molti non lo capiscano in tempo e finiscano succubi dello stress - affermò scuotendo appena la testa - In ogni caso, siamo finiti qui per lo stesso motivo, credo...anch'io scelgo sempre la natura quando si tratta di staccare la spina o di lasciare che le riflessioni vadano a ruota libera. Anche se ammetto che talvolta un comportamento simile mi ha portata a rimuginare sino a entrare in sabbie mobili apparentemente prive di uscita...bisognerebbe riuscire a trovare la giusta misura -.
     
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  9. » Nightmare
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    Annuì senza però battere ulteriormente su quel chiodo,si era già fatto sfuggire particolari sul suo astio verso l’alto e rimase quindi in silenzio.
    Non si sentiva però neanche in dovere di comportarsi in modo negativo verso chi aveva quella fede o semplicemente stava dalla parte del bene,lui faceva quel che poteva nello stesso campo ma aveva dei propri ideali.
    Si limitò semplicemente a sorridere ed annuire riguardo il commento sui frutti,di certo due frutti in testa non avrebbero mai fatto scontare i peccati a nessuno né tantomeno avrebbero salvato qualche anima.
    Tornò a dedicare la propria attenzione a Gaelle e gli parve nuovamente di avvertire qualcosa di particolarmente positivo,come se quel corpo emanasse una sorta di luce e calore insieme..
    Non domandò niente e non ci pensò oltre – Concordo in pieno. Ho avuto modo di assodare che una chiacchierata con qualcuno può davvero aprirti gli occhi su una realtà differente. Arrivando in questa città non ho potuto che confermare ulteriormente la validità della mia tesi..! –
    Se ricordava come,però,gli erano state dette quelle verità aveva ancora i brividi,non era stato affatto piacevole sentirsi sbattere in faccia con pochissima delicatezza che quella città era piena di mostri.
    Per fortuna non aveva ancora incontrato quelle terribili creature ed era sicuro che dietro il volto della giovane ragazza che aveva di fronte non poteva esserci davvero niente di spaventoso.
    I suoi occhi limpidi e sinceri,il sorriso calmo.. Nascondevano senz’altro una personalità ed un carattere speciali come pochi se ne trovavano coi tempi che correvano.
    Lui,ad esempio,aveva avuto la fortuna di averne accanto una e non se la sarebbe lasciata sfuggire tanto facilmente,distolse poi gli occhi dal campo sul quale li aveva puntati senza rendersene conto e sorrise a Gaelle.
    Era una domanda frequente,quella,ma sapeva sempre rispondere al modo giusto – E’ un posto particolare ma posso dire che è anche un vero e proprio casino. forse avrei avuto modo di osservarla da un altro punto di vista se non fossi stato un poliziotto. – annuì più a se stesso e tornò a parlare – Ha le sue bellezze e le sue molteplici stranezze,le sue gioie ed i suoi guai e le strade perennemente rumorose. Ha il suo traffico,lo smog,le sue mille luci ed i suoi grattacieli.. Beh,per farla breve,è un posto che vale la pena di vedere. –
    Si trovò nuovamente a domandarsi se la sua città gli mancava davvero ma sapeva benissimo cosa in realtà gli mancasse ancor più delle cose che aveva elencato.
    La battuta di Gaelle sulle mele,fortunatamente,lo fece ridere. Scosse la testa togliendo le mani dalle tasche ed agitandole appena ai lati del viso – Oh mio Dio,non mi dispiace ma lo trovo senz’altro particolare! – infondo era un soprannome divertente..!
    Riabbassò le mani e le nascose dietro la schiena ora appoggiata al tronco,non era mai stanco di stare in piedi ma quella panca lo tentava indubbiamente.
    Notò con quale serietà discorreva di quell’argomento e sorrise appena quando accennò alle sabbie mobili – Non dirmi che ci sono anche quelle qui a Nouvieille. – borbottò – Non corro affatto il pericolo di cadere nello stress anche se a volte le giornate per me possano rivelarsi davvero pesanti. Il lavoro,la casa da risistemare,il correre qui e la.. Cerco sempre di ritagliare un momento per la tranquillità e per i pensieri ma da ora credo inizierò ad avere paura di finire in mezzo alle sabbie mobili! – non era sua intenzione rimproverarla per aver tirato in ballo quell’argomento ma,anche se non letteralmente,nelle sabbie mobili ci era finito già ed aveva appena trovato la via che l’avrebbe,forse,ricondotto alla libertà.
     
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  10. LITtLe AnGeL
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    Se c'era qualcosa che Nouvieille le aveva fatto imparare ad apprezzare erano proprio gli incontri imprevisti. Davano un sapore diverso alle giornate, una voglia nuova di scoprire cosa nascondeva quella città: andare a prendere un caffè, restituire un libro in biblioteca o passeggiare per la spiaggia potevano diventare occasioni uniche, nel bene e nel male. Non era tutto rose e fiori e se c'era qualcuno che lo sapeva ormai bene era lei, ne aveva viste già di tutti i colori e sapeva che non avrebbe mai smesso di stupirsi...eppure la consapevolezza che dietro l'angolo non si nascondesse solo malvagità era un vero conforto.
    - La particolarità di questa città si fa notare non appena arrivati, non è vero? - domandò quasi divertita. Le era successo spesso che persone arrivate da poco si rendessero conto quasi subito di qualcosa di diverso, quasi palpabile nell'aria ma soprattutto negli abitanti stessi. Lei stessa ricordava con chiarezza che era stato così, quando dopo essere tornata dopo tanto tempo era quasi caduta addosso a Dante per sbaglio, distratta com'era nella lettura.
    - In effetti è proprio così, credo si possano imparare molte più cose in un anno passato qui che in una vita intera trascorsa altrove...non che altri luoghi non siano interessanti, al contrario. Se ne avessi la possibilità visiterei il mondo intero...ma Nouvieille è semplicemente Nouvieille -. Ripensò per un attimo alla sua cittadina in Francia, tanto ordinata e meticolosa nell'amministrazione quanto originale e variegata nella cultura e nelle persone che l'abitavano e se doveva essere sincera con sè stessa un po' le mancava. Le mancavano i parchi sparsi ovunque, gli alberi ben curati ai lati delle strade, le case tutte simili e allo stesso tempo differenti...le mancava stare a guardare la Loira scorrere placidamente senza curarsi minimamente di ciò che poteva accadere su un ponte a pochi metri sopra di lei. Ma ormai Nouvieille era diventata la sua vera casa, da tanto tempo. Attraverso la descrizione di Daneel invece, riuscì a immaginare New York come se l'era sempre figurata nella mente e attraverso ciò che aveva sentito e letto.
    - Un poliziotto?- ripetè incuriosita non appena le venne data quell'informazione, nonostante fosse solo un dettaglio inserito nella descrizione della Grande Mela - Si trova bene qui a Nouvieille? Immagino che dopo aver lavorato a New York nulla riesca a stupirla più di tanto..-.
    Non gli avrebbe mai attribuito spontaneamente quel mestiere, ma ora che lo sapeva doveva ammettere che riusciva ad immaginarlo in quell'ambiente senza troppi problemi: sembrava avere la calma necessaria a fronteggiare determinate situazioni e soprattutto l'intelligenza per districarsi anche dai casi più assurdi.
    Tornò a sorridere nell'udire che quel buffo soprannome era stato più o meno accettato...non aveva fatto apposta a trovarlo, ma quel frutto pareva essere collegato a Daneel in mille modi diversi! - Se per la strada sentissi un "salve uomo delle mele!" non spaventarti allora, sarei sicuramente io...sempre che nessun'altro abbia avuto la stessa idea -.
    Andò a sedersi sulla panchina che si trovava sempre sotto quel melo, mettendosi di lato per far sì che anche l'uomo la potesse seguire se avesse voluto e scosse la testa piano alle sue parole.
    - Niente sabbie mobili, non ne ho ancora trovate fortunatamente - disse con un sorriso malinconico ma per niente sforzato - Diciamo che era una specie di...metafora. Le sabbie mobili di tanto in tanto me le creo io perchè finisco coll'affondare troppo nelle riflessioni stesse, a volte è difficile uscirne -.
    Tornò a sorridere più serenamente, facendo seguire alle proprie parole una breve risata. - In ogni caso non devi preoccuparti! Qui potrai davvero trovare di tutto, ma almeno le sabbie mobili ti saranno risparmiate credo..-.
     
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  11. » Nightmare
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    Aveva perfettamente compreso a cosa si stesse riferendo Gaelle con la semplice parola particolarità. Sorrise e scosse appena la testa,non aveva notato niente di strano appena arrivato..
    Era ancora inverno quando era arrivato,un tardo pomeriggio di fine inverno; ricordava benissimo la stanchezza e la sensazione di totale smarrimento che aveva provato non appena si era trovato fuori dall’aeroporto.
    Gente che camminava,poca,rumori di auto e degli aerei che decollavano alle sue spalle,il resto era silenzio. Si era sentito davvero atterrito,come un cucciolo abbandonato per la strada,mai nella sua vita aveva provato quell’enorme senso di solitudine ed inadeguatezza.
    Aveva poi impiegato poco tempo a riambientarsi,certo.. Doveva ancora fare la conoscenza di molte persone per poter affermare di sentirsi finalmente a casa ma era senz’altro sulla buona strada – Sarò sincero,Gaelle,appena sceso dall’aereo sembrava una cittadina piuttosto comune ed anche troppo tranquilla.. Dio solo sa quanto mi sbagliavo. –
    Soltanto dopo qualche giorno era stato messo al corrente di cosa aveva per le mani,degli innumerevoli casi inspiegabili ed irrisolti,delle miriadi di creature che popolavano la città.
    Rise sommessamente ed annuì – A volte incontrare le persone giuste può garantire molta conoscenza. Ma,diciamo,non mi lamento di quanto ho appreso,ascoltato e detto durante la mia vita che non è affatto poi così corta e misera come sembrerebbe. –
    Non sapeva chi aveva di fronte e non aveva neanche voglia di mostrarsi subito come “tipo strano”,preferiva restare nel suo silenzio al momento e preferiva lasciar intendere,come sempre.
    La sua mente tornò nuovamente alle parole che gli aveva detto Aisha,nessuno arrivava a Nouvieille per caso,che decidesse di sua spontanea volontà o fosse il destino a scegliere per lui,chi arrivava in quella città aveva sempre un motivo per essere lì.
    Lui aveva semplicemente chiesto trasferimento sotto consiglio del suo capo ed era stato mandato lì,avevano bisogno di qualcuno che sapesse fare il proprio lavoro,qualcuno che non avesse alcun timore nel trovarsi di fronte a casi complicati.
    Aveva scoperto soltanto dopo di che razza di casi complicati si trattava,fu poi risollevato dalla battuta di Gaelle e dal fatto che,forse involontariamente,gli aveva dato del tu – No,dubito fortemente che qualcun altro abbia avuto la stessa idea. Ad ogni modo capirò senz’altro chi è che vuole attirare la mia attenzione.. –
    Annuì poi alle sue considerazioni sul proprio lavoro e scosse la testa – A New York ne ho viste di tutti i colori,davvero. Ma quello che ho letto nei rapporti qui a Nouvieille mi ha aperto gli occhi su cose che non avrei mai voluto vedere,davvero. Inizio a rimpiangere i vecchi seriali con strane manie omicide per la mente.. Quelli,almeno,erano relativamente normali. – il suo viso era serio e non appena finì di parlare rimase a fissare il vuoto.
    Abbassò gli occhi poi verso la ragazza seguendola quasi subito dopo,sollevò nuovamente il suo album e la famosa mela e,una volta seduto,se li posò con cura sulle gambe appena distese.
    Piegò le braccia portandole dietro la testa e si voltò verso la sua interlocutrice cogliendo una strana nota malinconica nella sua voce e nel suo sorriso.
    Non aveva compreso che la sua era stata una metafora,l’aria che però aveva nel parlare le conferiva un qualcosa di angelico; parlava di cose apparentemente tristi o dolorose ma il suo sorriso era pacato e calmo,sereno.
    Annuì ed alzò poi le spalle – Non avevo colto la metafora,ti chiedo scusa. – iniziò decidendo di darle del tu a sua volta – Spesso me le creo anche io sabbie mobili dalle quali non riesco ad uscire facilmente. Ma posso comunque comprendere appieno la metafora.. So cosa si prova nel cadere in un baratro oscuro,privo di luce e di ossigeno. Nel quale non riesci a respirare,non riesci a pensare,non puoi agire e.. Non puoi più fare niente,esisti a stento. –
    La sua voce era seria,bassa e nascondeva una forte nota di dolore ed amarezza,tuttavia nel voltarsi nuovamente verso di lei mostrò un pacato sorriso,un sorriso dall’aria rassegnata e calma.
     
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  12. LITtLe AnGeL
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    Il pensiero di Nouvieille come una città fin troppo comune e tranquilla la fece sorridere: forse era proprio vero che solo chi vi abitava riusciva a comprenderne i misteri, i segreti o anche solo a capire cosa si celava dietro tutte quelle stranezze. Ed ora che Daneel era entrato a far parte dei cittadini di quel piccolo angolo fuori dal comune...era stato iniziato a quei segreti.
    Per quel che la riguardava era quasi certa che ormai non sarebbe più riuscita a vivere in un posto per così dire "normale", le sarebbe mancato un pezzo, qualcosa di estremamente importante per tutto ciò che la riguardava. Sara, Edward, la maggior parte delle persone che conosceva e a cui voleva bene non erano semplici umani e forse, almeno in parte,era proprio questo a renderli tanto speciali. L'unicità di certe persone era dovuta anche alla loro natura, che li portava ad avere un certo modo di pensare, di porsi e di comportarsi col resto del mondo.
    Si lasciò sfuggire un leggero sospiro, per poi osservare l'uomo con curiosità e quasi con un leggero sollievo nello sguardo: dalle sue parole aveva compreso chiaramente riferimenti che non erano passati inosservati...velati, lasciati quasi alla deriva tra il resto delle parole ma pur sempre presenti.
    - Nemmeno la mia, lo ammetto - rispose guardandolo negli occhi azzurri e luminosi - E' strano quante cose possano esserci dietro ad esistenza apparentemente corte e comuni...ma forse è soltanto l'ennesima conferma di quanto possa ingannare l'apparenza -.
    La maggior parte degli abitanti di Nouvieille avevano quei piccoli segreti, un'età non dimostrata, tanti fatti alle spalle...e altrettante cose nascoste nell'animo, belle o brutte che fossero.
    Si ritrovò poi ad ascoltare completamente assorta le considerazioni del giovane sul suo lavoro, non potendo fare a meno di avvertire almeno in parte ciò che provava attraverso la sua benedetta e maledetta empatia. Immaginò quanto dovesse essere duro occuparsi tutti i giorni di casi più o meno complicati, quanto sotto pressione dovesse ritrovarsi, in quella città in particolare.
    - Dev'essere dura - disse poi accavallando le gambe e voltando il viso verso di lui - Eppure credo che tu sia una persona in gamba Daneel...non chiedermi come faccio a saperlo, è una sensazione, ma credo che tu abbia tutti i requisiti adatti per tenere testa anche ai peggiori criminali di Nouvieille. Siamo molto fortunati ad averti qui, nelle nostre forze dell'ordine -.
    Il discorso prese una piega notevolmente più seria quando fu chiarito quel piccolo equivoco sulle sabbie mobili e Gaelle non potè che sentirsi quasi sprofondare alle parole di Daneel: lui sapeva benissimo di cosa stava parlando, quel tono di dolore e rassegnazione insieme non le era affatto nuovo e le faceva male sentire che qualcun'altro aveva dovuto patire la stessa sofferenza.
    - Non mi sarei saputa esprimere meglio - riuscì a sussurrare dopo qualche attimo di silenzio - So quanto sia difficile, mi sono sempre posta tanti interrogativi, tante domande riguardo a questo genere di cose, senza riuscire a trovare una risposta definitiva. Ma immagino che l'unica cosa da fare sia aggrapparsi alla vita e a ciò che di buono ci porta, magari inaspettatamente..-.
     
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  13. » Nightmare
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    Durante quei pochi secondi di silenzio si domandò se sarebbe riuscito ad andarsene davvero da lì,a tornare a casa.. A New York. La villetta non l’aveva venduta,aveva intenzione di tornare lì magari per una vacanza..
    Quella città,però,oramai l’aveva catturato. Era interessante e c’erano ancora milioni di misteri da svelare e bellezze da scoprire e poi.. La sua Aisha,non l’avrebbe abbandonata così facilmente.
    Sospirò e sorrise fra se e se voltandosi verso la ragazza che aveva sospirato quasi nello stesso momento,il suo sguardo sembrò illuminarsi perché gli sembro improvvisamente di avere davanti qualcuno non del tutto diverso da lui.
    Annuì rimanendo comunque in silenzio,sorrise poi e scosse appena la testa piegandola da un lato – Se si vuole vivere qui si deve fare il callo agli inganni dell’apparenza. Sbaglio,forse? –
    Vedeva molti volti ogni giorno,era circondato sempre da molte persone tutte apparentemente normali; chissà quanti passanti o addirittura quanti dei suoi colleghi avevano scheletri nell’armadio.
    Si stiracchiò appena e distese ancora un poco le gambe badando a non far cadere gli oggetti che vi aveva posato sopra e sospirò come se avesse voluto davvero sbadigliare.
    Quando Gaelle parlò alzò gli occhi verso i rami dell’albero senza smettere di ascoltarla,annuì alle sue considerazioni abbastanza veritiere e poi dischiuse le labbra.
    Esitò quasi prima di parlare ma poi decise di dar fiato alla bocca – Sì.. O almeno credevo di esserlo. Coi criminali me la cavo,lavoro in polizia da dieci anni e mi illudo di sapere come funzionano certe cose. Ma credimi,non so davvero dove mettermi le mani quando mi posano sulla scrivania fascicoli su omicidi inspiegabili. Morti per dissanguamento senza alcuna ferita esterna,corpi dilaniati in maniera orribile ai quali mancano addirittura dei pezzi.. Sappiamo benissimo chi sono i colpevoli di questi due generi di omicidi ma non lasciano tracce e dubito che sia facile metterli in manette. Colpiscono senza uno schema preciso e non hanno abitudini da poter studiare.. Vite che non verranno mai vendicate,colpevoli che non sconteranno mai la colpa. Non è facile per me mandare giù rospi simili,posso giurarlo. –
    Tuttavia aveva il sorriso sulle labbra,non aveva voglia di mettere il muso per cose maledettamente reali,aveva imparato a rassegnarsi nonostante gli piacesse sempre meno.
    Si voltò infine verso di lei appoggiando appena la testa al tronco dell’albero riportando in avanti le mani posandole sugli oggetti che teneva,annuì nuovamente e sorrise ancora in modo più malinconico e vacuo,quasi – Già. Stringere la vita con i denti nonostante ci sia quel piccolo mostro che si agita dentro di te e non smette di ferirti. Non avrei mai immaginato che avrei potuto sopportare,di nuovo,una cosa del genere eppure ce l’ho fatta. Mi sono attaccato al lavoro con tutte le mie forze ed ho preso parecchie piccole abitudini piuttosto strane.. Non sono ancora arrivato al punto di contare le mattonelle ad ogni passo,però! –
    Aveva visto qualcosa del genere in un film e se non sbagliava e sperava davvero che,prima o poi,non avrebbe fatto la fine del recluso psicopatico..
     
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  14. LITtLe AnGeL
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    Scosse la testa alle parole di Daneel, se c'era una cosa su cui non si sbagliava era proprio quella. La maggior parte degli individui che vagavano per Nouvieille erano in tutto e per tutto simili a qualsiasi umano, se li avesse dovuti paragonare superficialmente a uno qualsiasi dei suoi protetti non avrebbe trovato differenze.
    Eppure basandosi sui dettagli, sulle percezioni, sull'esperienza...balzavano all'occhio tante piccole peculiarità che con il tempo insegnavano a distinguere il fascino ammaliante di una lamia la malvagità a volte fin troppo ben mascherata di angelo nero, la pura ed eterea bellezza di un vampiro piuttosto che il sottile senso di benessere provato stando in compagnia di un mago.
    Prese tra le mani un lembo della maglietta che indossava, giocherellandoci distrattamente. - Non sbagli affatto, anzi...stare a Nouvieille con il tempo aiuta ad affinare i sensi, a vedere oltre quello strato di apparenza a cui ci si fermerebbe solitamente almeno al primo impatto, ad accorgersi di tanti piccoli dettagli che a volte possono salvarci la vita se notati in tempo. E' un gioco, una sfida di abilità a cui tutti prendiamo volontariamente o involontariamente parte..-.
    Si voltò verso l'uomo restando a guardarlo mentre parlava del suo lavoro, c'era qualcosa di familiare in quelle parole, qualcosa che le ricordava il suo lavoro, quello non ufficiale, quello che andava oltre la piccola libreria che si divertiva a gestire.
    Sospirò scuotendo lentamente la testa, immaginando come dovesse essere avere a che fare quasi ogni giorno con cadaveri fatti a pezzi, corpi privati del sangue...oltre che un'intelligenza e un senso pratico notevoli serviva un'enorme forza di volontà, di questo era sicura.
    - Forse siamo più simili di quanto avrei immaginato, Uomo delle Mele - esclamò facendogli uno scherzoso occhiolino prima di tornare a concentrarsi sulle cose serie di cui stavano parlando.
    - La verità è che posso capire quanto sia difficile accettare cose come quelle con cui hai a che fare ogni giorno, anche se in modo diverso - continuò abbassando lo sguardo sull'erba rigogliosa attorno a loro - Non lavoro in polizia, ma si può dire che anch'io protegga delle persone, in modo un po'...alternativo. E' la cosa che più mi sta a cuore e quando non c'è una soluzione, quando certi fatti restano senza risposte, senza sollievo al dolore che possono provocare io stessa ne risento. Forse è solo il prezzo da pagare per fare del bene, non lo so...-.
    Gli sorrise a sua volta, nonostante gli argomenti tutt'altro che leggeri era da molto che non riusciva a parlare con qualcuno in modo tanto sereno ed aperto, trovando dall'altra parte una persona in grado di comprendere praticamente alla perfezione ciò che stava dicendo.
    Alle prime parole del giovane si ritrovò quasi senza volerlo con una mano appoggiata sul ventre, come se l'incubo non fosse mai iniziato, come se si aspettasse di sentire Alec agitarsi e tirare calci come aveva fatto mentre era una parte di lei. Era passato del tempo, ma forse non abbastanza...o forse non ne sarebbe mai passato abbastanza perchè potesse dimenticare che le avevano strappato una parte di lei.
    - Un piccolo mostro che si agita o anche solo il vuoto, un vuoto apparentemente incolmabile che cerca di risucchiarti all'interno con lui, di portarti all'oblio, alla perdita di ogni senso che la vita potrebbe avere - mormorò senza avere il coraggio di guardarlo.
    - Alcune piccole abitudini non sono poi niente di grave Daneel, per quanto strane possano essere...specialmente se in qualche assurdo modo aiutano ad andare avanti - continuò poi stringendosi nelle spalle - Io al contrario ne ho perse molte: ho tagliato tutto il superfluo quasi involontariamente, accorgendomene tempo dopo. E ora mi ritrovo senza molte cose, a chiedermi se affrontare il dolore il quel modo sia stata la causa che mi ha portato a perdere quasi tutto..-.
     
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  15. » Nightmare
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    Era da poco in quella città e non aveva le idee abbastanza chiare per poter affermare quello che Gaelle gli stava dicendo ma,in un certo senso,sperava di aver trovato la persona adatta dalla quale poter ricevere dritte su come cavarsela.
    Seguì con lo sguardo la mano della ragazza arrivare a giocherellare con un lembo della maglia azzurra che aveva indosso e sorrise poi con aria quasi distratta sollevando nuovamente e lentamente lo sguardo.
    Il suo intuito era una buona garanzia ma ancora non sapeva muoversi bene in un luogo popolato da mostri – Spero proprio di riuscire a restare vivo prima di aver imparato ad affinare i sensi. Questa città mi piace,davvero,è abbastanza tranquilla ma c’è anche qualcosa che mi spaventa.. Come se dietro ad ogni angolo scuro si celasse il più grande pericolo. Come se qualche demonio fosse sempre pronto ad attaccare.. E forse non mi sto neanche sbagliando. So solo che dovrei davvero far attenzione quando cala il sole e guardarmi sempre le spalle. –
    Tornò al silenzio e sorrise agli occhi smeraldo della giovane che gli ricordava quasi qualcosa del suo passato,un piccolo pezzo della sua vita e della sua felicità.
    Forse era dovuto all’aspetto o forse no,c’era qualcosa che sicuramente non sapeva.. Qualcosa che li rendeva molto simili e le sue parole confermarono subito dopo.
    Quel pensiero lo avevano avuto entrambi e forse la loro somiglianza non derivava soltanto dal lavoro – Non lavori in polizia ma proteggi la gente.. – mormorò ricordando qualcosa – In modo un po’ alternativo. Fai del bene e magari non si sa neanche per chi lavori,come lavori e da dove vieni.. Non è così? –
    Ecco cosa gli ricordavano quelle parole,il tizio che aveva incontrato durante la sua indagine in quello strano pub quella sera; Jacob,quel tipo misterioso che effettivamente gli aveva dato lo stesso senso di calma e pace che ora gli dava quella ragazza – Se ti chiedo cosa sei in realtà.. Non farai la misteriosa o mi rifilerai menzogne,vero? – stava forse per avere l’anello che gli mancava per fare i dovuti collegamenti.
    Forse quei sorrisi nonostante gli argomenti erano dovuti alla loro natura calma e pacifica,sorrideva nonostante il male.. Al male piaceva notare riscontri nelle sue vittime e preferiva non dargli alcuna soddisfazione.
    L’aveva capito piuttosto tardi ma l’essenziale era averlo compreso; notò con la coda dell’occhio la mano di Gaelle posarsi sul suo ventre e quel gesto non gli sembrò affatto nuovo.
    Passò oltre considerando le sue parole annuendo lentamente – Io ho preso piccole abitudini e piccole fisse proprio per riempire i miei vuoti. Per passare il tempo,per evitare di ricadere nel cupo e pensare troppo.. A volte sistemare gli abiti per modello e per colore ogni giorno può aiutare a spostare l’attenzione su altro,te lo consiglio. – scherzò spostando poi nuovamente lo sguardo sulla sua mano ancora poggiata sul ventre e la indicò – Ma.. Credo di immaginare di quale vuoto tu stia parlando. Io non posso dire di capirlo in modo letterale ma,se i miei pensieri non sono errati,ci sono passato molto vicino. Non so come spiegarmi,forse.. Ma posso assicurarti che comprendo quel genere di perdite. –
    Forse aveva perso un bambino anche lei,se così fosse stato aveva già la risposta del perché quella ragazza sbucata dal nulla gli riportava alla mente tanti e forse troppi ricordi,cosa sembrava renderla ancora più simile e compatibile a lui.
     
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33 replies since 15/5/2008, 21:30   356 views
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