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  1. Death of the Endless
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    A volte, quando meno uno se lo aspetta, il cervello regala assurde associazioni di idee, partendo per una fantomatica tangente e regalando improbabili uscite. Era stata proprio una di queste deliranti associazioni a spingere i piedi di una certa vampira praghese verso il luna park di Nuovieille, un genere di posto in cui non metteva piede da almeno dieci anni, presa da chissà quale tipo d’ispirazione divina. Katina era troppo cresciuta per simili divertimenti, ma ciò non voleva dire avesse smesso di apprezzarli; c’era da aggiungere anche fosse ancora satolla dalla sera precedente, in cui la sete perenne l’aveva spinta a regalare alle fogne come al bosco un certo qual numero di cadaveri (di sicuro più di due, presumibilmente meno di quattro), perciò poteva dedicarsi ad attività amene in cui placare la fame avrebbe fatto da delizioso corollario.
    Così aveva deciso non si sa chi delle due di tuffarsi in quella sarabanda di luci, suoni e colori delle attrazioni e così era stato fatto; non aveva saltato nemmeno una giostra: dalla più tranquilla ruota panoramica alle emozionanti montagne russe con doppio giro della morte, passando per attrazioni da panico come il rotore, dove tronfia e soddisfatta era stata l’unica a non arrivare sul punto di vomitare quando il pavimento era scomparso sotto i piedi lasciando gli avventori incollati alle pareti causa forza centripeta. La parte migliore però era stata quella successiva alle giostre, ossia darsi alle varie sfide e prove d’abilità. Da bambina, la sua intelligenza smisurata insieme ad una forza fuori dal normale le avevano sempre permesso di vincere l’impossibile e l’improbabile in ogni giostra, suscitando stupore ed invidia, adesso da adulta aveva dalla sua sensi più sviluppati ed una forza forse maggiore (certo la morte aveva causato un decremento del quoziente intellettivo, ma aveva sufficienti conferme non fosse poi diminuito a chissà quale infimo punteggio) quindi la situazione non era chissà quanto diversa. Aveva centrato oggetti in movimento, indovinato numeri, pescato pesciolini e fatto trillare campane, avendo sempre cura di non strafare per non destare troppi sospetti, accumulando premi buffi, infantili ed inutili; in realtà, non era certo a quelli che mirava Katina che, in uno slancio di inquietante grettezza di cui nessuna delle due personalità voleva attribuirsi il merito, aveva rivenduto a degli allibiti giostranti, ricavandone denaro contante speso poi tutto nel suo vero obiettivo: i dolci. Da bambina non aveva mai potuto godersi dolci non fatti in casa, poiché il suo potere mutante spesso catalogava i prodotti industriali come pericolose tossine (non sempre a torto) impedendole di godersi certi tipici dolci da fiere come tutti gli altri ragazzini, ed ora si concedeva la possibilità di farlo. Quella che adesso camminava tutta allegra verso uno spiazzo con panchine truccata sobriamente, con i capelli raccolti e quasi tutta vestita di bianco e nero –scarpe nere, gonna nera a ruota con sottogonna bianco, cappottino taglio mantella candido, maglioncino scollo tondo color fragola con cinturone nero a strizzare la vita- era una grottesca parodia di bimba troppo cresciuta con una mano intenta a reggere un bustone pieno di caramelle, gelatine, orsetti gommosi, liquirizia, lecca lecca e altri non ben identificati dolciumi e nell’altro un roseo, cotonoso stecco di zucchero filato di proporzioni gigantesche; gli occhi dei passanti, così come i loro pensieri non la sfioravano minimamente, sebbene fosse consapevole di essere uno spettacolo assurdo, ma se qualcuno avesse provato a dirle a o ba avrebbe scoperto come tutto quello zucchero non fosse stato assimilato dal carattere.
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    Attendo Varonuccia e il suo Gramo*-*
     
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  2. Varonuccia
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    SPOILER (click to view)
    Ed ecco il nostro barbone in azione *-* Spero di non deludere le aspettative u_u


    Orario dopo cena, sempre apprezzato per carità, ma proprio al luna park doveva andare la signorina? Per l'ennesima volta il gramo si chiese il perchè, il santissimo motivo che aveva spinto la sua vittima a scegliere il luna park per divertirsi col fidanzato. L'umana in questione, una rossa non troppo bella dotata però di un didietro abbagliante, stava a braccetto del suo ragazzo come una piovra. Ora, non per essere schizzinoso, le prede erano prede dopotutto, ma perchè gli era venuta in mente una cosa del genere?

    "Esatto, perchè?! Non potevo mettere gli occhi sull'altra mora seduta accanto a lei ai giardini pubblici?!" si disse decisamente seccato.

    Ed era stata pure un'ora al telefono a fare la preziosa col tipo! "E dove mi porti? Ma lì non mi piace! Ghghghgh, sporcaccione!" Ad un certo punto aveva espanso l'aurea ed aveva creato scariche di disturbo per metter fine a quella che non si poteva definire una conversazione. Sbuffò seccato per la milionesima volta. Non è che odiasse i parco giochi, era solo che c'era troppa gente. Questo significava che davanti ai suoi occhi si confondevano più di un centinaio di anime sovrapposte dai colori e dalle emozioni più disparati che lo mandavano in confusione. Per non parlare dello svantaggio di essere visibile visto che ogni due minuti qualcuno passava e dava inavvertite gomitate e pestaoni. Grazie alla confusione nessuno faceva troppo caso ad un barbone comparso dal nulla, almeno di questo era grato. In quel preciso momento però il suo umore stava calando di qualche tacca: aveva perso la coppietta. Si girò da una parte all'altra, destra, sinistra, dietro, davanti, col solo risultato di sentirsi sempre più scocciato. Odiava perdere tempo in quel modo.

    "Non potevano andare al cinema?!" pensò adirato.

    Camminò cercando di evitare ogni contatto fisico, schivando di qua e di là guadagnadosi qualche breve occhiata curiosa, infine il suo sguardo cadde sulla rossa riccia ed il suo moro cavaliere. Il rumore della folla era troppo forte per poterli sentire ma la tipa stava indicando in modo eccitato la casa degli specchi ricevendo uno sguardo accondiscendente dal suo accompagnatore. Adi tirò un sospiro di sollievo; aveva deciso di ammazzarla quella sera stessa prima che tornasse a casa così da togliersela di torno e focalizzarsi su un'altra preda. Mentre i due prendevano qualche dolce prima di avventurarsi nell'attrazione del parco, il barbone si diede una veloce occhiata intorno cercando un posto più o meno tranquillo. Le panchine apparvero come un'ancora di salvezza. Sollevato, si diresse lì e si sedette al riparo dai piedi e dai gomiti altrui.

    Meno male... disse in un sospiro ad occhi chiusi.

    Lì riaprì solo per veder pomiciare i marmocchi in un angolino e desiderò avere uno stomaco per vomitare. Cominciava ad odiare le coppiette, forse doveva dedicarsi solo agli scapoli e alle zitelle... ma anche le vedove e i vedovi, perchè no. Spostò la traiettoria per vedere qualcosa di meno indecente... per ritrovarsi a poca distanza una tipa decisamente fuori... schema. Era una donna sulla trentina vestita forse un po' troppo giovanile. Sembrava una bambola con qualche annetto di troppo. Fece sorvolare la visuale per le vicinanze ma non vide ciò che si aspettava.

    "Quindi non è qui con un gruppetto per lavorare" ragionò tra se.

    E si che le zoccol- ehm, le signorine dalla professione socialmente discutibile di solito erano a gruppi e non in solitario. Mah, i tempi stavano cambiando, perfino le prostitut- ehm, le signorine di tale lignaggio cambiavano approccio. Senza accorgersene continuò a fissarla così per curiosità. Sempre meglio della coppietta che si strappava le labbra con baci appassionati.

     
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  3. Death of the Endless
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    Ma guarda, già l'attacco è strepitoso*-*il signorina di professione socialmente discutibile è già un inizio meraviglioso*O*

    Parco, uguale coppiette intente a esplorarsi le tonsille a vicenda, uguale anziani tristi e soli che ricordavano i bei tempi in cui erano giovani, dove già trovare qualcuno che potesse permettersi di comprare una mela caramellata voleva dire aver davanti un riccone, o torme di adolescenti vestiti tutti uguali, da qualche tempo a quella parte spesso vestiti con felpe con stelle et similia e capelli di colori inguardabili che parevano tagliati con un'accetta -indipendentemente dal sesso, l'età o l'estrazione sociale tutti guardavano la vampira come se le mancasse più di un lunedì all'appello ma a lei calava ben poco. Bells non era donna da formalismi, o di buona educazione o dotata di un qualcosa che potesse essere catalogato come senso del pudore: camminava sempre a testa alta, facendo tutto quanto le passasse per la mente senza preoccuparsi delle responsabilità o delle conseguenze, incapace di resistere ad ogni pulsione, anche quelle stupide come divorare una montagna di zucchero filato da collasso per iperglicemia. Divorava lo stecco con avidità, strappando grossi lembi quasi stesse azzannando più un quarto di bue che un dolce, sciogliendo ogni lingua zuccherina sul palato, inebriandosi dell'odore dolce, caldo di quell'agglomerato di glucosio -una fragranza ben migliore di quelle captate dal suo ormai delicatissimo olfatto, specie quando si trattava di quei benedettissimi adolescenti dai capelli strambi (ma uno shampoo no? eppure non aveva mai ammazzato nessuno il sapone, almeno da quanto sapeva lei) intenti a mandar giù schifezze da McDonald' o chissà che altra roba sintetica.
    Katina era troppo presa dalla sua caccia ad una panchina isolata su cui sbafare il contenuto del sacchetto per rendersi conto di venir osservata, ma un minuscolo angolo del suo cervello registrò l'irritante sensazione di essere sotto l'occhio critico di qualcuno, costringendola ad interrompere il suo vagabondare randomico per voltarsi verso il/la sconosciuto/a. Un barbone, chi le stava riservando tanta attenzione era un barbone, evidentemente preso a chiedersi come una donna della sua età potesse comportarsi tanto da idiota senza volersi sotterrare ( in realtà, se lo stava chiedendo anche lei, ma non con la stessa ponderata insistenza), un barbone da cui, a meno che la distanza non l'ingannasse, non avvertiva provenire il benché minimo odore. Diede qualche passo verso di lui, continuando stolida a mandar giù lo zucchero a velo, arrivando abbastanza vicina per poter inspirare a pieni polmoni il suo odore, non sentendo praticamente un bel nulla. La vampira chinò la testa di lato, un'espressione dubbiosa dipinta sul viso, mentre agitava lo stecco in direzione dell'uomo come a percorrerne la figura "sbaglio o qui non quadra qualcosa?" chiese con altrettanto interesse -certo, forse non era il modo migliore per porre la domanda, ma ormai era fatta.
    CITAZIONE
    Sensi sviluppati (neofita): avverte attorno a sé rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 5 metri, mentre tutto si fa più ovattato mano a mano che la distanza si allunga;

     
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  4. Varonuccia
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    Allora vedrò di continuare su questa lunghezza d'onda, ispirazione permettendo...


    L'anima della sconosciuta era confusa in mezzo alla mandria di tutte le altre che schizzavano da una parte all'altra accompagnati da rumorosi schiamazzi e grida eccitate. Che poi non vedeva tutta questa agitazione per attrazioni il cui unico scopo era far venire infarti e far vomitare l'anima alla prima occasione. Ma le sue erano solo opinioni personali. Come le mille che gli stavano frullando in testa mentre guardava la curiosa donna che in tutta tranquillità camminava senza preoccupazione alcuna. La vide addentare lo zucchero filato come un camionista affamato addenterebbe il suo primo panino della giornata. Era famelica, altro che bella bambolina immacolata! La cosa che più lo disturbava era che il vestito non si sporcava minimamente, una cosa impossbile, tuttavia stava succedendo davanti ai suoi occhi a dispetto di tutte le leggi dell'omino bianco. Se avesse potuto provare brividi li avrebbe avuti in quel momento. Desiderò fortemente che la mantellina alla Cappuccetto Rosso Neutralizzato e il maglioncino color frappè alla fragola si rovinassero all'istante, solo per principio.

    "Si è accorta di me?" si disse mentre vedeva che la mora lo fissava a sua volta.

    Non si mosse ne tantomeno spostò lo sguardo da quello di lei. In fondo non aveva fatto nulla di male, fissare la gente non era mica un reato e fino a prova contraria quello era ancora un paese libero controllato solo dai soldi e non dal pudore di fanciulle in fiore. Bè, fiorefiore forse no... No, qui si usciva di tema. Lasciò perdere il possibile paragone tra formaggio stagionato e donna in là con gli anni e si dedicò a fissare la mortale che gli si avvicinava. Sempre mangiando il suo zucchero filato. Mentre si chiedeva distrattamente se per caso la tipa soffrisse di qualche disturbo alimentare, notò come i suoi passi rimanessero saldi e sicuri. Se non fosse stato per l'aspetto singolare, sarebbe proprio apparsa come una bimba curiosa che ignorando i pericoli intorno a lei si gettava nelle fauci del cattivo solo per vederlo più da vicino. La donna si ritrovò di fronte a lui e dopo una specie di profonda sniffata forse per "assaporare" i dintorni, inclinò la testa in modo curioso. A quel particolare gesto gli venne un pensiero...

    "Scappata dal manicomio?"

    .. un pensiero che fu in parte smentito dalle sue parole. La fissò immobile per qualche secondo indeciso su che cosa effettivamente riguardasse quella domanda ma infine le rispose con un sorriso educato.

    Guarda, volevo fartelo notare ma non mi sembrava carino da parte di uno sconosciuto, però visto che ci sei arrivata da sola credo che il problema sia risolto. le disse in tono tranquillo e colloquiale.

    La ragazza aveva dimostrato di avere un cervello funzionante dopotutto. Solo sarebbe stato meglio che si fosse accorta della discutibile scelta di capi d'abbigliamento "prima" di uscire di casa. Ma le sviste capitavano. Anche quelle colossali.

    "Anche se bisognerebbe essere un po' pirla per non rendersene conto... soprattutto quando tutti ti fissano strano" ragionò tra se.

    Credendo che la conversazione fosse conclusa -anche se si chiedeva perchè fosse proprio venuta a confessarsi presso di lui- si voltò per vedere che fine avessero fatto la sua preda e il suo zerbino. Ancora lì a pomiciare. Sbuffò leggermente, un po' seccato da quel contrattempo; era un tipo paziente ma alle volte proprio ci si annoiava nel suo lavoro.

    Edited by Varonuccia - 27/2/2009, 23:10
     
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  5. Death of the Endless
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    L'uomo la guardava come se desiderasse ardentemente che il contenuto della sua busta esplodesse, incrostando di zucchero e coloranti sintetici quel capotto color coniglio sbiancato nella varecchina che indossava, una soddisfazione che non aveva intenzione di concedergli.
    Alla vampira sembrò di trovarsi in quelle situazioni paradossali in cui non sai perché ma ti ritrovi a dar spago a qualcuno che non è minimamente interessato, passando per un rompiscatole quando anche a te non può interessarti men che meno; lei cercava solo di capire come stesse la situazione, perché le sue percezioni sembravano darle risposte discordanti, invece ora si ritrovava con una risposta almeno per lei priva di alcun senso, data poi in un tono che più definitivo di così c'era solo la morte.
    Scrollò le spalle, senza in realtà motivo alcuno, dando un'occhiata distratta a dove il barbone tanto dimesso avesse concentrato la sua attenzione mentre si cercava una panchina su cui sedersi. Lo sguardo le cadde su una coppia di giovani intenti a sbaciucchiarsi (o meglio, a mangiarsi la faccia vista la foga con cui lo facevano) facendole per istinto inarcare un sopracciglio e tornare ad osservare perplessa l'uomo solo apparentemente educato di prima; non le sembrava un guardone, non ne aveva né l'aria né gli atteggiamenti, e quella coppia di fidanzati davano uno spettacolo ancora più ridicolo di quanto potesse essere lei in quelle circostanze perciò non capiva davvero cosa diamine si potesse volere da quei due bimbetti lì. Dopo del tempo passato ad osservare l'uomo ed il nulla, e una serie di elucubrazioni poco chiare anche a lei stessa, le parve di riconoscere in quel profilo serio, in quegli occhi scuri qualcosa tranquillamente catalogabile come interesse professionale, sebbene non riuscisse a dire di quale natura. Non era ancora un reato stare a guardare passivamente le vite altrui, perciò si accomodò buona buona in attesa di un miracolo che le rivelasse quale tipo d'interesse poteva mai nutrire uno come l'uomo di fronte a lei per dei ragazzini alle prese con i primi amori, anche perché sospettava non sarebbe stato nulla di divertente per i due giovani.

    Edited by Death of the Endless - 1/3/2009, 15:16
     
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  6. Varonuccia
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    Fece una piccola smorfia di impazienza. Come minimo dopo qualche minuto di intenso scambio di fluidi, si sarebbero appartati da qualche parte e questo significava solo una cosa: aspettare più a lungo. Fece un breve mugugno di stizza -leggasi "tsk!"- per poi spostare lo sguardo altrove con aria seccata. Quella sera doveva essere proprio sfigato perchè la tipa dal discutibile abbigliamento e lavoro stava ancora lì a pochi passi da lui. Lo guardava incuriosita spostando gli occhi da lui alla coppietta che stava fissando prima. Il gramo alzò un sopracciglio confuso chiedendosi cosa le pigliava a quella stramba ma un pensiero poco carino gli attraversò la mente.

    "Oh nononononono! Assolutamente no!" si disse in modo concitato.

    Preso dalla preoccupazione, aspettò che lei si sedesse sulla panchina in quello che sembrava un silenzio religioso in mezzo a tutto quel casino di voci, per poi rivolgerle la parola con un'espressione nervosa.

    Posso immaginare quello che stai pensando ma posso assicurarti che non sono un voyeur!

    Infine per supportare la sua dichiarazione si mise una mano sul cuore mentre parlava. Bè, non sarebbe servito a molto e sinceramente non sapeva se come "giuramento" valesse anche per i morti ma l'importante era il pensiero, giusto? Sperò ardentemente di si. Dopo quell'uscita si rimse composto ed incrociò le braccia spostando lo sguardo un po' ovunque -tranne che sulla coppietta per il momento-. Era quasi tentato di fischiettare ed evitare lo sguardo della donna per la brutta figura appena fatta ma si trattenne grazie a quel poco di dignità che gli rimaneva. Dopo qualche attimo di silenzio che ormai per lui era diventato una cosa imbarazzante, decise di proferire verbo...

    Bella serata, vero?

    ... con la più banale delle affermazioni contornata da un sorrisetto impacciato.

     
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  7. Death of the Endless
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    Katina venne riportata all'attenzione dalla voce dell'uomo che aveva proprio di fronte a sé, strappandola da una serie di domande senza senso e senza costrutto che avevano portato la sua controparte a chiedersi cosa diamine potesse mai fare per scollare quelle piovre visto lo spettacolo discutibile ad alto tasso glicemico a cui la stavano costringendo -in realtà, la situazione stava prendendo altra piega ma sperò vivamente per loro non la costringessero a suonarli come due coperchi uno contro l'altro per evitarselo.
    La dichiarazione dello sconosciuto la prese in contropiede, facendole sgranare gli occhi per la sorpresa e cadere lo zucchero filato in terra, salvando solo di pelo l'ampia gonna. Rise scuotendo la testa a quelle parole, a dire che non c'era bisogno di fare una simile sceneggiata per giustificarsi "oh non deve giustificarsi poi...voglio dire..." spiegò, facendo un cenno della mano verso i due piccioncini, come a sottendere quanto anche lei li trovasse ben ridicoli. Voleva rassicurare l'interlocutore e dirgli che non c'era il minimo bisogno di imbarazzarsi o tanto meno tentare di avviare una conversazione con lei, visto poi sembrava chiaro come lui la ritenesse fuori come un cavallo, quando il suo udito le restituì un orribile rumore di ventose scollate accompagnato da starni versi -la coppia che fregandosene di tutti, tanto quello spiazzo stava cominciando a svuotarsi per l'ora, aveva deciso di portare verso l'orizzontalità la loro situazione. Donna strana e barbone si scambiarono la stessa occhiata disgustata, poi Bells colse nel suo campo visivo periferico un escamotage che magari avrebbe potuto salvare i loro poveri occhi da quell'oscenità gratuita: un bicchierone di carta d'asporto di quelli per bibite, dimenticato lì da qualche bambino ormai sazio di bollicine. Riuscire a fare conversazione e al contempo concentrare tutta la sua attenzione sul pirottino di carta era alquanto complicato, ma finora il loro colloqui non pareva richiedere chissà quale impegno, e poi poteva essere una scusa per evitare l'umo guardasse qualche metro più in là dove stavano i due interessati del loro reciproco interesse, verso cui il bicchiere si stava muovendo lentamente fluttuando da un vicino bidone del pattume. "Già, davvero una gran bella serata" concordò con un sorriso altrettanto impacciato, per poi continuare sperando di portare il discorso su un argomento che potesse impegnare l'altro a lungo "non mi sembra un appassionato di parchi giochi, ad essere sincera...come mai qui?" chiese, dando occhiate verso il bicchiere ormai prossimo alle spalle della rossa. La sua concentrazione ormai era allo spasimo, e il bicchiere ondeggiò pericolosamente prima che lei ne perdesse il controllo -poco male, non era sulla testa della riccia, ma almeno un bel gavettone altezza cappotto la costrinse a schiodarsi dal moro accompagnatore, salvaguardando il proprio apparato digerente.
    CITAZIONE
    Telecinesi (neofita): riesce a sollevare oggetti e piccole persone per un massimo di 20 kg per una durata di 2 turni

     
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  8. Varonuccia
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    Lo zucchero a velo era in rotta di collisione con la gonna svolazzante della mora. Inconsciamente il gramo guardò l’azione in fase di svolgimento, pochi millesimi di secondo per quella caduta che aveva un non so che di tragico, e che finì col toccare terra. La gonna illesa. Senza rendersene conto aggrottò le sopracciglia con fare seccato. Non poteva sporcarsi? Gli dava sui nervi il fatto che fosse tutta linda per chissà quale miracolo divino quando invece ogni indice di probabilità indicava l’immancabile utilizzo dell’omino bianco. Lasciò perdere l’infantile desiderio e guardò di nuovo la donna che con sua sorpresa pareva avere le sue stesse idee riguardo le coppiette felici di umani in calore.

    “E pensare che ai miei tempi eravamo molto più discreti oltre ad associare un certo valore ad ogni gesto” si disse serio dando uno sguardo ai due marmocchi seguendo la traiettoria della mano.

    Si, in effetti guardare due animali in calore pronti all’accoppiamento non è il massimo. disse, poi ripensandoci aggiunse, Scusa volevo dire “adolescenti”. si corresse con un sorriso divertito ridacchiando piano con lei.

    Parlare dopotutto non costava nulla, e anche se era una donna dal lavoro poco pulito –non come la maledetta gonna!- poteva servire come buon passatempo mentre attendeva che i due bambocci si scopassero come conigli in un angolo. Un altro sguardo verso di loro fece intendere che erano pronti al grande passo verso la maturità. Dalle informazioni che aveva raccolto sulla ragazza, Adi aveva scoperto che era ancora vergine. D’altra parte si chiedeva come CHIUNQUE in quella città non fosse a conoscenza di tale stato visto che ogni giorno stava più di quattro ore al telefono con l’amica numero uno, due e tre o tutte contemporaneamente grazie al maledetto nuovo telefono comprato da papino per il compleanno. Eccoli ora prendersi per mano ed iniziare a guardarsi intensamente negli occhi per poi ricominciare l’abbordaggio... mancava solo la colonna sonora di un film di terza categoria. Gesto che fece voltare la testa al gramo per scambiare un’occhiata di solidale comprensione con la tizia. Distrattamente spostò la traiettoria per notare come il luna park si stesse pian piano svuotando. Si chiese perché ma poi si ricordò che era un martedì sera e che il mattino dopo spettava a tutti una piacevolissima giornata di lavoro. Ghignò per le sfighe altrui e rivolse la sua attenzione alla donna che gli stava parlando. Mentre pensava a qualche veloce e credibile scusa per la domanda notò come la donna fosse un tantino distratta. Associò la cosa ad un disturbo mentale involontario e cercò di allontanare un tiepido ronzio che gli era appena venuto alla testa.

    Oh sai, in questo genere di posti si trova sempre qualche moneta per terra e per quanto possa suonare poco igienico, nella spazzatura c’è sempre qualcosa di commestibile. disse in tono pratico utilizzando il suo aspetto da barbone.

    Già si aspettava la faccia un po’ schifata ma non si sarebbe offeso visto che era una reazione più che legittima.

    Tu come mai da queste parti? Sei qui per lavoro? Chiese curioso dando ormai per scontata la sua professione.

    Nel frattempo il ronzio fastidioso era lentamente cessato. Lo attribuì alla quantità di gente presente nel parco divertimenti e lasciò correre la cosa. Quando un piccolo urletto attirò la sua attenzione. Incuriosito voltò la testa per vedere la rossa togliersi il cappottino formato mini sporco di una sostanza non ben definita. La minigonna e il toppettino quasi inesistente fecero girare qualche testa, tanto che il ragazzo zerbino fu costretto a coprirla con imbarazzo. Adi ridacchiò alla vista e scambiò uno sguardo divertito con la sua nuova conoscenza.

    “Non conosco ancora il suo nome...” si ricordò poi.
     
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  9. Death of the Endless
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    Rise divertita alla definizione data dall'uomo sulla coppia di adolescenti, portando una mano a coprire in gesto pudico i quattro fantastici aguzzi canini da vampiro ormai in dotazione al suo apparato ortodontico da qualche tempo. Scosse di nuovo la testa, per nulla in disaccordo con la sua affermazione continuando sullo stesso andazzo "gli adolescenti erano più riservati, nella scorsa generazione" dichiarò, convinta loro due fossero pressapoco coetanei, storcendo la bocca in un gesto tra il disgustato e il perplesso "voglio dire, non vedo cosa ci sia di male, ma non credo siano tutti interessati allo scambio di fluidi altrui" concluse alzando esasperata gli occhi al cielo -benedette nuove generazioni, ma il gusto del nascosto e del proibito non si usava più? L'occhiata altrettanto seccata dello sconosciuto la costrinse a soffocare un'altra risata ancora più divertita della precedente: la mimica facciale di quell'uomo era troppo esilarante, specie perché esprimeva alla perfezione i suoi pensieri, e il modo in cui esprimeva la sua disapprovazione per quei due marmocchi in piena tempesta ormonale era degna del miglior film comico con Jim Carrey.
    Ascoltò la spiegazione del clochard sulla sua presenza lì annuendo, in fondo era abbastanza ovvia come risposta, si disse la vampira, che non si pronunciò né fece facce schifate alla rivelazione perché anche lei, durante i suoi esprimenti sul suo vecchio potere aveva mandato giù l'impossibile o l'improbabile, quindi certe uscite non le suscitavano alcun ribrezzo. Le successive domande rivolte a Katina la lasciarono stranita, se non altro poiché non afferrava molto bene il senso; le ci vollero parecchi minuti di serio rimugino nella speranza di riuscire a comprendere anche solo alla lontana cosa potessero minimamente voler dire quelle parole prima di diventare pallida come un lenzuolo lavato virando verso l'aragosta bollita viva quando le parve di intuire di cosa le si stesse parlando. "Non faccio quel lavoro!" pigolò imbarazzata, guardando il barbone con tanto d'occhi mentre l'urletto della rossa le confermava la buona riuscita del suo tiro. Girando la testa in direzione dei due vide il povero lacché del fidanzato tentare di coprire la squinzia con tutta la mercanzia in mostra attraverso scampoli di stoffa griffati (una rapina a mano armata, a suo giudizio, visto con lo stesso prezzo sua madre sarta era capace di farle almeno un paio di cappotti di quelli extra lusso), sorridendo sorniona "devo migliorare la mira, però" le venne da commentare con voce flebile, senza pensare se l'altro potesse riuscire a sentire o meno il suo commento. Scostò la sua attenzione dalla ragazzina ormai prossima a una disperata crisi isterica, continuando a fissare l'uomo allucinata "ero qui solo per nostalgia, non per certe cose! perché dovrei fare un mestiere del genere?" chiese tra lo sconcertato e il dubbioso, chiedendosi come diamine fosse stato mai possibile un simile qui pro quo.
     
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  10. Varonuccia
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    Decisamente più riservati e con qualche cellula cerebrale in più. corresse lo spettro.

    Scosse la testa con rassegnazione, le nuove generazioni erano una peggio dell'altra e più si andava avanti più la situazione si aggravava. La prospettiva di dover vendicare e torturare solo quelle persone chiamate bimbe/iminchia non era per nulla allettante. Già questa doveva farla fuori perchè aveva chiacchierato come un'altra tipa ridotta in lacrime a causa degli abusi subiti. Il bullismo era pane per i suoi denti ma si potevano sempre cariare, perfino i suoi.

    "Non dovrò mica fare sempre questo lavoro con certe insulse motivazioni!" si disse tra se aspettandosi il peggio anche tra 50 anni.

    E pensare che io alla loro età ero ben diverso. disse sospirando.

    La donna almeno aveva senso dell'umorismo anche se si chiedeva perchè tutte le volte si metteva una mano davanti alla bocca come vecchie dame dei tempi andati. Cosa voleva nascondere? Un apparecchio per i denti? Carie? Spostamenti assurdi dell'osso dentario che prendevano atto durante la notte? Tutto era possibile però si chiede perchè il suo cervello andasse a pescare solo le scuse più idiote. Per il momento lasciò correre e continuò la conversazione.

    "Ops, ho sbagliato professione..." si disse mentre osservava la reazione poco felice della donna.

    E così la gentil donzella non indossava quegli abiti per attirare clienti ma per il semplice gusto di metterli. Nh, la cosa era anche peggiore della sua precedente ipotesi sul lavoro. Ma in fondo chi era lui per giudicare il Gucci o non Gucci altrui? Assolutamente nessuno. Gli venne comunque da ridacchiare a quella sciocca gaff, poi la guardò con un'espressione allegramente dispiaciuta.

    Mi spiace, ma con quegli abiti... inusuali avevo pensato proprio a quello! disse con un ghingnetto divertito rispondendo alla sua domanda, Niente da dire sui tuoi gusti ovviamente! aggiunse in fretta per non offerderla.

    La frase bisbigliata sulla mira la sentì ma sinceramente non capì di cosa stesse parlando. Attribuì la cosa allo stato mentale di totale eccentricità che la donna sembrava possedere, altro che nostalgia. E non sapeva ancora il suo nome, si ricordò. Altre piccole grida si sentirono poco lontane da loro.

    Sei un idiota!
    Ma zuccherino!
    Stammi lontano imbecille!
    Aspetta cocchina!

    Minigonna e zerbino stavano andando d'amore e d'accordo a quanto pareva. Adi sorrise divertito alla scena. Li vide mentre bisticciavano ricordandosi che non doveva perderli di vista. Quella tipa era insopportabile, voleva farla fuori al più presto e trovare una preda più soddisfacente dal punto di vista intellettivo culturale.

    "A trovarle prede così..." pensò un po' scoraggiato.

    Eccoli che adesso facevano pace. Un bacetto lì, un bacetto qui e PUFF, sei il mio orsacchiotto teneroso che più puccio non si può. Santo cielo, questa roba era anche più oscena dei Teletabbies! Ringraziò per la centomilionesima volta di non avere uno stomaco e con una smorfia schifata li vide entrare nella casa degli specchi, probabilmente per nascondersi alle occhiate curiose della piccola folla e pomiciare per un altro po'.

    "Oh no miei cari, ve lo potete scordare!"

    Col cavolo che stava ancora lì ad aspettarli.

    Hai mai provato la casa degli specchi? Dicono che sia carina. le disse con un sorriso birichino e una certa voglia di combinar guai negli occhi.

    Almeno si sarebbe fatto perdonare per la brutta uscita sulla sua professione amata da molti e odiata da molte, con quell'invito più o meno simpatico. Sperò che la donna cogliesse un po' il suo gioco, almeno per rompere i cosiddetti alla coppietta.
     
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  11. Death of the Endless
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    Rise di gusto alle sue parole, questa volta chinando la testa di lato sulla busta per via dell’esplosione d‘ilarità troppo piena per non mettere in mostra le zanne, un’attestazione troppo poco felice del suo nuovo stadio –non era nemmeno abbastanza nel ruolo per poter passare come qualcuno affetto da vampirismo psichico perciò se poteva evitare era meglio. Non riusciva a capire perché l’uomo parlasse di se stesso come se avesse chissà quanti secoli alle spalle, con quello sguardo tipico di chi abbia visto di tutto nella vita, non sempre il meglio, e ne sia anche alquanto disgustato –le ricordava un po’ Arien, ma c’era una profondità, un’intensità diversa, dovuta forse alla diversa indole- ma decise di non darci troppo pero, infondo chi era lei per indagare nei dettagli delle vite altrui? Scosse la testa al suo commento, con spirito di rassegnata condivisione “da ragazza non mi sarei mai sognata di far nulla del genere, ma forse siamo ormai superati, con le nostre idee” concluse in un sospiro, scoccando al barbone uno sguardo dubbioso per nulla convinto.
    All’espressione imbarazzata di lui rispose con un sorriso dolce, come a dirgli di non avercela con lui per quell’errore anche perché s’era limitato solo a supporre invece di fare battute di dubbio gusto o peggio, sollevando piano le spalle “suvvia, non è nulla di grave, almeno posso dire di aver aggiunto tipo nuovo di commento alle miei mise d’epoca” commentò ridacchiando, notando lo sguardo perplesso dell’interlocutore indugiare sulla sua bocca, come se si chiedesse perché diamine facesse i salti mortali pur di non scoprire la dentatura. Le grida della squinzia rossa intenta a litigare con il suo ragazzo attirarono per l’ennesima volta la loro attenzione, causando un inarcamento di sopracciglio in una sempre più seccata vampira prossima al lancio di caramelle a mo’ di proiettili da fionda per punirli di esistere. La proposta del moro fu un invito a nozze per la sua voglia di sadici dispetti ai due rompiscatole, ora intenti a sbaciucchiarsi di nuovo come delle ventose dopo che lei l’aveva praticamente umiliato trattandolo come uno staccio per pulire i wc pubblici causandole un'orchite di proporzioni bibliche, facendola sorridere furbescamente in direzione dell'uomo, a fargli intendere di aver capito le sue intenzioni di romper loro le uova nel paniere "allora dobbiamo andarci prima che chiudano tutto!" proferì estasiata, mostrando un entusiasmo esagerato per celare una grassa risata ai danni dei due; come colta da illuminazione divina mentre seguivano ad una certa distanza le loro vittime, si girò verso il clochard rischiando quasi di colpirlo con la busta dei dolci "comunque, io sono Katina" si presentò allegra, aspettando di scoprire il nome di quell'uomo tanto bizzarro quanto simpatico.
     
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  12. Varonuccia
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    "In effetti il senso della decenza ormai è fuori moda in questo secolo. Ma già da quello precedente si andava per questa strada." pensò condividendo espressione ed opinione della donna.

    Perfetto! Buttiamoci nei divertimenti giovanili come se non ci fosse un domani! disse allegramente con un ghigno sarcastico seguendo la donna.

    La frase non aveva molto senso, e la parte del domani gli era venuta perchè gli ricordava vagamente la battuta di un film. Comunque lasciò perdere e si tenne il suo sorrisone. Già pregustava un gioco coi fiocchi in cui avrebbe inseguito le prede spaventandole a morte! Tuttavia aveva intenzione di trattenersi visto che era accompagnato dalla gentil donzella; si aspettava una solidale collaborazione da parte sua, visto che per ora si sarebbero limitati a fare piccoli scherzetti.

    "Non voglio certo spaventarla sparendo e apparendo nel nulla" si disse forse un po' dispiaciuto.

    Stava pensando a cosa poteva fare di specifico e quasi non si accorse dela donna che arrestava i suoi passi all'improvviso. Per poco non le andava addosso col rischio di passarle direttamente attraverso, la borsa gli aveva quasi trapassato un braccio ma per fortuna era riuscito a fare un passetto indietro appena in tempo. Mancava poco che la guardasse con astio, ma lasciò stare visto che non era mica colpa sua se induceva le persone a saltarle addosso.

    "E poi mi viene a dire che non fa quel lavoro" pensò sarcastico.

    Piacere Katina, io sono Adi. disse semplicemente nel suo stesso tono allegro.

    Le sorrise e chinò educatamente un poco il capo verso di lei sperando che non volesse una stretta di mano o simili. Per evitare che ci fosse tempo per queste cose si mise a camminare al suo fianco di modo che la ragazza tornasse a muoversi.

    Cosa ne dici se ci fingiamo mostri o qualcosa di simile? Sai, rumori e strane grida... disse in tono cospiratorio con le sopracciglia alzate e una mano a coprirsi di lato la bocca... per poi ghignare.


     
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  13. Death of the Endless
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    Si unì alla risata allegra dell'uomo, ignorando gli sguardi un po' allibiti degli astanti, intenti a fissarli chiedendosi perché due adulti si stessero sforzando di comportarsi come due marmocchi esagitati senza scopo alcuno -in fondo, anche altre persone della loro età si stavano divertendo sulle giostre, e senza apparire tanto con qualche lunedì in meno.
    La vampira si perse nella contemplazione dei due ragazzi, intenti a tubare in modo indecente e melenso, chiedendosi se fosse lei quella anormale per non aver mai fatto nulla del genere o stesse diventando una zitella inacidita prima del tempo, rimanendo un po' turbata da quell'orrida prospettiva, non notando un sinistro baluginio negli occhi del suo interlocutore, intento ad osservare la coppia con quello strano sguardo di professionalità di prima.
    Fu contenta Adi -questo il nome, o forse un più propriamente un diminutivo- si rivelasse abbastanza contento nel presentarsi a lei: Katina riconosceva infatti non avessero cominciato propriamente con il piede giusto, anche se a stare così vicino all'uomo quella strana sensazione di mancanza si acuiva nella vicinanza, dove i suoi sensi l'avvertivano della totale incapacità olfattiva; dubitava di poter essere raffreddata, quindi quell'assenza di percezione non aveva alcuna origine sensata a meno di non ricercarla nella particolare popolazione di quella città. La proposta ricevuta le fece passare di mente l'occhiata un po' seccata, un po' allarmata di Adi quando rischiò di portarli via il braccio con il sacchetto, lasciandola perplessa mentre entravano nell'edificio (un'attrazione ad ingresso gratuito) subito dopo i due adolescenti bersaglio del loro comune spirito goliardico. L'idea non le appariva poi troppo balorda, in fondo lei poteva tranquillamente spaventare qualcuno solo struccandosi, però almeno finché non si andava sul pesante -non sapeva perché, ma l'aria professionale del barbone di prima quando fissava i ragazzi l'aveva inquietata in qualche modo- poteva anche starci, non voleva fare loro del male per quanto li trovasse insopportabili "hai già idee su cosa fare?" chiese, ghignando di rimando "potremmo cercare di separarli, magari è più facile spaventarli" propose, pensando che non era il caso magari di usare le sue belle zanne o l'ammaliamento in presenza di terzi che potessero fare strane domande.
     
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  14. Varonuccia
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    "Oh si, tantissime idee" pensò eccitato al solo immaginarle di sfuggita.

    Seguì per un attimo lo sguardo di Katina su alcuni insetti che li guardavano un po' straniti. Ah benedetta gioventù. Li fissò con uno di quei sorrisi che sembrano così cordiali e amabili da farti gelare il sangue nelle vene, uno sguardo carico di malizia e nel complesso un'espressione che riusciva a trasmettere un messaggio chiaro: io me la sto godendo e tu? Si prese quella piccola soddisfazione sui mortali in carne e rivolse nuovamente la sua attenzione alla giovane donna che già cominciava bene con le proposte.

    Dividerli? Magnifica idea Katina! disse con occhi sbarluccicanti.

    Quella faccetta era perfettamente a tema col parco giochi, non c'era dubbio. L'idea di Katina era a dir poco fantastica, in questo modo avrebbe potuto seguire la ragazzina ed uccederla mentre l'innocente donna dal discutibile... ehm... dall'ancora sconosciuto lavoro si occupava del ragazzino zerbino. Faceva schifo con le rime e lo sapeva. Ne andava anche fiero se doveva dirla proprio tutta. Ghignò il suo ghigno malandrino che aveva conquistato la simpatia di molti e fatto inc*zzare un numero decisamente più elevato.

    Io sto dietro alla marmocchia, tu al marmocchio. Potremmo far finta di essere una coppia di depravati, tanto i vestiti giusti li abbiamo! disse ridacchiando e facendole un occhiolino complice.

    I due giovani oltrepassarono l'ingresso, ormai erano in mano sua. Ops, voleva dire "loro". Li seguirono dopo pochi passi e furono accolti dal buio che avvolgeva ogni angolo. Fece qualche altro passo in avanti e una luce si accese facendo riflettere la sua immagine su una moltitudine incalcolabile di specchi. Così come si era accesa la luce si spense.

    "Nh, un congegno a tempo" ragionò tra se.

    Dei due non c'era già più traccia, la loro immagine divisa su riflessi indefiniti, ma il gramo poteva vederne le anime. Quella della ragazza era un po' turbata e all'accensione della luce seguente si potè udire un piccolo grido soffocato, mentre il ragazzo era ben più allegro visto che si godeva la compagnia della femmina appiccicata alle sue braccia muscolose. Per poco gli tornò lo stomaco per rimettere quello che aveva mangiato un millennio prima. Con un cenno fece segno a Katina di seguirlo. Più avanti c'era una diramazione, i due erano andati a destra, così vedevano i suoi occhi, ma se si andava più avanti la stradina si incrociava con un'altra -qualcosa si vedeva con la luce-, probabilmente la stessa di destra.

    Io vado dritto e li aspetto al varco per fare qualche urlo, tu gli vai dietro e gli vai addosso così li dividiamo. bisbigliò alla complice.

    SPOILER (click to view)
    Caspita se sa di losco questo topic o_O E per fortuna che dovevamo insultarci XD Che spasso!
     
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  15. Death of the Endless
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    Fece un accenno d'inchino ad Adi quando questi si mostrò entusiasta della sua idea di dividerli, un gesto decisamente d'altri tempi per rincarare la dose sulla loro scarsa approvazione per il comportamento dei due ragazzi e di tutti i loro coetanei. In realtà, non era stata nemmeno molto sicura nel formulare quell'ipotesi, temendo l'uomo volesse la sua stretta collaborazione in ogni fase, rendendole difficile usare alcune sue capacità. L'espressione malupina del clochard suscitò in Katina un altro sbuffo di risatina divertita, mentre rizzava le orecchie al termine usato da lui per definire la coppia -chissà quanti doveva avere, o sentirsi addosso per divertirsi così- per poi fare una faccia fintamente scandalizzata al suo modo di definire i loro vestiti, passando poco dopo a ricambiare la strizzata d'occhio con un ghigno "d'accordo, anche se non sono sicura di spaventarlo...almeno non all'inizio" mugugnò dubbiosa, vedendo l'aria tronfia del giovane-pezza da piedi mentre la fidanzata si aggrappava a lui quando le luci si spegnevano, augurandosi il signorino non avesse la geniale idea di avvinghiarsi a lei in assenza della squinzia rossa.
    Osservò con attenzione il susseguirsi luce accesa-luce spenta, per cercare di calcolare in quanto tempo questo avvenisse, calcolando fossero almeno un paio di minuti buoni, il tempo a sufficienza a rimanere occultati, seppure per un po'. Annuì alle parole del barbone, fissandolo seria "d'accordo, allora a dopo" si limitò a rispondere, mentre fissava le loro immagini adulte riflettersi in migliaia di modi bizzarri riflettersi negli specchi deformanti in mode a volte inquietanti nei brevi momenti di penombra. Quando Katina fu sicura stesse andando via la luce, cominciò un tentativo di respirazione forzata, per essere sicura di riuscire a seguire l'odore dei ragazzi davanti a sé, sforzandosi di distinguere quelli reali dai loro riflessi fino al punto da aver le loro vittime designate a pochi metri di distanza. La vampira si sforzava di fare il meno rumore possibile, concentrandosi invece come aveva fatto nel suo tentativo in presenza di Miyu di ammaliare il giovane, convinta di aver più possibilità di allontanarlo così rispetto ad un tentativo brutale o a qualche forma di scherzo. Piantò le proprie iridi contro la nuca del ragazzo, fissandolo intensamente, mentre cercava di insinuarsi nel cervello di lui, sussurrandogli direttamente nella testa di lasciare la sua compagna e voltarsi, abbandonare tutto e seguire lei; a giudicare dagli scatti piccioneschi della testa di lui, la sua voce ammaliante in stereofonia dal nulla stava sortendo comunque un certo effetto, sebbene fosse troppo presto per dire quanto sortisse l'effetto. La luce tornò, proprio quando lo zerbino bipede cercava di girarsi per capire da dove venisse quella voce di donna causando il borbottare indispettito della ragazza, evidentemente in attesa di qualcosa visto i due si erano infilati lì per un qualche serio motivo, quindi andò via di nuovo nel preciso istante in cui Katina dava qualche passo di corsa verso la coppia, sempre continuando a chiedere al pischello di seguirla con la telepatia. Appena Adi sarebbe comparso, si sarebbe trascinata quell'ameba, almeno ci avrebbe guadagnato un minimo di spuntino in tutta quella commedia, sperava solo quel posto fosse abbastanza contorto per assaggiarlo senza problemi mentre il barbone si occupava della gallinella rossa.
    SPOILER (click to view)
    Sono due mostri O___O''' vedremo come andrà...

    CITAZIONE
    Infravisione al buio (neofita): penetra il buio per pochi metri, circa 10, e per focalizzare il fulcro del campo visivo necessita di un paio di minuti. Vede sfocati gli spostamenti poco oltre i dieci metri;
    Lettura dei pensieri (neofita): riesce a leggere la mente di una sola persona, in un posto chiuso e senza tanto rumore. All'aperto riesce a sentire i pensieri altrui sino a 7/8 metri di distanza da lui;
    Ammaliare (neofita): riesce ad ammaliare ancora una sola persona, lo sguardo attira, ma ci impiega un po' per avere la vittima ai suoi piedi. Cinque turni: tre per ammaliare e due per agire sulla vittima;

     
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35 replies since 27/2/2009, 11:22   357 views
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