Un po’ in anticipo...

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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Osservo la sua reazione, quasi pietrificandomi al suo ‘cosa?!’. Poi, però, si mette a ridacchiare, facendomi comprendere che stava scherzando. Ridacchio anch’io, rendendomi conto che, se voleva vedere che faccia avrei fatto al suo scherzetto, c’era riuscito perfettamente.
    Mi sento sollevata al sapere che non ci sono problemi, i miei timori spariscono immediatamente, lasciando la mia curiosità quasi senza controllo.
    Quasi. Perché so che, anche se Adi sembra disponibile a parlarne, è comunque facile fare un passo falso.

    Rimango scioccata quando mi dice che anche il direttore sa che lui è uno spettro. Il direttore? Non l’avrei mai immaginato. Cosa davvero interessante. Quindi non è una persona comune, cosa che, in effetti, non dovrebbe stupirmi più di tanto: siamo a Nouvieille, il luogo dove - alla fine - anche le persone più scettiche comprendono che il sovrannaturale esiste.
    Dovrò andarci a fare una chiacchierata, un giorno o l’altro.

    “No, non sono una medium. E neanche una risvegliante.” Rispondo, decidendo ad un tratto di essere completamente sincera. Adi non è pericoloso, ne sono certa. O, almeno, non è pericoloso per me e per i miei colleghi. Poi, se è pericoloso nei confronti della gentaglia, non ha molta importanza. “Sono un’osservatrice, una studiosa del sovrannaturale.”
    Lascio passare qualche secondo, per vedere la sua reazione. Non ho la minima idea se conosca il Talamasca, che io per di più non ho nemmeno nominato, ma è possibile che dalla sua espressione (o dalle sue domande) io possa capirlo.
    “E sei stato davvero bravo. A prima vista sembri un umano. Non è facile scoprire la tua vera natura.” Lo rassicuro. “È che... io provo una strana sensazione quando mi trovo accanto a degli spiriti.” Dico, incapace di spiegarmi. Perché a questo riguardo non ho nemmeno io le idee chiare, dopotutto i miei poteri non sono così forti da permettermi di capire sempre se la sensazione che provo è causata dalle mie capacità o dalla suggestione. “Poi c’è stato l’incontro con Albert. Il tuo comportamento è stato un po’... particolare.”
     
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  2. Varonuccia
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    L'espressione sconvolta della ragazza alla sua prima reazione non positiva era stat decisamente divertente. Ora Kim era molto più tranquilla in sua presenza e questo era un buon segno, almeno durante il lavoro si sarebbe comportata normalmente con lui senza pensare a quali malignità si nascondessero sietro al suo aspetto trasandato. Dalla sua faccia Adi comprese che Kim non sapeva nulla del direttore, d'altra parte chi potrebbe immaginare che il proprio capo in realtà è un Cacciatore che uccide mostri ed entità dalla dubbia origine?

    "Non è nè medium, nè risvegliante..." pensò un tantino confuso.

    La cosa lo lasciò un po' interdetto. Cos'altro poteva essere se non una di quelle cose? Il nome Osservatori gli fece breccia solo leggermente. Osservatori. Aggrottò la fronte pensieroso cercando di trovare una connessione nella sua memoria. Immagini di occhi curiosi e facce di topi da biblioteca con l'hobby di ficcanasare ovunque gli apparvero davanti agli occhi. Tuttavia, sebbene avesse potuto vedere che quelle persone fossero "dotate", le aveva sempre associate a medium e risveglianti un po' troppo curiosi. Il termine osservatori lo conosceva per sentito dire: noiosi librai con la passione per l'intervista col vampiro e cose del genere; chi non aveva nulla da fare insomma andava a rompere di cosiddetti nelle vite e non-vite altrui, così tanto per fare qualcosa e farsi gli affari degli altri. Impiccioni era l'aggettivo che più aveva sentito dai suoi "parenti" spettri in giro per il globo. Soprattutto quelli abitanti in famosi castelli erano presi di mira.

    Capisco. disse tranquillo sapendo più o meno che ruolo avessero gli osservatori.

    Tuttavia avrebbe voluto fare delle domande sul suo "lavoro" di osservatrice, perchè no.

    Grazie, dopo un po' diventiamo visibili ed è facile che ci scambino per umani con più facilità. Ma basta un qualsiasi contatto fisico per capire che non abbiamo corpo... bisogna stare sempre attenti. disse con un sorriso.

    Sentì cos'altro aveva da dire e fu di nuovo incusiosito dai suoi "poteri" che nemmeno lei sembrava conoscere appieno. Che ragazza interessante aveva incontrato, non si era per nulla sbagliato nel giudicarla.

    In effetti tra spiriti siamo abbastanza solidali, come una grande famiglia. Ovviamente c'è chi è più antipatico di altri. disse ridacchiando, Ma tutti gli osservatori hanno le stesse tue facoltà o sei un caso d'eccezione? chiese dabdo sfogo alla sua curiosità.
     
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    Sembra sapere qualcosa, anche se non so quanto. In ogni caso ritengo che il suo ‘capisco’ indichi almeno che ha sentito parlare di noi. Anche se mi chiedo cosa gli sia stato detto. Magari... che siamo dei ficcanaso?
    Un termine che, in effetti, si adatta proprio al Talamasca. Perché, almeno nel mio caso, è proprio la curiosità e la voglia di scoprire che mi fanno andare avanti.
    La curiosità... una cosa che sembra accumunarmi ad Adi.

    “Tutti gli osservatori hanno questa capacità.” Rispondo, un po’ a disagio nel rispondere alla sua domanda. Insomma, qui l’osservatrice sono io! Non dovrei essere io a fare domande?

    “È una buona cosa che siate solidali tra di voi, una cosa che non si può dire certo normale tra gli umani!” Queste parole mi portano alla mente certi momenti della mia infanzia, istanti che mi son serviti per capire che - alla fin fine - è importante sapersi arrangiare. Perché se speri che qualcuno ti aiuti... rimani a dir poco deluso. “Anche se devo dire che non mi immagino gli spiriti del castello di Nouvieille molto solidali!” Rabbrividisco, ricordandomi il mio unico incontro con loro. “Si può sentire il loro odio e la loro rabbia anche nell’aria.”

    Scuoto la testa, tornando al presente e ricordandomi una frase che lui ha detto. “Ma... se ti ritrovi costretto a dover toccare qualcuno, come fai? Insomma, se lavori qui devi essere anche piuttosto abile a non farti scoprire con una semplice stretta di mano. Perché dubito che non ti sia mai capitato.”
    So che gli spiriti possono prendere forma fisica, però non ho idea di quanto sforzo debbano fare per mantenerla.
     
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  4. Varonuccia
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    Si, ci ho fatto un salto ultimamente, tanto per dare un'occhiata al castello, ma non mi è capitato di scambiare due parole con loro.

    Non disse nulla riguardo al suo incontro con Katie, la bella dama bianca che si era presa una stanza all'interno del maniero ne tantomeno comunicò lo scherzetto che aveva architettato nemmeno molto tempo prima in compagnia di un giovane licantropo e di una avventurosa bibliotecaria.

    Siamo solidali tra noi più che altro perchè non abbiamo molti motivi per cui ostacolarci a vicenda. Ognuno ama il proprio quieto non/vivere. Probabilmente ti hanno trattata male perchè sei andata nel loro territorio senza permesso, sai, siamo molto possessivi. disse con un sorriso divertito.

    Ficcanaso era proprio il termine giusto. Se Kim non fosse stata così curiosa di esplorare il misterioso castello non avrebbe corso nessun pericolo. Quell'atto era come una violazione di domicilio e gli spettri scherzavano poco su queste cose, soprattutto se arrabbiati e inquieti. Poi coi parenti spettri era tutta un'altra cosa. In Austria avevano fatto baldoria una moltitudine di specie diverse di fantasmi, occupando un vecchio palazzo, e con spiriti di vecchi musicisti c'era stata una festa piena si musica e balli -e lui aveva ballato con una graziosa dama austriaca dai modi raffinati del '700- fino all'alba. Gli umani più vicini, al sentire tutto quel trambusto, si erano allontanati in preda al terrore.

    "Ah, che spasso quella serata!" pensò divertito ricordando come se l'era spassata.

    Quando vogliamo però siamo ottimi festaioli. Dipende dalla compagnia. spiegò.

    La domanda di Kim non aveva una difficile risposta, era una cosa che in tutti i film horror si poteva constatare.

    Dopo un po' che siamo morti impariamo qualche... trucchetto. disse con un sorriso da furbastro, Come lo spostare oggetti, rendersi visibili e riuscire a toccare concentrandosi per rendere "solida" la superficie della nostra pelle. Te lo dimostro.

    Dicendo questo allungò una mano verso la ragazza per una stretta di mano. Concentrò le sue energie sulla pare del corpo interessata e fissò nella sua testa l'azione da svolgere di modo che Kim potesse afferrare la sua mano gelida.

    CITAZIONE
    Potere personale (durata tre turni):
    - se si concentra riesce a muovere oggetti materiali anche nella sua forma umana non materiale fino a 35 kg.

     
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    “In effetti hai ragione, è il loro territorio.” Dico, tralasciando un piccolo particolare: in quel castello non c’ero di certo entrata volontariamente! Non che l’eventualità di entrarci non mi fosse mai passata per la testa, ma... in quel caso ero la vittima della situazione, non la ficcanaso di turno. E gli spiriti avrebbero dovuto capirlo. Anche se, in effetti... “In ogni caso, credo che sia difficile per loro stare a fianco con degli esseri umani... dopo quello che gli è stato fatto. Uccisi dal padre, è terrificante solo l’idea.” In realtà, non posso essere sicura che la leggenda che racconta la loro storia sia del tutto vera, ma deve sicuramente fondare su qualche verità. E, anche nel caso che quei giovani non fossero stati uccisi dal padre, la loro morte è stata sicuramente violenta.

    Sorrido quando parla dell’animo festaiolo degli spettri. Devo dire che, in un certo senso, mi piacerebbe assistere a una loro festa... o, almeno, mi piace in questo momento, mentre sono al sicuro nell’archivio del museo. Non ho idea di quanto mi sentirei a mio agio nel bel mezzo di una festa di fantasmi... né quanto si sentirebbero a loro agio loro!
    Comunque, questa è un’idea da valutare.
    Una festa tra spiriti.
    Sarebbe sicuramente un avvenimento difficile da dimenticare!

    Quando mi allunga la mano, evidentemente con lo scopo di farmela stringere, prendo l’occasione al volo. Insomma, non è proprio la risposta che mi sarebbe piaciuta ottenere con la mia domanda, ma ora sono curiosa di sapere quali sensazioni dà la sua ‘pelle’ al tocco.
    Quando stringo la sua mano, in un certo senso rimango un po’ delusa. Insomma, non c’è niente che mi indichi il fatto che lui sia un fantasma, se non un certo gelo, ma gelida è anche la pelle di un vampiro! Ma, d’altra parte, qualcosa del genere me l’aspettavo: Adi sta tra la gente comune, lavora tra di loro, è ovvio che non si rivela con una semplice stretta di mano. Altrimenti vivrebbe in un luogo abbandonato.
    Pensiero che traduco a parole, lasciando la mano di Adi. “Devo dire che, se non sapessi già che sei uno spirito, questa stretta di mano non me l’avrebbe neppure fatto sospettare.” Dico infatti, ridacchiando.
    Ed è vero: magari avrei pensato a un vampiro, ma visto l’ora... qui non siamo in un romanzo, i vampiri non girano certo di giorno!
     
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  6. Varonuccia
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    Annuì alle parole di Kim riguardo agli spettri del castello. Quando era passato per le stanze delle vittime e del carnefice aveva perfettamente percepito i sentimenti negativi e contrastanti. Certo, a lui non dava nessun dispiacere sentire quelle emozioni impresse sui muri e sui letti e su ogni oggetto con cui erano venuti particolarmente a contatto, ma era leggermente dispiaciuto per Katie che aveva pianto in quell'occasione.

    "Ah, le donne"

    Vide Kim sorridere alla parole "festaioli". Povera ragazza, non aveva la più pallida idea di che cosa erano capaci di fare spiriti dal curriculum orripilante come certi suoi parenti? Già la maggior parte era poco incline alla compagnia della gente. Alcuni, come poltergeist e trapassati semplici, ti potevano pigliare a calci nel didietro e altri scherzetti simili; i far darring ti facevano svenire solo a sentire il loro fetore; altri come crocchiaossa e berretti rossi non si fanno pregare per scannarti; i grami ti condannavano a morte certa a seconda dell'umore in cui erano. Insomma, tutto sommato erano un'accozzaglia di clown che si divertiva come una mandria impazzita. Poi ovviamente c'erano quelli che stemperano le acque come dame e signori bianchi -alcuni dei quali avevano uno humor da far sbellicare una banshee con una sola frase, e non è cosa da poco- e le baruffe simpatiche tra far darring e cugnet non potevano non farti ridere dal divertimento, mentre i doppel ganger, oltre a saper far impazzire una persona, erano in grado di imitare e scimmiottare perfettamente le facce altrui. Ovviamente c'erano anche i soliti seri dalla personalità ligia al dovere e alla responsabilità, ma dopo che si è morti si tende a perdere un tantino il bon ton dell'etichetta e lasciarsi andare soprattutto con chi di sicuro non perde il suo tempo a giudicarti.

    "Tutto sta nello star su con lo spirito"

    Certo, se sei un umano... la cosa ti potrebbe causare ad un 80% una morte certa, se una dama bianca o signore bianco non intervengono per te. Un vivente potrebbe davvero partecipare ad una loro festa solo nel caso che sia completamente invisibile e non percepibile. Cosa alquanto difficile.

    Infatti il nostro obiettivo è farci passare per gente abbastanza comune... seppur con una temperatura corporea più bassa della norma. disse divertito.

    La faccina delusa di Kim lo fece sorridere. Cosa si aspettava la bambina? Un qualcosa di radicale? Con una stretta di mano caspici tutto? Ah, com'erano ingenui i bambini, gli facevano una tenerezza alle volte...

    Pensa che anni fa a notte fonda alcuni mi hanno scambiato per un vampiro, nonostante non abbia decisamente nessuno dei soliti canoni dei succhiasangue. disse ridacchiando al ricordo ignaro dei pensieri simili della ragazza, Non ho una carnagione pallida, non ho canini evidenti, non sono decisamente elegante e tantomeno ho un certo charme. Diciamo il primo pensiero di chi mi vede potrebbe benissimo essere se ho le pulci. disse ridacchiando ancora.

    Poi gli venne in mente una domanda carina da porre sugli osservatori.

    Posso farti una domanda? Ma con tutto quello che gli osservatori osservano e imparano, quella grande quantità di informazioni... cosa ne fate poi? Le date a qualcuno, come per esempio cacciatori, oppure avete un vostro scopo particolare?
     
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    Arrossisco leggermente quando parla del fatto che una volta è stato scambiato per un vampiro. Dopotutto, è anche quello che ho pensato io. “Già, il gelo della tua pelle potrebbe farlo pensare, anche se non hai né i canini, né la pelle pallida.” Dico, rendendomi conto che, in effetti, il solo pensiero di poterlo scambiare per un vampiro è un po’ ridicolo, soprattutto per un’osservatrice come me.
    Ma io non l’ho scambiato per un vampiro! Mi dico, rassicurandomi a tal proposito.

    Alla sua domanda rimango un poco inorridita. “No, no, non le diamo a nessuno le informazioni e sicuramente non ai cacciatori!” A queste parole non posso fare a meno di pensare a un cacciatore che dà la caccia a Neris. Devo dire che, in tal caso, non saprei chi compiangere: il cacciatore o la vampira? Ma conoscendo Neris... il cacciatore.
    E me stessa, ovviamente. È già tanto se Neris non mi ha ammazzato quando ha scoperto che ho raccontato la sua storia al Talamasca. Se per colpa mia si ritrovasse di fronte un cacciatore... non oso pensare cosa mi farebbe.
    “Siamo studiosi. La nostra passione è scoprire il più possibile sul sovrannaturale e fare in modo che quelle informazioni rimangano ai posteri. Sì, una volta il Talamasca faceva molto di più: per esempio, nel Medioevo gli osservatori hanno salvato molte streghe che rischiavano di finire al rogo.” Dico, neppure rendendomi conto di aver detto ‘Talamasca’ senza neppure spiegarle che è la nostra associazione. “E son certa che, se ci ritrovassimo in una situazione simile, faremo lo stesso.”
    Rimango un attimo in silenzio, riflettendo su questo punto, poi esclamo:
    “In effetti... uno dei nostri motti recita: Offriamo un rifugio. Offriamo comprensione. Siamo studiosi. Osserviamo e ci siamo sempre.
    Un motto che, a mio parere, dice tutto sul Talamasca.
     
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  8. Varonuccia
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    Non notò più di tanto il rossore sulle gote di Kimberly, la sua mente era già impegnata a lavorare sulle nuove informazioni ricevute.

    Oh, come una grande banca dati o una enorme biblioteca. ci pensò su un po', Carino. decretò infine con curiosità.

    Si immaginò una grande sala piena zeppa di libri, di dimensioni maggiori di qualsiasi altra biblioteca, una conoscenza enorme su qualsiasi tipo di argomento possibile ed impossibile esistente sulla terra. Bè, forse era un po' esagerata come visione ipotetica ma non era affatto male come fantasia.

    E' possibile consultare il vostro materiale? chiese bramoso di leggere qualcosa di diverso, Anche per "gente" come me, intendo.

    Gli sarebbe piaciuto molto posare gli occhi su pagine sconosciute, apprendere qualcosa di differente, tanto per cambiare. E poi, dove si trovava tutto questo ben di Dio? Vicino? Lontano? Magari era perfino in quella stessa città! Un'altra cosa si chiese: cos'era il Talamasca? Aveva un suono famigliare ma i suoi ricordi a riguardo si fermavano solo a bisbigli in vivoli bui o tra i tavoli di qualche locale. Da come Kim ne parlava, sembrava una specie di associazione pacifista volta alla protezione dei più sfortunati.

    Sembrate una confraternita pacifista... commentò esperimendo i suoi pensieri, Talamasca è il nome del vostro "gruppo"?
     
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    “Sì, Talamasca è il nome della nostra associazione.” Rispondo, sorridendo nel vedere come è curioso. Mi assomiglia molto, in tal senso, anche perché in questo momento sto morendo dalla curiosità nei suoi confronti. Mi piacerebbe fargli una marea di domande.
    Ma una cosa per volta. Prima devo rispondere alla sua domanda.
    Anche se non ho idea di come farlo.
    “A dire il vero, non ho idea se ti lascerebbero consultare il nostro materiale.” Ci rifletto un attimo su. “Credo che per un esterno servirebbe il permesso di un mio superiore.” Dico, pensando ad Haru. Lei gli permetterebbe di entrare nella biblioteca del Talamasca? Devo dire che non ne ho la più pallida idea. “Posso provare a chiedere. Magari la risposta sarà negativa, ma almeno ci avremo tentato!” Concludo, con una leggera scrollata di spalle.

    Lo fisso per qualche secondo, cercando il coraggio di fargli una domanda.
    In effetti, non so se fargliela, dopotutto sarebbe una cosa molto personale. Ma son troppo curiosa, devo saperlo.
    “Ecco... non sei costretto a rispondermi, ma...” Dico, nella disperata speranza che risponda. “che tipo di spirito sei?”
     
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  10. Varonuccia
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    A quanto pareva il gramo e l'osservatrice avevano una cosa in comune: la curiosità. Gli fece un immenso piacere sapere che avrebbe chiesto il permesso in vece sua, un gesto molto carino se si considerava il fatto che per ora lui era solo un semisconosciuto e per di più un'anima vagante tra i mortali. Che modo poetico per descrivere la sua condizione.

    "E anche in caso di risposta negativa potrei farci sempre una capatina... sapessi dove si trova questo Talamasca"

    Bè, la possibilità che si trovasse in città era abbastanza alta visto che Kim era di queste parti. Forse avrebbe potuto seguirla ma la cosa poteva rivelarsi abbastanza difficile visto che la ragazza era in grado di percepire la sua presenza soprannaturale anche se lievemente. Anche trasformarsi in cane non sarebbe servito a molto, la sua aurea era sempre quella e la signorina Hastur ormai avrebbe potuto riconoscerla. Che gran peccato. Avrebbe chiesto in giro se qualcuno conosceva quel posto.

    Ti ringrazio. disse con un sorriso garbato a dispetto di ciò che pensava.

    D'un tratto sembrò che Kimberly stesse di nuovo morendo per dirgli qualcosa. Questa volta aspettò pazientemente che fosse lei a trovare il coraggio per farsi avanti, mica la mangiava. La domanda venne e lui nascose la seccatura dietro un altro sorriso benevolo. Non poteva certo evitare di rispondere, era la cosa più stupida da fare pichè in questo modo avrebbe solo suscitato sospetti. Quindi optò per una mezza verità.

    Sono del tipo che non farebbe male nemmeno ad una mosca. disse sereno e tranquillo.

    In effetti era vero. Lui non avrebbe mai fatto male ad una mosca, a qualcos'altro sì, ma alle mosche proprio no. Poteva capire che schiattassero quando si tramutava nella sua vera forma, poichè chiunque lo vedeva in quell condizioni era destinato a schiattare -persone e animali- ma lui mica lo faceva apposta, era assolutamente involontario. Perciò le parole dette erano assolutamente vere. Con un po' di fortuna Kim avrebbe pensato ai più comuni trapassati semplici, come il piccolo Albert.

    Ma dimmi Kim, sempre se puoi, dov'è che è questo Talamasca? Avete un posto tutto vostro o qualcosa del genere? Sai, la cosa mi incuriosisce. Magari posso venire a trovarti! disse allegro.

    Tanto valeva chiedere a questo punto, no?

     
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    Non posso dire che non abbia risposto alla mia domanda, ma neppure che mi abbia detto chiaro e tondo cos’è. Non che io possa pretenderlo...
    In ogni caso, la sua risposta mi soddisfa. Insomma, ho avuto la conferma di una cosa che pensavo già: parlando con lui mi son resa conto che assolutamente non poteva essere uno spirito cattivo, se posso usare questo termine. No, è una brava persona, ne sono certa.

    Alla sua domanda, rimango un attimo in silenzio, riflettendo come rispondere... e se rispondere.
    “Sì, abbiamo una nostra sede, ma non credo che sia una buona idea che le mie colleghe si trovino gente alla porta che chiede di me.” Sorrido a quel pensiero, immaginandomi la faccia di Haru o di Asia se si trovassero in una situazione simile. Anche se non so se sorriderei molto se se la prendessero. “No, direi che è meglio evitare, anche perché rischierei di finire nei guai.” Scuoto la testa, dispiaciuta a dovergli dare una risposta così negativa. “Meglio seguire le regole: prima chiedo il permesso, poi ti dico se è possibile.”
    Insomma, non sono sicura che quello che mi ha chiesto non si possa fare, dopotutto qua sono a Nouvieille e non a Roma, ma non voglio rischiare.
     
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  12. Varonuccia
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    La risposta sulla sua natura sembrò rassicurare Kim che se la bevve senza alcun problema o sospetto. Evidentemente le sue buone maniere avevano fatto colpo sul cuore tenero della fanciulla. Magnifico. Ragionandoci a questo punto aveva una nuova amica che non avrebbe avuto molte difficoltà a fidarsi di lui. Ovviamente le avrebbe fatto dei favori, se fossero capitate le occasioni, tanto per mantenere buoni rapporti; le semplici e sempre piacevoli chiacchierate tra colleghi di lavoro avrebbero riempito l'eventuale noia facendolo apparire più simpatico. Le avrebbe anche parlato degli altri e magari sarebbe riuscito a convincerla a prendere un caffè tutti assieme visto che si conoscevano poco. Sì, tutto sommato aveva fatto un buon incontro, piacevole ma soprattutto utile.

    Capisco. disse con un tono leggermente dispiaciuto.

    Il no era prevedibile, d'altra parte qui si parlava di un'organizzazione sconosciuta ai più. Se non fosse stato uno spettro e cioè un essere "speciale" probabilmente Kim non gli avrebbe mai rivelato nulla. Era stata quindi una fortuna che fosse capitato Albert, che aveva aiutato la ragazza a capire l'identità del gramo. L'occhio gli scappò per un attimo sull'orologio; era passato un bel po' di tempo, più di mezzora. Vanessa si stava sicuramente chiedendo che fine avesse fatto.

    Tu guarda come vola il tempo. disse fissando apertamente l'orologio.

    Vuoi che ti dia una mano coi fascicoli? Ho un po' di difficoltà a toccare le cose ma forse ti posso aiutare con qualche foglio. Non voglio certo farti perdere tempo. disse gentile.
     
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    Mi rendo conto dalla sua voce che è un po’ dispiaciuto, ma non posso farci niente. Fosse per me, gli darei il permesso seduta stante, ma non sono io che do gli ordini al Talamasca. Anche perché, se fosse così, con ogni probabilità saremmo tutti morti da tempo, visto la mia fortuna.
    Un’idea a dir poco spaventosa.

    Quando Adi guarda l’orologio mi rendo conto che deve essere passato un bel po’di tempo. Insomma, tra Albert e la nostra chiacchierata mi sono completamente dimenticata che, in effetti, dovremmo tutte due lavorare, altrimenti il nostro interessante datore di lavoro avrebbe tutti i motivi per buttarci fuori. E io non ho intenzione di perdere questo posto, sia perché si sta rivelando piuttosto utile, sia perché ho intenzione di scoprire chi è veramente Colton White. E mi sembra più facile farlo da dipendente che da visitatrice del museo.

    “Sì, hai ragione! Ne è passato di tempo! E senza che me ne accorgessi!” Rispondo alla prima affermazione di Adi, un sorriso sul volto. Chissà perché, il fatto di non essermi resa conto del tempo che passava non mi stupisce affatto.
    “Non c’è bisogno che mi aiuti.” Continuo, anche se mi piacerebbe davvero dirgli di sì. Almeno potrei chiacchierare con lui ancora un po’. Ma non mi sembra il caso di sfruttare la sua gentilezza, anche perché non ho la minima idea di quanto sforzo faccia per afferrare gli oggetti solidi. “Almeno non potrò dire che mi manca lavoro!” Esclamo, ridacchiando.
    E pensare che, se non mi trovassi in questa situazione per colpa di uno spettro, sarei incavolata nera!
     
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  14. Varonuccia
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    Chiudiamo qui? Così prima o poi avrò la scusa per venire al Talamasca *__* mwahahahaha! *risata malvagia*


    Va bene... allora ci vediamo in giro per il museo. disse a corto di parole.

    Si poteva definire quell'incontro concluso. Vanessa stava sicuramente bestemmiando in cinque lingue e qualcuno doveva darle una mano ai telefoni. Se solo quell'idiota di Matt fosse stato minimamente utile forse il gramo non avrebbe dovuto star lì anche la mattina.

    Io faccio di solito il turno di notte, dall'orario di chiusura fino all'apertura, ma alle volte rimango per un po' anche al mattino per dare una mano, perciò se ti becco al tuo orario verrò sicuramente a fare due chiacchiere. Ti va?

    Sperò in una risposta affermativa. Le sorrise e si diresse verso la porta che per fortuna era rimasta aperta, così da risparmiargli la fatica di concentrarsi per aprirla come una persona in carne ed ossa.

    Così ti racconterò tutti i misteri alla Beautiful dei nostri carissimi colleghi di lavoro! disse racchiando mentre usciva.

    Le lanciò un ultimo saluto con la mano e poi uscì nel corridoio. Ora v'erano più visitatori e già alcuni lo guardavano come fosse uscito dal cassonetto dello sporco. Ah, che stresse essere al centro dell'attezione! Gli sembrava di essere una star del cinema a volte. Sghignazzò ai suoi pensieri idioti ed infine si diresse verso la segreteria per aiutare in qualche modo Vanessa.
     
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    “Certo che mi va!” Rispondo, felice all’idea di poterlo rincontrare (e, possibilmente, il prima possibile). La mia curiosità verso di lui è alle stelle, tanto che passerei l’intera giornata a fargli domande, se solo potessi. “Mi fa piacere chiacchierare con te.”
    Certo che mi fa piacere: è un collega simpatico, divertente e, soprattutto, è uno spirito. Cosa si può voler di più dalla vita?

    E all’idea di scoprire tutti i misteri alla beautiful dei miei colleghi, non posso ridacchiare. Non solo ho conosciuto uno spirito, ma ho anche incontrato una persona in grado di aiutarmi a conoscere veramente i miei colleghi. Tanto che mi chiedo, lievemente imbarazzata con me stessa, se è normale che un’umana debba farsi aiutare da uno spirito nei rapporti con altri umani. Però, in questo caso, è evidentemente lui il più bravo in materia.

    Rispondo al suo cenno di saluto e lo osservo uscire dalla stanza, senza neppure più accorgermi dei suoi abiti un po’ particolari. Non che inizialmente ci avessi fatto proprio tanto caso...

    Quando se ne andato, il mio sguardo cade sulla marea di fascicoli da ritirare.
    “Albert.” Sussurro, con un sospiro e un lieve sorriso, e mi metto all’opera.
     
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