Bonjour monsieur Roipot

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  1. L'Artisan des Saveurs
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    Quello strano omino era giunto a Nouvielle con il treno delle 15:40. Era una bella giornata di sole e il piacevole caldo gli avevano fatto decidere di riporre il suo soprabito nella valigia da viaggio. Il resto del suo bagaglio, pensò guardando quella leggera e relativa piccola borsa, sarebbe dovuto arrivare il giorno seguente direttamente nell'edificio che gli avevano indicato. Così almeno sperava. Non aveva una grande fiducia nei treni portabagagli. Sapeva per esperienza che non trattavano la merce con guanti di velluto. Sperò solamente che le sue valigie non arrivassero troppo danneggiate.

    Affondò una mano in una tasca, individuando quasi subito un bigliettino scritto a mano. Erano indicazioni per raggiungere la sede del Talmasca di quella città. Valutò si essere una meta troppo distante per le sue deboli gambe, ma considerò anche che era per lo meno sconsiderato portare un tassì di fronte al cancello di quella segreta abitazione. Decise che sarebbe arrivato fino a poco distante e avrebbe percorso gli ultimi metri a piedi.
    Allungò una mano, sbragandosi per farsi vedere da un tassista che stava per partire.

    "Monsieur, la prego, a questo indirisso il più velocemente possibile"

    Si accomodò nel sedile posteriore, indicando al tassista una zona abbastanza vicina alla sua meta.
    Arrivarono qualche minuto dopo. Da quel punto impiegò appena una mezzora per arrivare alla maestosa abitazione che ospita il talmasca. 'Come non farsi notare' notò Roipot con un sorriso. Si soffiò il naso, mezzo allergico al polline di tutti quei fiori. Raggiunta la porta, con la valigia da viaggio in una mano e il bastone da passeggio nell'altra, si limitò a bussare con vigore sulla porta. Si domandava ancora come potevano i suoi superiori averlo mandato proprio là. A Londra, infatti, aveva una posizione decente, una buona entrata di denaro, una libreria quasi senza fine per i suoi studi. Ma, a detta loro, anche un corpo debole come il suo aveva bisogno di viaggiare, di sperimentare.
    Nessuno aveva ancora aperto, perciò bussò di nuovo, con maggiore forza, facendo cozzare con forza la mano guantata con la porta.
     
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  2. °°°Haru°°°
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    Haru non era mai stata contenta dell'arrivo dell'estate, però alla fine si adeguava... come in fretta arrivava in fretta passava.
    Non era mai stata una da vacanza al mare, spiaggia sole, sole spiaggia, preferiva stare in città oppure spostarsi a far visita a qualche città nordica. Quell'estate aveva scelto di rimanere a Nouvieille.
    Vuoi per gli esami che doveva preparare per Settembre, vuoi che era gia stata via dieci giorni in Giappone e altri dieci a Parigi durante la primavera.
    Quel pomeriggio era rimasta a casa, l'avevano avvisata dell'arrivo di un suo collega che probabilmente si sarebbe fermato a lungo, cosa strana per Nouvieille, in genere gli osservatori che arrivavano raramente si fermavano per lunghi periodi... Di fatto, le uniche osservatrici fisse erano lei, Asia e Kim, tutte e tre giovani e con poca esperienza prima di arrivare a Nouvieille, insomma si erano fatte le ossa direttamente li.
    Da quanto le avevano detto, il nuovo arrivato aveva gia una certa esperienza alle spalle... sicuramente si trattava di una persona interessante dal punto di vista strettamente lavorativo, però... Però li erano abituate all'anarchia, ognuna si faceva gli affare propri, facevano solo il loro lavoro e poco si interessavano della vita privata delle colleghe, certo la convivenza era comunque tranquilla e serena ma nessuna limitava la libertà altrui... Cosa che invece spesso non accadeva nelle grandi sedi o quando si aveva a che fare con osservatori di un certo livello e di una certa carica che ti stavano sempre con il fiato sul collo per controllare che non sgarrassi minimamente nel tuo lavoro.
    Osservare e non prendere parte al mondo dell'occulto, vero?
    Ah si certo! Infatti per coprire ameno un pochino segni visibili del suo legame con certe creature si era armata di blush di un paio di toni piu scuro della sua carnagione decisamente troppo pallida, tanto per avere l'aria almeno un po sana sulle guance.
    Un foularino leggero e velato attorno al collo e via!
    Incrociando le dita perche nessuno facesse venire a galla quella storia troppo prima del tempo.
    Quando sentì bussare alla porta era praticamente dall'altra parte del piano terra, Lasciò perdere le sue faccende e andò subito ad aprire, pochi secondi dopo la seconda serie di colpi.
    Si trovò di fronte un soggetto assolutamente interessante, l'aria tipica dell'osservatore gentiluomo di una certa età che tante ne aveva vissute e tante ne sapeva... fantastico, no?
    Un sorriso cordiale si dipinse sulle sue labbra.

    "Buongiorno! Lei è il signor Hercule Roipot, vero? Prego si accomodi!"
    Disse facendosi da parte per permettergli l'ingresso in sede...
     
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  3. L'Artisan des Saveurs
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    Stava per cavare dal taschino il suo cipollotto quando aprirono alla porta. Una graziosa ragazza lo osservava dall'altro lato dell'uscio, con un sorriso stampato in volto a cui si affrettò a rispondere. Si tolse la bombetta dalla testa, rilevando una pelata che ormai stava abbandonando anche gli ultimi ciuffi neri sparsi ai lati più bassi del capo. Eseguì un goffo inchino, tenendo il cappello davanti al petto.

    "Oui, c'est moi, mademoiselle. E lei deve essere la signorina..." sbirciò impudentemente il suo fogliettino "Haru Attorì, dico bene?"

    Si infilò nell'uscio lasciato aperto all'invito di Haru. Era ora nel piccolo ingresso di quell'edificio. Sollevò lo sguardo, rimirando con aria soddisfatta l'architettura antiquata ed elegante. Vittoriana, molto probabilmente. Incontrava decisamente il suo gusto. Si lisciò i baffi, con un perenne sorriso dipinto sul suo viso.

    "Très Bien, Très bien!"

    Chinò lo sguardo con una sorta di brontolio. Si era dimenticato della lettera di presentazione. Nulla di importante, solo formalità. La tese, tutta bella imbustata, alla osservatrice.

    "Come sicuramonte saprà vengo dalla sede di Londra. Sono venuto qui a Nouvielle pour cambiare aria. Posso supporre che la mia stonsa sia già pronta? A Dio piacendo il mio bagaglio dovrebbe arrivare domani e mi piacerebbe poterlo sistemare aussitot... Oh, come dite voi inglesi..." Si tormentò un baffetto per qualche secondo. Schioccò le dita " Immédiatement"
     
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  4. °°°Haru°°°
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    "Haru Hatori, esattamente"
    Chinò leggermente la testa rispondendo al suo inchino...
    Francese, fantastico davvero! Provò una sorta di isterismo emotivo a quel modo di parlare... quanto non le piaceva quella lingua!
    Le ricordava un certo vampiro alto, biondo, occhi blu che quando si esprimeva a quel modo era perche c'era qualcosa sotto, o si stava divertendo a prenderla in giro e simili... e quindi lei di rimando iniziava a sclerare!
    Tra le altre cose conosceva un numero sostanzioso di lingue morte e non, ma proprio con il francese non riusciva a mettersi li e impararlo!
    Quando il nuovo osservatore entrò nella sede Haru richiuse la porta alle loro spalle, prese poi la lettera di presentazione e iniziò a inoltrarsi nella grande casa.

    "Londra è un po la mia casa madre, vengo anche io da li anche se ormai sono fissa in questa città. Magari avrà memoria di me tra i tredici e i quindici anni, le parlo quindi di... sette/dieci anni fa. Giravo con un gruppettino di ragazzine tutte in quella fascia d'età. Ma probabilmente gli ambienti che frequentavamo erano differenti..."
    Mentre parlava si muoveva tra i corridoi del piano terra, facendogli vedere questa o quest'altra sala, la cucina, la sala da pranzo oppure dove in genere si prendeva il the.
    "La sua stanza dovrebbe essere pronta, ho chiesto alle inservienti di prepararla entro il pomeriggio. Ah appunto, ci sono tre donne che vengono qui ogni mattina per sistemare le stanze e pulire la sede, ovviamente non sanno nulla dell'organizzazione ma se non vuole che mettano mano nella sua stanza basta dirglielo. Anche io preferisco sistemare da me le cose che mi riguardano... Per quanto riguarda pranzo e cena non abbiamo un addetto cuoco perche spesso e volentieri quasi nessuno torna per pranzo e anche la cena si fa ad orari del tutto sballati, ma se servisse possiamo richiedere anche quell'inserviente."

     
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  5. L'Artisan des Saveurs
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    Mentre passeggiavano lungo le sale del Talmasca Roipot rimaneva beatamente in silenzio, con le mani che ancora reggevano il bastone da passeggio e la bombetta (la valigia l'aveva infatti lasciata all'ingresso) dietro alla schiena. Quando infine Haru ipotizzò una possibile precedente conoscenza il belga sorrise amabilmente.

    "Lei si chiama Haru Attorì, nome di origine orientale, tuttavia manca di qualsiasi altra caratteristica che la identifichi come tale. La cosa è facilmente spiegata, visto che è' stata adottata all'età di due anni dai pezzi "grossi", mi lasci passare il gioco di parole, del talmasca, giapponesi direi. Ha fatto gli studi riservati ai giovani della nostra beaux societè , maa confronto di altri si è dimostrata particolarmente meritevole. Quindi è stata mandata in varie parti del mondo, lontana dalla nostra amata Inghilterra. Se la mia memoria non fa le bizze direi America del Sud, quindi India"


    Mentre parlava continuava ad accarezzarsi i baffetti

    "Infine è stata destinata a questa sede, cui ha preso la direzione ad appena diciotto anni e ha svolto un eccellente compito a quanto vedo. Très remarquable, per una persona così giovane. Inoltre, e questa è una mia personalissima conservazione, lei nutre un sentimento di fastidio verso noi françosi anche se, nel mio particolare caso, sono belga. Ha arricciato il labbro in maniera inequivocabile poco fa, quando ha notato il mio piccolo accentò sulla porta."


    Ridacchiò, soddisfatto come sempre di mostrarsi qualche passo avanti agli altri. Si aggiustò il cipollotto, sbirciando in una piccola saletta.

    "La prego, non si stupisca. Ho solo letto qualcosina di lei poco prima di partire. Essere informati è un buon modo per evitare silensi imbarassanti. Per quanto riguarda la mia stonsa, me ne occuperò volentieri per conto mio, non è necessario che l'accueil si scomodi per me."


    SPOILER (click to view)
    Se ho detto qualcosa di "insapibile" dimmelo che modifico :D


     
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  6. °°°Haru°°°
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    SPOILER (click to view)
    ahahaha XD
    no sei fantastico!!!
    Dio da quanto lo aspettavo un PG cosi!!!!


    Il silenzio imbarazzante però ci fu lo stesso, di qualche secondo e imbarazzante principalmente da parte di Haru.
    Sentendolo parlare fu come se gli fosse precipitato in testa un grosso masso, Accidenti!
    Quello si che era un osservatore con la O maiuscola, di quelli che non si facevano gli affari propri neppure in un ambiente casalingo.
    In genere era lei che andava a vedere che razza di studioso sarebbe arrivato sotto quel tetto, non il contrario!! Il sentirsi 'oggetto di studio' la fece sentire per quei brevi attimi un po troppo sotto osservazione rispetto al suo solito e le fece capire che doveva prestare attenzione con quel tizio... Molta attenzione!
    Da li in avanti niente piu smorfiettine o cose simili, infatti mise a zittire tutta quella caterba di pensieri con un'espressione controllata ma sorpresa.

    "Oh... beh non nego che sia una cosa nuova per me, essere gia conosciuta a questo modo da un nuovo arrivato in sede... E in effetti, si.. ha anche ragione per quella smorfietta. Semplicemente perche il francese è l'unica lingua che mi riesce difficile da imparare, proprio non vuole entrarmi in testa e per questo ho sviluppato una sorta di antipatia verso quell'accento... ma è il minimo problema ovviamente, qui abbiamo un'altra osservatrice della sua stessa nazionalità, Asia Dubois..."
    Convincente? Convincente? Convincente!
    Nessuna minima vibrazione nella voce, nessun labbro arricciato, occhi puntati sul soggetto, niente che potesse far pensare ad 'altro'
     
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  7. *†Asia†*
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    SPOILER (click to view)
    eccomi ^^


    Benchè fosse già pomeriggio, Asia riposava ancora, immersa nel letto a due piazze comodo e fresco, coperta semplicemente da un fine lenzuolino candido, che le donava un po' di riparo dall'afa che aveva invaso l'aria dell'intera città.
    Adesso che era arrivata l'alta stagione lavorava fino a tardi, spesso faceva anche le 5 del mattino, se non dopo, per aiutare a sistemare il locale, dopo che gli ultimi ritardatari decidevano di tornare a casa, e di conseguenza tornava alla Sede stremata, dormendo fino a dopo mezzogiorno, e svegliandosi quando in casa non c'era praticamente nessuno, la maggior parte delle volte. Era praticamente diventata un fantasma, per le sue colleghe.
    Erano circa le quattro del pomeriggio, quella sera non doveva lavorare e aveva evitato di puntare la sveglia, così da poter dormire quanto più le aggradava e godersi il riposo che troppo spesso nell'ultimo periodo le era stato negato; il sonno, però, si manteneva comunque leggero, effimero, tanto che anche il minimo rumore, il minimo segno esterno sarebbe riuscito ad interromperlo.
    E così accadde; pesanti colpi, sicuramente dati ad una porta di sotto, risuonarono nella sua mente come scoppi di cannone, interrompendo senza alcuna remore il sonno ristoratore dell'Osservatrice.
    Irrimediabilmente, si svegliò, gli occhi bicolori lucidi e assonnati, i capelli, ben più corti di come li aveva portati nell'ultimo anni, scombinati, che cercò di sistemare con una mano; si mise seduta nel letto, stiracchiandosi nel suo pigiamino azzurro, composto da morbidi pantaloni a tinta unica e una canottierina dalle striscie bianche e azzurre, non molto aderente e adatta ai suoi sonni agitati. Si passò una mano sul viso, ancora stanco, odendo voci di sotto; ormai rassegnata al risveglio, non si curò di prendere le ciabatte, e a piedi nudi si incamminò fuori dalla stanza e poi sulle scale, diretta al piano terra, dove poteva adesso avvertire la voce di Haru parlare con qualcuno, che non riconosceva, benchè il timbro vocale le suggerisse un uomo maturo.
    Curiosa, tentò di sistemarsi come meglio potè, quando spuntò dalle scale, trovandosi non molto distante dal punto dove si trovavano; andò loro incontro quindi, sorridendo quando si sentì nominare da Haru.

    Per l'appunto, la sottoscritta!

    Disse con voce allegra, facendo capolino nella sala ove i due sostavano, parlando di chissà quali argomenti che non era riuscita a cogliere, dato l'intontimento post-sonno che ancora rimaneva.
    Osservò quindi il nuovo giunto: basso, un po' tarchiato, quasi del tutto pelato e dall'accento francese. Nella sua memoria ripescò una conversazione smozzicata fatta con Haru non molto tempo prima, forse risalente a un paio di giorni, dove la collega la avvertiva che presto o tardi avrebbero avuto un nuovo Osservatore in sede.
    Doveva essere lui.

    Asia Elizer Dubois, molto lieta

    Si presentò semplicemente, lasciando che l'accento francese, che spesso e volentieri tentava di celare, uscisse fuori, sia per il contagio dovuto all'uomo, sia per la stanchezza.
    Necessitava urgentemente di caffè, se non voleva continuare a fare la parte della rimbambita ancora per molto.
     
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  8. L'Artisan des Saveurs
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    Oh bene bene :D Se solo il povero Roipot fosse più giovane e avvenente, con tutte quelle osservatrici


    Qualcosa in realtà l'aveva rivelato comunque al belga con il suo modo di fare. Sostenendo lo sguardo, sempre sorridente, le puntò il dito contro con fare scherzoso.

    "La infastidisce essere esaminata, madamoiselle Haru? La capisco, pure a me, Roipot, darebbe fastidio. Ma fascia attensione alla sua indifferensa. Il nostro viso rivela spesso molto più di quello che vorremmo dire"

    Un rumore di passi, soffocati dalla assenza di alcun tipo di tacco, fece girare Hercule verso le scale. Un'altra giovane donna stava arrivando. Un'altra osservatrice, sicuramente. Stava giusto esaminando mentalmente i vari nomi che aveva letto sulla lista per abbinare quello giusto al suo viso quando si presentò. Era la francese! Strinse la mano di Asia, quindi con un inchino antiquato se la portò alla bocca e le ammollò un bacio galante.

    "Signorina Duboisk, è un piacere conoscerla. Tuttavia temo che siamo vittime di un piccolo malinteso. Il mio paese d'origine non è la France, bensì il Belgio. Come può vedere con i parigini condivido solo i baffi e, se vogliamo, l'insana passione pour les escargot."


    La squadrò rapidamente da capo a piedi (scalzi), agguantò il cipollotto e diede un'occhiata all'orario.

    "Lei è una creatura notturna, dico bene? Una di quelle che preferiscono fare ricerche la notte e dormire il giorno, pour assomigliare a messieurs les vampires"


    Rise di gusto, e il suo pancione sobbalzò qualche volta insieme a lui.

    "Piuttosto, è una buona città per l'osservazione? Ci sono 'animaletti' interessanti che giocano al suo interno?"


    Non parlava a nessuna in particolare, lasciò la domanda aperta.
     
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  9. °°°Haru°°°
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    Le veniva quasi da piangere, nooo, noooo percheeee???
    Quel tizio la leggeva come se fosse un libro aperto! MA perche proprio li dovevano mandarlo quel francese? Ah no, Belga gia...
    Era ormai chiaro che non si sarebbe fatto gli affari propri, cavolo! Avrebbe dovuto riorganizzarsi completamente, ridurre al minimo le giornate che passava a dormire solo perche il sole troppo forte la uccideva, sonnellini del mezzogiorno addio!
    Ma la cosa piu importante di tutte era che Leon non avrebbe mai piu dovuto metter piede li dentro!
    Asia lo conosceva, Kim probabilmente no ma il problema era minimo! Ma con quell'Hercule non doveva aver nessun contatto!
    Vide arrivare Asia e si voltò a guardarla con uno sguardo disperato, della serie ' ma cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo?'. Ovviamente si curò di farlo in un momento in cui mr cipollotto non prestava minimamente attenzione a lei, troppo ovvupato a salutare Asia da gentiluomo.
    All'osservazione del nuovo arrivato sugli usi di Asia e la sua successiva risata le si gelò il sangue nelle vene....
    Lei assomigliava davvero a messieurs les vampires! Quindi le questioni erano due: O i suoi atteggiamenti avevano insospettito qualcuno e avevano mandato il nuovo osservatore per tenerla d'occhio con quell'intuito dannatamente infallibile, oppure semplicemente erano solo coincidenze.
    Era la seconda opzione, vero?
    Nonostante le avesse detto di dover far attenzione alla sua indifferensa non poteva fare a meno di mantenere quell'espressione congelata, assolutamente cortese.

    "Ah si, sotto quel punto di vista Nouvieille vanta di parecchie manifestazioni paranormali di ogni genere!"

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    chiedo scusa, non ci sarò fino a domani sera dopo cena, quindi se volete fate pure un giro senza di me... non lasciatemi troppo indietro però :P
     
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  10. *.Jillian.*
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    è sabato sera e non ho trovato risposte XD
    quindi il nostro osservatore può iniziare ad aprire altri topic mentre aspettiamo di concludere questo nel giro di qualche turno!
     
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  11. *†Asia†*
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    l'1 maggio non credo ci fosse qualcuno e io avevo avvertito che oggi sarei mancata ^^


    Si sentì un po' a disagio quando la stretta di mano che aveva proposto all'uomo divenne un elegante, raffinato, e forse fuori luogo, baciamano. Fece una leggere smorfia, che non si curò di trattenere, dato il sonno ancora ben presente, e si affrettò a ritirare la mano, sperando di non apparire troppo irrispettosa; tuttavia alla sua ironica presentazione le scappò un risolino.

    Oh..se devo dir la verità..les escargot non le ho mai apprezzate, oui.

    Era tanto tempo che non parlava nella propria lingua natia, abbandonandosi all'inglese che in quella città era comunemente parlato, decisamente meno elegante e raffinato del francese, che comunque non molti avrebbero capito: Haru pareva fare una smorfia ogni volta che quell'accento lasciava le sue labbra, e con lei aveva smesso presto di utilizzarlo.
    A quanto pareva, però, in quel momento la collega non era decisamente in vena di scherzare, almeno così si vedeva dalla sua faccia: tirata, pensosa, estremamente nervosa. Asia portò la mano destra alla testa, grattandola appena, tentando di capire quale poteva esserne il motivo. Il riferimento a Leon le venne in mente solamente quando Hercule, che si stava dimostrando un osservatore attento e pignolo, la appellò come creatura notturna, come vampiro.
    Gli occhi di lei corsero verso Haru in uno sguardo fugace che durò pochissimi istanti, per poi riportare le iridi bicolori nuovamente sul viso dell'uomo, tentando di dissimulare i propri pensieri con un sorriso.

    Beh..col lavoro che faccio, è piuttosto ovvio che lavori di notte..e non intendo solamente l'Osservazione!

    Lasciò poi rispondere per prima Haru sulla domanda delle "caratteristiche" di Nouvieille che, secondo lei, non era possibile spiegare a voce: quando era arrivata, Asia non avrebbe mai creduto quante creature strane e disparate vi fossero in quella cittadina apparentemente insignificante; era tutta da vivere.

    Concordo..vampiri, angeli, lamie, spiriti..credo non ci manchi nulla!
     
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  12. L'Artisan des Saveurs
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    Haru sembrava inquieta, a fianco ad Hercule. Spesso gli era capitato a Londra di essere definito inopportuno, tuttavia l'osservante dovrebbe essere avezzo a quel tipo di comportamento. Pallino dell'investigatore, si domandò se per caso non avesse qualcosa da nascondere. Ad ogni modo la cosa non lo riguardava. Lei era un'essere umana, come lui, dopotutto. Era sicuramente il clima e l'ambiente che faceva apparire le due osservatrici pallide e quasi eteree alla luce del giorno.

    "Un terreno di gioco interessante, non credete?"

    Non perse di certo il sorriso nonostante le due sembravano essere imbarazzate. Roipot ritornò con la mente alla risposta che le aveva appena dato Asia. Aveva sicuramente un lavoro che le desse da vivere al di fuori di quell'edificio, ma lo svolgeva di notte? Era bizzarro, visto che la notte era il momento ideale per trovare soggetti ideali era un peccato sprecarla dietro ad un tavolo o a servire bevande in un bar.
    A meno che, era evidente, l'eventuale luogo di lavoro non pullulasse di soggetti. Cosa non troppo probabile, ma nemmeno da escludere a priori. Se era un locale notturno, decise, era sulla buona strada. Sapeva che certi osservatori tendono a tenere per se luoghi particolarmente adatti all'osservazione, ma quello sembrava un ottimo punto di inizio per le sue ricerche.

    "Lavorate in un locale, mademoiselle
    Asia? Qualcosa di adatto ad un monsieur come me?"
     
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  13. °°°Haru°°°
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    Il lavoro di Asia... Un sorrisetto le spuntò sulle labbra.
    Sapeva che lavorava al Ritual e di fatto anche lei era a stretto contatto con un vampiro, Asterios appunto...
    Diede uno sguardo veloce all'orologio a pendolo che stava poco lontano da li, a breve sarebbe iniziato il suo turno alla biblioteca dell'occulto di Nouvieille.
    Da quando era passata a lavoratrice part-time poteva scegliere lei come e quando andare a gestire la biblioteca, doveva solo occupare un tot di ore mensili.
    Doveva ancora cambiarsi quindi dovette per forza congedarsi dal nuovo arrivato e da Asia.

    "oh! non pensavo fosse cosi tardi, mi dispiace ma devo lasciarvi... ho un turno in biblioteca che mi aspetta!"
    Esclamò aprendo un'antina di una cassettina portachiavi alla quale c'erano appese una ventina di chiavi.
    Ne prese una da un gancino e altre due da gancini inferiori.

    "Questa è la chiave del cancelletto, questa è della porta d'ingresso mentre questa della sua camera...."
    Disse indicando prima una chiave abbastanza spessa ma non troppo grande, poi un'altra più lunga e infine una classica chiave da porte comuni, le porse all'osservatore.
    " Se possiede una macchina che vuole parcheggiare all'interno del cancello le posso dare il telecomando apposito. La sua stanza invece è al terzo piano, come tutte. Arrivato ala fine delle scale è esattamente la prima sulla destra, ovviamente ha il bagno privato."
     
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  14. *†Asia†*
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    Magari se vuoi facciamo ancora un paio di post, così Asia ti fa visitare tutta la Sede ^^


    Le sembrò quasi che il cervellino dell'uomo facesse freneticamente girare gli ingranaggi, non appena aveva capito che lavorava in un locale notturno: pareva aver velocemente fatto un collegamento tra "creature - lavoro di notte". Che, in effetti, non era poi così diverso dalla realtà, se si considerava che il Ritual era gestito da due vampiri e vi lavoravano, o avevano lavorato, nel caso di Dante, due demoni.
    Ma non le sembrava giusto dirglielo, principalmente perchè preferiva tenere per se informazioni del genere, di solito, e secondo perchè pensava che avrebbe fatto bene a girare e conoscere i segreti che la città offriva da solo; non era certo uno sprovveduto, pareva anzi un Osservatore coi fiocchi: il contrario di lei.

    Non credo, a meno che non apprezzi la musica dark, electro, o le serate grunge, gothic.. però chissà! Ci sono personaggi interessanti..

    Gli rispose con un sorriso, senza un tono particolare nella voce, sottolineando semplicemente l'ultima parola, certa che lui avrebbe capito senza ulteriori spiegazioni: sarebbe poi toccato a Roipot stesso scegliere se avvicinare o meno al locale.
    Quando Haru espresse il suo bisogno d'andar via, le sorrise semplicemente, tornando poi con l'attenzione verso l'uomo.

    Beh, io invece posso rimaner qui a farle visitare tutta la sede!

    Iniziò quindi a camminare verso le scale che portavano ai piani superiori, visto che Haru gli aveva fatto visitare tutte le stanze del piano terra. Accertatasi che lo seguisse, iniziò senza problemi ad esporgli i vari locali dell'edificio, a partire da quello che sicuramente avrebbe ricevuto maggiore attenzione: la grande Biblioteca, piena di tomi riguardante l'occulto, o di scritti antichi di vecchi colleghi; una raccolta di nozioni e appunti utilissimi nel loro lavoro di Osservatori.
    Il largo portone di legno era visibilissimo non appena salite le scale, anche perchè proprio la Biblioteca prendeva praticamente tutto il piano: difatti non vi erano praticamente altre stanze, solamente il corridoio ben arredato con qualche poltroncina e un grande specchio.

    Tutto questo piano è occupato dalla nostra Biblioteca, che son sicura troverà ben fornita e adatta ad ogni sua esigenza. I tomi hanno un loro ordine, e può consultarli quando e come vuole, sia dentro che salirli in camera. C'è anche una saletta dotata di computer, dove può accedere alla rete..

     
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  15. L'Artisan des Saveurs
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    Al congedo dell'osservatrice Hercule rispose con un profondo inchino.

    "Le sono riconoscente pour l'accoglienza, madamoiselle Haru."


    Quindi prese a seguire Asia, ascoltando ciò che aveva da dirle riguardo alle stanze. Quando arrivarono alla biblioteca fu piacevolmente sorpreso nel scoprire che era ben fornita. Quando era partito temeva che quella sede fosse ancora periferica e poco documentata ma evidentemente si preoccupava inutilmente. Si lasciò in un "excellent" soddisfatto. Un po' più perplesso rimase quando infilò il naso nella sala computer. Quelle diavolerie erano peggio del turco per lui ed era già qualcosa se riusciva ad accenderli senza perdere le staffe. Inoltre non sopportava il senso di intontimento che lo coglieva quando finiva di consultare appunti sulla rete. Aveva preferito sempre la buona vecchia carta, ove era possibile.

    A parte qualche lieve esclamazione di cortese stupore Hercule si godette la visita guidata in silenzio, lasciando che a parlare fosse Asia. In un momento che le sembrava in silenzio, tuttavia, riuscì a trovare modo di infilarsi nelle spiegazioni. Odiava fare domande fuori luogo ma la descrizione del locale, anche se non aveva idea di cosa rappresentassero i termini da lei utilizzati, le pareva estremamente interessante.

    "Pardonnez-moi, mademoiselle. Il locale di cui parlavate prima, che nome ha? Sarei curioso di iniziare li le mie ricerche, magari domani stesso"
     
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19 replies since 29/4/2009, 21:32   225 views
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