Lavorando al Museo

Post di lavoro autoconclusivi per tutti i dipendenti

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  1. Phollia
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    Era mattina presto e Lara aveva appena passato la sicurezza, ora si dirigeva a passo svelto verso il suo ufficio, se così si poteva chiamare la grande stanza dove trascorreva la maggior parte del tempo. Aprì la porta e il tepore dell’ambiente l’invase; i tiepidi raggi primaverili del sole passavano tra i vetri delle finestre e illuminavano tutto quanto, mettendo in evidenza la quantità disumana di polvere che si era accumulata tra i grandi tendoni. La ragazza si torse la giacca e la gettò su una sedia, si legò i capelli in una coda e scoprì un opera da restaurare; il lenzuolo che l’aveva protetta fino a quel momento scivolò a terra e rivelò un antico vaso greco a pezzi: si trattava semplicemente di ricostruirlo. Indossò dei guanti di lattice e rimase per almeno cinque minuti ad osservare i frammenti: fortunatamente la coppa era stata rotta solo in cinque pezzi principali il ché voleva dire che non ci sarebbe voluto molto.

    Fiuuuuu meno male


    Pensò e, canticchiando un motivo sentito poco prima al bar, incominciò pazientemente a incollare i pezzi.

    Dopo tre il vaso era completamente ricomposto, appoggiato delicatamente in un cassone e pronto ad andare al deposito per poi essere esposto. Soddisfatta Lara, bevve un po’ dell’acqua che teneva sempre a portata di mano nel laboratorio e, passandosi una mano sulla fronte sudata scoprì il secondo telone, pronta a ricominciare.

     
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    Son felice di essere riuscita a cambiare mansione. Per quanto mi piaccia rovistare tra i documenti, il lavoro di responsabile dell'archivio cominciava a starmi un po' stretto. Cominciavo a far fatica a concentrarmi e l'entusiasmo iniziale era ormai quasi svanito del tutto. Diventando una delle guide, invece, l'entusiasmo è tornato alle stelle. Magari questo suo ritorno sarà solo temporaneo, ma per ora sono felice. E posso propinare ai visitatori le mie conoscenze storiche. Magari non sarò espertissima nel campo dell'arte, ma sospetto che ne so più io di molte altre guide. Sì, la mia timidezza è sempre un problema, ma non più di tanto: come riesco a 'intervistare' le creature sovrannaturali, posso parlare davanti a un gruppo di visitatori, magari cercando di capire nel contempo se qualcuno di loro non è umano. Ovviamente, c'è un lato negativo in tutto questo: prima avevo un lavoro part-time e ora ne ho uno a tempo pieno. Non avrò tutto il tempo libero che avevo prima. Ma l'altro lato della medaglia è che il mio stipendio è salito.

    "Questa è un anfora attica del geometrico tardo." Affermo, osservando con attenzione i ragazzi che mi stanno ascoltando... e quelli che non lo stanno facendo. Ma con le scolaresche è sempre così: alcuni studenti sono più interessati a saltare le lezioni che a guardare le opere d'arte. Ma non mi dà troppo fastidio. Poi... non sono sicura che gli altri mi stiano veramente ascoltando. Con i ragazzi non si può mai sapere. "Quindi è stato realizzata tra il 760 e il 700 a.C. Come potete vedere, rispetto ai vasi che abbiamo visto fin'ora la decorazione geometrica si è espansa a occupare tutta la superficie del vaso e le scene figurate si sono moltiplicate. La più importante, naturalmente, è quella collocata nel diametro massimo dell'anfora. E' una scena di prothesis, ossia di esposizione del cadavere. Un defunto, probabilmente una donna, è disteso sul letto funebre ed è attorniato da figure di persone impegnate in un lamento funebre."
     
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  3. †Phobos†©
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    C'era una aria leggere intorno a Colton, non si sentiva affatto stanco anche se erano quasi cinque ora che lavorava sulle carte.

    Osservò la finestra scorgendo gli alberi sbocciati con colori sgargianti poteva quasi sentire il loro odore piacevole...


    "Uh"

    Si riprese un attimo dopo stava per appisolarsi ma doveva finire di convalidare tutti i documenti. C'erano stati nuovi "acquisti" al museo doveva convalidare un sacco di carte protocollare fogli bllare altre carte spedire buste ed e-mail , insomma un bel da fare. Non gli dispiaceva affatto che ci fossero nuovi impiegati anzi, il museo stava diventando un vero punto di ritrovo per molte famiglie di Nouvieille, ma erano presenti anche scuole case di riposo per anziani anche ma anche semplici visitatori da altri paesi. Continuò a controllare e ricontrollare documenti per un' abbondante mezz' ora. Si alzò sgranchendosi le gambe, fece un rapido giro dello studio, uscì arrivò fino alla macchinettà evitando sguardi e incontri che lo avrebberò rallentato prese un caffè e ritorno di nuovo in ufficio.
     
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  4. Phollia
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    Lara era nella sua stanzetta, e per chiamarla stanzetta ce ne voleva prorio: quell'ambiente era grande quasi come il suo appartamento in città, ma le sembrava sempre piccolo dato che era completamente stipato di cassoni. Era quasi l'ora di pranzo ma non le andava di tornare a casa: era una brutta giornata primaverile, c'era la nebbia e ogni tanto piovigginava. Quanto odiava quel tipo di tempo lo sapeva solo lei!
    Per fortuna si era attrezzata bene: si era portata da casa un po' di pasta al pomodoro e una fetta di torta al cioccolato; naturalemte le aveva infagottate in un contenitore ed ora avendolo appena aperto un buon profumino si espandeva nell'ambiente. Aveva appena incomininciato a mangiare quando fece irruzione nella stanza il fattorino: spingeva un enorme carrello con copra un cassone. Lara posò le posate, ringraziò l'uomo e aprì un'anta.
    Conteneva una statua in bronzo, menza interrata, ad osservarla meglio si notava che conteneva un'anima di terracotta da rompre ed estrarre: era un processo molto delicato e rischioso: si rischiava di frantumere tutto e bisognava agire il prima possibile.
    Lara indossò i consueti guanti in lattice e con un po' di fatica l'estrasse dalla scatola e la trasportò sul pavimento di legno; aprì con un arnese di ferro i buchi che stavano sotto, vicino ai piedi. Poteva essere un Dioniso o un giovane Apollo: gli archeologi non si prendevano mai la briga di spiegarle la storia dell'opera!
    Fortunatamente l'anima era già infranta e basto spazzolare via tutti i resti di terracotta dall'interno della statua: era finito il prima del previsto, meno o male.
    La donna si rimise a sedere, il tovagliolo sulle gambe, con la sua bella pasta al sugo ancora tiepida.

     
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    Questa volta mi è toccato fare il giro del museo con due simpatici vecchietti. E' divertente stare con loro, anche se mi risulta difficile spiegare. Infatti i due continuano a interrompermi, facendomi domande sulla mia vita e raccontandomi la loro. Mi piace la situazione, mi piace trovare un po' di allegria in questa giornata monotona. Oggi non c'è nessuna scolaresca, quindi il museo risulta un po' vuoto... e molto silenzioso. Se non fossi in compagnia della coppia, probabilmente rischierei di annoiarmi.

    "Questa scultura..." Inizio, indicando un'opera greca a tutto tondo. "...è stata realizzata nel VII secolo a.C. E' in pietra calcarea tenera ed è alta circa 65 centimetri. Come potete vedere le dimensioni sono notevoli ma inferiori al vero."

    "Ti assomiglia, non trovi Kim?" Mi interrompe la donna.
    "Ehm... sì, in effetti c'è una leggera somiglianza." Rispondo, abbastanza perplessa, squadrando la scultura e chiedendomi in cosa mi assomiglia. Sicuramente non nella pesante parrucca di foggia orientale.
     
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  6. †Phobos†©
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    Colton vestiva elegantemente, la barba era stata appena rasata ed emenava un buon profumo, vestiva un gilet blu e una camicia bianca con una cravatta a motivi bianchi e blu, dei pantaloni a sigarette anche essi bianchi. Strano a dirsi tutto il personale lo guardava, ma il direttore non ci facava, caso, prese l'enorme tazza di caffè nero, e si diresse, in cortile, si stavano preparando già alla rappresentazione, andò a trovare i revival, diede qualche indicazione, tanto per sfizio, ma sapnedo dell' animo esuberante del direttore loro accettarono i consigli benevolmente. poi si diresse al secondo piano nel suo ufficio si sede nella sua comoda poltrona e iniziò a lavorare, si stava progettando da un pò di tempo di ingrandire il museo, aveva sul tavole la mappa del museo e accanto un modellino praticamente uguale del museo, doveva lavorarci su aveva un sacco di idee in mente ma doveva decidee tutto da solo, inizio a tracciare, delle linea e a fare scarabbocchi,, poi presi alcuni pezzi smontabili, e iniziò a creare una nuova strutture attaccata al modellino dopo due ore di buon lavora l'impressione non fu affatto buona anzi l'edificio era goffo.Lasciò perdere tutto e si diresse in cortile a gustarsi la battaglia.
     
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  7. Varonuccia
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    Così Manny si è preso la casa, le due macchine e l'affidamento dei bambini.
    Incredibile.
    Già. Pensare che non è poi chissà che padre modello. Il giudice però ha preferito lasciare a lui i mocciosi dato la madre ha problemi di droga.
    Chi? Gina?! Ma scherzi?!
    No, non scherzo. L'ho vista io con i miei stessi occhi mentre pensava nessuno guardasse. Non l'avrei mai notato se non avessi fatto il giro dall'altra parte del locale per cercare lo stupido gatto.
    Il gatto di Cherry?
    Sì, quello obeso che corre come una gazzella quando vuole. Quel sorcio di felino ha una mente più acuta del suo padrone, te lo dico io.
    Non che sia molto difficile avere una mente più acuta di quell'ubriacone.
    Anche questo è vero.
    Però non riesco a credere che tutto questo ti sia capitato nell'arco di una sola giornata. Che fine ha fatto l'acquilone?
    Perduto.
    Peccato.
    Già. Ma sarebbe stato troppo inquietante a fine giornata trovare quel maledetto giocattolo alla porta di casa, non trovi?
    In effetti...
    A me succedono sempre queste cose strane. Deve essere un segno del destino o roba del genere. Ogni volta che vado in giro mi ritrovo in certe situazioni... come quella volta al bar.
    Quale bar?
    Quello in centro, la caffetteria Chocolate.
    Ah sì, ho presente. Bè, che è successo?
    Era il giorno che il tizio è stato messo sotto in mezzo alla strada, non so se ricordi. Comunque, fuori era pieno di gente, io di stare là in mezzo neanche per idea, così sono entrato nella caffetteria e indovina un po'? Rimango da solo con queste due ragazze, una pazza psicotica vestita come a carnevale o come una Barbie, e la proprietaria del locale che in apparenza è normale ma poi si è rivelata peggio di Veronica Mars. Domande su domande, non la smetteva più!
    E poi che è successo?
    Bè poi ~

    Il racconto continuò ad uscire dalle labbra dello spettro mentre lui e Carton continuavano il giro di ronda.
     
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    Ora che è iniziata l'estate qua al museo ci troviamo con più lavoro. E' vero che non ci sono più le scolaresche, ma non sono poche le persone che approfittano del tempo libero per visitare il museo. Non sono la maggioranza della gente che si trova qui a Nouvieille - in vacanza o perché ci abita - ma non sono nemmeno quattro gatti. Non mi ero mai resa conto di quanto lavoro da fare ci fosse qui al museo: come responsabile dell'archivio stavo spesso per conto mio, non facevo troppo caso alla quantità di visitatori presenti... beh, in realtà ci facevo caso ma non ci pensavo. Dopotutto, non ero io a doverli fronteggiare, come invece devo fare adesso.
    Ma non mi dispiace un po' di frenesia. Qualche anno fa mi sarei sotterrata se mi fossi trovata in una situazione simile, ma ora sono cambiata, sono più aperta... forse. Meno timida.

    "Questa..." Affermo, di fronte a un gruppo di visitatori di varie età. "è..."
    Ma prima che io riesca a dire di più, un signore mi interrompe. "E' evidentemente una copia romana del Diadumeno di Policleto. Non è neanche granché, ne ho viste di migliori."
    Mi ci vuole un attimo perché io riesca a... aprire bocca. Insomma, non mi sembra una buona cosa prendere il posto della guida mentre sta spiegando, non è... educato. E fare commenti negativi su un'opera d'arte non è proprio una delle idee migliori se ci si trova in un museo. Ma non per questo io devo rispondergli in malo modo o fargli un'occhiataccia.
    "Ha ragione." Rispondo, con un sorriso. Non so quanto sia sincero, ma almeno io ci provo. "E' proprio una copia del Diadumeno. Come lei ha già accennato, esistono varie copie romane delle statue greche e non tutte sono al livello dell'originale, ma questa rimane comunque una delle più belle, anche se non è certo la migliore." Mi devo trattenere per non far trasparire un po' di sarcasmo dalla mia voce. Diamine! A me piace quella statua!
    L'uomo fa una smorfia, ma - per fortuna - evita di commentare ancora. Per adesso, almeno. Non ne sono sicura, ma da quello che ha detto sembra avere una buona conoscenza dell'arte greca. Beh, anch'io ce l'ho. Non avrò una laura in arte ma me la cavo. Quindi... calma e sangue freddo!
    "Questa replica è datata tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C., mentre l'originale - in bronzo e non in marmo - è stata creata da Policleto verso la fine della sua carriera, intorno al 420 a.C. Guardate con attenzione la statua: attorno al capo si riconosce una fascia. Si tratta, infatti, di un atleta che si cinge il capo con una fascia in segno di vittoria. Naturalmente la colonna a cui è appoggiato è un'aggiunta del copista, necessaria visto il materiale utilizzato, che certamente non dà le possibilità del bronzo per quanto riguarda la statica."
     
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  9. Phollia
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    Erano ormai le sette di sera e Lara era ancora alle prese con una vecchio sarcofago etrusco. Era arrivato nel suo laboratorio due giorni prima ed era da allora che ci lavorava ininterrottamente. Era sempre stata affezionata dall'arte etrusca e già dalla tenera età era stata conquistata dal suo facino misterioso e inspiegabile. Infatti non si sapeva molto su questa cività, nemmeno la loro origine. Erano però grandi navigatori ed avevano implortato l'uso dell'arco nell'Europa ochidentale; lo usavano solo nelle mura, per sostenere il grande carico pesente formato da pietre levigate. Non aveva mai lavorato su un tempio etrusco, anche perchè le testimonianze erano veramente rare. Il principale materiale da costruzione era il legno e si erano ritrovate solo le basi in pietra.
    L'affascinava molto inoltre lo schema cardinale che gli Etruschi usavano per ogni loro creazione, a partire dalle tombe, precise raffigurazioni delle loro case. Il sarcofago che stava restaurando apparteneva al primo periodo entrusco in italia essendo rozzo e senza troppi dettagli. Probabilmente era stato nascosto in una tomba ipogea dello stile più rudimentale: a semicupola con un grande pilastro al centro che stava a significare il fumo del focolare dell'abitazione. Rappresentava una coppia di sposi: i volti molto simili variavano l'uno dall'altro solo per l'acconciatura e le decorazioni delle vesti. Non vi erano quasi più i colori purtroppo, e alcune pati del legno erano state mangiate dalle tarme: stupidi animali!
    Lara ne dovette ricostruire un pezzo smontabile e sanare il resto del legno. Fece una pellicola sottile colorata, anch'essa asportabile per donare i vecchi colori che questo probabilmente aveva. Dopo aver apportato gli ultimi particolari lo depose delicatamente in uno scatolone imbottito di polistirolo con la scritta "fragile" in rosso scritta sopra.
    Lo ammirò ancora un istante, prima di chiudere definitivamente il coperchio e si disse, appagata a pieno, che il suo lavoro era il migliore ed emozionante di tutti: ridare splendore ad una bellezza ormai in rovina.
     
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  10. †Phobos†©
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    "MAHUAUHAHUAUHAHUAHUAHAUHAUH"

    La risata malefica di Colton echeggiò per tutto il museo, infatti non essendo fine settimana non c'era poi una gran confusione. Tutti si guardarono in faccia ma poi ripresero a fare quello che stavano facendo prima che Colton gli turbasse con la sua risata degna del peggiore genio malefico.

    L'unica persona preoccupata fu la segretaria del direttore, Margaret che irrompè nell' ufficio del Direttore senza meno avvisare e sopratutto di corsa (era davvero brava a correre con i tacchi).

    "Direttore cosa le è capito?!


    "Margaret ho appena finito il modellino , Guarda!"

    Disse col tono di voce simile a un bambiono che ha appena ricevuto un nuovo regalo.

    Margaret Guardò un pò perpella prima il direttore poi il modellino.


    "Vai a chiamare i tecnici architetti muratori idraulici elettricisti e quant' altro digli che gli voglio qui il prossimo mese"


    Vado subito!

    Poi sfrecciò fuorio dall' ufficio.

    Colton si alzò dalla comoda poltrona e iniziò a scrutare l'orizzonte, osservando un pò anche le persone che entravano e uscivano dal museo.

    Si sedettè nuovamente , iniziò a massaggiarsi le meningi , doveva pensare al più grane evento che la città avesse mai visto.
     
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  11. Varonuccia
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    Hai sentito la risata del direttore oggi?
    No, me la sono persa. Che è successo?
    Ha fatto una risata degna dei peggiori film horror che è echeggiata in tutto il museo e poi ha detto alla segretaria di chiamare tecnici architetti muratori idraulici elettricisti e quant'altro.
    Capisco, sarà per le nuove pazze idee che gli vengono di tanto in tanto.
    È normale che faccia così?
    Fa sempre così.
    Oh.

    Girarono l'angolo squadrando ogni angolo buio e continuando il giro di ronda.
     
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  12. Phollia
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    Era mattino presto, circa le sei e Lara si trovava già nella sua grande stanza, non perchè avesse un grande carico di lavoro, ma bensì perchè aveva dormito poco e, non sapendo cosa fare si era alzata ed era entrata al museo con le donne delle pulzie.
    La sera precedente era arrivata una grande moneta antica, probabilmente dell'età di Settimio Severo. Era in argento, ma non era pura. Infatti in laboratorio l'avevano scansionata e si era rivelata per metà di metallo prezioso e per metà di altro materiale piuttosto scadente.
    Era infatti tipico di quell'epoca storica dimezzare il valore reale delle monete d'argento per riuscire a pagare l'esercito con quelle autentiche. Questo processo creò una grae inflazione che si portò avanti per anni.
    Lara prese la moneta e l'esaminò a fondo, la immerse in un liquido azzurrognolo che tolse tutte le impurità e i batteri. Dopo circa un quarto d'ora la estrasse a l'asciugò accuratamente, quasi come fosse un bambino.
    La mise contro la luce del tiepido sole: splendeva. Brillva.
    Gioia. Grtitudine.
    La moneta era pronta per essere esposa.
    Lara si limitò ad aspettare il facchino che le avrebbe portato qualcos'altro.
     
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  13. †Phobos†©
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    Prego tutti i dipendenti di tener conto di questo post nei loro successivi post lavorativi, grazie.


    "Signori"
    Disse con tono sollenne come un generale che parla alle sue truppe prima di una battaglia, ma i suoi non erano valorosi soldati, ma semplici idraulici muratori architetti e via dicendo...

    Faceva un gran caldo ma Colton aveva impiantato nel suo ufficio un condizionatore che guardando le facce sollevate del suo piccolo esercito doveva dare un gran refrigerio, Colton indossava un paio di lunghi pantaloni neri e di sopra una semplice camicia quadrettata rossa e nera. Continuò ad osservare la sua truppa.

    " Vi ho riuniti qui perchè ho in mente un grandioso progetto."

    Si interruppe qualche istante tanto per far capire bene il messaggio al suo gruppo.


    " E voi ne farete parte!"
    Disse con tono deciso e fermo, il suo piccolo esercito rimase sbalordito si iniziarono a guardare l'un l'altro cercando di darsi delle risposte a vicenda.


    Colton riprese il discorso.

    " Ho intenzione di ampliare il museo con due nuove aree."


    "Margaret"

    La segretaria di Colton entrò portando un enorme cartellone.

    Lo affisse su un chiodo alla parete, e lo srotolò, era un immagine in 3d del museo.

    " Non posso far rimanere chiuso per molto tempo il museo, voi quindi prima porterete tutto il materiale nell' auditorium"

    Disse indicando l'auditorium sulla immagine." "Entrerete da un entrata secondaria" Indico anche essa sul museo"
    "Dopo che avete portato tutto il materiale che vi servirà inizieremo i lavori a breve avrete una lista degli oggetti e del compenso che riceverete in caso accettaste di eseguire i lavori ognuno di voi potrà portare un qualsiasi numero di manovali, l'unica persona a cui dovrete dare credito sarò io o qualche che vi indicherò io stesso, tutto chiaro?"
    tutti fecero un segno positivo con la testa.

    " Bene potete andare Margaret vi darà dei documenti dovrete firmarli se accettate di eseguire i lavori"


    Ad ogni persona che passava la segretaria dava un fascicoletto.

    Quando uscirono tutti rimasero solo Colton e lei nella stanza.

    "Margaret..."



    "si direttore? Qualcosa non va?"


    " Devi fare una cosa per me."

    "mi dica."


    " il museo rimarrà chiuso per un paio di mesi dobbiamo trarre il maggior profitto possibile prima che il museo chiuda, quindi deve spargere la voce che ho intenzioni di tagliare il personale, così tutti daranno il meglio di loro stessi per non essere licenziati.

    La donna rimase perplessa

    "Dice sul serio? Ma è molto crudele."


    "Dobbiamo farlo."

    La donna quindi uscì dall' ufficio parecchio turbata Colton sapeva che aveva un gran cuore ama sapeva anche che era fedelissima e che quindi di lì a poco si sarebbe sparsa la voce di provabili licenziamenti. Colton non temeva rappresaglie da parte dei lavoratori avevano timore di lui, nessuno avrebbe mai messo in discussione la sua autorità apertamente, L'unico che magari invogliato e supplicato che poteva essere eretto dagli altri come paladino contro Il direttore e poter venire a chiedere Spiegazioni era il Gramo, ma Colton era sicuro che Il gramo non si sarebbe fatto per ovvi motivi, la tensione tra i due era ancora palpabile o almeno per Colton che da quando lo spirito lo aveva attaccato alle spalle non lo aveva più nemmeno salutato durante il lavoro.

    Prese dal minibar un bel boccale di vino rosso molto dolce e un vassoio con cetriolini gli pose sopra il tavolo e iniziò a bere e a mangiare, mentre sutdiava nuovamente tutte le carte relative ai due nuovi spazi che voleva allestire

    Edited by †Phobos† - 9/11/2010, 11:53
     
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    La novità non mi è piaciuta per niente. Da quello che dicono i miei colleghi, il direttore ha in mente di licenziare qualcuno. Che sia a causa dei lavori di restrutturazione che stanno per cominciare? Cos'è? Per avere i soldi per modificare il museo ha deciso di licenziare due o tre dipendenti? E se fossi io quella licenziata? No, questo non mi piace per niente. Questo lavoro non è strettamente necessario, ma mi è dannatamente utile. Qualche soldino in più mi fa comodo, ma questo lavoro è solo una facciata, posso vivere grazie al mio vero lavoro, ossia quello che faccio per il Talamasca. Non devo pagare per vivere in un appartamento, ho già la mia fantastica stanza in sede, ma la situazione rimane comunque quasi disperata. Ho bisogno di un lavoro di copertura! E questo mi piace.

    "Quella che avete di fronte." Affermo, scacciando i pensieri e le preoccupazioni e ritornando alla realtà. Ossia al gruppetto di visitatori davanti a me. "E ' una copia romana del Discobolo di Mirrone. Mirrone è nato in Boezia, più in specifico a Eleutere. E' stato attivo ad Atene negli anni centrali del V secolo. Purtroppo, nessuno dei suoi originali ci è giunto. Questa è una copia in marmo del II secolo d.C.. Per esigenze di statica legate al materiale usato, il copista ha aggiunto questo sostegno a forma di palma e il puntello che collega la mano sinistra al polpaccio destro. Osservatelo attentamente, guardate la sua posizione e la forma dei muscoli. Il Discobolo non è una statua che mira a descrivere la realtà, ma quello di fermare un momento, una fase del movimento in atto. E' un'opera ideata per una visione laterale, come se il corpo fosse disposto su un unico piano. Infatti, solo sfalsando un poco la prospettiva reale, tutte le parti risultano perfettamente visibili."
     
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  15. Varonuccia
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    Terribile, terribile.
    Già! E non hai idea di quello che è successo dopo!
    Perché c'è un seguito?
    Il tizio è tornato con degli amici.

    E mentre Carton gli raccontava l'incredibile scazzottata a cui aveva assistito mentre si trovava in un bar con una bella ragazza per un appuntamento, i due controllarono ogni angolo del museo assicurandosi che fosse tutto a posto anche per quella notte.
     
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35 replies since 2/10/2009, 20:11   597 views
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