Sotto la neve

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  1. _Rue_
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    Fino a qualche ora prima la via principale di Nouvieille era piena di vita, numerose persone avevano deciso di passare quel freddo ma soleggiato sabato pomeriggio in giro a fare compere e ovunque c'era gente che entrava e usciva dai negozi portandosi dietro pacchetti colorati di ogni forma e dimensione. Poi lentamente il cielo era stato completamente oscurato da una nube bianca che minacciava solo una cosa: neve. Così la gente, con la stessa velocità con cui si era coperto il cielo, se ne tornò saggiamente nella propria dimora, lasciando solo qualche irriducibile dello shopping e quei pazzi a cui piaceva sfidare la sorte.
    Kim li era entrambi, ma per quel giorno aveva già dato sfogo al primo istinto, come testimoniavano i tre sacchetti di altrettante marche di vestiti che si portava appresso. Al momento le piaceva l'idea di rimanere fuori sotto la neve, a casa a Washington le era già capitata l'occasione di farlo, ma suo padre, avendo intuito prima le sue intenzioni era riuscita a incastrarla in casa con qualche scusa. Adesso però lui non c'era, quindi non c'era niente che potesse fermarla, il freddo non la infastidiva, vestita nel suo caldo cappotto grigio, cappello bianco di lana col pon-pon in testa, guanti rosa caldi e la calda sciarpa di un azzurro così chiaro da sembrare anche quello bianco. Aveva persino rinunciato a mettersi la nuova gonna a scacchi per resistere di più fuori di casa, preferendo indossare degli stretti pantaloni neri che finivano dentro i morbidi stivali marrone chiaro rivestiti internamente di pelo.
    Quando iniziò a nevicare sulle sue labbra comparve un sorriso infantile, e iniziò a volteggiare giocosamente sotto la neve, che stava già cadendo abbondante, canticchiando una melodia sconosciuta, e guardava compiaciuta i movimenti del lungo cappotto che tanto le ricordavano quelli di una gonna e non curandosi che i sacchetti svolazzanti potessero colpire qualcuno. Rideva delle occhiate che certi passanti le rivolgevano, alcuni anche le sorridevano, e i bambini la imitavano, ma questi ultimi venivano subito trascinati via dal genitore di turno, madre o padre che fosse, che non vedeva l'ora di essere al caldo nella propria casa. Ma a lei non importava: si stava godendo il suo momento di infanzia ritrovata.

    SPOILER (click to view)
    Aperta a chiunque =)

     
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  2. Kalegos
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    SPOILER (click to view)
    narrato
    parlato
    pensato
    traduzione


    Ad Edward era venuta voglia di suonare così decise di andare in giro a cercare un qualche locale dove esibirsi anche se faceva freddo, aveva preso la sua chitarra e l'aveva messa dentro la propria custodia nera con vari adesivi sopra, gadget comprati nei vari concerti a cui era stato, aveva preso anche un ombrello nero abbastanza grande non si poteva mai sapere, infatti come il caso vuole inizò a nevicare proprio mentre stava per aprire la custodia nera ah cavolo ci mancava anche questa speriamo che il freddo non danneggi la chitarra pensò Edward, infatti si preoccupava di più per la chitarra che per se stesso visto che addosso aveva un giubbotto di pelle nera, una felpa dei metallica conl'immagine dell'album Master of Puppet ovvero un cimitero pieno di croci e con delle mani che tendevano dei fili, poi aveva dei jeans blu scuro infilati dentro gli stivali di pelle imbottiti.
    Il ragazzo sconsolato aprì l'ombrello e iniò a camminare verso casa quando vide una ragazza dai tratti somatici giapponesi, aveva dei lunghi capelli neri e gli occhi di un blu profondo toh che coincidenza una connazionale pensò il giovane, Edward si avvicinò alla ragazza e le mise sopra l'ombrello Chotto... watashi wa ki ni kakarudeshounode Ehi...così ti prenderai un accidente disse Edward sorridendeno .
     
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  3. _Rue_
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    La neve continuava a cadere imperterrita, ma Kim non ci faceva caso, non che non la sentisse, è che non gliene importava proprio niente se si bagnava. Era stupido e lo sapeva, ma le piaceva troppo: si sentiva libera. E comunque, anche se avesse voluto ripararsi dalla neve non aveva mezzi per farlo, dato che l'ombrello era rimasto a casa a far polvere.
    Quando passo davanti ad un bar un signore sulla quarantina uscì e per quella manciata di secondi necessari alla porta per richiudersi la ragazza senti un'ondata di calore che la fece fermare per un attimo, indecisa se proseguire o entrare per cinque minuti per riscaldarsi. Ma poi un altro fiocco di neve le si posò gentilmente sul naso e lei non poté far altro che proseguire affascinata da quello spettacolo.
    Per fortuna non c'era sabbia nelle vicinanze altrimenti avrebbe avuto dei problemi a spiegare come mai c'erano dei simpatici mini tornado intorno a lei. Era un problema ricorrente ormai: da quando si era trasferita lì, ossia tre giorni prima, le era capitato già quattro volte, per non parlare di tutte le numerose volte che aveva rischiato di succedere.
    Scacciò quei pensieri con un gesto della mano, non le andava di riempirsi la testa di pensieri pesanti in quel momento.
    All'improvviso sentì, o meglio non sentì più, qualcosa, infatti alzò il naso all'insù e non vide la neve, ma la stoffa colorata di un ombrello, poi udì una voce: "Chotto... watashi wa ki ni kakarudeshounode". Non se l'aspettava, non era mica cosa di tutti i giorni sentir parlare giapponese in una città europea (a meno che non ti trovassi in mezzo a una comitiva di turisti sia chiaro), in più era da un pò che nessuno le si rivolgeva in una delle sue lingue madri. Si voltò a guardare il volto del suo possessore, indubbiamente occidentale, chiedendosi come mai sapesse parlare quella lingua da lei tanto amata e odiata allo stesso tempo.
    "Shinpai shinaidekudasai" Non preoccuparti gli rispose con un sorriso da bambina sulle labbra.
    "Watashi ha tsuyoi yorimo mie ruyo" Sono più forte di quello che sembro questo lo aveva detto con un leggero orgoglio, sebbene velato da un'improvvisa tristezza.
    Lo osservò attentamente avvicinandosi leggermente, quasi a volerne carpire ogni dettaglio, poi come se fosse niente tornò a sorridergli in maniera innocente con gli occhi accesi di una nuova luce.
    "Dakara seiyoujin haanatanoyouna nihonjin noyouni gaikokugo wo hanasu kotogadekirunazedesuka ? Allora come mai un occidentale come te sa parlare una lingua sconosciuta come il giapponese? chiese guardandolo con uno sguardo pieno di curiosità.

    SPOILER (click to view)
    scusa per il mio giapponese, ho usato il traduttore istantaneo, quindi qualche errore ci sarà ^__^"



     
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  4. Kalegos
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    La conferma arrivò la ragazza era giapponese e aveva risposto in fretta utilizzando deti termini appropriati, la ragazza sembrava forte e orgogliosa ma aveva un che di bambina ingannevole che tendeva ad approfittarsi agli estranei Watashi wa anata ga yokatta ni naritakatta Contenta te io volevo essere gentile disse Edward guardandola negli occhi.
    Il ragazzo scoppiò in una risata alla domanda della ragazza era ovvio che fosse strano che un ragazzo con i tratti somatici occidentali parlasse giapponese Let' s wa, watashi wa Nippon de sū-kagetsu mae made no subete no watashi no jinsei o ikite kita to iu Diciamo che ho vissuto tutta la mi vita in giappone fino a qualche mese fà disse ancora ridendo Edward gli piaceva vedere le faccie stranite della gente quando lo vedeva parlare in giapponese.

    SPOILER (click to view)
    lo uso pure io il traduttore LoL
     
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  5. _Rue_
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    "Anatahatotemo shinsetsu nisareteiru jissaini ha" Infatti sei stato molto gentile "Arigatou" Grazie aggiunse sempre guardandolo negli occhi, le piacevano quegli occhi, erano di azzurro stupendo, la frangia ogni tanto li oscurava, ma invece di togliere, aggiungeva ancora più fascino.
    Sembrava che al ragazzo piacesse quando qualcuno gli chiedeva il perché sapesse parlare il giapponese, infatti scoppiò a ridere, non una risata cattiva ovviamente, ma si capiva che si stava gustando il momento.
    "Nippon desho ? Hontou ni subara shii basho dearu hitsuyou gaarimasu ..." Il Giappone eh? Deve essere davvero un luogo stupendo... nonostante la sua origine non era mai stata nella terra del Sollevante, era sempre stato il suo sogno, rivedere sua madre, sapere se le era mancata, e anche i gemelli, chissà cosa stavano facendo adesso.
    "Anataga shitte , soreha kimyou ni kiko eruga , watashi ha itta kotoganai" Sai, sembra strano, ma non ci sono mai stata disse con una punta di malinconia con lo sguardo perso nel vuoto
    "Basho toshite yoi desuka ?" E' bello come posto? chiese sempre guardando lontano.
     
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  6. Kalegos
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    La ragazza lo stava fissando negli occhi, era un pò strano essere squadrati in quel modo oh non c'è di che disse Edward mentre si metteva il cappuccio della felpa per ripararsi la testa dalla neve, poi la ragazza disse di non essere mai stata in giappone eppure parlava benissimo la lingua nipponica Beh si è molto bello come posto, io ho vissuto sul monte Fuji per ben quattro anni e da li la vista è stupenda disse chiudendo gli occhi cercano di ricordare lo spendido panorama invernale del giappone.
    Edward si mise apposto la custodia della chitarra e rivolgendosi alla ragazza Cosa ci fa un ragazza in mezzo alla neve tutta da sola ? A scusa non mi sono presentato mi chiamo Edward disse portando chiudendo la mano sinistra in un pungo mentre la destra avvolgena l'altra poi fece un inchino in pratica aveva fatto il solito saluto giapponese di quando si incontra una persona nuova.
     
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  7. _Rue_
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    Probabilmente doveva suonare strano il fatto che, nonostante parlasse benissimo il giapponese, non era mai stata in Giappone, a volta sembrava strano anche a lei, ma era contenta che fosse così. Suo padre avrebbe anche potuto decidere di isolarla dalla sue origini e insegnarle solo la cultura occidentale e invece le aveva permesso di imparare tutto quello che voleva, mettendo però il freno al suo desidero di visitare la sua terra natia.
    Questa volta quando rispose il ragazzo usò la lingua di Nouvieille, l'inglese, più adatto a una città europea, prima, mentre parlavano nella loro lingua orientale, aveva attirato l'attenzione di chiunque si era avvicinato a loro.
    "Deve essere stato meraviglioso vivere in un posto del genere, dalle foto sembra un posto davvero affascinate" un pò lo invidiava, lei non sarebbe mai riuscita a vivere in un posto del genere, troppo isolato, però le sarebbe piaciuto provarci, giusto per vedere quando resisteva.
    La ragazza sorrise alla presentazione tipicamente giapponese, era da tempo che non ne vedeva una, l'ultima era un cliente giapponese di suo padre, un tipo molto tradizionalista, tre anni fa.
    "Hajimemashite, Edowa-do-san" Piacere di conoscerti, Edward-san rispose, tornando volutamente al giapponese, inchinando anche lei, ma senza unire le mani come aveva fatto il ragazzo. Generalmente lei non era una persona fiscale con gli onorifici dopo il nome, spesso neanche li metteva, però visto che Edward era stato in Giappone fino a poco tempo fa, forse gli faceva piacere sentirselo dire.
    "Io mi chiamo Kim, ma poi anche chiamarmi Kim-chan, non mi da fastidio, anzi." si presentò sempre sorridendo gentile
    "Comunque ero qui a fare shopping" rispose mostrando i sacchetti che teneva in mano "Poi e iniziato a nevicare e non ho saputo resistere alla tentazione di stare sotto la neve. A casa non lo posso mai fare, mio padre me l'ha proibito" sorrise innocente "Però lui non c'è qui a Nouvieille, adesso è nella sua villa a Washington, probabilmente starà già dormendo a quest'ora".
    "E tu dove stai andando con quella custodia? chiese indicando l'oggetto nero ricoperto di adesivi "C'è una chitarra lì dentro? aggiunse curiosa
     
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  8. Kalegos
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    Anche la ragazza fece un inchino, la ragazza aveva detto ad Edward di essere fortunato ad aver vissuto in giappone lo dici perchè non sai cosa ho passato su quella montagna pensò il ragazzo, la ragazza si chiamava Kim e molto probabilmente veniva dall'america proprio come i suoi genitori, ma l'america è molto grande chissà dove erano finiti quei due, pensado ai due genitori dispersi ad Edward venne un pò di tristezza che svanì quasi subito dopo che Kim gli aveva chiesto cosa c'era dentro la custodia oh dentro c'è la mia chitarra elettrica ma non penso che mi prendano da qualche parte il mio genere non è adatto a Nouvieille disse il ragazzo sorridendo, poi vide la grande quantità di sacchetti di vari negozi Non sono un pò troppi per una sola ragazza vuoi una mano a portarli ? disse indicandoli.
     
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  9. _Rue_
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    Kim notò il cambio d'umore di Edward quando raccontò dell'America, ma visto che, appena venne accennata la musica, la sua espressione si illuminò, non chiese altro e decise di non portare più la discussione su quell'argomento.
    "Una chitarra elettrica? Wow è uno strumento bellissimo, mi ha sempre affascinato, però non ho mai avuto occasione di imparare a suonarlo." guardò con soggezione la custodia "Se fosse per me studierei ogni strumento esistente, ma il tempo che posso dedicare alla musica è quello che è così mi posso impiegare il mio tempo solo per suonare bene un solo strumento. Ho scelto il piano, un pò per capriccio a essere sincera, però posso dire di cavarmela discretamente." Quando era seduta davanti al piano tutto intorno diventava sfuocato, non importante, e l'unica cosa che esisteva in quel mondo erano le dita che volavano veloci sulla tastiera e la melodia che ne scaturiva.
    "Dai, perché dovrebbero non volerti? Scommetto che sei bravo, altrimenti non andresti in giro in cerca di un locale dove esibirti, no?" disse cercando di incoraggiarlo "Sentiamo, quale sarebbe questo genere che nessuno qui ascolta?" chiese gioiosa senza nessuna intenzione di offendere.
    Le venne quasi da ridere quando le chiese se aveva bisogno di un aiuto per i sacchetti, Kim non aveva nessuno problema a portarli, non avrebbe avuto problemi neanche se fossero pesati cinquanta chili, ma questo ovviamente non poteva dirlo ad Edward, per una normale ragazza quei sacchetti sarebbe stati un pò pesanti quindi non poteva dire di no, avrebbe dato nell'occhio.
    "Grazie"disse gentilmente porgendogli uno dei sacchetti quello dall'apparenza più pesante. "Comunque sono vicina a casa, è tra un isolato e mezzo in quella direzione" disse indicando la direzione nella quale stavano camminando.
     
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  10. Kalegos
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    Era la seconda ragazza che suonava il piano andrà di moda tra le ragazze pesnò il ragazzo, ma a quanto pare a Kim piaceva un qualsiasi strumento e il suo volto si illuminò non appena sentì la parola chitarra elettrica Beh basta guardare la mia felpa per capire il genere disse indicando la felpa dei Metallica con in rilievo un cimitero pieno di croci beh ho detto che non è adatto a Nouvieille perchè sembra più una città con la puzza sotto il naso piena di snob forse avrò più fortuna nei quartieri bassi oppure in qualche Pub disse Edward non curate delle orecchie indiscrete della città, il ragazzo prese un sacchetto non era affatto pesante per lui ma per una ragazza fare un pò di strada con quei sacchetti sarebbe stata un pò dura se vuoi ti accopagno abito anche un pò più lontano ma è di strada disse con un sorriso.
     
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  11. _Rue_
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    La ragazza sorrise, già la felpa faceva il suo effetto. I Metallica non era un gruppo che ascoltava spessissimo ma qualche CD loro doveva avercelo in casa.
    Normalmente preferiva ascoltare musica o rock oppure qualcosa di più docile, ma ogni tanto nella vita ci voleva un pò di vita.
    Senza pensarci iniziò a canticchiare una delle loro poche canzoni che conosceva abbastanza bene

    "So close, no matter how far
    Couldn't be much more from the heart
    Forever trusting who we are
    and nothing else matters
    Never opened myself this way
    Life is ours, we live it our way
    All these words I don't just say
    and nothing else matters
    Trust I seek and I find in you
    Every day for us something new
    Open mind for a different view
    and nothing else matters
    Never cared for what they do
    never cared for what they know
    but I know..."


    Poi si blocco di colpo arrossendo, non se n'era neanche resa conto di aver cantato davvero e non solo nella sua testa e se non se fosse accorta avrebbe tranquillamente continuato a cantarla tutta. "Scusa mi sono lasciata prendere la mano...". Generalmente non si vergognava di cantare in presenza d'altri, non aveva una brutta voce anzi, l'unico problema era che ogni tanto sbagliava gli acuti e bassi, ma non avendo frequentato una scuola di canto, se la cavava piuttosto bene.
    "Già anche a me a dato quest'impressione, ma sai, sono qui solo da tre giorni, quindi non posso giudicare pienamente, l'unica cosa che ho visto finora sono casa mia e i quartieri alti, magari il resto è diverso" poi scoppiò a ridere " E chissà, magari adesso entri in quel bar" indicò in bar che da fuori sembrava essere direttamente uscito dall'ottocento "e scoprirai che questa gente con la puzza sotto il naso in realta adora il metal.".
    Si calmò per rispondere alla gentile proposta "Grazie, sarebbe molto gentile da parte tua, se vuoi puoi salire a prendere una cioccolata calda, con questo tempo è la cosa migliore per tirarsi via di dosso il freddo".
     
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  12. Kalegos
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    La ragazza si mise a cantare Nothing Els Metters senza preoccupazione come se fosse da sola si stava isolando dal mondo intero poi si accorse di quello che stava facendo, Edward scoppio a ridere Kim era arrosita fino al midollo forse, dopo essersi asciugato le lacrime disse non credo che quel bar fosse adatto devo ancora visitare un night li forse forse faccio qualcosa poi la ragazza lo invitò a casa sua per una tazza di cioccolata calda direi che è molto appropriata ne gradirei un tazza grazie Edward mise il braccio destro in avanti con la mano aperta prego dopo le signore e sopratutto fai strada perchè non so dove abiti ah ah ah ah ah ah
     
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  13. _Rue_
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    "Beh forse hai ragione, te li immagini i vecchietti in frac a un concerto di metallari?" scoppio a ridere da sola al pensiero di un vecchietto di novant'anni in frac sul palco con una chitarra elettrica in mano a fare un assolo degli AC/DC.
    "Comunque quando trovi un posto per suonare dimmelo mi raccomando che ti vengo a sentire volentieri." aggiunse sincera, lo conosceva poco Edward, ma le stava già simpatico, e poi era la prima persona della sua età che conosceva qui a Nouivieille, gli altri erano tutti vecchi amici del padre quindi avevano tutti superato abbondantemente la quarantina.
    Trattene a stento una risata ai modi del ragazzo "Naturalmente" disse in modo altezzoso per poi scoppiare anche lei a ridere.

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    apro di la?


     
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  14. Kalegos
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    Edward seguì Kim verso casa sua, il ragazzo porse l'ombrello alla giovane nuova amica tieni io ho il cappuccio della felpa Edward si mise le mani in tasca per proteggerle dal freddo si girò verso la ragazza cosa ti ha portato a Nuovieille Kim-chan ? Se non ti distruba dissi con tono dolce e curioso allo stesso tempo, si ricordava il suo arrivo a Nuovieille con la chitarra in spalla e una valigia nella mano destra , non conosceva nessuno e aveva faticato un pò a trovare casa i primi giorni aveva vissuto in un hotel con poche stelle così da poter trovare casa.

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    facciamo uno due post a testa e poi andiamo nel post di casa tua ^^
     
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  15. _Rue_
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    "Grazie" Kim prese l'ombrello che Edward le aveva offerto, ma lo tenne sempre un pò spostato in modo che coprisse anche in parte il ragazzo. La neve continuava a cadere e sembrava che non avrebbe smesso tanto presto, adesso era diversa da prima: i fiocchi erano più piccoli e fitti, diversi da quelli grossi e leggeri di pochi caduti fino a poco fa. Anche la temperatura si era abbassata, e la ragazza iniziava ad avvertire anche lei il freddo. Si strinsi nel cappotto caldo sapendo che tra non molto sarebbe stata al calduccio a casa bevendo una bella cioccolata calda.
    "Non ti preoccupare, non è stata un esperienza traumatica, più una liberazione direi. Ho deciso io di mia spontanea volontà di venire qui, e i soldi di mio padre hanno fatto il resto. Perché Nouvieille? Non lo so neanche io bene il motivo, probabilmente perché alcuni dei miei amici mi hanno detto che qui non ci si annoia mai, e che succedono sempre cose interessanti" la frase era abbastanza ambigua, ma non poteva mica dire che era venuta qui perché così poteva incontrare altre creature non umane. Omise di dire che in verità quelli non erano amici suoi, più che altro altri mutanti che si erano radunati in gruppo per avere più forza e per compiere atti non propriamente legali. "Scherzi a parte avevo bisogno di cambiare aria, non ne potevo più della vita relegata in casa" disse sbuffando, per quando amasse il padre il suo senso di apprensione nei suoi confronti era a dir poco soffocante.
    "E tu? Come mai Nouvieille?" chiese sorridendo allegramente voltandosi verso di lui
     
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18 replies since 20/7/2010, 18:28   198 views
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