Secondo Avvento: La Chiamata

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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Sta arrivando.

    La consapevolezza gli attraversò le sinapsi alla velocità della luce, facendolo svegliare di soprassalto.
    Il buio pesto della sua stanza non gli impedì di scattare in piedi, lasciando cadere il lenzuolo bianco dietro di sé, e di dirigersi a passo sicuro verso il bagno.
    L’angusto locale si illuminò immediatamente quando azionò l’interruttore. Senza pensarci, aprì il rubinetto e si lavò la faccia a più riprese, con acqua freddissima.
    Solo allora, quando tutti i residui del sonno si sciolsero come neve al sole, padre Thomas Bowman alzò gli occhi verso lo specchio.
    Il terrore nei suoi occhi azzurri fu talmente autentico da fugare ogni dubbio.

    Sta arrivando.

    Thomas Bowman tornò nella sua camera da letto e accese la lampada sul comodino. Il suo piccolo bilocale si illuminò di una tenue luce gialla.
    Bowman si passò una mano nodosa fra i capelli grigio ferro e fu costretto a sedersi per non rischiare che gli cedessero le gambe.
    E così, alla fine, il Bambino d’Oro era arrivato. Bowman lo sapeva che sarebbe successo e aveva rifiutato ogni aspetto della sua vita privata per studiarlo con calma. Vent’anni prima, aveva inscenato una vocazione tardiva e aveva finto di voler diventare un sacerdote. Si era servito delle sue arti magiche per ringiovanire il suo aspetto, in modo da non destare sospetti, ed era invecchiato poco a poco come un sacerdote cattolico di Nouvieille. Adesso dimostrava una cinquantina d’anni, nonostante ne avesse quasi ottanta.
    Nel suo periodo di ritiro spirituale Bowman aveva cercato di percepire l’essenza del Bambino d’Oro, senza alcun successo. Fino a quella notte.
    Il segno era stato chiarissimo. Il Bambino d’Oro, destinato a modificare per sempre il corso del tempo, era in procinto di arrivare sulla Terra.
    Bowman aveva votato la sua stessa vita alla ricerca del Bambino d’Oro, scoprendo che moltissimi grandi letterati dell’antichità lo avevano preceduto.
    Ille deum vitam accipiet divisque videbit
    permixtos heroas et ipse videbitur illis
    aveva scritto Virgilio, nella sua IV egloga.
    Prenderà la vita degli dei, vedrà gli dei insieme agli eroi e da loro sarà visto.
    Ed erano passati quasi tre anni da quando padre Bowman aveva avvertito l’essenza del Bambino d’Oro per la prima volta. Per la precisione, 1260 giorni.
    La durata dell’Apocalisse.
    Contrastando un principio di autoconservazione che gli imponeva di far finta di niente, padre Bowman afferrò la sua Bibbia.
    La sfogliò febbrilmente finché non trovò la pagina che stava cercando.
    Aveva formulato lui stesso quell’incantesimo, molto tempo addietro, sfruttando forze ancestrali e demoniache. Si era detto che avrebbe saputo quando usarlo.
    Era arrivato il momento. Pronunciò ad alta voce le formule magiche più di una volta, sperando di raggiungere le coscienze dei meta-umani presenti nella città del Peccato in cui viveva.

    Uomini di Nouvieille, esseri di straordinaria potenza. Rallegratevi, l’età delle lacrime sta per concludersi. Arriva il Bambino d’Oro, colui che salterà le soglie del tempo e ci porterà il futuro. Nel grande libro del Mondo è scritto che proveranno ad ostacolarlo. Per questo richiedo il vostro supporto. Uomini di Nouvieille, esseri di straordinaria potenza. Aiutatemi a proteggere Dio.

    *



    url(2)


    Steven, abbiamo captato qualcosa!

    La giovane donna dai capelli rossi faticò a trattenere l’eccitazione del momento e la voce le tremò debolmente mentre cercava di attirare l’attenzione del suo diretto superiore.
    Il Colonello Steven Hiller non si fece attendere più di una manciata di secondi e arrivò al cospetto della sua ricercatrice perfettamente in divisa, con un bicchierino di brandy nella mano sinistra.

    Spiegami Jane, cosa vuol dire qualcosa?

    La giovane donna si fermò per un istante a contemplare la figura slanciata e muscolosa del colonnello, prima di parlare.

    Non te lo saprei dire con precisione Steve, ma finalmente è successo qualcosa. I nostri computer sono impazziti per un istante, come se fossero stati alimentati da un paio di bombe atomiche. Mi dispiace non poter essere più precisa, ma per la prima volta da quando siamo qui dentro, è successo qualcosa.

    Hiller sfoggio un sorriso di cortesia nei confronti della ricercatrice, prima di dirigersi verso la gigantesca finestra dell’attico che lui e la sua equipe avevano occupato.
    Jane faceva bene ad essere felice. Quello era il sesto mese che loro due e i gemelli passavano segregati in quella prigione dorata senza poter uscire nemmeno per prendere una boccata d’aria.
    Quella notte, c’era stato il primo passo della segretissima Operazione Neottolemo.
    Il colonnello scrutò il cielo di Nouvieille mentre fuori infuriava la tempesta.
    La sua squadra era eccezionale, lo sapeva, ma probabilmente avrebbero avuto bisogno di altro supporto.
    Erano quattro soldati addestrati, agenti di un agenzia governativa con molti anni di lavoro alle spalle ma quello che avrebbero affrontato a breve, se i suoi superiori avevano ragione, sarebbe stato l’incarico più delicato della loro carriera.
    Hiller non temeva le creature mistiche ed era abituato a lavorare nell’anonimato. Lui e la sua squadra non esistevano. Loro operavano solo nel tempo che intercorre tra il lampo e il tuono. Perché non sarebbe stato saggio rivelare al mondo interno che in Europa e in giro per il mondo c’erano creature come quelle che loro tenevano d’occhio.
    Vampiri, Demoni, Creature Mitologiche… o Licantropi come lui.
    Hiller sapeva che l’operazione Neottolemo doveva andare in porto senza possibilità di errori o di rallentamenti.
    Il Bambino d’Oro avrebbe potuto sconvolgere la loro esistenza.
    Sospirando, il Licantropo tornò dalla sua tecnica.

    Jane, è tempo di contattare le creature che stavamo seguendo.

    A breve, il Licantropo Steven Hiller avrebbe avuto una nuova task force di soldati.



    Bene signori, dichiaro ufficialmente aperta la Quest.
    Vi siete già iscritti OFF GDR, ma in questo topic confermerete il coinvolgimento dei vostri personaggi all'interno del mondo di gioco.
    La cosa sarà piuttosto semplice, poiché si tratterà di rispondere a questa discussione con un solo post in cui il vostro personaggio viene contattato da uno dei due schieramenti e si unisce alla crociata. Vi contatterò seguendo l'ordine di prenotazione.
    Importante: la scelta che farete adesso non sarà vincolante, poiché se lo desidererete, sarete liberi di passare da una parte all'altra, di tradire una fazione o di giocare come talpe... a vostro rischio e pericolo. (e, ovviamente, facendomelo presente con un discreto anticipo ahaha)
    Per domande, dubbi, commenti e quant'altro, vi rimando al topic di iscrizione OFF GDR, che terremo come topic di confronto.
    Buon divertimento. ^^




    2-25220867
    Il sacerdote, conclusa la sua preghiera, accese il vecchio portatile che teneva sul comodino.
    All'interno del vecchio pc c'era una lista di persone che lo avrebbero quasi certamente abitanti della città che lo avrebbe quasi certamente aiutato.
    Sapeva quasi tutto di loro, avendoli seguiti e spiati in diverse occasioni e sotto diverse forme.
    L'unica cosa che gli restava era sperare di avere fortuna, di saper sfiorare le corde giuste del loro animo, per farle vibrare a tempo con la sua sinfonia.
    Il primo era un giovane uomo all'apparenza del tutto normale, fornito soltanto di modi eccentrici e leggermente inusitati.
    Ma Bowman sapeva la verità. Sapeva che quell'uomo era in realtà perfettamente in grado di tramutare le sue forme in quelle di un feroce animale mannaro, assetato di sangue e di potere.
    Stabilito un debole legame telepatico, Bowman iniziò la sua opera di convincimento.

    Daisuke.
    Non avere paura. Mi chiamo Thomas Bowman, e sono un prete. Ho bisogno di te e dei tuoi straordinari poteri, Daisuke.
    Raggiungimi prima che sorga il sole presso la cappella di Saint Mary. Mi troverai lì.


    Il primo era andato.
    Padre Bowman si vestì con l'abito talare ed uscì dalla sua piccola abitazione, diretto alla vecchia chiesa di Saint Mary.
    Avrebbe avuto una lunghissima notte.

    *



    url(2)
    E così, il primo era un mannaro come lui.
    Hiller sorrise mentre saliva a bordo della sua utilitaria nera.
    Daisuke Robert Stark abitava in un bell'appartamento di 120 metri quadrati nel centro della città, nel cuore pulsante di Nouvieille.
    Secondo il dossier che Jane aveva redatto su di lui era un tranquillo omosessuale abile per quello che riguarda il mondo grafico, che aveva tuttavia il sangue di una lince mannara.

    Una lince. Chissà se dovesse scontrarsi con il mio lupo come ne uscirebbe.

    Il colonnello si passò una mano tra i capelli mentre attendeva ad un semaforo rosso.
    Parcheggiò qualche minuto dopo ad un paio di isolati di distanza dalla casa di Daisuke, poi lo contattò con il suo telefonino usa e getta.
    Era essenziale utilizzare poche parole e non far trasparire la sua provenienza. Se il mannaro non avesse risposto, la voce di Hiller sarebbe rimasta in segreteria per ventiquattro ore, allo scadere delle quali Jane avrebbe provveduto ad hackerare la centralina della segreteria e a rimuovere il messaggio per cancellare tutte le prove del loro coinvolgimento.

    Signor Stark, buonasera.
    Sono il colonnello Steven Hiller, e so che lei è una lince mannara. Non si preoccupi e non si affretti a negare, anch'io sono più o meno come lei.
    Ho bisogno dei suoi servigi: le assicurò che sarà ricompensato lautamente da me e dai miei capi.
    Se accetta, si diriga a Crossbones street il prima possibile. Il vecchio attico abbandonato è un posto perfetto per parlare meglio.


    Daisuke R. Stark, tocca a te. Scegli a quale amo vuoi abboccare ^^


    Edited by Nik; - 22/1/2015, 13:42
     
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    "Solo coloro che amano i gatti conoscono il piacere di una borsa dell’acqua calda, musicale, in pelliccia e che non si raffredda mai." (Susanne Millen)

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    Tornato stanco da lavoro si era spogliato e si era infilato sotto la doccia in cerca di quella prima parte di relax che era solito gustarsi quando era in arrivo il week end. Qualcosa però aveva disturbato quel suo momento di quiete e tranquillità, una sorta di vibrazione discontinua nella sua testa che lui aveva imparato a riconoscere come l'inizio di un legame telepatico con qualcun altro. Chi conosceva della sua natura mannara in quella città? Pochi. E ancora, chi tra loro sapeva un mannaro poteva comunicare mentalmente in quel modo? Aveva fatto per domandare chi fosse ad aver cercato quel contatto con lui, ma quella voce sconosciuta aveva fatto prima di lui.
    Era stato chiamato per nome, il proprio nome per intero e non Dairo, come invece era solito chiamarlo chi lo conosceva e aveva un rapporto confidenziale con lui. Eppure quello sconosciuto che lo chiamava per nome gli aveva detto di chiamarsi Thomas Bowman e di essere un prete, al che aveva chiuso la doccia per restare in perfetto silenzio e sentire meglio cosa aveva da dirgli quel prete che lui, in tutta onestà, riteneva di non conoscere.
    Aveva bisogno dei suoi poteri? Dunque sapeva bene chi era? Rimasto perplesso da quel fatto, aveva scosso la testa e aveva deciso che no, non avrebbe risposto a quell'appello, o almeno non subito perché non voleva che l'altra parte sapesse che lui era venuto a conoscenza di quel messaggio. Poteva anche dormire in quel momento, no? Viveva solo e chi mai avrebbe potuto affermare il contrario! E per rafforzare tale cosa non aveva nemmeno chiuso il legame mentale con l'uomo misterioso di nome Thomas, in modo tale che l'altro avrebbe fatto quella cosa da sé dopo aver constatato di non aver ricevuto alcuna risposta da parte del mannaro.
    Si era messo l'asciugamano attorno alla vita, stringendolo bene per sentirselo avvolto bello stretto, e uscito dal suo bagno personale il suo sguardo aveva notato di striscio che il cellulare lampeggiava per avvisarlo di un messaggio non letto. Aveva sperato fosse Key che lo invitava ad uscire, almeno il week end sarebbe cominciato decentemente, e invece era da un numero sconosciuto, poteva capitare visto il suo ruolo all'interno della sua azienda, e considerato anche il fatto che ancora doveva concludere i dettagli della storia dell'eredità del nonno in Giappone.



    Signor Stark, buonasera.
    Sono il colonnello Steven Hiller, e so che lei è una lince mannara. Non si preoccupi e non si affretti a negare, anch'io sono più o meno come lei.
    Ho bisogno dei suoi servigi: le assicurò che sarà ricompensato lautamente da me e dai miei capi.
    Se accetta, si diriga a Crossbones street il prima possibile. Il vecchio attico abbandonato è un posto perfetto per parlare meglio.



    I suoi occhi si erano fatti grandi e colmi di stupore, fastidio e anche curiosità. Stupore perché nella sua mente, e in maniera molto rapida, aveva collegato quel messaggio appena letto a quello ricevuto poco prima sotto la doccia, e non sapeva nemmeno spiegarsi il perché di quel collegamento. Fastidio perché anche quel misterioso Steven Hiller, un colonnello, pareva sapere su di lui più di quanto concedeva di solito. Fastidioso anche perché, da quanto sospettava, si trattava di un mannaro, o comunque di qualcosa che poteva assomigliarlo in qualcosa. Un mannaro in quella città voleva dire dover mettere in chiaro certe cose, visto lui lì aveva il suo quartier generale, o più comunemente detto territorio. Incuriosito, in fine, perché quella storia destava la sua innata e naturale curiosità, quella voglia di andare a vedere le cose che lo solleticavano per un qualsiasi motivo. E se davvero era tutto come supponeva, ossia che i due messaggi fossero legati da qualcosa, doveva esserci molto da osservare, capire e scoprire.
    Doveva rispondere a quel messaggio? Ovvio che non lo avrebbe fatto, anche se tale prassi fosse stata richiesta esplicitamente dal messaggio stesso, mica era da lui obbedire al... colonnello.
    Puah, una guardia per giunta
    Aveva borbottato mentre, oramai deciso a vedere dove avrebbe portato tutta quella storia, si era infilato un paio di jeans neri strappati sulle ginocchia, Doc Marten's neri lucidi, un maglione a righe larghe e orizzontali nere e viola e una giacca di pelle tipo motociclista. Niente trucco questa volta, niente che potesse farlo sembrare ambiguo come piaceva apparire a lui stesso (anche se ambiguo lo era sul serio molto spesso). Aveva solo pensato a cosa avrebbe potuto portarsi appresso nel caso quella faccenda si fosse rivelata essere un pericolo per la propria vita.
    I tre dermal contro i morsi dei vampiri li aveva sempre, non li toglieva mai, stessa cosa valeva per il tatuaggio sul petto atto a proteggerlo da maledizioni da contatto. All'interno della giacca, come in tutte quelle che possedeva, aveva fatto cucire dei taschini di varie misure nei quali aveva messo in uno due pozioni della guarigione completa, in un altro taschino due per la ricrescita ossea e in un altro ancora la coppia di spade piccole che poteva estrarre semplicemente portandosi le braccia dietro la schiena. All'anulare sinistro in fine, il suo Rosenschwert. Per il resto si affidava alle sue capacità, al suo istinto e perché no, anche ad una certa dose di... Fortuna.
    Per sicurezza non aveva preso né la macchina né la moto, anche se sospettava che il colonnello sapesse anche di quanti peli aveva sul sedere, ma preferiva arrivare al luogo indicato prendendo un taxi.
    Crossbone street, per favore
    Civico?
    Non ha importanza, appena imboccata mi lasci lì
    E si era lasciato andare nel sedile posteriore guardando distrattamente gli scenari notturni che lo separavano da Crossbone street, mentre nella sua testa cominciavano ad affollarsi tante domande e timori.


    Non so se ho fatto bene a fermarmi qui, in caso contrario dimmelo e fammi sapere cos'altro devo fare
     
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    Aveva avuto fortuna?
    Impossibile da sapere.
    Lo Stregone che si nascondeva sotto lo pseudonimo e le fattezze di Thomas Bowman tirò un sospiro, mentre usciva dalla sua angusta dimora.

    Non posso permettermi di attendere. Devo recarmi seduta stante al monastero. Nel frattempo posso provare ad effettuare una seconda chiamata.

    Il monastero di Saint Mary era di poco fuori i confini cittadini e, benché sembrasse un luogo di clausura, era in realtà una copertura.
    Bowman aveva posto al suo interno una piccola comunità di suore, stipulando con la Madre Superiora un accordo che gli consentisse, violando la morale cristiana, di utilizzare buona parte del monastero per i suoi comodi.
    Le otto suore che vi dimoravano, alloggiavano nelle celle sotterranee e non uscivano quasi mai alla luce del sole, per cui Bowman avrebbe potuto facilmente istituire la sua Santa Lega all'interno del luogo di culto.

    Spero che Warren mi dia una mano con le chiamate, potremmo non avere molto tempo.

    Mentre camminava a passo svelto verso la sua Ford Focus, lo stregone fece appiglio alle sue doti mentali e cercò di contattare il secondo nome sulla sua lista, che in precedenza aveva stampato e si era portato dietro.

    Key Yami.

    Il contatto con un essere così potente fece rabbrividire Bowman ma contemporaneamente lo esaltò. Con l'Angelo Nero al suo fianco avrebbe avuto ben poco da temere.

    Mi chiamo Thomas Bowman e ho bisogno delle tue incredibili doti.
    Raggiungimi al monastero di Saint Mary e dammi modo di spiegarmi al meglio. Di assicuro che avrai modo di aumentare ancora il tuo già vasto potere.
    Lavora insieme a me e diventerà sconfinato.


    La bramosia di potere.
    Bowman lo sapeva bene, era una delle leve più facili per aprire il cuore degli uomini.

    E delle Creature Antiche.

    *



    url(2)


    Il colonnello Hiller ricordava ancora lo stupore con cui aveva appreso della vera natura della signorina Yami.
    Un Angelo Nero era una creatura straordinariamente rara anche per un indagatore dell'occulto come lui.
    Eppure, quell'essere che stava per palesarsi sul mondo avrebbe potuto sconfiggere e assorbire qualsiasi cosa.
    Anche un Angelo Nero.
    Modificando leggermente la procedura usata in precedenza per Stark, il colonnello Hiller fece recapitare al cellulare della donna un sms.

    Signorina Yami, buonasera.
    Perdoni l'intrusione nel suo cellulare, ma mi è necessaria la sua collaborazione.
    Crossbone Street, stanotte.


    Poche parole, nemmeno il suo nome.
    Hiller incrociò le dita, sperando che quell'essere mistico decidesse di dargli fiducia.
    La notte era appena iniziata.

    Prego Key, fai più o meno come ha fatto Daisuke^^
     
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    ~ my greatest sin is my own existence

    Per principio NON entro su forum o siti spammati per mp

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    Angeli Neri
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    Poteva andare peggio?
    Era in macchina, stava guidando sulla strada verso casa. Lo sapeva che non era un'ottima idea, ma non era il tipo di persona che apprezzava particolarmente le cinture di sicurezza. Forse dipendeva dalla sua altezza esigua e dal fatto che l'auto fosse l'esatto opposto. Del resto non aveva mai avuto un incidente in vita sua, almeno fino a quel momento, appunto.
    Aveva sentito pronunciare il suo nome, ma il problema di fondo era che lì, accanto a lui non c'era nessuno, nessuno che avrebbe potuto parlargli.
    Era nella sua testa. Dannazione, era nella sua testa quel brutto stronzo. Aveva improvvisamente sterzato ritrovandosi quasi sul marciapiede. Il clacson dell'automobilista che lo seguiva gli era rimbombato nella scatola cranica al pari della sequela di offese e insulti che lo avevano seguito. Ma il suo problema in quel momento era la voce, quella che si era intrufolata lì nel suo cervello. Un nome Thomas Bowman. Chi diavolo era? Come aveva fatto a contattarlo in quel modo? Cosa voleva da lui e soprattutto cosa sapeva sul suo conto? Gli chiedeva di lavorare con lui, gli offriva potere. Ma cosa poteva dargli costui che non fosse in grado di prendersi da solo? Per quale motivo avrebbe dovuto accettare?
    Il fatto che volesse incontrarlo in una chiesa gli puzzava di marcio. Perché uno come lui avrebbe mai dovuto mettere piede in una chiesa? Era una trappola o cosa? Non gli piaceva che gli si dicesse cosa doveva fare e come lo doveva fare, non gli piaceva per niente.
    Era ancora lì, come le mani a reggersi la testa e a ragionare su quanto era appena accaduto che aveva sentito il suono del proprio telefono. Un messaggio.
    Il solo leggere la prima parola gli aveva fatto salire il sangue al cervello, considerando che era già abbastanza nervoso per aver rischiato di schiantarsi contro un muro.
    “Signorina....”
    Cosa?
    Chiunque fosse non si era presentato... O presentata, non aveva idea se si trattasse di un uomo o una donna, aveva solo lasciato un indirizzo nemmeno troppo distante da lì.
    Si era soffermato qualche istante.
    Da chi aveva avuto il suo numero? Beh, ad essere onesti non era poi così difficile che qualche suo cliente lo avesse fornito a qualche conoscente, dopotutto. Nulla di strano in tutto quello. Ma cosa voleva e perché così poco preavviso? Ed era poi una coincidenza che quei due messaggi fossero arrivati quasi in contemporanea?
    Aveva tratto un sospiro e quindi composto un numero di cellulare
    «Dove sei?» aveva domandato mentre si accendeva una sigaretta «Ho dimenticato una cosa, dovresti tornare subito in ufficio.»
    Sapeva che il poveretto lo avrebbe fatto. Shinji non era mai stato capace di dirgli di no, qualunque cosa gli avesse chiesto. E nemmeno gli avrebbe chiesto spiegazioni, seppure quella poteva essere la cosa più strana fino a quel momento.

    Era arrivato prima del segretario, così come aveva pianificato, aveva preso un foglio di carta dalla stampante e aveva scritto poche parole a caratteri chiari






    Sono un maschio!



    畜生め


    Se vuoi parlare
    con me,
    prendi
    un appuntamento


    (^人<)〜☆



    Non si era firmato. Chiunque fosse probabilmente sarebbe stato abbastanza sveglio da comprendere e in caso contrario probabilmente, non ne sarebbe nemmeno valsa la pena. Ma era stato offeso, era stato offeso da qualcuno che nemmeno conosceva e che gli aveva dato della donna. Questo non glielo avrebbe lasciato passare. Chiunque fosse aveva commesso un errore ed era sua ferma intenzione farglielo sapere, poi, andasse pure all'Inferno.
    L'aveva piegato, sigillato all'interno di una busta e consegnata al suo segretario dicendogli di dirigersi in Crossbone Street e percorrerla per un'ora o un'ora e mezza e se qualcuno lo avesse fermato, chiedendogli di lui di consegnargli quella lettera, altrimenti riportarla in ufficio il giorno successivo.
    C'era la possibilità che chiunque lo avesse contattato conoscesse l'aspetto del segretario e vedendo quel vecchio vagare per quella strada, forse avrebbe fatto qualche domanda, su dove si trovasse il suo datore di lavoro, forse... O forse no, lo avrebbe saputo solo il giorno successivo. Quanto a lui, lui si sarebbe recato alla chiesa, senza però avventurarsi all'interno, avrebbe atteso fuori perché, sebbene avesse i giusti mezzi per supportare la presenza di quel luogo non era certo quella una cosa che avrebbe voluto lasciare intendere a questo misterioso Bowman che, in ogni caso. gli doveva delle spiegazioni.



    Spero vada bene. Key va dal prete, al colonnello vuole solo far sapere che si è sentito molto offeso ad essere stato scambiato per una donna
     
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    Era ancora presto per recarsi al monastero, padre Bowman ne era perfettamente conscio.
    Eppure era già la davanti.
    Nessuno dei due che aveva contatto, ammesso e non concesso che almeno uno di loro avesse preso sul serio il legame telepatico che aveva instaurato, poteva essere già arrivato al luogo dell'appuntamento.
    Padre Thomas tuttavia chiuse la sua automobile e affrettò il passo verso la maestosa porta d'ingresso del Saint Mary. La struttura era di stile vagamente romanico e, forse anche per questo, spiccava violentemente al confronto con tutto ciò che la circondava, principalmente di stile gotico.
    Bowman si disse che il monastero ispirava fiducia e resistenza, anche se non era poi molto elegante.
    Mentre infilava la chiave all'interno della serratura e faceva scattare i cilindretti della porta, il falso prete passò al terzo nome della sua lista.
    Damian Zardoz.
    Non lo aveva mai visto di persona, nemmeno da lontano durante uno dei suoi pedinamenti, ma sapeva da fonti sicure che all'apparenza era un uomo di mezz'età piuttosto ordinario, dal volto rassicurante tipico degli anziani.

    Chissà che cosa c'è veramente all'interno del suo cuore.

    Il Bambino delle Stelle lo avrebbe saputo.
    E avrebbe ricompensato i suoi crociati conducendoli nella nuova età dell'oro.

    Damian, perdona la mia intrusione nella tua mente.
    Sono Thomas Bowman, un sacerdote.
    Ho bisogno del tuo aiuto Damian. Aiutami a proteggere la Luce del Nuovo Dio.
    Ti aspetto al monastero di Saint Mary.

    *



    url(2)


    Damian Zardoz.
    Era questo il nome che Jane gli aveva appena comunicato, tramite la loro linea di comunicazione protetta.
    Il colonnello Hiller si infilò rapidamente in un pub di Crossbone street, desiderando con ardore un bicchiere di bourbon.
    Con la coda dell'occhio vide il furgoncino dei Gemelli e sperò in cuor suo che anche loro stessero partecipando al reclutamento.
    Hiller voleva bene a quei due ragazzi e, anche se sapeva che erano soliti battibeccare con una certa frequenza, non dubitava della loro buonafede né delle loro capacità.
    Erano i migliori.
    Mentre sorseggiava il suo superalcolico nella penombra di un locale semi-deserto, inviò l'ennesimo sms della giornata.

    Mister Zardoz, buonasera, sono il colonnello Steven Hiller.
    Io e il mondo abbiamo bisogno del suo aiuto.
    Crossbone Street, stanotte.


    Vuotò in un solo sorso quel che restava all'interno del suo bicchiere.
    Ancora una volta, attese che il malware di Jane facesse il suo lavoro e cancellasse le tracce telematiche della sua comunicazione, prima di passare ad un nuovo nome.
    Erano mesi che non scriveva un messaggio a qualcuno che non fosse un membro della sua squadra e quella sera le precauzioni erano davvero fondamentali.
     
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  6. Damian#
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    User deleted


    Certo i modi di agire del Potente erano ben strani, ma Damian si era abituato a prendere ciò che capitava ed era capitato nella sua lunga vita quasi da fatalista. Se doveva capitare, capitava, se era ciò che il Potente voleva.
    E quella mattina qualcosa lo aveva svegliato poco prima dell'alba, permettendogli tra parentesi di godere din uno spttacolo maestoso che solo il cuore, più che gli occhi, potevano tentare di capire e di godere appieno. L'alba.
    L'alba di un nuovo giorno, il momento il cui il sole inizia a scaldare la Terra e i cuori delle persone, siano essi buoni o cattivi.
    Così si era goduto in pigiama, seduto su una delle tante, troppe poltrone della sua suite, l'alba di quel giorno, per poi lavarsi, sistemarsi e vestirsi per una colazione leggera, prima di uscire. Quel giorno non aveva nulal da fare, tutti gli impegni erano stati probrammati per le gironate precedenti o successive. Un favore non chiesto ma sicuramente gradito che la sua segretaria gli faceva, di lasciargli una gironata libera, dove lei poteva occuparsi di tutto e lui di quello che voleva.
    Fu quando afferrò la maniglia della porta per uscire che sentì come un ronzio nelle orecchie, quancosa come se una decina di api gli fossero entrate nelle orecchie, sebbene l'impressione fu più che fossero nel suo cervello, e udì, gracchiante come se la ricevesse da una stazione radio di oltre mezzo secolo prima, la voce di un uomo, che si presentò e gli disse chi era e gli chiese aiuto. Come ra arrivata, al voce se ne andò, lasciandolo decisamente spaesato, non solo per il modo in cui si era introdotta nella sua testa, quanto per il messaggio.
    Inspirò profondamente per liberare la mente dalle ultime api, quando un nuovo ronzio lo sorprese, facendogli allontanare la mano dalla porta.
    "Cosa?" si disse, poi sorrise. "Sciocco Damian, è solo il cellulare. Un messaggio, la versione moderna dei vecchi cercapersone." si spiegò da solo, cercando nella tasca interna della giacca il telefono, un modello touch screen che la sua segretaria aveva insistito per dargli, in quanto il suo vecchio a cui si era abituato non poteva essere adatto a una persona del suo rango.
    Era stato inutile speigarle che lui il telefono lo usava per telefonare e ricevere messaggi, nemmeno era capace di mandarne senza aiuto esterno. Lui doveva avere quel... coso.
    Sfiorò l'icona (quello se lo ricordava, era come avevano chiamato i buffi disegnelli che trovava anche sullo schermo del computer) dei messaggi e lo lesse.
    Numero sconosciuto.
    "O è uno scherzo di dubbio gusto, o la cosa è molto preoccupante." pensò, tornando indietro e sedendosi sulla poltrona dove era stato epr l'alba.
    Se il primo nome non gli diceva nulla, il secondo gli suonò famigliare. Non lo aveva mai visto, non lo aveva mai conosciuto, ne era certo, ma il nome non gli era nuovo. Colonnello Hiller.
    Hiller...
    Hiller...
    Druska si struscò sulle sue gambe, per poi saltargli mollemente in grembo, e quasi senza che lui se ne accorgersse, si posizionò sotto le sue mani e iniziò a farsi grattare la schiena e il coppino, un gesto per lui automatico.
    Hiller!
    Gli sovvenne dove e come aveva saputo quel nome.
    Posò delicatamente la gatta e si alzò, tornando alla porta.
    "Druska, non aspettarmi alzata stanotte, i militari tendono sempre ad essere lunghi quando si tratta di segretezza." le disse, per poi uscire. Si sarebbe goduto la giornata cercando per conto suo Crossbone Street.

    Fatto. Come si può facilmente intuire, vado dal Colonnello
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Il Bambino delle Stelle, il nuovo emissario delle Creature Eterne si sarebbe palesato sulla Terra nel giro di qualche giorno.
    Padre Bowman, pur non riuscendo ancora a crederci, sentì dentro di sé una dose di adrenalina.
    Ci sarebbe stato un tempo per la stanchezza, si disse.
    Del resto, era tutta la vita che correva dietro a quell'Essere Supremo, studiando, ricercando e persino viaggiando in giro per il mondo.

    Ma no, non è questo il momento più adatto.
    Adesso devo essere attivo, pronto a valutare ogni mossa con cuore e cervello.


    Mentre pensava queste cose, padre Bowman entrò nella biblioteca del monastero e si diresse con una certa foga verso uno degli ultimi scaffali.
    Buona parte dei suoi appunti sullo Starchild erano lì.

    Intanto sarà meglio procedere con le convocazioni.

    Il nome successivo a quello del signor Zardoz era quello di Isabel Calantha Jiménez, una maga spagnola che Bowman non aveva mai visto, ma che era stata pedinata per un certo periodo dal suo aiutante Myles Warren.
    Senza esitare ulteriormente, con il sorgere del Sole che incombeva, Bowman si appigliò alla psiche della maga.

    Isabel, buonasera.
    Perdoni la mia invasione telepatica, ma ho assoluta necessità del suoi aiuto.
    Monastero di Saint Mary, il prima possibile.
    Per favore, mi dia una mano a ricostruire il mondo.


    *



    url(2)


    Il colonnello Hiller tirò lo sciacquone ed uscì dalla toilette del locale in cui si era infilato.
    Stava lavorando febbrilmente per formare una squadra di supporto per la missione Neottolemo e, nonostante il suo addestramento da NAVY SEAL, la fatica stava cominciando a ghermirlo con i suoi artigli acuminati.
    Per mantenere una certa soglia di attenzione, ordinò al barista una Red Bull e, quando il liquido fu versato in un bicchiere di fronte a lui, la vuotò in un paio di sorsi.
    Dopodiché, ricevuto il via libera dalla sua esperta di computer, inviò una mail al sesto nome della lista.

    Gentile signorina Jimenéz,
    Quest'email si cancellerà entro cinque ore dalla sua visualizzazion e non sarà più possibile riesumarla con un software.
    La stabilità del mondo è in serio pericolo.
    Venga in Crossbone Street stanotte, mi troverà lì.
    Colonnello Hiller.


    Inviata l'email Hiller si appoggiò allo schienale della sedia che occupava.
    Prima o poi il barista gli avrebbe chiesto di sgomberare il locale, ma fino ad allora, il licantropo si concesse di chiudere gli occhi per qualche minuto.
     
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  8. Calantha
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    L'alba era il momento migliore della giornata. La città era ancora silenziosa, presa negli ultimi filamenti della tela dei sogni quando le stelle si spegnevano costrette a ritirarsi come il buio dalla luce di un nuovo giorno. La luce aveva un colore indistinto, un misto di rosa, azzurro e giallo che si facevano strada dai tetti degli edifici a riversarsi entro breve con quel tenue chiarore dalle finestre della cucina a vista dove si trovava, seduta al bancone con il portatile di fronte. Senza contare anche, che quell'ora era perfetta per poter parlare con i suoi genitori oltreoceano. Mentre lì, il sole stava per sorgere, in Messico il buio era appena calato richiamando a casa i suoi genitori e suo fratello.
    Una chiacchierata tranquilla la loro, tramite Skype. Non che ci fosse molto da raccontare, ma di tanto in tanto faceva sempre piacere rivederli, ascoltare dalla loro voce come andavano i raccolti e le vendite dei prodotti.
    - ..Alla prossima settimana. Chao..-
    Aveva salutato i suoi genitori interrompendo la comunicazione per dedicarsi alla tazza di caffè fumante posata vicino al portatile aperto.
    Il sole non era ancora sorto e mancava ancora un'ora all'apertura della caffetteria, il tempo di finire il caffè e prepararsi prima dell'arrivo di Miranda.
    Una giornata tutto sommato come le altre, tazza alla mano ad assaporare l'aroma forte del macinato per dare la carica alla mattina, mai, neppure nei suoi sogni più improbabili si aspettava di sentire il proprio nome nella solitudine dell'appartamento.
    La voce sconosciuta si insinuò nei suoi pensieri, chiamandola.
    La tazza per un attimo rischiò di caderle di mano, oscillando pericolosamente a riversare il liquido caldo sulle dita quando il corpo si mise sull'attenti e gli occhi saettarono qua e là per il piccolo appartamento.
    Di chi era quella voce che chiedeva il suo aiuto? Non un nome, solo un indirizzo e così com'era arrivata, la voce si zittì interrompendo quella comunicazione mentale.
    Che fosse una richiesta della Congrega? Se lo fosse stata, sicuramente avrebbero contattato Miranda, la sua mentore. Che fosse allora una loro prova? Avrebbe dovuto parlarne con lei? O magari era qualcuno che conosceva di cui però non ricordava la voce, cosa difficile da credersi, avrebbe almeno detto chi era. Perché ricostruire il mondo.
    Domande che si susseguivano una dietro l'altra a cercare un volto per quella richiesta, senza però trovare riscontro. Ferma di fronte al computer, con in mano la tazza di caffè che gocciolava gli ultimi residui dalle dita sul pavimento al di sotto, al trillo dell'apparecchio che aveva davanti scattò sullo sgabello.
    -Datti una regolata..-
    Si ammonì mentalmente nel posare la tazza sul bancone ed asciugarsi le mani sulla tovaglietta vicina.
    Sulla barra delle applicazioni aperte del desktop , l'icona della casella di posta lampeggiava ad indicare un messaggio in arrivo.
    Questa volta un nome c'era, malgrado anch'esso sconosciuto, una seconda richiesta di incontro.
    - Ma.. Che sta succedendo..-
    Il dubbio palese nel rileggere una seconda volta il messaggio.
    Nel silenzio dell'appartamento, le richieste apparivano strane e diverse. Ricostruire o dare stabilità. Un mittente anonimo ed un nome, un Colonnello.
    Forse era meglio prepararsi.
    Si sarebbe occupata dopo di avvisare Miranda di cercare qualcuno che la sostituisse per quel pomeriggio nel locale. Lei aveva un impegno, capire qualcosa di queste richieste e sicuramente la ricerca sarebbe iniziata da Crossbone Street, a cercare il Colonnello Hiller, di cui almeno aveva un nome.
     
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    Chissà se la signorina Jimenéz risponderà alla chiamata.

    Pensava padre Bowman mentre sfogliava febbrilmente il libro che aveva di fronte.
    Per un istante si concesse una tregua dalla sua serie di chiamate mentali, andando alla ricerca delle informazioni che si era appuntato qualche anno prima.
    Su quella pagina di carta in cui era stampata la quarta egloga di Virgilio, la prima delle profezie sul Bambino delle Stelle, Bowman intravide una serie di numeri.
    Le coordinate che si era appuntato tempo addietro.
    Con noncuranza strappò la pagina e la mise in tasca: al sorgere del Sole gli sarebbe tornata utile.
    Mentre tornava verso il chiostro, effettuò l'ennesima chiamata.

    Signor Caven, buonasera.
    Sono il reverendo Thomas Bowman, o almeno questo è quello che fingo di essere.
    Stanotte il mondo potrà essere modificato e reso diverso. Ho bisogno del suo aiuto per garantire a noi creature mitiche il potere che meritiamo.
    La aspetto al Monastero di Saint Mary.







    *



    Amy-Adams


    Steven le aveva chiesto di dargli il cambio nel lavoro di convocazione e Jane Lance di certo non lo avrebbe deluso.
    Mentre il suo capo e i gemelli si concedevano qualche minuto di meritato riposo, lei cominciò a eseguire i soliti preparativi per inviare la loro chiamata.
    Avrebbe contatto mister Caven con un classico sms, al quale avrebbe aggiunto i soliti protocolli di sicurezza.
    Jane era solo un'umana con la passione per l'occulto e per i computer.
    Incontrare Steven, Cole e Dylan le aveva aperto un mondo ma, del resto, le sue capacità di hacker avevano stupito loro.
    Sorridendo, la rossa premette inviò e smarcò un altro nome dalla lista.

    Buonasera Lucas.
    Io e i miei superiori abbiamo bisogno delle tue straordinarie capacità per salvare il mondo.
    Vieni a Crossbone street e cerca il colonnello Hiller. Ti spiegherà il resto.


     
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  10. Desiderio Antico
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    Seduto fuori sul freddo marciapiede di fronte all'ingresso della libreria mi stavo godendo un ottimo caffè sorseggiandolo da una vecchia tazza di metallo smaltato blu, e intanto osservavo il mondo cambiare.
    L'aria frizzante di quella mattina d'inverno si stava insinuando attraverso il mio maglione facendomi rabbrividire ma il silenzio che regnava attorno a me era così puro e piacevole che non avevo voglia di rientrare; sarei rimasto lì, da solo, a respirare quella pace assoluta fino a che il mio caffè non fosse finito.
    C'era però qualcos'altro, in lontananza...
    Potevo sentirla...
    la pressione del sole sulle ombre intorno a me, l'oscurità, la pace della notte che lentamente lasciava spazio al giorno con il suo caos di anime in movimento. Non che mi dispiacesse l'alba anzi, i suoi colori, le sue calde sfumature nei toni del rosa e del giallo e ancora di mille e più colori che si mescolavano in un immenso capolavoro; sarei rimasta a guardarla per ore, è che ,per natura, sono un animale notturno e come tale mi sarei ritirato nella calda oscurità della mia tana, in attesa...

    -... Sì, in attesa di un bel letto caldo per farmi una dormita di filato fino a dopo mezzogiorno -



    era ora di alzarsi e tornare al calduccio, nel pomeriggio avevo un sacco di impegni tra cui la presentazione di un libro in serata e dovevo anche andare in centro a fare delle spese; non era il caso di lasciare la dispensa vuota proprio quel giorno.
    Stavo per chiudere la pesante porta in legno dell'ingresso quando, improvvisamente, ebbi un sussulto che mi fece portare d'istinto la mano alla cintura, dove nascondevo il mio pugnale... un uomo si rivolse a me chiamandomi per nome.
    Lì per lì pensai che ci fosse qualcuno rimasto all'interno del locale, forse qualche cliente della sera prima ma, ascoltando le sue parole, scartai subito quell'idea; mi stavano contattando mentalmente
    Immediatamente misi una mano sul ciondolo che portavo al collo ma era freddo al tatto, nessuno stava cercando di leggermi la mente, si trattava solo di un messaggio inviato da chissà dove ...
    Il suo tono non mi dispiaceva per niente "Creature Mitiche" in effetti mi descriveva alla perfezione mitico lo ero di sicuro , ma ...
    era un modo di fare che avevo già sentito in passato ..."il potere che meritiamo" sembrava molto da fanatico della serie o noi o loro..., anche se l'idea di un demone in un monastero mi faceva decisamente sorridere...
    Bha ... il reverendo avrebbe aspettato che mi fossi fatto una dormita e una bella doccia prima di pretendere la mia venuta ...
    Chiusa la porta a chiave stavo salendo nel soppalco per la meritata mattinata di sonno quando un suono cinguettante e una piccola lucetta squarciarono l'oscurità della stanza

    "Il Telefono! maledizione l'ho lasciato acceso ..."



    era rimasto su un tavolo in centro alla zona relax.
    Rimasi fermo un momento indeciso se mandare il mondo a quel paese e andarmene a dormire o andare a vedere chi mi aveva mandato un messaggio ... erano davvero in pochi ad avere quel numero ed ancora meno di loro avrebbero mandato un sms a quell'ora ... giuro che se era un messaggio pubblicitario avrei fatto il tiro al piccione con il cellulare.
    Era decisamente una di quelle mattinate in cui non sarei riuscito a vedere neanche l'ombra del letto e poi... chi diavolo era questo Colonnello Hiller?
    C'era decisamente una mano diversa dietro a quel messaggio, più ... giovane anche se quel "io e i miei superiori" mi puzzava un po' da operazione militare e quelle finivano quasi sempre male quando si interessavano a noi esseri soprannaturali ...
    Oramai la curiosità era stata risvegliata e non sarei comunque riuscito a dormire ... ma chi scegliere?, da chi andare... il Reverendo dalle manie di grandezza o il fantomatico Colonnello?
    La prudenza mi diceva che avrei dovuto calcolare bene ogni mossa prima di scegliere da che parte stare in quella... cosa?.
    Salvare il mondo era la mia specialità quindi mi sarei diretto prima a Crossbone Street a conoscere quel fantomatico Io del messaggio per tastare il terreno poi ... poi si vedrà.
    Corsi di sopra a cambiarmi con qualcosa di più elegante e caldo del vecchio maglione che indossavo in quel momento, indossai un pantalone jeans scuro, camicia blu oltremare aperta al collo e giacca in stile marinaio con due file di bottoni d'argento parallele sul davanti.
    Una volta pronto e armato (non si sa mai) presi la mia fedele bici e, trovata la strada sul navigatore del cellulare mi diressi verso il luogo indicato che distava poco meno di mezz'oretta da dove mi trovavo..., Un po' di moto non mi avrebbe fatto che bene in quella strana mattinata.
     
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    Padre Bowman ormai era fibrillazione.
    Ricordava tutto dei suoi vecchi appunti e sapeva benissimo che almeno qualcuno avrebbe risposto alla sua chiamata.
    Mentre nella sua testa stava già cominciando a delinearsi un piano d'azione, il sacerdote diede un' ultima occhiata alla sempre più esigua lista di nomi.
    Bola Whitecapel, uno spirito che fingeva di essere un becchino.
    Il sorrisetto sul volto dello stregone si allargò, poiché secondo le sue informazioni, il becchino che stava per contattare era particolarmente versato nelle arti religiose.
    Sperava che qualificandosi come sacerdote, nonostante la debolezza effettiva della sua fede, il suo interlocutore lo avrebbe ascoltato più volentieri.


    Buonasera signor Whitecapel, sono padre Thomas Bowman.
    Perdoni la mia intrusione nella sua mente, ma ho davvero bisogno di lei.
    Venga al Monastero di Saint Mary, il prima possibile.
    Le spiegherò ogni cosa.


    Con la lista di nominativi che andava via via assottigliandosi, Bowman cominciò a meditare sul discorso che avrebbe rivolto alle truppe.
    Era essenziale convincerli tutti, senza riserve.


    *






    url(2)


    Steven Hiller sospirò.
    Il bar in cui era stato fino a quel momento aveva deciso di chiudere, rigettandolo in strada.
    L'aria fresca della notte invernale lo risvegliò con successo.
    Anche se i Gemelli e Jane stavano cercando di aiutarlo, lui era il leader e a lui spettava il compito di radunare le truppe.
    Rianimato da un nuovo vigore, il colonnello inviò una nuova registrazione dal suo smartphone.
    Il destinatario era un vecchio telefono fisso all'interno della casetta di un becchino, Bola Whitecapel.

    Signor Whitecapel, il mondo intero ha bisogno di lei.
    Sono il colonnello Steven Hiller e le chiedo formalmente di presentarsi il prima possibile a Crossbone Street.
    La stiamo aspettando.


    Inviato l'ennesimo messaggio audio, Hiller si voltò verso il furgoncino bianco dei due Sethiti.
    Chissà come stava procedendo il loro lavoro.

    Vai Nick.tran, tocca a te ;)
     
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    il sole emanava le sue prime luci sul balcone del suo piccolo appartamento, che mescolandosi alle candele bianche accese, alla Bibbia di suo Padre aperta su un piccolo altare domestico dava un'aria quasi magica all'atmosfera; Bola stava recitando le lodi mentalmente e ringraziava Dio e pregava per le anime dei vivi e dei morti, le une perché trovassero consolazione e felicità in questo mondo, le altre perché ricevessero il loro eterno premio. Quel giorno si era preso un permesso per non cadere nella routine e voleva dedicarlo solo ed esclusivamente al suo Signore, dunque non aveva fretta.
    La sua pace ieratica però venne all'improvviso interrotta da una voce nella sua testa: "Buonasera signor Whitecapel, sono padre Thomas Bowman.
    Perdoni la mia intrusione nella sua mente, ma ho davvero bisogno di lei.
    Venga al Monastero di Saint Mary, il prima possibile.
    Le spiegherò ogni cosa.
    "
    Le frasi si susseguirono nella sua mente così velocemente e il contatto si interruppe così bruscamente, che Bola all'inizio non capì se c'era stato un vero contatto con questo "Padre Bowman" oppure se la sua pluricentenaria mente cominciava a giocargli degli scherzi.
    Si concesse qualche secondo sia per concentrarsi sulla realtà, sia per valutare le parole dette: per cominciare, Bola sapeva che di solito i sacerdoti non usano la telepatia per chiamare i fedeli, perché questo sì? Forse era un mago che aveva preso i voti; seconda domanda: cosa voleva da lui? Questa domanda per qualche secondo lo tormentò, solo per essere bruscamente interrotto dallo squillo del telefono fisso del suo appartamento.
    Se prima era strano, ora lo era ancora di più: gli unici che chiamavano al suo fisso erano i lavoratori dei call center che facevano promozioni e l'ora era decisamente in anticipo per loro; armeggiando con il marchingegno, cercando di ricordare le procedure per ascoltare i messaggi, Bola alla fine ascoltò la registrazione e la cosa gli fece alzare il sopracciglio (infatti gli piaceva pregare con la spilla spirituale addosso), il contatto telepatico era strano, ma il messaggio registrato non era da meno.
    Per un secondo Bola immaginò che fosse uno degli altri becchini, ma dovete ricredersi: nessuno di loro sapeva dove viveva, figurarsi il suo numero di telefono
    "Bene...Monastero di Saint Mary o Crossbone Street? O ignoriamo la faccenda perché puzza più di una fossa comune piena?" disse a sé stesso, leggermente irritato per questa distrazione dalle sue lodi, alla fine decise di far decidere a Dio: avrebbe chiuso gli occhi, aperto il Libro dei libri ad una pagina casuale, avrebbe letto una riga casuale e se la risposta fosse stata pertinente, sarebbe andato dove il testo gli indicava di andare, se la risposta non fosse stata pertinente, avrebbe lasciato perdere l'intera faccenda.
    Si avvicinò alla Bibbia di suo padre, chiudendola con cura, quasi fosse una preziosa reliquia, chiuse gli occhi, riaprì il libro, con il dito ingioiellato, toccò una riga e la lesse "dalla Lettera agli Ebrei, capitolo 3 versetto 16 "Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo"" A prima vista, non sembrava pertinente, ma Bola sapeva che, come aveva detto Josè Marià Escrivà, "il sacerdote, chiunque esso sia, è sempre un altro Cristo", il che voleva dire che Dio gli aveva indicato di seguire il suo ministro.
    Bola aveva già visto com'era il monastero di Saint Mary e perciò gli bastò immaginare le sue molecole di pura energia, distaccarsi le une dalle altre per ricomporsi nel chiostro del monastero, tutto sommato in un certo senso, non era venuto meno al suo volere: avrebbe passato una giornata a servire il Signore in una delle sue Case, ossia il Monastero stesso.

    CITAZIONE
    Teletrasporto: lo spirito può scomparire da qualsiasi luogo (se è imprigionato da incantesimo o esorcismo no) e riapparire in un altro luogo in cui è già stato. Durata: istantanea.


    Edited by Nick.tran - 31/1/2015, 18:25
     
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    Conclusa la chiamata mentale nei confronti del becchino, padre Bowman si concesse il lusso di tirare brevemente il fiato.

    Quando avrò finito qui, avrò bisogno di molto riposo.

    Nonostante fosse vero, lo Stregone si disse che probabilmente le carte in tavola sarebbero cambiate.
    Il potente Bambino delle Stelle lo avrebbe ampiamente ricompensato per le sue fatiche.
    Un brivido percorse la schiena del falso sacerdote e la dolce eccitazione per il nuovo mondo gli infuse nuovo coraggio per contattare il nome successivo a quello di Bola Whitecapel.

    Signor Abbott, buonasera.
    Sono padre Thomas Bowman e sono uno Stregone. Sto raccogliendo intorno a me una cerchia di creature valorose e destinate a cambiare il destino dell'umanità.
    Venga al monastero di Saint Mary, questa notte.
    La aspetterò lì.


    Sapeva pochissimo su mister Abbott.
    Trovarlo era stata una delle cose più complicate della sua recente vita ma, e di questo Bowman ne era certo, il Bambino delle Stelle lo avrebbe voluto tra i suoi accoliti.
    Ne sarebbe valsa la pena.

    *



    url(2)


    E quindi c'era ancora qualcuno che non utilizzava supporti digitali.
    Il colonnello Hiller ricordava ancora perfettamente l'espressione stupefatta con cui Jane aveva accolto la notizia.
    Era stata un'impresa raggiungere Ethan Abbott: un uomo che, come lui e quelli della sua squadra, era il nulla più assoluto.
    Quando però lo avevano localizzato in una vecchia libreria tramite delle telecamere pubbliche, era stato ancora più complicato trovare un modo per contattarlo.
    Poi, un giorno, Hiller aveva scoperto che lo Slender dalle sembianze di un gentiluomo aveva abitudine di sostare all'interno di un vecchio castello dai caratteri vagamente gotici e lugubri.
    Aveva scritto rapidamente una missiva e l'aveva affidata a Gemelli che quella sera, prima di cominciare a lavorare dall'interno del furgoncino, l'avevano fatta recapitare al castello.
    Naturalmente, non potendo autodistruggerla con facilità, la lettera era stata sintetica e priva di informazioni rilevanti.
    Hiller sperava che il disinteressato signor Abbott avesse un piccolo slancio di curiosità o altrimenti avrebbe dovuto far a meno delle sue capacità di slender.

    Crossbone street.
    Stanotte.
    SH.


    prego, Autunno.
    Fa' la tua scelta^^
     
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  14. Autunno
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    Un altro giorno uguale a tutti gli altri lasciava spazio ad una sera vagamente diversa dalle altre. Se ne stava camminando verso il castello diroccato con passo lento e tranquillo, il bastone da passeggio che toccava il terreno con un ritmo lento, mentre nella mano libera teneva un libro, più o meno volontariamente regalatogli dal suo ultimo pasto. Gli piaceva leggere, gli dava nuove idee, soprattutto le leggende antiche gli davano nuovi spunti, ma purtroppo questa volta si era dovuto accontentare di una raccolta di fiabe di Perrault.
    All' improvviso interruppe il suo incedere, piegando il capo di lato in ascolto. Una voce. Nella sua testa.
    Ascoltò le prime parole agrottando le sopracciglia, poi subito si mise a cercare di risalire al mittente di quel messaggio seguendo il filo dei pensieri che gli entrava nella mente. Purtroppo sembrava una chiamata a senso unico e non riuscì ad ottenere niente da quel tentativo. Sbuffò infastidito e posò lo sguardo sulla facciata cadente e lugubre del castello, individuando la finestra della stanza in cui aveva deciso di sostare ultimamente.
    In un battere di ciglia si ritrovò all' interno del castello {Teletrasporto}, in una stanza spoglia se non per una sedia di legno e qualche libro gettato a casaccio in un angolo. Gettò il libro di fiabe assieme agli altri, senza più degnarlo di uno sguardo, poi mentre si accingeva a tornare all' esterno, nel buio della stanza illuminata solo dalle luci esterne, il suo sguardo venne catturato da una macchia bianca posata sulla sedia. Vi si avvicinò e lo afferrò senza esitare per poi spostarsi alla finestra in modo da sfuttare la luce dei lampioni per esiminare il messaggio.

    Crossbone street.
    Stanotte.
    SH.

    Rilesse una seconda volta, poi accartocciò il foglio e lo lasciò cadere dalla finestra, evidentemente il messaggio non l' aveva colpito troppo, però... Si fermò a pensare, lo sguardo perso nel vuoto per qualche attimo, poi decise.
    Prima chi gli era entrato in testa, poi vedere che altre creature intendeva e poi Crossbone Street perchè non era educato rifiutare un invito.
    Di nuovo in un lampo svanì dalla finestra per ricomparire sul marciapiede, doveva cercare qualcuno che lo portasse al monastero... Avrebbe fermato una macchina e avrebbe costretto il guidatore a portarcelo. Destinazione monastero di Saint Mary.
     
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    Aveva finito.
    Il nome che stava leggendo con i suoi occhi chiarissimi era l'ultimo sulla sua lista.
    Sorridendo padre Bowman si accinse a contattare telepaticamente Minerva Lil' Iraesis, docente universitaria.
    Prima di eseguire l'ultimo contatto telepatico però, lo stregone depositò tutti i libri su cui aveva studiato sulla scrivania della sala conferenze.
    Avrebbe dovuto convincere i membri del suo esercito fin da subito, non potendo permettersi il lusso di temporeggiare ancora.

    Professoressa Iraesis, buonasera.
    Mi chiamo Thomas Bowman e sono un sacerdote. Ho assoluto bisogno del suoi aiuto, la prego di recarsi il prima possibile al vecchio monastero di Saint Mary.


    Aveva finito.

    *



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    Archiviata la curiosa pratica dello slender, il colonnello Hiller si schiarì la voce con un paio di colpi di tosse.
    A breve avrebbe incontrato la sua squadra e avrebbe dovuto fare ricorso a tutto il suo charme e alla sua classe per legarla a sé per il progetto Neottolemo.
    Non lo esaltava l'idea di compiere un infanticidio, ma Jane gli aveva più volte ripetuto che uccidere lo Starchild appena nato sarebbe stata la più facile delle mosse.

    Lo devo fare per salvare il pianeta. Per il bene superiore.

    Dubbioso ma leggermente rinfrancato, Hiller compose rapidamente l'email e la infettò con il Trojan leggermente modificato che si era già fatto strada nel computer della signorina Jimenez.

    Dottoressa,
    Buonasera. Quest'email si cancellerà entro due ore dalla sua visualizzazione o all'istante in caso di coinvolgimento di terzi, per cui non cerchi di tracciarla per individuarne il mittente.
    Mi scuso in anticipo per le precauzioni, ma se mi raggiungerà in Crossbone street stanotte sarò lieto di spiegarle ogni cosa.
    Colonnello Steven Hiller.


    Prego Lilith^^
     
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