• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by Yui

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    Nonostante ora si trovasse in un paese straniero e lontano da casa, Yui non poteva certo dire che la sua vita fosse stata stravolta. Come al solito, la mattina si alzava presto per compiere il rito del mizugori, purificandosi con secchiellate di acqua gelida, poi andava a scuola, tornava a casa, faceva i compiti e studiava formule e incantesimi connessi allo sciamanesimo di Inari, si occupava come poteva delle faccende domestiche, ripeteva il rito del mizugori e finalmente andava a dormire. Nulla di anomalo, insomma, solo la faticosa vita di un'apprendista sciamana. Le uniche cose che poteva considerare difficoltose erano la lingua e le abitudini di vita occidentali. Nonostante la sua bravura in inglese, infatti, le era già capitato più volte di non essere compresa dalle sue nuove compagne di classe, già fin troppo interessate a lei sia per le sue origini giapponesi che per la sua cecità. Tra questi problemi di comprensione e la consapevolezza di essere una 'novità' per gli alunni della sua classe, non poteva fare a meno di sentirsi un po' a disagio durante le ore scolastiche. Non che questa sua insicurezza fosse una cosa strana, in effetti nemmeno in Giappone era riuscita a trovarsi a suo agio con chi non conosceva la sua natura di itako, di sciamana. E questo l'aveva allontanata da praticamente tutti i ragazzi e le ragazze della sua età.

    Così, ora come allora, preferiva di gran lunga concentrarsi sul faticoso addestramento che sulla vita, per così dire, mondana. Tanto che, quando quella sera sua nonna - la sua maestra-madre - le aveva detto che voleva che lei facesse uno speciale esercizio, non si era preoccupata più di tanto e, nonostante la stanchezza, si era sentita quasi eccitata. Aveva ascoltato con interesse la sua spiegazione su quanto fosse necessario per lei riuscire ad entrare in contatto con quella nuova città, con le sue strade e con i suoi boschi, e soprattutto come fosse importante che cominciasse a conoscere i kami, le divinità, del luogo. Nonostante Yui fosse a Nouvieille per richiesta di Inari-sama, non era semplicemente accettabile che ignorasse la presenza delle altre divinità. Si era ritrovata d'accordo con le parole di sua nonna e pronta a fare qualunque cosa che lei le avesse chiesto, ma si aspettava di meditare o di fare qualche esercizio in casa, non certo di essere abbandonata a notte fonda in uno dei boschi fuori Nouvieille!

    Ma, nonostante il timore e il nervosismo, non si era tirata indietro. Ora si trovava a camminare per uno dei sentieri del bosco, vestita coi suoi abiti rituali e con, a proteggerla dal freddo notturno, un caldo mantello. A tracolla portava una borsetta al cui interno c'era qualche suo oggetto rituale e il suo cellulare. Non era in previsione che dovesse usarli, ma era meglio partire preparati: avrebbe potuto incontrare qualche pericolo o addirittura perdersi nel bosco e dover chiedere aiuto ai nonni per poter tornare a casa. Anche perché il bastone per ciechi che teneva nella mano destra non poteva far miracoli, e l'unico a cui poteva fare affidamento per non perdersi era Shin, il cane guida che le camminava di fianco. E Inari-sama, naturalmente.

    Si era appena fermata ad ascoltare i rumori del bosco, quando qualcosa fece trasalire sia lei che il suo cane. Un rumore piuttosto forte, proveniente dalle vicinanze, come testimoniò anche la fuga di diversi animali ed uccelli. "Uno sparo?" Si domandò la ragazza a bassa voce. "No, il suono era totalmente diverso. Allora cosa...?" Accarezzò la testa di Shin, mentre rifletteva. Avrebbe potuto ignorare quello strano suono, ma non poteva evitare di essere curiosa. Così toccò il portachiavi a forma di volpe che portava attaccato alla borsa a tracolla, pronunciando poche parole di potere. In un attimo, esso cambiò aspetto, trasformandosi in una vera e propria volpe dal pelo candido. Ora Yui poteva vedere ciò che la circondava attraverso gli occhi di quella volpe, di quello shikigami. Attorno a lei non sembrava esserci nulla di sospetto, quindi cominciò a muoversi - o meglio, fece muovere la volpe - in direzione di quel rumore che l'aveva spaventata. Qualunque cosa fosse stato a produrlo, lei lo avrebbe scoperto. Sempre che fosse bastato il raggio d'azione dell'incantesimo, ovviamente.

    CITAZIONE
    Kitsune-chan: è un portachiavi di peluche a forma di volpe bianca che Yui tiene legato alla cintura o allo zainetto. Se questo artefatto viene attivato, il portachiavi si trasforma in una vera e propria volpe, dal pelo bianco e con una catenina argentata a mo' di collare. Attraverso agli occhi di questa volpe la ragazza è in vedere l'ambiente che la circonda e analizzare la situazione in caso di pericolo. Se Yui fa allontanare la volpe, che è sotto il suo controllo, più di dieci metri l'incantesimo si spezza e la volpe torna ad essere un portachiavi. Lo stesso succede se qualcuno rompe la concentrazione di Yui [Attivazione a comando - Durata: cinque turni].
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    New York? Ripeté nella sua mente la ragazza, considerando le sue parole. Naturalmente, conosceva sia Saint Louis che New York per fama, ma non avendole mai visitate non poteva comprendere totalmente la loro differenza. In effetti, non sapeva nemmeno cosa la aspettava qui a Nouvieille, città di cui non aveva mai sentito parlare... prima che Inari-sama le chiedesse di andare proprio lì.

    Spaventata? Sì, sono spaventata. Si disse, lasciando perdere le sue considerazioni sulle due città mai visitate per concentrarsi sulla conversazione che stava avendo. Tutto questo mi terrorizza... ma anche mi affascina. È come se Inari-sama mi avesse dato una missione... ma cosa esattamente vuole da me? Ma ad alta voce disse: "Inari-sama? No, non è il mio accompagnatore. Insomma... lui è..." Yui si fermò, quasi incapace di spiegare la cosa. In Giappone, le poche volte che aveva parlato di Inari-sama così apertamente, era stata presa in giro dai suoi compagni di classe, tanto che era arrivata a non accennare più nemmeno a un particolare della sua difficile vita da itako. Così, anche se solo poco prima aveva parlato del suo dio senza problemi, ora che doveva spiegare la cosa le risultava difficile farlo. "Insomma... sono qui con la mia shisho kaasa... ehm... con mia nonna e mio nonno." Completò quindi, aggiungendo poi: " E il mio cane, ovviamente". Dopotutto, anche Shin era un membro importantissimo della sua famiglia.

    "Ah... io sono Yui."

    Ennesimo assurdo ritardo... ç_ç Scusa. ç_ç
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    Alla domanda di Yui, il ragazzo rispose prontamente, permettendole di capire che sì, viveva proprio a Nouvieille. Notizia che fece alquanto piacere alla itako, per il semplice fatto che - forse, forse - quell'uomo di cui ancora non conosceva il nome poteva aiutarla a comprendere cosa lei ci facesse in quel luogo e in quella città. Perché Nouvieille? Si ritrovò nuovamente a chiedersi.

    "Concordo, il Giappone è bellissimo. Ma forse non sono la persona più adatta a dirlo: dopotutto, non c'è nulla di meglio di casa." Disse, allontanando per il momento qualsiasi pensiero riguardante la città in cui si trovava e lasciandosi avvolgere dalla nostalgia di casa. Dovrei essere felice di questa nuova avventura, di scoprire nuove cose e nuovi luoghi... invece quello che provo adesso è soltanto una grande agitazione e molta nostalgia di casa. Cosa si attende da me Inari-sama? Pensò, per poi ritornare a parlare: "Siete stato in America? Com'è Saint Louis? È un bel posto? Io non ci sono mai stata... in effetti, è la prima volta che lascio il Giappone." Fece quasi difficoltà a dire le ultime parole: da una parte sentiva il bisogno di parlare, di sfogarsi in qualche modo, ma dall'altra la sua istintiva riservatezza la bloccava un po', impedendole di parlare di se stessa come avrebbe potuto e voluto fare. Così, fu quasi tentata di rispondere all'ultima domanda con una menzogna, dicendo di essere a Nouvieille proprio per studio, ma si trattenne.

    "No, non sono qui per studio... anche se frequenterò qui il liceo. È stato Inari-sama a chiedermi di venire a Nouvieille." Rispose dunque, pronunciando il nome del dio quasi come se fosse assolutamente scontato sapere chi fosse.

    Chiedo scusa per il ritardo e per il post schifos... ehm... così così, ma ultimamente faccio fatica a scrivere. ç_ç
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    Una volta pronunciate le parole sacre, Yui si era sentita un pochino meglio. Qualunque cosa sarebbe successa in quel luogo o in quella città, Inari stava vegliando su di lei: l'avrebbe protetta e l'avrebbe aiutata a percorrere la difficile strada a cui l'aveva destinata. Ed erano bastate quelle semplici parole per ricordarle tutto questo, oltre che il motivo per cui si trovava così lontana dalla sua patria. Un motivo che non le era ancora del tutto chiaro ma che prima o poi si sarebbe svelato. Doveva avere solo un po' di pazienza.

    Un poco rasserenata, ma ancora non del tutto tranquilla, tornò a considerare l'idea di mettersi ad ascoltare un po' di musica, nonostante l'effetto che avrebbe potuto avere sulla sua percezione di ciò che avveniva attorno a lei. La musica, d'altronde, l'avrebbe aiutata a tranquillizzarsi... o forse no? La ragazza era dannatamente indecisa: precludersi l'uso dell'udito un poco la spaventava, ma nel frattempo il desiderio di ascoltare qualcosa che non fossero le voci delle persona che passavano o dell'altoparlante era forte.

    Era ancora indecisa quando sentì qualcuno sedersi accanto a lei. Non diede molto peso alla cosa, almeno non inizialmente. Ma quando il suo 'vicino di sedia' cominciò a parlare, ovviamente in inglese, semplicemente non poté più ignorarlo, anche perché dalle sue parole era più che evidente che si stava rivolgendo proprio a lei.

    "Sì, sono appena arrivata dal Giappone." Rispose, non trovando nulla di male nel rivelare quell'informazione, nonostante tutte le raccomandazioni che i suoi maestri le avevano fatto sul dare confidenza ai perfetti sconosciuti. "E lei? È arrivato o in partenza?" Domandò, senza preoccuparsi di apparire troppo ficcanaso. L'imprevisto intervento di quell'uomo (perché la voce era evidentemente maschile) poteva essere l'occasione per svagarsi un po, allontanare per un poco la preoccupazione e migliorare il suo inglese fortunatamente già buono. Poi, nell'eventualità che lui fosse stato di Nouvieille, forse parlando con lui Yui avrebbe potuto scoprire qualche informazione sulla città che l'aveva costretta a lasciare la sua casa e salire su un aereo. Nouvieille... cosa ci sarà in questo luogo? Perché ha attirato l'attenzione di Oinari-sama?
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    Benvenuta!
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    Era la prima volta che Yui prendeva l'aereo. Anzi, era la prima volta in assoluto che lasciava il Giappone. Tra sé e sé la ragazzina non poteva non ammettere che non si sarebbe mai aspettata di lasciare il suo paese: era sempre stata convinta che sarebbe rimasta lì ad aiutare i suoi compatrioti. Non avrebbe mai immaginato che Inari avesse in mente qualcosa di tanto diverso per lei. Era stata grande la sorpresa quando sua nonna e le altre itako le avevano raccontato cosa il dio aveva detto tramite lei durante la trance. E anche grande lo shock. Prendere un aereo per l'Europa e iniziare a vivere in un paese dal nome totalmente straniero era qualcosa di quasi alieno per lei.

    "Nouvieille." Si ritrovò a scandire a bassa voce e con estrema attenzione, mentre si trovava seduta su di una sedia nella sala d'attesa... in attesa appunto che i suoi nonni riuscissero a recuperare i bagagli e il cane, sempre che qualcosa non fosse stato perso tra i vari scali. Nel frattempo lei poteva fare ben poco se non ascoltare gli annunci in inglese agli altoparlanti, o le conversazioni nella stessa lingua di chi le passava accanto. Si mise a giocherellare con il dito sul suo bastone per non vedenti, senza però osarsi a muoverlo troppo: non le sembrava il caso di colpire inavvertitamente qualcuno con esso. Potrei ascoltare della musica. Pensò, considerando il fatto che il suo lettore mp3 si trovava nello zainetto che aveva portato con sé sull'aereo e che ora si ritrovava al sicuro alla sua schiena, ma scartò l'idea: si sarebbe sentita ancor più indifesa in quel luogo estraneo se si fosse preclusa anche l'uso dell'udito. E, forse forse, avrebbe preferito aver lasciato lo zaino tra i bagagli: tenerlo addosso non le permetteva di sedersi comodamente, anche perché poggiare la schiena contro lo schienale avrebbe potuto significare rompere qualcosa al suo interno. Avrebbe potuto toglierselo e posarlo accanto a sé, ma la sua maestra madre si era raccomandata con lei di non toglierselo di dosso: se glielo avessero rubato, d'altronde, sarebbe stato un problema recuperare i preziosi oggetti di culto che conteneva. Avrebbero dovuto farli arrivare dal Giappone. E Yui non si sarebbe mai perdonata di aver perso qualcosa di così prezioso.

    Una volta smesso di giocherellare col bastone, la ragazzina si sentì quasi presa dallo sconforto. Tra il fatto di trovarsi in un luogo sconosciuto e il sentire parlare in una lingua che comprendeva ma che non era la sua, si sentiva alquanto spaesata. Fino a quel momento i suoi nonni erano rimasti con lei, ma ora la sua maestra madre aveva assolutamente voluto andare a recuperare i bagagli personalmente e il suo maestro padre l'aveva ovviamente accompagnata. Yui era rimasta indietro per non arrecare disturbo, e ora si sentiva dannatamente sola. Così si ritrovò a pronunciare, senza più sussurrare, alcune parole in giapponese, quasi come se il norito che componevano potesse donarle un po' di sicurezza e di protezione.

    Edited by Kimberly - 30/9/2013, 17:58
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    Un milione di cose da fare... ahimè, ha perfettamente ragione! Si ritrova a pensare la ragazza, mentre nella sua mente comincia a delinearsi un elenco quasi infinito di cose da preparare: e sistemare le sue cose nelle valigie è solo una di queste... la più semplice, forse.

    "Grazie." Risponde Kimberly, cercando di ignorare il suono vagamente interrogativo della sua ultima frase e il proprio ridicolo desiderio di non muoversi da Nouvieille. Un desiderio che, forse, non s'addice più di tanto al carattere curioso e indagatore degli osservatori del Talamasca. "Allora alla prossima!" Aggiunge, a mo' di saluto, incapace di dire una frase di commiato 'definitiva' come 'addio'. Dopo aver atteso un'eventuale risposta del collega, stacca la chiamata, riponendo il telefono. È tempo di mettersi a lavorare, in primis ad organizzare in una cartelletta tutto ciò che può essere utile a Robert: dai numeri degli addetti da chiamare per le 'pulizie di primavera' della sede e per la cura del giardino, a qualche consiglio (sempre che ce ne sia bisogno) su come trattare con gli Anziani o con individui totalmente innocui - almeno per gli umani - che mettono lettere minatorie nella buca delle lettere con l'obbiettivo di ottenere l'accesso agli archivi del Talamasca.

    Spero che si capisca più o meno cosa c'è nella cartellina... insomma, qualche indicazione alla cavolo per evitare di abbandonare il tuo pg ad amministrare una sede senza che sappia da dove iniziare. XD
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    "Parto stasera," È la risposta di Kimberly. "magari riuscirò a salutarti di persona, ma ho preferito organizzare tutto nel caso non succedesse." Un attimo di silenzio. "Forse ora è meglio che ti saluto: ho ancora diverse cose da fare e non ho idea di come infilare tutti i miei libri e le mie riviste nelle valigie."

    Yeah, Neris verrà a torturarti per sapere dove è finita Kim, altro che 'non tormentare i miei colleghi'! Muahahah! xDDDDDD
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    Alla domanda del collega, Kimberly si ritrova a sorridere. La curiosità degli osservatori! Come faremo se non fossimo così curiosi! Si ritrova a pensare, divertita, prima di rispondergli, rivelando ciò che solo poco prima aveva deciso di rimandare: "Mi mandano a Kyōto, in Giappone. Una notizia abbastanza scioccante, in effetti, ma in qualche modo sopravviverò. Significa che dovrò mettermi a studiare bene la lingua e le loro tradizioni." L'agitazione e la preoccupazione stanno cominciando a lasciare la mente di Kim, lavate via dalle parole di Robbie. Vorrei solo che gli Anziani mi avessero spiegato qualcosa in più... c'è una sede a Kyōto? È vuota come quella di Nouvieille? Beh, vedrò.

    "Ah... per quanto invece riguarda la sede di Nouvieille..." La ragazza aggiunge d'un tratto, come se le avesse rischiato di dimenticarsene. "Va bene se ti lascio il plico con tutte le informazioni sul tavolo dell'archivio? Così, qualsiasi dubbio di venga, avrai la risposta a portata... o almeno spero." Per il resto, buona fortuna con gli Anziani. Sarà dura convincerli che, nonostante tutti i problemi che hanno le altre sedi, a Nouvieille servono assolutamente osservatori! Completa tra sé e sé.
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    Kimberly non può evitare di ridacchiare alle parole del collega. Nulla di definitivo, eh? Si ritrova a pensare. Lo spero anch'io! Ma ad alta voce si limita a dire: "Ok, vada per una specie di sostituzione temporanea." Kim si rende conto di aver inconsciamente incrociato le dita. Piantala Kim, andare in Giappone non è una tragedia! Si sgrida da sola, per poi mettersi a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli biondi. "Per il resto, quando e se tornerò vedremo come comportarci." Aggiunge, quasi per scacciare via l'esultanza che è nata in lei al pensiero di tornare presto a Nouvieille. E non sono nemmeno partita!
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    Cara Salicogenna,
    son consapevole di non star agendo per il meglio inviandoti questa lettera poco prima di prendere l'aereo, al posto di venirti a parlare personalmente, ma ho un'idea piuttosto chiara di come reagiresti. Molto probabilmente cercheresti di fermarmi, oppure abbandoneresti la tua vita qui a Nouvieille per venire con me. E son entrambe cose che non ho intenzione di permetterti di fare. Io ho la mia vita nel Talamasca, e tu hai la tua in questa città. Quindi ti prego di perdonare questa mia azione poco corretta e di accettare, se puoi, quello che sto per dirti. Sto lasciando Nouvieille e non so quando e se tornerò. Mi piacerebbe tornare al più presto, naturalmente, ma dipenderà tutto dai miei impegni di lavoro. Vorrei dirti dove sto andando, ma credo che sia meglio sia per te che per me che tu non lo sappia. Il motivo credo che sia, a questo punto, evidente e non riguarda per niente il mio attaccamento a te, che considero quasi come una seconda madre.

    Ti lascio qui il mio indirizzo email, nel caso tu volessi contattarmi: [email protected]
    So che non sei tanto portata per la tecnologia moderna, ma vedila come un'opportunità di imparare cose nuove. Poi... nemmeno io uso tanto la posta elettronica, se non per questioni lavorative, quindi siamo quasi sulla stessa barca.

    Stammi bene,
    la 'tua' Kimberly.

    P.S. Mi raccomando, mentre non ci sono, non tormentare i miei colleghi del Talamasca!
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    La ragazza si ritrova a sorridere alle parole di Robert. In qualche modo, quelle semplici frasi l'hanno un poco confortata, nonostante lei sia consapevole che la situazione non sia così semplice come lui sembra credere. "Temo che sia qualcosa di più." Afferma quindi, ma il suo tono di voce risulta più tranquillo e meno preoccupato. "Non so se si tratta di una cosa definitiva o meno, ma mi hanno chiesto di scegliere un nuovo responsabile per la sede di Nouvieille, il che significa che non è previsto un mio veloce ritorno." Smette un attimo di parlare, chiedendosi se dirgli o meno dove è diretta, poi decide di lasciar perdere e passa direttamente al motivo principale per cui l'ha chiamato. "Ti andrebbe di prendere il mio posto qui a Nouvieille? Come responsabile della sede, intendo." Non che ci sia molta scelta... ma, in ogni caso, lui mi sembra proprio la persona adatta. Probabilmente è anche più adatto di me.

    Italia? Olanda? Nah, io voglio così tanto bene alla mia pg che la mando a Kyōto, muahahaah! *fissata con la mitologia giapponese* Fino all'ultimo devo tormentare i miei pg... xDDDDDD
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    "Più o meno." Risponde Kimberly alla domanda del collega, in un modo forse poco professionale ma abbastanza normale visto il rapporto presente tra li osservatori di Nouvieille. Essere in pochi e vivere nello stesso edificio, fa conoscere un po' tutti. "Ho ricevuto un messaggio dagli Anziani. Hanno richiesto il mio trasferimento." A Kyōto, dannazione, devo andare a Kyōto! E nemmeno conosco il giapponese! Completa la ragazza nella sua mente, ma sta bene attenta a non dare voce a quel pensiero. D'altronde, il volere degli Anziani è assoluto per chi, come lei, è un osservatore del Talamasca. Per non parlare del fatto che il tono poco entusiasta con cui ha riferito a Robbie della richiesta degli Anziani è, molto probabilmente, sufficiente per fargli comprendere il suo stato d'animo.
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    Quando Robbie risponde, Kimberly si deve costringere a iniziare a parlare anche lei. Dopotutto, il solo pensiero di quello che sta per dire la fa soffrire. Se non fosse una richiesta degli Anziani... Si ritrova a pensare, ma si sforza subito di scacciare quel pensiero, dicendo: "Ciao Robert, sono Kimberly. Ti sto disturbando?"

    Un modo per essere sicura di poter parlargli liberamente, ma nel contempo anche un modo per allontanare il momento in cui lei avrebbe dovuto pronunciare a voce alta quelle parole, quasi come se pronunciarle le avrebbe rese inderogabili.
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    Kimberly rimane per qualche istante a osservare il telefono della sede, quasi per prendere coraggio, poi apre l'agenda lì di fianco e cerca il numero di Robbie. Una volta trovato, alza la cornetta e lo compone. Mentre ascolta il telefono squillare, si ritrova a chiedersi come spiegare al collega la situazione.
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