• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by Yui

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    Benvenuta Eleonora! 😄
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    Dopo una lunga e attenta riflessione (nonostante i sensi di colpa verso la mia povera vampira 😆 ), ho deciso di riprendere in mano Yui, tornando però alla sua classe originaria: chierico. Mi tengo da parte l'idea di rielaborare Kim come una strega o una maga per un eventuale futuro secondo pg (sempre che io non decida di resuscitare Neris) ma a questo ci penserò quando e se arriverà il momento.

    Quindi... è necessario un cambio account. Neris è per la mia vampiruzza, questo è per Yui. Non è che potresti rimettere Neris tra gli utenti non giocanti e spostare questo account tra le new entry? 😊 Considerando che vorrei tornare alla sua classe originaria (sorry, ma come maga non me la vedo proprio... le avevo cambiato classe solo perché i chierici erano stati rimossi dalle razze/classi disponibili) e magari fare qualche sistemazione a storia & co (posso? 😍 ), non è che mi potresti aprire la scheda e abilitare al sito del modulo per la compilazione della scheda? Ovviamente fai con calma, non c'è fretta. 😉
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    Quelle di Lidia erano parole semplici, ma che nascondevano una verità importante, una riflessione profonda. In un certo senso era strano ritrovarsi a fare certi discorsi in spiaggia, con una ragazza che aveva appena conosciuto, ma Yui non ne era dispiaciuta. Quella conversazione le stava dando molto, quantomeno spiritualmente. Se fosse stata una ragazza come le altre, probabilmente si sarebbe chiesta se lei e Lidia fossero spiriti affini, visto come si trovava bene a chiacchierare con lei. Eppure, Yui non era sicura che quel senso di tranquillità, quel piacevole scambio di pensieri e concetti bastasse per definire un'affinità spirituale. Se avesse parlato a Lidia della sua realtà, della sua natura di itako, lei come l'avrebbe presa? Sarebbe riuscita ad accettare un mondo così diverso, così anormale? Difficile. Probabilmente l'avrebbe compatita o considerata semplicemente una pazza. E, se le avesse dimostrato la veridicità delle sue parole, probabilmente si sarebbe spaventata. Come avrebbe potuto fare altrimenti? No, non era quello il problema... non era la possibile reazione di Lidia il motivo perché Yui non si osava esporre. Semplicemente lei non ne aveva il coraggio. Non aveva la forza di fare quel passo, di rischiare.

    Vivere la vita un po' così come viene. Cosa significava? Che doveva scacciare quelle preoccupazioni e divertirsi, lasciandosi trascinare dalla corrente, o che doveva rischiare e vedere come andava? Non ne aveva la più pallida idea e probabilmente stava nuovamente ricadendo nei suoi tetri pensieri, in quelle considerazioni che solo poco prima aveva deciso di accantonare. Alcune gocce d'acqua le colpirono la pelle, seguite da un abbaio. Phill? Avrebbe potuto anche essere Shin (se il suo nuovo amico fosse riuscito a convincerlo a fare il bagno, allora sarebbe stato probabile che si sarebbe scosso vicino a lei per asciugarsi), ma l'abbaio era diverso. Un attimo dopo, però, poté sentire la lingua di Shin che la baciava sulle labbra, approfittando del fatto che lei fosse seduta. "Il bagno? Ok, mi sembra un'ottima idea." Rispose a Lidia, mentre un sorriso le compariva sulle labbra. Lasciarsi andare e divertirsi. Per ora avrebbe fatto così. Si alzò e si tolse il leggero vestito, rimanendo così in costume. "E tu che ne dici Shin? Hai messo almeno le zampe nell'acqua?" Domandò, per poi allungare la mano per coccolarlo. Il pelo era... bagnato? Era possibile?
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    Non avrebbe dovuto invitarlo, una parte di lei ne era ben consapevole. Ma quando Reginald aveva parlato, quella consapevolezza si era quasi volatilizzata dalla mente di Yui. Forse era per la voce affascinante del ragazzo, forse per quella strana emozione che si era ritrovata a provare per lui, ma le faceva piacere camminare assieme a lui. E, quando Reginald le cinse la vita e la strinse a sé, Yui si lasciò andare. Era bello camminare così accanto a lui, era bello sentire il proprio cuore battere forte. Aveva il forte desiderio di baciarlo e probabilmente l'avrebbe fatto se per un attimo quelle emozioni che provava non si fossero incrinate. Fu solo un attimo, pochi secondi, ma bastarono a Yui per ricordarsi che c'era qualcosa che non andava. No, no, no... "No!" Si ritrovò quasi ad urlare, col duplice scopo di allontanare quei pericolosi pensieri dalla mente e attivare il proprio potere. Diede una spinta a Reginald, forse più leggera di quanto avrebbe in realtà voluto, nel tentativo di allontanarlo da lei. Ma, se la spinta non era stata abbastanza forte, comunque il suo potere sembrava essersi attivato. Grazie alla 'spinta mentale' provocata dal suo potere difficilmente lei e lui avrebbero mantenuto il contatto fisico... contatto fisico che ancora agognava. Non sapeva se Reginald sarebbe caduto a terra o sarebbe riuscito a mantenere l'equilibrio, come non aveva idea di quanto si fossero allontanati dal bar prima che lei avesse dato inizio a quello spettacolino, ma non aveva importanza. In quel momento l'importante era che desiderava assurdamente Reg... no, che qualcuno li stava influenzando. Doveva essere così, doveva... Sì, quelle emozioni non erano naturali, non poteva essersi innamorata di Reginald al loro primo incontro. Il colpo di fulmine non esisteva... o forse sì?

    "Scusa, Reginald ma... c'è qualcosa che non va. C'è..." Era difficile parlare, era difficile resistere a quel desiderio assurdo di chiamarlo a lei, di dirgli che lei era sua, che poteva farle quello che desiderava. "Stiamo... stiamo venendo influenzati." Sì, doveva essere così, doveva... doveva abbracciare Reginald, stringerlo forte... no, no, no! Yui si diede un forte pizzicotto alla guancia, nel tentativo di riprendere il controllo grazie al dolore. Sarebbe stato meglio un dolore più intenso, ma non era in possesso di un pugnale e in ogni caso difficilmente sarebbe riuscita a pugnalarsi volontariamente. E, probabilmente, sarebbe stato controproducente. Bene, qualcuno la stava influenzando. Ma chi? Uno yōkai?

    "Chi va là?" Esclamò, tentando il tutto per tutto e faticando non poco a tenere la voce ferma. "So che ci sei... esci fuori, demone!" Forse non era esattamente la frase adatta da dire in una strada cittadina, e aveva faticato non poco a pronunciarla: aveva stretto i pugni con forza, ficcando le unghie nella carne delle mani, per aiutarsi col dolore a mantenere una parvenza di controllo. Eppure, anche in quel momento faceva fatica a resistere al desiderio. Il suo era un'equilibrio instabile. Sentiva quasi di essere appena sopra ad un precipizio e di star lottando per non finirci dentro.

    CITAZIONE
    Ikkatsu: Come tutte le itako, Yui è in grado di praticare l'ikkatsu (lett. far rinvenire), il potere delle parole o più precisamente l'emissione di suoni prodotti dalla propria forza interiore. Nel caso di Yui, quest'abilità si manifesta in un modo del tutto particolare: urlando qualsiasi cosa e dando una leggera spinta (o facendo con la mano il movimento di dare una spinta nella direzione di una persona, sempre che riesca a localizzarla vista la sua cecità) la ragazza è in grado di colpire il nemico con una 'forza magica', spingendolo all'indietro. Il risultato di questo potere, però, dipende molto dall'avversario e da ciò che c'è intorno a lui: può risultare solo come una spinta che gli fa fare qualche passo indietro (permettendole eventualmente di liberarsi di una stretta) oppure può provocare la sua caduta o farlo inciampare in qualcosa [Durata: un turno].
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    Mentre sentiva Kal-san trafficare con qualcosa, probabilmente il barattolo in cui stava mettendo il materiale per l'infuso, Yui continuò a sorseggiare la bevanda, assaporandola con attenzione e piacere. Sì, le piaceva. Le piaceva decisamente. Ne aveva ormai bevuta buona parte quando Kalendra rispose alla sua domanda. Sul volto di Yui comparve un sorriso sorpreso. "Che coincidenza! Anch'io amo ballare." Disse quindi, una volta che l'amica ebbe finito di parlare. "In realtà conosco solo danze sacre come la Kagura, ma non mi dispiacerebbe imparare qualche altro tipo di danza. Per quanto riguarda altri miei hobby... beh, amo cantare." Già, le piaceva decisamente cantare, tanto che spesso canticchiava a scuola per i suoi compagni. Da quando si era trasferita a Nouvieille aveva scoperto e imparato diverse canzoni in lingua inglese, per quanto dovesse stare attenta a non cantarle troppo a casa. D'altronde non era sicura che sua nonna avrebbe visto quei canti profani di buon occhio. "E anche leggere, se così si può dire visto che ascolto audiolibri."

    Quando Kal-san le disse l'ora, Yui quasi sgranò gli occhi dalla sorpresa. "Sono già le sei? È davvero vero che il tempo vola quando ci si diverte." Sorrise, per poi recuperare il bastone e alzarsi. "Temo che sia ora che io vada. Mi ha fatto piacere stare con te." Aggiunse, mentre si metteva il giubbotto e prendeva il sacchetto che Kalendra le stava porgendo, sacchetto che forse era più pesante del previsto. Ci aveva aggiunto qualcosa oltre la melissa? C'erano ben tre barattoli! E la purina, probabilmente. "Ti ringrazio di tutto..." Disse, mentre scendevano al piano di sotto, con Shin al seguito. "Sì, ci vediamo dopodomani!" Esclamò entusiasta. Già, il tempo era volato ma avrebbe avuto altre occasioni per incontrare la sua nuova amica. Avrebbe frequentato la sua palestra... poi, perché no?, avrebbe potuto provare a invitarla da qualche parte per un giro tra amiche. Doveva solo capire dove.

    Con quei pensieri nella mente, Yui prese il cellulare e chiamò suo nonno, spiegandole dove si trovava. Una volta chiusa la chiamata, mentre attendeva che suo nonno arrivasse, Yui legò Shin al guinzaglio. Dopo alcuni minuti, il caratteristico rumore di una macchina che si fermava vicino le fece comprendere che il suo gentile passaggio era arrivato. "A presto, Kal-san!" Rispose al saluto di Kalendra, per poi salire in macchina con l'aiuto di suo nonno.
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    Quando Kal-san appoggiò la tazza davanti a lei e la avvisò di stare attenta, Yui portò cercò con le mani la tazza, attenta a non colpirla bruscamente nel suo tentativo di localizzarla. Una volta che l'ebbe trovata, anche piuttosto facilmente, sfiorò con attenzione la tazza, controllando prima di afferrarla che non fosse eccessivamente bollente. La portò alle labbra, sorseggiando poche gocce dell'infuso prima di staccare le labbra e soffiare lievemente sulla bevanda, nel tentativo di raffreddarla un poco. Al secondo assaggio non rischiò di essere ustionata, e bevette un piccolo sorso della tisana, che gustò con attenzione prima di mandare giù. No, non le sembrava di averla mai assaggiata, e se l'aveva già fatto era molto tempo prima. Conosceva le caratteristiche della melissa, l'aveva già usata nelle sue esercitazioni, ma non le sembrava di averne mai assaggiato un semplice infuso. Ridicolo ma vero. "È buonissima, complimenti." Disse, prima di berne un'altro sorso. Le piaceva davvero, non stava mentendo, e le piaceva ancor di più star bevendo quell'infuso insieme ad un'amica. "Ne porterei volentieri un po' a casa, grazie." Aggiunse poi, in risposta alle parole di Kalendra. La minaccia di non essere più amiche non l'aveva turbata, anzi l'aveva resa felice. Se Kalendra minacciava di rompere la loro amicizia significava che anche lei la considerava un'amica. Era una consapevolezza speciale, che la rendeva quasi su di giri. Sorrise, felice, per poi aggiungere. "Mi farebbe piacere incontrarmi ancora con te anche al di fuori della palestra. Amiamo entrambe la natura, quindi potremo pensare di fare delle uscite in qualche luogo incontaminato. Altrimenti... c'è qualche altro luogo che ti piace? Hai qualche hobby?" In effetti, ora che ci pensava, non sapevano molto l'una dell'altra, o almeno non sapevano molto delle cose normali. Avevano parlato di sovrannaturale, dividendo la consapevolezza di essere qualcosa in più di semplici umane, ma senza soffermarsi troppo sulle cose di tutti i giorni. Sempre che il cosiddetto sovrannaturale non potesse essere definito una cosa di tutti i giorni.

    Alla domanda di Kal-san si ritrovò un po' spiazzata. Cosa potevano fare? In effetti non ne aveva idea, non sapeva nemmeno quanto tempo era passato. "Che ora è?" Si ritrovò a domandare, chiedendosi quanto tempo mancasse al momento in cui i suoi nonni l'avrebbero strozzata se non avessero avuto quantomeno notizie di lei. Non le impedivano di stare fuori fino a tardi, ma di certo volevano ricevere di tanto in tanto qualche segnale di vita.
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    L'aveva aiutata a sedersi con estrema gentilezza, tanto che Yui era rimasta decisamente sorpresa. Esisteva ancora la cavalleria ai giorni d'oggi? Da quando era giunta a Nouvieille aveva incontrato diverse persone che erano state gentili con lei, come molte che l'avevano trattata con sufficienza o ignorata. Come in ogni parte del mondo, in quella città c'erano individui molto diversi tra loro, e la differenza non era legata soltanto alla razza di appartenenza. In effetti, chissà se quel ragazzo era umano. Non che avesse grande importanza, però una parte di lei non poteva che essere affascinata dal cosiddetto sovrannaturale e sperare che qualcosa di 'anormale' alterasse la monotonia della routine giornaliera. Non che fino a quel momento quel suo desiderio fosse mai stato veramente avverato, e forse era una fortuna. O la maggior parte degli abitanti della città erano umani, o gli yōkai erano dannatamente abili a mimetizzatasi tra gli umani. Probabilmente tutte e due le cose.

    Comunque, mentre si stava sedendo, aveva sfiorato con la mano quella che sembrava una foglia di una pianta, probabilmente una pianta sempreverde in vaso che era stata posizionata lì vicino ai tavolini come decorazione o per ravvivare l'atmosfera... gelata a causa del forse eccessivo freddo del periodo. Non ci aveva fatto troppo caso, in quanto la sua attenzione era stata subito attirata dall'eccessivo rumore fatto dal ragazzo per sedersi. Era inciampato? Non che potesse chiederglielo senza essere scortese e finire per imbarazzarlo. Probabilmente la cosa migliore era far finta di nulla, tanto dalla sua presentazione non le sembrava che si fosse fatto male. Eppure, quando Reginald aveva parlato per presentarsi, Yui aveva percepito qualcosa che non andava. Era come se la pianta accanto a lei stesse urlando un vero e proprio avvertimento. Lo poteva sentire dal fruscio delle sue foglie mosse dal leggero vento, dal suo profumo, dal... no, non era quella la cosa importante. L'importante era la voce di Reginald, così calda e sensuale. La percepiva quasi come se fosse qualcosa che aveva da sempre aspettato, che l'avvolgeva teneramente. Era... era così... Yui non riusciva quasi a pensare di fronte alle emozioni che di colpo l'avevano colta. Di colpo desiderava il tocco di quelle labbra che avevano fatto uscire quella voce così sensuale, voleva sentire i suoi baci, voleva... voleva Reginald con tutta sé stessa. Da quando aveva raggiunto la pubertà le era già capitato di fantasticare sul sesso, ma non in maniera così intensa. In quel momento, se si fosse lasciata andare, non aveva idea di cosa sarebbe successo. Se fosse stata in un luogo appartato, non così in mezzo alla gente, forse... oh come lo desiderava! Era un desiderio così forte da essere quasi assurdo. Perché la sua voce le faceva quell'effetto, perché l'unica cosa che desiderava in quel momento era il corpo di quell'uomo, era sentirlo sfiorare la sua pelle, sentirlo entrare in lei? E perché la natura sembrava urlarle che c'era qualcosa che non andava? Perché le diceva che era in pericolo? Era Reginald la minaccia? No, come poteva esserlo... lui era così gentile, così sensuale, così perfetto.

    Le ci volle un attimo per comprendere cosa Reginald le aveva chiesto, incantata com'era dalla melodia delle sue parole. Di cosa stavano parlando? Giusto, cibo. Voleva una piadina... o forse voleva Reginald? No, c'era decisamente qualcosa che non andava. Quell'emozione era strana, decisamente troppo intensa e insensata. Ma aveva importanza? Per quanto fosse consapevole che c'era qualcosa che non andava, che tutto quello era sbagliato, aveva il forte desiderio di lasciarsi andare. "Reginald, credo... di aver bisogno di una boccata d'aria." Esclamò d'un tratto, alzandosi di scatto. Doveva andarsene da lì, doveva... "Ti va di fare due passi?" Che diavolo stava dicendo? Perché lo stava invitando ad andare con lei?

    CITAZIONE
    - Comprensione [Abilità passiva]
    Permette di comprendere il linguaggio della natura e capire così molte cose, per esempio se il tempo sta per cambiare o se sono arrivo piccole catastrofi naturali. Attraverso delle percezioni il mago può anche capire quando una pianta è in sintonia con la sua essenza magica e mediante questo ‘contatto’ può essere messo in guardia o avvertito di un pericolo.

    Gli angeli neri sono decisamente pericolosi. *rotola* :P
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    Alla sua domanda non sembrò arrivare risposta, almeno non subito. Quando la voce di un ragazzo o di un giovane uomo rispose, Yui dovette trattenere un sospiro di sollievo. Sì, non le importava più di tanto che gli altri la vedessero mentre parlava al nulla (che dicessero o pensassero quello che volevano, tanto cosa le cambiava?) ma era contenta di aver trovato qualcuno di gentile che le avesse evitato di far la figura dell'idiota. Ok, forse un pochino le importava non passare per colei che parla al nulla.

    "Ti ringrazio, sei davvero gentile." Rispose, all'offerta di aiuto appena ricevuta. Per quanto amasse cavarsela da sola o con l'aiuto del suo cane guida, non aveva motivo di rifiutare quell'offerta. Consapevole che difficilmente l'uomo le avrebbe preso la mano a forza per condurla fino alla sedia, Yui alzò la mano sinistra, quella libera dal bastone, e la spostò in avanti, alla ricerca di una mano tesa o comunque come segnale di disponibilità a farsi aiutare. In un certo senso era davvero un peccato non poter usare il potere del suo portachiavi per poter vedere tramite gli occhi di quell'oggetto magico cosa stava facendo il suo gentile soccorritore, ma sarebbe stato problematico se una volpe fosse comparsa dal nulla. Non sapeva come avrebbe potuto spiegare un avvenimento simile. Ma non aveva importanza visto che allungando la mano non le era stato difficile trovare quella già tesa della persona con cui stava colloquiando. Si lasciò condurre fino alla sedia, forse un po' imbarazzata ma non eccessivamente, e vi si sedette posizionando il bastone accanto a sé e lo zainetto a terra vicino alla sua gamba. Non che credesse che colui con cui divideva il tavolo potesse rubarglielo, ma sarebbe bastato poco per un ladruncolo di passaggio prendere uno zainetto incustodito. Se qualcuno lo avesse spostato, sicuramente lei se ne sarebbe accorta, in quanto esso avrebbe smesso di pesare leggermente contro la sua gamba. "Io sono Yui, è un piacere averti incontrato." Si presentò, senza saper bene cosa dire e come comportarsi. Tutta colpa del suo carattere troppo riservato: non era abituata a relazionare in modo aperto, anzi... se non fosse stato per la 'ramanzina' di Kal-san si sarebbe sentita in colpa per essersi fatta aiutare. Ma era solo un piccolo aiuto, allora perché non accettarlo? Doveva imparare ad aprirsi di più, per quanto fosse più semplice dirlo che farlo. "Sai se in questo bar vendono piadine o panini?" Si costrinse quindi a domandare, per quanto forse quel tipo di pasto non fosse definibile come alimentazione corretta. Ma era la sua 'gita' quindi avrebbe mangiato quello che si sentiva di mangiare e non quello che avrebbe potuto mangiare a casa. Ok, forse si comportava ancora come una bambina nonostante ormai fosse un po' grande per farlo, ma per il momento le andava bene così.
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    Sorrise alle parole di Kal-san. Aveva ragione, non doveva considerarsi un peso. Non doveva ricadere nella trappola mentale in cui si era ripromessa di non cadere. Essere cieca significava affidarsi alla gentilezza degli altri, per quanto Yui tentasse di essere indipendente il più possibile. Eppure, era proprio questo desiderio di indipendenza che la faceva ricadere nella paura di essere di troppo, di appoggiarsi troppo agli altri. Così, nell'oscurità della mente anche il più piccolo favore ricevuto la faceva sentire quasi in colpa. "Hai ragione, mi preoccupo troppo. E... anche te mi piaci. Mi trovo bene in tua compagnia. Mi sento a mio agio." Disse, senza preoccuparsi dell'eventuale fraintendimento che quelle parole avrebbero potuto far nascere. Kalendra le piaceva come amica e come maestra, allora perché non dirglielo? Soprattutto ora che Kal stessa le aveva detto la stessa cosa?

    Quando Kalendra le prese la mano, Yui si lasciò condurre fino alle scale, che cominciò a salire con attenzione. Shin era lì nelle vicinanze, ne era certa per quanto non potesse vederlo né potesse percepire veramente la sua presenza. Era lì perché per lui era normale sostenere e controllare Yui mentre saliva le scale. "Già, la melissa ha davvero diverse proprietà nutritive. Mia nonna me ne deve aver parlato. Mm... magari l'ho già usata per qualche infuso o impacco." Commentò, mentre cercava di ricordarsi le informazioni sulle erbe che sua nonna le aveva fatto studiare. Ah, giusto! "La melissa fa rinascere la giovinezza, solleva lo spirito abbattuto, prolunga la vita e aiuta a cicatrizzare le ferite." Ora che aveva collegato il termine 'Melissa' al termine 'Remonbāmu' le veniva più facile richiamare le sue conoscenze su quell'erba in campo magico. O, almeno, quello che era riuscita a memorizzare. Era sicura che sua nonna avesse detto di più in proposito, ma quello era tutto ciò che riusciva a richiamare alla memoria per il momento.

    Si sedette su di una sedia grazie al prezioso aiuto di Kalendra, mentre l'amica comincia a preparare l'infuso. "Certo, non c'è fretta." Si limitò a dire, con un sorriso, alle parole di Kal.
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    Era presto, decisamente presto. A causa dell'assenza imprevista di un professore li avevano lasciati uscire prima, senza preoccuparsi di chiamare i loro genitori in quanto maggiorenni. Su quest'ultima affermazione i nonni di Yui avrebbero anche potuto avere qualcosa da ridire. Per quanto ormai la ragazza avesse raggiunto i diciannove anni, Aya e Isamu ragionavano ancora da perfetti giapponesi. In Giappone la maggiore età arrivava a vent'anni. Non importava cosa diceva la legge europea, per loro sarebbe stata minorenne per ancora un anno e l'avrebbero trattata come tale. Probabilmente, se ora la ragazza avesse chiamato casa, suo nonno sarebbe venuto a prenderla in fretta e furia, maledicendo il liceo che lei stava frequentando. Sarebbe stato decisamente più comodo farsi venire a prendere che passeggiare per il marciapiede come stava facendo, saggiando attentamente i cubetti in pietra irregolari col bastone bianco da cieco che teneva con la mano destra. Senza Shin, il suo inseparabile cane guida, si sentiva un po' sperduta nel suo vagabondaggio nei dintorni della scuola e, a dire il vero, non aveva la più pallida idea di dove stava andando. Eppure non aveva voglia di tornare già a casa. Se la sua migliore amica non fosse stata assente, si sarebbe fatta trascinare da lei fino a qualche bar, per rosicchiare una piadina o qualcosa di simile. Se avesse avuto Shin con sé probabilmente sarebbe finita a mangiare hamburger, visto che avrebbe lasciato che il cane la conducesse in un posto dove mangiare qualcosa... e cosa era meglio dell'odorino di carne per il fiuto di un cane? Ma era da sola quindi doveva arrangiarsi. Chissà, magari poteva seguire anche lei l'odore... o forse avrebbe potuto chiedere qualcosa i passanti, se solo non l'avessero evitata come se fosse una lebbrosa. Dannazione, era solo cieca!

    Stava per iniziare a parlare al nulla nella speranza che qualcuno fosse abbastanza vicino da ascoltarla e darle qualche indicazione, quando sentì l'inconfondibile odore di caffè. Sì, doveva essere vicina ad un bar o qualcosa di simile. Tornò a camminare, mentre cominciava a sentire chiacchiericcio. C'era un uomo che sbraitava contro qualcuno al telefono... ok, forse non stava proprio sbraitando ma comunque la minaccia di licenziare il poveraccio con cui stava conversando ne dava l'idea. Yui capì ben poco di quello che aveva detto. Parlava di borsa? Non che avesse importanza. Quando il suo bastone incontrò un ostacolo, Yui allungò la mano libera fino a toccare il tavolino contro il quale quasi si era scontrata. Ok, a quanto sembrava in quel bar servivano ancora all'aperto nonostante il gelo dell'inverno. Meglio così, almeno non avrebbe dovuto cercare l'entrata. Sì, non sarebbe stata al caldo, ma il pesante giaccone grigio, la sciarpa e i guanti sarebbero bastati a proteggerla dal freddo quel che bastava per non diventare un ghiacciolo. Per fortuna indossava un paio di jeans pesanti e degli stivaletti abbastanza imbottiti.

    "È libero?" Provò a domandare ad un eventuale occupante del tavolino. Magari il tavolino era vuoto e lei stava parlando al nulla, ma non le sembrava il caso di cercare una sedia a tentoni e finire per toccare un eventuale occupante.
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    Alla risposta di Kalendra, Yui si rese conto di come aveva chiamato la sua nuova amica solo un attimo prima. Kal-san. A quanto pare alla donna la cosa non era dispiaciuta, visto che anche lei aveva utilizzato un onorifico giapponese. Yui-chan. Sentire usare quell'onorifico sul suo nome le faceva decisamente piacere. Magari Kal-san non conosceva il suo profondo significato, ma Yui voleva credere che lo avesse usato per indicare che tra loro si era formato un legame di amicizia e confidenza, oltre che il legame tra allieva e maestra. Era possibile che per frasi delle vere amiche aveva dovuto giungere in Europa? Che fosse quella la missione datale da Oinari-sama? Non ne aveva la più pallida idea, ma le andava bene così. Avrebbe accettato le cose come sarebbero andate, aspettando l'eventuale segnale del dio.

    "Melissa..." Ripeté tra sé e sé quel nome, cercando di identificare la pianta in questione. Per quanto fosse abile in inglese, ancora faceva difficoltà a riconoscere cose come i nomi specifici di piante. "Ah! Remonbāmu! Lemon balm, Melissa officinalis. Che scema, non mi veniva in mente." Esclamò di scatto, prima di rendersi conto di star parlando ad alta voce. "Ehm... quasi quasi, a questo punto la proverei anch'io." D'altronde il tè nero avrebbe potuto berlo anche a casa, mentre probabilmente l'infuso alla melissa no.

    Si fece accompagnare fino allo spogliatoio, dove si tolse la divisa, per poi entrare nella doccia. Mentre l'acqua depurava il suo corpo dal poco sudore, Yui ripensò alla strana conversazione avuta poco prima, sui demoni e sul sovrannaturale. Forse sperava che l'acqua avrebbe purificato anche la sua mente, schiarendola e permettendole di capire qualcosa in più di quanto detto, ma così non successe. Una volta uscita dalla doccia era confusa quanto prima, se non di più. Si rivestì, indossando gli abiti che portava prima di entrare nella palestra.

    "Oh, ti ringrazio... ma sei sicura che non sia un disturbo?" Domandò, all'ennesima gentilezza di Kalendra. Per quanto le facesse piacere vedere come la sua nuova amica si preoccupasse per lei, rimaneva il fatto che si sentiva un po' in colpa. Non stava approfittando della sua gentilezza? Era giusto lasciarle lavare la sua divisa? Sua... in effetti, dono o non dono, non l'aveva pagata. Quindi sarebbe stato giusto portarsela a casa per lavarla? Un bel quesito, in effetti.
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    Prima allieva. Non ci poteva credere. Non solo si era iscritta ad una palestra di arti marziali, ma anche risultava essere la prima allieva. Un bel numero uno che quasi la faceva esaltare. Non che la prima iscritta dovesse diventare necessariamente il numero uno della palestra, anzi era praticamente impossibile secondo Yui che lei potesse farcela. Sfiducia nelle proprie capacità? Forse. Realismo essendo cieca? Possibile. Magari la verità era una via di mezzo tra le due. L'importante, però, era che lei aveva intenzione di impegnarsi, di diventare brava nel suo piccolo. Avrebbe dovuto ricavarsi del tempo per andare in palestra, ma in qualche modo ce l'avrebbe fatta. Almeno aveva una buona scusa per evitare di seguire in giro per i locali la sua migliore amica. Sicuramente non avrebbe potuto ritagliare del tempo alla sue mansioni di itako, perché altrimenti sua nonna l'avrebbe uccisa. Non che avesse interesse nel farlo. Prima venivano Oinari-sama e la magia, poi Kal-san e la palestra. Senza offesa, ma le priorità erano quelle.

    Quando Kalendra le disse che il primo mese sarebbe stato gratis, Yui fece un'inchino di ringraziamento. "Ti ringrazio per avermi accettato come allieva, sensei." Disse, grata. Forse quell'inchino e quel 'sensei' erano un po' troppo giapponesi per una città europea, ma quella era pur una palestra di arti marziali orientali. Un arte marziale cinese, non giapponese, ma Yui non conosceva il tipico ringraziamento cinese quindi la sua nuova maestra per il momento avrebbe dovuto accontentarsi.

    "Farei volentieri una doccia, grazie." Aggiunse poi, una volta tornata in posizione retta, facendo una carezza ad un muso che aveva approfittato dell'inchino per darle una leccata affettuosa alla guancia. Shin, evidentemente, aveva capito che la lezione era finita. Per quanto riguardava la doccia, in realtà Yui avrebbe anche potuto farne a meno, visto che alla fin fine non aveva sudato molto, ma non le sembrava giusto prendere il tè con Kalendra senza prima essersi data un'opportuna rinfrescata. "Se ci fosse, un tè nero sarebbe perfetto. Se posso chiedere... qual'è il tipo di tè che preferisci, Kal-san?" Disse in risposta alla domanda, senza rendersi conto di aver utilizzato il nomignolo con cui ormai chiamava Kalendra nei propri pensieri.
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    La strana conversazione era terminata probabilmente in modo un po' brusco, ma Yui non era sicura di esserne dispiaciuta. Non riusciva a capire. Chi era Kal-san? Avrebbe potuto domandarglielo e forse lei le avrebbe anche risposto, ma non sarebbe stato per niente cortese. No, non era una questione di cortesia. Semplicemente Yui aveva paura. Paura della risposta che Kalendra le avrebbe potuto dare, paura di scoprire la verità. Se avesse scoperto che la sua nuova amica non era umana, come si sarebbe comportata? Sicuramente ne sarebbe stata esaltata... ma sarebbe riuscita a parlarle tranquillamente come aveva fatto fin ora? Doveva riflettere sulla questione, come doveva riflettere sulle parole e sulle conoscenze che si erano scambiate. In qualche modo, sentiva che la verità fosse trapelata dalle parole di Kal-san, era lei che non era riuscita a percepirla in modo corretto e completo. Tornata a casa avrebbe meditato sulla questione, e probabilmente avrebbe pregato Oinari-sama di aiutarla a comprendere e a schiarirsi le idee. "Mediterò con attenzione su tutto quello che mi hai detto, Kalendra." Rispose dunque, con un lieve sorriso. Voleva capire la sua nuova amica... ma prima doveva comprendere sé stessa, doveva accertarsi di esser pronta ad affrontare e accettare la verità del mondo. Umani e non umani, che differenza c'era? Nulla e tutto. Era difficile decidere. Ed era decisamente più semplice considerare Kal come una maga o un'esperta di esoterismo.

    Mentre si faceva aiutare da Kalendra a districarsi dalla posizione del loto e a rimettersi in piedi, Yui si rese conto che, alla fine, non aveva meditato granché. Anzi, non aveva meditato per niente. La conversazione era stata troppo interessante per farlo. Ascoltò le parole di Kal-san, considerando la questione con attenzione. Era il caso di chiamare la sua maestra-madre? Se doveva esser sincera, Yui non ne vedeva il motivo. Ormai era maggiorenne, almeno secondo le regole europee, e da tempo aveva separato in due campi la sua vita: nel campo dell'itako sua nonna era la sua maestra, nel campo della vita di tutti i giorni Yui invece si sentiva più libera. Che fosse nel periodo della ribellione? Era un po' tardivo, ma era possibile. "Con ogni probabilità, mia nonna a quest'ora è da qualche cliente. Non vorrei disturbarla..." Disse dunque, abbastanza sincera. Non ne era sicura, ma era una cosa più che possibile. "Per la questione dell'allieva, non è necessario che tu ti preoccupi. Non è un problema se mi iscrivo ad una palestra di arti marziali, anzi... son sicura che anche mia nonna sarebbe felice di saperlo. Non sono una cima nell'esercizio fisico, quindi mi farebbe solo bene. E... mi farebbe piacere essere tua allieva." In effetti, non era sicura di essere portata per le arti marziali, anche senza considerare la sua cecità, ma non aveva intenzione di fermarsi per questo. Se poteva imparare qualcosina di utile, qualcosa che l'avrebbe aiutata a rimanere in vita in una situazione difficile, perché non provare ed impegnarsi con tutta sé stessa? E per quanto riguardava le nozioni teoriche e la meditazione... beh, forse era meglio che la sua maestra-madre non ne fosse informata. Yui era convinta che informarsi su altri punti di vista e altre culture fosse solo un bene, ma non era sicura che sua nonna fosse d'accordo.
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    La domanda di Kal-san la sorprese alquanto. Per quanto fosse una domanda anomala, Yui decise di prenderla sul serio e iniziare a ragionarci sopra. Anche perché, secondo i comuni esseri umani, tutta quella conversazione ormai era caduta nel campo dall'anormalità. E, se doveva essere sincera, nemmeno la sua natura di itako poteva essere definita esattamente normale, almeno nei canoni standard. Cosa avrebbe chiesto ad un demone o un diavolo se lo avesse incontrato? Probabilmente prima si sarebbe assicurata di non rischiare di essere loro vittima... no, non era quella la domanda. In effetti era difficile immaginare la situazione. Se Kalendra fosse stata una creatura sovrannaturale... cosa le avrebbe chiesto? No, che diavolo stava pensando!? Kal-san era una ragazza strana ma era perfettamente umana, quindi perché aveva fatto un simile paragone? Non era carino nei suoi confronti.

    "È difficile deciderlo così su due piedi. Potrei dire che la domanda verrebbe in modo naturale in una situazione simile, ma questo non è detto." Con Bola si era trovata a suo agio, per quanto non fosse più umano, ma come avrebbe reagito di fronte ad un demone o un diavolo? Per quanto sapesse della loro esistenza, non era ancora stata così fortunata (o sfortunata?) da incontrare un vero e proprio yōkai. La sua esperienza si basava unicamente sull'incontro con un gentile yūrei. "Se mi sembrasse disposto a parlare, probabilmente gli farei qualche domanda sulla sua natura... anche se rischierei di cadere pericolosamente nel personale, e probabilmente non sarebbe educato. Per quanto riguarda i diavoli, credo di poter comprendere abbastanza la loro natura grazie alla tradizione cristiana. Insomma, io sono shintoista, ma credo di essere abbastanza informata in proposito. O almeno quanto basta per comprendere le basi della natura di un diavolo. Per quanto riguarda i demoni, invece, mi risulta difficile inserirli in una categoria. Sono kami? Sono yōkai? In che campo si muovono? Come hai detto tu, in quello della natura? Probabilmente domanderei loro qualche informazione sui loro poteri e sul loro legame con la natura. Alcuni kami nascono da un elemento naturale, come il sole, le montagne, i fiumi, gli alberi e le rocce. O vi abitano. Uno yorishiro, ad esempio, è un albero che fa da go-shintai... da casa, insomma, ad un kami. Un kami può avere una forma solida, oppure può non averla. Sarà così anche con i demoni? Ok, alla fine non ho le idee molto chiare su cosa chiederei ad un demone, probabilmente finirei per complicargli la vita con domande assurde."
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    "Con lo studio e l'esperienza, potrei rispondere, ma in verità sono consapevole che non ci si può fidare completamente di miti e leggende. Eppure, ritengo che essi tramandino una parte di verità, per quanto circondata da invenzioni e falsità. Il difficile è comprendere cosa è vero e cosa è falso." Rispose alla prima affermazione di Kalendra, dopo un attimo di esitazione. Se doveva essere sincera, non aveva ben chiaro da dove cominciare il suo studio sui demoni e i diavoli. Non credeva che sua nonna sapesse molto in proposito, dopotutto le sue conoscenze erano basate sulla tradizione giapponese. Se le avesse chiesto informazioni su un qualche yōkai, allora non avrebbe avuto problemi a rispondere. Ma quanto ne poteva sapere sulle creature occidentali? La sua unica possibilità era quella di recuperare qualche vecchio libro di miti in biblioteca, e farselo leggere dal maestro-padre. Insomma, c'era anche internet, ma dubitava che quanto scritto nella rete potesse essere considerato anche minimamente affidabile. "Altrimenti c'è sempre la possibilità di chiederlo ai diretti interessati!" Buttò lì, ridacchiando. "Ma dubito che ci sia qualche demone o diavolo interessato a..." Si interruppe bruscamente, rendendosi conto solo in quel momento di quello che stava dicendo. Non solo sarebbe stato pericoloso incontrare una creatura simile, ma anche aveva iniziato a parlare a Kal-san come se anche lei fosse immersa in quel mondo sovrannaturale in cui lei viveva da anni. "Scusa, ho esagerato... è che..." Sospirò, come per trarre coraggio e poi continuò: "Ti ho chiesto se conosci lo sciamanesimo giapponese perché mia nonna è una sciamana. Vivendo con lei, beh... è come vivere in un mondo separato dagli altri, in cui cose normalmente considerate ridicole sono reali e ben presenti. Divinità, poteri, spiriti e demoni... non li vedo come qualcosa appartenente solamente ai miti. Non so se puoi capire..." O forse sì? Quel discorso di prima prometteva bene, ma poteva significare tutto come poteva significare niente. E lei stessa non riusciva ad aprirsi totalmente, come dimostrava il 'mia nonna è una sciamana'. Lo era anche lei, dannazione! Perché non riusciva a dirlo? Aveva così paura di allontanare Kal-san!?
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