• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by Yui

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    Benvenuta! ^^
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    What does the free fall feel like?
    Asks the boy with a spark in his eye
    Know why the nightingale sings
    Is the answer to everything


    Mentre sedeva al bancone, solo in parte protetta dalla ressa delle persone presenti e dal loro vociare, Yui ascoltava la musica che risuonava all'interno del locale. Non conosceva quella canzone e nemmeno il gruppo che la cantava ma le piaceva. Le piaceva quel che bastava per tentare di memorizzarla, muovendo lievemente le labbra nel tentativo di seguire le sue parole, senza però che alcun suono ne uscisse. Era una specie di deformazione professionale: Yui non era una cantante e nemmeno aveva mai pensato di poterlo diventare (nonostante le insistenze di Lana), ma come itako aveva dovuto imparare diverse canzoni sacre, memorizzandole a forza di sentirle. Memorizzare quella canzone gothic metal non risultava essere poi così tanto diverso... se non che non avrebbe avuto alcuna utilità durante i riti. A meno che ad Inari non piacessero i Nightwish, ovviamente.

    Taking a step to the world unbound
    Spinning my fantasies all around
    Freed from the gravital leash
    I swear the heaven's in my reach


    Era così concentrata sulla canzone che quasi non si accorse del giovane uomo che si era seduto accanto a lei. Il suo cervello recepì quello che il ragazzo ordinò al barista, ma semplicemente lo catalogò come non importante: d'altronde, che le importava cosa bevevano gli altri clienti? Le bastava già dover tenere sotto controllo una certa amica che aveva già fatto diversi passi dentro ad un mondo senza vincoli. Ma che ci poteva fare lei? Non poteva di certo trovarla in mezzo a tutta quella gente! Per non parlare del fatto che avrebbe già dovuto esserci Chaz a controllarla. Forse. In effetti, non era per niente sicura dell'affidabilità del ragazzo della sorella di Lana. Le stava davvero tenendo d'occhio? O, come aveva detto Lana, stava solo facendo finta?

    Dancing with the spirit of the air
    In this ocean so so open and fair
    Making love to the gods above
    On my maiden voyage so bold


    Le successive frasi della canzone la distrassero dal pensiero dell'amica finita chissà dove, probabilmente a chiacchierare o ballare con qualcuno. Stava già iniziando a fantasticare sul danzare con lo spirito dell'aria quando una voce la distrasse dalla canzone e dalla sua opera di memorizzazione. Una voce maschile, rivolta evidentemente a lei. "Già... me l'ha ordinato la mia amica. Ma, visto il suo caratterino, temo che sia dannatamente alcolico." Rispose, con un lieve sorriso sulle labbra. Non che lei non avesse mai assaggiato nulla di alcolico, ovviamente: le era già capitato di dover bere del sake durante alcuni dei suoi riti, ma sicuramente non le aveva lasciato una bella impressione. "Cola e Malibù? D'accordo, allora lo assaggio. Grazie." Aggiunse, visto che ormai Drew glielo aveva ordinato. A quel punto cosa le costava assaggiarlo? E, visto che era dolce, magari non le sarebbe dispiaciuto. "Piacere di conoscerti, Drew. Io sono Yui."
    In effetti, non era ancora del tutto a suo agio con l'abitudine occidentale di non usare onorifici, spesso e volentieri dare del tu, e chiamare le persone per nome e non per cognome, ma faceva del suo meglio per non ricadere sulle sue abitudini giapponesi. Anche perché Lana scoppiava a ridere quando lei la chiamava Cory-chan.
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    Evidentemente aveva avuto ragione: non era sola in quel cimitero. Il problema, ora, era capire se colui che aveva risposto alla sua domanda - seppure con un'altra domanda - fosse un essere umano o uno yūrei. Ma se fosse stato uno spirito, perché avrebbe dovuto risponderle? Per diversi possibili motivi, naturalmente. Magari voleva ingannarla e sviarla dal suo intento, oppure si trattava semplicemente di un (forse) innocuo yūrei ashiki... o almeno, di qualcosa di molto simile visto che non si trovavano in un abitazione. Ma come esistevano spettri che infestavano le residenze, perché non doveva essercene qualcuno che infestava e magari proteggeva il cimitero? Non che Yui fosse convinta che tutti gli spettri fossero nocivi agli esseri umani, ma sicuramente non riteneva di potersi fidare di loro. Proprio per la loro natura, gli yūrei come gli yōkai potevano risultare molto pericolosi per i comuni esseri umani, soprattutto se venivano inavvertitamente disturbati. D'altronde, anche gli stessi kami, gli dei, potevano risultare dannatamente nocivi! Durante il suo addestramento, Yui aveva imparato che, come diceva un detto, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Ma c'era sempre la possibilità che l'uomo che conversava con lei fosse un semplice essere umano. Come accertarsene?

    "Mi sto preparando per una danza in onore ai kami." Rispose Yui alla domanda dello sconosciuto, mentre si toglieva il giubbotto e lo faceva cadere a terra, rivelando così i suoi abiti da sacerdotessa. "Mi è stato chiesto di purificare questo luogo dalle influenze negative." Continuò, mentre, quasi inginocchiata a terra, cominciava a estrarre alcuni oggetti dallo zaino. Estrasse il gohei, un bastone di trenta centimetri alla cui estremità superiore erano attaccate strisce di carta bianca, e una boccetta di acqua santificata ad Inari. Aprendo leggermente la boccetta, fece cadere qualche goccia sul gohei, sussurrando qualche parola in giapponese, un norito che l'avrebbe aiutata a preparare lo strumento al rito. Poi ritirò la boccetta ed estrasse al suo posto un ventaglio ogi, di colore beige, decorato dal disegno di un serpente bianco. Prese entrambi gli oggetti nella mano sinistra, e con la destra spostò da parte lo zaino, la giacca e anche il suo bastone bianco, in modo che non le fossero di impiccio durante il rito. Si premurò soltanto di legare un altro ventaglio, questa volta di tipologia tessen, alla vita, tanto per sicurezza. Mentre si alzava in piedi - il ventaglio ogi nella mano destra e il gohei nella sinistra - riprese a parlare: "Potrei sapere con chi sto piacevolmente conversando?". Una domanda più che lecita... almeno per una persona che non si stava preparando a danzare senza permesso in un luogo sacro.
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    Ritorno al passato

    2009年9月16日 / 16才 / Bosco
    Ritorno al passato
    Con
    Rahul Lucan (Licantropo)

    Caro diario, ti scrivo dai banchi di scuola. Il nuovo anno scolastico non è iniziato nel modo più ideale. Quando, a metà aprile, sono giunta a Nouvieille pensavo che avrei frequentato il Liceo Linguistico solo per pochi mesi, il tempo necessario per ottenere i permessi per l'homeschooling ma, con l'approssimarsi del nuovo anno scolastico, i miei maestri hanno preso la decisione di farmelo frequentare regolarmente. Il modo migliore per farmi interagire coi miei coetanei e farmi abituare allo stile di vita occidentale, hanno detto.

    Non nego che abbiano ragione ma presentarmi in classe non è per me facile come lo è per i miei compagni: addormentarmi sul banco pochi giorni dall'inizio della scuola lo ha dimostrato chiaramente. Oh, che vergogna! È una fortuna che il docente abbia deciso di risparmiarmi la nota che avrei meritato.

    Se oggi sono stanca è tutta colpa della scorsa notte. Su richiesta della mia maestra-madre, sono andata nel bosco appena fuori città per onorare i kami del luogo. Potrai dirmi che è pericoloso, per una ragazza cieca come me, muoversi nella boscaglia durante le ore notturne ma non ero sola: il mio cane guida era con me e, considerando tutte le esplorazioni fatte nei giorni precedenti assieme al mio maestro-padre, conosceva il bosco esattamente come il giardino di casa nostra.

    La mia ricerca non ha avuto molto successo, ma mi ha permesso di scoprire che i boschi di Nouvieille non sono poi così vuoti durante la notte: ero nel bel mezzo della mia esplorazione quando ho sentito un urlo. Per controllare cosa fosse successo, ho deciso di attivare Kitsune-chan. Tramite la volpe bianca creata dal mio oggetto magico, ho esplorato i dintorni fino a quando ho individuato un uomo. Sembrava amare gli animali e ha seguito la mia kitsune fino da me. Spero solo che non ci sia rimasto troppo male quando si è reso conto che non era veramente una volpe.


    Edited by Neris - 26/10/2023, 17:43
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    Ancora non poteva credere di essersi cacciata in quella situazione. Non era passato molto tempo dall'inizio dell'anno scolastico e già era riuscita a farsi tentare da una delle sue compagne di classe: Alayna Cory. Non che Alayna, per gli amici Lana, fosse una semplice compagna di classe: seduta proprio nel banco accanto a lei, era anche l'unica che trattasse Yui senza farle favoritismi o preoccuparsi troppo del fatto che era cieca. Un comportamento che aveva colpito in modo positivo Yui, abbastanza stufa di essere compatita o considerata non idonea per certe attività o divertimenti. Così aveva cominciato a considerarla non solo una compagnia di classe, ma anche e soprattutto un'amica. Forse la sua prima e unica amica. Così, quando le aveva chiesto di uscire con lei quel sabato sera, aveva avuto difficoltà a dirle di no. Aveva cercato di spiegarle che i suoi nonni non le avrebbero di certo permesso di andare in giro per i locali come sembrava voler fare Lana, e lei si era semplicemente limitata a rispondere, con tutta la naturalezza del mondo: "Nessun problema, dì loro che vieni a dormire da me. Anzi, vieni proprio a dormire da me, non credo che i miei avranno qualcosa da ridire. E così non avremo problemi ad andare nel mio locale preferito! Tanto i miei si fidano, il buttafuori è il ragazzo di mia sorella. Non ci farà storie quando entreremo e farà finta di tenerci d'occhio così i miei saranno tranquilli." Quelle parole non è che avevano convinto molto Yui ma più pensava all'idea di una serata diversa dal solito, più era tentata. Così aveva provato a parlarne coi nonni: la sua maestra-madre si era detta subito totalmente contraria, borbottando qualcosa sul fatto che le itako non potevano permettersi di andare a dormire dalle amiche, ma il suo maestro-padre alla fine era riuscito a convincerla. Dopotutto, cosa c'era di male a lasciarla fare? Andava solo a dormire da un'amica! La verità, in effetti, era ben diversa, e Yui un poco si era sentita in colpa a nascondere che i progetti di quella sua amica erano ben diversi dallo stare a casa a vedere qualche film, ma dire loro tutto avrebbe significato dover sicuramente rinunciare ad uscire. E, come aveva detto Lana, aveva diciassette anni, era quasi maggiorenne! Almeno per quanto riguardava la concezione europea della maggiore età, ovviamente: se Yui fosse stata ancora in Giappone avrebbe dovuto aspettare i vent'anni prima di poter essere considerata adulta.

    Così, quando era arrivato il giorno prestabilito, si era fatta accompagnare dal nonno fino a casa di Lana e quasi subito era stata da lei rimproverata per la scelta dei vestiti: non poteva di certo andare all'Angels Fall First vestita con un paio di jeans, una semplice maglia e il giubbotto che usava tutti i giorni per andare a scuola! Lana aveva cercato qualcosa di adatto a Yui nel suo guardaroba, e così la itako si era ritrovata costretta ad indossare un vestito a quadretti bianchi e neri che le arrivava fino alla coscia, una giacchetta nera, dei collant e degli stivaletti dello stesso colore. Abbinati, naturalmente ad una borsetta nera in cui Yui aveva infilato tutto l'indispensabile. In effetti, di tutto quello che aveva portato, l'unica cosa su cui Lana non aveva avuto da ridire era stato il suo bastone bianco. Era una vera e propria fortuna che portavano la stessa taglia!

    Arrivate all'Angels Fall First erano passate davanti al buttafuori con tutta tranquillità, con un semplice scambio di battute tra lui e Lana: "Ciao Chaz!", "Ciao Lana, divertitevi!". I problemi erano iniziati successivamente, dopo che Lana aveva bevuto un paio di bicchieri. Adocchiato un 'bel ragazzo', le aveva chiesto di aspettarla un attimo al bancone ed era sparita. Così Yui era rimasta sola, con davanti a lei un cocktail non meglio identificato (d'altronde, l'aveva ordinato Lana) e che non aveva la minima intenzione di assaggiare.

    Per †AizeN~ ^^
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    Yui camminava tranquilla per le stradine del cimitero, il bastone bianco da cieca che saggiava il terreno permettendole di seguire il percorso senza rischiare di inciampare su qualche ostacolo imprevisto. L'aria serale, fresca ma non troppo fredda, le sfiorava le guance e muoveva qualche ciocca dei suoi lunghi capelli neri, che portava come suo solito sciolti. I suoi sensi erano allerta, le orecchie aguzzate alla ricerca di qualunque suono che potesse rivelare una presenza umana o yōkai, ma fino a quel momento non aveva sentito nulla oltre che il rumore del vento che muoveva le foglie o che passava per le lapidi. Nulla che segnalasse la possibile presenza di uno yūrei, di uno spirito che aveva scelto di rimanere sulla terra al posto di reincarnarsi o, in caso di individui eccezionali, di diventare un kami protettore. Eppure, secondo alla ragazza, era poco probabile che in quel luogo non ci fosse nulla fuori posto, nessuna esistenza andata oltre alla vita. Troppa morte la circondava, troppe le esistenze perdute, e quindi era assai improbabile che nessuno di loro fosse rimasto nel piano di esistenza dei vivi, nel tentativo di sopravvivere, di rimanere in vita.

    Si fermò di colpo, cercando di concentrarsi sul suono che le sembrava di aver sentito. Era rumore di passi, quello? O era stato solo frutto della sua immaginazione? Non ne aveva la minima idea. A quel punto, visto che si era fermata, avrebbe potuto iniziare a prepararsi per il rito di purificazione, dopotutto un luogo valeva l'altro se non riusciva a trovare nulla di evidentemente posseduto. Ma quel rumore sentito poco prima ancora la turbava. Era davvero sola in quel luogo? O c'era qualche essere - vivente o non - in zona?

    In effetti, c'era solo un modo per scoprirlo.
    "C'è qualcuno?" Domandò dunque, mentre si toglieva lo zaino dalle spalle e lo apriva.
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    Era abbastanza sconvolgente come, in pochi mesi, la sua maestra-madre era riuscita a crearsi una cerchia di seguaci, per quanto piccola. In qualche modo, soprattutto grazie ai suoi esorcismi e alle sue guarigioni, stava spandendo la voce di Oinari-sama anche in quella cittadina europea così diversa dal Giappone e così lontana dallo shintoismo e i suoi dei. Di questo Yui era felice, il problema era che spesso e volentieri Maki Aya aveva la brutta abitudine di inviare la nipote a svolgere i compiti che non le interessavano o che la obbligavano ad allontanarsi troppo da casa. E nel farlo accampava diverse scuse, dal "Sono diventata troppo vecchia per certe cose!" al "È la tua occasione per fare un po' di esperienza. Non puoi rimanere una gyoja per sempre!". E in effetti, considerava amaramente la ragazza, sua nonna aveva ragione: lei aveva già diciassette anni ed era ancora una gyoja, una tirocinante. Avrebbe dovuto essere una itako, una sciamana vera e propria, già da un anno, ma il dio aveva dichiarato che lei non era ancora pronta. E, anche se cercava di vedere il rifiuto di Inari come il segno che lui aspettava grandi cose da lei, non poteva far a meno di sentirsi depressa. E se il dio non l'aveva accettata come sposa perché inadatta? E se aveva completamente fallito come itako?

    Erano quelli i dubbi di Yui mentre sedeva sull'automobile del suo maestro-padre, in movimento verso uno dei cimiteri della città. Dubbi che la tormentavano e che minacciavano la sua serenità. Dubbi che sparivano soltanto mentre era immersa nei riti o nelle preghiere. Per scacciarli, o almeno accantonarli in un angolino della sua mente, Yui si costrinse a ripensare alle istruzioni della nonna. A quanto pare uno dei suoi fedeli le aveva riferito che aveva percepito qualcosa in quel cimitero: c'era qualcosa che non andava, che le faceva rizzare i capelli. E quella sua bizzarra sensazione, quel suo assurdo terrore, peggiorava in presenza di una persona precisa: il nuovo becchino. Si trattava di una storia vista e rivista, gente che si faceva fin troppo impressionare dai cimiteri e dalla loro tetra atmosfera, ma quella persona particolare era, a detta della sua maestra-madre, particolarmente ricettiva nei confronti dell'energie spiritiche. Così valeva la pena controllare. E, anche se si fosse trattato di un falso allarme, non era comunque una brutta idea compiere un rito di purificazione nel cimitero: avrebbe scacciato eventuali residui spiritici. E nel luogo dove riposavano i morti era praticamente impossibile non trovarne nessuno.

    "Siamo arrivati." Disse l'inconfondibile voce del suo maestro-padre, mentre l'auto si fermava. "Siamo proprio davanti al cancello del cimitero." Aggiunse lui, evidentemente per facilitarle le cose una volta uscita dalla macchina. In effetti, quella sera non aveva con sé il suo cane guida, perché l'avrebbe solo disturbata durante il rito. Di conseguenza aveva solo il suo bastone bianco ad aiutarla a trovare la strada.
    "A più tardi, maestro-padre." Rispose lei, mentre apriva la portiera. "Ti chiamo appena ho finito."
    "Ok, allora aspetto la tua chiamata." Rispose lui. "Mi raccomando, stai attenta e non fare troppo tardi."
    Preoccupazione del tutto lecita, in effetti. Dopotutto, faceva già buio. Non che fosse troppo tardi: il cimitero era ancora aperto e, forse, Yui avrebbe avuto anche la possibilità di incontrare quel becchino tanto sospetto, ma era abbastanza tardi perché non ci fossero molti visitatori. O almeno così la ragazza sperava: sarebbe stato problematico se qualcuno avesse notato gli abiti rituali che indossava sotto il lungo giubbotto nero (per semplificare, un paio di pantaloni larghi di colore rosso e una casacca bianca con cintura) o l'avesse vista estrarre gli strumenti rituali dallo zainetto che portava sulle spalle.

    "Farò del mio meglio." Rispose quindi, con un leggero sorriso, mentre chiudeva la porta. Poi, col bastone bianco a saggiare la strada, cominciò a camminare verso l'ingresso del cimitero.

    Per lo spiritello di Nick.tran. ^^
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    Seduta nel sedile posteriore dell'auto, Yui poteva sentire i calore del muso di Shin che le respirava vicino all'orecchio. Il suo giovane cane guida, di razza Rough Collie, si trovava in piedi nel vano di carico, col muso attaccato alla rete protettiva che lo divideva dai sedili, evidentemente nel tentativo di stare il più vicino possibile alla sua padrona. Se solo avesse voluto avrebbe potuto sdraiarsi sul suo materassino e godersi comodamente il viaggio, ma evidentemente dava più importanza alla possibilità di leccare di tanto in tanto Yui che alla comodità. Anche se probabilmente avrebbe voluto fare di più che qualche sparuta leccata: ogni tanto, infatti, spingeva contro la protezione, nel tentativo di superarla col muso e, possibilmente, con la testa, e in quei momenti la ragazza si ritrovava costretta a rimproverarlo e a chiedergli di stare buono e tranquillo che tanto tra poco sarebbero arrivati a destinazione. A quel rimprovero lui se ne stava buono per qualche minuto, osservando la strada fuori dai finestrini, poi Yui poteva sentire il calore del suo muso avvicinarsi e la freschezza della sua lingua che le toccava timidamente l'orecchio o la guancia, come a dire 'mi hai perdonato, vero? ora posso venire davanti con te?'. E Yui le avrebbe risposto anche di sì, che per lei non c'era problema, se non avesse già saputo che il suo maestro-padre era assolutamente contrario. Shin doveva rimanere nella zona bagagli. Non gli importava se esistevano le cinture di sicurezza per cani, su cui l'itako si era informata con l'aiuto di alcune compagne di liceo: l'auto era sua e faceva lui le regole. E Shin era già abbastanza viziato così. E in effetti Yui doveva ammettere che era vero... ma la cosa non la preoccupava minimamente. Lo stava viziando? Bene, qual'era il problema? Viziato o meno, era comunque il suo adorato Shin.

    Alzò il braccio sinistro andando a sfiorare il muso di Shin per una breve coccola, poi lo distese accanto a sé, alla ricerca della borsa da spiaggia che aveva posato nel sedile al suo fianco. Al suo interno aveva inserito diverse cose utili: un paio di grossi asciugamani, uno per lei e l'altro per Shin, delle bottiglie d'acqua, la ciotola di Shin, qualcosa da sgranocchiare, il cellulare, e i suoi inseparabili ventagli. Attaccato al borsone, poi, c'era il suo adorato portachiavi a forma di volpe, l'unico modo che Yui aveva per vedere il mondo come facevano tutti gli altri, mentre poco più in là era posato, appoggiato alla portiera, il suo bastone bianco. Il resto dei suoi strumenti da itako, tranne l'omamori che portava al collo, erano rimasti al sicuro a casa, inadatti ad essere portati dietro nella sua 'vacanza' in spiaggia. Il costume, bianco e a due pezzi, lo indossava già, sotto al leggero vestito dello stesso colore.

    La macchina rallentò fino a fermarsi.
    "Eccoci, siamo arrivati." La avvisò l'inconfondibile voce del suo maestro-padre, conducente dell'auto e unico altro essere vivente presente su di essa oltre a Yui e Shin. "Quando hai voglia di tornare a casa chiamami e ti verrò a prendere. Sta attenta solo a non esagerare, sai cosa ne pensa Aya di questa tua uscita fuori programma."
    "Non ti preoccupare, shisho otosan. Non starò via troppo a lungo." Rispose lei, slacciandosi la cintura. "E, in ogni caso, questa è la prima vera e propria pausa che faccio dall'inizio delle vacanze estive. Non mi sembra di chiedere troppo, no!?"
    "Guarda, la pensò esattamente come te. Ma sai com'è mia moglie." Rispose lui, e Yui poté sentire la portiera che si apriva. Suo nonno era appena uscito dall'auto, sicuramente per recuperare Shin dal bagagliaio. Mentre il suo maestro-padre apriva il bagagliaio e metteva il guinzaglio a Shin, Yui si mise il borsone a tracolla e prese il bastone nella mano destra. Quando lui le aprì la portiera, Yui scese e si fece consegnare nella mano libera il guinzaglio di uno scodinzolante Shin.
    "Allora... a più tardi!" Lo salutò, ricevendo in risposta un semplice "Divertiti!", poi si rivolse al cane. "Andiamo, Shin. Mi porti alla spiaggia?" Dopo di che si mise a camminare, sicura che il suo intelligente cane guida la avrebbe portata esattamente dove lei desiderava.
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    Benvenuto! ;)
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    Lo sforzo di Yui di essere gentile nonostante la rabbia che le poche parole di quella giovane donna avevano fatto sorgere in lei, andò del tutto sprecato. Evidentemente la sua interlocutrice doveva aver proprio voglia di piantare grane, arrivando anche a sottolineare che era impossibile che lei, la povera ragazzina cieca, si accorgesse della sua presenza. Ma era piuttosto ovvio, no!? Si ritrovò a pensare Yui. Questa qui non conosce il sarcasmo? Anche se, in effetti, la mia era una specie di via di mezzo tra il sarcasmo e la cortes.... Un colpo al bastone le fece interrompere il pensiero. Non rischiò di cadere, dopotutto non era una stampella e non ci stava appoggiando il suo peso sopra, ma il movimento inaspettato la fece trasalire. Non si aspettava di certo che quella donna arrivasse a tentare di intimorirla in quel modo, colpendole il bastone quasi fosse un bulletto delle elementari e arrivando a pensare che la sua vicinanza la potesse fare intimorire. Insomma, Yui non era esattamente molto alta, soprattutto in confronto con la sua interlocutrice, ma questo torreggiare della donna su di lei non le faceva né caldo né freddo: dopotutto, risulta difficile farsi intimorire dalla mole di qualcuno che non si può vedere.

    "Ovvio che non me ne potevo accorgere, ma ho cercato di essere cortese. Nonostante tu i avessi già dimostrato la tua scortesia. Ma probabilmente non sai nemmeno cosa significa essere cortese." Sbottò Yui, perdendo del tutto la pazienza, mentre passava il bastone dalla mano destra alla mano sinistra e infilava la destra nella sua borsa a tracolla, afferrando il ventaglio tessen. Non lo estrasse e non lo aprì: non voleva di certo iniziare un combattimento, voleva solo essere preparata nel caso quella pseudo-bulla decidesse di passare alle maniere forti. Improbabile, ma possibile: non le servivano certo i suoi poteri per rendersi conto che quella donna provava una specie di avversione nei suoi confronti! Un'avversione del tutto ingiustificata. Che si fosse alzata col piede sbagliato quella mattina? "Sì, che tu fumi in un luogo dove probabilmente... anzi, certamente non è permesso non sono affari miei. Fino a quando non mi fumi in faccia come stavi facendo pochi istanti fa, ovviamente." Aggiunse, incapace di trattenersi. Probabilmente avrebbe semplicemente dovuto ignorarla e andarsene, al posto di lasciarsi provocare e rischiare di portare quel litigio in direzioni poco piacevoli, ma la sua testardaggine le impediva di lasciare perdere. Dopotutto, aveva appena insultato il suo cane chiamandolo 'paio di occhi di riserva'! E per lei Shin era un membro della famiglia!

    XDDD La prima litigata di Yui! <3
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    Il luogo dove si era fermata sembrava essere piuttosto tranquillo. Le voci dei pochi visitatori dell'orto erano soltanto un fruscio lontano e non la disturbavano più di tanto. Anzi, erano un brusio di sottofondo benvenuto, che la faceva quasi sentire al sicuro, avvolta dalla presenza di altre persone, di altri umani come lei. Nel contempo, però, queste presenze si rivelavano anche un disturbo per il suo obbiettivo. Il suo giro nel bosco di qualche mese prima non aveva avuto molto successo e nemmeno quelli successivi: non era riuscita a trovare alcun luogo sacro, eppure era certa che da qualche parte in quei boschi ci fosse un kami. Probabilmente era passata di fianco a qualche divinità e non l'aveva riconosciuta come tale, a dimostrazione delle carenze delle sue capacità da itako. E dirsi che un kami può essere qualsiasi cosa, dalla roccia all'albero, dal ruscello al soffio di vento, non la consolava affatto. Non cambiava il fatto che lei non fosse riuscita a localizzarli, e che invece avesse rischiato di perdersi più volte. Se non fosse stato per l'infallibile senso di orientamento di Shin, probabilmente sarebbe stata ancora a vagare tra i boschi. O, forse, di lei sarebbe rimasto soltanto un mucchietto di ossa. Inconvenienti del mestiere, insomma. E, ora che era entrata in quell'orto botanico alla ricerca di qualche segno sovrannaturale, veniva distratta dalle voci lontane. Se proprio non poteva incontrare un kami, avrebbe voluto almeno trovare un kodama, uno di quegli spiriti che risiedono negli alberi. Non sapeva esattamente quali fossero le loro sembianze - col passare degli anni e dei secoli si erano fatte diverse teorie in proposito, l'una più assurda dell'altra - ma non le importava: cosa le serviva conoscere il loro aspetto se comunque non avrebbe potuto vederli? L'unica cosa che poteva fare era sperare di percepire la loro eventuale presenza, cosa non facile, se non addirittura impossibile. Se era abbastanza brava nell'esorcizzare, nell'individuare avversione nei propri confronti e via di seguito, era proprio negata nella percezione delle energie che la circondavano. Un problema da non poco per una sciamana. Con ogni probabilità, anche se si fosse trovata di fronte ad un kodama, l'avrebbe scambiato per un comune albero. Ma non per questo aveva intenzione di rinunciare alla sua ricerca.

    Erano solo passati pochi istanti da quando si era fermata, quando il vento cambiò direzione, portando con sé l'odore del fumo di una sigaretta accesa. Un fastidio da non poco per la giovane ragazza: infatti, anche se diversi suoi compagni di classe fumavano, lei non l'aveva mai fatto e per quello non era abituata a quel forte odore, quasi nauseante. Era ben consapevole che era tutta una questione di abitudine: se i suoi nonni non fossero stati così strenuamente contrari al fumo, quell'odore non le avrebbe dato così tanto fastidio, esattamente come l'odore dell'incenso non le dava alcun problema mentre poteva portare altri a svenire. Stava per spostarsi, per allontanarsi dall'odore di fumo, quando una voce femminile la fece trasalire. Per un attimo sperò che la donna non si fosse rivolta a lei, ma poi allontanò quella possibilità: la voce era troppo vicino perché quelle parole non esattamente cortesi fossero rivolte a qualcun altro. Le ci volle un grande sforzo di volontà per non rispondere in modo altrettanto scortese: per quanto Yui non amasse litigare, era già indispettita per odore di fumo e non era sicura di essere in grado di stare calma di fronte a quella che considerava una scorrettezza. Infatti, anche se le parole a lei rivolte non avevano nulla di eccessivamente scortese, comunque non era carino interpellare così una ragazza cieca che si era inavvertitamente fermata davanti alla propria visuale.

    "Ti chiedo scusa." Disse dunque, evitando volontariamente di darle del lei, nonostante dalla voce le era sembrato che la sua interlocutrice fosse più grande di lei. "Non me ne sono accorta. Ma... sei sicura che qui si possa fumare?" Aggiunse, domandandosi se il regolamento dell'orto botanico prevedesse qualcosa contro il fumo. Non ne aveva idea, ma le sembrava strano che non dicesse nulla in proposito, sarebbe stata una grave carenza: cosa sarebbe successo se un mozzicone di sigaretta non del tutto spento avesse provocato un incendio? A meno che l'orto fosse dotato di cestini appositi per le sigarette, cosa di cui lei non si poteva accertare. In ogni caso, se un attimo prima non vedeva l'ora di allontanarsi dal fumo della sigaretta, ora per ripicca si sarebbe soffermata in quel luogo ancora un poco.

    Va benissimo! ;) E non sei mica in ritardo! ^^
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    Erano passati diversi mesi da quando Yui era giunta a Nouvieille. Inizialmente aveva avuto grosse difficoltà ad abituarsi alla nuova città, ai suoi abitanti e soprattutto alla necessità di parlare sempre in inglese, ma in qualche modo era riuscita ad adattarsi. Se già prima di lasciare il Giappone se la cavava molto bene in lingua inglese, prendendo spesso il massimo dei voti, ritrovandosi a dover parlare in quella lingua ogni giorno - anche mentre si trovava a casa in sola compagnia dei nonni, grazie alla saggia decisione della sua shisho kaasama - era migliorata tantissimo, arrivando a sentirsi quasi a suo agio. Quasi, perché nella lingua giapponese percepiva un senso di eleganza e appartenenza che non percepiva nell'inglese. L'inglese era per lei una lingua estranea, intrusa, con la quale non riusciva ad esprimersi come avrebbe voluto. Nonostante la sua bravura nelle lingue, infatti, le sfuggivano ancora i modi di dire e le sottigliezze della lingua inglese. Aveva provato a tradurre quelli originari del giapponese, ma si era resa ben presto conto che non era facile riuscire a far comprendere il senso più profondo di detti e modi di dire giapponesi a degli europei che conoscevano ben poco della sua cultura: praticamente solo quello che avevano letto e visto in anime e manga. Ma il suo sentirsi estranea all'ambiente della città non era il suo unico problema: infatti, aveva da poco superato una brutta influenza. Nulla che non potesse essere curato con qualche tachipirina e il riposo, ma la malattia aveva fatto decidere a sua nonna di diminuire - almeno per il momento - la durezza del suo addestramento: dopotutto, gettarsi addosso secchiate di acqua gelida in pieno inverno non era di sicuro molto salutare. Yui non poteva di certo negare di aver accolto quel cambiamento con sollievo, ma nel frattempo si era sentita a disagio: e se Inari-sama si fosse offeso? Dopotutto, lei era una gyoja: avrebbe dovuto attenersi a rigide predisposizioni, cosa che in effetti non stava facendo già prima di ammalarsi. La sua situazione era di certo anomala: avrebbe dovuto essere già una sciamana completa, mentre era ormai un anno esatto da quando era diventata una gyoja, status che avrebbe dovuto mantenere soltanto per ventun giorni ma che si era assurdamente dilungato per volontà del dio. Ma cosa voleva Inari-sama da lei?

    Era quella la domanda che le frullava per la testa mentre camminava per l'orto botanico, con passo lento e saggiando il terreno col suo bastone bianco da cieca. Il suo abbigliamento era adatto al freddo invernale, che si poteva ben percepire anche in quel assolato pomeriggio: un caldo giubbotto, un maglione, un paio di jeans, calze spesse, comode scarpe da ginnastica, una spessa sciarpa che le proteggeva il collo, un paio di guanti ed una cuffia in testa. Dopotutto era appena guarita, non voleva rischiare di ammalarsi di nuovo solo a causa di una passeggiata all'orto botanico. Si sentiva un po' a disagio senza la presenza di Shin, ma non era sicura che in quel luogo si potesse accedere con un animale, per quanto si trattasse di un cane giuda. Probabilmente glielo avrebbero permesso, ma Shin era giovane: cosa sarebbe successo se, in un attimo di agitazione, avesse scavato un buco nel bel mezzo dell'orto? Era difficile che succedesse, ma non di certo impossibile: nonostante l'addestramento, anche Shin era in grado di combinare disastri, quando si impegnava. Ma, nonostante quel lato particolare del suo carattere, era un cane estremamente intelligente, ottimo in situazioni di pericolo. E, cosa più importante, Yui lo considerava quasi una parte di sé, un prezioso amico la cui assenza un po' le pesava.

    Si fermò ad ascoltare il fruscio del vento che passava tra le foglie degli alberi e delle piante che la circondavano, fruscio che veniva di tanto coperto dalle voci degli altri visitatori del giardino botanico. Per quando Yui avrebbe preferito passeggiare in solitudine, per potersi immergere nei suoni e negli odori delle piante e dell'inverno, aveva accolto con gioia la presenza degli altri visitatori. Magari la loro presenza avrebbe rovinato l'atmosfera che stava ricercando, ma era divertente ascoltare quelle voci e quelle risate. Per non parlare del fatto che, in effetti, non c'era molta gente: faceva freddo e non era periodo di fioritura. Perché qualcuno avrebbe dovuto passare il suo tempo in un orto botanico?

    Per James McKeanzie. ;)
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino

    2009年4月15日 / 16才 / Aeroporto
    Quando la potenza discende, il dio è vicino
    Con
    Ezra Krause (Risvegliante)

    Caro diario, sono arrivata a Nouvieille. Il viaggio in aereo è stato lungo e snervante: ho passato buona parte del tempo a interrogarmi sui motivi di Inari Ōkami. Perché mi ha chiesto di lasciare il Giappone e di trasferirmi in Europa? Non sono ancora giunta ad una conclusione ma di una cosa sono certa: ho un compito da svolgere in questa città così lontana da casa, in questo ambiente così diverso da quello da cui sono cresciuta. Il problema è capire quale.

    Questi interrogativi hanno fatto sorgere in me ansia e agitazione. Le sento ancora adesso, al sicuro nella mia camera, pensa appena scesa dall'aereo! In quel momento, il mio cuore batteva così forte che temetti di svenire. Quelli erano i miei primi passi su un terreno straniero, i miei primi respiri nell'aria di Nouvieille. Mi sarebbe piaciuto poter esplorare l'aeroporto ma, senza accompagnatori, non ho potuto far altro che sedermi in sala d'attesa: il mio cane guida stava venendo sbarcato proprio in quel momento e i miei maestri si stavano occupando di recuperare sia lui che i nostri bagagli. Ero convinta che mi sarei annoiata a morte durante l'attesa, invece mi ritrovai a chiacchierare con un cittadino di Nouvieille appena rientrato da un viaggio di formazione a Saint Louis, negli Stati Uniti d'America. Una chiacchierata breve ma decisamente interessante, che mi ha permesso di testare il mio inglese in una conversazione reale. Tutto sommato, quella appena conclusa è stata una giornata densa di significato.


    Edited by Neris - 26/10/2023, 17:42
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    A quanto sembrava, Yui era riuscita ad attirare l'attenzione del ragazzo. Seguendo la volpe, era ormai arrivato poco distante da lei, tanto che poteva di certo vedere - nel buio della notte - quantomeno la sua sagoma e magari quella del suo cane, che si era subito messo tra lei e lo sconosciuto, pronto a difendere la sua padrona nel caso fosse necessario. Shin aveva appena iniziato a ringhiare in direzione del nuovo arrivato, quando la volpe gli si avvicinò, strofinandosi come un gatto contro di lui. A quel gesto il cane sembrò tranquillizzarsi, ma continuò a squadrare il giovane in avvicinamento. Ora Yui doveva però affrontare un altro problema: anche se era riuscita con successo a portare il possibile soccorso fino a lei, adesso non poteva evitare di mostrargli almeno un lato - per così dire - sovrannaturale di se stessa. Infatti, ora non aveva altra scelta che annullare l'incantesimo che teneva in 'vita' la volpe: dopotutto, non era semplicemente in grado di mantenerlo e nel frattempo chiacchierare con qualcuno. Sarebbe stato troppo complesso per lei.

    Beh, al massimo mi presenterò come una sciamana. Si disse. Poi che lui ci creda o meno non è tanto importante. Una volta presa la decisione, passò il guinzaglio di Shin nella mano destra, dove teneva anche il bastone, e si abbassò in modo da poter toccare il terreno con la mano sinistra. In un attimo la volpe fu da lei e, nel momento in cui le sue dita sfiorarono il suo morbido pelo, Yui disattivò l'artefatto con un sussurro. La volpe scomparve, e al suo posto si ritrovò nella mano il portachiavi che fino a pochi istanti prima portava attaccato alla borsa. Si rialzò, riattaccando con qualche difficoltà il portachiavi alla tracolla e volse lo sguardo cieco più o meno nella direzione in cui sapeva essere il ragazzo.

    "Salve." Si ritrovò a dire Yui. "Anche lei in cerca di kami?" Era una domanda assurda, almeno per quanto riguardava il suo interlocutore, e Yui lo sapeva bene. Ma non più stramba dei vestiti che la sciamana indossava, rimasugli di un passato lontano e di riti che stavano rischiando di finire nell'oblio. E, cosa più importante, Yui non poteva che essere curiosa di cosa lo avesse portato in quel bosco... e, magari, avrebbe potuto approfittare dell'incontro non solo per evitare di perdersi ma anche per ricevere un aiuto nella sua ricerca. I kami sono ovunque: nel vento, nel sole, negli fiumi, nelle rocce, negli animali e in molti altri luoghi. Rifletté. Ma ci sono luoghi più sacri di altri... e nel caso lui conosca questi boschi magari saprà indicarmene qualcuno.

    CITAZIONE
    Kitsune-chan: terzo turno [Durata: cinque turni] - Oggetto magico disattivato

    CITAZIONE
    non c'è una regola precisa che vincola il vostro modo di scrivere, potete farlo in prima o terza persona, così come al presente e passato

    Fonte: GUIDA: Metodo di scrittura

    Io stessa ho scritto per molto tempo in prima persona (e con la mia prima pg, la vampira, lo sto continuando a fare... anche se forse passerò in terza persona anche lì *rimugina*). Quindi, scrivi pure come preferisci: prima o terza persona è indifferente. ^^ E tranquillo, scrivi bene: mi piace il tuo stile di scrittura e i tuoi post non sono corti (anzi, sono io alle volte che li faccio corti, dipende tutto da quanto ho da dire, se sono ispirata, se ho tempo, se sono fusa, ecc... XD).

    P.S. Non posso definirmi una novellina perché infesto il CAVA dal 2007 (quanto tempo @_@), ma questo è il secondo topic di gioco che faccio con questa pg. È nuova di zecca, quindi devo ancora abituarmi ad usarla. ^^ (E personalmente non ho problemi a ruolare con nuovi giocatori, anzi mi fa piacere. ;) )
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    In breve tempo la volpe si era avvicinata al luogo da cui era provenuto lo strano rumore. Nonostante il buio della notte, grazie ai raggi lunari che filtravano tra le foglie degli alberi, Yui era in grado di riconoscere abbastanza bene le sagome che la circondavano. O, più correttamente, che circondavano lo spirito servitore a forma di volpe che stava muovendo. Così non poté non notare la sagoma di un umano che si avvicinava al luogo dove la volpe si trovava. La fece fermare, muovendo la sua coda per sfogare l'agitazione mentre rifletteva su come comportarsi. Avrebbe potuto semplicemente allontanarsi, oppure cercare di scoprire di più su quell'individuo e sul motivo per cui si trovava lì. Dopotutto, non era esattamente normale girare per il bosco a quell'ora della notte. Cosa faccio? Si stava ancora domandando quando il giovane uomo vide la volpe. Yui la lasciò ferma nel luogo dove si trovava, squadrando attraverso i suoi occhi il ragazzo. Un comportamento ben poco da volpe, in effetti.

    Ben presto, il ragazzo cominciò ad avvicinarsi all'animale, evidentemente cercando di non spaventarlo e tentando di richiamarlo con dei fischi. Guarda che è una volpe, non è mica un cane! Considerò Yui, leggermente divertita. Ma in realtà nemmeno lei aveva idea di come una volpe addomesticata si sarebbe comportata: infatti, nonostante fosse una itako di Inari, la divinità volpe, l'unico animale domestico che aveva mai avuto era Shin, il suo cane. Osservò lo sconosciuto per qualche istante, mentre le si avvicinava sempre di più, poi la curiosità le fece decidere di aiutarlo. Così fece muovere la volpe, in modo che gli si avvicinasse, annullando la poca distanza che li separava. Una volta che la volpe ebbe raggiunto il giovane uomo, Yui la fece sedere, quasi come se stesse attendendo che lui la coccolasse. La verità era però diversa: semplicemente la sciamana non sapeva cosa fare. Da una parte si stava divertendo a prendere in giro quella persona mettendogli di fronte una finta volpe, dall'altra non le sembrava molto corretto. In effetti, quando ho evocato Kitsune-chan non ho considerato che fare se trovavo una persona. Si ritrovò a pensare. Per non parlare del fatto che al posto di giocare dovrei onorare i kami. Ehm... se la mia maestra madre lo scopre mi ammazza. Ma adesso che faccio? Se richiamo la volpe rischio che lui la segui... anche se non sarebbe una brutta cosa, in effetti. Questo bosco un po' mi fa paura. Insomma, se Shin non riuscisse a trovare la strada del ritorno, non ho idea di come uscirò di qui. Beh... c'è il GPS del telefono, ma se chiedo aiuto la mia maestra madre mi ucciderà di sicuro. Ah! Che disastro! Persa nei suoi pensieri, quasi non si accorse che il suo controllo sulla volpe si stava affievolendo e che essa, di conseguenza, stava diventando semi trasparente. Velocemente recuperò il controllo dell'incantesimo, e la volpe tornò solida e reale. Se ne sarà accorto? Si chiese, stando attenta però a mantenere la concentrazione necessaria per l'utilizzo dell'artefatto. Beh, non importa. Visto che è qui, a questo punto mi faccio aiutare. E nel caso si rivelasse una persona poco raccomandabile, beh... so difendermi.

    Senza preoccuparsi di controllare se l'uomo avesse approfittato o meno della sua pausa per accarezzare la volpe, Yui la fece alzare di scatto e iniziò a farla muovere verso la sua posizione. La volpe fece una breve corsa, poi si girò verso l'uomo, in modo che la sciamana potesse controllare che lui la seguisse. Il messaggio, almeno secondo Yui, era chiaro: seguimi.

    CITAZIONE
    Kitsune-chan: secondo turno [Durata: cinque turni].

    Non ti preoccupare per la lunghezza del post, va benissimo! <3 E sì, hai fatto bene a mettere l'immagine della luna, così non rischiamo di sbagliarci. ^^
    Grazie per i complimenti. ^^ In realtà mi sento un po' imbranata con la terza persona, negli ultimi anni ho scritto sempre in prima persona. Ultimamente ho deciso di cambiare e tornare alla terza persona. Vedremo come andrà questo 'esperimento'. XDDD
664 replies since 14/11/2007
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