Esci con me.

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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    La sua reazione all'inizio mi imbarazza, ma poi il suo riso mi contagia. Mi metto a ridacchiare anch'io, dandomi un poco della scema. Ma io sono così: il mio passato mi ha reso più grande delle mie coetanee, dopotutto ho visto cose che loro nemmeno immaginano e mi sono trovata a piagere più di una persona cara. Eppure, io rimango una ragazzina: la mia parte fanciullesca esiste ancora, probabilmente non è mai stata distrutta.

    "Ti hanno dato del necrofilo?" Ripeto, stupita e un po' disgustata. Dopotutto, so perfettamente cos'è un necrofilo... e non ho mai pensato di legare questa idea a lui, e neppure agli altri risveglianti. Al massimo a coloro che stanno troppo vicini ai vampiri (e che non sono osservatori, ovviamente), perché in effetti i vampiri sono dei morti. Mi dispiace per Salicogenna e per pochi altri, ma questo è quello che penso. "Posso anche capire che la stessa idea di risvegliante non piaccia perché legata ai cadaveri, però... arrivare a dire certe cose..."

    "Beh... in effetti spesso si dicono cose brutte trasportati dall'ira, ma questa non è certo una giustificazione."
    Già, non lo è per niente.

    "Quello che volevo dire prima è che..." Mi interrompo, come alla ricerca del coraggio per continuare. "Che, non conoscendo veramente i risveglianti, vorrei sapere qualcosa di più sulla vostra vita... insomma... non voglio sembrare indiscreta..." Anche se lo sono... Penso, amaramente. "Ma... se non riusciamo a parlare neppure alle persone più simili a noi, con chi potremo farlo?"
    In effetti, queste mie parole non sono rivolte solo a lui, ma anche a me stessa. Matt mi ha fatto capire piuttosto bene di essere curioso riguardo ai miei poteri, ma io ho girato a largo dalla sua domanda, ho cercato di ignorarla. Perché? Son così abituata a essere circondata da persone che mi crederebbero una pazza se parlassi loro di licantropi e vampiri che, anche quando ne ho la possibilità, faccio finta di essere normale?
    "Ovviamente non sto parlando solo di te, ma anche di me stessa." Porto a parole il mio pensiero. "Sto cominciando a diventare brava a sviare i discorsi... 'pericolosi'."
    Concludo, con un timido sorriso.
     
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  2. Lovett
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    Effettivamente Matt dovette ammettere con sè stesso che la gente era veramente sciocca e tendente agli stupidi pregiudizi. Anche quelli che capivano qualcosa. Quella volta che gli avevano dato del Necrofilo, non era stato un bel momento. Ma può capitare a qualunque onesto professionista in quel delicato campo di sentirsi urlare da un cliente un pò fuori di testa una cosa del genere. capitava a tutti prima o poi un'insulto gratuito su una base nulla.
    -La gente è sciocca, che ci vuoi fare...- disse il ragazzo con lentezza, soppesando le sue parole come d'altra parte lei faceva.
    Ascoltò con attenzione Kim, notando che la sua spiccata curiosità la tormentava come pochi spiriti sanno veramente fare. Era la sua croce, e forse si era rivelata la sua maledizione. Egli sperava solo non si fosse fatta troppo male.
    Con le mani, Matt iniziò a giocherellare con il bordo della fine tovaglia. Se fosse stata di carta, probabilmente avrebbe iniziato a strapparne il bordo, ma con il tessuto non era nè possibile, nè tantomeno consigliato.
    -Penso che tu abbia ragione. Troppe volte siamo obbligati a non parlare della nostra vita, per paura di...spaventare gli altri, forse. Il problema, è che molti sono spaventati da noi.
    Non morissimo, almeno, fossimo vampiri, oppure persone con una forza incredibile...Siamo persone normali, ma con una marcia in più. O una maledizione in più.-

    Distolse lo sguardo dal bordo del tavolo, soffermandosi sui bei occhi chiari di Kim. Era una ragazza intensa, molto giovane esteriormente, ma che aveva provato delle emozioni così forti da farla crescere sola. Un pò come lui, solo che lui ora era un vecchio bacucco, dentro.
    -Chiedimi quello che vuoi, e ti sarà dato, nei limiti del possibile.- un diamante no, eh.
     
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    Scusa per il ritardo! ^^

    CITAZIONE
    -Chiedimi quello che vuoi, e ti sarà dato, nei limiti del possibile.- un diamante no, eh.

    Troppo forte questa frase! xD Posso, appena riesco a far ripartire dreamweaver, metterla nella mia firma completa? :brillin:

    Ecco, ora che posso chiedergli quel che voglio non so nemmeno come iniziare, o che domanda fare. Forse è per il fatto che ce ne sarebbero troppe... oppure è perché so che - qualsiasi domanda io faccia - toccherò tematiche delicate. E, se nel caso di un vampiro una domanda sbagliata potrebbe farmi rischiare la vita, qui la storia è diversa.
    Che strano... l’unica volta in cui non rischio la vita ho difficoltà a far domande.

    Rifletto un attimo prima di iniziare a parlare.
    “Credo che essere dei risveglianti sia un po’ come essere degli osservatori: è un lavoro ma nel frattempo non lo è. È qualcosa di naturale, legato alle capacità con cui si è nati.” Le stesse capacità, continuo nella mia mente, che sono sia un dono che una maledizione. La vita è abbastanza ironica. Ti dà qualcosa ma vuole qualcos’altro in cambio. “O è proprio il contrario? È qualcosa che si impara solo con l’esperienza?”
    Non è che ho bisogno di una vera e propria conferma, dai miei studi mi sono resa conto che quando si parla di umani (ma anche di altre creature) solitamente è così: se non hai una qualche capacità innata è inutile che studi per ottenere quel potere, non ti arriverà. Ovviamente non posso esserne certa, quindi preferisco che me lo dica lui. Nel mio ‘lavoro’ è meglio non dar nulla per scontato.

    Poi, questa domanda ha un lato positivo: non mi sembra troppo... pericolosa. Potrei definirlo un inizio soft: anche perché la domanda che mi sta più a cuore riguarda proprio i morti e -forse, forse - non è per niente delicata.
     
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  4. Lovett
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    SPOILER (click to view)
    fai pure...e scusa per il ritardo.


    Matt notò, più dai suoi gesti e dalle sue microespressioni che dalle sue parole, che Kim si sentiva a disagio. Non era sicuro sul perchè preciso, ma probabilmente incominciava a sentire qualcosa per lui, e, si sà, non si riesce a lavorare bene, se si prova qualcosa per il diretto interessato. Ad esempio, se Kim fosse morta, probabilmente Matt non sarebbe riuscito a resuscitarla per bene. Probabilmente non sarebbe riuscito a sgozzare per bene quelle dannate galline. Forse la parte dei sacrifici era meglio evitarla. Non era proprio molto rassicurante. Ad ogni modo, Matt voleva ad ogni costo far stare bene Kim quella sera, quindi, se per lei era rilassante fargli domande di quel tipo, lui avrebbe risposto nel modo più accomodante possibile. E ci sarebbe riuscito, lo sapeva.
    Adesso che era riuscito a farla uscire con lui, mancava poco affinchè lei lo portasse...Questa cosa era meglio non pensarla, con gli Osservatori non si poteva mai sapere. Prima o poi, avrebbe dovuto farsi costruire un oggetto che impedisse ai ficcanaso di entrare nella sua testa. Alcune persone il concetto di proprietà privata proprio non lo capivano.
    Matt stava per rispondere alla più che lecita domanda di Kim, quando tra il loro contatto visivo si frappose il cameriere. Impacchettato come un pinguino, e più o meno con la stessa andatura arrotolata, annunciò l'arrivo delle gustose pietanze, accompagnate da un ottimo vino rosso. Egli versò il vino prima alla gentil dama, come avrebbe detto un vecchiaccio, poi a Matt, mettendoci molto meno impegno. In seguito si accinse a servire le portate, ovvero i due piatti di carne, ancora fumanti. Emanavano davvero un buon odore, una gran prelibatezza. Così se ne andò, augurando una buona cena alla coppietta. Matt lanciò unìocchiata alla ragazza.
    -Buon appetito Kim, spero che la cena sarà di tuo gradimento...- disse sorridendo lievemente, poi tagliò un pezzetto di carne e lo addentò, masticandolo piano. Era decisamente buona la carne, tenera e calda al punto giusto. Ingioiata quella, si portò alla bocca il tovagliolo, che poi rimise al suo posto sulle ginocchia.
    Così, approfittò per continuare il discorso lasciato a metà. O più che altro per iniziarlo. -Ad ogni modo...Ritengo che ai Risveglianti serva, per fare quello che fanno, una buona dose di talento. Poi, certamente, se non si integra con lo studio, non si arriva da nessuna parte.- disse. Si concentrò, così, maggiormente sulla bella bionda.-Voi avete dei maestri? Non so...c'è una sorta di gerarchia, tra voi?-
    Sinceramente non sapeva molto di queste cose. Per questo chiedeva.
     
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    Mi dà leggermente fastidio quando il cameriere si intromette, bloccando momentaneamente la risposta di Matt, ma non me la prendo: dopotutto, quell’uomo sta facendo il suo lavoro... e, a pensarci bene, io comincio ad aver fame.

    “Grazie.” Rispondo a Matt, con un leggero sorriso. “Buon appetito anche a te.”
    Assaggio un pezzetto di carne, per fortuna della temperatura giusta - né troppo calda, né troppo fredda - e che sembra proprio deliziosa. Non è proprio normale che io sia così interessata a quello che sto mangiando, tanto da arrivare a chiedermi se la carne è perfetta o è solo accettabile: di solito mi basta che quello che metto in bocca non mi faccia vomitare, poi va bene qualsiasi cosa.

    Ascolto interessata le parole di Matt, per niente sorpresa di ricevere una conferma ai miei pensieri (mi sarei sorpresa se fosse stato il contrario... anche perché avrebbe significato che le poche nozioni sui risveglianti che ho sono totalmente sbagliate). Alla sua domanda, però, non so bene come rispondere.
    “Sì, potrei dire che esiste una gerarchia tra di noi, anche se forse non è proprio accentuata. Ovviamente, c’è sempre chi è più abile degli altri nel proprio lavoro e ha capacità più sviluppate. A queste persone più esperte può essere chiesto di seguire i novizi, quindi possono essere definiti maestri.”
    Non posso fare a meno di pensare a Robert, il mio defunto maestro, ma scaccio immediatamente quel ricordo, concentrandomi su cosa e quanto dire a Matt. Perché, anche se (ecco, lo ammetto) mi sono presa una cotta per lui e lo ritengo una persona affidabile, lui non fa parte del Talamasca.
    “Quindi chi è più esperto ha anche più autorità, come è giusto che sia.” Completo, decidendo di limitarmi a una visione superficiale della complessa struttura della mia associazione. Questo mi fa sentire un po’ in colpa, perché mi ritrovo nuovamente a nascondere delle cose, anche se avevo deciso di essere sincera con lui. Eppure, questi sono segreti che non appartengono solo a me, e io non ho il diritto di rivelarli. Poi... non credo di essere un’esperta dell’organizzazione del Talamasca, quindi non so quanto potrei spiegargliela.

    “Anche tra i risveglianti ci sono maestri? O dovete cavarvela da soli?”
     
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  6. Lovett
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    Più parlava con Kim, più si rendeva conto che su alcune cose Osservatori e Risveglianti erano molto simili. Certo, in una rissa probabilmente i primi avrebbero potuto difendersi, al massimo, con un libro, ma alcuni modi organizzativi erano pressochè identici. La conoscenza più o meno approfondita di esseri soprannaturali, la conoscenza di segreti non rivelabili alle persone comuni. Delle capacità straordinarie.
    Fortunatamente, i Risveglianti sapevano anche darle di Santa Ragione. Oddio, Matt un pò meno, ma a suo modo sapeva difendersi.
    Insomma, per ora aveva avuto a che fare solo con fidanzati gelosi e qualche gallina ribelle, ma per il resto, non aveva moltissima esperienza in fatto di risse. Era un tipo piuttosto pacifico, se volevano definirlo così.
    Mentre la bionda parlava, Matt mangiava educatamente la sua carne, che trovava deliziosa. Gli piaceva molto mangiare bene, molto di più quando si trovava in presenza di una bella ragazza.
    Ingoiò un bel pezzo di carne, prima di rispondere alla ragazza.
    -Beh, diciamo che la gerarchia è più o meno come la vostra. Quelli che lo fanno da più tempo, sono maestri. Nel mio specifico caso, però, i miei genitori mi hanno insegnato tutto.- disse sorridendo leggermente.
    Avrebbe dovuto chiamarli, il giorno dopo. O forse il giorno dopo ancora, doveva ancora decidere. Tornò a guardare Kim, facendo indugiare lo sguardo sui suoi lineamenti candidi e sugli occhi chiari.
    -Scusa se te lo dico, Kim, non vorrei metterti a disagio, ma ti trovo davvero carina.-
    Era un vero idiota. Era possibile che la sincerità dovesse fare parte del suo animo ed esternarsi quanto più poteva? Ah, che scemo, che scemo...Matt sperava solo che lei non arrossisse troppo o che non lo rifiutasse. La sua autostima, già vacillante, ne avrebbe risentito moltissimo, probabilmente.
     
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    Non c'è niente da fare: non riesco a concentrarmi. Tutte le domande che volevo fargli, tutti i dubbi che avevo, sono spariti dalla mia mente. Mi sembra quasi di essere tornata alle elementari, quando quasi non riuscivo a spiccicare parola di fronte ai miei compagni che, in effetti, erano pronti a prendermi in giro a ogni occasione da quando avevo osato affermare che la magia esiste. E, anche se la mia curiosità in questo momento è ai massimi livelli, essa non basta a farmi superare questa situazione di... crisi, potrei dire.

    Mentre lui parla ritorno a mangiare, tanto per non rischiare di fissarlo imbambolata, e alle sue ultime parole rischio di strozzarmi con il cibo. Mi trova carina! Mi trova carina! Non posso fare a meno di ripetere nella mia mente, in parte esultante e in parte terrorizzata. E adesso che faccio? Cosa devo dire?
    Non posso esserne sicura, ma dal calore che sento sulle guance devo essere arrossita. Spero solo non troppo.

    "Grazie." Rispondo, in poco più di un sussurro. Dannazione, è possibile che io debba essere proprio così timida? Timidezza e curiosità non sono proprio un bell'abbinamento. La prima limita la seconda... e la seconda mi caccia in più guai di quanto sia desiderabile. "Anche tu sei bello."
    Ecco, ora sono arrossita di sicuro.
    Se non mi fossi giurata di non scappare via alla prima difficoltà, ora sarei già fuori dal ristorante, in corsa verso chissà dove.
     
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  8. Lovett
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    Era meraviglioso come le ragazze d'oggi riuscissero ancora ad arrossire quando un ragazzo faceva loro un complimento. Ragazze all'antica, forse, perchè certamente le nuove generazioni potevano anche mandarti a quel paese se osavi dir loro che quella camicetta stava loro molto bene. "E' solo un pretesto per dirmi che ti piace il mio seno, vergognati di avermele guardate!". Frasi che lasciano un ragazzo tramortito a terra, e che insegnano alle nuove generazioni maschili ad abbandonare ogni forma di romanticismo e di sentimentalismo, che in Matt certe volte era radicato. Un mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini, una frase scritta su un muro...esistevano molti modi per dimostrare la propria passione, ma molti pochi per provarla davvero. Una cosa che Matt aveva sempre provato era la passione. L'amore...beh, l'amore non era totalmente contemplato nel suo assurdo cinismo. Era romantico perchè sapeva di doverlo fare, come faceva il suo lavoro di risvegliante perchè era ben conscio che era l'unica cosa che il suo talento gli permetteva di fare senza fare troppa fatica. Beh, non era totalmente vero. Un pò di fatica a sgozzare quelle galline ce la metteva, ed era anche in qualche modo convinto che in qualche costituzione europea che l'uccisione di animali a scopi rituali fosse vietato...Ma non ne era sicuro, dopotutto non era un avvocato, ma un semplice criminologo comportamentale.
    Matt osservò la ragazza arrossire violentemente e ragionare confusionariamente (probabilmente) su cosa avrebbe dovuto rispondergli. Un grazie bastava e avanzava, cosa che infatti lei fece, ma a quanto pare a lei non sembrò bastare, e fece lui un complimento inaspettato.
    Nessuno gli aveva mai detto che era bello. Certo, carino, gentile, disponibile, ma non aveva mai pensato a sè stesso come a un bel ragazzo.
    Se lei reagiva così e arrossiva in quel modo, significava che gli piaceva? Che avrebbe voluto far coppia fissa con lui? Era un pò prematura come ipotesi, ma chi mai aveva il diritto di giudicare quale fosse la via giusta per innamorarsi di una persona e decidere di starci insieme?
    Aveva già avuto fidanzate, ma neanche una che lo capisse davvero, o che riuscisse a dare una spiegazione non macabra a ciò che faceva di notte. Non era un maniaco, non era un pazzo, non era un necrofilo. Era semplicemente un risvegliante, e aveva aiutato tante persone a trovare un angolo di pace nelle loro questioni.
    Non si rammaricava di niente, o forse di non essere abbastanza giovane, in quel momento, per riuscire a competere con la fresca mentalità di una diciannovenne.
    Forse avrebbe dovuto vederlo ricoperto di sangue di capra, prima di affermare con certezza che lui era realmente "bello". Intanto, Matt aveva finito la sua deliziosa carne.
    Sorrise contento e in qualche modo soddisfatto dalle parole della ragazza nei suoi confronti e si sporse in avanti, sopra al piatto, cercando con lo sguardo quello intenso di lei.
    -Grazie, sei adorabile.- Provava una grande tenerezza per lei.
    Osservò per un secondo poi il piatto della ragazza, che era quasi finito.
    -Dopo ti va un dolce, un caffè...qualsiasi cosa?- disse in tono allegro e sorridente.
    Se solo lei avesse saputo quello che realmente pensava, in cuor suo, e non quello che la sua mente nascondeva...Forse non l'avrebbe visto poi così bello.
     
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    Sono terribilmente imbarazzata. Come diavolo mi è venuto in mente di dirlo? Beh, è vero, però... insomma... io non sono certo una persona espansiva. E son sicura che passerò i prossimi giorni nascosta in camera mia a riflettere se è stata una buona idea pronunciare quelle quattro parole. Sempre che non riesca a sotterrarmi nei libri...

    Trattengo a stento un sospiro (di sollievo?) quando lui porta la discussione in un'altra direzione.
    E mi ritrovo a riflettere su cosa prendere, un modo come un altro per distrarmi.

    In effetti sono abbastanza piena: non si può certo dire che qui le porzioni siano piccole... anzi, è esattamente il contrario. Però sento di aver bisogno di zuccheri in questo momento e magari di cioccolato. Anche se non ne vado poi tanto matta per i dolci credo che adesso ne prenderò uno.
    "Un dolce sarebbe perfetto... soprattutto se con cioccolato." Dico, quasi sforzandomi a parlare normalmente.

    Ma, mentre finisco di mangiare i pochi bocconi di carne rimasti nel mio piatto, non posso fare a meno di chiedermi: Perché ho accettato questo appuntamento? Perché mi devo sempre cacciare in pasticci?
    Eppure son felice di essere qui... anche se una parte di me vorrebbe essere da tutt'altra parte. Che sia una cosa normale?
     
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  10. Lovett
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    L'aveva sentita sospirare, abbassare lo sguardo, come se la timidezza si fosse divertita a riprenderla nuovamente indietro dopo averle lasciato un poco di spazio personale. Sapeva essere davvero crudele, certe volte. La Timidezza teneva Kim al guinzaglio, come un cagnolino che sogna la libertà del lupo selvatico, e che se ne frega se non potrà più mangiare, come veniva al contrario detto nella famosa favola di Fedro. Matt si riteneva fortunato ad essere diverso da lei, ma d'altra parte questo gli impediva di comprenderla a pieno. Beh, la diversità dopotutto non dev'essere schernita.
    Nonostante la sua incredibile timidezza, Kim era molto carina, educata, gentile e appropriata, nonché possedesse una perfetta dose di fascino, fascino che faceva sì che molti uomini la notassero. Era il non-so-chè delle ragazze giovani, o forse era proprio la sua giovinezza. Sì sentiva molto vecchio, certe volte.
    -Un dolce al cioccolato..Mi pare ci sia un'ottima torta al cioccolato, qui, oppure una mousse.- disse in tono pensieroso, nel tono di chi sta cercando di far risalire alla sua memoria un concetto conosciuto. Ritornò con lo sguardo alla ragazza. -Se vuoi li ordiniamo entrambi, così possiamo assaggiarli.- sorrise in tono confidenziale. Quelle parole e quei suoi stessi gesti gli portarono alla mente quando da piccolo, con suo fratello maggiore, andavano a mangiare dolci da "Madame Croutin", una delle più brave e buone pasticcerie di tutta Parigi. Quando erano indecisi tra due dolci differenti o fra più dolci li prendevano tutti, e poi li mangiavano insieme, mettendo i piatti tra loro due e spiluzzicando dai piatti. Erano momenti che Matt adorava, perché poteva stare tranquillo con suo fratello, da soli.
    Distratto dai suoi pensieri si risvegliò, e tornò a concentrarsi sul volto della bella bionda.
    -Anche a me piace molto il cioccolato.-
    Intanto, il cameriere aveva notato che i due avevano finito di mangiare, ed era giunto per sparecchiare, chiedendo loro se desiderassero un dolce, o un caffè.
     
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    Perché no!? Mi dico, alla proposta di Matt. Insomma: per il cioccolato c'è sempre posto nella mia pancia. Sopratutto in momenti come questo, quando ne ho assolutamente bisogno.
    E, a quanto pare, non sono l'unica che va matta di cioccolato. E il fatto di avere qualcosa in comune con Matt oltre al sovrannaturale - per quanto ridicolo sia - mi fa piacere.

    "Perfetto, prendiamoli entrambi." Dico, con un sorriso.
    Appena ho finito di parlare arriva il cameriere, che ci fa la stessa domanda che Matt ha fatto a me solo un attimo fa. Ordino sia la mousse che la fetta di torta, mentre rifletto sul fatto che - forse, forse - ho trovato un ottimo motivo per frequentare di più la palestra. A quanto ho notato negli ultimi anni, la mia convinzione che lo sport e la palestra mi sarebbero utili per... beh... almeno per essere più abile a sfuggire a creature mal intenzionate... non è mai bastata a farmi veramente applicare. Quando si tratta di dover scegliere tra lo sport e lo studio, scelgo ogni volta il secondo... e non so quanto sia giusta come cosa. Ma ora, visto che so che Matt va in palestra... la cosa potrebbe cambiare.

    Eppure, una parte di me non sa se è possibile. Diamine, in certi momenti Matt mi fa tornare in mente Lia... la ragazza di suo fratello, la mia collega... una mia amica, forse. Non so bene come considerarla, in effetti. So solo che sembra che le persone a cui tengo se ne vadano, in un modo o nell'altro. Spero solo che Matt, Asia e Haru non lo facciano.

    Appena il cameriere si allontana, mi viene in mente una domanda da fare a Matt.
    "Mi stavo chiedendo che cosa ti piace fare, quando non lavori." Chiedo infatti, un po' indecisa se usare il termine 'lavoro' per indicare quello che fa un risvegliante, ma non ne trovo uno migliore. Poi... anche quella è una forma di lavoro, no? Esattamente come quello che faccio io per il Talamasca. "Per esempio... quali sono i tuoi cantanti preferiti? Io adoro Enya e i Nightwish."
     
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  12. Lovett
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    Il cameriere prese con un sorriso gentile l'ordinazione, forse troppo gentile nei confronti della bella bionda che gli aveva parlato. Probabilmente, d'allora in avanti, sarebbe stato Matt a fare le ordinazioni. Non amava farsi rubare l'osso da altri cani, se si riesce a capire cosa intendeva.
    La conversazione con Kim si stava facendo carina, equilibrata e tranquilla, senza troppi intoppi o figuracce. Chissà se si sarebbe evoluta in qualcosa di più...In cuor suo Matt lo sperava, ma probabilmente se lei avesse letto i suoi pensieri lo avrebbe preso per un maniaco. Era meglio non pensarci, quindi. Dio, quanto odiava il fatto di dover stare tranquillo forzatamente, anche se gli evitava di rendersi simile ad una bestia.
    Poi, un repentino cambiamento di argomento, uno di quei cambiamenti che rendono le persone più affabili e più inclini ad aprirsi. Uno di quei tipici cambiamenti che sono necessari negli appuntamenti "normali", l'elemento personale.
    Matt sorrise leggermente, assumendo un'espressione volutamente pensante.
    -Quando non lavoro...Lavoro ancora. Diciamo che come copertura maggiore uso il mio mestiere in Polizia. Sono un Criminologo.- disse aspettandosi così dalla ragazza stupore, o magari orrore. C'erano certe persone che non sopportavano le autorità di Polizia. Non sapeva perchè. Eppure non avevano mai fatto nulla di male, apertamente.
    -Musica? Beh, mi piacciono i vecchi gruppi inglesi..Sai, Dire Straits, Sting...E roba vecchia di questo tipo.- rispose sorridendo. -Conosco gli Epica e i Nightwish, li trovo piacevoli, sai? Se ti piace il genere, ti consiglio di ascoltarti gli Apocaliptyca e i Lacuna Coil. Questi ultimi sono di origine italiana, se non sbaglio...-
    Non ce la faceva proprio a non sembrare un secchione nerd patentato in goni cosa che faceva. A volte si faceva schifo da solo, se si fosse conosciuto non si sarebbe frequentato, probabilmente.
     
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    Un criminologo. Per un istante lo stupore deve essere ben visibile nel mio volto, ma mi riprendo abbastanza velocemente. Beh, è abbastanza sensato: un risvegliante può essere molto utile alla polizia... anche se non so come sia possibile per lui spiegare da dove recupera certe informazioni. Non può certo dire 'me l'ha detto il cadavere della vittima'! Ma a questi pensieri più da osservatrice, ne seguono altri. Matt è un risvegliante e un poliziotto. Io non ce la farei mai a fare dei lavori simili... in entrambi i casi ci si trova davanti a cadaveri. E io con i cadaveri non vado molto d'accordo, vampiri compresi. Quest'ultimi mi affascinano, questo è vero, ma non ho intenzione di diventare la loro cena. Ma non per questo smetterò di frequentarli, mi sa. Rifletto, un po' dispiaciuta nel rendermi conto che non è proprio vero che sono i guai a venirmi incontro: sono io che li cerco.
    E, di conseguenza, non mi posso lamentare sul fatto che lui fa un mestiere pericoloso. E io, allora?

    "Risvegliante e criminologo, un abbinamento azzeccato." Commento, con un sorriso. "Devo ammettere che non mi sarei mai immaginata che tu fossi un poliziotto."
    Meno male che, qui, sono io l'osservatrice... Penso, leggermente divertita. Ma solo leggermente, perché mi devo ancora abituare alla novità. Beh, a dire il vero non mi sono abituata nemmeno all'idea che lui sia un risvegliante, ma mi serve solo del tempo... ne sono sicura.
    "Anch'io ho un lavoro di copertura. Lavoro al museo, come responsabile dell'archivio. Magari può sembrare poco interessante, ma mi piace."

    "Non ho mai sentito nominare i Dire Straits e Sting, ma non sono molto esperta in musica. Mi informerò un po' di più."
    Ora che abbiamo cominciato a parlare di cose più... normali, potrei dire, mi sento molto più a mio agio.
     
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  14. Lovett
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    Effettivamente la sua non era la vita più tranquilla del mondo. Poliziotto, e contemporaneamente Risvegliante. In entrambi i casi, un bel cadavere al giorno non glielo levava nessuno. Da giovane, era sempre stato dell'opinione che ad un cadavere non servissero tute le cose che aveva, quindi non aveva mai visto nella "risveglianza" qualcosa di mavagio o in qualche modo profittatorio. Era un lavoro come un altro, alla fine, un lavoro che la sua famiglia si portava dietro da molti anni. Forse a Kim sarebbe interessata la storia della ua famiglia. Sapere che tutto partiva da una formidabile scoperta dell'enciclopedista Denis Diderot forse le avrebbe fatto alzare quelle antennine da osservatrice.
    Ma non era quello il momento di svelare ogni segreto. Se tra loro non fosse andata bene, probabilmente parlargli così tanto dei suoi segreti non sarebbe stato "fruttuoso".
    Lei aveva ragione a guardarlo in quel modo. A primo impatto, era giustificabilissimo non aspettarsi il suo mestiere. Solitamente ci si aspetta che i poliziotti siano muscolosi e atletici, e lui non si poteva proprio definire tale. Sembrava più che altro uno sfigato nerd qualsiasi, troppo magro e tanto mammoletta da cadere da uno stupido tapis-roulant. Uno di quei tipi che si immaginano fighi creando un personaggio in d&D super forte (o nel gergo "powerplayer"). Beh, lui a quel gioco di ruolo aveva sempre fatto il ladro o il mago. Personaggi non certamente resistenti, ma più che altro furbi.
    A pensarci bene, sì, lui era proprio nerd.
    Meglio non far uscire quella sua caratteristica con la bella bionda.
    -In effetti non sembro proprio un poliziotto...Sarà che sono troppo magro, ma è una questione di costituzione.- disse leggermente pensieroso, prima di tornare con lo sguardo alla ragazza. -Beh, la mia copertura è venuta bene, no?- ridacchiò, poi ascoltò ciò che la ragazza proseguì a dire.
    Museo...Ci avrebbe dovuto fare un salto, sicuramente.
    -Io trovo sia un bel lavoro, il tuo, invece. Sempre in mezzo ad antichi repert...Deve essere una goduria, per te.-
    Intanto i dolci erano arrivati, praticamente alla velocità della luce. Interessante, la cucina espressa era una vera arte in quel ristorante. Due meravigliosi dolci, a base di ciocolato entrambi, vennero messi uno di fronte al ragazzo e l'altro di fronte alla sua "dolce metà", come tutto il locale probabilmente stava pensando.
    -La musica è un mondo così vasto da non essere totalmente conoscibile. Fidati di uno più vecchio di te, anche se di poco.- disse sorridendo, posando poi lo sguardo profondo al dolce che aveva davanti. Dopo quello, non gli sarebbe entrato più niente in pancia probabilmente, aveva mangiato abbastanza, ma ad un dolce non gli si dice mai di no.
    -Vuoi assaggiarlo, vero?- disse indicando con una forchettina appena presa il proprio piatto. -Te lo do io o preferisci prenderlo te?- chiese con un pesante velo di ingenuità. Il cameriere lo guardò male, prima di andare ad un altro tavolo, come indispettito e disgustato.
     
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    "Sì, mi piace parecchio lavorare al museo. Non è come studiare il paranormale ma la storia è sempre stata una delle mie materie preferite." Rispondo, sincera. Io sono terribile: se potessi vivrei in una biblioteca... cosa che in effetti faccio. Forse la frase 'i libri sono la mia vita' mi andrebbe quasi a pennello. Rifletto. Quasi, però... uhm... magari sarebbe meglio 'il paranormale è la mia vita'.

    Sorrido anch'io, contagiata dal suo sorriso. "Già." Rispondo, alle sue parole sulla musica. "Ci vorrebbero secoli per scoprire tutto sulla musica, e forse non basterebbero. Secoli che non abbiamo a disposizione, come è giusto che sia." A queste parole mi sento percorrere la schiena da un brivido, ricordandomi quanto Neris vorrebbe trasformarmi in un vampiro. Spero che il mio 'no grazie' basti perché lei non mi tocchi per il resto della mia vita, ma a tal proposito ho qualche dubbio. Chissà, forse un giorno mi toccherà combattere contro di lei. Ma non ora, per fortuna.

    I miei pensieri poco felici vengono interrotti dall'arrivo dei dolci. Quando Matt indica con la forchettina il suo piatto e mi chiede "Te lo do io o preferisci prenderlo te?", rimango abbastanza sconvolta. D'un tratto mi sento le guance in fiamme e mi viene la brutta tentazione di scappare via di qui. "Lo prendo io..." Balbetto come risposta, sicuramente col volto completamente rosso. Sono una frana... Penso, leggermente rattristata. Diamine, non sopravvivo neppure ad un appuntamento!
    Prendo tra le mani l'altra forchettina e 'frego' un pezzo del dolce di Matt. Quando sento il sapore del cioccolato in bocca mi riprendo un poco, riuscendo addirittura a dire: "E' buonissimo!"
     
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