• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by Elessar Enials

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    E ora dovete spiegarmi che cazzo c'entrava lui, figli di p*****a che non siete altro.
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    Peter si chinò ad osservare il disegno mentre ascoltava i dubbi della creatura dall'aspetto di bambina. Ascoltò in silenzio e socchiudendo lievemente gli occhi. Progettare un oggetto magico non è mai una cosa semplice, vi sono così tanti dettagli da tenere di conto, così tanti piccoli meccanismi da far combaciare, senza contare che gli ingranaggi magici al contrario di quelli meccanici tendono ad avere forme variabili. Era un lavoro che rendeva il suo vecchio impiego con gli orologi una passeggiata al confronto.

    Solo una bambina. Quella creatura non era solo una bambina. Forse lo era stato, ma ora sotto quei panni di innocenza si nascondeva un possibile predatore ed assassino. Non che la cosa gli importasse, ma doveva fare attenzione a non lasciarsi ingannare da quell'aspetto gioioso. Teoricamente un artigiano era per sua stessa definizione territorio neutrale, ma non era raro che quelli come lui venissero attaccati dai loro stessi clienti in barba a qualsiasi tradizione, soprattutto nei giorni attuali dove ogni rispetto sembrava essere perduto. Fortuna che la maggior parte delle creature avevano origini arcaiche ed erano poco propense ai cambiamenti ideologici, ma ogni tanto era successo anche a lui e le dolorose conseguenze si erano fatte sentire per giorni.

    "Non è una questione di soldi" Peter neanche voleva sapere come faceva quella cosa a procurarseli. "Ma di capacità. Non posso estendere l'effetto oltre i tre metri, posso provare, ma il rischio è che l'oggetto non funzioni al momento dell'utilizzo e visto come intendi impiegarlo non credo si voglia correre un simile rischio." Il disegno della "bambina" aveva un ché di infantile ed inquietante allo stesso tempo. Lo metteva a disagio. "Quanto al dubbio, la rotazione non avrebbe nessun legame con gli effetti, è solo la miccia che li fa attivare, ma una volta che questi sono partiti sono completamente slegati da essa." Si grattò nuovamente la barba. "Anche fermando la trottola ormai i sentimenti sono stati trasformati in carburante per la tua forza e nessuno potrà cambiare questo fatto anche se sarà possibile annullarla con altri mezzi magici o soprannaturali come è logico che sia." Peter cancellò quindi la freccia dal disegno per poi disegnare sopra la trottola una specie di parabola. "E' un po' come un'antenna. Prenderà le trasmissioni dei sentimenti negativi trasformandoli in forza, ma anche distruggendola quanto è stato trasmesso continuerà a funzionare."

    No, i sentimenti non vengono assorbiti, ma trasformati in forza. Quando i tre turni passano l'effetto ha termine proprio perché in realtà la forza data dai sentimenti è stata completamente consumata e quindi questi di fatto cessano di esistere. La trottola è solo l'avvio ed il tramite attraverso cui funziona la cosa. La tua ultima idea è invece irrealizzabile poiché il mio attuale livello di artigiano non me lo permette. Trasformare e assorbire sono due incantesimi ed io ne posso usare solo uno.
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    Peter sospirò all'offesa della ragazza. Ecco come mandare a monte un promettente incontro casuale. Ormai i dati forniti dallo Spiegolocolo erano sufficenti ad identificare la persona che aveva davanti come una simile del suo primo cliente. Avrebbe potuto interrompere qui la ricerca anche se era tutto tranne che completa. In fin dei conti le sue supposizioni potevano essere errate e poi vi era l'analisi emotiva. Era furiosa. Non era stata sua intenzione, ma quanto detto aveva peggiorato la situazione ad un livello che ora era irrecuperabile. Da qui il sospiro. Il modo in cui lei ora lo fissava, con quello sguardo che sembrava nascondere l'infinito e la mortalità del nulla cosmico, non era rassicurante. Inutile tergiversare, molto meglio finirla lì.

    Quasi a leggergli nella mente proprio in quel momento il treno iniziò a rallentare per poi fermarsi. Un istante, un rumore elettrico e le porte per uscire si aprirono accanto a loro. Aveva la sua possibilità di uscire da quella vicenda senza rimetterci nulla e forse era il caso che la prendesse al volo.

    "Uff... si, sono davvero uno stupido vecchio." socchiuse gli occhi disattivando così la ricerca dello Spiegolocolo.

    Era nervoso. Bastava una parola sbagliata per sfociare in uno scontro davvero indesiderato e a suo svantaggio. Sospirando nuovamente si alzò in piedi appoggiandosi al bastone e si diresse verso l'uscita della carrozza, ma a metà strada si fermò come preso da un'ultima folle idea.

    "Nel caso un giorno avesse bisogno..." aggiunse mentre con la mano libera frugava in una delle tasche della giacca "...o nel caso volesse continuare in un posto più adatto questa conversazione." concluse appoggiando un biglietto da visita nel punto in cui era seduto fino a pochi secondi prima. Fatto questo riprese a camminare.
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    Peter non distolse lo sguardo dalla ragazza e continuò a fissarla senza battere ciglio nonostante la conversazione tra lei e la bionda stesse avendo luogo a pochi passi da lui. Non si voltò neanche per una frazione di secondo a guardare cosa succedeva. Non voleva annullare la ricerca dello Spiegolocolo, non ora che finalmente stavano arrivando dati interessanti. L'atteggiamento era cambiato nuovamente, prima rabbia e fastidio, poi scherno, sfida di nuovo. Era anche confusa e la cosa la innervosiva poiché non riusciva a capire. Ma non erano questi i dati interessanti quanto il resto. Come era ormai certo l'oggetto gli confermò che la ragazza non era umana, ma non solo. Quei valori fuori scala e quelle caratteristiche che normalmente lo avrebbero solo confuso e non gli avrebbero permesso di capirci molto in realtà gli ricordavano qualcosa che aveva già incontrato, il suo primo cliente di Nouvieille. Quindi anche quella ragazza era come il giovane dottore? Difficile dirlo visto che magari poteva essere solo una coincidenza, ma era probabile, molto.

    "Bene?" finse sorpresa "Non la definirei proprio una conclusione felice. Chissà se si riprenderà davvero del tutto."

    Peter non aveva intenzione di mettere in campo una guerra con quella creatura, soprattutto se era quello che pensava. Non avrebbe avuto speranze di uscirne sano, forse non ne sarebbe uscito per niente, ma quella fastidiosa aria di sfida lo stava indisponendo. Ormai avrebbe dovuto capire che lui sapeva, perché continuare a fingere? Poi quelle risposte piene di arroganza ed egocentrismo gli davano ancora più fastidio. Aveva ferito gravemente una persona che per quanto pericolosa non meritava forse tutto quello ed invece di sentirsi in colpa, faceva la vittima? Certo tornava con la natura di quelle creature, angeli del peccato. Forse lo aveva fatto apposta. Cosa gli diceva che lei stessa non aveva dato origine a tutto quello?

    "Tornando a quello che le stavo dicendo prima che fossimo interrotti." riprese un tono calmo "Sarebbe stato difficile per chiunque agire in suo soccorso vista la rapidità con cui ha agito arrecando danni forse permanenti." sospirò "Una notevole leggerezza questa."

    Cercò di calmarsi. Alla fine quella faccenda lo riguardava solo marginalmente ed anche se non si era meritato così tanto in ogni caso quell'uomo si era meritato una qualche punizione. Certo era un comportamento rischioso, ma non tutti hanno la testa sulle spalle e forse quella ragazza era davvero giovane. Non sapeva bene come funzionava per l'età di quelle creature, non gli era stato spiegato. Inoltre poteva sempre essere una sua possibile cliente futura. Litigare non era un buon modo di iniziare un rapporto di lavoro, soprattutto in quel settore.

    "Dovrebbe comunque imparare a mantenere la calma..."
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    Quella bambina lo metteva in difficoltà. Non riusciva a conciliare la realtà dei fatti con l'aspetto esteriore. Non riusciva a vedere in quel "cosetto" così indifeso una seria minaccia, un'altra delle tante che vivevano in quella città. Non era però solo quello, era anche il suo modo di fare, così adulto e così infantile. O forse era che come molte persone anziane anche lui aveva un debole per i bambini e non riusciva a comportarsi seriamente in loro presenza perché gli ricordavano un tempo ormai lontano e perduto. La cosa era assurdo soprattutto considerando che quella bambina aveva probabilmente vissuto più di lui, ma nonostante questo la vista poteva essere ingannata ed era difficile convincerla dell'opposto.

    Peter si voltò lievemente verso il mare per nascondere la compassione e la gentilezza nel suo volto. Voleva mantenere un'aria di seria professionalità, ma non ci stava riuscendo. Cerco di distrarsi ulteriormente cercando nella giacca il suo portafoglio da cui estrasse con disinvoltura un biglietto da visita su cui vi era il suo nome completo, il nome del negozio "Il Salva Tempo", il numero di telefono fisso e l'indirizzo. Senza girarsi lo allungò verso la bambina.

    "Ecco qua." disse "Una volta presa l'ordinazione saprò dirti quanti giorni impiegherò a completarla."

    Attese che la bambina prendesse il biglietto da visita prima di aggiustarsi gli occhiali ed abbassare lo sguardo per osservare la trottola attentamente attivando allo stesso tempo lo Spiegolocolo.

    L'analisi richiese pochi secondi e si limitò a confermargli quanto già aveva visto prima. Era un normale giocattolo, rovinato dal tempo e dalle intemperie. Così ridotto non era idoneo al processo per essere incantato, ma Peter poteva ripararlo e poi nel caso incantarlo. Avrebbe solo richiesto qualche ora in più di lavoro. Non aveva altre proprietà e non vi erano tracce magiche.

    Peter sospirò ritornando in posizione eretta e riportando lo sguardo sul mare.

    "Quello di cui parli te sono due magie diverse." disse "Assorbire e trasformare differiscono tra loro. Non mi è possibile farlo su un oggetto così piccolo e fragile." Peter si grattò la barba sul mento. "Però è possibile fare in modo che ridiriga verso di te tutti i sentimenti negativi presenti in un raggio specifico." Socchiuse gli occhi. "Tipo tre metri." Si voltò quindi verso la bambina. "Non potrai ovviamente fare una selezione, l'oggetto ti passerà tutto quello c'é nella sua portata, compresi i tuoi stessi sentimenti, e questi scompariranno a tutti gli effetti nel processo." Riportò lo sguardo verso il mare. "Inoltre l'oggetto non potrà rimanere attivo più di un istante e la forza che ne conseguirà durerà un poco di più, ma comunque abbastanza poco. Non sarà permanente."

    Peter concluse il discorso grattandosi ancora una volta la barba. Con le sue capacità non poteva fare di più. Era comunque poco sicuro che quanto detto dalla bambina fosse vero. Sapeva bene che in quella città c'erano creature che pur senza muscoli sapevano difendersi molto bene. Lui stesso se messo nelle condizioni giuste era un osso duro da digerire. Purtroppo quelle non erano le sue condizioni giuste, era disarmato e portava con sé solo lo Spiegolocolo, il Cupolismano e l'Immobiltempo. L'unica sua vera arma era in macchina e così non gli restava che sperare che le sue condizioni bastassero a soddisfare la bambina e che questa non decidesse improvvisamente di fare chissà cosa.

    In pratica nel turno in cui la trottola si attiva, prende tutti i sentimenti negativi presenti nel raggio di 3 metri e te li passa sottoforma di forza fisica. Questo potenziamento dura tre turni passati i quali scompare insieme ai sentimenti che lo hanno generato.


    Spiegolocolo
    Lo spiegolocolo ha l'aspetto di un paio di occhiali antiquati dalla montatura nera e dalle lenti tonde. La sua principale capacità è quella di permettere alla persona che li indossa di comprendere come funziona ciò che guarda. Le informazioni appaiono direttamente sulla retina con tanto di schemi per le componenti e dettagli. Chi li indossa può "sfogliare" il tutto semplicemente pensando visto che l'oggetto risponde agli influssi mentali. Da notare che lo spiegolocolo ha un certo tempo di "caricamento" prima di completare l'analisi proporzionale alla complessità di quello che si osserva. Per un semplice meccanismo come quello di una porta può bastare un turno mentre per qualcosa di molto più complesso come una macchina potrebbe volerci un'ora. Lo spiegolocolo non ha limiti se non questo e funziona anche per spiegare il funzionamento degli esseri biologici (qui i tempi di carica sono comunque molto lunghi visto che si parla di funzionamenti sempre complessi). In caso di analisi molto complesse (come quelle di un corpo umano), le informazioni non appaiono completamente alla fine, ma vengono fornite gradualmente partendo da quelle più semplici ed immediate per arrivare poi alle più complesse e nascoste. Per esempio, usandolo per analizzare una persona in coda alle poste verranno prima di tutto fornite informazioni sull'aspetto fisico e sulle reazioni emotive superficiali che possono essere dedotte da questo, come il fatto che è irritata e nervosa. Proseguendo l'analisi si può arrivare anche a capire che è una persona che tiene molto alla sua cura del corpo o che magari non è umana. Un'altra nota da fare è che lo Spiegolocolo non è un visore notturno o ad infrarossi e non permette di vedere come fanno questi strumenti, ma può analizzare qualsiasi cosa sia davanti a Peter anche se questi non la stà "vedendo" in senso stretto. Infine perché l'oggetto funzioni non deve MAI essere distolto da ciò su cui si stà indagando. Chi usa lo spiegolocolo deve tenere gli occhi incollati al proprio bersaglio o l'analisi si azzererà e dovrà ricominciare tutto dall'inizio.
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    "Vi preghiamo di scusarci per il disagio, al più presto sarà ripristinato il servizio regolare."

    La voce elettronica seguì di un paio di secondi il ritorno della luce nel vagone, un evento che sorprese sia la ragazza che lo stesso Peter. Questi comunque non distolse lo sguardo dalla sua interlocutrice, lo Spiegolocolo stava ancora analizzando e bastava un attimo per riazzerare l'analisi. Tuttavia, come se fosse la cosa più naturale ed insignificante del mondo, lasciò andare la presa sul ciondolo al collo limitandosi a far finta di risistemarsi il colletto della camicia. Tentò anche di rilassare la mano che stringeva il bastone, ma non ci riuscì. La luce non aveva portato la chiarezza sperata.

    Dovendosi concentrare sulla ragazza che ora si era spostata, aveva completamente perso di vista il resto del vagone compreso l'uomo a terra. Lo intravedeva a malapena e questo bastava a capire che era ancora lì e che non si muoveva. Svenuto. Peter non lo invidiava anche se non poteva negare che se l'era cercata.

    "Non molto onesta." disse Peter "Spero non lo abbia ucciso. Sarebbe difficile da spiegare ora."

    Con o senza luce l'analisi aveva raccolto abbastanza risultati per comunicargli che la ragazza non era davvero spaventata. Certo la sua espressione ed il suo tono erano molto credibili, ma lo Spiegolocolo produceva un'analisi precisa e approfondita del proprio soggetto che superava facilmente gli aspetti più superficiali. Non stava provando paura, ma i suoi sentimenti dominanti erano altri: preoccupazione e curiosità erano i due che per ora l'oggetto gli aveva fornito. I più forti in quel momento. Quanto alla struttura biologica ormai le analisi preliminari erano concluse e per quanto non avesse informazioni sul "funzionamento" della ragazza, un risultato era certo: non era umana.

    "Quanto alla seconda affermazione." aggiunse Peter "Penso sia vero quindi visto che è tornata la luce concluderemo questo viaggio in tutta tranquillità e..."

    Peter non aveva ancora concluso la frase che venne interrotto da un forte rumore metallico alla sua sinistra seguito da un'esclamazione di sorpresa. Dovette concentrare tutto se stesso per respingere l'istinto di voltarsi e mantenere lo sguardo sulla ragazza.

    "John! Cosa diavolo ti è successo? JOHN!"
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    Peter sospirò.

    Quella bambina aveva l'incredibile facoltà di confonderlo. Il suo comportamento si alternava da un estremo all'altro. A tratti sembrava avere davvero l'età che dimostrava con comportamenti onesti e diretti, ma neanche una frazione di secondo dopo tornava seria con uno sguardo ed un modo di parlare che non erano solo seri, ma mostravano anche un lato nascosto inquietante e pericoloso. Peter non aveva mai incontrato una creatura con le sembianze di una bambina così piccola e l'unione di due opposti contribuiva ad alienare la realtà, ovvero che chi aveva davanti era pericoloso, molto più di quanto l'aspetto poteva dare a credere.
    Ora avrebbe potuto attivare lo Spiegolocolo e forzare la risposta alla sua domanda, ma questo sarebbe stato utile? No, in fin dei conti la bambina aveva ragione.

    "No, infatti." disse "Non mi interessa... e che non sei umana credo ormai sia una cosa sicura."

    Era sceso a patti con la verità del mondo molti anni prima anche se troppo tardi comunque. In ogni caso la bambina sembrava interessata dal suo lavoro e probabilmente aveva davvero bisogno di lui. La sua reazione era un prova più che evidente. Sapeva del suo mestiere, chissà poi come lo aveva scoperto, e ne aveva bisogno. Perché allora quelle altre domande per sondare il terreno? Perché non fare una richiesta diretta? Forse quello che voleva chiedere non era qualcosa di buono o forse era la sua natura ad essere così? Peter non sapeva darsi una risposta, ma conosceva bene le regole non scritte del suo reale lavoro. Un artigiano non si cura di chi ha davanti.

    "Porrò quindi la vera domanda." aggiunse dopo qualche secondo "Cosa le serve?"

    Stava per mettersi in attesa della risposta quando si rese conto di dover aggiungere qualcosa.

    "Ah... ho con me solo alcune attrezzi e non sono solito lavorare a certe cose fuori dal negozio." atono, professionale "Prenderò l'ordinazione e poi dovrà passare a ritirare quanto richiesto."
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    Peter rimase letteralmente interdetto alle parole della bambina. Per qualche secondo non poté fare altro che rimanere immobile ad aprire e chiudere la bocca come un pesce, la mano ancora tesa davanti a se.

    Come faceva a sapere di Sam? Perché era Sam a cui lei si riferiva, ne era sicuro. Impermeabile rosso, barba. Era l'aspetto del suo maestro, Sam Curtis, il giorno che era entrato nel suo negozio. Il giorno che gli aveva cambiato la vita. Era stato difficile convincerlo, certo. Peter all'inizio credeva fosse un pazzoide, con un bell'orologio, ma sempre pazzo. Poi Sam gli aveva mostrato un paio di sue creazioni e lo aveva portato a fare un giro per Londra, la vera Londra. Gli aveva anche presentato un suo cliente. Si ricordava il sorriso imbarazzato e le mani che si strofinavano cercando di togliere il nervosismo mentre davanti a sé aveva una creatura che per sopravvivere uccideva gli esseri umani. Una creatura che doveva esistere solo nella fantasia. Sam sapeva essere convincente quando voleva. Non lo sentiva da un po'. Da quando era arrivato Nouvieille per la precisione. Chissà dove era, se stava bene, quale cielo lo copriva. Era sempre così con lui, non sapevi mai che fine faceva.

    Peter mosse velocemente la testa a destra a sinistra per cercare di distogliersi da quello shock da sorpresa. Ritraendo la mano la porto alle tempie massaggiandosele mentre socchiudeva gli occhi.

    Come faceva quella bambina a sapere di Sam? Dalla sua domanda non sapeva troppo in realtà. Aveva detto "tizio barbuto con il cappotto rosso" e non Sam Curtis quindi non lo conosceva personalmente. Non lo aveva spiato o colto in trappola o qualcosa del genere. Il loro era stato davvero un incontro fortuito però qualcosa sapeva. Forse era nella sua natura. Forse quello che doveva davvero chiedersi era: "cosa è la bambina che hai davanti?" Rispondeva ad un sacco di dubbi che si era fatto negli ultimi minuti.

    "Si..." disse con una voce atona "alla fine ho accettato."

    Peter sospirò. C'era qualcosa in quella dannata città di veramente puro?

    "Che cosa sei?" il tono della voce di Peter era adesso molto diverso da quello amichevole di qualche attimo prima. Era calata una specie di maschera che era quella che rispondeva al suo nome d'arte, Frantic. Dal piacere erano passati al lavoro.
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    Peter non ci stava capendo più nulla. Forse era che doveva ancora svegliarsi del tutto o forse la demenza senile lo aveva infine raggiunto, ma più quella bambina gli parlava dei suoi genitori e meno la situazione gli sembrava chiara. Non riusciva proprio a venire a capo di quella grossa marea di informazioni. Non riusciva a dare loro un senso compiuto, una logica. Lo stesso discorso della bambina si contraddiceva in più punti. C'erano anche discreti interrogativi che non riusciva a pienare. Se i vestiti non le piacevano perché allora si faceva "ricattare" con la scusa di averli? Se si dimenticavano di lei come facevano ad essere invece così presenti da risultare quasi oppressivi con le loro istruzioni? Ovvio che la bambina stava dicendo la verità, una creatura così giovane come avrebbe potuto avere l'astuzia per mentirgli? C'era però qualcosa dietro a quel discorso che non gli tornava minimamente. Ma in fin dei conti non lo riguardavo. I suoi genitori potevano essere anche le peggiori creature di questo mondo, ma erano comunque i suoi genitori e Peter aveva avuto abbastanza guai anche senza bisogno di infilarsi in un roveto come quello. Avrebbe chiamato la polizia come aveva deciso.

    "Molto piacere" disse Peter per poi allungare la mano a stringere quella della bambina. "Mary e basta? Avrai anche un cognome... persino Peter Pan lo aveva." Peter sorrise.

    Peter Pan, colui che non invecchiava mai. Una favola che però nascondeva una verità ben più reale. Una persona può non invecchiare fisicamente, ma dentro, nella mente, il tempo non si ferma mai. Neanche per i personaggi inventati. Neanche per i vecchi ragazzini. Puoi fingere di essere un bambino quanto vuoi, ma dentro il tempo è comunque passato. Fu allora che un'idea improvvisa attraverso la mente di Peter... e se quella che aveva davanti era come Peter Pan? Se non era davvero una bambina? Questo dubbio lo aveva già avuto ed a Nouvieille di cose strane ne aveva viste. Non era forse possibile anche questo? Non poteva dirlo, ovvio, ma era un elemento che non doveva dimenticare. Fare attenzione. Sempre.

    Peter deglutì per poi cambiare discorso.

    "Si, posso curarla." disse forzandosi di tornare a sorridere "Sono una specie di esperto in quanto a riparare piccoli oggetti."

    L'artigiano osservò la piccola trottola e vedi qualche piccolo danno ed imperfezione. Nulla che gli attrezzi che aveva in macchina non potevano risolvere, senza contare che lui aveva un vero occhio per i dettagli.

    In fin dei conti non doveva riguardarlo. Scoprire come si chiamava, chiamare chi di dovere e consegnarla in mani sicure. Ecco l'unica cosa che doveva preoccuparlo. Chi era davvero Mary e chi erano i suoi genitori non erano affari suoi. A Nouvieille meno ti facevi gli affari degli altri più sopravvivevi.

    "Vieni." disse rialzandosi in piedi ed allungando la mano verso la bambina "ho gli strumenti in macchina. Vedrai che tra qualche minuto avrà nuovamente voglia di girare."

    Aveva fretta di chiudere quella storia. Altro che passeggiata rilassante, stava rimediando un bel mal di testa. Sentiva già il cranio pulsare ed un po' di lavoro lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee.
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    Peter era sempre più confuso. Un nano dall'ego spropositato e dai tratti orientali? Che diavolo intendeva. Sai che a Nouvieille di cose ne aveva viste, ma quella... E poi tutto il discorso sui genitori, sul fatto che si dimenticavano di lei, eccetera, eccetera. Si, era una storia credibile e Peter ormai aveva capito che nel mondo esistevano anche genitori terribili capaci di certe cose, ma i figli ereditavano sempre qualcosa da questo comportamento. Lo mostravano nel loro modo di vivere, di vestire, di parlare. Peter lo sapeva bene perché suo figlio era il miglior esempio di quanto aveva appena pensato. Quello che era ora Jonathan era solo colpa sua. Tutto lo era. Ma quella bambina non aveva proprio i segni di una simile sofferenza. Peter non sapeva spiegare bene quello che percepiva. Semplicemente c'era qualcosa in quella storia che non gli tornava, ma forse non erano fatti suoi. Anzi, senza forse, non erano fatti suoi. Doveva semplicemente farsi dire il cognome della bambina o dei genitori e poi informare la polizia. Avrebbero pensato a tutto loro.

    Mentre ragionava su tutto questo Peter si chinò di istinto per osservare la trottola. Era effettivamente un buon oggetto di artigianato, fatta a mano probabilmente, certo l'acqua ed il tempo l'avevano abbastanza logorata e probabilmente non funzionava più come un tempo. Senza colore aveva poi anche un'aria triste anche se tristi i giocattoli abbandonati lo sono sempre. Hanno quella decadenza tipica dei rottami. Un po' come lui. Stava per dire che era effettivamente molto bella quando la bambina le avvicinò la mano alla coscia. La sua reazione fu istantanea. Scattò all'indietro come se la mano della bambina potesse ustionarlo e si ritrovò preso dal panico e dalle palpitazione. Velocemente si guardò intorno per vedere se qualcuno aveva notato quanto successo. Bastava pochissimo a rovinare la vita di una persona anziana.

    "Ehm... non credo ce ne sia proprio bisogno." disse con un sorriso imbarazzato che cercava di nascondere il suo panico "No, proprio no. Io non sono l'altro signore."

    Ma che diavolo di persone conosceva quella bambina? Che razza di persona poteva abbassarsi a fare una cosa simile? Una persona anziana come lui con una famiglia, dei figli, aveva osato convincere una bambina a fare certe cose? Non solo Peter non comprendeva, ma un simile atteggiamento era nauseante. Avrebbe voluto presentare "quelle persone" ad alcune sue conoscenze. Il mondo non ne avrebbe poi risentito così tanto.

    Cercando di rallentare i battiti e facendo attenzione a non incitare comportamenti "strani" Peter si riavvicinò quindi alla bambina per poi sedersi accanto alla stessa pur mantenendo una certa distanza. In realtà non sapeva minimamente come comportarsi e la sua mente era andata in palla qualche secondo prima, troppo presa dalle cose poco chiare e dall'improvvisa rivelazione.

    "Dicevo..." si interruppe solo per tossire lievemente e schiarirsi la voce "...è proprio una bella trottola, ma non credi sia un po' rovinata? Se vuoi posso rimetterla apposto." disse cercando di tenere l'aria più seria ed adulta possibile senza far trasparire il panico che comunque stava scemando.

    Comunque si, quella era l'idea migliore. Con la scusa di aggiustare la trottola l'avrebbe accompagnata alla macchina e poi lì vicino c'era una cabina telefonica. Avrebbe chiamato la polizia e gli avrebbe detto dove era e cosa era successo. Nel mentre che attendevano poi poteva davvero riparargli quella trottola. In macchina in fin dei conti aveva sempre una piccola cassetta degli attrezzi per le operazioni di emergenza.

    "Come ti chiami comunque? Io sono Peter Esser."
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    Nessuno si era accorto di quanto stava succedendo all'interno del vagone. Chi prima dormiva non era stato svegliato all'urlo e di certo non era infastidito ora dai gemiti di continuo dolore dell'uomo a terra. Stava soffrendo ancora e non serviva che Peter lo guardasse per capirlo. Ora aveva altri problemi. La ragazza aveva detto di avergli dato un calcio, ma anche lo avesse colpito nelle parti basse, difficilmente il dolore avrebbe avuto quell'intensità e quell'origine. Era stato talmente forte che probabilmente l'uomo non si sarebbe più rialzato per un bel po' e sarebbe passato solo dopo qualche giorno di riposo o forse anche di più. Ma la cosa peggiore, quella che lo spronava a non togliere la mano dal bastone e dal ciondolo al collo, era quello che gli comunicava lo Spiegolocolo. La ragazza aveva parlato con un tono flebile, impaurito, e Peter che non la vedeva forse avrebbe anche potuto crederle se non fosse che l'analisi gli stava chiaramente dicendo che tra le emozioni provate non c'era neanche la minima ombra di paura. Rabbia repressa, un piccolo accenno di divertimento e soprattutto curiosità. Quella era ora l'emozione predominante nell'analisi che comunque stava proseguendo nella speranza di arrivare al bandolo di quella enorme matassa che era seduta davanti a Peter. Un brivido gelido gli attraversò il collo.

    "Aggredirci nuovamente?" disse con tono tranquillo "Quell'uomo non aggredirà più nessuno per qualche giorno e sicuramente anche dopo ci penserà bene prima di rifarlo."

    Era pericolosa? Forse, ma sicuramente non in modo diretto. Non per lui almeno. Poteva però diventarlo e non ci voleva un genio per capirlo. Cosa diavolo stava facendo? Lo fissava. Peter lo capì dopo qualche secondo. Lo stava studiando, stava cercando di capire se lui sapeva così da comportarsi di conseguenza. Ma come si sarebbe comportata? Lo avrebbe assalito?

    Questi pensieri si scambiavano velocemente all'interno della testa dell'artigiano che si sforzava di restare il più impassibile ed immobile possibile. Una qualsiasi mossa sbagliata avrebbe potuto scatenare una reazione pericolosa.

    "Porrò la domanda in modo più specifico." disse per poi fermarsi un attimo a sospirare prima di continuare "Cosa gli hai fatto di preciso?"

    Lo Spiegolocolo ci stava mettendo troppo per fornirgli anche solo qualche minimo dato biologico. Era già successo a Peter che accadesse, per la precisione con il suo primo cliente. Gli tornò alla memoria quel giovane medico in moto e quello che era. Valeva anche per la ragazza? Lui era stato cordiale in fin dei conti, ma era stato un incontro di affari tranquillo ben diverso da quello che stava succedendo nel vagone della metro. Inoltre, Peter non ne poteva essere sicuro. Non era abbastanza esperto e non pretendeva certo di aver analizzato tutte le creature che vivevano in quella dannata città. Ogni svolta c'era una sorpresa.

    Il nervosismo iniziò a farlo sudare, soprattutto le mani che stavano stringendo in modo maniacale i suoi due oggetti magici. Aveva i nervi a fior di pelle.
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    Peter sorrise alla ragazza mentre alle sue spalle Mr. Pink sbuffava. Un'arrogante bambina con troppe fantasie, ecco quello che era, ma ora lei non gli interessava, bastava tenesse la bocca chiusa finché l'ultima arrivata era a portata di orecchio.

    Lo Spiegolocolo era a lavoro e quanto scoperto non piaceva per niente a Peter. La ragazza era nervosa e preda di un lieve panico, ma non solo. Gli occhiali stavano impiegando molto tempo ad analizzare la sua struttura fisica e questo non era mai un bene per quanto a Nouvieille fosse una cosa abbastanza tipica. Conveniva agire con cautela.

    "No, non mi ha colpito, stia tranquilla e faccia solo più attenzione." disse Peter senza staccare lo sguardo dall'ultima arrivata.

    Non poteva. Farlo avrebbe disattivato lo Spiegolocolo. Così l'artigiano non vide Mr. Pink alzarsi dal suo posto a sedere irritata e spingere via con forza la ragazza.

    "Ehi, bimba, se non ti sei fatta nulla vedi di sparire alla svelta." disse con un tono che era tutt'altro che amichevole e cordiale "Qui i grandi hanno da parlare di cose serie e te sei solo un fastidioso disturbo!"

    Peter avrebbe voluto tirare uno schiaffo a quella stupida. Come le era venuto in mente di agire così? La situazione era pericolosa, soprattutto considerando le entità che vivevano dentro quella dannata città. Una persona intelligente difficilmente avrebbe agito prima di aver valutato a modo la situazione, ma Mr. Pink a quanto pare era proprio carente di cervello. Mentre il sorriso si spengeva sul volto dell'artigiano questi afferrò il bastone da passeggio con la mano destra pronto ad agire. Non sapeva cosa sarebbe successo, ma prevenire era meglio che curare.
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    Lo Spiegolocolo stava impiegando più tempo del previsto ad analizzare la sua interlocutrice e questo era strano. Fino ad adesso era riuscito solo a capire che la ragazza era lievemente nervosa e che non aveva intezioni cattive, ma non riusciva a fornire altre informazioni. La cosa insospettì Peter che comunque non si preoccupò più di tanto, che Nouvieille era una città strana lo aveva ormai assimilato.

    La ragazza comunque gli stava rispondendo quando un uomo entrò nella carrozza in preda ad un attacco di panico. Per istinto Peter si voltò verso di lui e vide attraverso gli occhiali che era preda del più totale terrore. Era un uomo normale, ma l'essere lì sotto bloccato aveva fatto a pezzi i suoi nervi. Probabilmente soffriva di calustrofobia. Immediatamente iniziò a prendere a pugni la porta, la ragazza provò a calmarlo, senza risultato e poi successe qualcosa che gelò il sangue nelle vene dell'artigiano. L'uomo aveva afferrato la ragazza per le spalle quando questa emise una delle risate più maniacali che Peter aveva mai sentito. L'istante dopo il corpo dell'uomo visto attraverso lo Spiegolocolo prese come fuoco! Dolore puro partiva dal cervello e lo attraversava lungo tutte le diramazioni nervose. Era talmente intenso che gli occhiali non riuscivano a calcolarne l'entità.

    "Ma che..."

    Il corpo di Peter agì di istinto riparandosi la testa mentre distoglieva lo sguardo. Allo stesso tempo la carrozza si riempì dell'urlo atroce dell'uomo, seguito da un tonfo sordo, probabilmente il suo corpo che cadeva a terra. L'artigiano si obbligò a riportare lo sguardo sulla ragazza, improvvisamente serio, la mano destra stretta sul bastone da passeggio, la sinistra sul ciondolo che portava al collo, pronto ad attivare entrambi in caso di necessità. L'uomo si stava contorcendo a terra, lo si capiva dal rumore sinistro che produceva così come dalla fioca illuminazione data dal sigaro acceso caduto a terra, ma la ragazza? Che intenzioni aveva? Nel momento in cui aveva distolto lo sguardo lo Spiegolocolo aveva interrotto l'analisi ed ora l'aveva dovuto ricominciare da capo, il risultato è che Peter ancora non sapeva cosa aveva davanti.

    "Che cosa stà succedendo?" disse cercando di simulare un tono più preoccupato della realtà. Se davvero quella "cosa" era pericolosa, Peter non doveva fargli capire di potersi difendere. Doveva guadagnare tempo. Capire cosa aveva davanti.
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    Peter alzò un sopracciglio sentendo la spiegazione della bambina per poi guardarsi intorno. Aveva visto solo due o tre macchine nel parcheggio, oltre alla sua, ed in nessuna di queste c'erano due persone. Quella bambina era stata chiaramente abbandonata lì, ma perché? Non era troppo piccola, anzi. Inoltre era educata, ben vestita e curata. Non presentava segni di maltrattamento a prima vista a parte un paio di vistose occhiaie che potevano derivare da qualsiasi cosa. Peter non voleva credere che se la fossero scordata lì. No, c'era qualcosa che non tornava in tutto quello, ma era mattina e non riusciva ad inquadrare bene l'argomento. La sua mente fino a quel punto era stata come in trance ad osservare il panorama e difficilmente passava da quello stato al ragionare con rapidità fulminea.

    "No, mi dispiace." disse sedendosi accanto alla bambina "Però volendo posso aiutarti a cercarlo."

    Peter era incuriosito e preoccupato dalla bambina. La fastidiosa sensazione che c'era qualcosa che non tornava lo stava perseguitando. Come un insetto che cammina sulla schiena nuda. Purtroppo aveva lasciato gran parte dei suoi attrezzi a casa o in macchina e non poteva fare molto. Aveva lo Spiegolocolo, si, ma un bambino era comunque un qualcosa di troppo complesso da comprendere e probabilmente non aveva molto tempo per fare chiarezza in quello strano incontro. Senza contare che fissare una bambina a lungo poteva costare caro ad una persona della sua età. Che strana epoca era diventata quella in cui viveva. E come poteva passare per la testa di qualcuno di fare del male a simili indifese creature? Peter non lo comprendeva.

    "Uhm... forse posso aiutarti anche a ritrovare i tuoi genitori." disse senza pensarci troppo Peter "Forse hanno avuto un imprevisto."

    In realtà quella storia continuava a non tornargli e piano piano si stava ricordando che viveva a Nouvieille, posto noto per essere patria di creature non proprio innocue. Molte leggende parlavano anche di divoratori di uomini che prendevano l'aspetto di bambini in riva al mare. Improvvisamente si pentì di aver lasciato in macchina la Lamaluce. O forse quella città stava rendendo paranoico anche lui. Quella bambina non aveva nessuna intenzione maligna verso di lui ed in ogni caso l'Immobiltempo era in tasca. Nouvieille però era un posto strano e quella storia, detta con quella leggerezza, lo insospettiva.
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    Peter adorava il mare. Questa frase necessitava però di ulteriori spiegazioni poiché non era il tipo che stava sdraiato a prendere il sole. Semplicemente trovava qualcosa di romantico ed irresistibile nell'idea di fissare l'infinita del mare al mattino o al crepuscolo. Lo metteva in pace con sé stesso e lo faceva sembrare giovane e piccolo. Il mare era lì da sempre. Tuttavia non poteva andare a guardarlo spesso, soprattutto da quando era arrivato a Nouvieille. Gli impegni dati sia dal suo lavoro primario che secondario si erano moltiplicati e così non aveva ancora visitato la spiaggia con suo rammarico. Alla fine si era obbligato a tenere quella mattinata libera per soddisfare questo suo bisogno ed il tempo atmosferico gli aveva voluto bene. Si era così alzato poco prima dell'alba e si era avviato verso la spiaggia. Aveva parcheggiato la sua utilitaria poco distante ed aveva proseguito a piedi tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni. Non gli piaceva bagnarsi, voleva solo guardare. Aveva quindi iniziato a passeggiare per il lungomare cercando un posto che lo ispirasse o semplicemente una vista che lo ammutolisse al punto da condurlo a quella strana sensazione di quando si guarda qualcosa di così grande che ci pare infinito. Mentre cercava e guardava notò quindi un bagliore verde che corrispondeva a qualcosa di strano: una bambina. Avrà avuto si e no nove o dieci anni e se ne stava lì in riva al mare ad osservare qualcosa di metallico. Peter si guardò attorno, ma non c'era segno di nessuno a parte loro due e qualche appassionato di attività fisica intento a correre a parecchi metri di distanza. Perplesso si avvicinò alla bambina.

    "Ciao." disse con un tono da persona responsabile "tutto bene? Dove sono i tuoi genitori?"
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