• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by Sugar Pinkie

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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Quando Raffaello aveva espresso la sua opinione sui tatuaggi, Ursa, scrollò le spalle, rispondendogli che era sempre una scelta personale quella di farsi mettere inchiostro sottopelle. Lei non era lì per convincere nessuno e tanto meno per persuadere l'altro artigiano a subire una o più sedute.
      "Ho viaggiato per quasi una decina di anni alla ricerca del mio 'teepee', del mio posto nel mondo, e sono rimasta quasi due anni in Italia... ma sono pessima con la lingua." ridacchiò sapendo di possedere una conoscenza dell'italiano davvero misera "Io, invece, sono stata costretta a piantarmi il thé in casa... come per te il caffè è indispensabile che possieda un determinato gusto, per me così dev'essere il thé. Mi chiedo se riuscirei a far crescere qualche pianta di caffè in casa."

    L'ultima frase le uscì più come un borbottio, un pensiero fra sé e sé, incuriosita da una nuova sfida botanica. L'unica problematica era poi riuscire a creare il caffè vero e proprio, anche se quella poteva essere una dubbia seccatura.

    Ursa volse nuovamente la sua attenzione sull'altro artigiano quando lo vide muoversi, inclinando la testa di poco per fissare meglio gli orecchini che indossava, un paio di bianchi opali lattiginosi incastonati nell'argento come lacrime di luna. La foggia le piaceva e anche l'idea l'attirava molto, anche se forse per com'era fatta lei avrebbe preferito degli anelli. Continuò poi la sua osservazione dell'ultimo oggetto in possesso dell'uomo: quando si era slacciato il colletto della camicia le aveva lasciato scorgere un pendente dalla forma inusuale. Era più bravo di quanto egli declamasse. Si convinse alla fine che dovevano esser stati tutti quegli oggetti ad aver irrimediabilmente attirato la sua attenzione sull'artigiano quando era stata nel suo negozio.
      "Finché sono cose che vengono legate alla nostra anima non c'è bisogno di grandi viaggi, storie incredibili o la perfezione... le amiamo e basta e ci sentiamo felici di averle." fece lei posandosi una mano sul tatuaggio delle rose in un gesto istintivo. Si riscosse all'improvviso ed afferrò poi un vassoio circolare con i bordi rialzati, posandovi sopra i piccoli bicchieri e girando poi oltre il bancone. "Hai ragione... perdo sempre la cognizione del tempo a parlare di queste cose. Stasera ho scelto una commedia: Balle Spaziali. Non c'è nulla di meglio delle risate durante le notti d'inverno. Prego da questa parte."

    Ursa volse le spalle all'altro dirigendosi, quasi trotterellando, verso la parete parallela a quella della porta, fermandosi davanti ad una libreria come tutte le altre. Posò delicata il vassoio su un tavolino lì vicino, per poi dedicarsi ad armeggiare con la scaletta della libreria, spostandola in una precisa posizione; un leggero click risuonò nel silenzio della sala. L'artigiana si spostò poi verso il bordo in legno dello scaffale centrale e gentilmente fece una leggera pressione sulla cornice di legno: lo scaffale si mosse, ruotando su un perno centrale, e mostrando una piccola anticamera illuminata da neon, mentre nel pavimento si apriva l'ampio buco circolare di una scala a chiocciola.
      "Una volta questa era una lavanderia e qui c'era il seminterrato per i vari fusti di detersivi ed i pezzi di ricambio. Adesso è un luogo magico."

    L'artigiana riprese il vassoio e fece strada nuovamente a Raffaello, scendendo i pochi gradini che portavano nella sala sotterranea. Era questa di poco più piccola della caffetteria soprastante, in un avvolgente e confortevole stile inglese: legni scuri ma dai toni caldi si contendevano la vista con i divani in morbida pelle e le poltrone dagli alti schienali, il pavimento ricoperto da tappeti e cuscini, qua e là dei bassi tavolini ed, in un angolo accanto alla scala, un piccolo mini-bar perfettamente inserito nel contesto. Alle pareti quadri e quadretti sgomitavano con lampade dallo stile fiorentino che spandevano luce gialla sulla sala. Una parete era stata adibita a schermo, mentre un proiettore era attaccato al soffitto, quasi invisibile. Ursa si sentiva a casa. La pacifica normalità di quei pochi individui che si riunivano in quello scantinato e che considerava amici le facevano dimenticare ogni volta i problemi di quell'immensa città.

    Lo schiamazzare dei convitati si interruppe a fatica quando i due artigiani entrarono nella sala e subito si fece loro incontro una donna sulla quarantina, il corto e liscio caschetto nero incorniciava un viso dagli zigomi alti e occhi grigi perfettamente truccati.
      "Ciao, sono Ida, la proprietaria del locale. Ti do il benvenuto alla nostra serata film. Era tanto che non vedevamo un volto nuovo fra di noi... Ursa non ci ha voluto dire nulla su di te" la voce frizzantina della donna attirò l'attenzione anche degli altri. Erano una compagnia abbastanza variegata, con una coppia di signori anziani, marito e moglie, un ragazzo che doveva avere sui trentanni ed un uomo prossimo alla mezz'età, due ragazze dalla pelle scura e l'età indefinita, due donne sulla cinquantina e una piccolina che sembrava aver da poco compiuto i diciotto anni.

    Si presentarono tutti, una sequela di nomi più o meno difficili: Ida, Aaron e Susanne, Theodore e Alexios, Ekale e Keyah, Colette, Amy e Lin. E subito Ursa si fece vicino all'artigiano.
      "Non c'è bisogno che li ricordi tutti... io ho impiegato un anno per smettere di chiamarli 'cara' o 'scusami'" mormorò, quando il piccolo drappello di persone si fu diradato. "Se ti va possiamo sederci... pop-corn al caramello?"



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    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: ///
    Stato mentale: ///

    Abilità:



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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Ursa fissò il medico muoversi ancora una volta lungo la saletta dopo averle sistemato la flebo. Storse il naso scrutando per un momento il tubicino pieno di liquido che le si innestava nella pelle: se fosse stata a casa, a quell'ora, probabilmente non si sarebbe dovuta sorbire tutta quella routine medica inutile, potendo contare sul suo laboratorio.

    Nuovamente l'aroma del caffè prese a contendersi la saturazione dell'aria con quello della morte e delle sostanze mediche, presto seguito da quello del thè, di bassa qualità ma pur sempre un odore che conosceva e che apprezzava. Era riuscita a piantarne alcuni esemplari nella zona d'ingresso di casa e si produceva il proprio thé direttamente fra le mura domestiche, potendo soddisfare così i suoi gusti più o meno difficili. In quella situazione, però, anche la più classica delle bustine da supermercato andava benissimo.

    CITAZIONE
    Non ho capito bene a chi ti riferivi quando parlavi di fare affidamento... su di me, o su questa Mina?

    Se l'era chiesto anche Ursa. Non capiva se Mina si aspettasse che lei incontrasse o meno Raven, quando le aveva detto di controllare all'obitorio dell'ospedale. Ciò che le aveva mandato erano poche righe senza troppe pretese, in cui le dava qualche consiglio e nulla più. Le chiedeva di avere fiducia... era una parola grossa per lei, soprattutto visto che non aveva mai conosciuto faccia a faccia questa donna, ed ora si trovava davanti qualcun'altro di cui non riusciva ad avere un'opinione favorevole. Da un lato si presentava come un medico attento e premuroso, dall'altro il costante brivido fastidioso dietro la nuca urlava che poteva essere una discreta maschera ben congeniata.
      "Non saprei, ammetto." mormorò con un filo di voce.

    Sollevò lo sguardo su di lui giusto in tempo per scorgere quel ghigno, la luce fredda della camera che le mostrava un altro lato di Nouvieille che, da qualche tempo, era più simile ad un inferno che non ad un paradiso. Quei denti aguzzi, la percezione sfalsata di qualcosa di fin troppo potente e l'aspetto non completamente umano erano il travestimento di un Erebo terrestre, un qualcosa di così spaventoso che lei non poteva opporglisi qual'ora avesse deciso che era stufo di parlare. Strinse con maggiore foga la carta fra le dita, sapendo che bastava un semplice strappo e l'inchiostro l'avrebbe seguita al di fuori del foglio. Sarebbe stato un vantaggio solo se fosse riuscita poi a fuggire.
      "Perché un angelo avrebbe dovuto maledire un'artigiana? Siamo utili a tutti voi, buoni o cattivi che siate, e lei non era una testa calda come me, pronta ad inimicarsi le persone sbagliate" iniziò, cercando inutilmente una posizione comoda in cui non si sentisse adagiata su una sedia chiodata. "Ma a questo punto non posso più escludere nemmeno che qualcuno le abbia fatto questo apposta... che l'abbia costretta a vivere una maledizione attraverso quel dannato oggetto che sto cercando."

    Mandò un gemito quando si mosse male sulla poltrona, avvertendo una scarica dolorosa irradiarsi lungo il fianco e che le tolse il respiro: si era di nuovo agitata, il suo intero corpo reso un fascio di nervi per la situazione. Non serviva a nulla tutta quella rabbia... doveva calmarsi e ritrovare un momento la lucidità. Iniziò a trarre piccoli respiri lenti, cercando di ritornare a quello stato di neutra tranquillità di quando era scesa con l'ascensore.
      "Sì, voglio trovarla con tutta me stessa. Se è morta che rimanga tale... Se non lo è completamente desidero che lo sia. Ed allo stesso tempo sto cercando un dannatissimo oggetto e non voglio che succeda ad altri quello che è successo a lei... e credo che anche Mina desideri questo." fece l'artigiana, per poi ridere amaramente allungandosi ad afferrare la tazza di thé sulla scrivania vicino a sé. "Ultimamente mi sto affidando veramente a cani e porci"

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    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: - Abrasione gamba destra e spalla destra
    - Due costole incrinate lato destro.
    Stato mentale: ///

    Abilità:



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    Assolutamente sì... Così conosco pure Daisuke x3
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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Il ragazzo ha un'ottima memoria, pensò l'artigiana quando lui le riferì di averla riconosciuta. Anche se, visto il suo aspetto, difficilmente era una che passava inosservata; ma era certa che lui si riferisse a quelle sensazioni che quelli come loro probabilmente provavano nello star vicino a qualcuno o qualcosa che possedesse poteri e proprietà non umane. Esattamente come ciò che lei aveva sentito in lui nell'incontrarlo nel negozio.

    Ursa lo fissò incuriosita quando andò a prendere qualcosa dalla giacca, inclinando di lato la testa. Una volta tornato le aveva posato davanti una fiaschetta, sistemandola accanto a Xing Qiao: entrambi oggetti apparivano anonimi, qualcosa che sarebbero tranquillamente entrati nella normalità di un uomo ed una donna, esattamente come un bracciale ed una fiaschetta qualsiasi. Gli occhi dell'artigiana seguirono le linee squadrate e precise dell'oggetto, e delicata allungò un indice per sfiorarne la lucida superficie argentea, mentre la pelle del dito veniva lambita da una sensazione quasi extra-corporea, un piacevole pizzicorio, come se un tentacolo d'energia si fosse stretto attorno alle sue falangi.
      "Io non sono portata per cose del genere" iniziò lei senza distogliere lo sguardo dai due oggetti. "Sono più specializzata in tatuaggi ed a lavorare con l'alchimia... o almeno ci sto provando. Non è facile riuscire a modificare cose che nascono per essere così. "

    Si risollevò e spostò di lato i capelli, prendendo una ciocca rossa vicino al collo e mostrando all'artigiano l'anello bianco intrecciato fra i capelli, la piccola testa candida di serpente inciso che spuntava da un cespuglio, il tutto intagliato con minuziosa cura.
      "Questo ed il bracciale vengono da uno dei miei ultimi viaggi in Cina." fece, per poi toccarsi in sequenza il tatuaggio della rosa sull'avambraccio destro, la chiave sullo zigomo sinistro e la mano ricoperta di stelle. "Queste invece sono opera mia... almeno in parte. La fortuna di nascere fra gli Indiani è che sono, da secoli, degli ottimi tatuatori. Un po' meno ferrati nel creare oggetti rifiniti. Ma, ehi... ci sono pro e contro in tutto"

    Si sentiva elettrizzata: era felice di poter parlare tranquillamente con qualcuno che comprendesse cosa volesse dire essere un costruttore e creatore, che sapesse che nell'ombra non si nascondevano solo fiabe, ma mostri in carne d'ossa... e che lo fossero anche loro in un certo qual modo. Inconsciamente sorrise di nuovo, per poi riscuotersi con un 'oh, giusto' e si accucciò dietro il bancone alla ricerca di qualcosa. Quando riemerse appoggiò, in bilico, sopra la fiaschetta un piccolo involto a forma di caramella, della lunghezza di un palmo, color blu.
      "Amaretto del Chiostro... i miei preferiti" mormorò in un italiano dal forte accento inglese, per poi riprendere la lingua madre. "Me li faccio ordinare da Ida e vengono diretti dall'Italia."

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    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: ///
    Stato mentale: ///

    Abilità: - Percezione delle aure/del magico: Oltre ad essere un�abilit� innata, essa viene comunque affinata nel tempo tramite ulteriore concentrazione ed acquisizione di esperienza. La percezione delle auree o del magico, avviene grazie alle emanazioni di energia di ogni singola creatura oppure oggetto magico, si riesce quindi a stabilire se si ha di fronte qualcosa di meramente o umano oppure qualcosa di pi�, un oggetto di pura materia inorganica od altro. Le emanazioni di energia vengono immediatamente percepite quando si tratta di creature molto antiche o molto potenti, per gli oggetti se si tratta di incanti molto forti. Di fronte ad un oggetto od una creatura di scarsa potenza (e quindi emanazioni di energia meno intense), sar� pi� complicato avere una immediata percezione del magico o dell�aura. In mancanza di sufficiente energia per poter determinare l�origine di creature in particolare, ci si potr� affidare all'esperienza d'osservazione acquisita con il tempo, cio� la capacit� di osservare i dettagli nell'aspetto o nel comportamento della suddetta. Ad esempio il pallore accentuato, la forma particolare o insolita dei canini, comportamenti prettamente animali o alienati. Il raggio d'azione della percezione ha pur sempre il suo limite, aumentando la distanza tra soggetto e creatura, diminuisce la possibilit� di avere percezioni nitide e corrette.
    *N.B.: Le percezioni del magico o delle aure non svelano la natura/razza delle creature.
    - Raggio d'azione: fino a 5 metri



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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Ursa era andata ad appoggiarsi al bancone, dopo che lui le aveva consegnato una bottiglia di vino, consigliandole di prendere dei piccoli calici, subito seguita dalla domanda su Jeff. Sorrise un momento, distogliendo l'attenzione dal bancone.
      "Dipende se parliamo di Mass Effect o meno" rispose lei, tornando a controllare che vi fosse qualche tipo di bicchiere adeguato al tipo di vino che l'altro aveva portato loro. "Oh, eccoli!" mormorò.

    Fece tranquillamente il giro del bancone, raggiungendo quella parte che era adibita al servizio e che solitamente era preclusa ai clienti, ma la sera il Chat Noir era praticamente dominio di tutti. Ascoltò le domande che lui le fece, fissandolo mentre metteva sul piano in acciaio opaco un bicchiere dopo l'altro, piccole pancine curve che scintillavano nella penombra del locale vuoto. Dodici fiori di gelido vetro perfettamente allineati, seguite da un cavatappi professionale che Ursa porse gentile verso Raffaello.
      "Non sono un granché con i vini, ammetto." fece lei, posando poi i gomiti sul piano. Con delicatezza tolse dal polso sinistro il bracciale di giada chiara, avvertendo fra le dita la vibrazione del serpente verde, e lo posò davanti all'uomo, spingendolo piano verso di lui. Gli occhi chiari di lei parvero scintillare per un momento nell'oscurità, curiosa della reazione di lui. "Per questo. Lo senti, vero? Esattamente nello stesso modo in cui anche io percepisco qualcosa su di te... un brivido, una scarica elettrica, la sensazione di sapere qualcosa ma senza comprendere di cosa si tratti. Per me è come una vibrazione lungo la schiena e la pelle." Lo stesso effetto che provava in quel momento e che aveva sentito le volte in cui si era recata al negozio di lui. Se allora non ne era stata certa, in quanto vi erano altre persone all'interno dell'esercizio, questa volta ne era più che convinta essendoci solo loro in quel momento. Si sentiva curiosa, esaltata della possibilità di conoscere qualcuno che come lei si dedicasse all'operare in una branca unica della magia e, in molti casi, avrebbero potuto collaborare a nuovi esperimenti ed oggetti.

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    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: ///
    Stato mentale: ///

    Abilità: ///



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    Ursa Powaqa Walkers

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    Quando Ursa distolse lo sguardo si rese conto di non esser più sola: davanti a lei, nel cono di luce del lampione, si era aggiunto un nuovo protagonista. L'artigiana inclinò un istante la testa, come un cane che curioso fissa la sua attenzione su qualcosa, riconoscendo il proprietario del negozio di antiquariato. Aveva un aspetto meno informale, ma non certo meno elegante.
      "Ciao, questo è tuo vero?" le aveva chiesto lui, mostrandole l'invito del Chat Noir.

    Con una certa teatralità l'artigiana iniziò a tastare la spessa pelliccia grigia, alla ricerca di qualcosa, quasi si fosse dimenticata di dove avesse messo il proprio di biglietto.
      "Ecco dov'era finito!" ribadì, battendosi il palmo della mano sulla fronte. "Alla dogana per Narnia non mi avrebbero lasciata passare... ultimamente sono pignoli in fatto di viaggi extra-dimensionali, soprattutto dopo quel casino con principi, principesse e re leoni." rise un istante, staccandosi dal lampione ed avvicinandosi all'uomo con la mano tesa. "Scusami, sono elettrizzata... cioè... sono Ursa, non elettrizzata... anche quello, ma solitamente sono solo Ursa. E sì, l'invito è mio. Ma stai tranquillo: l'unica psicolabile e nevrotica l'hai appena conosciuta. Ora è tutta in discesa"

    Prese un bel respiro cercando di darsi una controllata. Quando si trattava di conoscere persone nuove si faceva prendere da una smania logorroica, quasi le avessero iniettato una bella dose di adrenalina ed ora si trovasse a dover controllare l'esuberanza in malo modo.
      "Se vogliamo entrare ti spiego come funziona... ho un po' di problemi con il freddo" fece lei, mentre lo precedeva nella libreria.

    L'interno del locale pareva riprodurre perfettamente il detto 'le apparenze ingannano': da fuori poteva sembrare un localino minuscolo e claustrofobico, strizzato fra le varie abitazioni che lo circondavano, ma entrati si veniva accolti da alti soffitti e scaffali, lunghi tavoli pieni di libri, inframezzati da tavolini e divanetti, ed a metà del grande stanzone era presente un modesto bancone, il tutto in pieno stile industrial.
      "Siamo un gruppo di una decina di persone che si trova quando può per vedere film. A turno si propone qualcosa e si viene qui. Ida, la proprietaria, ci mette a disposizione il privé e quello che ci può servire per la serata. Non c'è bisogno di essere assidui frequentatori o dover per forza parlare con gli altri, ma spesso si finisce per sentirsi a casa e l'essere in pochi ci fa sentire più uniti ed un po' meno soli in una città così grande." iniziò l'artigiana richiudendo la porta del locale alle loro spalle, per poi andare a togliersi la pelliccia e lasciarla sulla sedia di uno dei tavolini insieme alle altre. Sotto l'ampio soprabito indossava un dolcevita nero ed un paio di pantaloni rosso cupo. "Qualche domanda prima che scendiamo?" terminò lei con un caloroso sorriso.


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    SCHEDA PG
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    Ce l'ho fatta! Ecco a te il post. Se ci fossero problemi, discrepanze o cazzabubboli modifico senza problemi x3

    Che lo Sforzo sia con te!
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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    lamp_0
    Giovedì sera. Ore 22.30. Zona di confine fra i quartieri medi e quelli bassi.

    Il suono di risate ovattate si spandeva nel piccolo viottolo ed all'imboccatura di esso, una strettoia tra le case ed i palazzi che terminava in un grazioso vicolo cieco in cui era stato montato un vecchio lampione dall'aria compunta. Chiunque si fosse affacciato all'imboccatura avrebbe assistito ad una scena che poteva benissimo esser uscita da un film: la calda luce giallognola del lampione ammantava la minuscola vietta di quella magia da vecchia pellicola, insinuando fra le foglie cadute, le biciclette addormentate e le scure porte chiuse una sensazione di famigliarità e coinvolgimento. Come coccolate dalla luce del lampione vi erano varie figure che chiacchieravano, ridendo e schiamazzando fra loro, ebbre della serata invernale frizzantina e di cosa le aspettava di lì a breve.

    Erano presenti sette donne e tre uomini, chi più giovane, chi più vecchio. Il chiacchiericcio sulle loro labbra ad addensare parole nel vapore delle loro bocche, riempiendosi di sorrisi ed aspettative.
      "Chi ha scelto stasera?" aveva chiesto un signore attempato.
      "Ursa è la colpevole"
      "Ehi... se volete appendermi per le orecchie al lampione almeno fatelo a fine film!"

    Avevano riso tutti. Anche Ursa. Piccolina nel suo enorme cappotto di pelliccia grigia, il cappuccio tirato sulla fronte ed ornato di orecchie tonde da orso e da cui spuntava una treccia di dread biondi e capelli rossi.
      "Faremo di peggio!" minacciò scherzosamente una ragazza, puntando un dito contro Ursa "Spolvererai da cima a fondo il Chat Noir"
      "Finirò per diventare anche io polvere se ci provo e sarò costretta a risorgere e ricominciare" commentò ridendo la rossa.
      "Come mai non entriamo?" una domanda lasciata da qualcuno una volta terminato l'ennesimo scroscio di risa.
      "Sto aspettando una persona." aveva prontamente risposto l'alchimista, guardando l'orario un vecchio casio color acciaio al polso. "Voi comunque entrate, lo accompagno io di sotto appena arriva"

    cafe
    C'erano state insinuazioni, gridolini più o meno eccitati ed il vociare che andava spostandosi, insieme al piccolo gruppetto, verso un mimetico ingresso a doppia porta, incastrato magistralmente in un muro di mattoni rossi ed attorniato dalle spoglie ramificazioni di un'edera americana nella sua mise invernale. Su di un vetro si poteva individuare la silhouette nera di un gatto, sovrastata dalla scritta 'Chat Noir - Coffè & Book'. Ursa aveva scoperto quel piccolo angolo di mondo per caso, perché una delle proprietarie che aveva tatuato un paio di volte le aveva dato un particolare invito ad una serata film, e da quel momento il Chat Noir era diventato il luogo preferito dove andare a far rifornimento di caffè, libri leggeri, chiacchiere e risate. Per non parlare della serata 'It was all a Dream': Ida, la giovane proprietaria, apriva il privé del Chat Noir due o tre volte al mese per un ristretto gruppo di persone, amanti del cinema, e proiettava nella saletta nascosta un film scelto dai componenti. Alcol, risate e buona compagnia erano sempre presenti in quel piccolo circolo di conoscenze ed Ursa aveva preso la palla al balzo per invitare qualcuno: Raffaello Riva. Era stata un paio di volte nel suo negozio, totalmente a caso, alla ricerca di oggetti curiosi da mettere in casa ed una bassissima vibrazione le era corsa lungo la schiena, come lo zampettare di formichine, quando l'aveva incrociato. Le era parso strano, una sensazione totalmente a caso, ma che un po' le aveva ricordato la prima volta che aveva incontrato Brynhild. Fatti i dovuti e meccanici collegamenti mentali, svolte le necessarie ricerche aveva iniziato a pensare che sotto l'aspetto d'uomo gentile e compunto ci fosse ben altro. Ora sperava solo che il suo invito non finisse bellamente cestinato. Un sorriso sbarazzino le si dipinse sulle labbra scure: chiunque con un po' di sale in zucca non avrebbe accettato di trovarsi con dei perfetti sconosciuti ad un raduno di pochi psicopatici per vedere un film... anche se lei si era buttata senza troppo pensarci, una cosa che faceva di rado, ma il suo intuito aveva centrato in pieno la situazione e con dei riscontri estremamente piacevoli.

    Ricordava ancora quando aveva ricevuto la busta, bianca ed anonima, ma dal cui interno si era palesato una cartolina viola su cui campeggiava la scritta in giallo neon 'It was all a Dream' e dietro la si invitava ad un'esclusiva serata di cinema d'autore. Ricordava ancora le parole: 'Gentile Dreamer, siamo lieti di invitarla a prender parte ad una serata cinematografica esclusiva presso il café Chat Noir. Saremo estasiati nell'accoglierla in questo unico circolo di affezionati.'. Sul fondo della cartolina erano poi vergati il giorno, l'ora e l'indirizzo del posto. Non si era scomposta quando aveva ricevuto la lettera, anzi era stata estremamente felice ed era corsa all'appuntamento senza pensare alle conseguenze.

    Si domandava, ora, se il nuovo invitato sarebbe stato altrettanto entusiasta di raggiungerli, ben conscia del fatto che non fosse una pratica tanto comune- soprattutto visto il periodo storico- ricevere inviti non firmati a qualcosa di potenzialmente losco da persone che non si conosceva.

    Gli occhi chiari dell'artigiana si fissarono sulla porta del cafè che andava chiudendosi silenziosa, lasciandola avvolta nella luce del lampione su cui posò poi lo sguardo. Vi si appoggiò contro con la spalla, il metallo freddo che l'accoglieva.
      "Siamo rimasti solo noi, vecchio mio." assentì l'alchimista rivolta all'allampanato e silenzioso interlocutore metallico."Prossima volta mi devi portare a Narnia... non accetto un no come risposta, se no sarà meglio per te che ti trovi un'altra accompagnatrice!"

    Il chiarore del lume da strada s'insinuò come dita auree nel cappuccio: Ursa aveva abbandonato per quella sera il trucco, lasciando a nudo un viso che a stento dimostrava la sua età, labbra scure sorridenti come gli occhi quasi dorati.

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    SCHEDA PG
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    Ok, grazie
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    Buondì. Allora... una protezione su una determinata stanza della casa, che nel mio caso condurrebbe al laboratorio del personaggio, viene considerata come oggetto magico acquistabile una volta al mese o funge da 'oggetto di lore', puramente scenico, e quindi fuori dalla regola del 'una volta al mese'? Sarebbe semplicemente una specie di 'sensore' del magico per impedire che qualcuno che non sia lei entri, tipo una versione magica dello scanner ad impronte.
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    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Lo sentì entrare nella sala e quando le si rivolse era stranamente calmo, mentre se la prendeva con lei con un'inflessione quasi da fratello maggiore che prende in giro la sorellina più piccola. Se non fosse stata così fiacca al suo 'imbranata' gli avrebbe risposto con un'infantile e poco signorile pernacchia da bambina. Molto da lei. Ma rimase comunque ad occhi chiusi, ad ascoltare lui che le si muoveva attorno: il suono di un contenitore che veniva lasciato sulla scrivania, qualcosa di metallico che le veniva appoggiato vicino e poi il bollitore che veniva nuovamente messo in opera.

    Quando la girò e le picchiettò la spalla si mosse un pochino, aprendo piano un occhio per fissarlo mentre le si accucciava davanti, limitando il gap fra le loro altezze.
      "Ti prego fammi morire in pace." brontolò teatrale con una nota divertita nella voce. C'era bisogno di stemperare un momento quell'aria già di base pesante visto dove si trovavano. Si sedette poi meglio, abbandonando di nuovo la gamba giù dalla poltrona ed allungando il braccio destro, la mano chiusa a pugno, in direzione del medico. Non gli avrebbe mai dato la mano sinistra, con il rischio di rovinare il tatuaggio e con la probabilità di corrompere il potere in esso conservato. "Qui ci sono un po' meno tatuaggi... ed è davvero strano non esser io quella con in mano gli aghi a minacciare qualcuno"

    Osservò ogni suo movimento, rivedendovi un po' quelli che faceva lei nel suo studio: i guanti, il disinfettante e la concentrazione necessaria per non sbagliare l'appoggio dell'ago... anche se quello di lui era più grosso e con una funzione nettamente diversa. Chiuse gli occhi, stringendoli forte e facendo un basso mugugnio di dolore quando sentì l'ago penetrarle sottopelle, avvertendo strisciare dentro la vena il corpo estraneo.

    CITAZIONE
    Nel frattempo raccontami un po' della tua amica. Perchè sei così convinta che questa Brynhild Dahl sia morta? O non lo sai di per certo e stai semplicemente cercando una conferma di qualche tipo?

    Una bella serie di domande. Non sapeva molto, ma quel poco che conosceva della situazione ruotava tutto attorno a qualcosa che probabilmente aveva in sé una maledizione o qualcosa di simile. Come poteva dirgli che da qualche parte in quell'ospedale poteva esserci una potenziale bomba magica che attirava disgrazie? Da quello che aveva avvertito sino a quel momento, riguardo all'uomo accucciatole davanti, poteva aver la fortuna di aver trovato qualcuno che capisse cosa stesse dicendo o, viceversa, l'avrebbe fornita di una camiciola bianca abbottonata sulla schiena. Oppure, nel peggiore dei casi, avrebbe cercato di sottrarle ciò che stava cercando. Doveva muoversi con calma ed a tentoni: prima un po' di Brynhild e poi un po' di Mina. In un modo o nell'altro avrebbe scoperto qualcosa.
      "Brynhild è stata un'amica conosciuta durante l'adolescenza e successivamente qualcuno su cui appoggiarmi quando sono arrivata qui due anni fa. L'ho persa di vista circa tre mesi fa... era divenuta scostante, schiva e tormentata. Poi all'improvviso più nulla, scomparsa. L'ho cercata a lungo tra i vivi, ma senza risultati. Non so nemmeno se è seppellita qui o l'hanno rimandata in patria." s'interruppe un momento con un sospiro. Non era facile parlare di qualcuno che si era amato così profondamente e che all'improvviso aveva deciso di darci un taglio. "Arrivata ad un vicolo cieco sono stata contatta poi da una certa Mina che mi ha dato una traccia e che sto seguendo da qualche settimana. Ho iniziato a fare ricerche su questa signorina e scoperto che aveva lavorato in un locale abbastanza famoso: il Moonlight. Lì mi hanno detto che Mina Starcross è stata per qualche tempo la direttrice del lounge bar per conto di Raven Scott Celler. Dovresti forse ricordarla. Piccolina, una bambola di porcellana con i capelli biondi e mossi in boccoli, timida e schiva. Mi chiedevo se fosse qualcuno su cui fare o meno affidamento. Ma comunque è stata lei a mandarmi qui."


    Concluse con un sorrisetto enigmatico. Rimase con lo sguardo su di lui a soppesare qualsiasi movimento del viso, qualsiasi sfumatura potesse cogliere in un momento così delicato. Avrebbe potuto smentire, non risponderle o ucciderla. Aveva infatti messo mano al disegno del grosso felino fatto pochi momenti prima: era indifesa, ma solo fino ad un certo punto.

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    Tranquillo, nessun problema 🙂

    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: - Abrasione gamba destra e spalla destra
    - Due costole incrinate lato destro.
    Stato mentale: ///

    Abilità:- Percezione delle aure/del magico: Oltre ad essere un�abilit� innata, essa viene comunque affinata nel tempo tramite ulteriore concentrazione ed acquisizione di esperienza. La percezione delle auree o del magico, avviene grazie alle emanazioni di energia di ogni singola creatura oppure oggetto magico, si riesce quindi a stabilire se si ha di fronte qualcosa di meramente o umano oppure qualcosa di pi�, un oggetto di pura materia inorganica od altro. Le emanazioni di energia vengono immediatamente percepite quando si tratta di creature molto antiche o molto potenti, per gli oggetti se si tratta di incanti molto forti. Di fronte ad un oggetto od una creatura di scarsa potenza (e quindi emanazioni di energia meno intense), sar� pi� complicato avere una immediata percezione del magico o dell�aura. In mancanza di sufficiente energia per poter determinare l�origine di creature in particolare, ci si potr� affidare all'esperienza d'osservazione acquisita con il tempo, cio� la capacit� di osservare i dettagli nell'aspetto o nel comportamento della suddetta. Ad esempio il pallore accentuato, la forma particolare o insolita dei canini, comportamenti prettamente animali o alienati. Il raggio d'azione della percezione ha pur sempre il suo limite, aumentando la distanza tra soggetto e creatura, diminuisce la possibilit� di avere percezioni nitide e corrette.
    *N.B.: Le percezioni del magico o delle aure non svelano la natura/razza delle creature.
    - Raggio d'azione: fino a 5 metri



  12. .



    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ



    Rise per la sua battuta sul whiskey... o almeno credeva fosse una battuta. Si sentiva alticcia, piacevolmente scaldata dal liquido alcolico che stava soggiornando comodamente nel suo stomaco. Aveva la testa leggera, sentiva le membra fluttuanti e le luci del locale avevano assunto quel piacevole alone acquoso di alcuni suoi acquerelli. Era sempre stata attratta dall'alcol, anche se dopo il periodo a Quebec City aveva iniziato a tenersi alla larga dall'assumerne in grandi quantitativi. Ma quella sera si era lasciata andare, presa dalla situazione e da quell'esemplare di uomo tenebroso, che alla fine si era rivelato essere più simpatico di quanto si fosse aspettata inizialmente. E forse anche dal fatto che la sua camicia era qualcosa di così inusuale da vedere addosso a qualcuno che si era lasciata approcciare.

    Si era poi sentita sollevata di aver scoperto di non aver seduto accanto un pazzoide esaltato della new age esoterica, cosa che lo collocava molto in alto nella sua lista: indossava oggetti magici, li sapeva riconoscere, aveva una belle barba curata, lo sguardo ed il sorriso da provocatore e, soprattutto, quella dannata camicia a stampe vintage.

    CITAZIONE
    “Diciamo che… sono quello che chiamano quando l’idraulico è in grado di farsi crescere zanne e artigli o quando la moglie viene vista al supermercato la settimana dopo il suo funerale.”

    Gli occhi nocciola di Ursa si animarono di uno scintillio curioso e leggermente sorpreso. Max aveva raggiunto, per lei, picchi di interesse incredibili: un rianima-morti, qualcuno che chiacchierasse con chiunque stesse dall'altra parte. Utile per i suoi scopi primari, per ritrovare Brynhild ed in futuro sarebbe potuto diventare un buon cliente stabile. Sempre se fosse sopravvissuto abbastanza. In quegli anni a Nouvieille aveva imparato che spesso si moriva per motivi apparentemente assurdi.
      "Ti dico un segreto, chiacchieratore di morti" Colmò nuovamente la distanza sempre più limitata fra loro, avvicinandosi all'orecchio di lui, quasi appoggiandosi spalla contro spalla. Avvertì la piacevole morbidezza della barba di Max solleticarle la guancia. "Io, invece, lavoro per quelli come voi, vi procuro i giocattoli che vi portate dietro ogni giorno e vi salva la pelle dalle casalinghe defunte un po' troppo ligie. La nostra potrebbe essere un'alleanza molto fruttuosa."

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    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: ///
    Stato mentale: ///

    Abilità: ///[/spoiler_tag]



  13. .



    Ursa Powaqa Walkers

    ஐPerdersi non è mai una buona idea... ovunque sia il tuo labirintoஐ


    Avrebbe voluto apostrofarlo.'Walkers', con una S finale. E le tornò per un momento alla mente il padre, al suo viso dall'espressione ingenua e svampita, ma con quel sorriso che la faceva sentire sempre a casa. Si chiedeva quanto fosse invecchiato e se i vari acciacchi iniziassero a pesare sulla sua vivacità, limitandolo. Ed allora la nostalgia di tornare nella riserva si faceva nuovamente sentire.

    Rimase imbambolata a fissare il vuoto, ignorando lo sguardo carico di astio e fastidio del medico, la sequela interminabile di parole riguardo la sua diagnosi ed il particolare dell'angolo degli occhi di lui che andavano assumendo una leggera sfumatura rossastra.

    Ursa gli aveva poi spiegato il motivo per cui si trovava lì e la scena che ne seguì, durata pochi istanti ma che percepì a rallentatore, le gelò il sangue: la stanza divenne teatro di una sequenza di avvenimenti che, per un normale essere umano, sarebbero parsi 'sovrannaturali', figli di qualche anima tormentata che era rimasta intrappolata nell'obitorio e che dava sfogo al proprio malcontento. Fu dapprima poco più che un tremolio delle luci, una bassa vibrazione nei led, che andò man mano aumentando, passando da un diffuso sfarfallio ad un'agghiacciante intermittenza, che donava alla stanza un aspetto ancora più lugubre e giocando con le ombre in maniera terrificante. Ma Ursa a stento riusciva a vederle, concentrata su quegli occhi verdi che la fendevano come bisturi affilatissimi e le pareva che l'intera figura di quella persona, l'aura che lo circondava, la stesse divorando come una tempesta di sabbia che le mordeva la pelle. Ora ne era sicura: chiunque avesse davanti non era umano... era qualcosa di probabilmente molto più pericoloso di quanto stimato inizialmente. Lo schiocco delle lampadine, il rompersi di circuiti e vetri, l'esclamazione di lui, la distolsero improvvisamente dai suoi pensieri. Istintiva si portò le braccia davanti al viso con un basso grido sorpreso, facendosi piccola per un momento contro la sedia, il cuore che le rimbalzava contro le costole e dentro le orecchie.

    Quando si sentì abbastanza sicura abbassò piano le braccia, il respiro veloce che le faceva dolere le costole, trovando nuovamente gli occhi del medico su di sé. Stava diventando fastidioso. E pericoloso. Avrebbe potuto allontanarsi, sfruttando il momento, ma comprendeva che non sarebbe arrivata lontano nelle sue attuali condizioni. Dall'altro lato sapevano che lei era lì: l'inserviente, le telecamere e varie altre persone al piano superiore l'avevano vista scendere e le sue condizioni difficilmente potevano aggravarsi di punto in bianco e portarla alla morte. Ci sarebbero stati dei problemi per l'uomo. Prese allora un respiro sentendosi più tranquilla.
      "Non ho chiesto io di essere portata qui, dannazione!" sbraitò punta nel vivo dalle parole dell'operatore. "Inoltre non credo ci sia l'app 'Trova la tua cazzo di amica morta e vedi se può dirti dove hanno buttato la sua roba'"

    Ursa rimase a fissare il medico che usciva, sul volto la stessa espressione che le aveva rivolto lui fino a quel momento: un misto di rabbia, fastidio e stanchezza. L'ansia e la tensione si andavano accumulando nei muscoli pestati e dietro la testa, facendola sentire appesantita e sempre meno lucida, anche se il freddo di quel posto la teneva sul limite della veglia. Si strinse un po' di più nella felpa che le aveva lasciato l'inserviente con un leggero brivido. Voleva andare a casa.
      "Perché mi devo sempre cacciare in queste dannate situazioni?" mormorò allontanando il portatile che le aveva offerto il medico. Lì non avrebbe trovato un bel niente, a meno che non avesse avuto accesso al database dei decessi e la scheda della sua amica. Nessun Facebook le avrebbe potuto dare quello che cercava.

    Con lo sguardo frugò sulla scrivania, individuando una biro abbandonata su di una pila di fogli compilati e cartelle. Se doveva rimanere lì, pensò l'artigiana, tanto valeva fare qualcosa di utile per la sua incolumità. Si allungò, dunque, ad afferrare la penna ed andando alla ricerca di un foglio o di carta su cui poter buttare giù uno schizzo. Riuscì a trovare una vecchia stampa stropicciata di un regolamento, il retro bianco che riutilizzò volentieri. Con la penna iniziò a tracciare linee leggere, contorni indistinti che ben presto cominciarono a prendere le sembianze di un grosso felino. Improvvisamente lasciò la biro, avvertendo il polso e le dita intorpidite per il freddo, ed iniziò a guardarsi attorno buttando distrattamente un occhio ai fogli compilati lì accanto: non aveva la più pallida idea di come si chiamasse l'uomo con cui aveva parlato fino a quel momento, intenta a subire il suo astio e odio per tutto il tempo. Prese in mano una di quelle cartelle, andando a sfogliarne le pagine ed arrivando ad un unico nome che andava ripetendosi alla data di quel giorno: Raven Scott Celler. Gli occhi nocciola di Ursa si spalancarono in un moto di stupore mentre leggeva e rileggeva quel nome, subito affiancato dall'immagine di un'altra persona: Mina Starcross. Poteva davvero essere così fortuita come coincidenza? Se fosse riuscita nel suo intento avrebbe scoperto di più su entrambe le donne che stava tentando di ritrovare... il difficile veniva dal cercare di forzare quel gigante animoso dagli occhi verdi.

    L'artigiana si lasciò andare contro lo schienale della poltrona con un sospiro, portando la gamba sinistra al petto e passandosi le dita sugli occhi appesantiti e massaggiandoli leggermente. Avrebbe ringraziato l'uomo una volta che fosse tornato, in fondo non le doveva nulla ed avrebbe potuto semplicemente rispedirla di sopra a calci.
      "Mi starebbe solo bene"


    Rise ed indugiò in quella posizione per diversi minuti, gli occhi chiusi e le orecchie drizzate nel tentativo di sentire i passi dell'uomo lungo il corridoio e le porte aprirsi. Iniziò a sentirsi più leggera, rimanendo sospesa in un limbo fra l'incoscienza e la veglia, in cui tutto le pareva distante e torbido.

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    Tranquillo, nessun problema 🙂

    SCHEDA PG
    Energia: 100%
    Stato fisico: - Abrasione gamba destra e spalla destra
    - Due costole incrinate lato destro.
    Stato mentale: ///

    Abilità:- Percezione delle aure/del magico: Oltre ad essere un�abilit� innata, essa viene comunque affinata nel tempo tramite ulteriore concentrazione ed acquisizione di esperienza. La percezione delle auree o del magico, avviene grazie alle emanazioni di energia di ogni singola creatura oppure oggetto magico, si riesce quindi a stabilire se si ha di fronte qualcosa di meramente o umano oppure qualcosa di pi�, un oggetto di pura materia inorganica od altro. Le emanazioni di energia vengono immediatamente percepite quando si tratta di creature molto antiche o molto potenti, per gli oggetti se si tratta di incanti molto forti. Di fronte ad un oggetto od una creatura di scarsa potenza (e quindi emanazioni di energia meno intense), sar� pi� complicato avere una immediata percezione del magico o dell�aura. In mancanza di sufficiente energia per poter determinare l�origine di creature in particolare, ci si potr� affidare all'esperienza d'osservazione acquisita con il tempo, cio� la capacit� di osservare i dettagli nell'aspetto o nel comportamento della suddetta. Ad esempio il pallore accentuato, la forma particolare o insolita dei canini, comportamenti prettamente animali o alienati. Il raggio d'azione della percezione ha pur sempre il suo limite, aumentando la distanza tra soggetto e creatura, diminuisce la possibilit� di avere percezioni nitide e corrette.
    *N.B.: Le percezioni del magico o delle aure non svelano la natura/razza delle creature.
    - Raggio d'azione: fino a 5 metri



  14. .
    'Sei nel mestiere da molto?' le aveva domandato l'uomo. Fissò vacua il nulla davanti a se, giusto qualche istante, il bicchiere sollevato a mezz'aria, ghiacciata in un frame preciso della realtà di Ursa. Un pallido sorriso le si delineò sulle labbra scure, mentre con la mente andava alle sue origini, allo shamano ed ai viaggi intrapresi, a Mina che la guidava lungo questo tortuoso percorso di crescita che l'aveva vista arrivare a Nouvieille. Ed erano passati due anni da quando si era trasferita ed iniziava solo adesso a sentirsi una vera artigiana, anche se non una vera esperta.

    Dette un sorso al bicchiere, tenendo poi il labbro inferiore leggermente premuto contro il vetro in un gesto randomico che le dava un'aria pensosa. Lasciò il bicchiere sul bancone, inclinandosi leggermente verso Max ed allungando una mano verso il ciondolo che gli pendeva dal collo. Avrebbe sfiorato l'oggetto con la punta delle dita, adagiandolo poi sui polpastrelli, mentre con le nocche sfiorava la pelle del petto di lui, piacevolmente calda al tatto.

    "Non da così tanto tempo, ma abbastanza da capire che non sei uno che si limita a mettersi addosso la prima cosa che gli capita a tiro" farfugliò lei a voce bassa. "O almeno non hai la faccia di un imbecille wiccan con la passione per la paccottiglia esoterica new age... se così non fosse ti chiedo scusa per averti dato dell'imbecille, anche se lo penso, e considero chiusa la nostra serata e che non vali la pena nemmeno per un bacio a stampo"

    Mise le mani avanti- molto. Non era la prima volta che le capitava di essere approcciata da santoni professanti assurdità spiritiste o lascive wiccan che vedevano nella loro 'religione' uha valvola di sfogo per i propri appetiti. Alla fine venivano tutti liquidati con una salva di battute piu' o meno offensive, atte a distruggere e fare tabula rasa attorni a se. Al solo pensiero le veniva la nausea.

    Sembrava però esser stata fortunata almeno quella volta: Max non le aveva ancora comunicato la fastidiosa necessità di levarselo di corsa dai piedi, nonostante il suo inusuale aspetto.

    "E dunque che lavoro fai, Max dalla California? Sei tu l'idraulico che ha ucciso qualche casalinga o sei davvero un contabile in ferie?" gli domandò ritraendo la mano per lasciar ricadere il ciondolo al suo posto.
  15. .
    Benvenuta 😁
179 replies since 14/6/2011
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