Persa nel Quartiere Fantasma

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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    L’osservatrice camminava velocemente per un vicolo oscuro.
    Non le piaceva quel posto, ma, durante la sua serale esplorazione della città, era sconfinata in quel quartiere senza rendersene conto, immersa com’era nei suoi pensieri, e, ovviamente, era riuscita a perdersi.
    Forse sarebbe stato meglio esplorare questa zona di Nouvieille di giorno. . ., pensò, un po’ nervosa.
    Si fermò un momento, guardandosi attorno.
    Aveva assolutamente bisogno di qualcuno che l’aiutasse ad uscire da quel luogo, qualcuno che non fosse un malvivente o un vampiro assetato. . . ma quale persona per bene passeggiava a quell’ora in una stradina buia?
    Era proprio come dicevano gli osservatori di Roma, rifletté sconsolata Kim, lei era proprio brava a cacciarsi nei guai.

    Edited by Kimberly Hastur - 4/12/2007, 19:43
     
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    Shira stava passeggiando, pensando mentalmente alla strada intrapresa, non le avrebbe fatto molto piacere perdersi in un quartiere del genere!

    Notò una ragazza poco distante e si avvicinò.
    I suoi sensi percepirono che si trattava di una persona comune, quindi si fermò.
    Cacciatrice, osservatrice, malvivente o cos'altro?
    Scosse le spalle, in caso di pericolo si sarebbe difesa...e poi, si vedeva così tanto che lei era una demone?
    Secondo lei non molto...o, almeno, lo sperava.

    Si accostò alla ragazza e le si parò davanti.
    "Ciao, che ci fai qui da sola? Non hai paura?"
    Iniziò a formare una sfera di fuoco, per ogni evenienza, nella mano posta dietro la schiena, senza farsi vedere dalla ragazza
    "Sei forse una cacciatrice?"

    SPOILER (click to view)
    Non ti preoccupare, non sparo XD
     
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    A quell’apparizione, Kimberly trasalì.
    Non si era resa conto di non essere sola.
    Fissò la ragazza, lievemente preoccupata.
    A prima vista, pareva fosse un poco più grande di lei, ma questo non significava che non avesse un centinaio di anni. Non bisognava mai fidarsi della prima impressione, almeno nel caso di creature sovrannaturali. Infatti, quando aveva conosciuto Neris le avrebbe dato poco più di vent’anni, poi, però, aveva scoperto che, in realtà, ne aveva più di duemila. . . e la ragazza che aveva di fronte certamente non era umana. . . altrimenti, perché le avrebbe domandato se era una cacciatrice?
    “No, non lo sono. . .” rispose, indietreggiando lentamente.

    Lo sguardo di Kim cadde su una piccola pietra appuntita posta pochi centimetri dietro alla sconosciuta. Il sasso si sollevò pian piano nell’aria, fino a raggiungere l’altezza della testa dell’altra.
    Una semplice precauzione. . .
    “Mi chiamo Kimberly Hastur. . .” sussurrò.
    Non le andava di rivelare che era un’osservatrice, non finché non avesse saputo chi aveva davanti. .
    SPOILER (click to view)
    :*__*: Neris fissa l'attrice con gli occhi lucidi
    Oooo... qualcuno che salva il mio secondo pg...
    Nota la sfera di fuoco
    Noooo... Kim non può morire così presto...
     
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    Shira ritirò la sfera di fuoco, si girò e distrusse la pietra con un colpo.
    "Adoro le precauzioni, ma non bisogna fare rumore"
    disse con uno sguardo serio, anche se dentro di sè stava ridendo, quella ragazza le era simpatica, non era spaventata e aveva preso precauzioni...e poi, non era una cacciatrice, non aveva mentito dicendo di non esserlo, e questo era un lato positivo.

    Scosse la testa, poteva, però, essere un' osservatrice...sarebbe stato un problema?

    "Io mi chiamo Shira Akasi..."
    Anche la ragazza aveva il suo stesso potere? Forse sì, forse no...
    Decise che valeva la pena di tentare.
    "Sono un' osservatrice"
    Che faccia tosta che aveva!
     
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    Kimberly sorrise.
    “No che non lo sei. . .” disse, lievemente divertita.
    Non l’aveva mai vista al Talamasca, ma non era quello il principale motivo della sua sicurezza. Lei era giunta da poco a Nouvieille, perciò era ovvio che non aveva ancora incontrato tutti gli osservatori della città, ma, grazie alle sue capacità mentali, sapeva riconoscere quando una persona mentiva. Sorrise, chiudendo la sua mente. Non voleva rischiare che Shira le leggesse nei pensieri.

    “Io sono un’osservatrice” sussurrò.
    Era un azzardo, lo sapeva, ma non le sembrava che Shira avesse brutte intenzioni. Per di più, doveva iniziare a fidarsi, se voleva uscire da quel quartiere.
    Scrollò le spalle, poi dichiarò:
    “Mi sono persa.”
     
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    Colpita e affondata
    "Ok, ok, o hai il mio stesso potere, o leggi nella mente, o sei incredibilmente intuitiva, o incredibilmente fortunata...in tutti i casi hai indovinato, non sono un'osservatrice"

    E così Kimberly era un'osservatrice?
    Non amava particolarmente gli osservatori, ma è anche vero che non ne aveva mai incontrati, forse valeva la pena conoscerne una prima di essere così perentoria nel giudicare...
    "Uhm, quindi sei un' osservatrice...avviso che non concedo interviste, anche se sono una demone" disse scherzando.
     
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    “Un intervista?” esclamò, mentre un largo sorriso si formava sul suo viso, “Non ho mai obbligato nessuno a parlare della sua vita contro la sua volontà. . . perciò, non devi preoccupartene”

    Ignorando l’accenno ai suoi poteri, Kim proseguì:
    “Poi. . . non sono così folle da allontanare l’unica persona che ho incontrato in questo vicolo desolato. . .”
     
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    "Bè, sei fortunata che io sia l'unica persona che hai incontrato...potevi incontrare di meglio, ma potevi anche incontrare di peggio..."
    Shira fece una pausa...Kim era un'osservatrice, non un'essere paranormale...poteva davvero incontrare di peggio?
    "Ti sei persa, quindi...oddio, non che io sia molto pratica, però posso volare, quindi non dovrei avere problemi dall'alto a ritrovarti la strada"
    Ma perchè era così socievole? Nei suoi vent'anni di vita era sempre stata solitaria e scontrosa, era l'aria di Neuville che la spingeva a socializzare con un'osservatrice? O, forse, sapeva che Kim non rappresentava un pericolo, o almeno lo sperava.

    "Tanto non ho niente da fare, nè nessuna fretta. Dopo la giornata passata a teatro ho solo voglia di una passeggiata rilassante!"
     
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    “Sei stata a teatro?”
    Lei era entrata poche volte in un teatro, ma questo non significava che non le interessasse. Anzi, ammirava gli attori, persone in grado di sembrare così veritieri durante una recitazione al punto che, alle volte, riuscivano a portare il pubblico a credere realtà una finzione. Il suo problema era il tempo. Tra il suo lavoro di osservatrice e il suo interesse per lo studio delle creature sovrannaturali, le rimaneva ben poco tempo libero. . .
    “Per lavoro o per diletto?” chiese.

    Non ce l’aveva fatta, la sua curiosità, la stessa che l’aveva portata a divenire un’osservatrice, l’aveva portata a fare quella domanda, quando, solo pochi istanti prima, aveva assicurato a Shira che non l’avrebbe sottoposta ad un’intervista.
    Ma quella era soltanto una domanda, si disse, non un interrogatorio. . .
     
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    Shira scoppiò a ridere.
    "La natura di un'osservatrice viene sempre a galla, a quanto pare!"
    Le strizzò l'occhio.
    "E va bene, non importa. Fammi pure tutte le domande che vuoi, ma mi riservo il diritto di decidere a quali rispondere ed a quali no"
    disse, anche se probabilmente avrebbe risposto a tutte...possibile Kim beccasse proprio quelle poche domande che non desiderava le fossero rivolte? Sì, in effetti era più che possibile.

    "Comunque, sono andata a teatro per lavoro, sono un'attrice"
    Aggiunse con fierezza. Recitare era una delle cose che le piacevano di più.
     
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    “Grazie, Shira”
    Ora che aveva la possibilità di fare le domande che voleva senza temere che la demone si offendesse, Kimberly si sentiva decisamente meglio.
    “Un’attrice, dunque. . .” disse, con un lieve sorriso sulle labbra.

    “È da tanto che non entro più in un teatro, ma quando avevo tredici anni ho vissuto per un mese con un’amica e mi sono ritrovata a passare le mie notti tra teatri e passeggiate” si interruppe, timorosa di aver detto troppo. Si trovava a suo agio nel parlare con Shira, forse un troppo. L’aveva appena conosciuta e non sapeva neppure se era affidabile, eppure non credeva che stare in sua compagnia potesse metterla nei guai. Anzi, si augurava che potesse toglierla dai guai.
    “È da tanto che fai questo lavoro?” chiese.
     
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    "Uhm..."
    Shira ci pensò un momento.
    "Bè, da quando avevo quattordici anni, ora ne ho venti...quindi da sei anni, in teoria. In pratica, però, dai quindici anni ho smesso. Ho ricominciato solo quando ho saputo che qui cercavano un'attrice. E' l'unico motivo per cui ora mi trovo in questo teatro."
    Si strinse nelle spalle.
    Non era una domanda che scorpiva troppo...era innoqua, se tutte le domande dell'osservatrice erano così non vi erano poi tanti problemi a risponderle.
    A meno che questi non fossero solo i preliminari...
     
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    Scusaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

    Giovane per essere una demone, pensò, stupita. Si sarebbe aspettata di trovarsi di fronte un essere almeno centenario, ma non era così.
    Sorrise, cercando di ideare il passo successivo. Doveva stare attenta con le domande. . . doveva chiedere cose semplici, poco compromettenti, o Shira avrebbe potuto decidere di non rispondere. E, magari, di andarsene senza di lei. . .

    “L’importante è che a te piaccia recitare. . . sono certa che, con un po’ di passione, si possa riuscire a far tutto, anche dopo una pausa di cinque anni!”
    Lasciò cadere una breve pausa.
    “E. . . in quei cinque anni cosa hai fatto?” chiese, poi aggiunse precipitosamente, come per mitigare il tono d’interrogatorio, “Hai seguito qualche altra passione?”
     
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    La demone non rispose subito.
    "Uhm..."
    Scosse la testa
    "Uhm..."

    Sorrise a Kim
    "Bè, no...in questi cinque anni ho girellato tra le varie città...nella mia città non potevo tornarci, nessuna città mi invogliava alla sosta...quindi non ho fatto che girare. Girare e mandare lettere ai miei genitori chiedendo foto del mio fratellino, l'ho visto solo in foto. Non ho fatto nient'altro"
     
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    “Per quale motivo non puoi tornare nella tua città?”
    Sapeva che, molto probabilmente, Shira avrebbe scelto di non rispondere. Il motivo del suo allontanamento dalla città nella quale viveva la sua famiglia doveva essere piuttosto personale e, quasi certamente, doloroso. Kimberly non poteva neppure immaginare quale sofferenza fosse quella di non poter incontrare il proprio fratellino, di poterlo vedere soltanto attraverso delle foto.
    Sapeva che avrebbe dovuto evitare di porre quella domanda, ma non ce l’aveva proprio fatta. . .
     
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