Dolore

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  1. Ayato
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    Lì in quella chiesa buia,illuminata solo dal buio delle candele il suono lieve dei miei passi si espandeva per tutto il luogo.
    Era da tempo che non visitavo un tempio cristiano,almeno da quando la famiglia dei "Lancaster" mi aveva adottato,ed io come ringraziamento non li avevo uccisi.Quelle luci soffuse davano alla chiesa un aspetto strano,come se realmente ci fosse una qualche entità superiore lì dentro.In questo gli architetti erano sempre stati bravi,sempre alla ricerca di qualche espediente che permettesse agli astanti di pensare di entrare in una sorta di passaggio metafisico.Una sorta di passaggio per il paradiso.
    E dopotutto era su questo che si basava la religione,un insieme di credenze che controllavano il comportamento di un uomo,non lo abolivano ma bensì lo gestivano.Era un "instrumentum regni" come soleva dire Cicerone e,successivamente,Macchiavelli.Pensavo a quello mentre osservavo i volti dei santi,contorti dal dolore o raffigurati in una sorta di estasi religiosa,illuminati dalle luci soffuse.Facevano ancora più impressione così.Cosa è che poi li rendeva santi?Non riuscivo bene a capirlo.Le azioni buone che avevano compiuto?Camminavo ancora fin quasi all'altare,in quel momento poco importava chi sarebbe giunto,mi importava solo di osservare quel crocifisso.Il volto di quella persona così contrito e sofferente.Mi raffiguravo in lui,anche io portavo la mia croce,anche la mia dovuta all'amore che provavo,o almeno che avevo provato.Non ho ancora ben capito quale fosse la differenza in realtà.
    Sapevo che di lì a poco sarebbe giunto qualcuno,anche se,mi guardavo attorno,e stranamente nessun prete era presente.Sospirai,avrei voluto divertirmi in una riflessione teologica.Chiusi gli occhi ascoltando con i miei sensi da vampiro,qualcuno stava arrivando.

     
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    Non era mai entrata in una chiesa. Quando era mortale la religione cristiana ancora non era ancora nata e, da immortale, non aveva mai osato entrare in quei luoghi sacri. Le sarebbe sembrata quasi di prendere in giro i credenti, entrando impunita, lei che si nutriva di sangue, nella dimora del loro Dio. Il suo creatore, però, lo faceva. Alle volte, cacciava nelle chiese. Ma Arawn, o quale fosse veramente il suo nome, non dava poi così tanto peso al credo altrui. Neanche a quello della persona che più amava.
    Neris scosse la testa, scacciando quei brutti ricordi, poi superò il portone. Lei entrava per curiosità e non avrebbe fatto nulla che potesse turbare quel luogo. . . a meno che la sua stessa presenza potesse turbare quel Dio. No, non credeva che fosse così: se i signori dell’Annwn non l’avevano scacciata dal loro reame, perché non sarebbe dovuta entrare in una chiesa?
     
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  3. Ayato
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    Avevo gli occhi chiusi,ma li spalancai subito quando sentì quella particolare presenza.Avevo ragione,qualcuno stava arrivando,ma sembrava molto più interessante di quanto mi aspettassi.
    Era un odore molto più simili al mio,di quanto avrei potuto credere,era un vampiro antico e lo potevo anche sentire dalla sensazione di "non vita" che provai non appena entrò.Non mi girai,anzi restai con lo sguardo fisso verso il crocifisso,senza una espressione particolare,mentre i battiti del mio cuore andavano a tempo con i suoi passi leggeri.
    Si notava anche dal suo modo di camminare che aveva in sè una particolare eleganza acquisita,unica,che solo noi vampiri possedevamo.La capacità di misurare i passi e farsi sentire solo da chi si voleva.Dopo alcuni passi suoi,accorgendomi che si avvicinava sempre di più,mi alzai con la velocità di un vampiro.Ad un umano sarebbe parso un movimento invisibile,velocissimo;ma al nostro sguardo ero piuttosto lento,dopo essermi alzato mi girai con lentezza verso quella creatura.
    Con mia sorpresa era una ragazza dai capelli rossi.Inizialmente pensai ad Asterios,dato che era l'unico vampiro così vecchio che conoscevo,ma poi mi resi conto che aveva un odore diverso dal suo.Girandomi,così,ne ebbi la piena certezza.Aveva un derma pallido e diafano,come tutti noi,ma particolare come il mio o quello di Asterios,e i suoi capelli rossi come il fuoco non facevano che risaltare questa differenza di tonalità.Stetti a guardarla con i miei occhi color topazio per lungo tempo,immobile,come fossi ritornato alla mia nascita da vampiro,quando dovevo imparare ad osservare con occhi da vampiro,ma erano passati più di 2000 anni da allora.Rendendomi conto di averla osservata troppo a lungo abbassai il capo e,in segno di riverenza,mi inchinai poggiando la destra all'addome.

    "Questa città sta diventando sempre più sorprendente...allora Asterios non è l'unico vampiro abbastanza vecchio nei paraggi.Piacere di conoscervi..."


    Non ostentai sicurezza in quella presentazione,che comunque non aveva ancora avuto luogo.Come sempre tendevo a non rivelare subito il mio nome.Più per istinto che per paura in realtà.Spostai lo sguardo sulle forme dei santi nuovamente,ma non osavo girarmi verso il crocifisso,al quale,secondo la visuale di quella creatura,dovevo essere perfettamente allineato.Se avessi allargato le braccia in una croce,forse sarei stato completamente sovrapposto a quella figura.Spostai nuovamente lo sguardo su di lei,i miei occhi color topazio risaltavano in quella pella bianchissima.

    "E' un pò una sorpresa trovare un'altra creatura della notte in una chiesa.Che siete venuta a fare mia signora?"


    La domanda era banale e sapevo che mi avrebbe chiesto a sua volta la ragione della mia visita in quel luogo,ma non me ne curavo.Rimasi a guardarla per alcuni instanti finchè non rispose.
     
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    “Sembra di essere in una città di antichi.” Commentò lei, sorridendo all’antiquato saluto. Non aveva cercato di celare la sua presenza, anche se, per un istante, ne aveva avuto la tentazione. Da quando era giunta a Nouvieille aveva smesso di fare la parte dell’osservatore disinteressato e aveva ricominciato a vivere. Ma non aveva mai tentato di entrare in contatto con altri vampiri, oltre ad Asterios, anche se Holden si era offerto di presentarglieli. E, da quando era giunta in quella città, gli unici due vampiri che aveva incontrato erano entrambi degli antichi.
    Rispose all’inchino con una lieve riverenza. Quel semplice gesto le fece tornare alla memoria diversi ricordi, la maggior parte dei quali di un’altra epoca.
    “Semplice curiosità, direi.” Sussurrò, rispondendo indirettamente alla domanda del vampiro.
    “Io sono Neris.” Si presentò.
     
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  5. Ayato
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    Sorrisi di rimando alla fanciulla dai capelli color fuoco.Dai suoi lineamenti e dal suo corpo potevo capire che non era di quella zona,e d'altronde come poteva esserlo?come poteva essere vissuta i suoi millenni sempre in quel posto?Mi sembrava molto improbabile.No,veniva da una zona specifica,la stessa mia zona:Il mediterraneo.Soltanto che lei sembrava molto più tirata nei lineamenti.Ne conclusi che doveva certamente venire dall'est del mediterraneo.Chinai il capo,come in segno di scuse in sua direzione.

    "Perdonatemi per non essermi presentato."


    Respirai a fondo guardandola per alcuni instanti negli occhi,sapevo che quegli stessi occhi erano potenti quanto i miei o forse addirittura di più e comprendevo quante persone avesse ammaliato con quello stesso sguardo.Sorrisi nuovamente,stavolta non mostrando i canini,ritratti ormai.

    "Ho tanti nomi...ognuno per ogni località in cui sono stato,ma quello che uso di più è Edward di Lancaster.Il piacere è tutto mio mia signora."


    Alzai un sopracciglio verso quella che sembrava una giovane ragazza.Voltai poi lo sguardo color topazio verso il volto di quei santi ed infine verso il crocifisso,sempre mantenendo una certa guardia con i miei sensi da vampiro.Ormai avevo imparato ad usarli da quando li avevo ottenuti,ma la visione del mondo mi stupiva sempre,c'erano sempre delle cose che ancora non avevo visto con quegli occhi e quelle statue così illuminate erano alcune di queste cose.

    "La curiosità è la virtù principale di ogni uomo,o donna,ma anche la sua condanna.Come Odisseo destinato a viaggiare per mare per vent'anni anche a causa della sua intraprendenza.Ma questa qualità si può imputare anche a noi vampiri?"


    La domanda poteva anche essere riferita a i vampiri in generale,ma entrambi sapevamo che quella domanda riguardava la natura di noi vampiri antichi.Eravamo sopravvissuti ad una vita che constà di versatilità e addattamento,era la caratteristica principale di Odisseo,essere (Polutropon).Molti di noi non ce la facevano e si uccidevano,per questo in teoria noi eravamo molto pochi
     
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    “La curiosità può divenire uno stimolo per vivere. La curiosità e l’istinto di autoconservazione guidano ogni vita. Perché non dovrebbero guidare anche la nostra?”
    Sorrise, sfiorando col dito il legno di una panca.
    Vita. Forse, nel caso dei vampiri non era il termine più adatto. Come si può definire vita quella dopo la morte?
    Eppure noi camminiamo, parliamo, soffriamo, come tutti gli altri esseri viventi. Si disse Neris, sentendo la consistenza del legno sotto le sue dita. Anche noi siamo vivi. Forse lo siamo in un modo diverso e dobbiamo uccidere per sopravvivere, ma siamo vivi.
    Si sedette sulla panca, accavallando le gambe sotto la lunga gonna nera.
    Il suo sguardo cadde sul crocifisso, sulle parti che poteva intravedere dietro alla figura di Edward.
    Non si era offesa del fatto che Edward non le avesse detto il suo vero nome, quello di nascita. Dopotutto, nemmeno lei le aveva detto il suo. Entrambi utilizzavano il nome che più si confaceva a loro.
    “È straordinario vedere come ogni cultura abbia il suo concetto di luogo sacro.” Sussurrò.
    Lei era abituata a pensare alle foreste e, soprattutto, ai boschi sacri come luoghi di culto. Ma anche lì poteva sentire la sacralità del luogo, forse per la cura con cui la chiesa, anche se piccola, era stata realizzata, forse per le immagini confuse che il contatto con la panchina le aveva fatto comparire nella mente. Gente che pregava, che metteva tutto il suo cuore in quella semplice azione.
     
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  7. Ayato
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    La risposta di Neris poteva sembrare giusta,ma non rendeva conto di una cosa molto importante.
    Il tempo così potente da riuscire a smorzare qualsiasi cosa,tranne noi probabilmente.
    Noi abbattiamo le barriere del tempo vivendo,ma allo stesso tempo ne facciamo parte e ne contribuiamo al suo processo.

    "Il tempo,mia cara,smorza ogni cosa.Avete mai visto un vecchio curioso quanto un giovine?Io mai in tutta la mia vita,se la curiosità agisce negli uomini come agisce con noi,perchè la stessa cosa non dovrebbe fare il tempo?"


    Eppure era proprio il tempo che ci uccideva.Molti di noi decidevano di suicidarsi perchè non sopportavano la noia,la ripetitività e la consequenzialità delle cose.
    Non riuscivano ad ambientarsi con i secoli che passavano.No,noi non avevamo abbatutto il tempo,anche noi ne soffrivamo,non come gli umani ma quasi.
    Spostai il mio corpo velocemente ma allo stesso tempo lentamente verso una statua,toccandola con la mia candida mano.Chiusi gli occhi per un pò di tempo,potevo sentire il sudore del lavoro e l'amore della preghiera.Tutte sensazioni positive,quasi da far cadere il latte dalle ginocchia.

    "Non è il luogo che fa sacro,ma il pensiero di ciò che lo ritiente.Potrei andare in un letamaio e adorare il dio "escremento",ma pur se questa cosa può sembrare ridicola,quel luogo sarà sempre sacro per me.Il problema però si pone.Questa è sacralità e voglia di vivere,o futilità e voglia di morire per una cosa inutile?"

     
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    SPOILER (click to view)
    Scusami se rispondo solo ora ma sono stata impegnata con la scuola. Volevo solo avvisarti che ho deciso di divenire Utente non giocante appena ho chiuso tutti i topic che sono ancora aperti. Ti chiedo solo di aiutarmi a non rendere troppo lungo questo topic, anche se trovo interessante chiacchierare col tuo Edward.

    Neris rimase per un attimo in silenzio, prendendosi tutto il tempo per riflettere sulle parole di Edward. Non c’era fretta, dopotutto... aveva tutta l’eternità per rispondere.
    “Hai ragione.” Disse poi, senza alcun problema ad ammettere quel punto. Aveva da tempo compreso come fosse inutile pensare di sapere tutto, di non poter errare o tralasciare qualcosa. Nessuno, mortale o no, vivo o morto, poteva pretendere di conoscere ogni cosa... a meno che si trattasse di un dio. Ma lei sicuramente non lo era. “Il tempo cancella ogni cosa, la vita, la morte, la curiosità, la volontà di vivere, la memoria. Chissà cosa c’è sotto questa chiesa, quante persone sono state sepolte nella sua cripta. Chissà chi erano, cosa facevano, cosa pensavano. Il tempo ha cancellato ogni cosa su di loro, tranne, magari, il nome. Ma questo è abbastanza? La vita è abbastanza? O ogni essere vivente e non vivente pretende di più? Difficile rispondere.”
    Fissò il pavimento, come se solo con la sua forza di volontà potesse vedere ciò che c’era sotto. Poi ritornò a osservare il vampiro, mentre si rendeva conto di essersi allontanata dal discorso originale. O forse no? Non era tutto connesso?
    “In ogni caso, la curiosità, se non il cardine della nostra vita, può essere almeno la nostra giuda... anche per noi che abbiamo visto tante età e tante distruzioni. Non dico che il tempo non possa cancellarla. Il tempo la cancella, tocca poi a noi ritrovarla o morire. È a noi che tocca la scelta... e dalle persone che incontriamo, forse.”Kimberly. Kimberly era stato un punto fondamentale per il suo ritorno alla vita. Se non l’avesse incontrata, se quella bambina umana non avesse risvegliato la sua curiosità, cosa avrebbe fatto? Se nei sui vagabondaggi non avesse trovato Nouvieille e Asterios, che cosa le sarebbe successo? Avrebbe posto fine alla sua vita? O avrebbe comunque trovato un modo per continuare?
     
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  9. Ayato
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    Spotai il mio sguardo nuovamente verso una statua,poi zitto mi avvicinai ad una di quelle panche di legno che popolavano la chiesa,e chiusi gli occhi.Annusai il legno,probabilmente frassino,poi riaprì gli occhi ancora in silenzio.
    Spostai nuovamente lo sguardo sulla vampira e dissi sereno

    "Credete in qualcuno o in qualcosa?"


    Spostai nuovamente lo sguardo sulla chiesa,chiedendomi in realtà quanto sarebbe durata quella struttura.E' vero il tempo distrugge tutto,ma è realmente così?La vita è brutta come la vediamo?Non c'è una trama,un ordito,in tutte le azioni che compiamo e che vediamo compiere?
    Le mie domande mi tempestavano il cervello più delle solite volte,forse a causa della presenza di quella figura o del luogo in cui mi trovavo.Mi vedetti costretto ad alzarmi in piedi nuovamente e avvicinarmi a braccia conserte alla donna.

    "Perdonatemi per la freddezza di questa domanda,ma,cosa vi ha richiamata in questa cittadina in particolare?"


    La mia domanda aveva una destinazione specifica,ma l'avrei svelata un pò più tardi,tutto dipendeva dalla risposta della vampira o forse no.

     
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    Nouvieille... cosa l’aveva attirata di Nouvieille?
    La sua mente ritornò alla notte in cui era arrivata alla città. Era entrata a Nouvieille come una semplice osservatrice distaccata dalle vite monotone degli umani ed era finita per ritrovarsi legata a quella città, una città che aveva risvegliato in lei quello che aveva creduto perso per sempre. La voglia di vivere, di sentirsi viva, e la fede in qualcosa di più grande e potente.
    “Credo che di questa città mi abbia attirato la grande concentrazione di creature sovrannaturali, almeno inizialmente. Poi è stato un susseguirsi di fatti. L’incontro con Asterios, il teatro, Arien... Pian piano ho ricominciato ad apprezzare la vita, anche se quella corrotta di un vampiro.”
    I suoi pensieri tornarono alla notte del suo incontro con Arien, l’angelo bianco che l’aveva aiutata a ritrovare la sua fede e il suo amore per l’esistenza. Insieme avevano varcato la porta per l’Annwn... insieme avevano incontrato Arawn, il padrone dei cani della Madre, e Rhiannon, la Grande Dea dai molti nomi.
    Si ricordò le parole di Rhiannon, parole che più di ogni altra cosa aveva care: E' stato il tuo pensiero costante a me, figlia mia, e al mio sposo, a salvarti... anche quando le tenebre sono scese su di te, tu non ci hai voltato le spalle.
    Sorrise.
    “E qui a Nouvieille ho ritrovato la fede che avevo perso millenni fa.”
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    CITAZIONE
    E' stato il tuo pensiero costante a me, figlia mia, e al mio sposo, a salvarti
    spiegò la Madre, rivolta a Neris anche quando le tenebre sono scese su di te, tu non ci hai voltato le spalle.

    Queste parole sono di Melian, mi sembra corretto precisarlo.
     
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  11. Ayato
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    Mi voltai nuovamente a guardarla,osservandone i lineamenti del viso e la pelle in particolare.Sotto essa potevo sentire il sangue di un vampiro antico scorrere e fluire.Come era prezioso quel sangue e allo stesso tempo come era sicura quella cassaforte in cui era rinchiuso.
    Sorrisi osservandola ancora per qualche instante

    "Secondo voi per quale motivo ci sono così tante creature diverse in questa città,c'è qualcosa che mi sfugge in realtà"


    Mi avvicinai un altro pò alla vampiressa,proprio in quel momento fremeva vitalità da tutti i pori,forse proprio a causa dei ricordi che le avevo suscitato.Mi concentrai nuovamente sul suo sangue poi dissi pacato

    "Non avete mai paura che qualcuno voglia prendere il vostro sangue oppure magari non lo desiderate mai?"


    Era una domanda strana,ma aveva il suo perchè.Il sangue di un antico è molto prezioso e ricercato,e dato che io stesso sono un antico,ero ricercato anche io allo stesso modo.A volte speravo che qualcuno lo prendesse ponendo fine alla mia esistenza,altre volte invece mi opponevo alla mia stessa fine.
    Sorrisi poi scoccai un'ultima domanda alla mia interlocutrice.

    "Qual'è la vostra fede?"


     
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    Neris lasciò che Edward si avvicinasse, continuando ad osservarlo. L’antico pareva piuttosto curioso, forse un po’ troppo. Ma era normale. Era normale che un vampiro antico volesse sapere qualcosa in più su un suo simile. Lei era incuriosita da Edward, tanto che aveva deciso di rispondere a quelle domande, quando se gliele avesse poste chiunque altro probabilmente non avrebbe risposto. Ma non sapeva se sarebbe riuscita a rispondere all’ultima domanda. La sua fede... quella era una domanda piuttosto personale... una domanda che lei cercava di non porre neanche al suo cuore. Molte cose erano cambiate in quei secoli, e anche la sua fede era cambiata. Appena recuperata, era molto diversa da quella di quando era mortale. Dopotutto... anche lei era cambiata. Aveva visto troppe cose, aveva ucciso, aveva sofferto troppo perché il suo credo non si modificasse. Ma non credeva di avere il coraggio di vedere quanto fosse cambiato.
    Così preferì ignorare l’ultima domanda.
    “Il mio sangue? Non è mai successo che qualcuno cercasse di prendermelo. Ma sono stata parecchio tempo lontana dalla civiltà, si potrebbe dire...”
    La terra che la circondava, il sonno profondo in cui era volontariamente caduta... così per secoli... il ricordo le tornò alla memoria, forte e intenso, ma non attraente. Non più almeno...
    “Sì, in un certo senso ho timore che succeda. Ho timore di quello che farei. Perché non credo che risparmierei chi ci tentasse.”
    Sospirò al pensiero.
    “Quanto a Nouvieille, non ho idea del motivo per cui attragga così tante creature diverse. Una questione interessante,” disse sovrappensiero “forse un giorno lo domanderò a Kim.”Che fosse per la Porta dimensionale? Che fosse quella presenza che attirasse inconsciamente tutti quegli esseri così diversi? Non ne aveva idea.
    “A te è mai successo?” Chiese. “Che qualcuno cercasse di prendere il tuo sangue, intendo.”
     
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11 replies since 21/3/2008, 12:45   178 views
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