Il manto di S. Giorgio

quest Colpo al Talamasca

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  1. Holden Caulfield
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    SPOILER (click to view)
    continua da qui

    Topic riservato a Holden più uno (o più) difensori.


    Aveva appena lasciato i compari nella stanza della biblioteca. Il suo obiettivo era forse quello più difficile.
    Trovare un famigerato passaggio segreto per una stanza del piano interrato nella quale si trovava il suo obiettivo: una reliquia potente, leggendaria che gli avrebbe permesso di andare all'Inferno e uscirne indenne, se tutto fosse andato per il verso giusto.

    Silenziosamente andò verso la stanza che gli era stata indicata dalla talpa come quella che nascondeva il passaggio segreto. Si trattava di una stanza con uno strano simbolo, una runa, dal significato sconosciuto per il mutante.

    Chiusa a chiave.

    Da lì avrebbe avuto lo stesso trattamento della finestra della foresteria: la lama della katana avrebbe affettato il legno lungo i cardini e lo avrebbe messo a posto. Solo un occhio attento avrebbe potuto capire che c'era qualcosa di strano. Altro danno da rifondere.

    Entrò e andò alla ricerca del quadro o arazzo che avrebbe dovuto nascondere un marchingegno.

    Proprio in quel momento sentì nella biblioteca che i sue complici avevano trovato il passaggio...

    SPOILER (click to view)
    @difensori: potete iniziare a postare in questo topic, magari non arrivare direttamente dove si trova Holden (teoricamente dovreste ancora dormire). Meglio cmq se mi mandiate un mp.
    Grazie
     
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    Eccomi! :D

    I libri erano sparsi attorno a lei, in un disordine quasi organizzato. Le piaceva leggere, da qualche tempo era divenuto il suo passatempo preferito, un modo come un altro per ammazzare la noia quando la madre era impegnata nel laboratorio. Il libro che stava leggendo in quel momento era molto interessante, o almeno così credeva. Se fosse riuscita a ricordarsi di cosa parlasse! Lo fissò, cercando di districare qualcosa dall’immagine nebulosa che le compariva davanti agli occhi. Si sentiva un poco disorientata e il suo cuore era stretto in una morsa. *Che succede?* Si chiese, perplessa. Poi una forte esplosione risuonò nella casa. La ragazzina trasalì e si gettò giù per le scale, verso il laboratorio sotterraneo dove la madre usava fare esperimenti di magia. *No, no, non di nuovo, non di nuovo!* Kim tentò di svegliarsi... di fermarsi, almeno. Ma le era impossibile, il sogno la avvolgeva completamente, le scale che passavano sotto i suoi piedi mentre lei si muoveva verso il basso senza in realtà muoversi. La porta si avvicinò sempre di più, terrorizzandola. Sapeva cosa avrebbe visto, cosa sarebbe successo. E non voleva. *Non di nuovo, no...* La porta si spalancò.

    Si risvegliò di colpo, pallida e sudata. Fissò il buio che l’attorniava per qualche secondo, trattenendo il respiro. L’aveva sognato di nuovo, aveva rivisto sua madre morire. Cercò di rilassarsi, riprendendo a respirare lentamente, ma il suo cuore non smise di battere furiosamente, la mente ancora concentrata sul sogno. Con un sospiro, la giovane osservatrice accese l’abatjour che aveva sul comodino. La lieve luce che emanò la rassicurò un poco. “Maledizione, era soltanto un sogno!” Sussurrò, come nel tentativo di convincersi, stringendo tra loro le mani tremanti. “Solo un sogno.” Rimase a letto ancora un poco, scossa, poi, sentendosi soffocare, si alzò sulle gambe malferme. Aveva bisogno di fare due passi.
    Lentamente, si mise le pantofole e si avvicinò alla porta della stanza. Il più silenziosamente possibile la aprì e uscì nel corridoio, ancora in pigiama, l’aria da sonnambula e i capelli completamente disordinati. A piccoli passi, si diresse verso le scale, proseguendo a tentoni, la mano posata a una parete.
     
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  3. *†Asia†*
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    come concordato,prendo questo topic insieme a Kim ^^


    Più osservo,più ascolto,più mi rendo conto che la loro percezione del nostro mondo è totalmente diversa rispetto a quella di noi comuni umani. Come se vivessero su un piedistallo,al di sopra di tutto ciò,e controllassero il tutto con un velo di noia. O almeno questa è l'impressione che lui mi ha dato. ..

    Interruppe per un istante il calcare della penna sul foglio candido,che assumeva una strana colorazione giallastra alla luce della lampada sulla scrivania. Si passò una mano sul viso stanco,e poggiando il capo sulla mano destra si voltò a guardare il cielo notturno,fuori dalla finestra.
    Non aveva idea dell'ora,ma era sicura che fosse molto tardi: avrebbe già dovuta essere a letto da un pezzo..
    E invece,pensò,lanciando un'occhiata alla scrivania invasa di libri,carte e appunti vari,eccola li,china su fogli e fogli,a lavorare.
    Come se quella non fosse bastato il suo turno al Ritual,no.
    La verità era che doveva tenere la mente occupata,per tante piccole ragioni.
    Sospirò,passandosi entrambe le mani a ravviare i capelli scuri,ora leggermente più corti,dopo il taglio di qualche giorno prima.
    I documenti adesso non le sembravano più un'invitante modo di distrarsi,quanto una gabbia che voleva rinchiuderla in una morsa.
    Spostò la sedia con il minor rumore possibile,giusto per non svegliare gli altri abitanti della Sede,e si alzò,trascinando lentamente i piedi,infilati in comode pantofole. Benchè non avesse affatto sonno,non appena tornata dal locale si era cambiata,indossando il comodo pigiama,visto che non faceva più tanto freddo.
    Con una smorfia osservò l'ora: si conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe potuto prender sonno se prima non avesse messo qualcosa sotto i denti.
    Aprì la porta,con il massimo silenzio,intenzionata a depredare la dispensa del Talamasca.
    I suoi sensi,intorpiditi,non le davano alcun avvertimento,e il suo spirito era tranquillo. Non si aspettava di certo incursioni; non ancora,almeno.

     
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  4. Holden Caulfield
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    Piccoli, piccolissimi rumori.
    Uno, due, tre battiti di cuore. Calpestii di pantofole, cavalcate da piedi piccoli, esili, che solcavano il terreno con brevi e veloci passi. Piedi di donne.

    Dannazione. Le ospiti del Talamasca sono nottambule, molto di più di quanto pensasse.
    Un crepitio, come se una finestra battesse contro gli stipiti, ed una donna, la terza che scendeva le scale verso la biblioteca. Portava con sè un chiaro odore di vampiro.
    E del manto nessuna traccia.
    Dannazione.

    Quella stanza era troppo piccola per poter celare ancora qualcosa al suo attento sguardo, o forse troppo grande per il suo occhio accecato dal nervosismo. Holden decise che era il caso di continuare la sua ispezione.
    Al diavolo.. quel manto era dannatamente troppo più importante del fatto di farsi scoprire.

    Riprese la ricerca, senza badare al silenzio..
    In fondo erano solo donne..

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    ordine di post non definito: la prima che posta è la benvenuta

    PS: non fatevi traviare dal subdolo maschilismo di Holden: lui è molto più stronzo! XD


     
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    Holden, una domandina: la stanza in cui si trova il tuo pg, in che piano è? ^_^

    Pian piano il mondo attorno a lei si faceva più definito, mentre si svegliava del tutto. Continuava a pensare al sogno, ma ora lo vedeva come da una distanza di sicurezza. Il terrore e la disperazione erano solo un ricordo, niente di così vicino a lei da farla soffrire. Non troppo, almeno. Continuò a camminare lentamente per il corridoio, smettendo di sostenersi al muro, mentre tentava di concentrarsi su qualcosa che non riguardasse sua madre. Sentì una finestra sbattere, ma non ci fece troppo caso. Non era poi un rumore così strano. Come era normale che gli osservatori vagassero per la sede la notte: perché appena rientrati, perché non riuscivano a dormire o semplicemente per farsi uno spuntino. Quindi non fece troppo caso ai lievi rumori che provenivano dal piano di sotto, né al rumore di passi che scendevano le scale. Non fece nemmeno attenzione a dove stava andando: l’importante era camminare e rimanere sveglia il più possibile. Non se la sentiva di tornare a dormire, non credeva di poter sopportare un altro incubo.

    Il suo vagabondaggio la portò in prossimità della scala. Cosa fare? Scendere o continuare a girare per il piano? *Magari potrei andare a farmi una camomilla o un the, se ci riesco.* Pensò, indecisa. Quando lei era in cucina, il rischio di incidenti ed esplosioni aumentava esponenzialmente.
    Aguzzò le orecchie, impensierita. Va bene che la notte in sede non era poi così calma, ma non erano un po’ troppi i rumori?
     
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  6. *†Asia†*
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    al piano della biblioteca,quindi secondo mi sembra ^^


    Si muoveva con passo lento,reso felpato dalle pantofole che calcavano piano il pavimento coperto da un tappeto dai colori caldi,uno dei tanti che vi erano nella Sede,quelli che tanto Haru amava.
    Sbadigliò,mettendo una mano davanti la bocca,e iniziò a scendere le scale,appoggiandosi al corrimano,per non capitombolare per tutte le scale del Talamasca e cercare di non svegliare i suoi abitanti.
    Abitanti che,a quanto pareva,eran però svegli!
    Si fermò con un piede a mezz'aria,in procinto di appoggiarlo sull'enesimo gradino,e corruggò la fronte,aprendo la mente,in ascolto.
    Sentiva un'energia vicina a se,umana e non molto forte,probabilmente uno dei suoi colleghi del Talamasca,magari Kim,che era l'unica,oltre lei ed Haru,ad abitare in Sede; per il resto..
    Rumori ovattati,e energie impercettibili,ancora troppo lontane per sentirle bene,che in quel momento riceveva confuse tra loro,quasi inesistenti.
    Mmh...a quanto pare non sono l'unica che soffre d'insonnia.
    A quel pensiero le venne in mente che anche Haru spesso e volentieri non riusciva a dormire o stesse alzata fino a tardi,magari era lei la proprietaria dell'energia che avvertiva,molto indistintamente, e la causa di quei rumori ovattati che avvertiva al piano di sotto,probabilmente dalla Biblioteca.
    Rassicurata da quel pensiero,alzò leggermente le spalle con noncuranza,e continuò la sua discesa verso l'agognata meta,la cucina.
    Se non che,arrivata al piano dove si trovava la biblioteca,un sentore di energia conosciuta gli arrivò. Si immobilizzò per un istante,valutando attentamente ciò che sentiva.
    Non sembrava l'aura di Haru,e tuttavia non poteva essere certa che così non fosse..eppure,era un'energia che conosceva. Non sapeva dire di chi fosse,era ancora ben lontana.
    Ma la curiosità le fece prendere quella direzione,giusto per andare a dare un'occhiata.



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    papi,se non va bene qualcosa,dillo!
     
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  7. Holden Caulfield
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    esatto, secondo piano, lo stesso piano della biblioteca e della sala da pranzo


    Doveva mantenere la calma.
    Calma.

    Quella reliquia era davanti ai suoi occhi. Doveva essere davanti i suoi occhi. Solo che non riusciva a vederla.

    Da qualche parte le presenze si avvicinavano. Due donne.

    I cinque minuti che aveva dato ai due compari si stavano rapidamente assottigliando, di secondo in secondo, ma troppo velocemente.

    Dietro l'armadio? Chissà. Era l'unico posto che non aveva scrutato.
    Senza nessuna gentilezza spostò l'armadio da una parte. Il muro rivelò una teca in cristallo.

    S. Giorgio. Il mantello che indossò quando sconfisse il drago. Probabilmente i miscredenti pensavano fosse una panzana, cosa in parte vera. Quello che sconfisse S. Giorgio non era un drago, ma la trasformazione demoniaca di un demone, Khalodel. Il Santo lo sconfisse grazie alla Fede, e ad una schiera di angeli, cosa non riportata da nessun libro.
    Holden si sarebbe accontentato di affrontarlo solo con quel mantello. Si trattava di un mantello semplice, bianco con i bordi porporati, nessuna croce, stranamente. Quel manto era soprattutto un simbolo, ed in posti come l'inferno i simboli, le parole sono potere.

    Con un ghigno sulle labbra celato dalla maschera da ninja, colpì la teca in cristallo mandandola in mille pezzi.

    Prese in mano la reliquia, quasi eccitato. Quasi non si accorse che non era più solo..


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    ordine ancora libero, facciamo che nel prossimo post entrate dentro la stanza, ok?
     
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  8. *†Asia†*
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    bene,faccio io allora *-*


    Man mano che s'avvicinava alle porte della grande biblioteca,un senso di inquietudine e quasi di irritazione iniziò a farsi strada nella sua mente,tra i suoi sensi ancora confusi dalla stanchezza. Eppure,allo stesso modo,la sensazione di conoscere quell'energia che avvertiva sempre più forte.
    Accellerò il passo,la sensazione di inquietudine che cresceva più s'avvicinava. Quando appoggiò la mano sulla maniglia avvertì distintamente l'energia,che adesso riusciva a classificare quasi perfettamente. Pareva umana,ma molto più potente e particolare.
    La stanza era buia,ma conosceva perfettamente quel luogo e l'energia le indicava la strada. Lasciando perdere la biblioteca e quelle energie che avvertiva,si diresse verso la direzione dell'aura,in una stanza non molto distante. Respirò profondamente,mentre si dirigeva velocemente verso la porta della suddetta stanza,e ringraziò il cielo che aveva preso l'abitudine di portare con se l'oggetto magico che l'avrebbe potuta aiutare: dentro un sacchettino colorato,attaccato al suo collo.
    Dopo la visita di Raven,raramente lo toglieva,specialmente la notte.
    Nello stesso istante in cui aprì la porta,che pareva essere stata forzata,dato il lungo taglio,sentì distintamente un rumore acuto,di qualcosa che andava in frantumi. Imprecò a bassa voce,e mise piede nella stanza,e con una smorfia irritata riconobbe l'energia in tutta la sua potenza.
    Caulfield.. disse,a bassa voce,e quel nome,tra le sue labbra,risuonò come un insulto.
    Che ci faceva quel mutante in piena notte,nella loro Sede?
    Non ne aveva idea,sapeva che Holden non era cattivo; quando Tracy l'aveva morsa e lui era accorso al locale,aveva chiaramente visto nei suoi occhi la preoccupazione.
    Ma questo adesso non importava: conoscenza o non conoscenza,non poteva permettergli di fare i suoi comodi.
    Avanzò nella stanza in penombra un pò in difficoltà,guidata solamente dalla sua aura.
    Sapeva che Holden,con il suo udito sviluppato,aveva sentito la sua presenza,e sicuramente riconosciuto la sua voce.
    Come era certo che immaginasse che anche Asia aveva avuto modo di sentire la sua energia.
    Nel frattempo ripensava a ciò che aveva avvertito in Biblioteca,e sulle scale.
    Holden non era solo: bisognava solo vedere cosa stava cercando.

     
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    Sempre più preoccupata, iniziò a scendere le scale.
    *Qualcosa non va, non va per niente.* Si ritrovò a pensare. Ma cosa c’era che non andava? Erano i rumori o era solo una sensazione donatagli dal sogno che aveva appena avuto? Tendendo i sensi al massimo - normali e paranormali - cercò di fare il più attenzione possibile a ciò che la circondava, tanto che gli scricchiolii che provocava scendendo i gradini iniziarono a disturbarla. Se c’era qualcuno di non autorizzato era meglio che non sapesse della sua presenza. *Sono solo fantasie.* Si disse, cercando di convincersene. Niente, la sensazione che qualcosa non andasse rimaneva.
    Raggiunto il piano della biblioteca le sue vaghe sensazioni ottennero una conferma, almeno parziale. A qualche metro di distanza c’era qualcuno. Poteva percepire due presenze. Non aveva la minima idea di chi fossero, tanto che avrebbe potuto trovarsi presto di fronte ad Haru e Asia. Se così fosse stato, sarebbe scoppiata a ridere. Tutti quei problemi per due colleghe che non riuscivano a dormire!
    Eppure, un attimo dopo si rese conto che le presenze erano più di due!
    Cominciò a camminare il più velocemente possibile, sperando di non attirare l'attenzione. Si diresse verso le presenze che sentiva più vicine, trasalendo al rumore di vetro che si infrangeva. Non poteva più far finta che non stesse succedendo nulla: in sede c'era qualcuno, se non un gruppo di persone. Questo poteva significare solo una cosa: volevano derubare le loro conoscenze.
    Si fermò davanti a una porta per qualche istante, fissandola per un poco. Era da lì che percepiva le presenze. Chi c'era dentro? Amici o nemici? Con un sospiro, si fece coraggio ed entrò.

    Edited by Kimberly Hastur - 17/10/2008, 18:22
     
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  10. Holden Caulfield
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    urka.. Asia riconosce il fesso così?
    mannaggg..;)
    @Kim: la porta non è spalancata, sembra chiusa a prima vista e dovresti vedere Asia


    Asia Dubois.
    Ed un'altra donna. E poteva scommetterci che si trattava di una ficcanaso, cioè più ficcanaso rispetto allo standard medio delle donne. Abbastanza ficcanaso da potersi mettere nei guai, eh si, perchè lui, Holden Caulfield, teneva il suo piccolo pezzetto di inferno e paradiso tra le mani, e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare. E scommetteva che due ultra-ficcanaso non erano molto propense a farsi prendere quell'oggetto da un tizio vestito di nero.

    Cosa poteva fare?
    C'erano un paio di opzioni, una era quella di sparire dalla finestra e correre fino a casa sua, ma in quel caso avrebbe perso il contatto con i compari, e lui non è un tipo che viola così facilmente la sua parola: i cinque minuti non erano ancora scattati, quindi si sarebbe messe nei guai nel momento in cui si fossero messe tra il tizio nero e quel pezzo di stoffa.

    Opzione due: acquattarsi dietro l'armadio spostato, sperando che le due signorine non si accorgano di quanto successo. Sperando che i due compari non stessero facendo troppo casino, sperando che non percepissero la sua presenza, sperando che se ne andassero senza fiatare.

    Troppe speranze. Ma ormai era troppo tardi per poter scegliere..l'opzione due era quella che dell'inerzia.

    Si fermò del tutto, il suo cuore era l'unico muscolo che si muoveva in quel momento..

    CITAZIONE
    piantina
    box nero= finestra
    rosso=armadio
    blu= letto
    verde=scrivania

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    ok, ordine ancora libero, nel caso entrate nella stanza mi piacerebbe che prendeste la piantina di cui sopra e disegnare la vostra posizione, lo so che fa schifo, ma giusto per capirci..>.<


     
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  11. *†Asia†*
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    beh lo riconosce perchè è un'energia che ha già sentito e si trovano ormai abbastanza vicini >.< se è un problema edito!


    Dov'era? Era in quella stanza,oh,lo sapeva bene! Avvertiva sempre più forte la sua energia,benchè non vedesse praticamente nulla da li a un metro. L'unica luce proveniva dalla finestra dritta davanti a sè,di fronte la porta,a parecchi metri di distanza,che proiettava deboli fasci di luce che davano soltanto un'idea confusa delle forme.
    Non conosceva quella stanza,vi era entrata si e no due volte,non ne aveva mai sentito il bisogno. Che diamine era venuto a cercare Holden li?!
    Ricordava più o meno la conformazione della stanza,arredata in modo piuttosto spoglio,senza troppi fronzoli: un letto,una scrivania,con sopra i soliti libri e documenti,un armadio...e poche altre cose,ne di valore,ne di grande importanza.
    Sapeva che il mutante aveva sentito la sua presenza,e a niente serviva non fare rumore sul pavimento: le aveva parlato del suo potere,al cimitero,e poteva sentire il battere del suo cuore,il suo respiro.
    Si trattenne dall'imprecare nuovamente,e mosse qualche passo in avanti,controllando la stanza per quel che la poca visibilità le permetteva.
    Si avvicinò al letto,lisciandone appena le coperte,ma era chiaro che nessuno avrebbe potuto usarlo come nascondiglio: oltretutto,non era da li che avvertiva la sua energia,quanto più avanti. Sospirò appena,maledicendosi e maledicendo Holden,e s'avvicinò invece alla scrivenia,stando attenta a dove metteva i piedi.
    O perlomeno provando a stare attenta,cosa che non le riusciva affatto bene. Sbattè infatti contro il lato del tavolo il ginocchio,e vide le stelle per qualche istante,lasciandosi scappare un gemito strozzato.
    Era assurdo,non poteva dar segno della sua goffaggine anche in una situazione del genere!
    Appoggiò le mani sul piano di legno e per un attimo il suo sguardo fu catturato da i documenti che non riusciva a leggere.
    Forse,qualcosa in quella stanza,di interessante,c'era.



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    non ho idea se noi dovremmo sapere della presenza del manto,in caso edito XD

    Cartina
     
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    Ho modificato velocemente l'ultimo messaggio, rimanendo sul vago, spero che vada bene. ^_^ E qui ho fatto che Kim non vede subito Asia visto che si è spostata. Comunque sono pronta a modificare anche questo se è necessario.

    Entrò nella stanza a passo il più possibile felpato (per quanto le fosse possibile), nella semi-oscurità. Era eccitata, come sempre quando rischiava di finire in guai seri, e solo leggermente preoccupata. Qualsiasi cosa sarebbe successa ci avrebbe fatto i conti quando sarebbe giunto il momento. Avanzò lentamente, cercando di non scontrarsi con mobili o tavoli. Non riusciva a vederci molto, era troppo buio.
    Un lamento soffocato la fece trasalire. Notò un’ombra accanto a quella che pareva una scrivania. Si immobilizzò, poi le si avvicinò lentamente. Era Asia. In parte sollevata e in parte delusa, si guardò attorno. A prima vista nella stanza non c’era nessun altro, ma era troppo buio perché lei potesse esserne certa. Probabilmente, se non avesse saputo per certo che non erano sole si sarebbe data della stupida e sarebbe ritornata a letto. Ma quello non era il suo caso.
    “Cosa sta succedendo?” Sussurrò, sperando di essere sentita soltanto dalla collega.
    Poi le venne in mente una cosa e imprecò mentalmente. Perché non aveva acceso la luce quando era entrata? La situazione non sarebbe poi cambiata molto - chiunque fosse l’intruso doveva essere cosciente della loro presenza, come lei lo era della sua - ma almeno ci avrebbe visto qualcosa e non avrebbe dovuto temere un attacco alle spalle.
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    Ah... mi ero dimenticata...
    Cartina
     
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  13. Holden Caulfield
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    Udì nominare il suo cognome da Asia, mentre l'altra donna entrava anche lei nella stanza.
    Se da una parte percepiva una certa preoccupazione da parte delle due donne, dall'altra quello che era chiaro era che non se sarebbero andate da quella stanza.

    Non aveva alcun senso rimanere dietro l'armadio, quindi fece qualche passo, verso la finestra in modo da farsi vedere
    "Succede che siete troppo ficcanaso.. madame.."
    Fece Holden, improvvisamente, qualche istante prima di farsi scorgere.

    Dentro la mente di Holden si delineavano le possibilità.
    Scappare? A che pro? Ormai Asia lo aveva riconosciuto.
    Tanto valeva fare quattro chiacchiere, se conosceva bene quelle persone non c'era niente che poteva dissuaderle. Mise il mantello tra la pelle della schiena e la corazza, con perizia, in modo che non ostacolasse i suoi movimenti.

    "Soffrite di insonnia per caso?"
    Ironizzò quando il suo olfatto fu colpito da un odore. Esplosivo? Possibile che uno dei due compari avesse portato con se dell'esplosivo?

    L'idea che potesse venire usato in quel luogo gli corrugò la fronte. Quei libri valevano molto di più di un criminale e di un ragazzo che gioca a fare Dio. Quei libri, pieni di verità e storie arcane, valevano di più anche di lui stesso.
    Non poteva permettere che si potesse oltraggiarli
    "Se permettete levo il disturbo... vi auguro buona notte"

    Il tono era basso e tranquillo. Fece un passo lentamente, tranquillo verso Asia e l'uscita. Non era previsto che facessero resistenza.. anzi non era neanche previsto che fossero in quel posto..


    Piantina

     
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  14. *†Asia†*
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    Quei pochi fasci di luce che entravano dalla finestra iluminavano direttamente la scrivania,e quindi i fogli posti sopra,rendendo appena leggibili le scritte più grandi. Asia osservò stupita quel che il testo diceva: sapeva che in quei giorni il Talamasca stava ospitando un importantissimo oggetto,ma non immaginava certo..
    Sussultò sentendo la voce di Kim alle sue spalle,era così concentrata sulla presenza di Holden e da quel che i fogli potevano implicare che non aveva proprio prestato attenzione all'energia della collega: fu però sollevata che ci fosse anche lei,sarebbe stata un aiuto prezioso.
    Non aveva voglia di battersi contro Caulfield,ma di certo non avrebbe lasciato che se ne andasse indisturbato..con quel che,certamente,aveva preso. E non serviva leggere il pensiero,per capirlo.
    Proprio in quel momento,forse stufo di giocare a nascondino,vide un ombra pararsi davanti la finestra,interrompendo quei deboli fasci di luce. Si,era Holden: irritante come al solito,anche nelle situazioni più delicate.
    Incrociò le braccia al petto, osservandolo attentamente,e nel frattempo il cervello elaborava la situazione: l'unica via di fuga era rappresentata da due passaggi: la finestra,dietro Holden,e la porta,dinanzi la quale si trovavano le due osservatrici.
    Ma dubitava che il mutante usasse la prima: se i suoi sospetti erano fondati,e raramente non lo erano,le altre energie che aveva sentito in biblioteca,assieme a quella di Haru,erano probabilmente conoscenti di Holden,compari quindi. E non le sembrava così stronzo e ipocrita da intraprendere un'avventura con qualcuno per poi mollarlo su due piedi per darsela a gambe. Le sarebbe scaduto di molto,altrimenti.
    Quindi,per andarsene,avrebbe dovuto oltrepassare le due ragazze; e non era così facile come sembrava.
    E tu di Cleptomania? gli chiese,sarcastica e pungente,sentimenti che il mutante riusciva a scatenarle semplicemente dando aria alla bocca.
    Nel frattempo gli occhi bicolori di Asia scrutavano,per quanto possibile data la scarsa visibilità,il corpo dell'uomo: se aveva preso con se l'oggetto custodito lì dentro,ed era chiaro che così era,dove diamine lo aveva messo?Non glielo vedeva in mano,ma allora che fine aveva fatto?!
    Il pensiero che fosse già fuori dalla Sede la mandò in panico,ma non diede a vederlo da fuori: tentativo inutile,visto che il mutante avrebbe semplicemente potuto capirlo ascoltando l'accellerare improvviso del cuore.
    Quasi impercettibilmente scivolò indietro,poco dietro Kim,frapponendosi esattamente tra lui e l'unica via d'uscita.
    Non così in fretta Caulfield. Visto che hai già disturbato,non vedo perchè debba andartene. Non con certi..pesi,addosso.
    Parlava in modo tranquillo,per allusione,con tono quasi annoiato,quello che normalmente faceva infuriare le persone che le parlavano: era come se non si curasse delle situazioni. Tuttavia i suoi occhi erano stretti e non perdevano di vista Holden.



     
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    Nel sentire la sua voce, Asia sussultò. In un’altra situazione, probabilmente Kim si sarebbe sentita dispiaciuta: non aveva pensato di poterla spaventare, cosa piuttosto ovvia visto che le era arrivata al buio e alle spalle. Ma quei pensieri non ebbero nemmeno il tempo di passarle per la testa, visto che alla sua domanda fu data risposta dall’intruso. Ficcanaso, eh? Faceva anche lo spiritoso.
    L’uomo si era rivelato, posizionandosi di fronte alla finestra. Cercò di scrutare il suo volto, ma non riuscì a scoprire molto. Era in controluce e, anche se non lo fosse stato, la luce che proveniva dalla finestra era troppo poca.
    Dalle parole della collega, però, comprese che lei lo aveva riconosciuto. Caulfield, lo aveva chiamato. Nome che a Kim non diceva nulla.
    Un poco dispiaciuta, ignorò le carte sulla scrivania che avevano attirato l’attenzione di Asia. Non era il momento di mettersi a leggere, anche se un bel libro in quel momento le avrebbe fatto comodo: uno di quelli spessi spessi - un’enciclopedia magari - e perfetti per colpire le teste dei ladri...
    Asia si spostò dietro di lei, lasciandola scoperta ma bloccando l’uscita. Nel trovarsi praticamente in prima linea, la ragazza si sentì un po’ a disagio. Ma non poteva permettere a quell’uomo di portarsi via quello che aveva rubato, qualsiasi cosa fosse. Anche se il suo bottino fosse stato solo dell’argenteria (cosa molto improbabile data la reazione della collega) non doveva uscire di lì. Così si spostò leggermente, posizionandosi proprio tra il letto e la scrivania. Per fare ciò dovette fare qualche passo verso l’intruso, sempre più a disagio ma decisa a non farlo scappare.
     
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