Romeo Sierra: lavorando per Kimberly Hastur

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  1. ~ Romeo.
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    Quella mattina doveva alzarsi presto; aveva del lavoro da finire. Una lavata veloce, come fu la colazione, poi dritto ad aprire la Casa de Artesiana e nascondersi nel Laboratorio. Velocemente accese la lampada, anche se un po' di luce naturale entrava dalla piccola finestra della stanza. Controllò il lavoro; lo trovò così come l'aveva lasciato, così spese giusto qualche minuto a valutarlo. Era perfetto!

    Il passaggio successivo, come tanti altri nel suo lavoro, era ormai monotono, giusto un po' noioso viste le tante volte che l'aveva fatto. Doveva trasformare da solido in liquido l'argento che avrebbe utilizzato per fare la struttura principale dell'anello. Gli bastava avere qualche oggetto in quel materiale e il gioco era fatto. Per lavori del genere utilizzava di tutto, perfino delle vecchie monete, ma di quelle un bel po' grandi...



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    Come trasformare qualcosa di solido in liquido, anche duro come l'argento? Le Rune che utilizzava Romeo sembravano non avere mai un limite nel loro potere, ma soprattutto, Fehu, la Runa del Fuoco, un semplice simbolo, era in grado di sciogliere qualsiasi cosa. Quel simbolo chiedeva poco in cambio, ma in realtà, per chi ne capiva qualcosa, significava tantissimo: bisognava avere volontà, un forte desiderio per attivare l'enorme potere che le Rune celano invece a coloro che non sono capaci di utilizzarle.
    Per incidere una Runa, bastava qualsiasi cosa, anche del gesso, o qualcosa di tagliente, l'importante che fosse capace di scrivere in qualche modo. Quella volta avrebbe utilizzato lo stesso gessetto appuntito usato per disegnare i punti d'aiuto sull'acciaio. Senza alcuna fretta e molto lentamente, il simbolo iniziò ad apparire scritto sulla moneta, precedentemente riposta in una piccola ciotola d'acciaio capace di contenere il liquido bollente che a breve sarebbe comparso.




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    Il simbolo ci mise un po' ad attivarsi; qualche istante ci volle per assistere alla scena capace di meravigliare chiunque, anche lo stesso Artigiano dopo le tante e tante volte in cui aveva già assistito: la stanza si illuminò di rosso, grazie al bagliore proveniente dal simbolo; era una luce fortissima, capace anche di accecare per un po', ma come aveva imparato già da tempo, quasi subito Romeo chiudeva gli occhi, quasi perché desiderava assistere almeno un po' alla scena.
    Quando riaprì gli occhi, la luce era sparita; solo il simbolo lampeggiava ancora, ma in modo molto fievole, fino a sparire nel liquido. L'argento si era sciolto e qualche bollicina d'aria scoppiava sulla superficie liquida di quell'elemento. Toccarlo sarebbe significato ustionarsi gravemente.

    Ora non bisognava fare altro che riempire la forma ricavata nell'acciaio di quell'argento incandescente...

     
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