Romeo Sierra: lavorando per Kimberly Hastur

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  1. ~ Romeo.
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    Romeo si rigirava tra le mani la grezza pietra di ametista; ne guardava ogni faccia, ogni aspetto, ogni particolare, da cui partire e creare una gemma bellissima. Quando trovò il punto esatto, ne ricavò una gemma grezza abbastanza piccola da ornare l'anello.



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    Non era molto grande la pietra, eppure, la piccola porzione ricavata sembrava minuscola rispetto a tutto il resto. Come accadde con la sua ossidiana, anche questa pietra preziosa sarebbe stata di aspetto rotondo, ma comunque sfaccettato, data la difficoltà e l'impossibilità manuale per l'Artigiano di fare una sfera perfetta; in più, le facce che avrebbe ricavato erano l'ideale per far aderire e combaciare l'ametista con l'anello di argento.
    Iniziò a rigirarsi anche quella piccola gemma grezza tra le mani, pensando a mente il modo migliore di lavorarla; era poco più grande di una biglia, ma da lì a breve avrebbe ricavato qualcosa di molto più piccolo. Si armò così degli stessi strumenti utilizzati per levigare e lucidare l'anello, anche se comunque gli strumenti per questo genere di cose erano sempre gli stessi, anche per le pietre preziose. Ogni spigolo ruvido iniziò ad assumare una forma, un aspetto più tondeggiante; le facce, invece, con abili tagli, mostravano il massimo della brillantezza dell'ametista.
    Non era un gioco da ragazzi: occorreva molta capacità, ma soprattutto parecchia pazienza dato che era un lavoro difficile, stancante, soprattutto per la vista, nonostante il paio di occhiali "ad ingrandimento" che Romeo si dotava per quel genere di lavori. Quando finalmente una forma fu data, l'opera si poteva definire completa per metà: anche con quella piccola gemma occorreva praticare tanta pazienza in levigatura, lucidatura e quant'altro da renderla priva di imperfezioni e solo una "poesia" di bellezza viola.



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    Una volta smaltata, la pietra poteva considerarsi pronta. Bastava applicarla all'anello, ma subito dopo aver chiamato in causa un incantesimo celtico. A Romeo fu regalato un libro pieno di questi incantesimi, da lui studiati nel corso di anni e anni; preferiva molto di più affidarsi alle Rune, ma sapeva quali limiti (ancora) incontrava con quei simboli; per esprimere cose più complesse servivano parole più complesse, di una lingua antichissima.
    Trovò il libro infilato in mezzo ad altri; lo tirò fuori e iniziò a sfogliarlo abbastanza velocemente, dato che sapeva dove cercare. Servivano le "parole magiche", le quali, una volta enunciate a voce, avrebbero donato l'ametista del Potere del Tuono Viola. Imparò velocemente a memoria le parole da pronunciare, poi, con una mano aperta sulla pietra, attese qualche attimo prima di enunciare l'incantesimo...


    - Im nalla le aur gaer ind nef sarn. -


    sembrò non funzionare, fino a quando quel po' di luce che entrava dalla piccola finestra del Laboratorio sparì; Romeo fissò la piccola porzione di cielo che poteva vedere, assistendo ad un improvviso oscuramento, come se ci fosse stata un'improvvisa eclissi solare; durò solo un attimo, facendo invece credere più ad una enorme nuvola passeggera; eppure, al ciel sereno, un tuono squarciò uno strano silenzio; delle scosse di corrente bianche e violacee iniziarono a partire dalla mano e finire sulla gemma, illuminandola ancor di più. Poi tutto si placò; l'esperienza con il suo anello diceva a Romeo che tutto era funzionato, ma doveva essere Kimberly a provare il suo potere.

    Non restò che saldare e fissare la gemma all'anello; ormai anche quella giornata era finita; il mattino successivo avrebbe telefonato alla cliente per chiederle di passare a ritirare l'Anello del Potere.

     
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16 replies since 10/1/2009, 21:25   261 views
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