In the lair of spy

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  1. .Belen.
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    Una nuova città, una nuova casa, una nuova vita... Sembrava molto strano essere in quel luogo dove tutto veniva osservato e studiato, io sarei rimasta sola, con me stessa e le mie osservazioni, mentre i miei fratelli avrebbero fatto una nuova vita... Strano il mondo, o meglio molto confuso, non li avevo mai lasciati, ma avevo intenzione di fare loro sempre visita. L'avevo promesso, e una promessa si mantiene sempre anche se questo sarebbe andato contro i miei compiti, Lucy seno sarebbe rimasta malissimo, era la più piccola e a quella a cui voglio più bene. Peter inoltre è ancora molto giovane come potevo spiegargli tutto si mi era stato proibito. Li avevo lasciati all'appartamento che gli avevo comprato, quando mi stavo faccendo portare a quella casa che sarebbe dovuta essere la nuova casa, li guardai dal Taxi, Lucy piangeva e gli altri erano molto tristi. Ma non c'era nulla di male nel avere vite diverse, dopotutto io gli sarei sempre stata vicino. Il Taxi dopo dieci minuti di macchina si fermò di botto facendomi andare a finire contro lo schienale del seggiolino, il mio viso si dipinse in una smorfia di dolore molto strana, avevo dato una guanciata bella forte. Uscì da quel mezzo che non avrei mai più preso e mi guardai davanti, la sede sembrava un vero e proprio castello, peccato che l'interno da fuori non si vedesse, era completamente circondato da alberi. Il cancello era leggermente chiuso, infatti dovetti leggermente spingere per riuscire a entrare. Mi fermai davanti alla porta, era davvero stupendo quel posto, sarebbe piaciuto ad Edmund, l'avrebbe esplorato tutto da cima a fondo e poi si sarebbe messo nei guai. Quei pensieri la fecero sorridere ripensando a tutte le stupidaggini che avevano fatto nel corso degli anni, ma ora era lì, e quella era la realtà. Bussai alla porta usando uno stranoi strumento che si doveva prendere in mano e sbattere contro la porta stessa, a Londra non c'erano certe cose. O almeno io nn le avevao mai viste. Avevo ancora le valigie in mano che cominciavano a pesare, così decisi di sbriciare dalla finestra quel che c'era dentro
     
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    Posso? ^^

    Seduta in mezzo all’erba, poco lontano dall’ingresso della sede, fisso la copertina del libro che non ho nemmeno aperto. Un libro che deve essere parecchio interessante, dove spero di trovare informazioni che non conosco sugli spiriti, ma che ha perso per me ogni attrattiva. In questo momento non riesco a concentrarmi, non riesco a pensare ad altro che al grave pericolo che incombe su di me e i miei colleghi e alla mia incapacità di andarne a parlare con Haru o con qualche altro membro del Talamasca. Non è possibile: io sono qui, sotto il sole cocente, senza fare praticamente niente, il cellulare pronto per chiamare Haru abbandonato in mezzo all’erba... e intanto Milady chissà cosa sta facendo. Magari sta pensando al modo migliore per entrare nella sede o, forse, sta ideando qualcosa di speciale per me. Perché se sono ancora viva è solo per la mia fortuna sfacciata e - soprattutto - perché quella lamia deve aver deciso di rimandare la mia esecuzione.

    Allungo la mano verso il cellulare, decisa a chiamare Haru, ma mi fermo a metà del mio gesto, posando la mano sul ginocchio. Maledizione, non ce la faccio. Come faccio a dirglielo? Come faccio?

    Persa in questi tetri pensieri, non faccio molto caso al rumore di un auto che si ferma nelle vicinanze, almeno finché non sento bussare al portone d’ingresso. Un suono inconfondibile.
    Una visita. Possibile che sia un altro osservatore?
    Io non sono molto informata su chi deve arrivare e da dove viene trasferito, questo dovere lo lascio volentieri ad Haru, ma in questo momento mi piacerebbe d’avvero sapere se qualcuno deve arrivare. Almeno, così, saprei se chi sta bussando è semplicemente un postino rompiscatole o qualche osservatore. Perché se fossi certa che fosse il primo caso, non mi muoverei di qui, nella speranza che il terreno si apra e mi inghiotta prima che i miei colleghi vengano a sapere di quello che ho combinato.

    Con un sospiro, mi alzo, afferrando cellulare e libro. Blocco la tastiera del telefono e lo infilo nel marsupio, poi - il libro in mano - mi dirigo verso l’ingresso, i capelli e la lunga gonna che svolazzano leggermente al vento.
     
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  3. .Belen.
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    SPOILER (click to view)
    Certo^^


    Ma insomma l'attesa era davvero snervante, sopratutto perchè satvo facendo unpasso importante e invece di essere già dentro a bere thè e pasticcini ero ancora lì fuori quell'enorme portone apsttando che qualche anima mi concedesse il privilegio della parola, insomma attendevo che qualcuno mi venisse ad aprire quel maledetto portone. Misi le mani sui fianchi e incominciai a sbattere il piede per terra e a fischiettare con tanto di nervosismo che mi prendeva motlo spesso di mira quando dovevo o stavo per fare qualcosa di bello, interessante e importante. Bussai un seconda, terza,quarta volt al portone. Davvero incredibile! Pensai tra me e me, dopo un lungo viaggio era praticamente distrutta e non avevo davvero voglia di mettermi a giocare a nascondino sopratutto quando stava nel mezzo di una grande crisi di nervi. Davvero stanca dell'attesa scivolai con la schiena verso la porta e incominciai a scendere piano piano verso il basso. Mi sistemai i lunghi capelli che quel giorno decisi di piastrarmi e li misi da un lato solo. Mi guardavo le punto quasi come se stessi cercando un passatempo mentre arrivava qualcuno. Non era brutto osservare. Dopotutto sarebbe stato il mio prossimo lavoro. Osservare. Ma non me stessa certo, osservare le magnifiche creature che circondavano quel posto che dall'asetto tranquillo era circondato da cose molto strane ma sopratutto paranormali. Per questo genere di cose la mia non era solo una fissazzione ma quasi come un compito affidato da Dio, mi aveva donato anche dei poteri. Ma quello che mi chiedevo sempre era il perchè scegliere una così testarda e stupida ragazza. Forse perchè notava delle capacità in me? Questo non lo sapevo, sapevo soltanto che faceva molto caldo, e che sarebbe andata su tutte le furie se qualcuno non le avesse concesso dell'attenzione.
     
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    Non ho impiegato molto a raggiungere l’ingresso, ma ritengo che un postino a questo punto se ne sarebbe andato. Invece, proprio come temevo, davanti al portone, c’è una ragazza che deve avere più o meno la mia età, una ragazza che non ho mai visto, con dei lunghi capelli neri.
    Una cosa è certa... non è il postino.

    La osservo per qualche istante, ancora nascosta dalla fitta vegetazione della sede, prendendomi il tempo per assicurarmi che non sia una scocciatrice. Insomma, oggi proprio non ho la pazienza per sorbirmi qualche venditore ambulante o chissà cos’altro, non ho l’umore adatto. Ma mi basta notare le valige che ha con se perché mi renda conto che il mio timore si è fatto realtà: è una mia nuova collega, una persona in più che rischia la vita per colpa mia.
    Normalmente sarei contenta per questa novità: questa non è una delle sedi principali del Talamasca, non c’è molta gente e questo mi dispiace. Insomma, Nouvieille è una città interessantissima, forse quella con la maggiore concentrazione del sovrannaturale, eppure gli osservatori sembrano preferire stare in città più grandi, più importanti, come per esempio Roma. Cosa che io proprio non riesco a comprendere.
    E, non so bene perché, guardandola mi ritrovo a pensare ai miei primi giorni in questa città, quando mi ero appena trasferita da Roma e temevo di non riuscire ad ambientarmi, di finire per combinare qualcosa anche qui.
    Timore che, temo, si è realizzato.

    Esco dal mio ‘nascondiglio’, rendendomi conto che non è il caso di farla aspettare ancora, anche perché non verrà nessuno ad aprirle: in questo momento sono io la sola in sede.
    “Giorno!” Esclamo, cercando di apparire il più allegra possibile, anche se ho il morale a terra. “Sei una nuova collega?”
     
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  5. .Belen.
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    Ormai ero completamente nel pallone, mi resi conto solo dopo che stava arrivando qualcuno, finalmente un anima viva che mi degniava di uno sguardo, speravo solo che quella ragazza non mi aveva presa per una fuori di testa, da come mi ero comportata era molto facile pensare così. Ma la cosa imprortante in quel momento era che la lunga attesa era finalmente terminata. Mi alzai quindi all'impiedi, stavo per dire qualcosa ma lei mi precedette, così fece un sorrise grattandomi dietro alla testa imbarazzata molto, e dissi:
    Buon giorno. Con un filo di voce. L'avevo avuta fino ad ora pe rurlare ad un portone che non siv oleva aprire, non potevo averla pe rparlare con una persona che mangiava e respirava, tanti pensieri che avrei fatto a meno di averli mi circondarono la testa in un modo davvero pazzesco. Dovevo spiegare del perchè ero lì, seno davvero avrei continuato a fare brutte figure, peggio di quella di prima.
    Si dovrei essere una nuova collega, vengo da Londra... Dissi asciugandomi le mani che iniziarono all'improvviso a bagnarsi di sudore. Mi chiamo Honey.. Honey Hall piacere... Dissi allungando la mano che ora era asciutta, forza e coraggio, in quel momento dovevo farmeli uscire quelle due cose, seno davvero.. La osservai molto attentamente sembrava essere felice la ragazza, che pultroppo ancora non conosceva, sembrava anche simpatica se è per questo, però voleva aspettare a conoscerla bene. Dall'accetto neanche lei doveva essere di quelle parti, però non volevo scavare molto a fondo negli affari degli altri. Non era nel mio stile. Le valigie erano accasciate le une sulle altre davanti alla porta, in modo davvero molto grezzo, decisi quindi di prenderle in mano, dopottutto fra un poco sarebbero entrate in casa, di certo non sarebbero rimaste li a guardarsi in faccia.
     
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    Posso darti un consiglio? :D
    Sarebbe meglio che si capisse subito quando parla e quando no. Insomma, potresti mettere quello che dice tra virgolette o tra trattini, oppure metterlo in grassetto o in un altro colore, in modo che spicchi bene. Altrimenti si rischia di confondere quello che dice con quello che pensa, soprattutto a una lettura veloce. ;)

    Afferro la sua mano, stringendogliela.
    “Dovresti, eh?” Nonostante il mio malumore, non posso far altro che sorridere. Deve avere un carattere simile al mio, mi pare timida proprio come me. Con una sola differenza: ormai io conosco questo luogo, tanto che mi sono abituata a al mio ruolo qui e a parlare con i miei colleghi, lei invece è appena arrivata. Spero solo che abbia il tempo per ambientarsi, prima che accada l’inevitabile.

    “Benvenuta, io sono Kimberly Hastur.” Continuo, evitando di pronunciare anche il mio secondo nome. Uno basta e avanza, no? “Ma puoi chiamarmi Kim. E, se ti può interessare, vengo da Roma, anche se sono qui da un annetto.” Ma so già che le interessa, altrimenti che osservatrice sarebbe? Noi siamo tremendamente curiose. Poi c’è osservatore e osservatore. Per esempio, c’è quello che riesce a trattenersi dal finire nei guai e quello che - come me - li attira come una calamita.
    Chissà a quale delle due categorie appartiene Honey?

    Notando che ha preso in mano le valige, recupero dal marsupio la chiave del portone. Quando sono uscita in giardino, ho preferito chiudere la porta, dopotutto non si sa mai chi potrebbe passare di qui. E, dopo l’intrusione di Caulfield e compagnia bella, preferisco assicurarmi che almeno i ladruncoli di strada non riescano ad entrare. Questa, dopotutto, non è una scuola, è una sede del Talamasca.
    Aperta la porta, le faccio il segno di entrare per prima, ma mi premuro anche di chiederle: “Hai bisogno di aiuto con le valige?”
     
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  7. .Belen.
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    Certo metterò colorato....^^

    Vedevo come si comportava con me, ed era gentile per come appariva. Tirò fuori le chiavi dal marsupio, gli occhi chiusi mi cascavano dalle orbita. Ecco perchè questa dannata porta non si apriva...Pensai meledendo quel portone, ero davvero impossibile, anche con un portone riuscivo a prendermela, dopotutto era il mio carattere, così strano e a volte insignificante. La cosa che ero di più brava a fare quando dovevo era mentire, in quel caso avrei mentito al riguardo delle valigie. Erano pesanti si, ma non volevo che Kim si distrurbasse per la mia pigrizia che incerte occasioni risalta molto. Quindi scossì la testa e facendo un grande sforzo tirai sopra le valigie, entrando in casa. Era davvero un bel luogo tutto ordinato e.... diverso dal suo solito stile di vita, mi sarebbe piaciuto tantissimo stare lì. Mi guardavo intorno come se avessi visto quella casa per la prima volta infatti era così, di case così sfarzose non ne avevo mai viste, Londra pur essendone piena erano in luoghi dove pultroppo non si potevano dare sbirciatine. La mia curiosità non aveva limiti, neanche in quel momento. Appoggiai le valigie nel corrdoio e incominciai a indietreggiare piano piano, sperando che Kim non si accorgesse del fatto che stavo allungando il collo nelle stanze. Era davvero impossibile il fatto che non si accrogesse della mia curiosità, infatti notai che mi guardava incuriosita, come se io fossi quella lì da studiare in quel momento, anzi da osservare. Sorrisi a trentasei denti, e con un salto piombai di nuovo davanti a lei, avevo le mani giunte dietro alla schina, e intanto facevo srocchiare le dita, un atto di insicurezza. Volevo fare una bella presentazione e chi mi poteva dare torto. Non volevo assolutamente sembrare una sfaticata, pigrona, cosa che era assolutamente. C'erano ragazze e ragazze, e io faceva parte della categoria delle ragazze letto e pantofole, non della categoria festa tutta la notte. Si era comprensibile, anche dall'aria che tiravo, quella da buona a nulla che diceva Susan, mia sorella.
    Mi guardavo intorno muovendo solo gli occhi aspettando che qualcuna di noi dicesse qualcosa.
     
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    Quando entriamo nell’edificio, chiudo la porta dietro di me, ma senza usare la chiave. Potrei anche lasciarla spalancata, visto che in questo momento sono dentro, ma preferisco evitare, anche perché i curiosoni sono molti, anche tra i non osservatori.
    Lascio che Honey abbia il tempo di guardarsi un po’ attorno, mentre tra noi si forma un silenzio un poco imbarazzante. Ritengo di dover essere io a iniziare una conversazione, a cercare di farla sentire a suo agio, ma non so bene come fare. Di una cosa, però, sono sicura: il suo arrivo è riuscito a distrarmi dai miei problemi. In questo momento sto pensando a lei e solo di sottofondo, in un angolino della mia mente, alla questione Milady. E questa è una buona cosa.

    Ricordandomi di come Lia mi aveva fatto fare il ‘tour’ della casa, quando sono arrivata, decido come comportarmi.
    “Se vuoi ti accompagno subito alle stanze da letto, così puoi sceglierne una e lasciarvi le valige.” Dico. “Poi posso farti fare il giro della sede. Sempre che non sei stanca.”
    Non so bene come mi risponderà. Da una parte, ritengo che non veda l’ora di fare il giro dell’edificio: la sua curiosità - come la mia nei suoi confronti - è lampante. D’altra parte, so che l’emozione potrebbe farle decidere di stare un po’ da sola, per rinfrescarsi le idee.
    Io, però, spero che scelga il ‘tour’ della casa. In questo momento ho bisogno di compagnia, me ne sono resa conto solo adesso. Questo è l’unico modo per non lasciarmi cadere nella più profonda depressione, per non crollare definitivamente.
    E la sua compagnia potrebbe aiutarmi a prendere una decisione, a darmi il coraggio di fare quello che devo fare. L’unica cosa giusta.

    Il coraggio. A dire il vero non so bene cosa sia. Sono coraggiosa nell’intervistare e ‘affrontare’ creature sovrannaturali. No, probabilmente no. Temo che nella mia mente il coraggio sia confuso con la stupidità.
     
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  9. .Belen.
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    Il silenzio continuaò ancora per qualche minuto finchè Kim ebbe la brillante idea di interromperlo, fortunatamente, seno non cel'avrei mai fatta a restare lì impalata a guardalra in faccia. Dopotutto le aveva prorposto una ocsa molto interessante. Fare il Tour della casa poteva essere una buona cosa, infatti scelsi quella, la casa sembrava grande e spaziosa, a differenza di quella che avevo prima questa era una reggia.
    La cosa che mi piaceva di più era lo stile antico e molto elegante di quel posto, proprio come desiderava lei, tipo come le case dei re.
    Bhè sarebbe bene che andassimo a posare le veligie, anche perchè sono pesanti.. Dissi facendo un pò di coraggio, sperando che la ragazza capisse la situazione in cui mi trovavo data la difficoltà e il fatto che ancora non la conoscevo bene. Poi sarebbe davvero bello fare il tour della casa, anche per conoscerci meglio... Continuai sempre sorridendo, facendo però sorrisi sinceri non quelli a trentasei denti di prima. Può darsi che era come me, che anche lei queando fosse venuta aveva trovato delle difficoltà, ma lo speravo per avere la sua comprensione.
    Vedendo le scale immagginai che le camere si trovavano sopra così ripresi le valigie facendo un grande sforzo e mi incamminai verso il secondo piano, non vedevo l'ora di sbirciare qua e la, a destra e a sinistra, perchè naturalmente come osservatrice ero molto curiosa, non solo riguardo al paranormale, ma anche in altre cose. In quel momento quella che mi interessava di più era quella del dare occhiate in giro per la casa, anche per trovare libri riguardanti la cosa che mi piaceva di più. Oppure quando ne avrei avuto l'occasione avrei inventato nuove coreografie ispirate alle mie emozioni. Nons apevo cosa avrei fatto, ma la prima sarebbe stata conoscere Kim.
     
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    “Certo, va benissimo.” Rispondo, affiancandola mentre inizia a salire le scale. Durante il tragitto mi chiedo se avrei dovuto insistere di più per le valige, in modo che me ne desse almeno una. Mi dispiace vederla così carica. Ma ormai è fatta, anche perché siamo quasi arrivate.
    Giunte al piano giusto, le faccio strada, aprendo la porta della prima camera vuota che trovo.

    “Io ti consiglierei di lasciare le valige qui, per adesso. Al massimo, se la stanza non ti piace potrai spostarle dopo.” Dico, sorridendo e ricordandomi che anch’io, quando sono giunta dall’Italia, ho scelto una camera a caso, camera che poi si era rivelata come quella coi mobili più antichi di tutta la sede. Eppure, proprio per quell’aria antica (più antica di addirittura il resto dell’edificio) son stata felice che il caso mi abbia fatto finire lì.
    Il caso... chissà se esiste. Neris direbbe di no, probabilmente. Direbbe che tutto è predestinato.
    Ma io non ci credo, io non ci voglio credere.
    Il nostro destino viene creato da noi, con le nostre scelte.
    Che siano giuste o sbagliate.

    Mi riscuoto da quei pensieri, continuando quello che stavo dicendo.
    “Magari potremo iniziare la visita proprio dalle camere, ma dimmi tu cosa preferisci. Se preferisci andare subito nella biblioteca...” Mi blocco, rendendomi conto del termine che ho usato.
    Visita.

    Scoppio a ridere. Non mi riesco proprio a trattenere.
    “Scusami.” Dico, appena mi riprendo. “È che lavoro anche al museo. E parlare di tour e visite mi fa pensare di essere al lavoro.”

    “Anche se non sono una giuda.” Aggiungo.
     
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  11. .Belen.
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    Entrai nella camera, non era assolutamente brutta, tanto è vero che mi guardai sorpresa e divertita allo stesso tempo, quella camera aveva quel tocco di classe a cui lei piaceva molto, dopotutto avevo un certo stile, come dire, stiloso. Appoggiai un'altra volta le valigie per terra e mi girai a guardare Kim. Ci guardammo per qualche istante in volto, finchè lei mi disse da dove volevamo cominciare.
    Bhè va bene anche vedere tutta la casa, e visto che ci troviamo sopra incominciamo dalle stanze del secondo piano... Dissi con tutto il fiato che avevo, volevo che credesse che fossi interessata, cosa che ero. Però le sbirciatine le avrei volute dare da sola, perchè ero abituate al fatto che se vedevo qualcosa che mi piaceva iniziavo a giocarci. Ma anche così andava bene. All'improvviso incominciò a ridere a crepapelle, non sapevo cose le aveva preso, ma mi fece incominciare a ridere anche a me. Non sapevo neanche io il perchè, però risi insieme a lei. Si scusò per l'incidente, ma quell'incidente era a dir poco divertente, infatti scostai la mano come per dire di lascir stare, perchè anche a me accadevano quelle cose molto spesso. Dopo scoprii il perchè di quelle risate, pe runa parola, quello mi fece scoppiare a ridere, il ridere per una parola. Tutto quello mi fece ridere ancora di più, finchè decisi di piantarla come un giardiniere. Avevo saputo una cosa nuova di Kim, lavorava al museo, bello il museo.
    Fa nulla, cose che capitano...
     
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  12. *.Jillian.*
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    Il topic viene chiuso ed annullato.
    Belen viene bannata poichè è la stessa tizia che dopo essersi iscritta qui qualche tempo fa si è ri-battezzata miyuccia ed è andata in giro a scopiazzare la mia scheda.
    Se per forum trovate .Belen. o °Miyuccia° Segnalate la sua presenza agli admin del forum di turno e a me, grazie!
     
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11 replies since 12/5/2009, 19:56   138 views
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