Nuovo arrivo

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  1. 'William'
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    All'udire le soavi parole della ragazza, nella speranza che qualcosa da mangiare ci fosse anche per lui in quel luogo misterioso e divino, angeli potevano scendere e suonare le loro arpe nel vedere il grandissimo sorriso - avrebbe fatto scappare qualche bambino, era sicuro - a tremilaquattrocentosettantadue denti che mostrava con tanto di sgranchirsi di manine artritiche e stomaco brontolante: non aveva problemi col cibo! ..e lo si vedeva bene dall'eccessiva magrezza, magari, quando a lui bastava mettere qualcosa - qualcosa di mangiabile, qualunque cosa - per essere contento e a posto. Prima di fare figuracce insensate, gongolando con aria da cucciolo nella nuova casa William la seguì senza batter ciglio, troppo indaffarato a guardare ovunque potesse per non prodursi in scenette da esperto venditore d'antiquariato e a, letteralmente, analizzare i dintorni senza spostare nulla. Quella che sembrava la cucina, era veramente una stanzona regale! Pizzi, trine, copritavoli, coprisedie in colori da cardinale e legno pregiato si affaccendavano l'uno dietro l'altro lasciandolo sbigottito dall'emozione.

    E'...un posto bellissimo! E' tutto dell'epoca vittoriana, vero? ed ecco che le sue qualità da osservatore saltavano fuori con l'occhietto professionale grigio impallato agli angoli I tessuti, i mobili, vere antichità! E' fantastico, non avevo mai visto niente del genere!

    Era rimasto ad osservare una cassapanca dimenticandosi subito - e come quasi sempre - delle domande appena fatte con meraviglia quando poi vi aggiunge un Ma è da molto che vivi qui? E quanti anni hai? con tanto di palpebre sbattute, una cosetta ingenua da domandare mentre si dirigeva verso il lungo tavolo con sedie finemente lavorate toccandone appena una, costernato davanti a tale opera d'arte che aveva visto solo, doveva pensarci un attimo..ah, ecco! Nell'università frequentata a Vienna, dal suo professore! Sembrava..si, con una certa sicurezza poteva affermare di averla vista nel suo studio, quando lo istruiva su poche ed essenziali dinamiche dell'occulto e delle creature insegnandogli i fondamentali concetti dell'essere osservatore: "Guardare, ma non toccare, non intervenire". Aveva preso quelle parole in consegna per veramente tanto tempo e anche ora le ricordava nitidamente, con devozione a quell'anziano professore di storia che con tanta, tantissima pazienza l'aveva fatto a tutti gli effetti diventare la persona che era.


     
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30 replies since 26/6/2009, 15:11   439 views
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