Dio se esisti...uccidimi.

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  1. Lovett
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    *Oh dio uccidimi...ti prego, dimostrami che esisti ammazzandomi ora, in questo momento! Non importa come, fulmini, infarti, quello che ti pare, basta che mi ammazzi!*

    Quelli erano i pensieri ricorrenti di quel pomeriggio nella testa di Matthew Diderot. Da quando era piccolo, aveva preferito di gran lunga studiare al combattere e prendersi semplicemente a botte con suo fratello. Anche perchè in casa sua era vietato arrivare alle mani: sua madre era dell'idea che i risveglianti come loro vedessero già troppe volte in faccia la vecchia signora Morte.
    E se Dio esisteva...Diavolo, doveva ucciderlo!
    Matt si trovava in palestra ormai da tre ore, il suo personal trainer in Francia gli aveva imposto di andare in palestra tutti i giorni per almeno 4 ore al giorno, per mantenere la sua prestanza fisica, ma lui non era stato della stessa idea...Con tutti i casini che aveva avuto per il trasloco (la casa nuova, il lavoro nuovo, le conoscenze nuove, la testa nuova...) non gli era stato facile alzare le chiappe dalla sedia per andare in palestra a farsi fare una dannata tessera.
    Quel giorno, finalmente e ovviamente sotto Natale, aveva deciso di farsi un regalo, l'abbonamento alla palestra, anche se più che altro era un regalo al suo personal trainer e alla struttura che pagava per farlo sudare e puzzare.
    Odiava sudare, ma ormai, dopo tutti quegli anni, era abituato agli allenamenti duri.
    Ad ogni modo, erano già ore che era in quel posto infernale, e aveva già fatto una marea di esercizi: step, cyclette, pesistica, addominali, dorsali...E ora si accingeva ad andare sul tapis-roulant.
    Era la cosa che più adorava. Si metteva ad ascoltare la musica che mandava la radio della palestra e correva, pensando magari agli affari suoi. Era uno dei tanti momenti che aveva per pensare.
    Raggiunse una postazione e mentre sistemava le percentuali e le inclinazioni si asciugò la fronte sudata con l'asciugamano. Si rendeva perfettamente conto che la maglietta era sudata, schifosamente sudata, ma per fortuna il colore scuro nascondeva in un qual modo l'orrore dell'acqua putrida sul petto e sulla schiena.
    Alcuni dicevano che il sudore degli uomini in palestra era in qualche modo eccitante per le donne, ma Matt aveva studiato che era solo colpa degli ormoni, non c'era niente di romantico o vagamente ragionevole in quell'istinto. A lui d'altra parte non interessava rimorchiare in palestra, non era propriamente consono farsi vedere in quello stato, la sua magrezza esagerata sempre più accentuata, anche se la muscolatura ben tesa e proporzionata aveva un certo fascino, il pantalone in probabile lycra che cadevano sulle scarpe da ginnastica di marca, mentre i capelli erano in un qualche modo legati dietro la nuca con un elastico, una sottile fascia blu che ne teneva i ciuffi recidivi a farsi comandare a bacchetta da un laccino troppo giovane per capire la loro complicatezza esistenziale.
    Comunque, mise in un angolo l'asciugamano e la bottiglia d'acqua, e salì sul tapis-roulant. Sorridendo iniziò a correre prima piano, poi sempre più veloce, la grinta che lo faceva sembrare più un animale che altro.
     
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25 replies since 8/7/2009, 20:39   1066 views
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