Lavorando al Museo

Post di lavoro autoconclusivi per tutti i dipendenti

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  1. Varonuccia
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    Lanciò uno sguardo veloce fuori dalla finestra come aveva fatto ormai per quasi due anni da quando era arrivato a Nouvieille; le sue gambe si muovevano ma nessun rumore faceva eco ai suoi passi che muti vagavano per un percorso preciso all'interno del museo. L'altra guardia che aveva il turno di ronda con lui era dall'altra parte dell'edificio, le telecamera tenevano d'occhio qualsiasi cosa sospetta fuori e dentro il museo, un vigilanza stretta perfettamente adeguata ai beni inestimabili che erano contenuti in quel luogo culturale. C'erano stati due tentativi di furto da quando era uscito l'articolo prelibato sul tesoro inca con tanto di foto sul giornale cittadino per eccellenza; fu proprio grazie a questi idioti pivelli che le guardie del museo assunsero una certa importanza tra la comunità nouvieilliana. Pure lui, con le sue apparenze da barbone era stato nominato da qualche visitatore con "oh, è lei quello che ha preso a calci l'ultimo ladro che ha cercato di entrare? Davvero notevole, solo che mi aspettavo una persona un po' più... distinta?". Bè, non c'era cattiveria in quei commenti che comunque scatenavano i risolini da parte dei colleghi. Il gramo faceva finta di inalberarsi per dare corda ai mocciosi e poi, sorridendo con condiscendenza, faceva spallucce e tornava a farsi gli affari suoi come nulla fosse.

    Uff.

    Sospirò mentre camminava per l'ampio corridoio, lo sguardo si posava di tanto in tanto sui quadri in esposizione e oggetti rinchiusi in bacheche scintillanti, ormai sapeva a memoria i reperti del museo e la cosa non gli piacque affatto. Più di una volta si era chiesto se valesse davvero la pena rimanere in quella città. Dopo la morte di Raven a cui aveva assistito di persona, anzi, l'aveva proprio predetta comparendo nella sua vera forma come era suo compito -e pensare che era andato a trovarlo e poi si era ritrovato ad avvertirlo di morte imminente!-, la città aveva perso una delle poche attrazioni che lo tenevano legate ad essa. Certo, il pennuto nero prima o poi l'avrebbe fatto fuori lui, ma anche se fosse stato ancora vivo, la voglia di soggiornare ancora in quella città cominciava a languire. Aveva bisogno di stimoli che non riusciva a trovare, motivi per non decidere di punto in bianco di andarsene come suo solito senza salutare niente e nessuno.

    "Forse solo Katie"

    Molte persone aveva incontrato a Nouvieille, così tante che non si contavano sulle dita di entrambe le mani e tuttavia era riuscito ad affezionarsi solo ad una dei suoi simili... Lasciò perdere il filo dei suoi pensieri che non giovava alla concentrazione sul lavoro e continuò la ronda. Osservò con la solita e capace attenzione ogni angolo dei saloni, ogni finestra, ogni anfratto; nulla da segnalare. Passò così all'altra parte del museo dando il cambio al collega che sbadigliò sonoramente. Gli fece una battuta innocente, l'altro ridacchiò e poi di nuovo serio per la solitaria via che gli fece ammirare le solite civiltà mesopotamiche.
     
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  2. Varonuccia
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    Una luna quasi del tutto piena lo guardava nell'alto dei cieli facendogli venire in mente alcuni passi noiosi della Bibbia che sinceramente non servivano a nulla e soprattutto non centravano nulla. Sospirò annoiato. Se fosse servito a qualcosa avrebbe sbadigliato ma a lui purtroppo l'azione non faceva lo stesso effetto piacevole che provavano i vivi. Li invidiava per certe piccole cose. Sbuffò infantilmente seccato di provare un simile sentimento e continuò il suo giro di ronda: calma piatta.

    "Sai che novità!"

    Quella sera era stranamente nervoso; si sentiva annoiato in maniera abbastanza antipatica, come chi si sente insoddisfatto e non sa cosa fare per farsi passare quell'assurdo malumore che non ha ragione di esistere. La sola differenza era che lui la soluzione ce l'aveva già, sempre avuta da quando era passato a miglior vita, d'altra parte cosa vuoi che faccia un Gramo per passare la serata se non rompere le balle altrui? Invece no, aveva voluto provare l'esperienza di avere un lavoro part-time dei tempi moderni tanto per vedere se riusciva a provare quel brivido da paura del licenziamento che vedeva sulla faccia di molti disperati, soprattutto in quel periodo. Per ora però si era solo divertito coi colleghi e fatto qualche bella chiacchierata con persone interessanti, non che si lamentasse ma qualcosa di più divertente per lui c'era eccome, ed era là fuori! Quanti figli di beep dovevano aggirarsi per le strade in quella tarda ora e lui invece era lì a salire una rampa di scale per tenere d'occhio un salone che solo un pirla avrebbe potuto voler rapinare.

    "E solo un sentimento veramente pirlesco mi deve aver spinto a fare questo lavoro"

    E lui che si aspettava un po' d'azione come nei film, ad inseguire il malvivente. Avrebbe potuto fare il commissario Rex e invece...

    Bah...

    Salì le scale, diede la solita occhiata in giro, fece un saluto all'altra guardia notturna, uno sguardo alla finestra per osservare qualcosa di diverso dall'antica accozzaglia di oggetti lì dentro e poi di nuovo con l'attenzione di un segugio nel suo lavoro. Sentì in lontananza il suo collega sbadigliare: fare la ronda all'una del mattino era veramente dura per tutti.
     
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  3. Varonuccia
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    Noiosissima e mortalissima e fatalissima notte senza null'altro da fare che stare a guardare i corridoi deserti del museo e le finestre che davano sul giardino esterno ovviamente senz'anima viva. Che pallosissima serata. Ma ormai c'era abituato, aveva sviluppato una sorta di simpatica sintonia con la noia, tant'era che poteva dirsi lui stesso noioso. Quando passeggiava spettralmente per i corridoi i colleghi gli dicevano "Dai, tirati du che sembri un fantasma!" oppure morto vivente ma lui ovviamente preferiva la prima categoria, senza offesa ai morti viventi. Dopotutto per lui gli spiriti erano il top del top, erano solamente gli altri che non riuscivano a comprendere la loro grandezza e il loro valore. Probabilmente perchè la maggior parte finiva all'altro mondo e non aveva modo per diffondere la loro fama di temibili... combattenti? Sì, certo, adesso stava andando decisamente fuori tema. Si scosse dal pensiero inutile e continuò ad osservare ciò che lo circondava.

    Sempre tutto uguale... bisbigliò mentre compiva il suo solito giro.

    Tranne la sua reliquia che aveva attirato molte visite e fatto incassare bei soldini in più al museo. In un certo senso gli piaceva che rimanesse tutto sempre allo stesso modo, i continui cambiamenti nel mondo attorno a lui certe volte lo snervavano; d'altra parte cosa si poteva pretendere da uno spettro che purtroppo rimaneva sempre "uguale" e cioè all'antica? Poteva essersi aggiornato coi tempi, i suoi vestiti potevano cambiare automaticamente a seconda del millennio e della nuova visione che la gente aveva di un barbone di strada però lui era sempre lui, costantemente, inesorabilmente lui. Era un peccato lasciarsi dietro tutto ciò che era collegato alla sua estistenza, si sentiva un pochetto solo anche se non riusciva perfettamente a sentire dentro di sè quel sentimento. Non che gliene importasse più di tanto comunque. Lasciò perdere quei discorsi che si faceva solo quando era annoiato e senza nulla di importante da fare e continuò il suo giro. Salutò il collega e passò all'altro piano del museo per terminare la ronda, il mattino era vicino.
     
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  4. Varonuccia
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    Guardò a destra, a sinistra, davanti, dietro, come tutte le volte che svolgeva il suo incarico notturno. Non sapeva più che inventarsi per renderlo più vitale, non che lui fosse un esperto di vitalità. Almeno adesso era stato messo in coppia con Carton, un ragazzo di poco più di vent'anni assunto da poco che si atteggiava a duro di fronte a tutti ma poi dietro la facciata da ganzo era lì che tentava di uscire con la fioraria del negozio accanto a casa sua. Sì, aveva pedinato il novellino e si era divertito a scoprire qualcosa sul suo conto, tanto per aiutare gli spettegolezzi tra i colleghi.

    Allora Adi, che hai fatto oggi di bello? chiese il moccioso con un atteggiamento spavaldo.

    Forse era l'aspetto trasandato e magrolino del barbone a dare l'impressione di essere un soggetto debole ed indifeso, per questo il nuovo arrivato tentava la scalata alla popolarità mettendogli i bastoni tra le ruote e prendendosela con quello che pareva l'anello debole. Povero scemo.

    Dato un'occhiata a vari cassonetti, annusato in giro qua e là, conosciuto gente nuova che probabilmente non incontrerò mai più. disse con nonchalance ed un sorriso amichevole.

    Il ghignetto divertito di Carton si spense un poco a sentire le cose senza senso dette in tutta sicurezza ma si riprese alla svelta partendo in quarta.

    Ancora in giro ad annusare nei cassonetti, barbone? Lo stipendio ce l'hai, perchè non ti compri qualcosa addosso e cominci a vivere una vita decente? disse con scherno.
    Se potessi lo farei, credimi. replicò senza problemi il gramo.

    Seccato che la sua tattita non stesse funzionando, il giovane sbuffò contrariato e fece voltare la sua testa in giro per controllare la situazione e trovare qualcos'altro di pungente da dire. Per quanto riguardava Adi la verità l'aveva detta: quel giorno aveva continuato il pedinamento di un tale che seguiva da qualche giorno; trasformato nella sua forma canina aveva fatto il classico randagio di strada in mezzo alla sporcizia di fronte a casa sua ed infine l'aveva fatto secco in modo abbastanza truculento in un vicolo. Era stata una bellissima giornata. Non riuscì nemmeno a ripensare con gioia alla sua vittima che il moccioso tornò alla carica con altre frecciatine.

    "Ah, Carton, imparerai presto a rispettare i più anziani, vedrai"
     
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  5. Varonuccia
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    "Cammina, girati, guarda, fissa un po' nel vuoto così tanto per, evita con tutte le tue forze di soffermarti troppo sulla parete bianca se no fai la figura del pazzo, rigirati e continua a camminare"

    Questo era più o meno il pensiero costante che stava trapanando a forza nel suo intelletto quella notte. Magari era il caso di cambiare lavoro... avrebbe dovuto parlarne con Colty appena lo vedeva ma purtroppo il direttore era abbastanza incasinato con gli affari del museo, soprattutto con i media che non stavano più nella pelle di sapere chi erano i teppisti che avevano causato scompiglio la settimana scorsa. Già, quei due, due delinquenti fatti e finiti le cui gesta durano sì e no una giornata e poi diventano famosi per un nonnulla. Bè in verità era colpa dei giornalisti che voleva un argomento succulento sul sempiterno immacolato museo di Nouvieille. Chi non era della città magari non c'avrebbe mai creduto osservando lo scorbutico cacciatore tuttavia perfino il sindaco aveva ammesso e commentato sulla sua bravura nel gestire l'edificio e i rapporto internazionali con altri musei, un esempio lampante era lo scheletro in esposizione nella sala grande al primo piano.

    "Saluta la guardia e fai due chiacchiere"

    Si stampò un sorriso meccanico sul volto e fece due parole con Michael per poi separarsi e continuare la ronda. Dio, quel lavoro lo stava letteralmente esorcizzando! Aveva una gran voglia di cambiarlo ma non aveva idea di come potesse trovare un altro datore di lavoro disposto ad assumere uno sempre vestito da barbone. Purtroppo non poteva cambiarsi, che ci poteva fare? L'idea di farsi un oggetto magico per modificare la visione dei suoi vestiti era assolutamente fuori discussione, ne andava troppo fiero per fare una cosa del genere. Sbuffò annoiato a morte e continuò la passeggiatina notturna controllando fuori dalle finestre e dietro gli angoli ma tanto sapeva già che non c'era nessuno.
     
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  6. Varonuccia
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    Mi spiace ma non sono il tipo che parla tanto di sè stesso, adoro chiacchierare ma in quanto a fatti personali non credo ci sia qualcosa di interessante.
    Non dovrei essere io a decidere se i fatti sono interessanti o meno?
    Ascolta Carton, quando una persona ti dice di non fare domande e abbonarti ad una caterva di fatti tuoi, tu devi semplicemente dire "ok, scusa se ti ho disturbato" e magari cambiare argomento.
    Non sono il classico tipo che si fa scoraggiare alla prima difficoltà!
    Sì ma devi capire che ci sono persone e persone, non puoi tenere questo comportamento con tutti. Arriverà un giorno in cui farai lo spavaldo con la persona sbagliata e allora ti assicuro che ricereverai una lezione di vita coi fiocchi, ragazzo mio.
    Mi dai sui nervi quando ti atteggi a vecchio, è come se facessi finta di avere sempre ragione.
    Lo so, è per questo che lo faccio e, credimi, non fingo.

    Il sorriso cordiale stampato sulla faccia di Adi metteva davvero a disagio il giovane Carton, poco ma sicuro. Il ragazzino si girò, nervoso, e per distrarsi ispezionò minuziosamente dietro una statua come se ci fosse davvero qualcosa, tutto pur di prendersi una pausa dal suo peculiare collega di lavoro. Non aveva mai incontrato una persona come lui ma forse questo dipendeva dal fatto che a vent'anni ne aveva ancora di cose da vedere e conoscere... ecco, questo quello che diceva il maledetto barbone, adesso le pensava pure le sue opinioni del caz- cavolo. Accidenti! Da quando l'aveva sgridato per le troppe parolacce era come se avesse un blocco alla lingua! Il fatto era che il barbone l'aveva fissato con due occhi così cattivi che...

    Non distrarti Carton, abbiamo ancora cinque giri da fare e poi passiamo ad ispezionare fuori.

    Maledizione! Gli metteva i brividi quel suo modo di parlare senza nemmeno fissarti in faccia, come se avesse gli occhi dietro la testa! Forse doveva prendersi una pausa ed andare in vacanza ma Adi aveva detto che prendersi le ferie dopo così poco tempo di lavoro poteva facilitare le carte per il licenziamento. Ancora lui.

    Non mi sono distratto! Stavo controllando qua dietro.
    Lo sappiamo entrambi che non c'era nulla lì dietro, Carton.
    Come fai ad esserne così sicuro?!
    Vuoi che andiamo dai ragazzi di sopra a visionare le registrazioni delle telecamere?

    Il giovane non rispose, fece una smorfia e tornò accanto al collega di turno per quella notte. No, non gli piaceva per niente fare la ronda con Adi. Aveva un atteggiamento così... così superiore. Non sapeva spiegarlo tuttavia con le sue frecciatine non scalfiva per nulla quella specie di corazza impenetrabile di cui era provvisto; il vecchio trovava una risposta a tutto, non lo lasciava vincere ed aveva sempre l'ultima parola. Sbuffò. Lui e il suo stupido "rispetta gli anziani, giovanotto".

    Già sbuffi? Non siamo nemmeno a metà nottata.

    I suoi commenti accompagnati da risatine saccenti poi non aiutavano a sopportare meglio la sua presenza. Non capiva come gli altri potessero trovarlo simpatico. Aveva chiesto in giro, aveva provato a istigare qualcosa di diverso dalla simpatia in quelle testoline idiote quando la guardia notturna non era nei paraggi ma l'unica cosa che aveva ottenuto era stata una sfilza di occhiatacce e l'avvertimento di lasciare in pace il pover'uomo che non aveva mai fatto male a nessuno. Eccolo lì il pover'uomo che si voltava di qua e di là per controllare ogni anfratto, pareva sapesse tutto a memoria, quel dannato.

    Non ti sopporto, lo sai?
    Sì, lo so.
    E non ti interessa?
    Non particolarmente.
    E' appunto per questo tuo atteggiamento che mi stai sulle scatole! Qualsiasi cosa io dica a te non te ne frega niente! Potresti almeno fingere che ti importi qualcosa!
    Perchè dovrei darti soddisfazione?
    Arg! Basta! Io con te il turno non lo faccio più!
    Non penso sia possibile cambiare la lista dei turni per il resto del mese.
    E chi lo dice?!
    Il capo.

    Fumante di rabbia si mise a braccia conserte ed un broncio si installò sulla sua faccia per buona parte della serata; aveva deciso di fare sciopero del silenzio così gli avrebbe dato una lezione a quello spilungone! Tuttavia dopo più di trenta minuti le cose non cambiavano, Adi continuava tranquillamente a farsi i fatti suoi e lui continuava a non ricevere la benchè minima attenzione. Stupido vecchio.

    Potresti fare finta che te ne importi?
    No.
    ... per favore?

    Tzè, come si era ridotto? Pregare un barbone perchè gli desse un po' di attenzione. Se suo padre l'avesse saputo... ci fu uno sbuffò seccato ed Adi mostrò un segno di noia perenne sul volto. Aveva quell'effetto su di lui? Era un ragazzo noioso e prevedibile? Un moccioso a cui non è concesso dire la sua in mezzo ad un mondo di adulti? Una mano si andò a posare sulla sua spalla e lui si ritrovò a fissare negli occhi occhi il collega che lo guardava con un misto di compassione e gentilezza. Era strano essere toccati da lui... gli era sempre parso che fosse una persona... intoccabile, vicina e distante allo stesso tempo, diversa dagli altri nonostante fosse così bene inserito nello staff da sembrarne l'anima.

    Dovresti trovarti una ragazza, Carton.
    Cosa?!

    Quella era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato. Adi ridacchiò, cosa che non aveva mai veramente fatto in sua compagnia, e gli strofinò la testa con un gesto interpretabile forse come "affettuoso"; la mano era fredda ma in qualche modo gli fece comunque piacere. Ovviamente non lo avrebbe mai ammesso. Cominciarono a battibeccare partendo da un commento idiota del più vecchio e poi finendo in una serie di botta e risposta senza fine, un fatto mai successo, completamente diverso dalle risposte a muro che il barbone gli propinava puntualmente per concludere la discussione senza possibilità d'uscita. Quella notte si divertì a fare la ronda con Adi.
     
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  7. Varonuccia
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    Girò e rigirò su sè stesso per poi fermarsi di punto in bianco ad osservare il corridoio "stranamente vuoto". La monotonia era di casa ormai in quel lavoro, forse avrebbe dovuto cambiarlo prima o poi, tanto per fare qualcosa, soprattutto per nn diventare un fossile. Salutò i colleghi al piano di sopra facendo ciao con la manina alla telecamera e poi si avviò verso destra.

    "Che lavoro potrei mai fare?"

    Mentre controllava ogni angolo dell'edificio ragionò su questa domanda: era stato assunto solo per misera fortuna, se si voleva chiamare fortuna quella di incontrare un cacciatore come datore di lavoro. In altri ambiti però, se non c'era uno che sapeva già e che accettava la tua vera natura, col cavolo che ti trovvi un lavoro. Al circo non si prendeva una cippa e poi era troppa fatica quel rimanere sempre visibile e quasi sempre toccabile; gli animali poi non sarebbero stati felici di stare vicini ad un gramo, troppo nervosismo intorno al sentore di morte.

    "Distribuire i giornali?"

    Per carità, rubava il pane di bocca a poveri ragazzini! Gli serviva un impiego più o meno stabile ma sinceramente non sapeva come fare. Doveva anche tenere presente che il part time era d'obbligo, non poteva spendere troppe ore senza fare il suo vero lavoro altrimenti c'era il rischio di perderci la testa. Mentre pensava ad un'altra occupazione girò l'angolo e salì le scale per esaminare il piano successivo.
     
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  8. Varonuccia
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    Quella notte, tutto solo soletto, "stranamente" si stava annoiando. Sai che novità. Aveva una mezza idea di scrivere le sue memorie per dare il via ad una serie di bestseller che avrebbero sconvolto tutto il mondo, ma come al solito c'era il piccolo problema che gli estirpava i sogni idioti sul nascere: non era fotogenico nè in foto nè in tv. Ah, quanta gente si sarebbe dovuta accontentare di vederlo solo al momento della propria morte! Che tristezza.

    Uffi... borbottò.

    L'idea di cambiare lavoro era sempre lì ma sinceramente non aveva idea di come fare. Aveva però sentito parlare di una nuova artigiana in città che forse poteva fare al caso suo. Mentre controllava le vie deserte del museo facendo ciao con la manina alla telecamera per i colleghi al piano di sopra, ci pensò seriamente su. Una volta finito il giro d'abbasso salì le scale per dare una belle e attenta occhiata al vecchiume messo in esposizione. Distrattamente si chiese che fine avesse fatto il Colty, il suo mocciosetto preferito cui era cotretto da fare da balia. Chissà quando sarebbe finito il suo pellegrinare. Pensando a ciò spaziò per i corridoi e svoltò l'angolo per fare la guardia all'altra parte del museo.
     
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Finisco di leggere il documento che ho tra le mani e lo ritiro nel luogo appropriato. Ogni volta che giro tra gli scaffali dell'archivio alla ricerca di quello in cui devo ritirare documenti e schede di catalogazione non posso fare a meno di ripensare alla mattinata in cui ho conosciuto Adi, mio collega qui al museo. Penso ad Adi, ma soprattutto al piccolo Albert, lo spettro bambino che si era manifestato proprio in questa stanza. Mi piacerebbe portargli dei fiori sulla tomba. Rifletto, tornando a sedermi sulla scrivania e a 'ficcare il naso' tra i documenti che devo dividere e sistemare. Peccato che conosco solo il suo nome. Beh, l'importante è che sia passato oltre.

    Potrei dire che questo è un pomeriggio un po' noioso. Insomma, il lavoro qui non manca, per fortuna, e ci sono sempre cose nuove da scoprire, ma mi manca un po' di sovrannaturale. Non mi dispiacerebbe per niente la compagnia di Albert. Me lo posso immaginare mentre si nasconde tra gli scaffali o mi nasconde qualche documento importante per... No, forse è meglio la tranquillità. Poi c'è già uno spettro qui al museo, peccato che Adi lavori di sera. Chissà, magari un giorno gli chiederò il permesso di fargli un'intervista.
    A quest'idea non posso far a meno di sorridere. Fino ad ora ho 'risparmiato' il mio collega ma questo non può durare ancora a lungo. La mia curiosità è troppa perché non mi scappi di fronte a lui qualche domanda sul suo passato. Se lavorasse durante il giorno avrei già cercato di intervistarlo. Ma lo vedo così raramente...

    Sospiro, riportando l'attenzione sul lavoro. Sul lavoro d'archivio, ovviamente, non su quello per il Talamasca.
     
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  10. †Phobos†©
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    Colton era seduto comodante sulla sua poltrona, un piccolo squarcio di luce illuminava tutta la stanza. Sfogliava con rabbia alcuni documenti che non gli dicevano niente, passivamente prese un gran bicchiere dove era contenuto dell' ottimo caffè nero. Ne bevve un sorso e poi lo riposò.


    La mattina la trascorse tutta leggendo quei fogli, non ci furono interruzioni tranne delle visite di Margaret che gli riforniva in silenzio caffè gli portava altri fogli, sapeva bene di non disturbare Colton quando era così pensieroso. Verso mezzo giorno si alzò per sgranchirsi le gambe , si mise a guardare dalla grande vetrate le persone che entravano e uscivano dal museo . Dopo qualche minuti si rimise a leggere e a firmare fogli.
     
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  11. Varonuccia
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    Secondo me-
    No, non dire nulla, non ti azzardare!
    Ok... però-
    Zitto! Zittozittozitto! ZITTO!
    ...
    ...
    Potevi farci più attenzione con quel caffè.

    L'urlo esasperato di Carton echeggiò per il museo. Adi poteva immaginarsi le risate dei colleghi alle telecamere del piano di sopra. E come si poteva non ridere?! Nella noia totale del loro giro notturno il ragazzo stava quasi per cascare a terra dal sonno e come soluzione aveva ben pensato di prendere un caffè alle macchinette. Peccato che, una volta finita l'erogazione, nel prendere il bicchierino di plastica caldo, la presa gli fosse venuta meno. Risultato? Una bella e bollente macchia di caffè proprio nel mezzo dei pantaloni dove stavano i gioielli di famiglia. Carton aveva cacciato un urlo mezzo castrato e si era messo a saltellare mentre lo spettro se la rideva di gusto. Dopo aver proposto una capatina al bagno, il gramo lo aspettò fuori appoggiato al muro con un sorrisino sulle labbra e quando il ragazzo uscì con una macchiona sui pantaloni non riuscì a non ridacchiare. Tra insulti e risatine i due ricominciarono la ronda guardando di qua e di là, controllando ogni anfratto e assicurandosi che tutto fosse in ordine.

     
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    Il mio sguardo si sposta dalla pietra preistorica alla scheda di catalogazione. Mi è venuta un'idea, ma non sono sicura che sia buona.
    Devo completare una scheda, non farmi venire 'brillanti' idee per evitare che una falce neolitica ritorni in magazzino! Penso, cercando di decidermi su cosa fare. Da una parte dovrei finire la scheda di catalogo - o, meglio, di pre-catalogo, visto che è molto più breve di quelle ministeriali... per mia fortuna - dall'altra l'idea di collegare quel reperto al medioevo mi piace parecchio, soprattutto perché mi permetterebbe di utilizzare le mie conoscenze in campo antropologico.

    "Uhm... se non erro, nel medioevo in Inghilterra e in gran parte dell'Europa è nata la tradizione di associare questo tipo di pietre agli elfi." Rifletto ad alta voce, in modo di chiarirmi le idee sulla questione e di comprendere se è fattibile. "Credevano che fossero parti di armi o punte di freccia elfiche, oppure dei fulmini caduti sulla terra. E qui si può partire con tutta la spiegazione sulle cerauniae, le 'pietre del tuono', e sui poteri magici a loro attribuiti in tutti i tempi, quindi anche nel medioevo."

    Lo sguardo perso nel vuoto, mordo la matita nervosamente. Tutto quello che ho detto mi sembra un po' campato in aria. No, non credo che basti perché questa pietra venga spostata al terzo piano. Però è tutto così affascinante... Sospiro, smettendo di mordicchiare la matita e guardandola tristemente. Meno male che era nuova. Penso, notando i segni dei miei denti sul legno. Tra un po' tornerò a mangiarmi le unghie.
     
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  13. Varonuccia
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    Sbadigliò o meglio, fece finta di sbadigliare, così come faceva abitualmente quando qualcosa lo annoiava. Cambiare lavoro pareva un'oasi irraggiungibile che probabilmente sarebbe sempre rimasta tale. Fare il guardiano notturno part time al museo era esattamente come qualcuno si sarebbe aspettato, noioso, e tuttavia c'erano i colleghi, quegli adorabili esseri viventi formati da sacche di carne e sangue, che ti rendevano la giornata decisamente più entusiasmante. Sì, stare con gli esseri umani era una cosa bellissima! Come si faceva ad odiarli? ... Ok, domanda retorica sbagliata.

    Uff.

    Sbuffò e girò l'angolo con la speranza di trovare qualche fesso intento a derubare il museo ma ovviamente non ebbe questa grande sfortuna, manco una particella di polvere riusciva a scampare lì dentro. Guadò a destra e a sinistra e fece il cambio di piano con l'altra guardia e così andò la sua nottata del venerdì sera.
     
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    Fisso i fogli di fronte a me, senza in realtà vederli. Questo pomeriggio non ho proprio voglia di lavorare, la mia mente è concentrata su tutt'altro... ossia su dormire. No, resta sveglia Kim... pensa al paranormale... Mi dico, senza ottenere molto, in effetti. Ho passato buona parte della notte appena passata a seguire una traccia che poi si è rivelata un buco nell'acqua. Anche se questa mattina ho dormito, la situazione non cambia: sono depressa e assonnata. Non è proprio il momento adatto per lavorare. Con la matita comincio a fare cerchietti sul legno della scrivania. Ci vuole un attimo per rendermi conto di quello che sto facendo. Trasalisco, d'un tratto quasi sveglia.
    "Mannaggia!" Sussurro, recuperando la gomma e cancellando i cerchietti. Per fortuna non ho fatto danni, ma non oso pensare cosa sarebbe successo se, al posto di pasticciare sulla scrivania, l'avessi fatto su un documento antico. Sarei stata fucilata e poi licenziata, probabilmente. Penso, sempre più depressa. Oggi è proprio una giornata no.
     
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  15. Varonuccia
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    Che bella cosa e' na jurnata'e'sole n'aria serena doppo na tempesta pe'll'aria fresca pare gia' na festa che bel-
    Che roba è?
    'O sole mio.
    E perchè stai cantando 'O sole mio?
    Perchè mi va.
    Devi proprio farlo durante l'orario di lavoro?
    Bè, c'è poco da fare.
    No, in realtà intendevo: perchè devi cantare durante l'orario di lavoro quando ci sono IO.
    Carton perchè non ti rilassi un po' invece di trovare ogni volta il pelo nell'uovo?
    Il cosa?
    E' un detto italiano. Lascia perdere.

    Il ragazzo sbuffò e insieme al più anziano percorse l'atrio a piano terra nel silenzio più totale. Come al solito non c'era molto da fare dato i malviventi non amavano la cultura o le opere d'arte da più di 30.000 euro. Eh, proprio vero che i tempi erano cambiati! Girarono l'angolo e continuarono la ronda per tutta la notte.
     
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