Ophelia

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Osservare il lago mi fa diventare un po' malinconica. E' tardi e ormai i bagnanti - sempre che ce ne fosse stato qualcuno - se ne sono andati, almeno dalla zona dove mi trovo. Sono sola, sola con l'acqua e gli animali che vi abitano. La luna, al primo quarto, non riesce a illuminare più di tanto quello che mi circonda, ma non ha la minima importanza. La mia natura mi permette di vedere anche nel buio più fitto, un potere molto utile per una creatura in grado di vivere solo durante la notte.
    Il giorno... Penso, chiedendomi come dev'essere il lago illuminato dai raggi del sole. Da quanto tempo che non vedo il sole. Quasi non mi ricordo più com'è camminare alla sua luce. Son felice che la tecnologia di quest'era mi permetta di vedere il giorno nei film o nelle foto, o di riempire una stanza di luce anche di notte, ma non cambia il fatto che quando sono diventata immortale ho perso qualcosa di importante, forse più importante delle persone che ho perso e che ora vivono solo nella mia memoria.

    Ho una voglia tremenda di entrare nell'acqua e lasciarmi andare. Magari potrei galleggiare come Ophelia in certi dipinti. Morta lo sono di certo. Sarei perfetta.
    Il problema è che non sono sicura di voler bagnare i miei vestiti. Quando sono uscita di casa non avevo la minima idea di dove sarei andata, quindi mi sono messa una maglietta a maniche lunghe nera e una lunga gonna piuttosto vivace, con due spacchi laterali e col colore che sfuma dal rosso al giallo. Nessun costume, dunque.
    Non che mi sia mai preoccupata di queste sottigliezze. Rifletto. Potrei benissimo entrare nell'acqua vestita così, ma la gonna l'ho comprata proprio ieri sera, sarebbe uno spreco rovinarla la prima volta che la metto. Sono anche stata attenta mentre andavo a caccia.

    SPOILER (click to view)
    Aspetto la mummietta di Odin. *-*

    Poteri utilizzati:
    CODICE
    Infravisione al buio
    Permette al vampiro di vedere al buio e anche a metri e metri lontano da lui. E' un potere, questo, che si fortificherà molto col passare del tempo.
    Antico: penetra perfettamente il buio per circa 25/30, focalizza quasi subito il fulcro nel suo campo visivo. Vede molto più netti rispetto al vampiro anziano, gli spostamenti poco oltre i 25/30 metri.
     
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  2. :Odin:
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    Camminare in mezzo al verde era splendido. L'Egitto purtroppo è completamente desertico, e l'unico posto dove c'è vegetazione è sul delta e lungo il corso del sacro Nilo, mentre lì la vegetazione era splendida. Camminava da quella mattina, era venuto a piedi fin dalla città, senza fare pause. Uno dei tanti vantaggi di essere dei morti che camminano è quello di non essere mai stanchi. Era finalmente arrivato in riva allo splendido lago della città. Le acque cristalline riflettevano la luce delle stelle. Si fermò a contemplare la Via Lattea, prima quella riflessa, e poi quella vera e propria, poi i suoi occhi furono catturati da Venere, così luminosa nonostante fosse priva di luce propria, come una piccola, splendida stella, e poi Marte, simile a una stella rossa come una brace. Quella sera indossava un abito di velluto nero, elegante e allo stesso tempo pratico. Sulle spalle aveva un mantello nero, che si portava appresso da quasi 300 anni. Nella mano destra aveva l'immancabile bastone da passeggio in cui era racchiusa la sua spada, una lama che viaggiava con lui fin dai tempi della sua permanenza in Grecia, più volte rimaneggiata e modificata, fino a farla diventare un sottile stiletto, lungo poco più di un metro, estremamente sottile. E dire che una volta era una daga corta e larga, simile a un gladio. L'impugnatura sembrava una raffinata colonna greca su cui era avvolto un drago-serpente alato. L'impugnatura era d'argento lucente, forgiata nel 1800 da un armaiolo inglese. Un vero maestro in quell'arte. Camminò seguendo la riva del lago, canticchiando un motivetto di Verdi preso dalla "Traviata", opera che amava molto. Mentre avanzava il suo olfatto fu colpito da un forte odore di morte. Non lo stesso che poteva avere un animale morto da pochi giorni, bensì l'odore di una morte antica, antica e oscura. Si sentì a disagio. L'odore l'aveva avvertito anche tempo prima, e sapeva bene che persino lui aveva un odore simile alle narici degli animali e di quelle creature che fiutavano gli immortali: l'odore di chi ha eluso la propria morte, vivendo di quella altrui. Allungò il passo incuriosito. Se c'era un altro immortale in zona, allora doveva assolutamente fare la sua conoscenza. L'odore si fece molto più forte quando nelle tenebre avvistò una donna, o almeno, la figura di ciò che sembrava una donna. Distava circa 10 metri, ma per i suoi occhi era come se fosse a 10 centimetri. Più si avvicinava più i dettagli si facevano nitidi: era effettivamente una donna, dai folti capelli rossi, che indossava una maglietta a maniche lunghe nera, e una gonna con lo spacco laterale. La sua bellezza colpì profondamente la mummia, che rimase quasi impietrita, e non riuscì a pronunciare nemmeno una sillaba. Dalle labbra gli sfuggì un sospiro, mentre cercava di trovare le parole giuste per presentarsi senza far prendere un colpo alla persona che si trovava davanti.

    Ridicolo pensò Messo in soggezione da una donna solo a vederne la figura! Riprenditi stupido!

    CITAZIONE
    -Sensi superiori
    Tutti i sensi sono espansi molto di piu` che rispetto ad un essere mortale e ad altre creature.
    La vista e` maggiore anche di notte (non come quella del vampiro pero`, al quale questa circostanza serve per la sopravvivenza), l'udito, l'olfatto, il gusto e il tatto sono maggiori.
    Anche loro son dotate del sesto senso che le avverte del pericolo, di percepire (ma di non capire bene) le sensazioni degli altri, cambiamenti climatici in arrivo e tutte cose simili e che si allacciano alle percezioni.
    -Udito, olfatto, gusto, tatto
    Mummie antiche: perfettamente attivi in un raggio di 25 m, meno efficaci dai 25 ai 35 m. Inefficaci oltre i 35 m.
    -Vista e sesto senso
    Mummia antica: perfettamente attivi in un raggio di 25 m, meno efficaci dai 25 ai 35 m. Inefficaci oltre i 35 m.

     
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    La mia riflessione, forse un po' ridicola, viene interrotta da un particolare odore nell'aria e un rumore di passi. Dubito che una semplice umana si sarebbe accorto del fatto che qualcuno si sta avvicinando, ma io non sono umana. Non sono neppure mortale.
    Annuso l'aria, in modo un po' animalesco, cercando di capire perché l'odore mi sia nello stesso tempo famigliare e nuovo. E' odore di morte, ne sono certa. L'odore di una morte antica, di una creatura che vive da tanto tempo, se vive è il termine più adatto per definire noi non-morti. Ma provo una strana sensazione, sono praticamente certa che l'essere che sta disturbando il mio momento di riflessione non sia un vampiro. Come al solito, non so il perché di questa mia convinzione: forse è per l'odore, forse me lo dice il mio sesto senso. Chissà cos'è, allora. Penso, incuriosita. Quasi quasi lo perdono per avermi disturbato. Questo incontro potrebbe rivelarsi interessante.

    Non mi muovo dalla mia posizione, preferisco che sia lui - o lei - a venirmi incontro. Continuo ad osservare l'acqua, questa volta poco interessata, lasciando che il mio sguardo cada sul riflesso della luna. Peccato che non sia piena. Rifletto, comunque concentrata sulla presenza sempre più vicina, ricordando il fascino della luna in quella fase. Ma forse è meglio così: ci sarebbero troppi pulciosi in giro.

    Sorrido leggermente, decidendo d'un tratto di dare il benvenuto al mio... ospite.
    "Buona sera." Dico, girandomi nella sua direzione. La prima cosa che mi colpisce del suo aspetto è che porta il mantello, un fatto ormai abbastanza raro anche tra noi non-morti. A quanto pare non sono la sola nostalgica del passato. Rifletto, tornando ad osservarlo con attenzione. Porta anche un bastone da passeggio, cosa che di questi tempi stonerebbe un po' col suo aspetto da ventenne. In altre parole, mi piace. E' carino e mantiene un legame col passato, quindi mi intriga un po'.

    SPOILER (click to view)
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    Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.
     
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  4. :Odin:
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    La creatura si voltò. Era di un pallido candore, gli occhi di un intenso verde, profondi come laghi e si sarebbe perso in essi se non fosse stato lui stesso in possesso di quegli stessi occhi. Notò subito dopo che la vampira era più alta di lui, anche se non di molto e che lo fissava con la sua stessa intensità. Avvertiva un potere e una saggezza immensi fluire dalla creatura davanti a lui, capiva che aveva a che fare con un immortale, ma di certo non una mummia come lui. Dalla sua esperienza, il pallore della donna era tipico dei vampiri, ma poteva anche trattarsi di una lamia particolarmente pallida. No, sapeva di avere di fronte a se una vampira, una vampira molto antica, forse aveva più di millecinquecento, macché duemila anni, ma non poteva competere con lui in fatto di età, ne era quasi totalmente sicuro. Al saluto di lei rispose con un inchino e automaticamente la mano andò alla ricerca del cappello da sfilare, ma come ovvio non lo trovò, quindi fece un assurdo svolazzo prima di portarla al petto e dire con la sua voce dolce e profonda:

    Buona sera, mia signora. Il mio nome è Alakey, ma potete chiamarmi Alister, Alister Turner, tutti di questi tempi lo fanno...

    Non capiva perché, ma aveva deciso di utilizzare il suo primo nome, sapeva che era un errore, ma cosa importava? In fondo se davvero la donna era un vampiro antico si era accorta di avere a che fare con un immortale come lei, forse non aveva capito bene la razza, ma di sicuro sapeva che lui non era un comune mortale.

    Non mi abituerò mai al fascino degli Antichi. Li affronto da 5000 anni e ancora ne sono affascinato. Avverto in lui un potere immenso, ma non grande quanto quello di quel sumero. Quello in quanto a età superava persino me di ben 1000 anni. Ucciderlo è stato più che faticoso, però mi ha fruttato parecchio denaro 200 anni fa. Ma lei è differente, non avverto un'aura malvagia come in molti vampiri che ho affrontato lei sembra come me, né buona né cattiva, ma nel giusto equilibrio....

    Attese che la vampira si presentasse a sua volta, con un sorriso gentile sul volto.

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    Edited by :Odin: - 20/6/2010, 16:13
     
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    Alakey. Ripeto nella mia mente, un po' stupita dal fatto che mi abbia detto il suo vero nome. In quest'epoca di modernità nessuno si rende conto quanto può essere pericoloso rivelare il proprio nome. Sono in pochi che sanno che la conoscenza del nome dà potere. Non a me, naturalmente, ma a persone come il mio padre mortale.

    Sorrido anch'io di rimando, ma senza mostrare i denti. Anche se sospetto che la mia natura sia più che evidente ad Alakey, mostrare i canini potrebbe essere interpretato come un gesto di minaccia.
    "Io sono Salicogenna." Rispondo, decidendo di ripagare la sua sincerità con la mia. "Così venivo chiamata da mortale. Ora preferisco presentarmi come Neris Iaia."
    Per qualche motivo sento di dover portare rispetto ad Alakey. Dev'essere il suo odore... la sua non è una morte giovane. Anzi...
    In effetti ho una brutta sensazione. Non mi sento minacciata, ma è come se mi trovassi di fronte a una persona che è in vita da più tempo di me. Non ho prove a questo riguardo, ma col tempo ho imparato a fidarmi delle mie percezioni.
    E' possibile che io mi trovi di fronte a qualcuno più antico di Asterios e Arawn? Mi chiedo, incredula. Non è una cosa facile da accettare, questa, tanto che non sono più sicura di quello che i miei sensi mi trasmettono.

    Arawn, Asterios, Alakey... Non posso fare a meno di notare che tutti i nomi iniziano con la stessa vocale. Un pensiero ridicolo, ma è una coincidenza interessante.

    "E' nuovo di Nouvieille?" Chiedo, in modo da cominciare la conversazione. Son troppo interessata a lui per lasciarlo andare senza scoprire chi è... che cos'è. "Non mi pare di averla mai incontrata."

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    È un onore conoscerla, Neris...

    L'aveva volutamente chiamata con il suo nuovo nome, dopo che lei ebbe detto di preferire essere chiamata con quel nome, anziché con quello vero. Lei chiese da quanto tempo fosse a Nouvieille.

    Da pochi giorni, sono appena arrivato da Roma, dove ho soggiornato per una decina d'anni.

    Soggiornato disse, non dimorato, voleva sottolineare come nessun posto ormai egli sentisse come casa, gli unici che sentiva veramente suoi erano l'Egitto e Praga. Ma anche in quella città si sentiva a suo agio. L'Egitto era la sua patria, Praga la città più ricca di esoterismo e magia del globo, e Nouvieille era la città più ricca di creature sovrannaturali che avesse mai visto. Solo in quei tre luoghi poteva definire come casa. Si accarezzò il mento e il pizzetto, assumendo un'espressione corrucciata.

    Salicogenna, se la memoria non mi inganna è un nome di origine celtica, molto diffuso nel mondo antico nelle isole che oggi sono note come Gran Bretagna e Irlanda. E voi avete detto che questo era il vostro nome da mortale. Beh, i miei sospetti erano dunque fondati, principessa della notte. Ho visitato la vostra patria durante il principato dell'imperatore Claudio, e l'ho trovata meravigliosa, per quanto troppo umida per i miei gusti.

    La ragazza aveva rivelato di essere immortale, e lui non voleva essere da meno.

    Deduco che abbiate per lo meno duemila anni, anche se, lasciatemelo dire, li portate in modo splendido. Anzi no forse addirittura duemilacinquecento. Non sono mai stato bravo a individuare l'età esatta. Se vi chiedete come abbia fatto sappiate che oltre ad aver ragionato sul vostro nome mi è bastato osservare i vostri occhi e la vostra pelle, che hanno i tratti caratteristici dei vampiri nati prima di Cristo. Devo comunque dire che non siete il vampiro più vecchio che ho incontrato, c'era quel sumero di seimila anni, e quell'ittita di tremila. Eppure devo ammettere che io pure sono più vecchio di voi, e non di poco. Visto che nei vostri occhi leggo una grande curiosità nei confronti della mia età ve la dico senza tanti fronzoli: ho cinquemila anni, non sono un vampiro, di certo lo avrete capito voi stessa, ma sono comunque un non morto, seppure la mia razza sia meno numerosa della vostra. Ma basta parlare di me, mi annoio a sentirmi parlare. Dite, voi da quanto tempo vivete a Nouvieille, Neris?

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    "Principessa della notte..." Ripeto, con un leggero sorriso. Sentirmi chiamare così mi piace, mi lusinga. In molti modi sono stata definita nel corso della mia non-vita, da mostro a dea, ma è la prima volta che vengo chiamata principessa della notte. "La ringrazio per le sue parole, Alister." Decido sul momento di chiamarlo col nome che usa in quest'epoca, anche se mi trovo davvero tentata di usare quello che gli è stato dato alla nascita. Ma è un nome personale, non so se sono in diritto di usarlo.

    La strana sensazione che provo di fronte a lui mi viene spiegata dalle sue stesse parole.
    Cinquemila anni. O dei, sono una bambina al suo confronto!
    Questa è una sensazione nuova: per la prima volta dopo molti secoli mi ritrovo a sentirmi debole, quasi indifesa. Nel contempo, però, mi sento affascinata da lui. Non ho paura, anche se forse dovrei averne: in questo momento sono quasi eccitata, come una bambina a cui è stato dato un lecca lecca.
    Chissà se si sentono così i vampiri giovani al mio cospetto. Mi domando per la prima volta, un po' dispiaciuta per loro. Ma solo un poco...

    Non mi passa nemmeno per la testa che Alakey potrebbe mentire sulla sua età. Semplicemente so che è veramente così antico. Ho sentito appena è arrivato che c'era qualcosa che non andava in lui, e ora ho scoperto in parte il motivo delle mie sensazioni.
    "C'è arrivato molto vicino." Rispondo, ad un tratto un po' imbarazzata."Ho 2340 anni." Questa volta non ho intenzione di barricarmi dietro la frase 'mai chiedere l'età a una donna', sarebbe ridicolo. Poi, la mia età non è certo un segreto di stato, grazie a una certa osservatrice.

    Purtroppo le sue parole non mi hanno chiarito a che razza appartiene. Che è un non morto - ma non un vampiro - l'avevo capito, il problema è capire cos'è. Non è sicuramente uno spirito: non si è lasciato dietro la carne, lo sento dal suo odore.
    "Temo di non essere in grado di individuare la sua razza. E' la prima volta che incontro una persona come lei." E' difficile ammetterlo, è difficile anche solo accettare che al suo confronto sono tremendamente giovane.

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    Temo di non essere in grado di individuare la sua razza. E' la prima volta che incontro una persona come lei.

    Erano arrivati al punto cruciale: la richiesta della razza. Non gli piaceva dire il nome della sua razza, a causa delle innumerevoli rappresentazioni idiote fatte al cinema: le creature goffe e impacciate avvolte dalle bende. Per fortuna c'era stato Boris Karloff, nel trentadue con la sua memorabile interpretazione di Imohtep/Ardet Bei. Comunque in fondo lei non aveva cercato di negare l'evidenza di essere un vampiro, ora toccava a lui.

    Io sono un'anima che mai si cheta, che vaga sotto il sole e le stelle senza preoccuparsi. Io non sono uno di voi, lo avrete capito oramai, non sono uno spettro, ne un demone. Io sono ciò che tutti credono avvolto da bende di morbido lino, scomparse oramai da millenni. Ovunque vado la peste mi segue, e sono messaggero e vessillo di malattia e morte! Molti mi temono, pochi mi conoscono, nessuno mi ama, poiché la morte non riceve amore, ma solo insulti e suppliche. Io sono il terrore d'Egitto e Perù, ma non solo di questi luoghi, onestamente parlando, perché ovunque c'è almeno un essere come me! Piacere, Neris, io sono Alakey, signore delle Mummie d'Egitto....

    Quel titolo nessuno glielo aveva consegnato, tuttavia era più che naturale che gli appartenesse. Era stato lui il primo a risvegliarsi tra le mummie egiziane. Anzi, probabilmente era stato il primo al mondo. Ma non aveva importanza. L'importante era sapere che antichi come lui sia tra le mummie che tra le altre razze, non c'era quasi nessuno, salvo qualche raro caso.

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    Edited by :Odin: - 25/6/2010, 19:04
     
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    Ora che so che è una mummia ho avuto la conferma di non aver mai incontrato qualcuno della sua razza. Riflettendo sui film e sui romanzi di quest'epoca mi rendo conto che quelli come lui sono stati abbastanza screditati. Chissà perché i vampiri hanno avuto fortuna nell'immaginario umano, mentre le mummie no. Entrambe le razze sono sia spaventose che affascinanti. Mi chiedo, ancora una volta in difficoltà a capire i mortali. Mah... sarà per i canini? Sono molto eleganti.

    Sorrido, un po' per il mio pensiero, un po' in risposta alle parole di Alister. "E' un onore conoscere una mummia, soprattutto così antica. Fino a questa sera pensavo di essere una delle persone più antiche esistenti al mondo."
    Smetto di parlare, rendendomi conto che forse sto dicendo troppo. Il problema è che ho bisogno di tempo per capire se sono dispiaciuta o felice di sapere che c'è chi vive da molto più tempo di me e ha un'esperienza molto superiore della mia. In un certo senso questo è un sollievo, dall'altra potrebbe risultare una minaccia. Magari non Alister, ma potrebbe esserci qualcuno di pericoloso da qualche parte in questo piccolo pianeta, ad esempio il vampiro di seimila anni di cui mi ha parlato poco fa.

    Ripenso alle parole della mummia, soprattutto al punto in cui ha detto che la morte non riceve amore, ma solo insulti e suppliche. Ha perfettamente ragione, è lo stesso che accade a me, la maggioranza delle volte. Le mie vittime, quando non sono troppo affascinate per capire cosa sta succedendo, mi supplicano o mi maledicono. Sono pochi quelli che mi accolgono felicemente, e sono ancora meno quelli che giunti vicino alla morte non cambiano idea e decidono che è meglio vivere. Povero Arawn. Mi dico, riferendomi al Dio della Morte che ho incontrato passando per la Porta Dimensionale appena giunta a Nouvieille, e non al mio creatore. Se qualcuno riuscisse ad uccidermi io riuscirei a dare il benvenuto alla morte con un sorriso? O avrei paura dell'Uomo Grigio? Il colmo è che quando sono malinconica non vedo l'ora di incontrarlo...

    "Credo che mummie e vampiri abbiano molto in comune, anche se devo ammettere che sono un po' gelosa della vostra capacità di camminare sotto la luce del sole." Commento, allontanando quei pensieri pericolosi. Perché se proseguissi queste mie riflessioni rischierei di decidere di fare un altro salto nell'Annwn. A mio rischio e pericolo, ovviamente.
     
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  10. :Odin:
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    Ah il sole, il sole è meraviglioso, e ammetto che dopo essere vissuto per secoli sotto quello egiziano non riuscirei proprio a sopravvivere senza.

    Negli occhi della vampira leggeva un certo turbamento. Evidentemente rendersi conto che esistevano esseri così antichi doveva essere stato un leggero shock per lei. In effetti anche lui se avesse scoperto che in giro c'erano creature con oltre diecimila anni si sarebbe alquanto traumatizzato, data la sua convinzione di essere ormai l'essere più antico sulla faccia della terra.

    Temo che le mie parole vi abbiano sconvolto. Specialmente, credo, per quanto riguarda il discorso degli antichi vampiri da me incontrati. Non temete, di vampiri con più di tremila, massimo quattromila anni non ce ne sono più in giro. Quello di seimila di cui vi parlavo prima, l'ho ucciso nel milleottocentotrenta circa, se non ricordo male. Vedete posso sembrarvi innocuo all'apparenza, ma posso diventare discretamente pericoloso all'occorrenza.....

    La sua mente tornò nel passato. Quante epidemie aveva causato, partendo da un semplice graffio? Quanta gente aveva maledetto? Tante, tantissime vite gli pesavano sulla coscienza, e lui era costretto a conviverci, che gli piacesse o meno. Aveva ucciso non solo uomini e vampiri, ma anche demoni, angeli, angeli neri, lamie, draghi, e ogni genere di creature. Era riuscito persino a maledire degli spiriti, privandoli del loro potere. Anche se nell'ultimo periodo era diventato più "umano", in passato aveva commesso azioni di cui non andava fiero. Anche la vampira doveva rendersene conto, doveva capire che non era un agnellino.

    Con questo non voglio dire che sono un cacciatore di vampiri, anzi, io sono un cacciatore di cacciatori, tuttavia i soldi servono a tutti, non crede? Ma lasci, anzi, lascia che ti mostri il mio passato......

    Poggiò il bastone a terra, il bastone con la cui lama aveva ucciso centinaia se non migliaia di creature (non necessariamente mortali) e prese una delle mani della vampira tra le sue. I vampiri vedevano immagini del passato toccando le persone. Bene, lei avrebbe visto un film dell'orrore che, la cui trama però, era una storia vera. La sua storia.

    Edited by :Odin: - 26/6/2010, 17:59
     
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    Sì, sono gelosa. Anche se bere sangue e vivere della vita altrui può essere considerato un prezzo troppo alto per l'immortalità, per me non è così. Il prezzo più alto è non poter più vedere il sole. Rifletto per poi aggiungere, questa volta ad alta voce. "Il sole mi odia come la luna mi ama." Forse è un pensiero poco adatto a quest'epoca, in cui il sole e la luna vengono visti scientificamente e non sono altro che due sfere, ma nell'epoca da cui arrivo erano l'emanazione delle divinità.

    Ascolto quello che dice Alister, arrivando alla conclusione che, no, non sono le parole più adatte a tranquillizzarmi sull'eventuale comparsa di una creatura più antica di me pronta a distruggermi. Ha ucciso un vampiro di seimila anni! Penso, un po' preoccupata. Ovviamente, non posso essere certa che non stia mentendo, ma vista la sua età sono certa che è molto pericoloso. Allora perché non sono terrorizzata? Mi chiedo. La sua compagnia mi piace, Alister è molto interessante. Se il mio creatore fosse qui credo che lo sfiderebbe su due piedi. Devo ricordarmi, la prossima volta che lo incontro, di non lasciargli bere il mio sangue, perché se scoprisse quello che ho pensato sarebbe capace di attaccare Alister e farsi ammazzare. E' tremendamente geloso. Solo in questo momento mi rendo conto a cosa sto pensando e che emozioni accompagnano i miei pensieri. Fantastico, ora mi preoccupo dell'incolumità di quel disgraziato. Senza di lui, probabilmente il mondo starebbe meglio. Il mondo ma non io. Forse.

    Mi fa piacere sentire che Alister è un cacciatore di cacciatori, visto che - in effetti - io avrei un conto in sospeso proprio con uno di loro. Un cacciatore che, anche dopo aver cercato di abbrustolirmi, continua a starmi un pochino simpatico. Mi stupisco, invece, che il signore delle mummie d'Egitto conosca così bene i poteri di noi vampiri. Capisco che per riuscire ad uccidere un vampiro di seimila anni bisogna conoscere le nostre capacità, ma non mi sarei mai aspettata che conoscesse anche la Lettura del Passato. Mi sento un ignorante al suo confronto: io so ben poco delle mummie.
    Lascio che mi prenda la mano, affascinata dall'idea di vedere il suo passato. "Ti ringrazio, Alister." Dico, passando anch'io a dargli del tu, concentrandomi nel frattempo sui miei poteri, sulla mia capacità di vedere la sua storia.

    SPOILER (click to view)
    Potere utilizzato:
    CITAZIONE
    -Lettura del passato
    Permette al vampiro di vedere (non di leggere, attenzione!) il passato attraverso il contatto della mano. Il vampiro poggia il palmo su una superficie più o meno antica ed è in grado di vedere immagini del passato; può fare la stessa cosa con altre creature se prende una mano ;

    Mi son fermata qui così ti lascio la possibilità di decidere cosa vede. ^^
     
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    Cominciò la digressione.

    Un ragazzo veniva rasato per la prima volta davanti al grande sacerdote. I capelli sarebbero poi ricresciuti mentre era intrappolato nella sua tomba. Gente felice applausi, grida di gioia. Poi la scena mutò. Uomini silenziosi avvolgevano un ragazzo in bende di lino. Lui non gridava, non supplicava. Aveva capito che era inutile. Il grande sacerdote recitava una litania in egiziano antico. La sua condanna alla morte vivente. Cambio di prospettiva. Cavalcava a fianco di Alessandro Magno. Ridevano. Erano in vista dell'Indo. Presto avrebbero combattuto contro Poro e i suoi elefanti. Babilonia. Alessandro sul letto di morte. Alister (o Demetrio come lo conoscevano allora) stava in disparte. Aveva dovuto contagiare il re con la malaria. I suoi sogni di conquista del mondo erano divenuti pericolosi.Non poteva però evitare di versare lacrime. Aveva voluto bene a quel giovane sognatore. Le lacrime si trasformarono in un fiume. Era sul Rubicone, stava cavalcando dietro Caio. Lo aveva appena salvato dall'ennesimo attacco di Epilessia. Tragico che avrebbe dovuto essere proprio lui a dare a Bruto l'idea della congiura anni dopo. Ora era ad Alessandria, nella sua patria. Assisteva con Augusto alla sepoltura di Cleopatra e Antonio. Vide la conquista del mondo ad Opera dell'impero romano, vide la sua spaccatura in due fazione, e le guerre dei barbari. Affiancava la moglie di Attila, porgendole il veleno mortale, dandole poi il colpo mortale, impedendole di venir torturata dagli Unni. Medioevo. Guerre e carestie causate da lui stesso. La peste del milletrecento, la sua opera più colossale, la guerra dei cent'anni, e la guerra di Valacchia, combattuta fianco a fianco con Dracula in persona. Ora era in America. Cannoneggiava gli Aztechi con i Conquistadores, congratulandosi con Cortés e poi con Pizarro, arrivato in Perù. Poi l'oriente, durante la colonizzazione. Affrontava i Samurai dello Shogun, e aiutava gli inglesi a penetrare in India. Vide poi la guerra dei trent'anni aiutando i protestanti e poi fu in Francia, a Versailles fino alla Rivoluzione. Combatté poi con Napoleone e dopo con i suoi nemici. Rivide il combattimento con il vampiro di seimila anni. Erano a Parigi. Era riuscito a maledirlo dopo un combattimento durato ore e a farlo restare con lui fino all'alba, dove era bruciato vivo. Le guerre mondiali le attraversò cambiando bandiera come suo solito. Voltaggabana lo si poteva definire, ed era vero, ma lo faceva per necessità. L'equilibrio era tutto! Si vide nella Gestapo, a caccia di nemici del regime, e poi nelle armate di Partigiani rivoltatesi contro i nazi-fascisti. Combatté nell'armata rossa, poi fu nel KGB, passò all'FBI e alla CIA lavorando per far cadere il regime dell'URSS. Durante i flash rivide i nemici sovrannaturali uccisi: vampiri, lamie, lupi mannari, cacciatori. E anche le sue innumerevoli mogli, donne che aveva amato, e che erano morte senza che lui potesse impedirlo. Tutti morti e sepolti da tanto, tantissimo tempo. Solo lui era rimasto.

    Lacrime di sabbia gli rigarono le guance. Già, solo lui era rimasto. I suoi amici, le sue mogli. Tutti morti. La causa del suo potere, era la causa della sua sofferenza. Sapeva che la vampira poteva capirlo, forse....
     
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    Le immagini si susseguono nella mia mente come flash. La vita di Alister si sussegue di fronte a me, incompleta forse, ma comprensibile. Non capisco tutto, ovviamente, ma ora - mentre le immagini scorrono - mi sento più in sintonia con lui: lo posso comprendere, posso capire come si dev'essere sentito durante tutti questi millenni. E' come me. Penso, mentre le immagini si fermano e io 'ritorno' a trovarmi vicino al lago di Nouvieille, nel buio della notte. Come me... anche se forse più sfortunato. Nel bene o nel male, io ho il mio creatore. Magari non è sempre stato al mio fianco, visto che io continuo a rifiutarlo, ma è un punto di riferimento fisso nella mia vita. Anche quando mi son risvegliata dal sonno e non sapevo che lui era ancora vivo, potevo nutrire la speranza che fosse così. Invece Alister non ha potuto farlo, ha perso tutte le persone che più amava.
    Non posso fare a meno di pensare ai miei genitori mortali e a tutti gli umani che ho conosciuto durante la mia vita immortale e che ho perso. In un certo senso, compatisco l'uomo che ho di fronte. Lo capisco, anche se non so ancora se posso fidarmi di lui. Qualcosa mi dice che posso farlo, ma - per quanto io mi fidi delle mie sensazioni - vivo da troppo tempo per decidere di fidarmi di una persona su due piedi, soprattutto se è più potente di me.
    Però Alister mi sta facendo un'ottima impressione. Non posso fare a meno di pensare.

    Smetto per un attimo di riflettere sulle immagini che ho visto, concentrandomi sulla mummia. Alister sta piangendo. Mi sento un po' in colpa per avergli fatto ripensare ai tempi passati, anche se è stato lui ad offrirmi questa possibilità.
    "Scusami." Sussurro, lasciando lentamente la sua mano. "Ti ho fatto ripensare al passato, e - per quanto lo si abbia accettato - è sempre dura farlo."
    Mi piacerebbe molto sapere qualcosa di più sul combattimento con quel vampiro a cui ho assistito, ma non sono sicura che sia il momento più adatto.
    SPOILER (click to view)
    Scusami per il ritardo ma sono sommersa dai libri... :S
     
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    Tolse i granelli di sabbia dal volto. Gli capitava spesso ormai di piangere sabbia invece che lacrime: era una conseguenza dell'essere una mummia egizia. Per conservare liquidi preziosi da circa duecento anni una volta su due piangeva granelli di sabbia. Un'altra parte della sua umanità che svaniva.

    Non scusarti, non serve. Il dolore è ciò che mi da la certezza che sono ancora umano, almeno in parte. Ripensare al passato è normale, a volte ci torno, per rivedere le persone che ho amato, quindi si può dire che non le ho mai perse del tutto.......

    Si chinò e raccolse il bastone. E di nuovo pensò all'antico vampiro. Guardò Neris e cominciò a raccontare quell'episodio.

    Era appena salito al potere Napoleone III. A quell'epoca Parigi era ricca di soprannaturale quasi quanto Praga stessa. Lui aveva molti nomi: Jean Paul per quell'epoca, Kronos per greci e latini, Akamun per i sumeri, il suo popolo d'origine. Ci eravamo incontrati molte volte nel corso della storia. A volte da amici, ma molto più spesso da rivali. Non so quante vittime avesse sulla coscienza, ma di sicuro più di me. Non era malvagio, però provava gusto a uccidere, era un vero predatore. I conflitti tra noi fino ad allora erano stati risolti con delle guerre. Non so se hai presente la guerra dei cent'anni, beh io tenevo la parte agli inglesi, e lui ai francesi. Il conflitto scoppiò su nostra istigazione, eravamo proprio dei gran bastardi, non c'è che dire. sorrise, ripensandoci era comico. Sarebbero potuti essere ottimi amici, e invece si volevano uccidere a vicenda. Quella notte però avevamo deciso di mettere a posto le cose tra noi. Niente coinvolgimento dei mortali, niente guerre. Sarebbe stato un duello leale. Cominciò al tramonto e finì all'alba. Lui era un maestro con la spada e per ore e ore combattemmo tirando di scherma all'interno della sua splendida dimore, una cripta arredata come solo un vero aristocratico saprebbe fare. Lui era leale. Finché duellammo così non usò i suoi poteri, ma poi la sua spada si spezzò, e allora facemmo sul serio. La sua telecinesi mi mise in seria difficoltà, ma io riuscii a evitare tutto quello che mi lanciava contro, anche un pesante tavolo in legno fatto in Svezia nel quindicesimo secolo, un'opera a dir poco splendida! Vedendo che così non poteva battermi usò contro di me il fuoco dei vampiri. Sentivo i miei organi ardere avvolti dalle fiamme ma resistetti al dolore continuando a combattere. Ci spostammo all'esterno, su un ponte della Senna. Fu lì che riuscii a maledirlo. A denti stretti riuscii a recitare la mia litania e a evocare il potere concessomi da Anubis. Subito cominciò a colpire l'aria, cercando avversari immaginari, perse forza, e il fuoco in me si spense, grazie al cielo, perché sarei crollato entro poco tempo. Cercò di colpirmi ancora, ma io mi tenni a distanza, e alla fine il sole arrivo in tutto il suo splendore. Io sciolsi il maleficio pochi secondi prima che morisse. Mi guardava senza rancore. Sorrideva e mi disse: Grazie, addio! Mi ringraziò di averlo ucciso! Era stanco di vivere da solo, tuttavia non voleva morire senza combattere, e io potevo capirlo, anche io vorrei morire così, con le armi in pugno e un valoroso avversario dinanzi a me. Spesso lo invidio per questo, altre volte lo rimpiango, mi mancano le nostre sfide.

    Per un attimo se lo rivide davanti: Basso, muscoloso, col naso aquilino, la pelle olivastra gli occhi neri come la pece e i capelli dello stesso colore, solo leggermente venati d'argento, lunghi fino alle spalle. Si vestiva sempre di rosso, in qualunque epoca vivesse. Al fianco l'inseparabile spada di bronzo che si portava dietro da quando era vivo. Un vero peccato, avrebbero potuto fare molto insieme come alleati.
     
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    Quando Alister inizia a raccontare, mi rendo conto che la mia curiosità riguardo al vampiro di seimila anni deve essere ben visibile: per quanto io abbia imparato a nascondere le mie emozioni, in questi ultimi tempi ho cercato di mischiarmi tra i mortali, di recuperare un po' di umanità perduta. Oppure ha solo sospettato che mi facesse piacere saperlo. Penso, un po' sollevata all'idea. Non mi piacerebbe sapere di essere un libro aperto per chi mi incontra.

    Alla fine del racconto non mi sento né triste, né arrabbiata. Mi aspettavo che descrivesse il vampiro come un essere senza scrupoli che aveva dovuto uccidere per salvare delle anime innocenti, e son rimasta piacevolmente sorpresa nel sapere che tra Alister e Akamun c'era qualcosa di ben diverso.

    "Non avevo mai pensato di risolvere le questioni con il mio creatore spingendo i mortali a fargli guerra." Commento, divertita. "Un millennio e mezzo fa, se mi fosse passato per la testa, l'avrei fatto senza farmi problemi." Rifletto un attimo sulla mia affermazione, come alla ricerca di un modo per renderla meno veritiera almeno ai miei occhi, e arrivo alla conclusione che era proprio così. Come dea mi sentivo in diritto di fare qualsiasi cosa. "Pensandoci bene, a quel tempo io e Arawn andavamo perfettamente d'accordo, quindi non avevamo rivalità da risolvere. Non troppe, almeno."
    Mah... forse per poter giocare con un maschio umano, avrei potuto far scoppiare una guerra contro Arawn. La sua gelosia in certi momenti era eccessiva.

    Un pensiero mi passa come un lampo per la mente.
    "Akamun... un altro nome che inizia per 'a'." Esclamo, ridacchiando un poco. "Alakey, Arawn, Asterios e Akanum. Anche il mio padre mortale aveva il nome che iniziava con quella vocale."
     
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