Just Me

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  1. » Will
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    Le strade cittadine formavano un reticolato confusionario ed abbastanza caotico per una cittadina come Nouvieille. E chi lo avrebbe mai detto che dopo duecento anni William Parker sarebbe diventato sedentario. Solo il pensiero fece muovere leggermente il lato destro della bocca del vampiro, immerso nella notte della citta' senza una meta ben precisa.
    Era divertente dopo molto tempo trovarsi in mezzo agli umani. Era stato per lungo tempo lontano dai centri abitati, girovagando per i boschi dell'Europa Centrale e cibandosi dei pochi viandanti che trovava.
    Ora si trovava li', quasi immobile a fianco di un lampione che risaltava il biancore della sua pelle, con addosso un paio di jeans sgualciti sulle ginocchia, una canottiera e sopra una semplice giacca di pelle nera. Attorno al collo portava il suo ciondolo, il ciondolo che aveva trovato a fianco a se' dopo la trasformazione, probabilmente appartenente al suo creatore. Già, il suo creatore, il vampiro che gli aveva concesso il dono o il castigo dell'immortalita'. Alcuni avrebbero pagato oro per vivere per sempre, ma lui? Se avesse potuto scegliere avrebbe scelto una vita tale? Sempre se vita si può chiamare.
    Quei pensieri lo struggevano ormai da due secoli, e probabilmente lo avrebbero perseguitato ancora per molto. Se da una parte era fermamente convinto che quella era l'esistenza adatta a lui, non prendendo in considerazione più nulla, rimanendo perennemente superficiale alle cose del tutto effimere, dall'altra trovava tremendamente frustrante non poter provare le emozioni come una volta, non poter ricordare il vero sapore di una pesca appena colta, o l'odore di una donna senza quello del sangue che ora lo mandava in estasi. Tuttavia l'esistenza passata in solitudine si stava rivelando particolarmente noiosa per lui, ormai si sentiva pronto ad inserirsi nella società. Ancora non sapeva il motivo principale per questa cosa ma era sicuro che in qualche modo sarebbe cambiato o almeno si sarebbe divertito.
    La luce del lampione comincio' a smorzarsi e Will mosse leggermente il capo. Non era ancora abituato a trovarsi in mezzo a tutta quella gente e sebbene avesse notato molte teste girarsi in sua prossimita' non ci fece caso. Non aveva sete, non quella sera, in effetti non sapeva ancora minimamente il perché fosse uscito.
     
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Posso? *-*

    Cammino lentamente per la strada illuminata dalla luce dei lampioni, osservando senza particolare attenzione quello che mi circonda. In realtà, non mi sto veramente guardando intorno. Questo è uno di quei momenti in cui sono concentrata su me stessa, sui miei pensieri molto confusi, sulla musica che esce dalle cuffiette del mio mp3. Sono concentrata soprattutto sulla musica. Non mi piace tenerla ad alto volume, solitamente la abbasso il più possibile per evitare fastidiose emicranie, ma in questo momento sta risultando un'impresa trattenermi per non alzarla per l'ennesima volta. Anche se il sole è calato da un po', non è ancora troppo tardi. Per la strada c'è molta gente e, ovviamente, quando ci sono le persone c'è anche il rumore. Se fossi in compagnia di qualcuno sicuramente anch'io chiacchiererei del più o del meno, ma in questo momento il vociare mi distrae e mi impedisce di ascoltare la musica del mio gruppo preferito: i Nightwish.
    D'altra parte essere in 'compagnia' non mi dispiace. Almeno le mie possibilità di incontrare persone poco raccomandabili sono molto basse: con tutti i testimoni che ci sono mi pare improbabile che qualcuno tenti di assalirmi. Non che io temi i delinquenti comuni. Insomma, sono pericolosi e non mi piacerebbe che qualcuno mi scippasse la borsetta, ma contro quelli posso cavarmela. Una bella sfera di energia dovrebbe bastare. O almeno così spero. Però non ho proprio voglia di affrontare una situazione simile.

    Forse, forse una distrazione sarebbe benvenuta. Mi ritrovo a pensare, rendendomi conto di quanto mi sono annoiata in questo periodo. Negli ultimi giorni non ho fatto incontri particolari e - di conseguenza - non ho intervistato nessuna creatura sovrannaturale. Mi sono 'divorata' una marea di libri sul paranormale, questo è vero, ma dopo un po' - un bel po', nel mio caso - anche la lettura stanca.

    Sfrego le mani tra loro per scaldarle, poi le infilo nelle tasche della lunga giacca che indosso. E' ancora presto per non mettere i guanti, lo so perfettamente, ma son convinta che i guanti mi sarebbero solo di impiccio in situazioni di pericolo. Come potrei usare il mio anello? Mi chiedo. Non che io abbia mai provato a usarlo con i guanti addosso, ma non ci tengo a rischiare. Però... però neanche le mani intorpidite dal freddo sono una buona idea. Mi portano alla mente alcuni ricordi. E non son sicura che siano belli... non tutti, almeno.
     
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  3. » Will
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    Le persone passavano veloci e frenetiche a fianco a lui, un po' come le stagioni, come gli anni che non segnavano nulla in lui. Nessun evento particolare aveva scosso la sua esistenza, se si tralascia ovviamente quel piccolo incidente che lo ha reso un vampiro.
    Un debole ma affascinante sorriso si stampò nel suo volto, staccandosi dal gelido lampione metallico e cominciando a camminare dolcemente posando a terra prima un piede e poi l'altro. Si guardò intorno finchè non si fermò davanti ad una vetrina di un negozio, di una pasticceria per la precisione. Will non aveva mai espresso un particolare interesse per i dolci quando era ancora umano ma ora, vedendo quelle magnifiche torte, gli era sorta una curiosità. Avrebbe tanto voluto sentire o per lo meno ricordare il sapore originario. Dal suo viso ovviamente non scaturì nulla, i tratti del suo etereo viso non cambiarono e non manifestarono alcuna emozione.
    Cercò di non pensare a quelle cose effimere e superflue che con tutto se stesso cercava di reprimere ma dopo tutto non poteva farvi nulla. Per quanto egoista e superficiale voleva sembrare, con se stesso non vi riusciva. Poteva mentire agli altri ed apparire completamente diverso, ma non poteva mentire a se stesso. La maschera che portava non riusciva ad ingannare se stesso. Ad un certo punto, il suo udito fine udì della musica. Era un suono labile, non tanto forte, ma William si girò per capire da dove venisse. Era un mp3. Un lettore multimediale che aveva addosso una ragazza. Una bella ragazza, a prima vista.
    SPOILER (click to view)
    ma certo :D Scusa te per il ritardo ma nona vevo internet ^^

    Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Giovane: avverte attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 10 metri, tutto è meno ovattato mano a mano che la distanza si allunga. Oltre i venti metri non sente nulla, ma avverte soltanto senza distinguere se si tratta di rumori della natura, per esempio, da voci umane.


    Edited by » Will - 1/8/2010, 22:37
     
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    Mi fermo davanti alla vetrina di un negozio di vestiti, cercando di trovare un po' di interesse per quegli abiti. Non mi farebbe male cambiare il guardaroba, in effetti. Sono la solita che pensa ai libri e al paranormale e finisco per 'dimenticarmi' di comprare qualche vestito nuovo. Magari qualche gonna...

    Finalmente ho trovato qualcosa da fare, anche se scommetto che la mia euforia passerà ben presto, anche perché ho portato ben pochi soldi con me. Non sono uscita certo per fare shopping: no, l'ho fatto per fare una passeggiata, svagarmi e trovare qualche modo per ficcarmi nei guai. Osservo attentamente la vetrina, ascoltando nel contempo la musica, e noto una maglia carina. Carina in tutti i sensi: è proprio bella ma è anche molto cara. Uhm... quanti soldi avrò nel portafoglio? Dieci euro? O forse meno? Non certamente centoquarantatre e novanta. Dovrei tornare in sede a recuperare il mio bancomat o la mia carta prepagata per poterla comprare. Magari ripasso domani... sempre che non trovo qualcosa di meglio da fare.
    Come leggere un libro, ad esempio.

    Mi sposto alla vetrina di un negozio vicino: una pasticceria. Qui sì che potrei comprare qualcosa, i soldi certo basterebbero, ma il problema potrebbe risultare la linea. Non che io stia molto attenta a certe cose, ma già ho smesso di frequentare la palestra dopo poche lezioni (dopo che un certo ragazzo si è trasferito il mio interesse per la ginnastica è calato di colpo) quindi dovrei cercare di controllare un po' di più quello che mangio.

    Non sono l'unica a guardare questa vetrina, ma non ci faccio troppo caso, persa come sono nei miei pensieri.
     
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3 replies since 29/7/2010, 12:04   134 views
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