Is maith an scéalaí an aimsir

Il tempo è un bravo narratore.

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  1. Neris
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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    "Io sono Neris." Rispondo semplicemente, anch'io utilizzando il nome con cui mi faccio chiamare in questa epoca. Un nome che preferisco a Salicogenna o Rhiannon. Salicogenna - il mio vero nome, esotico anche nell'antico Galles visto che è un nome gallico - si porta dietro troppi ricordi, troppe cose e persone che ho perduto. Per il nome Rhiannon, invece, provo dei sentimenti contrastanti: da una parte venerazione e rispetto nei confronti della dea che lo porta, conosciuta meglio come Epona; d'altra parte è il nome con cui mi chiama il mio creatore, è il nome che usava la sua creatrice... è il nome che mi son fatta dare per molti secoli, nel periodo in cui mi credevo una dea e mi comportavo come tale. Neris è molto meglio, per quanto anch'esso si porti dietro ricordi e... risulti comunque collegato col mondo delle divinità. Ma ora io porto questo nome in onore del dio Nérios, divinità personificatrice di una sorgente gallica, non perché io mi considero quel dio. Ed è anche un modo per rispettare il volere di mio padre, che aveva scelto per me un nome di origine gallica.
    Per non parlare del fatto che è l'unico nome tra quelli che ho proposto che la mai Kim - anche se a malincuore - ha considerato accettabile per l'epoca moderna.

    "Non esattamente." Rispondo, alla sua domanda sulla congrega. "Non mi pare che esista una vera e propria congrega in questa città, ma non posso neppure esserne certa visto che ho una natura abbastanza solitaria." In realtà, il fatto è che io non amo aver rapporti continuati con i miei simili. Conoscerli, vederli di tanto in tanto, chiacchierare qualche volta con loro, mi fa piacere; ma vivere in una congrega non lo sopporterei. Mi basta già il tempo che ho passato con Arawn e i suoi... i nostri seguaci. "Ma c'è Asterios che può essere considerato il capo della città." Continuo, decidendo di parlarne subito, cogliendo l'occasione offertami dalla sua domanda. "Non gli ho mai chiesto se la considera sua, ma essendo il vampiro più antico della città è giusto che il ruolo di comando vada a lui."
    Tralascio il particolare che è più vecchio di me di cento, al massimo duecento anni. Non ha la minima importanza. Quando sono arrivata a Nouvieille sono entrata nel suo territorio, e ho accettato di sottomettermi, anche se non l'ho mostrato in qualche maniera particolare, se non nel rispetto che provo verso di lui. Nessun inchino, nessun giuramento: solo la volontà di non dare problemi, di non contrastare la sua autorità. Se mi chiamasse andrei da lui, cosa che non so se farei nei confronti del mio creatore.

    Torno a sedermi sulla sabbia, lo sguardo nuovamente rivolto verso le onde del mare. Dopotutto, mi piace stare qui, su questa spiaggia. Mi ricorda, tra le altre cose, la sera del matrimonio di Arien, fatto di sera proprio per permettere ai vampiri di sua conoscenza di parteciparvi. Arien... il primo angelo che io abbia mai incontrato, una donna che mi ha aiutato a ritrovare qualcosa che credevo ormai di aver perso per sempre: la mia fede.
    "Siediti pure. Se vuoi, ovviamente." Affermo, rivolta ad Alice, quasi per rassicurarla che la mia azione non era un congedo nei suoi confronti. Avevo semplicemente voglia di tornare a contatto con i granelli di sabbia, contatto che sembra interessare anche a lei visto i suoi piedi scalzi.
     
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38 replies since 29/10/2010, 08:59   316 views
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