C'è nessuno?

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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Non posso fare a meno di maledire la mia stupidità. Non solo sono riuscita a perdermi ma sono stata in grado di chiedere aiuto a un egiziano di seimila anni che si è divertito a terrorizzarmi. Non ho la più pallida idea se mi avrebbe anche uccisa o se solo voleva giocherellare con me, ma visto l'osso umano (o almeno, che io ritengo che fosse umano) che sbucava dal terreno nella zona dove ci siamo fermati, direi proprio che avrei fatto una brutta fine se non fossi riuscita a scappare. Il punto è che non so nemmeno come ci sono riuscita! Mi son solo messa a correre in una direzione a caso, e lui - per mia fortuna - non mi ha seguito. Che mi ritenesse simpatica e quindi abbia deciso di risparmiarmi? Ne dubito altamente. Non è sembrato molto felice quando ha scoperto che sono del Talamasca. Scoperto... mi ha letteralmente strappato dalla mente l'informazione. Va bene che sono stata io la prima a cercare di entrare nella sua mente, ma nel mio caso si trattava di autodifesa. Mi sembra giusto che una ragazza (quasi) indifesa possa cercare di accedere alla mente dell'unico uomo che ha trovato nella zona e che potrebbe aiutarla. E se fosse stato un maniaco? Se mi avesse portata ancor più in mezzo al bosco?
    Cosa che probabilmente ha fatto, visto che non vedo l'uscita da nessuna parte.
    Sono persa, dannatamente persa, irrimediabilmente persa.
    E, soprattutto, sono affaticata dalla corsa, stanca, e dolorante un po' dappertutto. Ormai sarà notte fonda, temo. E ci vedo ben poco. Per tutto il tempo che ho corso son finita in mezzo a rovi e sono inciampata, quindi mi sono sicuramente procurata bolli e graffi. Potrei benissimo star sanguinando. E questa non è per niente una buona cosa. E se il sangue attirasse qualche animale... o... qualche vampiro? Dei primi mi preoccupo poco, ma dei secondi... beh, in questo momento non son sicura che riuscirei a fare alcunché per difendersi.
    Poi, devo anche considerare un'altra possibilità: e se lui fosse qua intorno? Se si stesse prendendo solamente gioco di me?

    Mi guardo intorno, illuminando con la torcia gli alberi e il sottobosco. Non mi pare che ci sia qualcuno o qualcosa nelle vicinanze, ma non ne posso essere certa al cento per cento. Non ho certo la vista di un vampiro! No, solo quella di una comune umana. Per quanto io non sia poi così tanto comune, ovviamente.
    Il fatto è che, se da una parte sarei sollevata se non ci fosse nessuno nelle vicinanze, dall'altra... se non trovo qualcuno potrei anche morire in questo bosco. Che cavolo! Dov'è Neris quando serve?
    "C'è nessuno?" Urlo, prendendo spunto da quello che dice una certa particella di sodio in una pubblicità. In realtà, non sono per niente sicura che urlare sia una buona idea, ma non ho altra scelta. Purtroppo non ho mai pensato di comprarmi una dannata bussola e quindi non ho la più pallida idea di come tornare al cosiddetto mondo 'civilizzato'.
     
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    Il buio, il freddo, l'odore delle foglie e degli alberi, il rumore degli insetti che volano o che si arrampicano. E' questo che sento, all'improvviso. Sono appena giunto sulla Terra. E' la prima volta dopo tanto tempo, dopo... quella missione. Ma non voglio pensarci. E' il passato, ora mi devo occupare del presente. Ho una missione da compiere. Mi è stato ordinato di raggiungere questa città, e così ho fatto. Mi ero quasi dimenticato di tutti i colori, i rumori e gli odori della Terra. E' tutto così... vario.
    Indosso un giaccone nero, con sotto una camicia bianca, cintura nera, pantaloni neri e scarpe nere. All'anulare destro porta il mio anello celestiale, e con la mano sinistra tengo invece la mia fida spada, che ora ha le sembianze di un bastone da passeggio grigio con il pomello bianco. Ho con me anche il portafogli e un cellulare.
    Ho deciso di apparire in un bosco di notte per evitare sguardi indiscreti. Vedere comparire all'improvviso un uomo dal nulla potrebbe essere considerato da certe persone "strano". Così eccomi qua, lontano da occhi che potrebbero spiarmi.
    Forse.
    Infatti sembra che ci sia qualcuno. Noto il fascio di luce di una torcia, e poi il rumore di passi. Poco dopo una voce femminile urla: "C'è nessuno?".
    Seguendo il fascio di luce e il rumore dei suoi passi, cerco di raggiungerla. E' buio, pertanto pongo avanti il bastone tastando il terreno davanti a me per evitare di inciampare in ostacoli di vario genere. Faccio attenzione a non ferirmi con rami bassi e rovi.
    Una volta giunto dalla ragazza, con voce gentile ma sicura e ferma dico: "Salve signorina. Si è persa? Ha bisogno di aiuto?".
     
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    Mi sono ormai rassegnata di essere sola, quando una voce vicina mi fa prendere un colpo. Mi giro di scatto, rischiando di inciampare in un qualcosa non meglio identificato, e illumino con la torcia una figura maschile.

    "Sì, ho bisogno di aiuto." Rispondo, con un tono tra lo speranzoso e il preoccupato. Se lui è un'altra creatura malvagia giuro che se ne esco viva abbandono il Talamasca! No, è meglio non fare giuramenti simili... perché ho qualche dubbio che mai abbandonerò il mio lavoro. Non da viva, almeno. "Mi sono persa in questo bosco e poi ho fatto un brutto incontro. O almeno credo."
    Eccomi di nuovo a chiedermi se i miei incontri più negativi in realtà non siano positivi. Insomma, studiare certe creature è sicuramente pericoloso, quindi sono abituata a rischiare la vita. Eppure... non vedo molto di entusiasmante nel mio incontro con Ardeth, anche perché di lui ho scoperto ben poco. E non mi piace rischiare per niente, o per quasi niente. Ho scoperto che ha seimila anni e devo ammettere che questo è un particolare che l'ha reso molto interessante ai miei occhi. Ma questo non mi aiuta a dimenticare che quel disgraziato si è divertito a spaventarmi, soprattutto nel momento in cui ha dimostrato di non amare noi osservatori.
    "Per fortuna si è limitato solo a spaventarmi, anche se... non ho idea di cosa mi avrebbe fatto se non fossi riuscita a fuggirgli." Continuo. "Spero che lei non abbia intenzione di emularlo."

    Non voglio sembrare acida e ingrata a un mio aspirante salvatore, ma visto quello che è successo, non mi fido più di nessuno. Non in questo momento, almeno. Non ho la situazione sotto controllo e dipendo dall'uomo che è di fronte a me. Odio quando la situazione mi sfugge di mano! E per un capriccio, poi!
    "Io sono Kim." Mi presento, quasi a mo' di scusa.
     
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    La ragazza si volta di scatto e mi punta addosso la torcia. L'improvvisa luce mi fa chiudere gli occhi per qualche istante, poi li riapro, e fisso la mia interlocutrice mentre mi parla. Sembra parecchio agitata.
    Dice "Sì, ho bisogno di aiuto. Mi sono persa in questo bosco e poi ho fatto un brutto incontro. O almeno credo. Per fortuna si è limitato solo a spaventarmi, anche se... non ho idea di cosa mi avrebbe fatto se non fossi riuscita a fuggirgli." Sembrerebbe il classico caso di ragazza spaventata da un maniaco. Con voce tranquilla e con un'espressione seria ma rassicurante replico "Capisco. Appena può fornisca la descrizione di questo malvivente alle autorità competenti, se ne è in grado, e denunci l'accaduto."
    "Spero che lei non abbia intenzione di emularlo." continua la ragazza. Ha paura di me. E' normale, per lei sono un uomo qualsiasi comparso all'improvviso, in un bosco buio. Resto in silenzio per qualche secondo, poi rispondo "Non ho intenzione di farle del male. Anzi, se lo desidera, posso aiutarla. Mi dica, si è per caso ferita?". Non mi sembra che lo sia, ma è sempre meglio essere sicuri.
    Infine la ragazza si presenta "Io sono Kim." "Piacere di conoscerla. Può chiamarmi John." dico io. Non è il mio vero nome, ma è meglio mantenere un profilo basso per ora. Del resto sono appena arrivato. Distolgo lo sguardo da Kim e inizio a guardarmi intorno, nel buio.
    "Mi dica... l'individuo che l'ha terrorizzata che aspetto aveva?" chiedo.
     
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    Dare alle autorità competenti la descrizione del malvivente? A questo pensiero non posso fare a meno di sorridere. E che cavolo potrebbero fare? Farsi ammazzare? Sarebbe deprimente vedere un poliziotto combattere contro una creatura di seimila anni. Per quanto fosse esperto, finirebbe molto male in pochi istanti. E io non voglio rischiare che qualcuno si faccia male a causa mia. L'ho rischiato per troppe volte. Devo crescere, devo riuscire a difendermi da sola. Spero solo che John non finisca per rischiare la vita per proteggermi. Ma in questo momento non sono proprio in grado di trovare la strada per uscire da questo bosco intricato, di conseguenza non posso fare a meno di appoggiarmi a lui, di chiedergli il suo aiuto.
    Poi... potrei dire che in questo caso l'autorità competenti non sono certo la polizia o simili: sono, al massimo, il Talamasca e i cacciatori. E, per quanto io consideri quest'ultimi molto utili, non sono sicura di apprezzare completamente il loro operato. Hanno la tendenza a uccidere i nostri soggetti di studio e, per quanto riguarda me, non ne ho mai trovato uno nel momento del bisogno. E' una cosa deprimente.

    "Non so, credo di star bene." Affermo, un po' dubbiosa, spostando leggermente la torcia in modo da non rischiare di accecarlo. "Sono un po' dolorante per le cadute e temo di essermi graffiata con i rovi ma non ho niente di grave."

    "Non sono sicura di poterlo descrivere. Con questo buio non è che ho potuto vedere poi molto." Mento, senza farmi troppi problemi. Non vorrei che John, trovandoselo di fronte, lo affronti per proteggere l'onore di una ragazzina che nemmeno conosce. Anche se la mia non è una vera e propria bugia, visto che la luce della torcia non mi ha permesso di vedere perfettamente la... creatura. "Ma non credo che sia da queste parti. Dovrei essere riuscita a sfuggirgli, anche se facendolo temo di essermi inoltrata ancora di più nel bosco. Lei ha idea di come uscire di qui?"

    In realtà, ci sarebbe un'altra domanda che vorrei fargli: che ci fa in questo bosco a notte fonda? Ma non vorrei sembrare ingrata. L'importante è, in questo momento, che mi riporti in città, poi può succedere di tutto e di più. In città, nelle strade illuminate dai lampioni, mi sento più a mio agio. Mi troverei... nel mio territorio, potrei dire. Almeno saprei dove mi trovo e dove devo passare per ritornare in sede. Beh... questo non è proprio totalmente vero, ci sono zone della città che non conosco a menadito, ma sicuramente la conosco molto più di questo bosco.
     
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    "Non so, credo di star bene. Sono un po' dolorante per le cadute e temo di essermi graffiata con i rovi ma non ho niente di grave" risponde la ragazza. Come pensavo, non si è fatta nulla di grave.
    "Molto bene" rispondo mantenendo un'espressione seria, ma dentro di me tiro un sospiro di sollievo.
    "Non sono sicura di poterlo descrivere. Con questo buio non è che ho potuto vedere poi molto. Ma non credo che sia da queste parti. Dovrei essere riuscita a sfuggirgli, anche se facendolo temo di essermi inoltrata ancora di più nel bosco." continua Kim. Questo mi rallegra meno. Un criminale del genere potrebbe fare del male a qualcun altro, sapere almeno come si chiama o com'è fatto mi sarebbe stato utile. Non importa, sarà per un'altra volta.
    "Lei ha idea di come uscire di qui?" mi chiede. Teoricamente lo sapevo, ma con questo buio ho perso il senso dell'orientamento, e potrebbe essere un problema anche per me trovare una via di uscita. Certo, potrei illuminare l'ambiente o svolazzare via e vedere tutto dall'alto, ma nel fare questo dovrei rivelare la mia vera natura. Non che sia un problema, però...
    Certo, è meglio far uso dei miei poteri in un bosco di notte che in una strada in pieno giorno.
    Sto in silenzio per qualche secondo, mentre penso, poi dico:
    "A dire la verità, no, non so da che parte andare. Però so come scoprirlo. Possibilmente non riveli a nessuno ciò che sto per fare senza prima avermi informato."
    Detto questo chiudo gli occhi per qualche istante, per poi iniziare a sollevarmi da terra.
    CITAZIONE
    Gravità: Permette di sfruttare la forza di gravità per sollevare se stesso da terra o altre persone od oggetti, ma NON di muoverli (non è telecinesi).
    Livello 1 e 2: resta sospeso per tre turni.
    [Turno 1]

    Mi muovo verso l'alto piegando le leggi della gravità, fino a superare le punte degli alberi, mi guardo intorno e vedo le luci della città. Ora so in che direzione andare. Torno verso terra, dolcemente e lentamente, e dopo essere atterrato indico con il braccio la direzione in questione e con voce ferma dico "Dobbiamo andare da quella parte."
     
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    Quando John mi chiede di non rivelare a nessuno quello che sto per vedere, mi viene un sospetto. Beh... non che prima non ce l'avessi. Chi diavolo va nei boschi di notte oltre un'osservatrice scema, creature sovrannaturali e umani con poteri? Nessuno.
    Infatti, un attimo dopo John si alza in volo. No, volare non è il termine appropriato... o forse sì? Penso, considerando la situazione. La sua sembra di più essere una capacità che interferisce con la gravità, ma non ne posso essere assolutamente certa. Ben presto il giovane uomo sparisce tra le foglie degli alberi (e nell'oscurità della notte). Rimango col volto e la torcia rivolti verso l'alto, aspettando che ritorni a terra e considerando le varie possibilità. Il problema è che non ho idea di chi e... che cosa sia. Un fatto insopportabile per un'osservatrice.
    Chiudo gli occhi, concentrandomi su me stessa, sul suono del mio cuore e su tutto quello che mi circonda. Ora che ci faccio caso, percepisco una leggera energia, come un impronta che mi dice 'sì, non è un umano'. Purtroppo non sono poi così abile ed è già una fortuna essere riuscita a percepirla. Che sia una creatura potente? O la paura che ho provato fino a poco fa, la mia agitazione e la mia stanchezza, hanno interferito con le mie capacità? Sarebbe possibilissimo. E' già tanto se riesco a stare in piedi.

    Riapro gli occhi, e poco dopo John torna a terra, indicando la direzione che dobbiamo prendere per uscire dal bosco.
    "Grazie, se non c'era lei non so come avrei fatto a trovare la direzione." Affermo, come se svolazzare per potersi orientare fosse la cosa più normale del mondo, mentre arrampicarsi sugli alberi per farlo no. Arrampicarsi sugli alberi... perché non mi è venuto in mente? Mah... sarei caduta subito. "Ehm... senta... non sono certa di poterle assicurare che non dirò niente a nessuno." Continuo, sincera. "Sicuramente non lo andrò a dire a chiunque io incontri, ma - essendo un'osservatrice del Talamasca - ..." Lascio la frase a metà, fissandolo quasi speranzosa. Non ho idea se conosca il Talamasca, ma spero che non abbia niente contro noi osservatori.

    "Non è che posso darle del tu?" Domando, sperando di riuscire a portare la conversazione a un tono un po' più personale. Non mi piace essere informale con il mio salvatore... sperando che lo sia veramente.

    CITAZIONE
    Liv. I - Cultura generale non approfondita in occultismo, spiritismo e magia, l'osservatore ha molte lacune da colmare con l'esperienza.
    Liv. I - L'osservatore percepisce energie solo se queste provengono da esseri plurimillenari o di alto livello (se sono in grado di nascondere la loro energia no) Si accorge che l'essere che ha davanti non è umano solo se questo presenta evidenti segni soprannaturali. (Pallore accentuato, canini, ali, code etc etc)

     
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    "Grazie, se non c'era lei non so come avrei fatto a trovare la direzione" mi dice. Non sembra poi così sorpresa. Mi sarei aspettato delle domande, o quanto meno un'espressione di stupore. Nulla. Beh, meglio così. Forse è una persona dal carattere molto freddo. Oppure è abituata a vedere uomini che volano. "Di nulla, è stato un piacere" rispondo io con la solita flemma.
    "Ehm... senta... non sono certa di poterle assicurare che non dirò niente a nessuno.
    Sicuramente non lo andrò a dire a chiunque io incontri, ma - essendo un'osservatrice del Talamasca - ..."
    Un osservatrice del Talamasca. Uhm. Non mi è stato detto nulla a riguardo. Dal nome sembra una setta o comunque un'organizzazione. E questa ragazza ne fa parte. Che abbia a che fare con la sua totale mancanza di stupore verso il mio potere? Forse. Meglio informarsi.
    "Cosa sarebbe esattamente un... osservatore del Talamasca?" chiedo serio fissando la ragazza. Ora sono curioso. Prima l'interesse verso di lei riguardava un semplice atto di altruismo e aiuto, ora desidero ricevere delle risposte.
    "Non è che posso darle del tu?" continua lei. "Certo." La logica suggerirebbe di non dare troppa confidenza a un'estranea conosciuta in un bosco di notte, ma mi sembra abbastanza innocua.

    Edited by WarrenByron - 8/11/2010, 14:12
     
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    In realtà non sono proprio certa che sia stata una buona idea nominare il Talamasca, ma - visto che lui mi ha mostrato un suo potere - mi sembra una persona abbastanza affidabile. Che io sappia, se uno vuole farti del male, non ti dimostra di non essere un semplice umano solo per capire da che parte bisogna andare. Al massimo, ti fa credere di sapere già la direzione e ti porta chissà dove. Già... si vede che ho avuto una brutta esperienza in questo bosco, eh!? Credo proprio che non ci entrerò mai più... se non accompagnata da un esperto del luogo e con una bussola ben al sicuro in tasca. Rifletto, anche se dubito che ci metterò piede nei prossimi... anni.

    "Il Talamasca è un associazione che studia il paranormale." Spiego, semplicemente. "Noi non cacciamo chi non è umano o chi dimostra di avere delle capacità... fuori dal comune. Noi li osserviamo, possibilmente da lontano, e - se necessario - diamo una mano a chi ha bisogno."

    Smetto di parlare per qualche istante, considerando quello che ho detto fin ora. Non ho rivelato nessun segreto, ma non sono nemmeno stata completamente sincera. Almeno sul mio modo di stare lontano dalle creature osservate.
    'Noi osserviamo e registriamo, ma non interveniamo mai.' Affermo, ripetendo uno dei motti - delle regolei - più importanti del Talamasca. Quello che il mio maestro amava ripetermi in continuazione. Quello che - per quanto io lo sappia a memoria - non mi è entrato nella testolina. "Peccato che io me lo dimentichi sempre... tendo ad avvicinarmi troppo, a rischiare troppo. E, alle volte, sono i guai a venirmi a cercare, e non il contrario." Continuo, più parlando a me stessa che al mio interlocutore. So fin troppo bene di essere un disastro. La curiosità è il 'dono' necessario per fare il mio lavoro, ma ne è anche la maledizione. La troppa curiosità può portarti alla morte. E io sono tremendamente curiosa: devo sempre ficcare il naso dove non dovrei.
     
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    La ragazza mi spiega cos'è questa Talamasca, dicendomi "Il Talamasca è un associazione che studia il paranormale. Noi non cacciamo chi non è umano o chi dimostra di avere delle capacità... fuori dal comune. Noi li osserviamo, possibilmente da lontano, e - se necessario - diamo una mano a chi ha bisogno. Noi osserviamo e registriamo, ma non interveniamo mai". Ecco perchè non si è stupita quando mi sono sollevato da terra. E' abituata a studiare il paranormale, e quindi, probabilmente, anche angeli. Un'organizzazione del genere, quindi, possiede enormi informazioni sulle razze paranormali.
    "Capisco. Malgrado fossi all'oscuro dell'esistenza di questa associazione, non sono sorpreso che alcune persone abbiano iniziato a studiare il paranormale. Soprattutto in questa città, dove la presenza di fenomeni e entità sovrannaturali è molto elevata" rispondo tranquillamente.
    Poi la ragazza continua "Peccato che io me lo dimentichi sempre... tendo ad avvicinarmi troppo, a rischiare troppo. E, alle volte, sono i guai a venirmi a cercare, e non il contrario". Mi viene un'idea. E se il malvivente che l'ha terrorizzata fosse anch'esso una creatura sovrannaturale? Combacierebbe con il suo curioso approccio al paranormale. "Se posso, è stato per caso un elemento paranormale a spaventarla, prima?" se la risposta sarà affermativa, forse dovrei adoperarmi per impedire che avvenga di nuovo. Devo mantenere la pace, e un buon modo per farlo e tenere sotto controllo entità particolarmente pericolose.
    "Comunque, poichè mi ha rivelato la sua vera natura, e giusto che io faccia altrettanto. In realtà io sono un angelo del Paradiso, un Principato per l'esattezza, e sono qui in missione per conto del Signore. Nuovamente, le devo chiedere di avere una certa discrezione. In quanto osservatrice potrà pure rivelarlo ai membri della sua... organizzazione... ma si assicuri che nessun'altro lo sappia. Se si spargesse la voce sarebbe sconveniente, per me" dico con il solito tono fermo e sicuro.
     
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    Un angelo.
    Un angelo del Paradiso, un angelo bianco. Devo ammettere che ora mi sento molto più a mio agio: non solo ho trovato una creatura interessata alla mia sicurezza, ma ora sono abbastanza sicura che non lo sto cacciando nei guai fino al collo. Se una certa persona tornasse, lui potrebbe affrontarla. Almeno spero.

    Mi rendo conto che è tornato a darmi del lei - anzi, in effetti, non ha mai smesso - ma non ci faccio più di tanto caso. Non ha la minima importanza: John sarà abituato così, e non ho intenzione di costringerlo a dare del tu a una ragazzina che nemmeno conosce. Una ragazzina che sarebbe in grado di bombardarlo di domande, se non si fosse resa conto che - forse, forse - è prioritario uscire dal bosco.

    "Un angelo bianco? Ne sono felice." Affermo. "E' proprio arrivato al momento giusto, allora." Sorrido, per quanto non credo che con questo buio lui possa vedere più di tanto. Forse dovrei ringraziare il cielo per quest'incontro. Dopotutto, lui arriva da lassù. "Sì, poco fa ho incontrato una creatura sovrannaturale... non ho idea di che specie fosse e, a dire il vero, non so nemmeno se sarebbe arrivato ad uccidermi. Ma ho sospetto che l'avesse già fatto." Rabbrividisco, ripensando all'osso e al fucile che sporgevano dal terreno. "E che fosse una di quelle creature che mangiano le proprie vittime."
    Per quanto potrei rivelargli altre informazioni - il nome e l'età della creatura - decido di evitare. Non ho idea se lui si chiamasse veramente Ardeth Bay, e a dire il vero in questo momento il nome non è che servi poi molto. L'età, forse, sarebbe più utile, ma senza sapere di che creatura si tratta, non potrebbe aiutarci più di molto. Al massimo spaventarci.
    "Ovviamente, non andrò a dire in giro il suo segreto, John. Noi osservatori studiamo, ma non riveliamo." Commento, cambiando tutto d'un tratto argomento. "Le nostre conoscenze non ci servono di certo per trarne profitto... ma sono solo... conoscenze."
    A dire il vero non ho idea se mi sono spiegata. Non sono in molti coloro che cercano la conoscenza come tale, senza avere altri obbiettivi. Io voglio conoscere il mondo e sono terribilmente affascinata da tutto ciò che la scienza considera innaturale o impossibile. In questo momento, per esempio, vorrei chiedergli cos'è esattamente un Principato. Purtroppo le mie conoscenze sugli angeli sono molto scarse, essendo il mio campo di studio i vampiri. I vampiri e, se proprio voglio aggiungerli, i risveglianti e gli spiriti. Scelte, ovviamente, legate a motivi personali: la mia matrigna è una vampira, il ragazzo di cui mi sono presa una cotta (e che poi se ne andato) è un risvegliante e quando ero piccola uno spirito mi faceva compagnia... o almeno quello era il suo obbiettivo. Il problema era che io avevo paura di lui.

    "Le chiederei cos'è un Principato, ma forse è meglio prima uscire di qui." Affermo, con un sospiro. "Ha detto che la direzione è quella, giusto?" Continuo, indicando - più o meno - dove ha indicato lui prima. "Chissà se riusciamo a trovare un sentiero, da qualche parte. Sono leggermente stufa di camminare o correre tra i rovi."
     
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    La ragazza sembra più a suo agio ora che sa che sono un angelo. Beh, è comprensibile. Per la maggior parte delle persone siamo simboli di speranza e sicurezza.
    "Sì, poco fa ho incontrato una creatura sovrannaturale... non ho idea di che specie fosse e, a dire il vero, non so nemmeno se sarebbe arrivato ad uccidermi. Ma ho sospetto che l'avesse già fatto" mi dice la ragazza. Come sospettavo. Questo conferma ulteriormente la tesi che questo posto presenta una grande presenza di fenomeni paranormali. "E' un peccato che lei non mi sappia dare altre informazioni. Una creatura del genere andrebbe quantomeno tenuta sotto controllo". Già, almeno. Sono venuto qui in missione di pace, e quindi per evitare che nascano conflitti. Ciò di cui non ho proprio bisogno sono individui che spaventano le ragazze nei boschi di notte.
    "E che fosse una di quelle creature che mangiano le proprie vittime." continua lei.
    "Oh. Intende una sorta di bestia? Oppure un cannibale?" chiedo. Non ho informazioni sufficienti per capire chi è questo tizio, ergo sono curioso. Comunque l'importante è che la ragazza stia bene, e che questo tipo non sia più nei paraggi.
    "Ovviamente, non andrò a dire in giro il suo segreto, John. Noi osservatori studiamo, ma non riveliamo. Le nostre conoscenze non ci servono di certo per trarne profitto... ma sono solo... conoscenze."
    "Quindi voi studiate per il semplice desiderio di conoscere, senza secondi fini? E' un bene. Il vero saggio tende verso la conoscenza a la ricerca come un amante cerca l'oggetto del suo desiderio, senza scopi secondari, ma solo per starvi insieme." In poche parole, questi osservatori sono gente saggia. E forse potrebbero anche tornarmi utili. Lei ha detto che non rivelano nulla, ma forse potrebbero fare un'eccezione per un angelo in missione per conto di Dio.
    "Le chiederei cos'è un Principato, ma forse è meglio prima uscire di qui. Ha detto che la direzione è quella, giusto?" chiede indicando la via. "Sì è quella. Comunque se lo desidera posso spiegarle cos'è un principato mentre camminiamo. Non mi crea alcun problema. Ah potrebbe puntare la torcia in quella direzione? Sarebbe utile". Inizio a camminare nella sopracitata direzione, usando sempre il bastone da passeggio per tastare il terreno ed evitare di inciampare. Sono abbastanza infreddolito, ma mi rincuora il fatto che, prima o poi, usciremo da questo posto.
     
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    "A dire il vero non ho idea." Rispondo, alle sue ulteriori domande sul mio... aggressore. Ed è vero. Non sono in grado di comprendere la razza di una creatura semplicemente guardandola: ho bisogno di segni, parole, indicazioni per poter fare quanto meno una mia teoria, che può poi rivelarsi azzeccata come completamente sbagliata.

    Mi sento un po' orgogliosa del mio lavoro, quando John afferma che noi osservatori siano persone sagge. A dire il vero non sono sicura che tutti gli osservatori sono saggi... anche noi - nella nostra storia - abbiamo avuto le nostre pecore nere. E io... beh... più che saggia, mi sento una bambina che ficca il naso in faccende che non dovrebbero riguardarla.

    Punto la torcia davanti a noi, illuminando alla bell'e meglio la zona dove dobbiamo passare, ossia un'intricato sottobosco che spero, prima o poi, diventi un bel sentiero da seguire con comodità. "Sarebbe perfetto." Affermo, rispondendo alla sua proposta di spiegarmi cos'è un principato strada facendo. Mi incammino dietro di lui, un poco agitata ed... esaltata, forse. Son felice di come si sia risolta la situazione: non solo ho trovato una persona che mi ha salvato ma posso anche tentare di fargli un'intervista! Con tanto tatto, possibilmente, e cercando di non... farglielo notare troppo. Insomma, non credo che a nessuno piacerebbe essere bombardato di domande da un momento all'altro. Ma durante il tragitto non possiamo certo rimanere in silenzio per tutto il tempo... e durante la conversazione potrebbe 'scapparmi' qualche domanda.
     
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    La ragazza non mi sa dare ulteriori informazioni sulla mistica creatura che l'ha terrorizzata. Beh, suppongo di dover lasciar perdere. Però almeno ora so che c'è una pericolosa creatura sovrannaturale che vaga per questo bosco.
    Mentre stiamo camminando in direzione della città, muovendoci tra arbusti, cespugli e alberi, la ragazza afferma di voler sapere cos'è un Principato. Così io, con tono calmo e lento affinchè capisca tutto con esattezza inizio a spiegare.
    "I principati sono un coro angelico della Terza Sfera, che è quella riguardante i messaggeri divini. Siamo a guardia delle nazioni, e tutto quello che concerne i loro problemi e eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio. Siamo anche degli ambasciatori, e uno dei nostri più importanti obiettivi è mantenere la pace sulla Terra". Dicendo questo mi sento come un maestro di scuola che insegna al giovane alunno curioso. Faccio una breve pausa, poi continuo "E' per questo che mi trovo qui. Devo impedire la nascita di conflitti in questa città".
    Non mi crea alcun problema dire questo a Kim. Non sono mai stato particolarmente incline al mantenere segreti. E comunque non ho rivelato nulla di particolarmente segreto, o pericoloso. Ho solo spiegato il mio ruolo, e perchè sono qui. E poi mi sembra una brava ragazza.
    "Domande?" chiedo, nel caso non abbia definitivamente colmato la curiosità della mia interlocutrice. A dire la verità, penso proprio di non averlo fatto.
     
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Mentre cammino lo ascolto attentamente. Devo ammettere di non essere poi così esperta di sfere, cori angelici e Paradiso, ma la sua spiegazione è ben comprensibile. E mi dà già buoni elementi da cui partire per una ricerca sugli angeli, sulle loro divisioni interne e sui loro compiti. Terza sfera. Rifletto. Quindi lui è un messaggero del cielo. Un messaggero il cui compito è quello di mantenere la pace sulla Terra, di evitare i conflitti.

    "Dev'essere un lavoro difficile." Commento, un po' dispiaciuta per lui. Non so io cosa farei se dovessi cercare di fare il lavoro di un principato. "Noi umani non siamo molto collaborativi riguardo alla pace nel mondo, temo. Ci sono tanti motivi per cui una guerra può scoppiare, alcuni dei quali molto stupidi, e non credo che sia semplice per voi evitare che scoppi un conflitto... in qualsiasi scala sia."
    Basta pensare a me. Proseguo nella mia mente. Io sono di natura pacifica, certamente non voglio dover lottare contro malviventi o creature sovrannaturali, ma non sempre chi incontro è d'accordo con me. Un gran peccato. "Poi, ci sono le creature sovrannaturali." Continuo, dando voce a una parte del mio pensiero. "Come per gli umani, anche tra di loro c'è chi pensa solo al male degli altri e ai suoi interessi. E c'è anche chi non ha altra scelta che uccidere per vivere." Mi sto riferendo ai vampiri, ma sospetto che esistano molte altre creature che hanno il loro stesso problema. "Non so se sarà mai possibile che su questo pianeta regni la pace, ma sono felice che ci sia qualcuno che cerchi di evitare il peggio."

    In effetti, comincio a sospettare che era meglio per lui se veniva mandato in un'altra città. Nouvieille certamente non è la città più calma del mondo, anche se non è nemmeno l'unica con un'alta percentuale di non umani. Non gli sarà certo facile portare a termine il suo compito... se mai ci sarà un termine, visto la cocciutaggine e l'insensibilità umana e non. D'altra parte, però, mi fa sentire più tranquilla sapere che lui è qui.

    "Domande!?" Ripeto le sue ultime parole, con un leggero sorriso. "In effetti, lei si è spiegato molto bene, ma... beh... io sono una persona molto curiosa, quindi - col suo permesso - le farei altre domande. Ma non è certo costretto a rispondere." Anche perché, in questo momento, non sono certo nella posizione di obbligare qualcuno a farlo. La prima domanda che mi viene in mente è 'Com'è il Signore?' e la seconda 'Cosa ho fatto di male per meritarmi certe cose?' ma non mi sembra certo il caso di chiedere simili cose. Temo che nemmeno lui potrebbe spiegarmi - e, probabilmente, capire - le azioni di Dio. E anche se lui le capisse, sicuramente sarebbero la mia mente e il linguaggio umano ad essere inadeguati a capirle. E anche chiedergli come sta la mia defunta madre non credo che sarebbe... corretto. O professionale, forse.

    "Lei crede che per mantenere la pace bastino le parole? Insomma, credo che anche lei - prima o poi - si troverà in una situazione in cui combattere sarà l'unico modo per salvare gli altri o se stesso. Probabilmente si è già trovato in situazioni simili. Sembra quasi essere un controsenso cercare il bene, la pace, combattendo e quindi rischiando di fare del male." In realtà la mia non è una vera e propria domanda. Beh... lo è, ma è più sulla natura del mondo che su di lui in specifico. Come si può portare la pace, quando per farlo si ritrova costretti a combattere? Può essere considerata una vera pace? O è solo una finzione e questo mondo è condannato a vivere per sempre nell'ombra dell'incertezza e del conflitto?

    Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant. Penso, ripetendo tra me e me le parole di Tacito che significano 'Là dove fanno il deserto gli danno il nome di pace'.
     
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