Intervista col vampiro

... o era con lo spettro?

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  1. Varonuccia
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    ”Non sai quanto hai ragione”

    Avrebbe voluto dirglielo con il suo bel sorriso sarcastico ed una spruzzata di rosso negli occhi ma si trattenne e mantenne invece quella seccata e non molto felice che si era piantato in faccia da quando aveva deciso di rispondere alle domande della giovane. Comunque quell'atteggiamento non sarebbe durato a lungo, non era capace di tenere il muso a nessuno, tanto più se era consapevole del fatto che non poteva farci niente e che comunque si era preso di diritto un certo vantaggio sull'intera “intervista”. Sospirò guardando Kim in modo annoiato, un miglioramento rispetto all'espressione infastidita di prima; era segno che dopotutto non ce l'aveva più di tanto con lei. Non molto. Sentì il suo disagio e questo gli diede forza e un po' di buon umore.

    “I vantaggi di essere uno spirito maligno”

    Le concedette quel “per me tu sei un amico”, detto con la giusta dose di esitazione perché dopotutto non si conoscevano più di tanto, era il legame con il paranormale che li univa maggiormente, non si faceva illusioni. Perciò era logico pensare che il miglioramento fosse dato da questa sua frase sdolcinata, anche se non era esattamente così. Comunque che lei credesse quello che voleva, non era un suo problema; il dilemma era mantenere la sua reputazione. Segretamente aveva sperato che il senso di colpa la facesse astenere da tutta la faccenda ma a quanto pareva la curiosità aveva una forte presa su di lei, cosa di cui avrebbe fatto bene a ricordarsi in futuro. Non disse nulla, facendo la parte del mezzo offeso che sta scendendo a patti con la situazione e che ci si adatta senza contentezza alcuna, una specie di trattamento del silenzio versione molto minore. Quando Kimberly cominciò ad entrare nel vivo della discussione allora si mostrò più attento; cambiò posizione e poggiò le braccia sul tavolo – anche se non c'era nulla da appoggiare ma vabbè, ormai era abituato a imitare un atteggiamento da persona viva –, il busto leggermente inclinato verso di lei, insomma una posizione che esprimeva comodità assoluta: non voleva darle la soddisfazione di sentirsi anche solo in qualche modo superiore. Ok, era un pensiero stupido, Kim non era quel tipo di persona, però ci teneva a far vedere che non aveva paura.

    Non sempre è così. annunciò distruggendo questa sua conoscenza con un certo piacere anche se non lo diede a vedere per educazione, La maggior parte di noi, intendo di tutte le tipologie, è vestita come nel momento della morte ma ci sono anche altri che hanno vestiti differenti o che si modificano nel tempo o che possono essere cambiati a piacimento. Nel primo caso possono essere differenti prendendo l'aspetto dei vestiti usati più spesso o comunque abiti a cui il morto è particolarmente legato, sai, la maglietta preferita e cose varie. Nel secondo caso i vestiti cambiano per conto loro, non si sa per quale ragione; io rientro in questa categoria. confessò, Nell'ultimo caso invece è lo spirito che sceglie come vestirsi attraverso il proprio desiderio o tramite un oggetto magico. disse per poi infine spiegare, Non si sa perché ci siano queste differenze ma secondo me è per il fatto che ognuno di noi ha la propria personalità.

    A questo punto il tono e l'atteggiamento erano più calmi e tranquilli, parlare gli piaceva e si vedeva. Si chiese cosa Kimberly avrebbe dedotto da quello che le aveva detto; forse si sarebbe più incuriosita su alcuni punti, per esempio l'uso di un oggetto magico o i suoi stessi vestiti. In questo senso cominciava anche lui ad essere curioso delle reazioni e dei ragionamenti della bieca bionda. Si chiese anche se la ragazza arrivasse a ragione a pensare che il vestito non fa il monaco e che quindi gli abiti di uno spettro non sempre denotassero la sua epoca di appartenenza.
     
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31 replies since 10/11/2010, 12:12   408 views
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