Romeo Sierra: lavorando per Neris Iaia

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  1. ~ Romeo.
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    Altra 'sgocciolatura'



    L’idea di un ulteriore gioiello, ovvero l’anello che avrebbe ospitato il potere utile a mutarla e renderla in tutto e per tutto un animale a quattro zampe, come tale è il fennec, per un po’ restò sospesa nei pensieri di Neris, come difatti dimostrò l’attimo d’attesa e di silenzio. E mentre l’Artigiano attendeva, immaginandosi l’anello ruotare attorno al capo rosso-chiomato della donna, questa alla fine rispose affermativamente alla proposta dello spagnolo. Romeo, pertanto, non perse altro tempo e proseguì la scarabocchiatura sul suo foglietto per gli appunti, annuendo più a sé stesso quando sottolineò anch'egli l'osteggiata sfarzosità e rispondendo solo distrattamente e solo nella sua testa all’arrivederci della propria cliente, accorgendosi della sua uscita solo quando questa aprì e chiuse subito dopo la porta, lasciandosi alle spalle la Casa de Artesiana.
    A quel punto, con l’orario ormai andato ben oltre quello solito di chiusura, l’ispanico si ritrovò a non saper cosa fare, se non aspettare, inconsapevole del tempo necessario alla vampira per giungere a casa, prelevare denaro e arpa, dopodiché tornare lì a consegnare quel tutto e prelevarne altrettanto. Perciò, pur di far trascorrere il tempo, iniziò a rigirarsi la penna tra le dita, per poi ricopiare gli appunti presi velocemente e scritti con una calligrafia orrenda e che in più di un’occasione riuscì a metterlo in difficoltà. Quando poi si ritrovò seduto a guardare il soffitto come a volerlo oltrepassare con una vista a raggi X di cui non disponeva, trasognando in ogni caso sé stesso disteso sul proprio letto e già da un po’ tra le braccia di Morfeo, la porta della bottega si aprì nuovamente, lasciando entrare la sagoma dai capelli di fuoco e la pelle opalescente. Neris, Romeo notò di sottecchi, sorreggeva con una tranquillità da fare spavento, l’ingombrante strumento musicale, dall’aria chiaramente vissuta, che poggiò accanto al bancone. Di colpo, nella stanza, tutto perse consistenza e importanza, come se tali caratteristiche fossero state risucchiate improvvisamente ed in quel preciso istante, dalla grossa arpa presente nel centro della bottega. E come se da qualche parte gli fosse stato premuto un bottone, l’iberico iniziò a distanza la scannerizzazione della novità presente nel locale, estrapolando da essa ogni piccolo dettaglio che potesse cogliere in quel momento, in realtà un po’ inopportuno, sapendo molto bene di avere tanto tempo a disposizione per visionare con tutta calma e più accuratezza l’antico strumento. Purtroppo la sua natura glielo impediva e fu solo quando vide qualcos’altro capace di monopolizzare la sua attenzione che si decise a spostare questa da un punto ad un altro della stanza: otto banconote viola apparvero sul bancone, a dimostrazione che la vampira gli stava contraccambiando l’opera compiuta con gli oggetti presenti ancora lì, sul bancone.
    - Molto bene. La ringrazio, signorina Iaia. A questo punto non mi occorre nient’altro. Rimaniamo quindi che attende una mia telefonata quando avrò finito. -
    Un mucchio di parole, utili però a riepilogare il tutto con efficacia e repentinità, oltre a far da cornice al suo gesto solito di celare dal centro della compravendita il denaro, difatti poggiato sulla scrivania. Dopodiché, facendo presente alla vampira l’ora tarda, sottolineando ancora una volta che aveva tutto ciò che gli serviva per compiere il suo dovere, e lasciatole il tempo di prendere quanto aveva appena pagato, la salutò, congedandola con un arrivederci. Successivamente, una volta sparita dal rettangolo formato dalle due vetrate della facciata del negozio, l’ispanico chiuse quest’ultimo, dirigendosi stanco direttamente a letto, attardandosi giusto qualche attimo a guardare, stavolta stranamente restio, la voluminosa sagoma dell’arpa di Neris Iaia.
     
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13 replies since 22/11/2010, 02:14   95 views
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