Partenza

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  1. °°°Haru°°°
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    Aprii gli occhi, era il tramonto.
    La mia non si poteva più definire vita, sopravvivenza era forse il termine più adeguato per definire il mio modus vivendi. Avevo lasciato da sei mesi circa il mio lavoro all'Accademia di Belle Arti, in pratica non avevo aggiornato il contratto, lasciandolo scadere. Successivamente lasciai anche il lavoro alla biblioteca, il mio fisico non riusciva più a starmi dietro e continuare con la mia solita routine era impensabile.
    Dormivo tutto il giorno, la luce del sole mi scottava sulla pelle e mi bruciava gli occhi, l'estate appena passata era stata una tortura. In compenso ero sempre sveglia tutta la notte e lavoravo per il talamasca, mi facevo mandare più che altro consegne per lavori teorici, dove lo studio sul campo serviva a poco.

    "Lizzie, abbiamo caricato tutto in macchina!"
    Esclamò Emilie entrando in camera mia e accendendo la luce di colpo.
    Mugugnai e tirai le coperte fino a coprirmi interamente, testa compresa.
    Ero dimagrita ancora un sacco, l'idea di mangiare iniziava a darmi la nausea, riuscivo a mandar giù si e no un pasto al giorno.
    In compenso avevo una gran voglia di sangue, idea ributtante... Lo so. Mi facevo ribrezzo da sola, ma spesso le mie vene bruciavano, come se non ci fosse abbastanza sangue per tutto il corpo.
    Emilie e le altre non mi lasciavano sola da ormai un anno, a turno venivano a Nouvieille e passavano con me settimane o mesi. Avevano iniziato a chiamarmi "Lizzie" o "Ophelia" sostenendo che con la mia magrezza e al mio pallore assomigliassi alla smunta Elizabeth Siddal in Ophelia. Dipinto che mi ostinavo a tenere esposto nella mia camera.
    Emilie mi tolse le coperte di dosso e mi obbligò ad alzarmi.
    Mi vestii con un comodo paio di Blue Jeans, una maglia nera e uno spolverino nero di cotone pesante che mi arrivava alle ginocchia. Avvolsi attorno al collo una sciarpetta leggera blu e legai i capelli in una coda morbida. Mi truccai un pochino, giusto un po' di colore sulle guance bianche e un filo di matita e mascara sugli occhi.
    Buttai le ultime cose in valigia.
    Si, stavo partendo.
    Me ne stavo andando non ufficialmente dal talamasca, non avrei mai dato un tale disonore ai miei genitori, semplicemente stavo lasciando tutto e tutti quelli che avevo conosciuto a Nouvieille.
    Sarei sparita nel nulla e prima o poi si sarebbero dimenticati di me, cosi come si sarebbero dimenticati di Emilie, di Karin, Susan e anche di Charlotte.
    Si sarebbero dimenticati di noi, che ne avevamo passate tante anni prima nella sede principale del Talamasca, di noi che ne avevamo portato scompiglio, di noi che quattordicenni ci vestivamo di bianco e ci pettinavamo i capelli allo stesso modo.
    Loro erano come sorelle per me, ci eravamo giurate che se una di noi fosse caduta tutte le altre sarebbero state trascinate sul fondo insieme a lei. Promessa adolescenziale ma che erano fermamente intenzionate a portare a termine.
    Ero stata io a cadere per prima.
    Non ero stata abbastanza forte e ora loro mi avrebbero seguita nell'oblio. Mi sarebbero state vicine nei miei ultimi mesi, perche lo sentivo... non sarei rimasta in vita ancora a lungo, e poi sarebbero a loro volta scomparse, facendo dimenticare la loro esistenza.
    Presi la mia valigia e uscii dalla camera, non mi guardai indietro temendo di non avere la forza di chiudere per l'ultima volta quella porta.
    Scesi dalle scale e mi trovai nell'atrio principale Emilie si diresse in cucina, dove stava anche Charlotte.
    Io rimasi li, con l'ultima valigia accanto e il silenzio di quel luogo che mi aveva ospitata tra le sue mura per tanti anni.



    SPOILER (click to view)
    per kim
    fa con calma ^^
    (e tieni quindi conto che la tua pg conosce le png sopra citate)


     
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    Ultimamente sono preoccupata. Non tanto per i via vai in sede, per quanto anche quelli siano duri da accettare, ma per il semplice fatto che Haru mi sembra strana. Molto strana.
    Va bene che non posso dire di conoscerla alla perfezione, ma nell'ultimo periodo c'è qualcosa che non va. Rifletto, considerando il fatto che - le poche volte che l'ho incrociata - non ho potuto non notare quanto sia dimagrita. E quanto sia pallida. In questo, periodo, tra una cosa e l'altra, son riuscita a concentrarmi sul lavoro, ma non mi ci son voluti molti giorni per assimilare ed accettare le scoperte che ho fatto su Adi e Colton. Beh... forse non le ho proprio accettate, ma almeno ci ho quasi fatto l'abitudine.
    E, alla fin fine, vivere in sede non mi permette di non fare caso a ciò che succede di strano in essa. Tutto ciò che non quadra mi viene sbandierato davanti agli occhi.

    Sommersa da questi pensieri, mi dirigo verso la sede, a piedi, dopo esser stata per quasi un'ora a gironzolare per i giardini pubblici, senza fare nulla tranne che congelare. Per quanto ormai l'inverno sia quasi finito, il tempo non è ancora poi così adatto per passare il tempo in mezzo alla natura, anche quella 'addomesticata' dagli esseri umani. L'unica cosa buona, è che posso ammirare la bellezza del tramonto. In questo momento il cielo è rosso fuoco. Uno spettacolo che ho già visto, ovviamente, ma sempre affascinante.
    In ogni caso, questo momento di pausa, mi ha permesso di riflettere un po', e di prendere la decisione che devo smetterla di far finta di niente, di rimanere chiusa nella mia timidezza sempre presente e nella mia insicurezza. Ora ho intenzione di parlare con Haru, per sapere cosa diavolo sta succedendo. Sono fatti suoi, ovviamente, ma se ne vuole parlare... beh... io sono qui.

    Finito di percorrere la stradina che porta in sede, mi ritrovo davanti al cancello. Lo apro manualmente con l'apposita chiave, lasciando che si richiuda dietro di me. Mentre mi dirigo verso la porta d'ingresso, non posso fare a meno di notare una macchina familiare e... carica di bagagli. Mi fermo di scatto, fissandola un poco preoccupata. Cosa diavolo...

    Entro in casa e la prima cosa che noto è Haru, nell'atrio, con una valigia al suo fianco.
    "Haru, cosa...?" Riesco a mala pena a domandare. Una cosa è starsene in camera tutto il giorno perché ci si sente male, un'altra preparare macchina e bagagli per andare chissà dove.

    SPOILER (click to view)
    E ce l'ho fatta! XD
     
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  3. °°°Haru°°°
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    Alzai lo sguardo verso l'alto, ricacciando indietro qualche lacrimuccia che si era fatta vedere nei miei occhi.
    La partenza non si stava rivelando indolore come mi ero aspettata.
    Sentivo Emilie e Charlotte armeggiare e confabulare in cucina, di tanto in tanto ridevano. Per loro non era poi così difficile dire addio al Talamasca. Per me invece lo era.
    Qualche anno prima io e le ragazze eravamo andate a fare un tour dell'Italia ed eravamo rimaste piacevolmente affascinate da Venezia. Li ci stavamo dirigendo. Susan e Karin avevano comprato una casetta a Burano che dava su una delle spiaggette, probabilmente, nonostante le piccole dimensioni e l'indubbia età dell'edificio, dovevano averla pagata veramente un patrimonio. Ma quel posto era incantevole e le due sorelle non avevano certo problemi monetari. Era davvero un posto spettacolare, lontano dalle viette principali, lontano dai traghetti, lontano dalle mandrie di turisti. Il luogo ideale dove sparire per un po'.
    Saremmo arrivate a Venezia in macchina e poi avremmo raggiunto la casa con i vari traghetti.
    I miei pensieri furono interrotti dall'arrivo di Kim.
    Se da una parte avevo desiderato di vederla e salutarla, dall'altra avrei preferito andarmene senza renderne conto a nessuno.
    Kim mi apparve sorpresa e anche un poco preoccupata. Ho snobbato alla grande anche lei negli ultimi tempi, non per cattiveria ma per mio bisogno personale di reclusione. Non riuscivo più ad avere nessun contatto tranquillo.
    Quella volta però mi imposi di rimanere calma e mettermi a disposizione delle sue domande.
    Kim aveva un cuore gentile, se le avessi chiesto di tenere per lei la nostra discussione sono sicura che l'avrebbe fatto.

    "Vado via Kim, non posso più stare qui..."
    Le risposi con un mezzo sorriso tirato.
    Che piega avrebbe preso la nostra discussione, ancora non lo sapevo... Ma sarei stata sincera con lei.

     
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    Va via... Queste due semplici parole mi risuonano nella mente, mentre io la fisso incapace anche solo di capire quello che sta succedendo. Da come l'ha detto non sembra proprio che stia partendo per una vacanza temporanea. Sembra che stia lasciando la sede definitivamente, esattamente come hanno fatto molti altri prima di lei, e come ho fatto io a Roma. Ma perché? Non posso fare a meno di domandarmi, considerando quanto lei sia stata solitaria nell'ultimo periodo. Che abbia qualcosa di grave? Al solo pensare questo mi sento inorridire. Non son sicura che sarei in grado di farcela se se ne andasse anche lei... se... morisse come Lia. Piantala Kim! E' solo una vacanza! Una semplice vacanza...

    "Vai via temporaneamente, vero?" Domando, faticosamente, sperando con tutto il cuore che la risposta sia affermativa. Cerco di sorridere, ma potrei scommettere che la mia somigli di più a una smorfia che a un sorriso. Il fatto è che non riesco assolutamente a immaginare questa sede senza di lei. Haru è stata sempre una specie di punto fermo. Molti sono andati e venuti, ma lei è sempre rimasta qui, sin da quando sono arrivata.
    Probabilmente dovrei chiederle come sta, come ho pensato di fare le poche volte che l'ho incrociata negli ultimi tempi. Ma, come al solito, non ce la faccio... non ce la faccio a superare il muro invisibile che io stessa ho creato tra me e gli altri, un muro che si è assottigliato parecchio negli ultimi anni, ma che continua ad esistere.
     
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  5. °°°Haru°°°
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    Scossi il capo.
    "No, è una partenza definitiva... Anche se non ufficiale."
    Buttai l'occhio all'orologio che tenevo al polso, era ancora abbastanza presto quindi volendo avrei avuto il tempo di scambiare quattro chiacchiere con la mia, ormai ex, collega.
    "Il talamasca non è al corrente e gradirei che rimanesse all'oscuro di questo nostro ultimo incontro e di tutte le cose 'strane' che sicuramente hai notato negli ultimi anni."
    Scrollai le spalle, avevo tenuto lo sguardo vagante per la sala.
    "Non mi importa che sia l'organizzazione in se a sapere ma più che altro non voglio che la notizia arrivi ai miei genitori e alle persone a me care che lavorano li. Sarebbe un duro colpo per loro."
    Infine posai gli occhi sulla figura di Kim, la idealizzavo sempre, vedendola come avvolta da una teca di vetro. Anche io dovevo dare quella impressione. Solo che la ragazza era così per la sua naturale timidezza, io ero cosi per la mia formalità talvolta inopportuna.
    Probabilmente neanche osava chiedermi come mai stessi partendo, forse lo sapeva gia o forse lo immaginava soltanto, la vedevo titubante.

    "Mi dispiace veramente tanto, Kim... Avrei dovuto perdere il senno gia da un paio d'anni, dovrei essere gia all'altro mondo da mesi. Non capisco come mai sia ancora in grado di vivere decentemente ma non voglio mettermi alla prova e non voglio buttare all'aria la tranquillità di questa sede con scandali inopportuni. Quindi è meglio che non mi faccia più vedere."

    SPOILER (click to view)
    scusa il ritardo >_<
    Son le ultime tirate prima dell'ultimo esame e della discussione di tesi, quindi dovrai portare un po' di pazienza!


     
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    Dovrei essere già all'altro mondo da mesi.
    Queste parole bastano per eliminare le mie ridicole speranze e a portarmi alla cruda realtà. Haru sta morendo, la sto perdendo come ho perso altre persone care. E la consapevolezza che, in fin dei conti, non la conosco poi così bene, non cambia la situazione. Non avrei troppi problemi nell'accettare la sua partenza per un'altra sede... beh, sì, li avrei eccome, ma potrei sempre pensare di contattarla in qualche modo, timidezza permettendo. Semplicemente non posso accettare la sua effettiva scomparsa da questo mondo, la sua... morte. Mi sembra tutto così irreale, così inaccettabile, da non riuscire nemmeno a parlare. In questo momento l'unica cosa che vorrei è svegliarmi nel mio letto e scoprire che è stato tutto un sogno... un semplice e inoffensivo incubo. E poterci ridere sopra.

    "Stai... stai morendo?" Domando, per quanto a questo punto sia abbastanza ovvio. Ma non riesco ad accettarlo e, forse, pronunciarlo così, ad alta voce, mi aiuterà a renderlo più reale, per quanto io non sappia se voglio veramente che succeda. Forse preferisco non crederci, per quanto io sappia per esperienza che questo mi renderà solo le cose peggiori.
    Per un attimo mi passa per la mente di chiedere a una certa persona di 'aiutarla', ma ho il sospetto che Haru la pensi come me nei confronti della vampirizzazione. Meglio morire da umani che 'vivere' da vampiri. Anche perché... ne conosce anche lei di vampiri! Se avesse deciso di prendere quella strada... beh, saprebbe a chi andare a chiedere.

    Faccio fatica a rimanere calma... anzi, in realtà non lo sono per niente. Sono semplicemente troppo scioccata per fare alcunché, anche per piangere. Nonostante questo, sento i miei occhi umidi. Non so per quanto potrò resistere.
    "Non... non c'è qualcosa che posso fare?" Domando, per quanto sappia anche io che è una domanda stupida. Che potrei fare io che non può fare un dottore? A dire il vero non so nemmeno che cosa abbia.
    SPOILER (click to view)
    Non ti preoccupare e fai con tutta calma! ^^ Anzi, scusa te per il ritardo ma in questo periodo proprio non riesco a seguire il forum: gli esami sono vicinissimi e ho tante cose da studiare. -.-
     
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  7. °°°Haru°°°
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    Una domanda così diretta da Kim non me la sarei mai aspettata.
    Era forse la prima persona che usava la parola 'morte' con me a tal proposito. Non mi sconvolse, lo conoscevo il mio destino.
    Annuii quando me lo chiese e sorrisi pacatamente.
    La vidi sconvolta da quella rivelazione e mi dispiaceva vederla cosi... Ma se c'era una persona a cui potevo dire quello che mi stava realmente succedendo, avendo la certezza che non avrebbe detto nulla ai superiori, quella era Kim.

    "No, purtroppo non c'è nulla che si possa fare. Per tornare almeno ad una sorta di normalità dovrei ricominciare ad assumere il sangue di Leon e continuare così a tempo indefinito. Ma non posso e non voglio più farlo... E non voglio nemmeno affidarmi ad un altro vampiro per provare a soffocare gli effetti dell'astinenza con altro sangue oppure farmi proprio vampirizzare. Non è la soluzione che cerco. Preferisco... Preferisco cosi. E' dura da accettare ma è l'unica via."
    Risposi.
    Avevo detto cose che forse Kim non riusciva neanche a cogliere appieno. Non le avevo mai parlato di Leon, non sapevo neanche se lo conoscesse o meno, cosi come non era neanche a conoscenza del genere di legame indissolubile che mi legava a lui.

    "E' stato un mio errore, Kim. Fidarsi di un vampiro, affezionarsi ad un vampiro, non porta mai a nulla di buono. L'ho capito troppo tardi e ora devo pagare le conseguenze della mia debolezza."
    Mi avvicinai a lei e le presi le mani tra le mie. Erano calde, le mie invece erano gelide come lo erano ormai da mesi. Mi sembrava quasi di non avere più sangue in corpo, talvolta sentivo le vene tendersi e bruciare..
    "Sarai tu a prendere il mio posto qui? Dimmi di si, mi farebbe immensamente piacere. Non voglio che questa sede venga amministrata da terzi."
     
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    Vederla annuire così tranquillamente mi fa quasi rabbrividire. Per quanto io rischi la vita ogniqualvolta esco dalla sede - e, in effetti, anche quando non esco... vista la mia fortuna - non so se riuscirei ad accettare di non avere possibilità di scampo, di non poter combattere in alcun modo contro qualcosa che mi sta uccidendo. Ma, alla fin fine, cosa si potrebbe fare? Cosa può fare Haru, se non resistere il più lungo possibile?

    Quando cita un certo Leon non posso fare a meno di chiedermi chi è. Non mi sembra di averne mai sentito parlare, ma dalle sue parole è ovvio che sia un vampiro. Son sicura che ci dev'essere una relazione su di lui da qualche parte nell'archivio, ma - a quanto pare - non ho ancora avuto la possibilità di leggerla. D'altronde, con tutte le relazioni che ci sono, è difficile riuscire a leggerle tutte... e a conoscerle il più possibile di quello che vi è scritto. Sto zitta mentre Haru parla, riflettendo e cercando di 'assimilare' la cosa. Mi ci vuole un attimo perché mi si accenda una lampadina. Astinenza, bere sangue di vampiro... non è che... è stata marchiata!? Non posso fare a meno di pensare, quasi incredula all'idea. Per un istante provo il forte bisogno di chiederglielo per avere una conferma. Ma, semplicemente, non riesco ad aprire la bocca, non me la sento di costringerla in qualche modo a parlare di qualcosa di così tanto personale... qualcosa di cui - come lei stessa ha detto - sta pagando le conseguenze.

    Mentre sta dicendo di aver sbagliato a fidarsi ed affezionarsi a un vampiro, il mio pensiero non può fare a meno di andare a Neris, e ai miei mille dubbi su di lei e sul rapporto che c'è tra noi due. Non so se questo mio divagare mi faccia bene - allontanandomi, almeno per qualche millesimo di secondo, dalla situazione attuale - o mi faccia solo stare peggio. Ma, alle parole successive di Haru trasalisco, e questi pensieri vengono allontanati di colpo dalla mia attenzione.
    "Io?" Non posso fare a meno di dire, in poco più di un sussurro, presa alla sprovvista... da tutto, in effetti. Le scoperte di oggi sono leggermente troppe... e troppo preoccupanti per i miei gusti.
    Io? Domando di nuovo, ma questa volta solo nella mia mente. A dire il vero, non sono sicura di essere in grado di assumermi una responsabilità simile, eppure... Haru sembra evidentemente tenerci. E la capisco. Rifletto, molto confusa. Nemmeno a me piacerebbe che arrivasse qui un perfetto sconosciuto a prendere il comando. Ma senza Haru... Beh... potrei provarci, fare del mio meglio e poi si vedrà. Considero, tentennante. No! Mi correggo subito dopo. Non devo tentare, devo fare. Se parto dal presupposto di non farcela è ovvio che non ce la farò! Devo riuscirci, punto. Non posso deludere Haru. Non adesso.
    "Non sarà la stessa cosa senza di te." Affermo. In effetti questa potrebbe sembrare la solita frase sdolcinata, ma io ci credo veramente. Dopotutto, non è stata la stessa cosa senza Lia... o senza tutti coloro che hanno lasciato la sede per andare in un'altra città. Poi, prendendo coraggio, continuo, sapendo che con le mie prossime parole mi prenderò un compito niente male, di cui non credo ancora di conoscere tutte le implicazioni. "Va bene, prenderò il tuo posto... ma io voglio sperare in un tuo ritorno." L'ultima parte della frase forse è un po' ridicola, ma non ho intenzione di perdere anche lei. Ci dev'essere qualcosa sui libri che possa salvarla... o magari Neris ha qualche informazione... In realtà, non sono nemmeno io convinta che i libri o i vampiri possano aiutarla, ma non per questo ho intenzione di non provare nemmeno a cercare. "Troverò qualcosa da dire al Talamasca per giustificare la tua assenza. Non è necessario che sappiano... delle tue condizioni."
    Un po' mi dispiace l'idea di mentire al Talamasca, ma capisco perfettamente che Haru non voglia che chi la conosce sappia quello che le sta succedendo.
     
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  9. °°°Haru°°°
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    Probabilmente non doveva conoscere Leon perchè non mi chiese nulla ne il suo viso espresse alcuna espressione di sorpresa. Probabilmente neanche si era accorta che la mia situazione fosse così grave... Meglio cosi, se neanche la mia coinquilina si era accorta allora ero riuscita a tenerlo nascosto bene.
    "Non credo che tornerò mai Kim, non aspettarmi... Prendi in mano le redini di questa sede e tienile bene salde."
    Poi lasciai le sue mani, tornai dove avevo lasciato le valigie e da una tasca del bagaglio tirai fuori una lettera in busta chiusa.
    Sul fronte c'era un nome e un cognome, seguito dal titolo 'responsabile gestione sedi, Casa di Londra'.
    La porsi alla ragazza.

    "Non dovrai spiegare nulla, tutto quello che il Talamasca deve sapere l'ho scritto qui, insieme a una piccola raccomandazione per farti passare di grado. Di semplicemente che l'hai trovata nella mia camera quando sei venuta a cercarmi dopo qualche giorno in cui non mi incrociavi.. "
    Nella lettera avevo scritto che me ne andavo per un periodo indefinito perchè avevo avuto problemi nello svolgimento di un'osservazione e sentendomi minacciata da un soggetto di studio avevo preferito sparire e lasciare Nouvieille e il Talamasca per un indeterminato periodo di tempo insieme alle altre ragazze per non mettere in pericolo l'associazione e la sua sicurezza e segretezza. Avevo poi aggiunto un'ampia parte dove parlavo di Kim del suo ottimo lavoro, del suo buon giudizio e dell'impegno che ci metteva ogni giorno ritenendola un'ottima sostituta per il periodo che avrei passato fuori città. Chiedendo esplicitamente di metterla alla prova nel caso le mie parole non sarebbero bastate.
    "Ovviamente se ti chiedessero se hai notato qualcosa di strano in me nell'ultimo periodo dovrai dire che non hai visto ne sentito nulla che facesse pensare alla mia dipartita o a problemi con creature soprannaturali."
    Aggiunsi concludendo il discorso.
    In borsa avevo anche una lettera per Miyu, sapevo che non era in città da mesi ma l'avrei comunque lasciata alla casa da the. Era sparita da mesi ma a differenza di Leon sapevo che lei era in Giappone, probabilmente dalla sua ultima fiamma Takeshi. Ad Asterios invece avevo gia detto tutto quello che dovevo dire di persona quindi non avevo più legami lasciati in sospeso a parte quello con i miei genitori e ovviamente quello con Leon..

     
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    Non devo aspettarla? Penso, in un certo senso ripetendo le sue parole. Parole che risuonano dolorosamente nella mia testa. Non c'è alcuna possibilità? Mi domando, sentendo che le mie ultime speranze cominciano a scemare. Sento le sue mani lasciare le mie e sento la mancanza di quel contatto. Non la rivedrò più? E' tutto quanto così duro da accettare, tutto così... semplicemente inaccettabile. Sono stufa di trovarmi in queste situazioni, di veder scomparire le persone che mi circondano.

    Prendo la lettera che mi porge, un po' rassicurata dal fatto che non dovrò dare spiegazioni alla casa madre, ma alla fin fine non mi sento come se mi fosse stato tolto un grande peso. In questo preciso istante, l'idea di mentire ai miei superiori mi turba, ma non più di tanto. Quello che mi turba, e molto, è quello che sta succedendo adesso. Quello che sta succedendo ad Haru.
    "Capisco." Sussurro, lanciando un rapito sguardo alla lettera per poi tornare, con fatica, a guardare Haru. "Non è che..." Mi ritrovo a dire, ancor prima di rendermi conto di quello che sto facendo. E mi affretto a completare, prima di perdere definitivamente il coraggio:"Non è che puoi lasciarmi un recapito in modo che io possa... beh, contattarti per sapere come va? So che è difficile che le cose vadano meglio, ma..." Mi interrompo, senza sapere nemmeno io come andare avanti e rendendomi conto che i miei occhi cominciano decisivamente ad essere troppo umidi. Riporto l'attenzione e lo sguardo alla lettera, respirando lentamente e cercando di riprendere il controllo. In realtà, ho la sensazione che la sua risposta sarà negativa, ma se avessi nemmeno provato a chiederglielo me ne sarei sicuramente pentita.
     
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9 replies since 1/2/2011, 01:33   144 views
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