Un ritorno inatteso

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  1. *†Asia†*
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    Gli alberi erano verdi e alti, più di quel che ricordava. Il cancello era sempre stato così imponente? L'edificio così svettante e maestoso?
    Asia deglutì, a disagio. Quella era stata la sua casa: non aveva passato poi così tanto tempo lì, all'incirca un paio d'anni, ma era il luogo in cui si era sentita maggiormente a casa, a suo agio, accettata. In cui i fantasmi del passato non la raggiungevano quasi mai, in cui dormiva sonni tranquilli, in cui aveva passato tanti momenti, belli e brutti.
    Li ricordava ancora, uno per uno: il suo primo incontro con Haru, l'esorcismo di Asterios, dove aveva, per la prima volta, separato anima e corpo, il furto del Manto di S.Giorgio, in cui aveva incontrato nuovamente Caulfield, il mutante che la innervosiva con la sua faccia da schiaffi.
    E poi ancora il luogo in cui aveva nascosto il pugnale e il manoscritto che aveva rubato ad Adone, il quale dopo alcuni mesi si era infiltrato e l'aveva spaventata a morte, pur di riprenderseli.

    Un lieve soffio di vento le scompigliò i capelli, portandole le ciocche corvine davanti al viso, mentre quel fiume di ricordi l'aveva sommersa. Quanta nostalgia provava nell'osservare le finestre, i muri, il parco.
    Non aveva lasciato nulla lì alla Sede: all'epoca non sapeva per quanto tempo sarebbe stata via, ma per precauzione aveva fatto le valigie. Era scappata nel cuore della notte, senza incontrare nessuno per la Sede, forse per la prima volta da quando vi abitava. Non aveva lasciato neanche un messaggio, o un biglietto, qualcosa che spiegasse il perchè. Un amico di famiglia era stato chiamato per occuparsi della roba che non poteva portare con se: l'aveva aiutata a portar via le sue cose, e a lui aveva affidato la moto. Sapeva che si trovava ancora in quel piccolo appartamento con garage che aveva affittato, ma non era ancora andata a riprendersela.
    In verità era a Nouvielle già da un paio di settimane, eppure era la prima volta che si trovava in un luogo che aveva conosciuto. Aveva avuto bisogno di tempo per mettere in chiaro tutto, e adesso era giunto il momento di rifare la sua entrata in scena.

    Era tardo pomeriggio, e il sole non ci avrebbe messo ancora molto a tramontare. Indossava un leggero vestito bianco dalle maniche a tre quarti, che verso la fine della gonna diveniva nero, che andavano quasi ad unirsi ai leggins di pelle che indossava, i quali finivano dentro un paio di sandali neri, con un tacchetto di un paio di centimetri. I capelli corvini, i cui riflessi violacei si notavano molto meno con il sole che spariva all'orizzonte, erano lisci e sciolti sulle spalle. Il trucco era leggero, ma le donava un'aria più adulta del solito. Gli occhi erano coperti dalle lenti nere, non sapeva neanche lei il motivo per il quale le avesse indossate, visto che aveva intenzione di tornare, ma le davano un minimo di sicurezza in più.
    Erano passati quattro anni, d'altronde, e i tratti del suo viso erano diventati meno fanciulleschi. Non era propriamente irriconoscibile, ovvio, però era molto più difficile identificarla. In fondo erano sempre stati gli occhi la sua particolarità, era su quelli che ci si concentrava quando la si guardava in volto.
    Teneva la giacca di pelle nera ripiegata su un braccio, l'altra era libera.
    E fu quella che portò a prendere le chiavi dalla borsa. Era forse l'unica cosa di quel luogo che si era portata con se, quella notte. Non aveva voglia di citofonare.
    Aprì il cancello, e iniziò ad incamminarsi nel vialetto, verso il portone d'ingresso dove, una volta arrivata, infilò la chiave nella toppa.
    Era sempre più a disagio, non sapeva se, e chi, avrebbe incontrato.

    SPOILER (click to view)
    topic per Kim, risponda quando può ^^


     
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21 replies since 24/3/2011, 14:51   303 views
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