Un ritorno inatteso

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  1. *†Asia†*
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    Sentiva i passi, e di conseguenza anche l'energia, avvicinarsi sempre più a dove era lei. Era agitata, benchè tentasse di nasconderlo con una maschera dura sul viso.
    Ma spalancò gli occhi quando vide presentarsi una figura femminile, snella, minuta, dai lunghi capelli biondi e occhi chiari. Una figura che riconosceva perfettamente, benchè non avessero passato molto tempo insieme. Kim.
    Trattenne un'imprecazione colorita, a quella vista. Kim le piaceva, le era sempre piaciuta: così dolce, così premurosa, così innocente e timida. Non era mai indiscreta, non si intrometteva mai in ciò che non le riguardava, ma aveva sempre un sorriso gentile e un atteggiamento affettuoso verso tutti. Era così diversa da lei, più giovane, e l'aveva sempre guardata con occhio protettivo. Ma non era lei che si era aspettata. Haru accoglieva sempre i nuovi arrivati, e stavolta non c'era per lei.
    Si trattenne dal far diventare la maschera dura sul suo viso un'espressione di tristezza: d'altronde, in parte era contenta che fosse Kim. Prima di tutto, era un viso familiare, il che fece lievemente sussultare il suo cuore, che non vedeva visi amici da tanto, troppo tempo; e poi, almeno credeva, sarebbe stata sicuramente meno severa di Haru. Almeno non le avrebbe tirato i capelli.
    Doveva salutare, giusto? Eppure sembrava non averla riconosciuta. Ma era cambiata tanto? Forse erano le lenti a confonderla, o anche i tratti un po' più maturi. Era comunque sicura che ci avrebbe messo poco a riconoscerla, il viso era sempre lo stesso.
    Difatti lo spaesamento della collega durò poco, giusto un paio di minuti, in cui entrambe erano rimaste a fissarsi, immobili. Pronunciò il suo nome con un tono così stupito, così incredulo.. che Asia quasi si pentì di essere tornata. La cosa saggia sarebbe stato pentirsi di essere scappata, ma solo lei sapeva i motivi per i quali l'aveva fatto, ed era stata la scelta giusta. Forse non molto il modo in cui l'aveva fatto, quello doveva ammetterlo.

    Ehm..si, ecco, sono io... mormorò, incerta, portando la mano libera dalla giacca a grattarsi la testa, un po' imbarazzata. D'altronde cosa poteva dire? Non sapeva come giustificarsi, come spiegarle il perchè aveva fatto quel che aveva fatto.

    C'è.. c'è Haru?

    Le chiese, in parte speranzosa, in parte intimorita. Doveva loro delle spiegazioni, e la cosa sarebbe risultata più facile se fosse accaduto solo una volta. Non sapeva se sarebbe stata in grado di parlarne più volte, non sapeva nemmeno se ne sarebbe stata in grado quell'unica, misera volta. Aveva evitato di pensarci per tutto quel tempo, e non si era sfogata con nessuno. D'altronde, chi le avrebbe creduto? Chi non l'avrebbe presa per pazza?

    Credo..credo di dovervi delle spiegazioni si tormentò le mani, mentre diceva quello. Da dove cominciare? Forse una bella tazza di thè l'avrebbe aiutata, si disse. Istintivamente portò la testa a voltarsi verso destra, nella direzione della cucina.
     
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21 replies since 24/3/2011, 14:51   303 views
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