Un ritorno inatteso

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  1. *†Asia†*
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    Prese un biscotto di frolla dal piattino, osservandone la forma per alcuni istanti, prima di pucciarlo nel thè e metterlo in bocca, assaporando allo stesso momento il sapore del burro e il caldo del liquido. Aveva parlato a ruota libera, i pensieri le vorticavano in testa senza ordine. D'altronde, si disse, non aveva raccontato a nessuno ciò che aveva vissuto in quegli ultimi mesi, e adesso era come se le parole volessero uscire da sole, prendendo il controllo.
    Sentì la voce di Kim, come se si trovasse molto lontana da lei, ringraziarla, probabilmente per la tazza di tè che le aveva posato dinanzi.
    Fece un sorriso appena accennato e abbassò la testa, in un Prego silenzioso. Sapeva che avrebbe capito anche senza parole.
    Il silenzio era scesto nella cucina in pochi attimi, mentre anche la luce del tramonto iniziava ad affievolirsi. Stava cercando di decidere se fermarsi lì o continuare la sua storia, chiedendosi se ce ne fosse realmente bisogno; le idee si scontravano tra di loro, in un tornado di emozioni, e ricordi, e sensazioni, e desideri, tanto velocemente da farle dimenticare il pensiero prima, e farle venire una lieve confusione.
    Poi la voce della collega interruppe quella violenta tempesta interiore, come se un dio buono avesse richiamato a se le intemperie dell'indecisione, portando la luce nel buio dell'uragano.
    La rassicurò sul fatto che anche lei, probabilmente, avrebbe fatto lo stesso. Asia si sentì meno sola, rincuorata dalla voce dolce e dal tono comprensivo.
    Parlare.
    Era una cosa talmente comune per la gente, che spesso ci si dimenticava di cosa rappresentava realmente. Scambiarsi frasi, pensieri, opinioni, sfogarsi, raccontarsi: una comunione di esperienze e di sentimenti, un arcobaleno di pensieri diversi tra loro.
    Gli Osservatori erano dei gran chiacchieroni, era un dato che la maggior parte delle persone, a conoscenza della loro organizzazione, dava per scontato. Loro intervistavano, curiosavano, tentavano sempre di attaccare bottone con le creature più strane, più solitarie, più stravaganti. Ma non era veramente parlare.
    E Asia non parlava realmente con qualcuno da tanto, troppo tempo. Forse da quando era partita, o forse ancor prima. Chissà, forse l'ultima volta che aveva realmente parlato, era stata con suo padre. Quante conversazioni sussurrate tra una note di violino e l'altra, tra uno sfogliare di manuali e un thè caldo in veranda.

    Sensazioni dimenticate da tempo, che sembravano adesso riaffiorare. Strano ma vero, perchè prima non era mai accaduto, Asia sentiva questa comunione con Kim, benchè fosse praticamente la sola a pronunciare frasi su frasi, e la bionda ascoltava e basta. E si convinse, per ciò, a continuare.

    Non lo sarebbe stato. Cosa avrei potuto dire? Iniziavo a pensare che fosse morto..e adesso.. si interruppe per un istante, trattenendo..cosa? Lacrime, rabbia?
    Ero già in America da 3 anni, come ti dissi, e girovagavo di città in città, con un piccolo fuoristrada. Incontrai le creature più disparate, persone normali, finchè non arrivai ad un bosco, in piena notte. La nostra esperienza dovrebbe farci capire che non sono luoghi sicuri, per fanciulle indifese come noi, giusto? E invece.. mi ci addentrai. Sentivo energie confuse, potenti, e un qualcosa come un richiamo. Non so se fu l'istinto, se fu il sangue familiare.. se fosse stato lui stesso a condurmi lì. Fatto sta che più mi addentravo, più capivo che qualcosa non andava. Mi trovai di fronte a due creature che combattevano. Un puma, dal manto così nero che era difficile distinguerlo nella vegetazione.. e una figura piccola, minuta, che si muoveva talmente veloce da non riuscire quasi a vederlo. Una figura dannatamente piccola.

    Prese un sorso di tè, ritornando con la mente alle sensazioni di quella notte. La ricordava così bene.. Era quasi autunno, ma quegli alberi erano talmente grandi e vecchi, e folti, che non riusciva a capire se avessero o meno le foglie. Probabilmente non avrebbe fatto differenza. I suoi sensi umani erano piatti e calmi, soltanto una lieve inquietudine, che attribuiva al trovarsi di notte in un luogo del genere, ma non sentiva e non vedeva nulla. Perciò fu quella sua piccola parte sovrannaturale a guidarla, e quella allergia talmente strana e inconsueta che la caratterizzava, come se il suo animo fiutasse a distanza la presenza di quelle losche e per lei rivoltanti creature.
    La scena che si era trovata davanti avrebbe fatto rabbrividire chiunque: prima di tutto, intorno a loro c'era la devastazione. Rami, foglie, sangue, massi sbriciolati, come se fosse passato un uragano. Secondo, un puma non era una visione così solita in quei luoghi. Ne, tanto meno, vederlo combattere con un bambino. Non aveva capito subito, all'inizio, i sensi troppo offuscati da quella stupida, stupidissima avversione. Si era avvicinata più a loro.. e il puma l'aveva fiutata. In un'istante, come dimentico dell'avversario, le si era gettato contro, buttandola contro un albero che, non se lo aspettava, era duro come il marmo. Aveva iniziato a strapparle i vestiti, nel tentativo di morderla, mentre lei tentava di prendere il pugnale di argento, benedicendo il giorno in cui l'aveva rubato dal negozio di Adone. Ma si era distratta dalla figura del bambino.. da un viso così simile a quello che lei ricordava...

    Fui stupida, e il puma, il licantropo, mi morse. Pensai quasi di morire, quella sera. Conoscendo un minimo di anatomia umana, sapevo che se avesse preso la carotide, ci avrei messo veramente poco a finire dissanguata. Per fortuna, se così si può dire, morse la parte più a destra del collo, non prendendo, chissà come, nessuna vena importante. Probabilmente per lo shock, o forse per l'improvviso dolore, non vidi più nulla. Pensai che ero spacciata.

    Il dolore era arrivato in un lampo: dolore fisico, dolore mentale, impotenza. Era la seconda volta che veniva morsa da un lycan, la seconda volta che, sconvolta, si ritrovava a pensare che preferiva morire, piuttosto che divenire la peggior nemica di se stessa. Quella volta, non c'era Sara a salvarla. Non c'era nessuna maga che conosceva. Se non fosse morta dissanguata, avrebbe trovato un altro modo. Non sarebbe sopravvissuta. Era scivolata nell'oblio con quei pensieri, le lacrime agli occhi, il collo sanguinante, e i vestiti che iniziavano a tingersi di rosso.

    Mi risvegliai in un letto, ammanettata, credo dopo qualche giorno, il morso, non so come, guarito. E lui era con me. Bianco, pallido, gli occhi di ghiaccio.. così freddi e cattivi, per un viso così bello e innocente. Era un bambino molto vivace...ma capii subito che non era più come me lo ricordavo. Non ho mai capito perchè non mordesse me, invece di uscire ogni notte a cercare una vittima da uccidere. Non mi parlava molto. Riuscii a farmi raccontare qualcosa solo dopo molte settimane. E scoprii che non era solo.

    All'inizio aveva pensato che lui non si ricordasse di lei, che non la riconoscesse più, dopo tanti anni. Quel pensiero l'aveva intristita per molti giorni, prima che lui pronunciasse il suo nome, con consapevolezza. Aveva scoperto, poco a poco, cosa gli era successo, perchè, d'improvviso, era sparito.

    Un vampiro adulto, forse desideroso di un figlio da crescere, lo aveva portato via. Ne aveva fatto il suo pomme de sang per tanto tempo, finchè le quantità che gli toglieva dal corpo erano diventate via via sempre maggiore. Prima che compiesse 12 anni, lo trasformò. E per vietargli di tornare, gli aveva mentito su di me, sui miei genitori. Che non lo volevamo, che eravamo stati noi a donarlo a lui. E, quando loro sono morti, lui gli disse che ero stata io ad ucciderli. Mio fratello mi odiava, e se non mi aveva ancora toccata, era solo grazie a LUI che glielo impediva. si interruppe, mentre una sottile lacrima le rigava la guancia.
    Lui mi liberò, una notte che Marc era a caccia.. mi accompagnò alla città più vicina, mi vietò di ricontattare Marc. E così, mi recai all'aeroporto internazionale più vicino che vi fosse, e tornai in Francia. Mio fratello vuole uccidermi, ed è solo grazie a quel maledetto, che non lo fa. terminò, spossata.
     
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21 replies since 24/3/2011, 14:51   303 views
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