Less Than A Pearl

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Cammino per la strada principale di Nouvieille, nella zona del centro, senza fare troppo caso a quello che mi circonda. Teoricamente dovrei cominciare a cercarmi una preda, un delinquente che non mi faccia sentire poi in colpa (emozione che, una certa parte di me, considera abbastanza ridicola), ma in questo momento la mia mente è concentrata sulla musica. Attraverso le piccole cuffiette del lettore cd risuona per le mie orecchie Less Than A Pearl di Enya. Non posso certo dire che la cosiddetta 'musica celtica' di oggi abbia moltissimi legami con quella di quando io ero mortale, ma mi affascina lo stesso. E per colpa di questo CD, Amarantine, questa sera al posto iniziare a cenare mi sono diretta dritta dritta al negozio da dove sentivo arrivare questa melodia affascinante. Devo ammettere che è stata dura non cedere alla tentazione di affascinare una commessa abbastanza perplessa nel sentirsi chiedere come funziona esattamente un lettore cd e un lettore mp3, ma - essendo stata comunque rapida nel rispondermi - non mi è stato necessario. L'unica cosa che mi ha dato veramente fastidio è stato quando ha tentato di convincermi di comprare un lettore mp3 al posto del lettore cd, ma è bastato farle notare che non avrei saputo come infilare il cd che volevo comprare all'interno del primo per farla zittire. Scioccata più che convinta dalle mie argomentazioni.

    E ora la mia borsa è piena di oggetti nuovi, tanto che non posso fare a meno di chiedermi se io - una vampira antica - sia riuscita a farmi fregare da una mortale di una ventina d'anni. Eppure non mi sembrava mentire quando mi ha detto che era meglio che compravo - oltre al cd e al lettore - anche due pacchetti di pile e un carica batterie. In realtà, inizialmente mi aveva consigliato solo di comprare delle pile ricaricabili, se non ne avevo già a casa, e quando le ho detto che non avevo la più pallida idea di come ricaricarle mi ha consigliato - piuttosto scioccata - di prendere anche il carica batterie. E il pacchetto di pile non ricaricabili me l'ha consigliato appena ha capito che volevo iniziare ad ascoltare il cd subito uscita dal negozio. Chissà perché le batterie ricaricabili te le vendono scariche. Mi domando, abbastanza perplessa dalla cosa, continuando a camminare per il marciapiede.

    La fresca aria serale mi sfiora la pelle e mi muove le poche ciocche di capelli rossi che non ho chiuso nella alta coda. Pur essendo iniziata l'estate, non credo che sia ancora tempo di girare di sera o di notte in maniche corte o canottiera. Dopo il tramonto scende la temperatura, e ai mortali non conviene tralasciare questo particolare o potrebbero prendersi un raffreddore. Io non ho problemi di questo tipo, ma faccio lo stesso attenzione a queste cose, più che altro per potermi mischiare meglio tra gli umani. Anche se, a dire il vero, il mio abbigliamento sembra quasi dire il contrario. Non sono esperta in moda, ma potrei definirlo gotico. Porto una leggera gonna nera, lunga e svolazzante, un paio di stivali bassi e una maglietta scollata e a maniche lunghe. Quest'ultima, sempre nera, ha la parte inferiore rossa che imita un busto all'antica. Un abbigliamento che mi piace proprio per questo motivo: mischia il moderno con l'antico... e, a dire il vero, attira anche le prede quasi fosse una calamita.
    Al collo porto una collana abbastanza semplice, una croce celtica d'acciaio appesa a un cordoncino di spago, mentre alle dita porto due anelli, uno per mano. Tutti gioielli che potrebbero essere definiti di bassa qualità, bigiotteria, visto il materiale con cui sono realizzati, ossia l'acciaio. Ma io non li porto di certo per bellezza: sono oggetti magici ed, essendo tali, ho deciso che li porterò addosso sempre, anche durante il sonno diurno.

    SPOILER (click to view)
    Per la mummietta di Lala! *-*
     
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  2. BløodyLala
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    Era stata una giornata abbastanza impegnativa per Elijah, la mostra era andata bene e aveva venduto molto, insomma tutti soddisfatti. Aveva appena finito di mettere a posto le ultime cose, tuttavia l’indomani lo aspettava una mattinata pesante, tra il ritirare le varie statue e riportare tutto in magazzino, ma pazienza, di certo lui non aveva bisogno di dormire, aveva dormito anche abbastanza nella sua non-vita.
    Indossava una camicia nera, con le maniche tirate su fino al gomito, al collo portava una cravatta leopardata oltre a due collanine argentate; al polso sinistro aveva il braccialetto magico che portava sempre, mentre al destro uno spago nero che lo avvolgeva intorno più volte. Portava dei jeans chiari e stretti strappati in più punti, soprattutto alle ginocchia, infilati negli stivali da moto neri con la punta in ferro. Sui fianchi faceva bella mostra, senza essere infilata nei passanti, la cintura borchiata alla quale era attaccata una catenella nella parta sinistra, che sembrava doppia poiché si confondeva con la catena alla quale era attaccato il portafoglio. I capelli erano tinti di nero, cotonati e sparati ovunque tendendo verso destra, con la frangia pettinata lievemente da una parte, per seguire il resto della capigliatura. Erano folti fino alle spalle mentre dei ciuffi sfilati scendevano leggermente più lunghi fino al petto. Le unghie erano smaltate di nero e lievemente lunghe e le dita erano decorate dai soliti tre anelli.
    Fuori il sole era calato da un pezzo, l’aria si era fatta più fredda e le luci illuminavano la città. Elijah dopo aver chiuso la galleria si fermò di fronte ad essa appoggiandosi con una spalla alla rientranza del muro. Accese una sigaretta e si mise ad osservare i passanti valutandoli come faceva ogni volta, decidendo chi quella sera avrebbe riempito il suo stomaco. Non aveva davvero necessità di mangiare, ormai per la sua età poteva rimanere a digiuno per giorni senza risentirne, insomma era più un rito, un’abitudine, infondo rifornirsi di un po’ di energia in più non gli avrebbe certo fatto male.
    Tra tutte le creature che passavano di lì una in particolare attirò il suo sguardo, gli passò proprio davanti, con quel suo profumo ricco di odori del passato, i capelli fortemente rossi e la pelle più bianca del marmo. Sembrava una statua che aveva preso vita, una dea scesa in terra. Rimase ad osservarla mentre si allontanava, immersa nella musica. L’abbigliamento della ragazza era decisamente l’opposto del suo. Oh sarebbe stata una preda ideale se non fosse già morta. …e oltretutto sembrava che ultimamente fosse attirato solo dalle chiome rosse. Ok, non poteva mangiarla, ma perché non ucciderla? Quando mai gli ricapitava di aggiungere alla sua collezione gli occhi di una creatura così antica? Forse mai, forse un giorno, ma perché non stanotte? Giochiamo un po’, pensò guardando il suo anello*, ne attivò il potere, così da passare per un comunissimo umano. Sorrise, lasciò cadere il mozzicone a terra e si mise a camminarle dietro, fino a raggiungerla. Passandole accanto le sfiorò appena la spalla con il suo braccio, poi la guardò e le chiese scusa. Insomma uno modo vecchio come il mondo per attaccar bottone.
    «Oh… che meraviglia», le disse con una ben studiata espressione stupita, appena i loro occhi ebbero modo d’incrociarsi. Il suo scopo era di farsi passare per un umano ed attirare l’attenzione della ragazza (o irritarla, non faceva differenza); era quasi certo della sua natura, era praticamente palese, sia dall’odore, che dall’aspetto, in poche parole lui desiderava che lei lo vedesse come il suo prossimo pasto per attirarla nel suo gioco sadico.



    *
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    AINT - Turno 1
    Tipo di oggetto: anello
    Danni: nessuno
    Effetto: nasconde la sua vera natura, facendolo passare per un umano comune
    Durata: 4 turni
     
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    E' appena iniziata la canzone Amarantine, dalla quale trae il proprio nome il CD, quando la mia spalla viene sfiorata da un passante. Se non fossi stata così concentrata sulla musica, probabilmente avrei elegantemente evitato il contatto spostandomi di qualche centimetro o avrei almeno sussultato, come fanno gli esseri umani colti dalla sorpresa. Ma, per quanto io sia stata veramente presa di sorpresa da quel breve contatto, non reagisco in nessun modo, intenta a trattenere la mia reazione inconscia che mi avrebbe portato ad assalire e dissanguare il malcapitato. Calma, Neris, è solo un umano. Rifletto, considerando anche il fatto che non è stata certo una buona idea distrarsi così. E' solo un umano, ma avrebbe potuto essere qualcos'altro. Dannato lettore CD! Potrei dire che è vero che la tecnologia è frutto dell'azione del demonio... se credessi nel demonio, ovviamente.

    "Oh, non è stato nulla." Affermo, facendo la mia migliore espressione imbarazzata, e così recuperando l'attimo di distrazione con la mia solita recita della ragazzina indifesa. Tolgo le cuffiette dalle orecchie, lasciandole penzolare dalla borsa che contiene il lettore, senza preoccuparmi di spegnere la musica. In realtà, non avrei il minimo bisogno di togliermi le cuffiette per ascoltare le parole del ragazzo, ma non ho intenzione di compiere due volte di seguito lo stesso errore. Nonostante questa mia decisione, non posso certamente dire che non sento più la musica: il volume del lettore è basso, quello della musica pure, e le cuffiette penzolanti... ma con il mio udito sviluppato la riesco ancora a sentire, anche se non quanto prima.

    "Che... meraviglia?" Domando, con una pronunciata intonazione interrogativa, giocando a fare la ragazzina che non ha capito a cosa si riferisce il ragazzo davanti a lei. Mah... che modo comune di attirare l'attenzione di una ragazza. Una bella poesia, no!? Rifletto, ma questo pensiero ne porta con sé un altro: l'immagine del mio creatore che mi legge delle poesie d'autore cercando di farle passare per sue. No, è molto meglio questo approccio. Continuo nella mia mente, infuriata del fatto di esser finita a pensare a Lui, quando mi ero ripromessa di non farlo. E' tutta colpa di questo ragazzo. Giungo ad una conclusione tutta mia. Se non mi avesse disturbato starei ancora ascoltando tutta felice la musica, al posto di ricadere in certi pensieri. Mm... potrebbe diventare il mio pasto. Mah, si vedrà. In questo momento non sento molto il bisogno di nutrirmi.
     
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  4. BløodyLala
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    La ragazza sembrava non capire a cosa si riferisse Elijah (o forse fingeva?), beh almeno gli aveva dato uno spunto su come continuare la conversazione.
    «Tu sei meravigliosa, hai un viso favoloso. La tua pelle sembra così liscia da apparire irreale, come quella di una statua. Sul serio, lasciatelo dire da un artista», le disse tranquillamente con un sorriso cortese. «Non è tantissimo che vivo qua però ci giro molto spesso, insomma… non ti ho mai vista passare da queste parti, come ti chiami?» le domandò. «Io sono Elijah», si presentò educatamente porgendole la mano. Diventare amico delle vittime ideali era il primo passo, conquistare la loro fiducia era il secondo, però… era anche vero che il potere dell’anello non sarebbe durato per sempre e tempo qualche minuto lei avrebbe scoperto che dietro al visetto innocente di Elijah si nascondeva una creatura antica almeno quanto lei.
    «Lascia che ti inviti a prendere qualcosa da bere, diciamo per farmi perdonare per averti distratta da… dalla tua passeggiata», le disse. Più avanti c’era un bar all’aperto dove avrebbero potuto prendere un drink e chiacchierare un po’ se lei ne aveva voglia. Ma il punto a dove voleva arrivare Elijah era un altro. Se quella ragazza era davvero una vampira come lui ipotizzava (quasi certo delle sue percezioni), non avrebbe potuto bere niente a parte sangue caldo, sempre che non avesse la stessa facoltà di Alice. In ogni caso voleva proprio vedere la sua reazione a quell’invito.
    Le cuffiette lasciate a penzolare dalla borsa continuavano a trasmettere musica, anche se il volume era molto basso Elijah riusciva a sentirla distintamente per via dell’udito sviluppato. Quel genere non rientrava proprio nei suoi gusti, non conosceva né la cantante, tantomeno la canzone. Insomma lo si poteva capire anche dal suo modo di vestire, come anche lei che sembrava avesse uno stile gotico, quindi sì, quella musica le si addiceva.



    AINT - Turno 2
     
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    Se potessi arrossire lo farei per rendere ancor più credibile l'imbarazzo che sto fingendo di avere. Chino un poco il volto, lasciando che le ciocche dei miei capelli non legate nella coda mi ricadano sugli occhi e nascondano in parte le guance. Un modo come un altro per coprire l'irreale non arrossamento della mia pelle.

    "Grazie." Dico, quasi in un fil di voce, come se non sapessi come rispondere al suo complimento. Mi passa per la testa di continuare con qualcosa come 'anche tu sei proprio carino', ma scarto subito questa eventualità. Una frase simile non si abbinerebbe poi così bene con il ruolo che sto interpretando. E' molto meglio lasciar cadere un più realistico silenzio imbarazzato. "Io sono Neris." Mi presento dopo quell'attimo di silenzio, alzando leggermente il volto come se stessi prendendo coraggio e senza farmi problemi ad usare il nome che compare attualmente nella mia carta di identità.

    Devo ammettere che l'idea di andare a prendere qualcosa da bere con lui non mi ispira più di tanto, per il semplice motivo che non potrei gustarmi il drink. Ma questo potrebbe essere definito un particolare insignificante. Ci sono diversi modi per oltrepassare questo ostacolo, alcuni dei quali non necessitano nemmeno dell'uso dei miei poteri, come far finta di assaggiare la bevanda o giocherellarci imbarazzata. "Oh... mi farebbe molto piacere." Rispondo quindi, continuando la mia recita.

    "Sei un artista!?" Domando poi, come se avessi assimilato solo in questo momento la totale portata delle sue parole. Allungo la mano verso le cuffiette, giocherellandoci, in modo da dare l'impressione di star sfogando la mia agitazione su quei fragili oggettini. Chissà, forse sarebbe meglio spegnere la musica... Considero, notando quanto la mia attenzione sia attirata da essa. Una parte di me vorrebbe solo girare le spalle a questo ragazzo e tornare ad ascoltarla in tutta pace. Un fatto preoccupante, in effetti.
     
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  6. BløodyLala
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    Qualcosa non gli quadrava, quella ragazza aveva un modo strano di reagire, quasi sembrasse una recita montata benissimo. Forse semplicemente era abituata a fingere esattamente come lui. Comunque si chiamava Neris, se fosse il suo nome originale o meno non lo interessava. Per quanto riguardava la sua proposta di bere qualcosa lei accettò senza indugiare, disse che le avrebbe fatto piacere. Molto bene. Lui in risposta le sorrise gentilmente e le fece cenno di seguirlo mentre indicava il bar all’aperto. Mentre si avviavano Neris sembrò cadere dalle nuvole, riportando alla mente le parole precedenti della mummia. Era sorpresa che fosse un artista.
    «Già, creo delle sculture con i blocchetti da costruzione, i Lego insomma», ridacchiò, «e poi ripropongo in gesso statue famose per poi colorarle a mio piacimento. A volte le vesto anche», continuò mettendosi le mani in tasca.
    «E’ un arte particolare e divertente. Mi rilassa. Ho sempre adorato i Lego, dal momento che ho comprato la prima scatola. La prima volta avevo seguito le istruzioni per creare una specie di aeroporto con tutti gli aeroplani e macchine varie. Alla fine smontai tutto e cominciai a costruire qualcosa che uscisse dalla mia mente, e ne venne fuori una testa. Sai, mi piace la fisionomia, sia umana che animale, quindi rimasi soddisfatto e a poco a poco trasformai quell’hobby in un lavoro. Infatti sono appena uscito da una mia mostra», concluse senza aggiungere altro. Gli piaceva parlare delle sue sculture, ed era un ottimo modo per conquistare la fiducia delle persone. Parlando un po’ di se si faceva conoscere, dimostrava di essere normale (per quanto il suo abbigliamento lo permettesse) e tranquillo. In più sfoggiava anche i sorrisi migliori. Un mostro con la maschera da angelo.
    «Tu invece cosa fai nella vita? Studi? Mi sembri molto giovane», affermò. Beh, anche lui sembrava molto giovane, poteva aggirarsi intorno ai vent’anni, massimo ventiquattro.
    Raggiunsero il bar ed Elijah aspettò che si sedesse prima lei per poi fare altrettanto. Prese la lista in carta sul tavolino e diede una rapida occhiata alle bevande e ai dolci. Appena arrivò il cameriere ordinò una coppetta di gelato al gusto di nocciola, crema e… biscotto. Andava matto per i gelati. Poi guardò Neris sorridendole.
    «Tu cosa prendi?» le chiese. «Offro io, infondo ti ho invitata io», sorrise nuovamente.



    AINT - Turno 3
     
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    Mentre ci incamminiamo verso il bar, ne approfitto per infilare una mano nella borsa e spegnere il lettore, bloccando così la meravigliosa musica tentatrice. Dopo di che, riporto la mia attenzione su Elijah e le sue parole, rimanendo un poco impressionata allo scoprire in quali opere è specializzato. Per quanto le statue in gesso siano abbastanza comuni e lui non sia certo il primo ad aver avuto l'idea di vestirle, le sculture in lego sono un tipo di opera d'arte nata in quest'epoca e che necessita - come tutta l'arte, d'altronde - di molta pazienza. E' ammirevole che un umano riesca ad essere così paziente. Rifletto. In realtà, non sono poi così interessata all'arte contemporanea, preferisco di gran lunga quella antica, soprattutto se gallese, ma questo non significa che non posso comunque apprezzarla.

    "Devi essere proprio bravo." Affermo, sorridendo a bocca semi-chiusa, in modo da evitare di mettere in mostra i miei canini innaturalmente appuntiti. Un sorriso che potrebbe essere definito timido. "Mi piacerebbe molto vedere una tua mostra." Continuo, stranamente sincera. Elijah sta cominciando ad attirare il mio interesse, fatto che potrebbe anche portarmi a perdonarlo per avermi portato a pensare ad una certa persona.

    "Sì, studio. Faccio la facoltà di Lettere." Rispondo alla sua domanda, senza farmi scrupoli a mentire così platealmente. Non che io voglia nascondere il mio reale lavoro, ma sarebbe poco realistico per una ragazza timida come quella che sto interpretando essere proprietaria di un teatro. Con un errore così grossolano, rischierei di far cadere tutta la finzione e di far finire il divertimento.

    Raggiunto il bar, mi siedo per prima, visto che Elijah non sembra essere intenzionato a sedersi fino a quando non lo abbia fatto io. Un 'vero' cavaliere... cosa rara in quest'epoca. Rifletto, ma non do molto peso a questo pensiero. Lo osservo mentre legge il menù e mentre ordina un gelato. Chissà com'è... Mi domando, un poco curiosa. Qualche volta mi piacerebbe poter tornare umana solo per assaggiare gli alimenti che non esistevano duemila anni fa.

    "Oh... grazie!" Dico, facendo riaffiorare la mia finta timidezza, quando afferma di voler offrire lui. Lancio uno sguardo veloce al menù, riflettendo su cosa prendere. Un qualcosa che possa essere sorseggiato, possibilmente. "Ah... ecco! Vorrei una granita alla menta." Continuo, questa volta rivolta al cameriere.
     
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  8. BløodyLala
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    Neris sembrava sinceramente interessata quando disse che avrebbe visto una sua mostra volentieri. A quell’affermazione Elijah sorrise, era contento che s’interessasse all’arte. Poteva essere un buon argomento di cui parlare più avanti.
    Per quanto riguardava la sua vita, gli disse che studiava Lettere, oh beh, lo aveva fatto anche lui in passato, e non solo quel campo, si era laureato più volte nella sua vita con nomi, ovviamente, falsi. Gli piaceva studiare, gli piaceva la conoscenza.
    «Capisco. Io invece ho studiato all’accademia di belle arti. Mi sono laureato due anni fa», mentì, «e ho trovato subito un buon impiego e le persone giuste a cui aggrapparmi», ridacchiò. La loro conversazione era terribilmente normale, sembravano davvero due giovani alle prese con la quotidianità, mentre sotto ai loro visetti candidi si nascondevano due predatori letali.
    Ad Elijah non era piaciuto quel “oh grazie”, lei era brava a recitare, davvero brava, impeccabile, ma per uno come lui, abituato a fingere da troppo tempo, quelle due paroline non erano state degne della sua bravura. In realtà quel suo modo di essere imbarazzata lasciava un po’ perplesso Elijah per via dell’abbigliamento. Se era vero che era timida perché scegliere quel modo così… antiquato di vestirsi? Infondo non è una cosa comune vedere in giro gente simile, quindi sicuramente attirava l’attenzione delle persone e di conseguenza potevano importunarla, insomma una vera scocciatura per una ragazza introversa come lei dimostrava di essere. Ma tralasciò quel pensiero, presto sarebbe finito l’effetto dell’anello ed allora lui avrebbe dovuto scoprire le sue carte, di conseguenza anche lei. Chissà che faccia avrebbe fatto?
    La ragazza ordinò una granita alla menta, la menta piaceva anche a lui. Quindi lei era in grado di bere o di mangiare? Era proprio curioso di scoprirlo, bastava aspettare ancora un po’. In realtà quella situazione lo divertiva, lei che non sospettava minimamente che lui non fosse umano e lui che fingeva di cascare nel gioco di lei.
    «Ho notato che sei molto timida… immagino che questa situazione ti metta un pochino a disagio, e mi dispiace, spero di non darti fastidio. Però mi chiedevo… se sei così timida perché hai scelto proprio quel tipo di stile? E i capelli tinti di quel rosso… di sicuro non passi inosservata», disse, non sapendo che quel rosso fosse naturale. Voleva sentire come gli avrebbe risposto, voleva constatare fin dove si potesse spingere quella recita perfetta. Intanto le loro ordinazioni stavano arrivando.



    AINT - Turno 4


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    domani mi sa che mi scade l'abbonamento ad internet (dovrebbe scadere in questi giorni ma non so precisamente quando), inoltre il 17 parto in vacanza per due settimane, perciò se non dovessi vedere mie risposte non ti preoccupare, ti rispondo appena torno, verso la fine del mese insomma :3
     
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    "Ecco..." Inizio, quando lui mi chiede perché mi vesto in questo modo. In un certo senso ha ragione: il mio abbigliamento e il colore dei miei capelli non si abbinano più di tanto alla mia recita, ma non è poi così difficile trovare una risposta realistica a questo quesito. "E' che... a me piace vestire così. Sì, forse non è il modo migliore per venire accettati dagli altri ma io sono fatta così. E se a qualcuno non va bene, può anche andarsene!" Lo guardo, con un'espressione che sembri il può possibile speranzosa, come per dire: 'tu non sei come gli altri, vero!?' "Non mi piace presentarmi come non sono." Concludo, in questo caso mentendo spudoratamente. Se è vero che mi vesto così perché mi piace, non posso certo dire che non adoro prendere in giro il prossimo. Se si tratta di una persona che conosco e rispetto, o di qualcuno antico quanto me, non lo faccio, naturalmente... ma i ragazzini che incontro per strada sono ottimi soggetti per passare il tempo.
    In realtà, certe volte odio questo lato di me stessa... è rimasto qualcosa di umano dentro di me, qualcosa che ha rischiato di scomparire per sempre nel periodo in cui ho vissuto col mio creatore, qualcosa che è risorto dalle ceneri quando Tefnut mi ha aperto gli occhi. Ma sono anche una spietata assassina, per quanto io mi riempa di regole per evitare di diventare veramente un mostro.

    "No... tu, non mi dai fastidio, davvero." Continuo, volontariamente tentennando un poco sulle parole, come se il coraggio trovato per difendere il mio abbigliamento e il mio stile di vita si fosse sgonfiato come un palloncino bucato. "Mi fa piacere chiacchierare con te." E il colmo è che questo è anche vero! Per quanto io lo stia prendendo in giro, ormai ho smesso di vederlo come una possibile preda. E' solo qualcuno d'interessante con cui passare il tempo.

    Potrei dire che l'altra me - la ragazzina timida della recita - viene 'salvata' dall'apparizione del cameriere. L'uomo porta un vassoio, con sopra le nostre ordinazioni. Quando appoggia la granita alla menta davanti a me lo ringrazio, poi comincio a giocherellare con la cannuccia. Teoricamente, dovrei bere qualcosa. La ragazzina che sto fingendo di essere dovrebbe approfittare dell'arrivo della bevanda per distrarsi un pochino... per prendere tempo. Lascio perdere la cannuccia e mi porto il bicchiere alle labbra, facendo finta di sorseggiare la granita per qualche istante. Sentire la densa - e fredda - bevanda sulle mie labbra mi dà un po' di disgusto. Posso sentire il suo odore e non mi attira per niente. Se non fosse per amore del teatro - ops, dell'attuale recita - sbatterei immediatamente il bicchiere e il suo contenuto nel bidone più vicino. Una volta posato il bicchiere praticamente intoccato sul tavolo, mi porto con la maggiore naturalezza possibile un tovagliolo di carta alle labbra, per asciugarmele. Tovagliolo che poi poi lo appoggio accanto al bicchiere.

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    Nessun problema! *-* Grazie per l'avviso. XD
     
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  10. BløodyLala
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    Ascoltò tranquillamente la spiegazione sull’abbigliamento, trovando abbastanza esauriente quella risposta. Elijah annuì, era giusto ignorare chi non apprezzava quel suo modo di essere. Anche lui spesso veniva giudicato per il suo modo di vestire ma non gliene poteva fregare nulla, era se stesso con quei suoi gusti un po’ alternativi, anche se per le mostre cercava di essere più elegante. Abbassò lo sguardo sulla cravatta leopardata; ok, elegante nei limiti.
    Continuarono poi a parlare e lei disse che non le dava fastidio la sua presenza e che anzi le faceva molto piacere chiacchierare con lui. Chissà se era vero. Le sorrise cordialmente. Lui sicuramente si stava divertendo e aspettava solo il momento in cui lei avrebbe scoperto chi davvero aveva di fronte.
    Il cameriere portò le ordinazioni, Elijah iniziò subito a mangiare il gelato col cucchiaino mentre ogni tanto lanciava uno sguardo alla ragazza per constatare se potesse effettivamente bere. Lei rimase a giocherellare un po’ con la cannuccia della granita come se fosse indecisa se berla o meno, poi però si decise a bere direttamente dal bicchiere, un sorsetto, impercettibile praticamente. Aveva bevuto o no quindi? Non lo capiva. Intanto lei si asciugò la bocca col tovagliolo tranquillamente.
    Era arrivato il momento di scoprire le carte. Elijah lasciò il cucchiaino nel gelato e spostò la coppa in avanti in modo da poter appoggiare i gomiti sul tavolo. Incrociò le dita e posò il mento sul dorso delle mani cambiando completamente espressione. Gli occhi di ghiaccio fissi su Neris, un sorrisetto beffardo disegnato sulle labbra e l’effetto dell’anello ormai svanito. Non poteva più fingersi un ragazzo qualunque, era ora di vedere la reazione della ragazza.
    «Immagino che la chiacchierata diventerà più interessante adesso», disse mantenendo il sorrisetto. «Dimmi… ha un buon sapore quella granita? Non vorrei sbagliarmi ma credo che tu preferisca bere altro», si riferiva al sangue. Non le aveva ancora intravisto i canini ma ormai era certo che era una vampira. Quell’odore di sangue era inconfondibile, molto simile a quello che aveva addosso Alice, ma ancora più antico.



    AINT - FINE


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    eccomi qua, sono riuscita a mettere un ultimo post perché alla fine ho fatto la ricarica per internet XD ci si ribecca tra due settimane <3 bye
     
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    O dea! Non posso fare a meno di pensare, scioccata, mentre tutto d'un tratto le mie percezioni cambiano. Non posso evitare di aprire un po' di più gli occhi, quasi spalancandoli, dando quindi un segno del mio turbamento. Se fino ad un attimo fa ero convinta che lui fosse un umano, ora so per certo che non è così. Lo sento. Elijah odora di morte, una morte antica. Probabilmente è antico quanto me, ma non è di certo un vampiro: l'odore è diverso... è più simile a quello di Alakey. Che sia... una mummia? Le sensazioni che provo mi portano a credere che sia proprio così. Ma una cosa è certa: a differenza di Alakey, Elijah non è di origini egiziane. Basta guardarlo per capirlo.

    "Affascinante." Dico, sorridendo senza preoccuparmi di nascondere i miei canini, anzi... esibendoli con noncuranza. Dalle sue parole mi pare ovvio che ha capito cosa sono. E, anche se non ne fosse certo, non ha la minima importanza. "Ho sentito parlare di pietre e oggetti in grado di nascondere la propria natura. Devo ammettere che funzionano alla perfezione." Continuo, quasi ammirata. In effetti, in questo momento non ho idea se sarebbe meglio che io cominci a preoccuparmi della situazione che si è venuta a creare... situazione che mi vede più come preda che come predatore! Devo ammettere che un poco mi sento in pericolo, ma non posso evitare di essere interessata ad Elijah. "Sì, direi proprio che preferisco bere altro. Ma non è male qualche volta far finta di bere qualcosa di più... comune, non trovi? Tanto per curiosità, mi hai portato qui per vedere se avrei bevuto?" Domando, leggermente divertita. Questa, in effetti, è un'emozione che - teoricamente - non dovrei provare in questo preciso momento. Dovrei sentirmi offesa dal fatto di essere stata presa in giro per tutto questo tempo, ma temo che la perfezione della sua recita abbia fatto andare questo particolare in secondo piano.

    CITAZIONE
    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.

     
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  12. BløodyLala
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    Quanto era divertente vedere l’espressione di Neris cambiare alla rivelazione della sua natura. Era certo che fino a quel momento lei non aveva sospettato nulla, e come avrebbe potuto? Il potere dell’anello aveva funzionato perfettamente, come sempre. Comunque la vampira gli sorrise commentando il tutto con una semplice parola. Mostrò i suoi canini che prima aveva celato con tanta attenzione e insomma gli diede conferma di ciò che era. Ah ‘ste vampire che non si possono mangiare.
    «Uhm sì, è merito di questo anello», le mostrò tirando su il dito medio. Incurvò verso l’altro un angolo della bocca e subito dopo ritirò la mano portandola a sorreggere la testa di lato. Ridacchiò alla successiva domanda e guardò inevitabilmente il bicchiere con la granita e poi lei.
    «Già è così. Mi è capitato di vedere una volta bere una vampira (tra l’altro pure lei coi capelli rossi) ed ero curioso di sapere se anche tu ne fossi in grado. A quanto pare no», commentò rubandole il bicchiere per poi bere un sorso di granita dalla cannuccia. Insomma non era bello sprecare così la roba. Si alzò poi in piedi, tirò fuori dal portafoglio una banconota e la mise con l’angolo sotto al bicchiere.
    «Andiamo, non ha più senso stare qui, spostiamoci in un posto più tranquillo dove possiamo parlare apertamente», propose facendo un mezzo sorriso. Non c’era nulla di male ad isolarsi no? Infondo lei non conosceva ancora le sue vere intenzioni, non poteva sapere che era un assassino psicopatico. E anche se avesse sospettato la sua natura, poteva sentirsi al sicuro, perché di certo una mummia non mangia carne morta.

     
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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Se non fossi una vampira millenaria, probabilmente mi sarei offesa per il modo in cui mi ha mostrato l'anello. Attualmente, mostrare il dito medio in quel modo può essere considerata un'offesa, ma a me questo non importa più di tanto: è solo una curiosità che mi è utile mentre recito la parte della ragazzina.

    Al suo accenno ad una vampira dai capelli rossi non posso fare a meno di pensare a una persona che conosco. Che stia parlando di Alice? Lei è in grado di bere qualcosa che non sia sangue? Interessante. Devo chiederglielo la prossima volta che la incontro. Mi dico, ma questi pensieri ne portano con sé altri. Comunque, se questa mummia sta parlando proprio di lei, spero per lui che non provi a farle del male. Perché se toccasse la MIA Alice ne pagherebbe le conseguenze.

    Lo osservo mentre beve un sorso dalla mia granita, senza commentare il suo gesto. In effetti, non mi importa granché se la beve lui, visto che io non posso. Così non si spreca. Ma presto Elijah dimostra di non aver interesse di berla tutta, e mette una banconota sotto il bicchiere. Se stessi ancora fingendo di essere umana probabilmente mi lamenterei per il fatto che paga tutto lui, ma ora che quel divertimento è svanito posso permettermi di dimostrare che non me ne frega granché. Insomma, lo rispetto per la sua bravura e la sua natura... ma non ho intenzione di preoccuparmi di cose così futili e prettamente umane.

    Posto più tranquillo? L'idea, in effetti, non mi dispiace. Non mi fido di lui - per quanto il fatto che sia evidentemente della stessa razza di Alakey mi affascina - ma, in effetti, non ha fatto ancora nulla per cui dovrei sentirmi offesa o a disagio. Una chiacchierata in un posto tranquillo sarebbe anche la benvenuta... e anche se non risultasse una chiacchierata sarebbe comunque meglio stare alla larga da mortali che potrebbero distrarmi o impedirmi di utilizzare tutte le mie capacità. Perché, in effetti, compiere una strage di umani non è proprio quello che desidero.

    "Concordo perfettamente. Certe informazioni è meglio che non diventino di dominio pubblico." Affermo, alzandomi anch'io. "Anche se, probabilmente, ai loro occhi sembreremmo solo dei pazzi."

    Per un attimo mi chiedo se domandargli qualcosa sulla vampira dai capelli rossi, dopotutto non è detto che sia proprio Alice e mi piacerebbe averne una conferma. Ma preferisco aspettare, uscendo fuori con un'altra affermazione... un po' particolare, forse.
    "Dal tuo aspetto direi proprio che non vieni dall'Egitto..."

    Un modo come un altro per dire: sì, so cosa sei.
     
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  14. BløodyLala
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    La vampira sembrava non disdegnare la sua proposta di un luogo più tranquillo, infondo era meglio tenere alla larga dei curiosi… troppo curiosi. Il fatto di sembrare dei pazzi era un po’ fastidioso per Elijah visto i suoi precedenti e preferiva evitare di finire in carcere o in manicomio (anche se quest’ultimo era proprio adatto a lui, magari in compagnia di Hannibal Lecter).
    Si mise a camminare di fianco a Neris mantenendo lo sguardo in avanti, si girò verso di lei solo quando accennò qualcosa sull’Egitto. Riportò lo sguardo di fronte a sé e mise una mano in tasca. Quindi lei aveva capito la sua natura? Anche se “mummia” non era propriamente un termine che gli piaceva attribuirsi. Allargò la bocca in un mezzo sorriso e si decise a risponderle.
    «No, anzi, sono nato in un paesello nordico. Sai, non tutti vengono sepolti con rispetto come facevano coi faraoni. C’è chi viene abbandonato a se stesso e si mummifica per puro caso. Comunque… come hai fatto a capirlo così alla svelta? Ci sono individui che non sanno nemmeno dell’esistenza di questa… razza, se la si può chiamare così», disse continuando ad avanzare. In lontananza si scorgeva un piccolo parchetto attorno ad una piazza e fontana centrale. Superando quello si raggiungeva un parcheggio a pagamento, ormai deserto a quell’ora. Elijah aveva intenzione di fermarsi appunto là.
    «C’è un posto tranquillo oltre alla fontana, c’è anche un muretto basso se poi ti vorrai sedere». E molto spesso gli era capitato di banchettare con qualche anima sfortunata proprio lì.
    «Una curiosità che mi vorrei togliere, riguarda il colore dei tuoi capelli. Premetto che un rosso come il tuo non l’ho ancora visto, sembrano tinti ma sento chiaramente che sono naturali. Come ti ho già detto, conosco una vampira dalla chioma rossa e ne ho potute vedere molte altre oltre a te e lei. Mi chiedevo cosa passasse per la testa dei vostri creatori nel momento in cui vi hanno scelte, perché questo colore attira così tanto i vampiri?» domandò nonostante fosse evidente che lei potesse non conoscere la risposta. Eppure Asterios era attratto da Alice, e senza rendersene conto sia l’Antico che Elijah combattevano per catturare la sua attenzione. Perché quei capelli facevano girare così la testa agli uomini? Era possibile che avessero una specie di potere magnetico che unito allo charme dei vampiri diventava un’arma infallibile? Anche Lilhyn aveva il suo fascino, eppure non era una vampira. La mummia sorrise mentre portava una sigaretta alla bocca. Si fermò un attimo per accenderla poi riprese a camminare mentre ormai avevano superato la fontana. Erano a pochi metri dal parcheggio.


    SPOILER (click to view)
    Sorry per il ritardo. Non avevo tanta voglia di ruolare in sti giorni, oltretutto ho avuto alcune cose da fare per cui ho preferito dare la precedenza a quelle. Cercherò di essere più svelta nella risposta che non voglio finire per trasformare sto topic in qualcosa di forzato. Magari se hai qualche idea su come vorresti sviluppare la role dimmelo pure che non ho problemi. Dimmi se vuoi qualcosa di tranquillo o meno, perché io solitamente con questo pg tendo ad attaccare chiunque lo attiri, ma solitamente creature interessanti se le studia un po' di più.
     
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    Noto con interesse che si gira verso di me quando faccio l'accenno all'Egitto. Se non fossi già stata certa che era una mummia, quel gesto avrebbe potuto portarmi a pensare di essere sulla giusta strada. Ascolto quello che mi rivela sulla sua storia, evitando di fare commenti su come è diventato una mummia. Potrei dirgli che mi dispiace che il suo cadavere non sia stato sepolto con tutto rispetto, ma sarebbe una bugia bella e buona. Non lo conosco abbastanza per poter pensare a una cosa del genere, per non parlare del fatto che io non seppellisco con tutti gli onori le mie vittime. I cadaveri sono cadaveri: una volta che un umano è morto non gli interessa più del suo corpo. Anche perché ben presto si reincarnerà. Tranne casi particolari come me e lui, naturalmente.

    "Ho scoperto l'esistenza delle mummie quasi due anni fa, quindi molto recentemente." Rispondo alla sua domanda, mentre continuiamo a camminare in direzione della piazza. "Quella volta ho avuto il piacere di passare una serata con una mummia egiziana, di conseguenza ora sono in grado di riconoscervi... sempre che non ci sia l'effetto di un certo anello attivo." Commento, considerando quanto sia preoccupante il fatto che io sia rimasta così attratta dal 'Signore delle Mummie d'Egitto', tanto da essere disposta a sopportare lo scherzetto di Elijah senza prendermela poi così tanto pur di scoprire qualcosa di più sulle mummie.

    Per un breve istante mi chiedo se dovrei dire qualcosa sul luogo dove mi vuole portare, ma poi decido che non è strettamente necessario. Per me un luogo vale l'altro e se vuole portarmi in un luogo tranquillo - sempre che rimanga tranquillo - di sua conoscenza va benissimo. E chi tace acconsente, no!?

    Così rispondo direttamente alla domanda che più mi sta a cuore, ossia quella sui capelli rossi. "Devo ammettere che non ho idea se il rosso attiri i vampiri, ma - per mia sfortuna - so perfettamente che il mio creatore mi ha scelto proprio per i miei capelli che, quando ero mortale, erano di un naturale color ramato." In effetti, non so nemmeno io perché ho iniziato a parlargliene, ma ora che l'ho fatto sento un gran bisogno di sfogarmi. "A quanto pare mi ha scelto solo perché - grazie al colore dei miei capelli - assomiglio alla sua creatrice, defunta qualche anno prima che mi incontrasse. Probabilmente dovrei sentirmi offesa da questo, ma quello che mi preoccupa di più è che lui mi crede la reincarnazione della sua creatrice, cosa abbastanza ridicola visto che la data della sua morte e quella della mia nascita non coincidono nemmeno alla lontana." Sospiro, ritrovandomi per l'ennesima volta a pensare che un manicomio sarebbe per Arawn il luogo perfetto dove passare il resto dell'eternità.

    "E' la seconda volta che accenni a una vampira dalla chioma rossa. Stai parlando, per caso, di Alice?" Domando, abbandonando - almeno per il momento - il mio mezzo sfogo. Dopotutto, ho già avuto secoli per insultare Arawn, mentre non so quanto tempo avrò per scoprire se la mummia con cui sto parlando ha mai incontrato la 'mia' Alice.

    SPOILER (click to view)
    Non preoccuparti per il ritardo, tanto ultimamente ho molte cose da fare, quindi non posso assicurarti di rispondere in fretta. :S
    No, non ho nessuna idea su come sviluppare la role, io preferisco non programmare e vedere poi dove si va a finire. XD (E questo, ahimè, succede anche nelle mie storie a capitoli. :S)
    Per il topic a me va bene qualsiasi cosa, quindi se la tua mummietta vuole attaccare la mia vampira può farlo. ^^ Così Neris magari impara a non lasciarsi attrarre dalle mummie. xD (E la sua lista nera si allunga. XD)
     
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18 replies since 8/4/2011, 10:47   206 views
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