Nel mezzo del cammin di nostra vita...

Un attimo... che centra Dante?

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Secondo i canoni umani, e da un po' che non vengo al cimitero. Per me, però, è come se ci fossi stata l'ultima volta l'altro ieri. Settimane, mesi, anni... cosa sono per una vampira che ha visto i secoli passare con un'allarmante velocità? Assolutamente nulla. Se non fosse due piccoli particolari non mi degnerei nemmeno di tener conto dei giorni... o di far caso all'ora. Il primo particolare è nientemeno che la mia piccola Kim. La mia bambina, la mia sciocca umana combina guai, l'osservatrice che meno si preoccupa della propria incolumità quando vuole ficcare il naso nei miei affari (tanto sappiamo entrambe che non potrei mai farle del male... non volontariamente, almeno)... una bambina che sta sempre di più diventando grande, dimostrando come il tempo stia passando ad una velocità preoccupante. Il secondo particolare è il mio malsano desiderio di mischiarmi agli umani, dovuto in primis dal mio amore incondizionato per il teatro, amore che sorpassa di sicuro - e di gran lunga - quello che provo per il mio creatore. O almeno così mi piace pensare, visto il conflittuale rapporto che c'è tra me e Arawn. Probabilmente, se arrivasse qui a Nouivieille, prenderei Kimberly e me ne andrei di filata. Oppure potrei avvisare Asterios che si tratta di un pericoloso pazzo e... Penso, divertita all'idea. No, ammazzarlo non potrei. Troverei qualcuno con cui allearmi per scacciarlo dalla città. Nouvieille è mia, quindi lui non deve nemmeno provare ad entrare! Il fatto che, in realtà, Nouvieille è di Asterios non mi preoccupa. Semplicemente non sono interessata al comando dei vampiri della città, cosa che lascio volentieri a lui. Non mi interessa il ruolo di Master, ma sento che la città è mia... come è di tutti gli abitanti. È mia perché mi sento bene qui, non certo perché sia realmente una mia proprietà.

    Non so nemmeno io perché mi sto perdendo in questi pensieri mentre cammino tra le tombe di uno dei cimiteri di Nouvieille. Forse è perché questo potrebbe essere considerato una specie di pellegrinaggio in una valle di ricordi. Per un certo periodo ho vissuto in una cripta di questo cimitero, ma non è certo questo particolare a renderlo così interessante. No, quello che mi attira di questo luogo è la porta dimensionale e il ricordo di quello che è successo l'unica volta in cui l'ho attraversata. Un po' sono tentata di riprovarci, ma so anch'io che sarebbe sbagliato. Ho come la sensazione che gli dei non vogliano che io ritorni nell'Annwn... e non mi sembra il caso di contrariarli.

    Sforzandomi di evitare la zona dove è posizionata la porta, mi dirigo verso la 'mia' tomba... una tomba famigliare la cui cripta avevo, anni fa, trasformato in una 'comoda' stanza da letto. Non c'era nulla di inutile, solo lo stretto necessario... al contrario della mia attuale casa, piena di oggetti interessanti e di elettrodomestici inutili.

    Cammino lentamente, senza fretta, lasciando che il venticello serale soffi a scatti sulla mia pelle. Come il solito, indosso una gonna, lunga fino ai piedi e di color viola scuro. Quasi completamente nascosta da una giacchetta nera, indosso una camicia lilla e la collana Nofearfire. Ai piedi ho degli stivaletti morbidi, di color nero, mentre sulle mani porto due anelli. Non ho guanti, nonostante l'aria fresca della sera.
    Per fortuna l'inverno sta per finire, quindi io mi posso permettere di vestirmi in modo più leggero... e più comodo.

    Aperto a chiunque voglia! ^^
     
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    tra le ombre del sottosuolo dove anche un un sussurro può divenire un canto di Follia

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    Silenzio e buio.
    Le sensazioni che avevano seguito il mio risveglio mi seguono anche durante il mio lavoro.
    Ma d'altronde non posso lamentarmi dato che sono stato io a sceglierlo.
    Infondo giravo comunque per il cimitero,perchè non guadagnarci anche su?
    E i soldi mi servivano seriamente.
    Dopo essere morto non ti rimangono molti fondi da cui attingere.Soprattutto se sono hai ricordi della vita passata.
    Penso che non smetterò mai di chiedermi per quale motivo sia riuscito a evadere dal freddo abbraccio della cupa mietitrice.
    Da qualche giorno si parlava in giro del guardiano del cimitero dal volto deturpato.
    Inutile dire che la mia apparenza cadaverica e le mie abitudini notturne non fanno altro che avvalorare le diverse tesi che giorno dopo giorno si accavallano e si mescolano creandone di nuove e diventando sempre più irrealistiche.
    E come biasimarli.
    Non è da tutti i giorni vedere un ragazzo della mia età con il volto separato in due metà da un ghigno inquietante e innaturale?
    Mi piace girare per il cimitero gironzolando soprattutto intorno alla mia vecchia tomba che avevo avuto la premura di richiudere il prima possibile prima che qualcuno ci facesse caso.
    Negli ultimi giorni honotato che la gente comincia a girarmi alla larga principalmente per il mio aspetto e la cosa non mi dispiace affatto dato che neanche io ho voglia di socializzare per il momento.
    Sfioro la sacca in cui conservo il filo da sutura e altri oggetti per il pronto soccorso per assicurarmi di non averla lasciata sul masso.
    Rincuorato dal familiare frusciare del cuoio della tracolla mi siedo sulla mia lapide.
    Non so per quale motivo ma sedere li sopra mi mette a mio agio e mi rilassa.Forse è il panorama o forse è un senso di appartenenza sopito.
    Comincio a sbottonare la giacca della divisa che sono costratto ad indossare per sentire meglio la brezza della notte.
    Sfilo anche i guanti di pelle e li infilo nella tasca dei pantaloni dopo aver aperto anche la camicia esponendo la cicatrice al centro del mio torace sicuro di non essere visto da nessuno.
    Mi godo il vento che mi avvolge chiudendo gli occhi ed estraniandomi dal resto fino a quando non sento un passo lento e calibrato avvicinarsi.
    In fretta mi riallaccio la camicia abbandonando però la giacca sulla lapide affrettandomi a raggiungere la fonte del rumore sembrando più professionale possibile.
    Il rumore mi porta da una donna dai capelli in un rosso tanto vivido da essere innaturale che indossa una lunga gonna di una tonalità più scura dei suoi capelli accompagnata da una giacchetta nera e da un paio di scarponcini del medesimo colore.
    Mi avvicino con passo fermo e noto che la giovane donna è anche innaturalmente pallida contrastando fortemente con il suo abbigliamento.
    <<mi spiace signorina ma penso che non sia consentito entrare nel cimitero a quast'ora...Sa com'è magari qualche inquilino decide di sgranchirsi le gambe>>
    "In un certo senso è vero"
     
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    Mentre passeggio lasciandomi trasportare da pensieri e ricordi, qualcosa mi disturba. Un rumore di passi, il fruscio della stoffa... o di qualcosa di cuoio, e un odore inconfondibile, perché è quello che mi accompagna da secoli: quello della morte. Il leggero odore di putrefazione, se così posso definirlo, mi sembra essere giovane. Non è certamente l'odore di morte antica che accompagna i miei passi... o quelli di Asterios, è qualcosa di diverso. Non so nemmeno io il perché, ma quest'odore mi pare diverso da quelli che ho sentito nella mia vita, cosa che non mi stupisce più di tanto. Avrò più di duemila anni di vita, ma le notti mi riserbano ancora molte sorprese. Fin troppe, in effetti.

    Cammino in direzione di quell'odore, di quei rumori, e mi rendo ben presto conto che - chiunque sia colui che emana quel particolare odore, al tempo stesso famigliare ed estraneo - mi si sta avvicinando. Non ho fatto nulla per nascondermi, evitando di scivolare tra le ombre come solo un vampiro potrebbe fare. Sarò anche una 'principessa della notte', ma mi piace particolarmente far la parte dell'umana. Camminare come un'umana è ormai diventata quasi un'abitudine... come far finta di essere affannata, ad esempio.

    Quando lui - l'intruso - mi parla, io mi prendo qualche secondo per osservarlo, per nulla disturbata dal buio della notte. Non posso fare a meno di notare la ferita che ha sulle labbra, ma decido di ignorarla, anche perché non oso pensare come mi sentirei io con una ferita simile.

    "Non è consentito?" Domando, come se fossi cascata giù dalle nuvole. "È un peccato, però: un bel panorama come questo può essere ammirato nel suo maggiore splendore solo in ore tarde come questa." Continuo, tranquillamente, come se definire un cimitero un bel panorama fosse la cosa più normale del mondo. "Mm... dice che qualche inquilino potrebbe uscire a sgranchirsi le gambe? Potrebbe anche succedere... l'importante è che nessuno si sia stabilito nella MIA tomba. È una meravigliosa tomba di famiglia, piuttosto spaziosa... me ne sono proprio affezionata. Una volta era decorata con la statua di un angelo piangente, ma poi me la sono portata via come souvenir. Forse dovrei metterci un cartello con scritto 'proprietà privata'."
     
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    La giovane donna si volta verso di me e per un attimo sofferma il suo sguardo sulla mia cicatrice.
    Mi pare di scorgere un lampo nei suoi occhi ma non sembra sorpresa ne tantomento paura...sembra quasi...Curiosità?
    Mi scrollo di dosso queste congetture appena in tempo per sentire la risposta della mia interlocutrice.
    <<anche io devo ammettere che la visione del cimitero dopo il crepuscolo ha qualcosa che mi attira sempre...Forse è il silenzio oppure il panorama che si gode...a volte mi sembra di essere nel quadro di un artista>>Devo ammetere che ora ad essere curioso sono io...Solitamente nessuno rispondeva mai a quella battuta eppure lei ha risposto con un tale naturalezza da far sembrare che vi avesse assistito in prima persona <<ahahah,penso sia la soluzione più giusta dato che alcune persone non rispettano neanche il riposo dei defunti!Se mi permette sarei onorato di accompagnarla alla cripta della sua famiglia...>>
    Noto che la ragazza si era riferita alla costruzione come alla "Sua" cripta...strano...
    Solo adesso che sono più vicino a lei possono notare un altro dettaglio stonato...il suo odore.
    Non dico di aver esaminato l'odore di ogni singola persona io abbia conosciuto ma quell'odore mi è estraneo...escludo che sia risorta come me dato che il suo odore è diverso anche dal mio ma posso giurare che non sia neanche un particolare profumo o altro.
    Mi riprendo dalle mie elucubrazioni mentali e ritorno a rivolgermi alla giovane donna.
    <<...E non si preoccupi.Non penso che qualcun altro si avvicinerà alle cripte molto presto...hanno già cominciato a far circolare voci sul mio conto...Posso dire di essere diventato famoso...bè almeno come spauracchio>>
     
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    Mi costringo a mantenere un'espressione neutra, quando in realtà avrei una voglia matta di mettermi a ridere. Chiunque sia il mio interlocutore, sembra che non si sia reso conto che io non sono propriamente un essere umano. In realtà, non è detto che sia così, visto che - anch'io - l'anno scorso sono stata fregata da una mummia. Ero convinta che fosse un essere umano, mentre lui si stava solo divertendo a mie spese. Che sia quello che sto facendo anch'io con questa persona? Mi domando, un po' preoccupata nel non sentire in me nemmeno una punta di rimorso. No, si tratta solo di pura curiosità. Non vale la pena di giocare con chi non si può mangiare. Considero, senza avere la minima tentazione di assaggiare il sangue dell'uomo con cui sto parlando. Mi basta sentire il suo odore per capire che non sarebbe buono... e che, molto probabilmente, mi farebbe solo male.

    Per un attimo sono tentata di rivelargli che io dovrei essere inclusa tra le persone che non rispettano il riposo dei defunti, ma mi trattengo: non vorrei di certo offenderlo... dal suo odore sono praticamente certa che sia un non morto, quindi la mia eventuale affermazione potrebbe rivelarsi indelicata. Quindi, per ora, è meglio che non gli dica che fine hanno fatto i veri inquilini della mia tomba. Mah... erano solo un mucchietto di ossa. Loro se n'erano andati definitivamente, perché avrei dovuto portar rispetto ai loro... resti?

    "È già diventato famoso come spauracchio?" Affermo, ripetendo le sue parole con una punta di divertimento e un leggero sorriso. "Allora deve stare attento agli abitanti del cimitero... spero che non se la prendano perché lei ha portato via tutta la loro gloria. Si dice che qui a Nouvieille ci siano parecchie persone non propriamente umane: angeli, demoni, vampiri... e anche mummie. Son stata presa in giro da una mummia, sa? E una lamia è riuscita a mandarmi in depressione, qualche tempo fa. È abbastanza scioccante, ora che ci penso." Faccio una breve pausa, mentre penso a quell'incontro... non poi tanto vecchio, secondo i miei canoni. In quel momento ero davvero... fragile. Alle volte sembra proprio che me li vada a cercare i problemi. Rifletto, per poi tornare a parlare. "A questo punto lei potrebbe ritenermi una pazza senza speranza, ma dubito che sia così... dopotutto, tra coinquilini ci si comprende."

    In realtà, non posso dire di abitare ancora in questo cimitero, ma non ha importanza. Quella tomba potrebbe essere considerata la mia seconda casa, il luogo dove posso - se desidero - 'passare le vacanze'. Ed è per questo motivo che mi potrei arrabbiare seriamente se qualcuno me la 'rubasse' mentre sono via. Anche se in comune potrebbero non essere d'accordo, quella cripta è una mia proprietà e sono disposta a difenderla con le zanne, se necessario.
     
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    Una piccola contrazione tende per un attimo i muscoli della faccia della mia interlocutrice,come se stesse cercando di trattenere una risata...

    Mi è già capitato di venire deriso a cusa di quella cicatrice che incute timore e allo stasso tempo suscita ilarità ma il suo sgurado non è puntato su di essa ma piuttosto sembra divagare nei ricordi.

    Il suo sguardo si posa nuovamente su di me e questa volta sono io a provare soggezione per quelo sguardo penetrante che mi causa un brivido che come una saetta mi percorre la schiena.

    Per un attimo tutto l'ambiente circostante sfuma come se mi fossi mosso di scatto ma ben presto la lucidità ritorna e con lei una sensazione che negli ultimi giorni mi è diventata familiare...la fame.

    Sento uno strano prurito ai lati della bocca e so che ben presto dovrò nutrirmi se non voglio che le ferite si slabrino e si riaprano.

    Ma mentre guardo la ragazza mi accorgo che non ho l'imulso di cibarmi di lei come con altre persone.

    Mi sembra di essere davanti a un piatto di carne cotta.So che potrei mangiarla e che ne avvertirei il sapore ma so anche che essa non mi fornirebbe alcun nutrimento.

    Forse non sono ancora abbastanza affamato per avere certi impulsi ma resta il fatto che devo nutrirmi al più presto...

    Mi accorgo che la mia interlocutrice ha ripreso a parlarmi e riprendo a concentrarmi sulla discussione.

    <<non si preoccupi.Non penso che i miei inquilini se la prendano chercè gli ho rubato la fama e l'attenzione.
    D'altronde possiamo considerarci sulla stessa barca.>>

    Il vento della notte si era rialzato e cominciò a scompigliarmi i capelli con i suoi freddi tentacoli.

    "Perchè si è riferita a me come un suo coinquilino?Che anche sia ritornata dalla morte?"

    Mi prendo un attimo di tempo per elaborare una risposta e con un tono che cercava di essere serio mi rivolgo nuovamente alla ragazza

    <<e perciò lei ha conosciuto una mummia,eh?Qualcuno lo riterrebbe assurdo ma io sono sempre aperto a nuove scoperte...>>

    Mi ricordo di non essermi ancora presentato e pertanto mi affretto a riparare alla mia dimenticanza

    <<diamine,stare troppo tempo con i morti deva aver cancellato le mi buone maniere...
    Io sono Richard Sheppard,Piacere di conoscerti>>

    Provo a rivolgerle un sorriso di cortesia ma penso che quello che ne è uscito fuori assomigliasse di più a una smorfia terrificante
     
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    "Ho incontrato due mummie, in realtà." Affermo, sottolineando questo particolare che, in effetti, non avrebbe molta importanza. Il fatto è che, dopo aver incontrato Alister, sono rimasta affascinata dalle mummie. Se Alister non avesse lasciato Nouvieille, il mio creatore avrebbe potuto finire per diventare geloso di lui, se mai fosse venuto a conoscenza del fascino che provavo per quella mummia. "Entrambe erano persone molto interessanti, anche se ognuna a modo suo."

    "Neris Iaia." Mi presento, rispondendo al suo tentativo di sorriso facendone uno anch'io, ma tenendo la bocca chiusa in modo da non rivelare i miei canini. Il punto è che non riesco a capire cosa sia... so che è un non morto, ma non è di certo un vampiro... e, forse, nemmeno una mummia. Sono fortemente tentata di rivelare la mia natura per portare lui a rivelare la sua, ma nel frattempo non sono sicura che sia una buona idea. "Il piacere è mio." Continuo, aggiungendo la frase di rito... ma provando veramente piacere nella presenza di Richard. Nonostante io non riesca a capire esattamente lui cosa sia, o forse proprio per questo, il mio interlocutore ha stuzzicato la mia curiosità. Il suo odore, la sua stessa presenza, le sue parole... tutto quanto insieme mi fa quasi sentire una bambina davanti ad una caramella. E questo è preoccupante... anche perché, quando ero una mortale, non ho mai avuto occasione di assaggiare una caramella. Qualche volta si mangiava qualche dolce, per nulla elaborato come quelli di adesso, ma non sono nemmeno sicura che esistessero già le caramelle.

    "Lei passa molto tempo qui al cimitero?" Domando, rendendomi conto - dalle sue parole - che potrebbe essere qualcosa in più di un inquilino del luogo in cui ci troviamo. Dopotutto, nonostante quello che ho detto un attimo fa, non mi sembra che abbia compreso di essere di fronte ad una sua 'collega' non morta (o, almeno, sembra non esserne propriamente convinto), quindi se ha detto ad una perfetta sconosciuta che sta per troppo tempo coi morti, potrebbe significare che... "Per caso... lavora qui?" Chiedo infatti, portata dai miei contorti ragionamenti a questa possibile soluzione al quesito, e cercando di mantenere un tono innocente, quando in realtà la mia testolina sta già pensando a come potrei sfruttare la cosa a mio vantaggio. Potrei chiedergli, ad esempio, di tenere d'occhio la mia seconda casa, e di avvisarmi nel caso qualcuno la occupasse senza il mio permesso. Già, sarebbe un'idea... ma prima dovrei capire se posso fidarmi di lui... Rifletto. Mah... mi faccio problemi per nulla! Magari non lavora nemmeno al cimitero e la sua frase stava solo ad indicare che ci abita!
     
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    Lei mi informa di aver incontrato ben due mummie e di averle trovate incredibilmente interessanti.
    Io annuisco non troppo convinto cominciando a credere che questa non sia più una battuta ma che sia diventata un vero e proprio racconto di una mente che non sapevo se riterere malata o più sana della mia.

    Lei si presenta come Neris Iaia con un tenue sorriso appena accennato sulle labbra pallide.Ma lo vedo senza notarlo realmente troppo impegnato a costruire congetture su congetture pronte a crollare come un castello di carte al minimo soffio del vento della verità.
    L'incertezza mi sta uccidendo accompagnata anche dalla tenue speranza che lei possa essere come me e che possa spiegarmi per quale folle ragione sono ancora su questa terra e non al di sotto di essa come lauto pasto di una colonia di vermi.
    Non sono mai stato religioso e per me l'idea di essere stato riportato in vita da una qualunque entità superiore era un opzione esclusa a priori.
    Le uniche opzioni rimaenti erano:

    A)un qualche esperimento scientifico sui morti (Cosa che escludo in una città come questa)

    oppure B)un qualche rituale occulto che per me ricadeva comunque nel mito e nella religione e pertanto anche questa opzione è improbabile.

    Quello che nella mia mente è sembrato un lasso di tempo infinito nella realtà si rivela essere durato solo pochi istanti dato che sento Neris formulare la solita frase di rito ma con un accenno di sincerità inaspettato,quasi fosse realmente contenta della mia presenza pur conoscendomi da poco.

    Neris mi pone una domanda che mi aspettavo di ricevere dato che con il mio comportamento e con le mie parole l'ho lasciato intendere pur arcorgendomene solo dopo.
    <<si,sono il guardiano notturno.Avevo già l'abitudine di passeggiare in questo luogo e così ho scelto di averne anche un profitto.
    Daltronde a chi non piacerebbe guadagnare per qualcosa che avrebbe fatto comunque?>>
     
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    Il guardiano notturno, eh!? Penso, quando le sue parole confermano la mia idea. Richard lavora qui al cimitero, quindi potrebbe rivelarsi utile... o una minaccia. Tutto dipende da come considera i vampiri... e da come considera chi ruba le tombe altrui.

    "Ha ragione... se già passa il tempo qui, è un'ottima idea lavorarci." Affermo, prendendo quasi inconsciamente tempo. Devo prendere una decisione: sicuramente non mi piace dire al mondo intero che sono una vampira (Ho una reputazione da mantenere, io!), ma in questo caso non vedo motivi seri per nascondere la mia natura. Richard non è minaccioso, al massimo curioso... e io sono curiosa nei suoi confronti quanto un osservatore del Talamasca, ritengo, lo sarebbe nei miei... cosa che di per sé è preoccupante.

    "A dire il vero, prima non sono stata del tutto sincera..." Inizio, decidendo di svelare le carte e vedere come va, nella speranza che a lui venga voglia di spiegarmi cosa esattamente è. "Non ho nemmeno mentito, in effetti, ma ho taciuto su un particolare, lasciando che lei credesse che io parlavo della tomba della mia famiglia. In realtà, non ho la più pallida idea di dove esattamente siano stati sepolti i miei parenti: sicuramente in Galles, ma è passato troppo tempo perché sia possibile trovare la loro... tomba. Quella di cui le ho parlato poco fa è la tomba in cui ho vissuto quando mi ero appena trasferita a Nouvieille. La ritenevo più consona alla mia natura: come vampira, preferivo evitare di mischiarmi troppo con gli umani. Ora, naturalmente, è diverso... ma quella tomba rimane comunque importante per me. È una sorta di seconda casa."

    Eccomi! ^^

    Ah... visto che ci sono ne approfitto per chiederti una cosa. "Ronda Notturna" è una ruolata in cui stai aspettando qualcuno che risponde o 'solo' un post di lavoro auto-conclusivo? Essendo mod di sezione, è meglio che io lo sappia così so come trattarlo. XD
     
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    è un post di lavoro e niente più


    Neris conviene sulla mia idea di "Posto di Lavoro" dopodicè comincia con delle parole enigmatiche...
    <<cosa intede dire con "Prima non sono stata del tutto sincera"?>>
    Lei continua con un discorso che sembrava essere stato preparato in precedenza.
    Le parole che seguono mi colpiscono una per una come proiettili.
    Non so' se mettermi a ridere e considerarla folle oppure fermarmi e rivelarle la mia identità sperando che la sua non sia una stupida irriverenza ma una rivelazione reale e sincera.
    Un opzione che non è contemplata è sicuramente la fuga.Io stesso sono ritornato dalla morte perciò chi sono io per giudicare la follia o,in caso lei fosse sincera, la natura degli altri?
    Non mi sono forse anche io macchiato di atti che agli occhi della comunità moderna mi marchierebbero come un selaggio o un mostro?
    Mentre lei finisce la sua presunta rivelazione il mio volto perde ogni traccia di irriverenza o di cortesia.
    Ho preso una decisione.Mettero sul tavolo la mia identità scoperta e anche se dovesse andare male mi sarò comunque liberato di una persone che si è presa gioco di me.
    <<signorina Iaia,spero che la sua rivelazione sia sincera perchè se non lo fosse ciò che sto per dirle potrebbe sconvolgerla non poco.
    Lei ha detto di essere una vampira,bene,allora abbiamo qualcosa in comune dato che neanche io sono completamente vivo.
    Circa un mese fa mi sono svegliato nella mia tomba,tutto ciò che ricordavo era il momento della mia morte che come indica il mio aspetto non è stata esattamente piacevole.
    Sono riuscito a risalire dalla mia fossa affamato...di carne.
    Il primo pensiero fu quello di nutrirmi.Di quei momenti ricordo poco ma so solamente che ripresi lucidità poco dopo,con il sapore del sangue in bocca e il cadavere di un coniglio ai miei piedi.
    La prego di non chiedermi cosa sia diventato poichè neanche io ne sono sicuro...>>
     
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    è un post di lavoro e niente più

    Come magari hai già notato, ho modificato il titolo e l'ho resa una discussione importante. I prossimi post di lavoro auto-conclusivi mettili nella stessa discussione. ;)


    La mia rivelazione ottiene l'effetto voluto: Richard parla, dicendomi cose molto interessanti. Come avevo già capito, è un non morto, ma diverso da qualsiasi non morto che io abbia mai incontrato. Non ha ricevuto il dono tenebroso come noi vampiri, non è stato mummificato nell'antico Egitto o in altri luoghi... è semplicemente stato ucciso... e poi, per qualche motivo che nemmeno lui conosce, è ritornato nella terra dei vivi.

    Tutto questo sembra essere scioccante per lui, un po' come lo è per me che ho scoperto - per l'ennesima volta - che le mie conoscenze sono molto relative. Non so nulla di questo mondo, e sono duemila anni che ci vivo. Ma Richard è sicuramente molto più spaesato di me: è diventato... quello che è... da un mese. A quanto pare, non ha avuto nessuno a fianco che lo aiutasse a superare lo shock. Arawn sarà stato - come si dice oggi - un lurido basta**o, ma almeno mi è stato affianco, mi ha permesso di accettarmi per quello che sono. Per farlo, mi ha raccontato così tante bugie da convincermi che ero diventata una dea, ma non vi è dubbio sul fatto che ha reso la mia transizione da umana a vampira una modifica non traumatica. Non ho dovuto subire uno shock come quello che hanno subito molti altri non morti... non subito, almeno.

    "Sono sincera." Affermo, per rassicurarlo del fatto che, almeno questa volta, non ho raccontato una montagna di bugie. "Sono una vampira, quindi posso capire la fame di cui mi ha appena parlato. Nel mio caso si tratta di sete, ma non c'è poi così tanta differenza. Entrambi sentiamo il bisogno di uccidere, ne abbiamo bisogno per vivere. L'importante è riuscire a conciliare questo bisogno con le nostre convinzioni, trovare il modo per placare la nostra coscienza. Il fatto di non essere più esattamente umani non ci rende dei mostri... quello dipende dal nostro comportamento." Non ho idea di come si considera, se è convinto di essere un mostro o meno, ma mi sembra giusto sottolinearlo, anche perché non sono sicura che potrà continuare a nutrirsi di conigli: noi non siamo mostri... ma nemmeno esseri superiori. Siamo semplicemente quelli che siamo: delle persone pericolose, questo è certo, ma non superiori né inferiori agli esseri umani. Beh... non TROPPO superiori.

    "Temo di non aver idea di cosa sia lei." Ammetto. "Riesco a percepire che, in qualche modo, la nostra natura è simile... ma, nel frattempo, differente. Non ho mai incontrato qualcuno come lei, ma son convinta che devono essercene molti altri... e che, pattugliando il cimitero, avrà più possibilità di incontrarli. E, magari, loro saranno in grado di spiegarle come mai è risorto dalla tomba."
     
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    Lei si prende un attimo di tempo per riflettere e dopodichè assume un tono di voce comprensivo che ritengo essere falso e usato solo per rassicurarmi ed evitare eventuali ritorsioni.

    Sembra che fosse sincera prima, quando diceva di essere una signora della notte e a quanto pare anche lei avverte le stesse sensazioni portate da quella fame animale che consuma ogni sistema cognitivo finche non ti lascia in uno stato poco più che animale finche non viene soddisfatta.

    Lei prova a rassicurarmi dicendomi che non sono un mostro ma ,anche se non mi sono mai considerato come tale, le mie vittime a differenza delle sue non hanno possibilità di sopravvivenza.

    Lei non si ferma e continua con le sue parole consolatorie ammettendo però la sua ingoranza nei confronti della mia condizione e rassicurandomi sul fatto che prima o poi troverò qualcuno in grado di riconoscere i "Sintomi" e a chiarire l'oscurità che avvolge il mio risveglio.

    Improvvisamente si sento rassenerato,più leggero,come se per tutto questo tempo un macignio facesse peso sulla mia schiena impedendomi di essere sereno.
    Finalmente avevo trovato qualcuno di cui fidarmi e a cui poter parlare liberamente.
    Una risata sgorga incontrollata dalla mia gola libera ,finalmente ,dopo essere stata trattenuta dal suddetto macigno.

    La mia reazione è sicuramente inopportuna ed esagerata ma non riesco a trattenermi e non posso fare altro che aspettare che esaurisca la sua fuga.

    Finalmente sono di nuovo in possesso delle mi facoltà oratorie e posso scusarmi con la mia interlocutrice

    << Mi spiace signorina Iaia ma non ho potuto trattenermi.Finalmente posso parlare liberamente.
    Non mi sono mai considerato un mostro anche considerando la mia "Parte Animale" e non mi fraintenda quando le dico che penso lei escluda un dettaglio importante della mia dieta.
    A differenza sua ,che può lasciare le sue vittime solo prive di sensi ,io mi sono dovuto trattenere dato che nel caso la mia vittima dovesse essere umana non potrei fare altrettanto e anche se dovessi riuscire a trattenermi la mia vittima non potrebbe evitarsi un arto amputato e come ben capisce questo susciterebbe scalpore.
    Penso che non mi farei scrupoli ad uccidere qualcuno della razza da cui sono "Nato" ma non voglio attirare occhi indiscreti sulla mia esistenza...
    Probabilmente ORA lei può considerarmi un mostro >>
     
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    Lo osservo mentre ride, una risata più che evidentemente liberatoria, mentre riconsidero le mie parole di poco fa. Forse sono stata troppo melodrammatica, presa com'ero dalla mia 'visione' di come sarebbe stata difficile - soprattutto nei primi tempi - la mia vita senza Arawn. Ma, a quanto pare, il mio discorso è servito a qualcosa, anche se devo ancora capire a cosa, esattamente. Sto educatamente in silenzio quando lui parla, scusandosi e affermando che sto trascurando un dettaglio importante della sua dieta. Alle sue parole, non posso fare a meno di sentirmi un pochino a disagio. Nemmeno molto, eh! Il problema non sono tanto le mie azioni e i miei metodi usuali di nutrimento... ma come spiegare al mio interlocutore la cosa.

    "Temo di non essere uno di quei vampiri che si limitano ad assaggiare." Affermo quindi, consapevole del fatto che se decidessi di fare un assaggino significherebbe bere da una fonte giovane, deliziosa... e tentatrice. E io ho decido da tempo di proibirmi questo lusso, di auto-punirmi per quello che potrebbe essere definito il mio peccato. Il mio peccato non è di dover uccidere per vivere - quella è una cosa che faccio senza rimpianti, almeno il più delle volte - ma il fatto di essermi creduta una dea. Per aver usurpato il sacro nome di Rhiannon devo punirmi in qualche modo... e questo è l'unico che mi è venuto in mente. "Scelgo le mie vittime secondo dei canoni precisi, e poi le dissanguo. Niente compromessi, nessuna possibilità di salvezza. È tutta gente che se lo merita, comunque. Quindi, non posso ritenerti un mostro... altrimenti dovrei pensare di me la stessa cosa, e questo è infattibile." Sorrido leggermente, ricordandomi di come, in certe occasioni, sono 'caduta in basso' per un momento di depressione. Ho anche scelto di dormire per svariati secoli, perdendomi la bellezza e l'assurdità delle azioni umane. "Per quanto riguarda il fatto che se incontrassi qualcuno come te, non ti faresti scrupoli ad ucciderlo... beh... chi sono io per parlarne? Spesso mi viene voglia di ammazzare il mio creatore, peccato che quando me lo trovo davanti... o dea, quel pazzo furioso ha ancora troppa influenza su di me. Quando sono con lui al massimo penso che dovrei farlo visitare da uno di quei moderni psicologi, ma temo che Arawn dissanguerebbe chiunque affermasse che lui non è un dio. Chiunque tranne me, ovviamente."

    Concludo, chiedendomi vagamente perché gliene sto parlando.
     
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    Neris confessa di dissanguare sempre le sue vittime scegliendole secondo canoni precisi che solo lei conosce e che non ambisco di certo a conoscere.
    Srollo le spalle in fondo ognuno può scegliere come passare la sua vita, mortale o immortale che sia.
    << Non sarò certo io a giudicare le decisioni di un altra persona, se lei ritiene le sue azioni un compromesso accettabile allora io non posso contraddirla >>
    Lei continua affermando che anche lei se ne avesse l'occasione vorrebbe uccidere il suo creatore ma implicitamente lascia intendere che in sua presenza non riuscirebbe a torcergli un capello e scorgo nelle sue parole un misto di gratitudine e ironia amara.
    Prima che possa ribattere però vengo interrotto dal mio organismo che pretende di essere soddisfatto minacciando di privarmi delle facoltà cognitive attraverso i segnali che sto cominciando a riconoscere.
    Sento la pelle farsi fredda mentre la mia bocca comincia a prudere e so che le ferite si stanno nuovamente slabbrando.
    A concludere il tutto una lieve fitta al petto che insieme a una fugace uscita di sangue mi avvisa dell'aperture della mia ferita mortale.
    Mi stringo per un attimo la camicia in corrispondenza di essa ma pochi istanti dopo il dolore cessa.
    Riprendo una postura normale ma preferisco comunque appoggiarmi a una lapide per evitare che future fitte mi facciano perdere l'equilibrio.
    Non lascio che questo imprevisto mi distolga dalla conversazione e perciò ,anche se in ritardo ,rispondo alla sua precedente rivelazione.
    << Sinceramente mi spiace sapere che anche se lei mi ha svelato tanto sul suo passato io non possa ricambiare il favore rivelandole qualcosa sul mio conto ma se mi permette di esporle la mia posizione sul suo creatore penso che per quanto esso possa essere stato (o sia) ,mi perdoni il termine, pazzo è stato comunque qualcuno su cui lei ha potuto contare nei primi mesi della sua nuova vita.
    Ma come ho già detto non spetta certo a me giudicarla>>
     
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    C'è qualcosa che non va. Richard non sembra star bene. Ci impiega un attimo a rispondere, e non posso fare a meno di notare che la sua ferita alle labbra sembra essere peggiorata. Impercettibilmente, ovviamente, ma i miei sensi sono di sicuro più sviluppati del normale. E l'odore di morte che lo circonda sembra essersi un poco acutizzando. Che mi stia immaginando tutto? Mi chiedo, mentre lui finisce di parlare. O magari ha bisogno di nutrirsi? È un po' come quando io non bevo sangue per un po' di notti... insomma, è totalmente diverso, ma l'idea è quella.

    "Sì, hai ragione." Affermo, alle sue parole sul mio creatore. "E questo rende ancor più difficile odiarlo, nonostante tutto. Ma, alla fin fine, siamo esseri umani... più o meno... quindi soggetti alle loro stesse debolezze. Non importa quanti secoli passino, in un modo o nell'altro tornano a bussare alla porta."

    Mi interrompo per un istante, continuando ad osservare l'uomo con cui sto colloquiando, alla ricerca di segni che mi facciano capire come stia. Cosa non per niente semplice visto il fatto che di lui so solo che è un non morto e che deve nutrirsi di carne. Non ho idea di come reagisca il suo organismo... e non so abbastanza del suo carattere per sapere se è meglio far finta di niente o se preferirebbe che io gli facessi capire che ho notato... qualsiasi cosa io abbia notato. "Non si preoccupi, non serve che mi riveli qualcosa su di lei." Affermo invece, ritardando di qualche secondo il momento in cui dovrò decidere cosa fare. "Ognuno di noi ha qualcosa di cui preferisce non parlare, soprattutto con dei perfetti estranei. Nel mio caso, non ho problemi a parlare del mio creatore... o, meglio, ad accennare qualcosa su di lui. Se lei provasse a chiedermi di più su di lui e su di me, non sono sicura che darei una risposta esaustiva." Ammetto, considerando il fatto che di Arawn e della mia vita ho parlato in modo esaustivo solo a due persone: Kimberly e Alice. In certi momenti posso essere una chiacchierona, ma ho sempre il controllo di quello che dico. Ok, 'sempre' non è il termine migliore... 'la maggior parte delle volte' è di sicuro più corretto.
     
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