The Beginning of a New Dream

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. A Beautiful Lie
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so perché, ma improvvisamente il sediolino del lato guida della mia auto è diventato scomodo. Ho sempre trovato questo “tesoro” molto confortevole, oltre che utile, ma adesso sembra cambiata, come se avesse perso, del tutto improvvisamente, quel comfort a cui mi ero tanto abituato e affezionato. Dopo aver cambiato una decina di posizioni, alla fine mi rendo conto che è solo un po’ di tensione tutta mia e che l’auto non c’entra nulla. Intanto l’elegante e ombroso cancello si sta spalancando di fronte la mia Mercedes, dentro la quale fino a qualche attimo fa c’era una piacevole musica di sottofondo proveniente dallo stereo Blaupunkt. Eppure, per quanto piacevole, giro la manopola del volume portandolo a zero, così da sentire appieno anche da dentro l’abitacolo, il motore che freme di marciare; sento, come sempre, anche alcuni suoni stranissimi, che normalmente non avverto per via della musica fin troppo alta, decisamente spacca timpani. Sono solito, infatti, ascoltarla a massimo volume quando dalla radio, o da un CD, parte un pezzo che mi piace e mi gasa troppo, tanto da influenzare persino il mio modo di guidare. In genere sono un tipo parecchio accorto, ma quando vedo che è tutto sotto controllo e la situazione attorno a me lo permette, non mi dispiace accelerare un pochino. C’è sempre e comunque qualcuno che fa di peggio, è certo.
    Ecco, come sempre accade, divago a non finire con i miei pensieri. Tutta colpa di quest’improvvisa ansia, decisamente illogica e irrazionale, alimentata da quell’odiosa luce ad intermittenza giallo canarino, che lampeggia in alto alla destra del cancello, segnalandone l’apertura. Con tutta la luce che fanno i fari della mia macchina, quella piccola lucina è capace di mettere a fuoco un secondo sì e un secondo no il mio viso, così come posso notare guardandomi nello specchietto retrovisore. In altre parole, già sto odiando il cancello automatico della mia nuova Sede.
    Metto la prima ed entro, conviene a me e conviene al cancello con quella sua luce lampeggiante da strapazzo. Percorrendo il vialetto, che lentamente si curva sulla sinistra, mi accorgo di non vedere praticamente nulla, eccetto molti, tanti, troppi alberi e parecchio “verde” in giro. A quanto pare la Sede di Nouvieille è germogliata, altro che edificata! Tra alberi, cespugli, prati ben tenuti, mi ritrovo, quasi senza accorgermene, di fianco ad un edificio illuminato, coperto nella visuale da una tettoia sotto la quale pochi altri veicoli sono parcheggiati, immagino quelli degli Osservatori che qui già ci abitano. Pochini, direi. Mi sembra di scorgere anche una moto sportiva, ma il buio e il colore ombroso della carrozzeria, non mi rendono certo.
    Spengo il motore, infine, portandomi giusto le chiavi e la borsa a tracolla, dentro la quale ho varie cose che preferisco portare sempre con me, documenti a parte. Molto semplicemente mi sento più sicuro così.
    Evito di mettere l’antifurto all’auto, dalla quale mi allontano, controllando che sia tutto apposto, che soprattutto non intralci niente e nessuno. Voglio fare bella figura, praticamente. Dentro ci lascio anche le mie quattro valigie e il PC, che casomai ripasso a prendere dopo, a meno che qui non abbiano il maggiordomo, a guardar la villa. E già, la Sede di Nouvieille è una villa, una bellissima villa in stile vittoriano, che per via dell’orario e delle molteplici luci artificiali provenienti un po’ dappertutto, mi si presenta totalmente tinta di nera; probabilmente di giorno è al contrario di un bel grigio. Passandoci davanti, per giungere all’ingresso, noto anche che le imposte sono di un bel bianco perlaceo, come la porta che mi attende in cima alle scale, queste che d’un tratto compaiono tra due muretti di cespuglio. Mi accorgo, salendole, che su di un lato della facciata la Sede è completamente avvolta di rampicanti, vittoriosi contro un giardiniere assente, o forse esuberante; mi pare anche che non servirà aspettare ancora troppo tempo per vedere le piante vincere totalmente sulla facciata, ricoprendola.
    Sono arrivato in cima alle scale. La porta immacolata che mi si staglia di fronte, è ancora chiusa, ma un vetro a forma di occhio, posizionato in verticale, mi apre la visuale incorniciata di una limitata zona degli interni dell’ingresso, in cui scorgo qualcuno che giunge ad aprirmi, o almeno credo. Trovo giusto il tempo di grattarmi appena la testa e di sistemarmi la giacca, per infine guardarmi nel vetro che ho di fronte.
    Da adesso in poi, stiamo a vedere.
     
    Top
    .
22 replies since 1/10/2011, 16:51   301 views
  Share  
.