The Beginning of a New Dream

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. A Beautiful Lie
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Accompagno con gli occhi la porta, mentre questa compie il proprio arco al di sopra di un immacolato e lattescente pavimento di marmo bianco, ricco di venature nuvolose, un po’ di tutte le sfumature. E’ una superficie liscia e specchiante quella su cui sto in piedi, riflettente fin dove può ogni cosa ci passi sopra, regalando la visione di un mondo capovolto, in verità l’altra faccia della stessa medaglia.
    Quando l’uscio si chiude, occupando perfettamente il rettangolo della soglia lasciato vuoto, la voce carezzevole di Kimberly mi distoglie da qualsiasi argomentazione mi sta passando per la testa in questo momento, ricevendo al contrario rassicurazioni dovute alle mie scuse in fatto di ritardo: è vero, ogni Sede esistente sulla faccia di questo mondo, per quel che si conosce, non dorme mai; a Londra è fin troppo facile imbattersi in colleghi in piena notte. Il Talamasca è un organismo vivente, mi vien da pensare in più di un’occasione, un corpo che respira, che pensa, che parla, e che sanguina anche. Una cosa è certa: anche quando dorme, è una macchina che lavora comunque, senza sosta. Non esistono orologi per gli Osservatori, seppur io, nel mio piccolo, ho una fissazione per l’orario; ma se la faccenda è importante, si sta svegli anche fino all’alba, quindi rientra pienamente nella normalità il mio trovarmi qui a quest’ora della sera.
    Mi giungono ulteriori garanzie: l’auto, secondo colei che da meno di un minuto è la mia superiore, non dovrebbe dar alcun tipo di problema lì dove l'ho parcheggiata. A ricordarlo, quel porticato mi è sembrato fatto apposta per metterci i propri veicoli sotto, al riparo da ogni agente atmosferico. L’ulteriore mancanza di un numero spropositato di mezzi di locomozione, eccetto uno o due, mi aveva già convinto che lasciarla lì, dove ora sosta, non avrebbe di certo causato guerre fratricide dentro al Talamasca. Semmai accadrà qualcosa, vorrà dire che mi scuserò ed eviterò. Che ci sia un garage sotterraneo da qualche parte? Non mi resta che scoprirlo, o aspettare di visitarlo.
    E’ difatti questa l’idea che frulla nella testolina di Kimberly, sotto tutti quei boccoli di grano. Mi propone varie idee, delle alternative per spendere i primi momenti lì dentro. Mi chiede innanzitutto se preferisco andar subito a sistemarmi in quella che sarà la mia nuova camera: il numero forse eccessivo di valigie che ho in auto, incluso il loro peso spropositato (infondo mi sono trasferito da Londra, non sono certamente venuto a fare la villeggiatura), mi fa scartare a priori questa proposta, rimandandola a dopo, scaricando casomai la ragazza dal dovermi controllare fino alla fine, dandole modo di andarsi a riposare. Orario presto o tardi che sia, non mi pare giusto farla gironzolare insieme a me per tutta la casa, che ho in mente, in verità, di conoscere con calma e da solo, se possibile. La seconda alternativa è l’andare a rifocillarsi, scoprendo così quella che è la cucina della Sede. O forse preferisco iniziare il tour della Casa, approfittando della presenza di solo noi due all’interno dell’edificio, indi nessuno a cui arrecare eventualmente disturbo ciondolando di qua e di là?
    L’idea della cucina, per me, ma anche per Kimberly, è quella che ritengo più fattibile per il momento. In realtà non ho per niente fame, ma qualcosa da bere per intrattenermi con la ragazza in due chiacchiere, la vedo un’ottima idea. E nel frattempo posso pensare a che fare dopo, anche se ringraziarla, permettendole di andare a dormire, ha già l’aroma della scelta che andrò a compiere, preoccupandomi da me e con tutta calma, del trasferimento dei miei effetti personali nella camera che lei vorrà assegnarmi, o che io intenderò scegliermi, non mi è ancora chiaro. Ma non doveva esserci un maggiordomo?
    «Sinceramente, non ho molta fame, ma qualcosa da bere la prendo volentieri.» Le comunico, con l’allegria stampata in faccia, mescolata alla perfezione con una stanchezza non poco apparente. «Così possiamo fare un po’ di conoscenza.» Mi appare corretto dirlo, infondo è un buon modo quello di condividere qualche decina di minuti bevendo qualcosa e scoprendo l’essenziale dell’altro, in vista di una più che prossima collaborazione.
    Infilo poi le mani in tasca, pronto a seguirla, lasciando che mi faccia strada.
     
    Top
    .
22 replies since 1/10/2011, 16:51   301 views
  Share  
.