Brynhild S. Dahl: è ora di shopping!

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  1. Sugar Pinkie
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    « Brynhild Sigrid Dahl »

    Artigiana Brynhild Sigrid Dahl lavora per Kimberly Hastur.
    I° Commissione.




    Doveva decidersi a comprare un dannatissimo condizionatore da mettere in negozio o almeno in casa. Il fatto che 'la Santa della Forgia' non avesse alcuna finestra, a parte le vetrate che davano sul giardino e la porta, risultava ora un vero problema: non aveva un granché come ricircolo d'aria e quando aveva deciso di comperare quella casa con annesso il negozio non vi aveva fatto caso inizialmente.

    Le venne poi un lampo di genio: un condizionatore nel negozio avrebbe compromesso tutti i preziosi e fragili oggetti. Zahi Hawass stesso le avrebbe dato una martellata su un alluce se lo avesse saputo, ricordandole quanto le condizioni ambientali influissero terribilmente sullo stato di conservazione dei reperti.

    Anche suo nonno probabilmente le avrebbe dato un sonoro scapaccione, di quelli che le avrebbero lasciato il segno a vita. Si massaggio istintivamente la nuca al ricordo delle pesanti mani del familiare, mentre sul liscio viso andò a formarsi un accennata smorfia di dolore.

    "Eh, quanti sofferti ricordi." Sospirò con una nota ilare nella voce, mentre metteva mano ad alcuni ingombrati scatoloni.

    Erano arrivati quella stessa mattina, due consegne che aspettava già da qualche settimana e che finalmente si erano degnati di consegnarle. Un paio di scatoloni contenevano diversi tipi di materiale che le sarebbe servito per il suo lavoro di artigiana, i restanti invece proteggevano diversi ritrovamenti che venivano da mercatini dell'usato et simili.

    Avrebbe dovuto catalogarli, inserirli nel pc e stampare le nuove pagine in cui li avrebbe inseriti... un bel lavoretto che probabilmente le sarebbe costato tutto il pomeriggio, ed avrebbe dovuto rimandare alla stessa sera i lavori commissionati.

    Amen! Era il suo lavoro e la sua possibilità di avere un guadagno fisso. Inoltre tutti i piccoli resti che metteva in salvo dalla discarica non potevano essere così crudelmente abbandonati, ed avrebbe trovato loro una giusta sistemazione tra credenze e scaffali.

    Si caricò dunque dei vari scatoloni, confidando nella sua impareggiabile altezza e la forte muscolatura che ancora non aveva dato cenni di voler cedere. Era una bella fortuna aver ereditato dal vecchio Johan di Norvegia la prestanza fisica e l'ossatura non proprio sottile; questo le era costato solo la sua femminilità, ma non la forza acquisita.

    Quando si raddrizzò, dopo aver impilato diligentemente i colli, scoprì che non riusciva a vedere un accidente; fu tentata di abbandonare un paio di scatoloni per fare un altro giro in seguito, ma il movimento dei sutra sul soffitto seguito da una voce femminile, la mise subito in allerta.

    Con passo traballante ed accorto, sperando di non urtare contro la nuova venuta o un qualsiasi oggetto d'antiquariato disposto in bella mostra, cercò di avvicinarsi al corridoio centrale che conduceva dalla porta al bancone, unendo quelli più piccoli creati dagli scaffali.

    "Entri entri, ho messo il guinzaglio i cani di pezza." biascicò la donna, ondeggiando un momento prima di fermarsi a pochi passi dalla nuova venuta, con un lieve risatina. "Se riesce a liberarmi dal primo scatolone e ad appoggiarlo sul bancone, riuscirò a darle anche un benvenuto come si deve."

     
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