La prima ronda

Cimitero del Nostro Salvatore

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  1. Ymi
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    Se qualcuno vuole unirsi alla giocata è il benvenuto :)



    Si era trasferito in città da pochi giorni, affianco alla porta del piccolo appartamento, e fuori sotto quella tettoia di legno si trovava ancora buona parte degli scatoloni del trasloco, il secondo per esattezza: aveva soggiornato le prime notti da una vecchia amica di sua nonna, ma in quella casa nemmeno aveva deciso di disfare le valigie, non era fatto per vivere nella confusione di quella piccola, vecchia e decadente villetta. Perfino la sua roba, seppur tenuta sigillata nelle valigie o scatoloni profumava di canfora, naftalina, oltre ad una vago odore di vecchio e marcio che nessun profumo riusciva realmente a coprire.
    Aveva controllato e controllato ogni annuncio di lavoro, ogni bacheca, ogni sito internet, ma alla fine era stata l'amica della nonna a suggerirgli di chiedere al vecchio Frank, lui era ormai vecchio e cercava un giovane fidato, educato ma che fosse rispettoso e tranquillo, che potesse sostituirlo nel lavoro di guardiano notturno del cimitero. Probabilmente come trovava scomodo abitare in quella casa, la proprietaria, una tale signora Bianchi, trovava fastidioso avere un giovane troppo silenzioso, troppo taciturno che si aggirava come un fantasma tra quelle quattro mura.
    Una raccomandazione da parte della vecchietta unita alla buona impressione che Theodor deve aver dato al "vecchio Frank" gli aveva assicurato un lavoro, oltre che una piccola casetta all'ingresso del cimitero.

    Non ce la farò mai a far stare tutta questa roba, in queste due stanze.

    Così pensava mentre fermo sulla soglia controllava che non mancasse nulla, almeno nulla di importante perchè durante un trasloco si dimentica o si perde sempre qualcosa. Con uno sbuffo chiuse la porta dietro di sè, avviandosi verso la stufa. Come tutte le case vecchie dai muri spessi in pietra erano più fredde all'interno che all'esterno, specie se non riscaldate da qualche giorno. Trafficando con la legna, che si trovava in un angolo della grande stanza che faceva da cucina, soggiorno e locale di studio, scelse i ceppi ed i rami migliori. Non era la prima volta che doveva accendere un fuoco a partire da un poco di carta e qualche legnetto e difatti pur dovendo soffiare sulla fiamma che stentava a partire a causa dell'umido di quel luogo, il fuoco non ci mise molto tempo a bruciare anche i rami più piccoli. Ormai era fatta, una luce rossastra illuminava la stanza, mentre il crepitio copriva i flebili rumori che provenivano dall'esterno. Un'odore acre, di fumo riempì in pochi istanti l'ambiente, ma per il giovane abituato ad avere caminetti accesi in ogni stanza della grande villa ove abitava fino a poco fa con la famiglia, gli donò una sensazione di pace e tranquillità, un po' come quando all'improvviso un ricordo ti coglie lasciandosi un attimo spiazziato, per poi ricordarlo con gioia.
    Però non aveva il tempo di osservare, come ipnotizzato, la fiamma, non aveva ancora mangiato, il sole era calato dietro l'orizzonte da qualche ora e se voleva cenare ad un'ora decente doveva sbricarsi a fare la sua prima ronda.
    Si cambiò in fretta e senza prestare troppo attenzione ai vestiti scelti: un paio di vecchi pantaloni marroni di fustagno, una felpa un tempo nera, ora grigia a coprire una maglietta beige tutta stropicciata. Mentre apriva la porta di legno, allungava una mano ad afferrare un cappotto blu scuro ed ecco sgusciare all'interno un gatto, il suo gatto. Un American Curl dal pelo non troppo lungo bianco, con striature di varie tonalità di grigio, che lo rendono un poco simile ad una tigre bianca, particolarità di questo animale è di avere delle orecchie che si curvano di centottanta gradi, circa, all'indietro con dei ciuffi di peli più lunghi dando così un'aspetto particolare.

    Ben arrivato, Tybald. Tu arrivi ed io esco, non fare troppi disastri.

    Disse osservando il gatto con attenzione, che degnando di una sola occhiata il padrone, aveva deciso di esplorare ogni angolo della casa, ambiente completamente nuovo, in quanto aveva passato il pomeriggio a girovagare per il cimitero, questo il motivo del muso sporco di terra e le foglie secche impigliate nel pelo. Avrebbe dovuto spazzolarlo, ma siccome l'animale sembrava voler ancora fare qualche avventura, come cercare di infilarsi sotto il mobile della credenza alla ricerca di qualche batuffolo di polvere interessante, farlo ora sarebbe stato uno spreco di tempo.
    Dalla porta aperta entrava un'aria fredda, molto più fredda rispetto a prima, ora che il sole era tramontato da molto tempo, ma al tempo stesso la stufa ci avrebbe molto prima di riscaldare a dovere, giusto il tempo di un'ispezione veloce tra le lapidi, così avvolgendosi nel cappotto ed infilandosi in testa uno strato cappello a tuba si allontanò dall'uscio lasciando la porta socchiusa.

    Così se volesse raggiungermi, lo farebbe senza demolire la finestra.

    Era la prima serata che poteva passare da solo, i ricordi si susseguivano uno dietro l'altro, ora era il momento di quello, accaduto quando Tybald era più giovane di qualche anno, che qualcuno, non si è mai scoperto chi fosse, lo aveva chiuso in cucina. Quando tornarono trovarono il telaio ed i vetri della finestra tutti graffiati, ormai da cambiare. Chissà come però era riuscito a girare la maniglia ed ad aprirla potendo così farsi la solita camminata in giardino. Per poi tornare come se nulla fosse, acciambellandosi sul tavolo tra una pentola ed una pila di piatti.
    Mentre si perdeva tra questi pensieri, avvolto in un mantello scuro, aiutandosi con un bastone di bambù, tinteggiato di un colore chiaro, che potrebbe assimigliare, se non fosse per i numerosi disegni e simboli di inchiostro scuro, ad una spina dorsale, avanzava con passi lenti e cadenzati tra i vialetti del cimitero.
    La mano che non stringeva il bastone era infilata in tasca a giochicchiare col legaccio di una vecchia torcia, e si spostava solo per andare a strofinarsi contro l'altra, che a causa delle temperature si raffreddava troppo velocemente.

    Meglio fare in fretta, sono troppo stanco ed infreddolito per passare un'intera notte al freddo. Il lavoro vero inizia domani.

    I passi, ora più veloci, producevano un rumore di pietruzze smosse, mentre si aggirava tra le varie tombe del cimitero,nella zona praticamente senza tombe monumentali, probabilmente della famiglie meno agiate. Ma essendo la prima sera, l'attenzione non era rivolta nè alle lapidi, nè alle recinzioni che le racchiudevano, avrebbe avuto un'infinità di altre occasioni per ammirarle, ora aveva solo voglia di concludere il giro in fretta e tornare nella sua casetta a mangiare ed a riscaldarsi. Per poi concersi una pausa e riprendere a sistemare gli oggetti negli scatoloni, almeno i vestiti e la roba più urgente.

    Edited by Ymi - 1/2/2012, 21:00
     
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    Eccomi! ;) (Anche se leggermente in ritardo. XD)


    Non è possibile. Per un motivo o per un altro, finisco sempre a gironzolare per i cimiteri. Quando ho comprato la casa, mi sono ripromessa che non avrei messo più piede in un luogo così tetro, o che - almeno - ci sarei passata raramente, ma mi ci ritrovo fin troppo spesso a farci una passeggiata. C'è qualcosa, nei cimiteri, che mi attira. Rifletto. Posso ripetermi quanto voglio che è la Porta Dimensionale, ma questo non spiega perché gironzolo per tutti i cimiteri di Nouvieille e non solamente per quello con il varco. Deve esserci qualcos'altro: l'atmosfera, magari... o l'odore di morte sempre presente.

    Mi guardo intorno, osservando con attenzione le tombe che mi circondano come se potessero dare una risposta al mio dilemma. Ma pensare alla Porta con la P maiuscola, mi riporta alla mente l'attentato - ahimè fallito - compiuto nei confronti di Colton White, il più 'amato' cacciatore di Nouvieille. Pensare a tutto quello che è successo quella notte mi rende molto confusa: una parte di me, infatti, è dispiaciuta del fatto che il cacciatore sia sopravvissuto, l'altra invece prova solo piacere nel ripensare all'avventura. Dopotutto, mi sono divertita, ed è quello che conta. Poi... si può sempre riprovare, no!? Anzi, se White fosse morto qui a Nouvieille si rischierebbe di annoiarsi!

    La cosa, in realtà, non è vera. Anche se il cacciatore fosse morto, questa città non potrebbe essere considerata tranquilla, nemmeno da un'Antica come me. Tra mummie, lamie, draghi e via di seguito, la città è ben provvista di provvista di divertimenti... e di pericoli, ovviamente. Ma il pericolo numero uno sono quegli stupidi topi di biblioteca. Rifletto, riferendomi agli osservatori del Talamasca, mentre mi fermo ad osservare una tomba monumentale, la cui forma ricorda molto quella di un tempio. Ma, in realtà, non posso lamentarmi nemmeno di loro: non mi sono mai venuti a disturbare... se non si conta Kim, ovviamente. Sembra quasi che abbiano lasciato a lei il compito di importunarmi. Beh... meglio così: niente ficcanaso indesiderati e più possibilità di convincerla a farsi vampirizzare. Anche se, a dire il vero, è da un pezzo che non si fa viva.

    Poso una mano sulla superficie marmorea della tomba, non so bene nemmeno io per quale motivo, e mi ritrovo a paragonare il candore della mia mano a quello del marmo. Nonostante io, come al solito, mi sia truccata, il pallore innaturale della mia pelle risulta difficile da coprire. Anche sotto il trucco, posso notare delle tracce bluastre poco naturali, quasi cadaveriche. Ma questo non significa che possano notarle anche i comuni esseri umani: la mia vista è di sicuro più sviluppata della loro. "Uffa... dovrei nutrirmi." Affermo tra me e me, a voce bassa. È da due notti che non vado a caccia, presa dal teatro e dai miei compiti. Ancora non sento quel bisogno pressante di sangue umano che mi fa capire quando sono arrivata al limite, ma non posso permettermi di rimandare ancora per molto.

    Torno a muovermi, dirigendomi verso la parte del cimitero dove ci sono le tombe più semplici. Una ciocca di capelli mi ricade sigli occhi, e io mi limito a cacciarla dietro ad un orecchio. La mia pettinatura, come il mio abbigliamento, è molto semplice. Questa sera non mi sono tinta parte dei miei capelli di nero, quindi il loro rosso innaturale splende alla luce della luna e dei faretti del cimitero. Li ho legati in una semplice cosa bassa e non li ho nemmeno arricciati. Mah... forse avrei dovuto sistemarmi un po' meglio: così sono troppo semplice. E se dovessi decidere di andare a caccia? Mi dico, considerando come mi risulti più divertente giocare con le mie prede se indosso, ad esempio, abiti più scollati e ho pettinature più raffinate. E, sicuramente, la mia semplice gonna - lunga fino alle caviglie e di color verde scuro - la mia camicetta bianca e la mia maglia nera non sono di certo abiti molto appariscenti. Fa niente, nel caso posso sempre fare la povera ragazzina sperduta.
     
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  3. Ymi
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    Non ti preoccupare, nessun ritardo :)Anzi visto che è la mia prima role, se vuoi darmi qualche consiglio su come migliorare fallo senza problemi ^_*


    Qualche folata di vento freddo si insinua nel mantello del guardiano, che unito all'ambiente lugubre del cimitero di notte,lo fa rabbrividire più di quanto farebbe in altre situazioni.
    La sicurezza di prima va scemando al contrario della voglia di finire in fretta il giro di controllo per poter andare a chiudersi nella piccola stanzetta, riscaldata un poco dalla stufa e sigillarsi dentro fino alla mattina successiva.
    I pensieri, come un fiume in piena inarginabile, corrono ai vari film e racconti di zombie, vampiri ed altre creature spaventose che amano frequentare questi posti lugubri e tetri
    Ma quel pensiero non lo spaventa, nè lo intimorisce anzi un sorriso compare sul suo volto, come se un piacere inconscio volesse che succedesse una cosa del genere.

    Non sarebbe bello vederne uno? Aglio, paletto, croce ed acqua santa. Oppure due tappi di sughero nei canini, non c'era una vecchia favoletta che le raccontava una Zia dell'europa dell'est in cui accadeva qualcosa di simile?

    I pensieri fluivano veloci, mentre cercava di ricordarsi la storiella, sentita quando era piccolo, ormai dimenticata in buona sua parte. E così i suoi passi erano divenuti più sciolti, più veloci, quasi allo stesso ritmo dei ricordi che non si soffermavano mai su qualche ricordo specifico permettendo alla mente di vagare, in balia di se stessa.
    Poi di colpò si blocca, un movimento nel limite del suo campo visivo. Non sembrava causato dal vento, nè da qualche animale, ma è solo il suo inconscio che parla. Non l'aveva vista chiaramente, non avrebbe potuto vedere di più nemmeno se l'avesse guardata direttamente non con quel buio, non conoscendo così poco l'ambiente, il vecchio Frank gli aveva fatto fare un giro veloce, di giorno, per lui era un'ambiente nuovo: ogni tomba era una scoperta, ogni sentiero un novità.

    Con la coda dell'occhio, guarda con la coda dell'occhio

    Un lievissimo sussurro, passando nuovamente ad un altro pensiero,mentre la mano ormai infreddolita stringeva con più forza il bastone, mentre l'altra tirava fuori la torca mentre il laccio era infilato al polso, il pollice sull'interruttore pronto a farlo scattare, per accentere la torcia.

    Chi va là?

    Urla voltandosi verso la zona dove ha visto un movimento, non accende ancora la torcia, perchè potrebbe essere stato solo uno scherzo dell'immaginazione, della fantasia. Non che lui ci creda a queste cose, numerose leggende dicono che quando non si guarda con attenzione un luogo, quando lo si osserva con la coda dell'occhio, esso di mostra esattamente com'è senza i pregiudizi ed i limiti mentali di chi lo sta osservando: il velo che copre il lato più nascosto del mondo si discosta.
    Lo sguardo fisso in quel punto, la torcia, ancora spenta, ma puntata nello stesso punto ove posa lo sguardo il bastone ben stretto nell'altra mano.
     
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    Sento dei passi che si avvicinano. Mi fermo, chiedendomi che fare: la persona che, se non faccio qualcosa, ben presto mi raggiungerà non è di sicuro un non morto... o un dannatissimo rettile, o qualsiasi altro non umano che io abbia incontrato. Dall'odore, direi che si tratta di un semplice umano. Potrei approfittare della cosa e... no, no, meglio non ammazzare gente nel cimitero, non vorrei che poi la zona venisse sorvegliata dalla polizia. Rifletto, mentre il rumore di passi diventa sempre più forte. Sarebbe una rottura.

    Non è che il cimitero sia proprio una delle zone dove mi son ripromessa di non andare a caccia, ma è di sicuro uno dei luoghi a cui tengo di più. Non mi farebbe piacere, insomma, che i media si interessassero troppo di questo luogo: la tranquillità andrebbe a farsi benedire. Beh, se è solo della tranquillità che mi preoccupo, posso sempre abbandonare il cadavere lontano da qui. Penso, mentre un 'Chi va là?' risuona nell'aria. Qui non sono al teatro: nel teatro non si caccia, nel cimitero invece posso... ma ne ho veramente bisogno? Oggi non sono di certo uscita per mangiare: volevo solo starmene da sola in pace, senza rompiscatole che mi disturbino. Mm... che sia incappata nel guardiano? Mi sento molto confusa, come se qualcuno si fosse divertito ad ingarbugliare i miei pensieri. Che cosa ho? Mi domando, rimandando per il momento la risposta che, teoricamente, dovrei dare a colui che ha disturbato la mia pausa riflessione. Mm... è che non mi va di cambiare i miei piani a causa di... un bisogno fisiologico! Alle volte posso essere dannatamente testarda... quasi peggio di Kimberly: se non ho voglia di cacciare... non caccio, no!? O forse sì? Ah! Rispondo a quel defi... ehm... a quello lì e poi si vedrà. Mi dico, giungendo alla conclusione che la cosa migliore è rimandare la decisione.

    "Sono solo una povera artista alla ricerca di ispirazione." Affermo dunque, rispondendo - anche se un po' in ritardo - a quell'inopportuno 'chi va là'. "E lei chi è? Anche lei è in cerca di ispirazione?" Domando, consapevole di quanto la domanda sia ridicola. Per prima cosa, io non dovrei essere qui. Per seconda... lui può essere solo o il guardiano o un malvivente: di sicuro non è qualcuno in cerca di ispirazione. Ma, visto che ci sono, perché non approfittare della situazione per divertirmi un po'?



    CITAZIONE
    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.

     
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  5. Ymi
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    Il freddo era pungente, il vento che si insinuava tra le lapidi più comuni, oltre a portare un'odore di muschio, di sottobosco, era come se conficcasse nella pelle della mano e del viso qualche piccolo ago, come se fosse coperto da scheggie e piccole spine: nulla di doloroso, ma che a lungo andare diventa prima fastidioso e poi insopportabile, costringendo così il giovane a riportare la mano al riparo, ed a coprirsi meglio il volto. Magari per chi fosse abituato a vivere a Nouvieille, era un vento normale, ma lui aveva passato la sua vita in un luogo caldo dove l'inverno era più che altro un nome e nulla di più.

    Pittrice? Scultrice? Commediografa? Scrittrice? Giornalista? Per ricerca? Per studio?O artista in genere? Tradizionale? Alternativa? Conformista?

    Domanda quasi a raffica verso la ragazza che ha di fronte, mentre solo ora riabbassa il braccio che teneva la torcia puntata, seppur spenta, contro la vampira, riportando la mano al riparo nella tasca del mantello, e di conseguenza anche la torcia.
    Ormai sembra quasi che ogni pensiero, dal cervello finisca diretto alla bocca, tanto che continua a parlare, parlare e parlare ancora. E' come un fiume in piena, un fluire continuo di pensieri, che lo allontanano dal discorso principale, al quale per forza o per altre vie torna sempre.

    Perchè sa, io avevo una zia, in realtà non era mia zia, ma la zia di mia nonna, ma siccome era molto più giovane di lei, la consideravo una mia zia, in quanto era un poco più vecchia di mia cugina. Siamo una famiglia numerosa sa? Ecco si stavo dicendo che questa mia zia, era una grande artista, magari lei conosce qualcuno dei suoi quadri: quello più bello in assoluto è Il lupo tegolato, è quello che quando il lupo soffia, la casa rimane in piedi ed una tegola cade dal tetto beccandolo sulla testa, oppure c'è anche quell'altro Il matrimonio impossibile, due poveretti sotto un grosso ramo di un albero sulle rive di un lago, inginocchiati con un prete che fa segno di no col dito, ah! Sisi questo li batte tutti quanti, anche se non l'ho mai capito, un grosso occhio che spia da dietro una crepa nella tela bianca del quadro. Voi lo capite? Perchè mia zia mi ha detto che ero troppo piccolo e poi quando ero grande che ero troppo grande e poi è mancata.

    Solo ora pare prendere un profondo respiro, dopo aver parlato quasi senza una pausa, sbatte le palpebre, un altro profondo respiro, mentre mantiene lo sguardo su quella ragazza di cui intravede la figura, senza riuscire a distinguere molto bene i particolari a causa della distanza e della poca luce, nonostante la luna ed i ceri sempre accesi nel cimitero. Unica cosa che nota sono i capelli rossi. E su di essi si sofferma, rimanendo in silenzio qualche istante, assorto. Il discorso continua, ma solo nella sua mente. Al fuoco! -urla nella sua testa- Ma che bei capelli, sono quasi ipnotici. Sembrano quasi le fiamme, si delle fiamme, le fiamme del braciere, quello che illumina, ipnotizza ma non bruciano, a meno che...
    Non termina il pensiero, che scuote un poco il capo. Riprenditi, torna al discorso, torna al discorso. Ora!

    Mi scusi, diceva? Ah sisi, ora ricodo.

    Dandosi una pacca sulla fronte, con l'estremità del bastone di bambù, lasciandosi un piccolo borlo rosso proprio al centro sopra l'attaccatura del naso. Ahia, ogni volta Theodor. Ogni volta ti fai male, vedi di ricordatelo la prossima volta.

    Oh sisi cerco anch'io isprirazione, ma diciamo che anche se mi pagano una miseria per farlo, penso che lo debba considerare un lavoro. Sono un guardiano in cerca di ispirazione. O un ispiratore che fa la guardia? Insomma, quello! Chiaro no?

    Mentre parla, continua a muovere qualche passo verso di lei, trovandosi così a qualche decina di metri dalla vampira. Un sopracciglio inarca, quando qualche dettaglio in più della vampira viene alla luce. Oh è giovane però. Chissà che ispirazione sta cercando? Tutti sanno che gli artisti sono strani, venire di notte in un cimitero? Con tutte quelle creature esistenti, magari dovrei dirle di quello che è successo a Margareth, si dovrei dirglielo. Assolutamente Mentre lentamente si lascia cadere, poggiando così il sedere su un angolo di una tomba, assaporando con lo sguardo e gli altri senti il silenzio e la calma del cimitero, se di giorno è tranquillo di notte un cimitero assume caratteristiche più cupe, ma al tempo stesso gli donano una pace ed una sacralità così intense che si possono percepire sulla pelle, nelle ossa.
     
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    Ops... scusa ancora per il ritardo, ma tra male agli occhi (dannati -.-), giretto per Torino e studio, son riuscita a risponderti solo adesso. XD


    Eh!? Lo fisso abbastanza perplessa, mentre lui continua a parlare del più e del meno, dandomi l'impressione di non essere una persona sana di mente. La pazzia è contagiosa? Arrivo a chiedermi, mentre lo osservo sedersi su una tomba. Se bevo il suo sangue rischio di beccarmela? No, no... se non l'ho presa dal mio creatore, direi proprio che non c'è rischio di contagio. Concludo tra me e me, senza prendere nemmeno in considerazione il fatto che non è certo che io sia sana di mente. Anzi, Kimberly sarebbe anche in grado di dire che io sono - almeno un poco - fuori di testa. Ma questa è solo la sua irrilevante opinione personale.

    Metto una mano davanti alla bocca e ridacchio, cercando di sembrare divertita quando invece sono più che altro molto, molto, perplessa.
    "Attrice, più o meno." Rispondo, quindi, alla sua domanda. In realtà, da quando sono tornata a essere la proprietaria del teatro di Nouvieille, ho quasi smesso di recitare. Sul palco, si intende. Quando vado a caccia, recito sempre. O quasi. "E no, non ho mai sentito parlare dei quadri che mi ha nominato. Ma temo di non essere molto afferrata in arte: forse dovrei fare una visita al museo, una sera o l'altra. Ma temo che non sarei la benvenuta: io e il direttore non andiamo molto d'accordo. E una mia amica lavora lì, quindi non credo che sarebbe contenta se io combinassi qualcosa." Affermo, senza sapere nemmeno io perché sto dicendo tutto questo. Perché parlare di Colton White, l'insopportabile cacciatore proprietario del museo? Mah, forse la parlantina del mio interlocutore mi ha contagiato.

    "Quindi lei è il guardiano, eh!?" Continuo, avvicinandomi al luogo in cui si è seduto e fermandomi a pochi passi da lui. "Spero che non sia un problema la mia presenza qui. Mi devo preparare per un'opera un po' tetra, quindi ho pensato che fosse una buona idea fare un giretto per il luogo più tetro della città." Mento. "Beh... avrei potuto anche fare un giro per il bosco... sempre di notte, ovviamente. Brr... sarebbe abbastanza tetro anche lì... ma se mi perdessi?" Dico infine, cercando di sembrare seriamente preoccupata dalla cosa.
     
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  7. Ymi
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    Rispondo con uno spoiler per scusarmi del ritardo, ma ahimè la connessione ha deciso di lasciarmi a piedi. Oggi non ho tempo ma o domani o dopo rispondo, promesso.
    Scusami ancora!!!
     
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    Tranquillo! Non c'è alcuna fretta! ;)

    P.S. Mi dispiace che la connessione ti abbia lasciato a piedi. Dev'essere una rottura. -.-
     
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  9. Ymi
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    Mi sento in colpa ma non ho avuto modo di connettermi ad internet se non per brevissimi momento in questi ultimi tempi.


    Uno sbadiglio, quasi da slogare la mandibola, coperto velocemente dalla mano. Mentre gli occhi sposta dalla vampira all'ambiente che lo circonda. Appartiene ad un mondo di finzione e fantasia, non molto diverso dal mio. Si ritrova a pensare quando viene a sapere della professione artistica della donna a pochi passi da lui.

    Se vi lascio girovagare in giro, in cerca di ispirazione. Voi mi inviterete allo spettacolo?

    Chiede inclinando il busto verso la vampira, rivolgendole così a propria attenzione.

    Mi ha sempre affascinato il mondo della recitazione. Li tutto è possibile non trovate? A volte perfino gli spettatori se ne rendono conto. Mia nonna lo diceva sempre non andare a vedere un'opera se non vuoi finire invischiato nella sua storia, non osservare un quadro se non vuoi trovarti all'interno di esso. Mi raccontava tante storie, favole per bambini, in cui si inventava di aver percorso una delle strade nel campo di grano con corvi, questo lo conoscete si? Oppure di aver aiutato non ricordo più chi in non so quale opera teatrale.

    Dice quasi imbarazzato abbassando lo sguardo verso il terreno per pochi istanti. Non sa poi molto di opere teatrali, non le ha mai amate fino in fondo. Una delle poche passioni che sua nonna non è mai riuscita a trasmetterle. Solo pochi sanno aprire le porte della fantasia si ritrova a pensare mentre lo sguardo indugia su un sasso.

    Girare per un cimitero di notte è insolito, ma non credo sia vietato. Fate solo molta attenzione, il vecchio Frank, lo avete conosciuto no? Ecco lui mi ha detto che a volte succedono cose strane di notte.

    Per poi abbassare la voce, allungando un poco il collo da avvicinarsi di più alla vampira, continuando però a rimanere seduto sull'angolo della lapide, col bastone di bambù stretto in mano.

    Ha visto tanto occhietti gialli che lo spiavano di notte. Occhi muniti di unghie affilate e denti aguzzi come rasoi. Ma secondo me aveva bevuto un poco troppo, c'era un'infinità di bottiglie vuote nascoste sotto le assi della cucina. Così tante che il solo camminare produceva un tintinnio vetroso, quando si passava sopra al nascondiglio. Ma fate attenzione perchè magari era solo qualche gatto affamato, o qualche folletto dispettoso.

    Un profondo sospiro mentre torna ad una posizione un poco più eretta e normale. Mentre agita la mano libera in aria, come per scacciare via qualche insetto. Come per non dare troppa importanza a ciò che ha appena detto.
     
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    Non ti preoccupare: non è mica colpa tua! ;)


    Invitarlo allo spettacolo? Sorrido a bocca chiusa, divertita all'idea. Potrei anche farlo, anche se questo significa che dovrei salire sul palco a recitare. Beh... non sarebbe nemmeno male come idea.

    Lo lascio parlare, senza interromperlo. E non me ne pento: il discorso si fa sempre più interessante. È affascinante scoprire come vede il teatro... o come lo vedeva sua nonna. Sì, spesso sono gli anziani quelli che capiscono meglio il mondo. Anche se non si è istruiti, spesso l'esperienza basta e avanza per poter dire frasi sagge. Rifletto. Ora il punto è capire se, essendo io 'leggermente' più anziana di sua nonna, sono più saggia di lei. Di sicuro ho visto più cose e ho avuto più esperienze, ma questo basta per diventare saggi? Ah! E che me ne importa!

    Presto il discorso del guardiano passa al suo collega Frank. Se devo dire la verità, non lo conosco... se non di vista, ovviamente. Non ci ho mai parlato, e non sapevo nemmeno il suo nome. Semplicemente, non mi è mai interessato.
    "Folletti!?" Dico, per poi scoppiare a ridere. Porto immediatamente la mano davanti alla bocca, per nascondere i miei denti aguzzi. Non che io non creda all'esistenza dei folletti, eh! Ho visto così tante cose nella mia lunga non vita che posso benissimo immaginare che esistano anche loro. Il fatto è che son sicura che qui intorno non ce ne siano: il cimitero è abitato da ben altro.

    Smetto di ridere. "Scusami, ma non me li vedo i folletti in questo luogo." Dico quindi. "Se proprio bisogna pensare a qualcosa di sovrannaturale, direi proprio che i morti viventi si abbinano meglio ad un cimitero. Anche se sarebbe spaventoso se i defunti potessero alzarsi veramente dalla tomba, non trova? Ma, se il suo amico ama troppo la bottiglia, probabilmente si tratta solo di allucinazioni. Non che importi, alla fin fine. Se esistesse qualcosa di paranormale, questo mondo sarebbe soltanto più interessante. Il teatro è fantasia, immaginazione e finzione. Chissà, magari anche il mondo è così: una finzione in cui ognuno gira con una maschera, fingendo di essere chi non è. Chissà, magari abbiamo già incontrato un folletto e non lo abbiamo riconosciuto per tale. È possibile, no!? Improbabile, magari, ma non impossibile. Dopotutto, chi siamo noi per decidere cos'è possibile e cosa non lo è, cos'è vero e cos'è falso."
     
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  11. Ymi
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    Silenzio.
    Uno. Due. Tre. Una decina. Qualche decina. Un minuto di silenzio.
    Lo sguardo rivolto verso il cielo stellato. L'argomento di stava facendo interessante, tanto da catturare tutta l'attenzione del giovane, tanto che anche il freddo passava in secondo, se non in terzo piano.
    La mente libera da pensieri precisi, quasi vuota.

    Se esistono i non morti di umani, perchè non potrebbero esistere folletti nonmorti?

    Domanda tornando a rivolgere tutta la sua attenzione alla vampira. Una semplice domanda fatta quasi con innocente curiosità.

    Cosa abbiamo noi di così speciale? Che cosa differenza da folletti, o se preferite altre creature? Mia nonna raccontava di una bambina che seppellì il suo gatto, e la notte dopo lo trovò che dormiva sul suo letto.

    Una risata, cristallina. Tanto da apparire quasi spontanea. Un motivo per ridere c'è anche va ricercato seguendo un percorso tortuoso tra i ricordi del ragazzo. Un vecchio scherzo, fatto ad una sua cugina, una tenda, una candela, un poco di fango ed un vecchio gatto vagabondo.

    Da allora non ha più voluto sentire nominare tende o campeggi.

    Per poi riprendere a parlare, saltando da un argomento a quello successivo. Ma quasi con logica, con soluzione di continuità, il collegamento stavolta è facilmente intuibile.

    Tutto ciò in cui si crede alla fine è possibile no? Ognuno vive recitando un ruolo, imposto o voluto. Noi viviamo in base a quello che abbiamo vissuto. Mia zia diceva l'ambiente determina chi siamo, sono gli ambienti e le persone che frequentiamo la nostra prima maschera. Perfino voi oggi avete ammesso la possibilità dell'esistenza di benchèpopòdimeno che dei folletti. É mai possibile? Passi per i nonmorti, essi sono spesso anche nei film, ma i folletti. Avete per caso sangue scozzese nelle vene?

    I capelli rossi sono rossi. Se adesso esce con la storia di gnomi ed esponenti del piccolo popolo potrei parlare fino all'alba.


    Un lungo discorso, pochi pensieri che possano distrarlo, l'attenzione è tutta concentrata sull'argomento di conversazione. Una cosa strana per lui, normalmente abituato a passare da un argomento ad un altro senza pausa, Anche i movimenti sono ridotti, rimane seduto sull'angolo della tomba, le mani strette a sorreggere ed a farsi in parte sostenere dal legno di bambù.
     
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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Folletti non morti? L'idea è interessante, in effetti. Non ci ho mai pensato, ma perché solo gli umani dovrebbero poter tornare da dopo la morte? Cosa abbiamo noi di più rispetto ai demoni... o ai folletti? Mi chiedo, consapevole di quanto quel 'noi' che ho usato per riferirmi agli esseri umani non sia proprio esatto. Non sono più umana da parecchio tempo. O, meglio, ormai sono un'umana morta che cammina, violando una marea di leggi naturali.

    Ascolto il mio interlocutore con attenzione, senza interromperlo. Quando mi chiede - con una domanda quasi retorica - che differenza c'è tra gli umani e le altre creature, non riesco a nascondere il mio stupore. Insomma, ho già incontrato esseri umani che non considerano, ad esempio, noi vampiri dei semplici mostri, ma è la prima volta che un umano mi dice chiaro e tondo - beh, più o meno - che non vede differenze tra umani e non umani.

    "Gallese." Dico infine, quando lui finisce di parlare. "I miei antenati erano del Galles." Continuo, senza mentire ma senza nemmeno dire tutta la verità. Dopotutto, è vero che i miei antenati - almeno quelli da parte di madre, perché è probabile che mio padre venisse dalla Gallia - erano gallesi. Ma è anche vero che sono nata anch'io in Galles, più di duemila anni fa. "Sì, è vero, ognuno di noi recita per poter vivere in questo mondo, nella propria società... tanto che alle volte mi chiedo dove finisca la finzione e dove inizi la realtà. Chissà, forse la mia vita l'ho passata tutta su un palco e non me ne sono mai accorta. Anche questo luogo, questo cimitero, potrebbe essere visto come un palco." Un palco in cui io faccio finta di essere una semplice mortale venuta qui alla ricerca di ispirazione. "Che cosa differenzia gli umani dalle altre creature? Nulla, o tutto. Credo che la risposta dipenda dalle persone a cui si fa questa domanda. Un cacciatore potrebbe rispondere che le creature sono tutti mostri, un vampiro che gli umani sono solo fonte di cibo. Alla fine, dipende tutto dalla mentalità delle persone e dalle loro esperienze."

    Forse mi sto esponendo troppo, ma non mi importa. In questo momento ho solo voglia di dire quello che mi passa per la mente, senza pensare troppo alle conseguenze.

    "Non ho mai incontrato un folletto non morto (beh... nemmeno un folletto vivo), ma non mi dispiacerebbe fare la sua conoscenza. Son sicura che sarebbe una conversazione interessante." Aggiungo.
    Chissà, magari tra non morti ci si capisce.
     
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11 replies since 29/1/2012, 22:58   1042 views
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