Mi butto o non mi butto?

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    La Lorica è di fronte a me, nel suo splendore. Non so esattamente cosa mi ha portato a fermarmi su questo vecchio ponte in pietra, ad osservare il fiume che scorre placido sotto di me. Questa sera, che novità!, ho deciso di andare a caccia, anche se questa volta in una zona non molto frequentata, praticamente in campagna. Eppure, per qualche motivo non meglio identificato, il mio interesse per la cena è quasi scomparso appena ho messo un piede su questo ponte. Qualcosa ha evidentemente attirato la mia attenzione e ho deciso di fermarmi in questo punto. Che sia stato il rumore dell'acqua? Mi chiedo, ma senza darmi tanta pena di capire il motivo del mio repentino cambio di programma.

    Mi avvicino ancora di più al bordo, chiedendomi che fare. Appoggiarmisi? O direttamente...? Velocemente salgo in piedi sul bordo in pietra del ponte e rimango lì, ferma, a sentire il vento della sera che sfiora la mia pelle... e lo scroscio del fiume che scorre sotto di me. Chiudo gli occhi per qualche istante, come per assaporare il momento, poi li riapro e poso lo sguardo sul fiume. Che sto facendo? Mi domando, confusa. Se passasse qualcuno potrebbe pensare che sto per buttarmi. Buttarmi... però, non sarebbe male come idea. Sorrido, quasi divertita. Farsi un bagnetto nell'acqua gelida potrebbe risultare divertente. Soprattutto se qualcuno assistesse al 'tuffo'. Sospiro. Ma - forse, forse - è meglio evitare: se qualcuno mi vedesse potrei trovarmi a dover dare delle spiegazioni, e ho una reputazione da difendere. Non sarebbe carino se nel giornale di domani comparisse 'Proprietaria del teatro tenta il suicidio'. O forse sì? Magari attirerebbe clienti... chissà.

    Beh, nel caso posso sempre far fuori l'eventuale testimone. Continuo a rimuginare, ancora indecisa. Però... potrei rischiare di rovinare i miei vestiti. Non che sarebbe un disastro, ma questa gonna mi piace. E ho su la collana che mi ha regalato Alister. E se la perdessi?

    Questa sera indosso un dolcevita a maniche lunghe rosso, con sopra una maglia nera a mezze maniche. Al collo porto l'antica collana - ottima per attirare la cena e, ahimè, i draghi - che mi ha regalato la mummia: il grosso smeraldo incastonato nel suo supporto quasi brilla alla luce di un lampione vicino, togliendo risalto alle perle che impreziosiscono la catena d'oro. Nascosta sotto le maglie, invece, indosso la collana Nofearfire, mentre sulle mani ho due anelli. La gonna che indosso mi arriva fino alle ginocchia ed è di due colori: ha una base di uno spesso tessuto dello stesso colore del dolcevita, e una parte superiore, un po' più corta, nera e bordata di pizzo. Sotto di essa porto delle collant nere e, ai piedi, ho un paio di eleganti stivali dello stesso colore.


    Per Nais! ^^
     
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  2. *Nais*
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    Si era persa.
    Non geograficamente, dato che la sua conoscenza di quei luoghi era ormai sconfinata. Magari non avrebbe saputo guidare un turista in città, ma avrebbe potuto indicare ad un cittadino ogni singolo centimetro dei suoi boschi e della sua campagna.
    Il suo problema risiedeva nella sua testa; aveva perso fiducia nella sua missione.
    Da quando era nata, secoli prima, era vissuta per un unico scopo; difendere la natura dai capricci dell'uomo. La sua missione contro le violenze sulle donne era solo uno degli aspetti del suo scopo principare, che prevedeva la punizione di coloro che non rispettavano la fortuna e la meraviglia che li circondava.
    Tuttavia, dopo oltre duemila anni di lotta, stava cominciando a stancarsi; la ninfa faceva di tutto per evitare che l'uomo, distruggendo la Terra, distruggesse anche se stesso, ma sembrava tornare sempre al punto di partenza. Se l'umanità per prima non capiva a cosa andava incontro, lei faticava troppo a cercare di farglielo capire.
    Negli ultimi anni poi, dopo l'avvento delle ultime rivoluzioni scientifiche, la situazione era peggiorata catastroficamente; invece di imparare ad usare in modo sensato l'energia vitale che albergava in ogni essere vivente, sembrava che l'unico scopo dell'essere umano fosse quello di perpetrare i suoi scopi egoistici, a discapito delle generazioni successive e del pianeta che vi sarebbe, a stento, sopravvissuto.

    Aveva perso fiducia nello scopo della sua vita e di conseguenza nella sua vita stessa.
    Aveva lasciato il lavoro allo zoo; inizialmente pensava di poter alleviare il dolore di quelle povere bestie. Dopo mesi, vendendole continuamente chiuse in gabbia, quasi felici di esserlo, aveva cominciato a soffrirne troppo, arrivando a capire che quello non era il modo giusto per ottenere quello che voleva, ovvero la sensibilizzazione dell'essere umano.

    Negli ultimi mesi si era ritirata del tutto dalla vita della città, evitando le strade e la folla come fosse un enorme virus appostato in un angolo solo in attesa di poterla brancare.
    Aveva anche rinunciato a quei piccoli piaceri quotidiani, come il cioccolato o il sapone, pur di non dover andare in città; mangiava ciò che le offrivano il suo orto e la sua foresta, si lavava al fiume profumandosi con le erbe che coltivava lei stessa.
    Quella sera era arrivato il momendo di lavare quei due stracci che ormai usava come indumenti da qualche tempo; con una cesta in mano piena di stoffe, percorreva la strada lungo il fiume, rigorosamente a piedi nudi per poter ascoltare ciò che la terra aveva da dirle.
    L'abito lungo di una tinta scura per non dare troppo nell'occhio, per quanto a quell'ora fosse difficile incontrare qualcuno da quelle parti, strisciava sul terreno umido. I lunghi capelli sciolti ondeggiavano nella brezza autunnale, emandando un leggero quanto gradevole odore di muschio.
    Era quasi arrivata nei pressi del ponte sulla Lorica, quando da lontano vide una sagoma scura che sembrava intenta a scrutare l'acqua sottostante.
    Nais fu tentata di girarsi e tornare sui suoi passi, magari scegliendo un altro posto che mettersi a lavare le sue cose. Tuttavia una strana sensazione la indusse a non fermarsi e continuare a camminare verso il ponte, forse sperando di non essere notata.
    Tuttavia avvicinandosi percepì una nota stonata in quell'immagine; la donna, particolare palesatosi dai lunghi capelli e dall'ampia gonna indossata, si stavaglia sul ponte con aria indecisa. Non sembrava nell'atto di pensare al suicidio, no, era troppo sicura e... divertita... per essere una persona che medita di togliersi la vita.
    Piuttosto sembrava pregustarsi qualcosa, qualcosa che Nais non capiva di cosa potesse trattarsi.
    La ninfa appoggiò la cesta accanto ad un cespuglio, fuori dalla visuale della donna, e cautamente vi si avvicinò.
    "Scusi - disse timidamente facendo qualche passo verso di lei - ha bisogno di aiuto? Si è forse persa?" chiese ormai a pochi metri di distanza.
     
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    Scusa per il ritardo! ç_ç *offre un cioccolatino alla ninfetta per farsi perdonare*


    Sono ancora intenta a considerare l'idea, i suoi pro e i suoi contro, quando qualcosa attira la mia attenzione. Un rumore di passi? Mi domando, stupita... più che altro perché c'è qualcosa di strano: il rumore è troppo lieve per essere provocato da una suola che 'colpisce' il terreno. Che sia a piedi nudi? Arrivo a domandarmi, chiedendomi perplessa chi potrebbe girare a piedi nudi in un epoca e in un luogo come questi, quando anche non avere un cellulare è quasi qualcosa di anomalo. Smetto di fissare l'acqua, voltandomi nella direzione del rumore, giusto in tempo perché la ragazza cominci a parlare.
    Rimango sconcertata dalle sue parole. Dal suo aspetto, sembra più lei ad avere bisogno di aiuto. Non che sia vestita di stracci, ma c'è sicuramente qualcosa... di insolito nel suo abbigliamento. Forse è l'abito che quasi striscia per terra. Ok, forse sono paranoica. Mi dico.

    Scendo dal muretto, rinunciando - almeno per il momento - a buttarmi nell'acqua. Mi chiedo se fare il solito giochino della povera ragazza che si è persa, ma scarto subito l'idea. Lei mi interessa... ma non come preda. Se non voglio cenare, è meglio che non gioco troppo con gli esseri umani. Poi potrei pagarne le conseguenze... insomma, ho un teatro! Sono un personaggio pubblico... beh... insomma, il fatto che non mi conosca nessuno è un puro dettaglio!

    "No, non mi sono persa." Affermo, avvicinandomi lentamente a lei, passo dopo passo. "Stavo solo ammirando il fiume. Con questa oscurità, ha un suo fascino. Non potevo ignorare la sua bellezza. E lei? Insomma, dubito che si sia persa, ma per noi donne è pericoloso girare di notte." Continuo. "Beh, questo vale anche per me, ovviamente. Ma ormai io e la notte siamo un tutt'uno... come potrei starmene a casa?"


    CITAZIONE
    - Vista superiore
    La vista cosiddetta superiore non è altro che quella capacità che possiede il vampiro di poter sfruttare la notte e il buio per poter vedere meglio. Trattasi di un’abilità passiva, cioè sempre attiva. Ci sono tre tipo di vista superiore, che il redivivo può sfruttare secondo la situazione in cui si trova.
    [...]
    Visione crepuscolare: ovvero la capacità di vedere il doppio più lontano rispetto ad un umano in condizioni di bassa luminosità, ad esempio in presenza della luce di una lanterna, della luce lunare o in una giornata di cielo coperto; in una notte di luna piena si riesce a vedere come se si fosse alla luce del sole. Anche questa, come la scurovisione, è una capacità "straordinaria", cioè non legata alla magia.
    [...]
    Antico: riesce a sfruttare al meglio la vista superiore entro 25/30m, focalizza quasi subito il fulcro nel suo campo visivo. Vede molto più netti rispetto al vampiro anziano, gli spostamenti poco oltre i 25/30 metri.

    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.

     
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  4. *Nais*
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    scusa tu dell'enorme ritardo.. temo dovrà essere così per un pò.. spero che la cosa non ti disturbi troppo ^^
    inoltre scusa la brevità.. sono stata interrotta 500 volte e ho perso l'ispirazione... -.-'


    La ragazza dalla lunga chioma rossa ascoltò le sue parole, rimanendo forse un pò sconcertata nel vedere una donna a quell'ora di notte in giro tutta sola. O forse erano i suoi piedi scalzi ad attirare il suo stupore; ormai la ninfa si era abituata ad accantonare questa sua amata usanza, in quanto non ben vista nei tempi moderni.
    Nais vide la donna scendere dal muretto; ci aveva visto giusto, sapeva bene che chi pensava al suicidio non sarebbe mai sceso per fare conversazione con uno sconosciuto.

    La ninfa diede uno sguardo all'acqua scura; a quell'ora il fiume poteva incutere timore ai più, con quel suo colore impenetrabile e quella facciata di mistero che celava i suoi segreti. Amava l'acqua grazie alla passione con cui le sue sorelle, o meglio le Naiadi, ne parlavano. Tuttavia non ne conosceva appieno le facoltà, preferiva sentire la terra sotto i piedi, per quanto rispettasse ogni creatura vi abitasse. "Ha ragione; ha l'aria di essere un mondo a parte, pieno di misteri da svelare" disse, mentre riportava lo sguardo sulla ragazza.
    "Abito qui vicino, non mi sono persa. Ogni tanto mi piace godere dell'aspetto che ha la foresta di notte. Di giorno certi particolari sfuggono.." aggiunse, scrutando la boscaglia che si apriva poco più avanti. In effetti durante il giorno si perdevano quelle sfumature nei colori visibili solo durante le ore notturne, oppure certi animali, rintanati con il sole, preferivano condurre la propria vita con la luce della luna.
    Nais allungò la mano verso la sconociuta. "Io sono Nais, piacere"
     
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    Non ti preoccupare, rispondi con tutta calma. ;) Tanto non c'è mica fretta. ^^


    Un mondo a parte?
    Non mi sono mai soffermata a considerare i fiumi o i laghi in questo modo. Di solito finisco per chiedermi se fare un bagno o meno, ma non mi sembra il caso di rivelare alla mia interlocutrice che, al posto di pensare qualcosa di poetico, stavo riflettendo su qualcosa di così pratico. Per qualche istante osservo la mano che mi porge, riflettendo su come comportarmi. Mi piacerebbe evitare il contatto tra la mia pelle e la sua, contatto che rivelerebbe il gelo innaturale del mio corpo, ma rifiutare sarebbe quantomeno maleducato. Quindi gliela stringo brevemente, per poi lasciarla andare subito, in modo da abbreviare il più possibile il contatto... sperando che Nais colleghi la mia mancanza di calore con il freddo della sera.

    "Piacere, io sono Neris." Rispondo, quindi, con un leggero sorriso a labbra chiuse. "Concordo, la percezione di un paesaggio cambia anche radicalmente tra la notte e il giorno." Continuo, cercando di immaginarmi come dev'essere questo luogo alla luce del sole. Sì, ho già visto delle fotografie della Lorica, ma non è certo la stessa cosa: le fotografie, come i film, devono rispecchiare solo in parte la bellezza del mondo diurno. Un mondo a me ormai precluso.

    Dalle parole di Nais posso giungere alla conclusione che la ragazza ami la natura, cosa molto apprezzabile in un'era in cui l'umanità sembra essere quasi intenzionata a distruggere tutto ciò che è naturale, allontanando ancor più il mondo attuale da quello in cui vivevo da mortale. Alle volte mi trovo a pensare agli immensi boschi della Gallia del 300 a.C. con nostalgia, quando allora mi sembravano più che altro minacciosi. Ne cambiano di cose col passare dei secoli... Rifletto. Col tempo ci si fa l'abitudine, ma qualche volta capita che qualche ricordo riemerga, sovrapponendo il mondo di allora a quello di adesso. E in quei casi... non so quale considerare migliore.

    "Fa freschino, vero!?" Dico d'un tratto, ricordandomi che - visto che ci siamo strette la mano, sarebbe meglio far finta di essere mezza assiderat... ehm... di ritenere la temperatura serale almeno un poco fastidiosa.
     
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4 replies since 29/2/2012, 18:17   87 views
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