Topic aperto a tutti =)

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    Turista

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    A Nouvieille finalmente è arrivato il Capodanno che la catapulta nel 2007. Quest'anno però il comune ha pensato bene di intrattenere la propria città con diverse manifestazioni di diverso genere, da concerti Rock, Pop, Folkloristici e altri generi, passando per rassegne culturali e mostre e musei aperti, ma nella pizza principale e più famosa della città sta il grosso dell'organizzazione. E' stato allestito un grande palcoscenico, dove per tutta la notte si esibiranno artisti di ogni tipo: cantanti, attori di teatro con piccoli scatch, giocolieri, balletti e tanto altro. Il tutto è rigorosamente gratis e per evitare di costringere i negozianti delle zone limitrofe ad aprire anche la notte dell'ultimo dell'anno, ha pensato bene di offrire, a spese del comune, anche un ampio buffet per tutta la notte con tutto il ben di Dio che si possa pensare, dai panini ai tramezzini, torte, dolci, fritti, stuzzichini, ma anche primi e secondi piatti sfornati di tanto in tanto e accompagnati anche sa bevande come vini pregiati, ma anche bevande gassate, acqua. Non sono distribuiti super alcoolici, poiché vi sono anche famiglie intere e di conseguenza la presenza dei bambini è tenuta molto in considerazione.

    La festa inizia alle 20:00 con un breve discorso di benvenuto da parte del sindaco e si protrae per tutta la notte, ma il clou sarà locicamente il brindisi di mezzanotte, per dare l'addio all'anno vecchio ed accogliere, speranzosi e con mille buoni propositi, quello nuovo.




    SPIEGAZIONE SU COME POSTARE IN QUESTO TOPIC
    -Possono partecipare tutti, senza obbligo né restrizioni;
    -Non vi sono limiti di tempo per mettere un vostro post, potete rispondere al vostro partner lo stesso giorno oppure anche dopo una settimana;
    -Si entra in gioco mettendo direttamente il post di arrivo del vostro PG, descriveteci anche se possibile come è vestito, data l'occasione. Alla fine del vostro post potete esprimere una preferenza verso un determinato PG se questo partecipa, altrimenti niente. Oppure se vi siete messi d'accordo privatamente scrivetelo, è importante!
    -Una volta che avete il partner con cui ruolare dovete solo citare il suo ultimo post nel vostro e così rispondere. Oppure se preferite qualcosa di più calmo, una volta che i due vostri PG si sono incontrati/conosciuti, potete aprire un topic apparte, sempre nella sezione Piazze, non altrove;
    -Lo scopo principale di questo topic è far divertire voi e i vostri PG, farvi conoscere e far conoscere i vostri PG (magari si sviluppano nuove ed interessanti storie successivamente a questa festa =) ), e per divertimento intendiamo anche il fatto che il vostro PG decide di partecipare alla festa per stanare qualche creatura sovrannaturale, per trovare un proprio simile se c'è, per rimorchiare e tutto quel che volete.
     
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    Arrivai in piazza poco prima dell'inizio della festa, non si era ancora riempita più di tanto, ma bastava a demoralizzarmi. Avevo deciso di venire infine, spinta da chissà qualle malsana idea. Eppure è tradizione festeggiare il capodanno, e per quanto possa essere difficile affrontare il caos avrei dovuto fingermi integrata a tutto ciò almento un minimo...se poi la situazione si fosse fatta troppo stressante sarei sempre potuta fuggire in qualche angolino quieto e silenzioso.
    Cominciai a camminare, senza una meta precisa, speravo soltanto di trovare un qualcosa di interessante, almeno un po'.
    Nonostante le spesse clalze bianche che indossavo sotto il vestito, sentivo ancora un po' di freddo alle gambe, cercai di ignorarlo, purtroppo non avevo idea di come ci si dovesse vestire ad una festa del genere, a cui d'altro canto non avevo mai partecipato, qualcosa di elegante? o vestiti normali? Per andare sul sicuro decisi di prendere uno dei vestiti della mia collezione. Ne scelsi uno abbastanza sobrio, un abitino nero a maniche corte con la gonna arrivava circa alle ginocchia decorata con pizzi vari e allacciato sul davanti a mo' di corpetto. Da sotto spuntava il colletto di una camicia bianca, esattamente come le maniche attaccate a quelle del vestito nero tramite un paio di laccetti. Per proteggermi dal fraddo indossai sotto il vestito, in modo che non si vedesse, una maglia abbastanza pesante e sopra, a coprire le spalle, una mantellina corta.
    Mi fermai infine per sedermi su una panchina, stanca di andare a zonzo, e osservai la piazza che lentamente cominciava a riempirsi di personcine frenetiche.
    Dato che IDSeeker sembra scomparso Vanika è nuovamente libera.


    Edited by .Snow~White. - 15/4/2012, 22:54
     
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  3. •A l i C e•
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    Camminavo lungo il marciapiede davanti la piazza, avevo sentito alcune "voci" riguardo una festa che si sarebbe dovuta tenere lo stesso giorno così io mi ero preparata a dovere: indossavo un vestito nero,non molto lungo che si fermava all'estremità della gamba,accompagnato dai miei tacchi a spillo neri dove spiccavano delle pietre tenute lì per rendere particolare la scarpa.
    Tenevo i capelli sciolti, così il vento poteva muoverli da una parte all'altra senza fatica,mentre io a passo lento e compatto mi dirigevo verso la piazza:
    -Tanti umani mmhh...mi viene l'acquolina in bocca...
    sussurrai, leccandomi le labbra.
    Non avevo cattive intenzioni solo che..ogni volta che incontravo qualche insulso umano, le mie labbra sembravano assaporare un nuovo sangue gustoso e prelibato ma, quella sera avevo deciso di comportarmi normalmente, non volevo mica far del male a qualcuno!
    Continuai a camminare fin quando, una folla di gente mi travolse, così stremata mi appoggiai di fianco a un muro, continuando a guardare la piazza con chi vi si trovava dentro.
    Pensare che, feste come quella io non ci ero mai stata, non perché non volessi... tutt'altro ma, nessuno al mio "tempo" organizzava delle feste pubbliche come quella..e come dire?Preferivo stare da sola a scrivere milioni pagine di un diario eterno.
     
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  4. A l i c e
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    Dopo aver attraversato mezzo mondo, aver incontrato vecchie conoscenze e terminato i lavori più importanti, ero finalmente riuscita a ritagliarmi due giorni interamente per me. O meglio, due notti, essendo io quella che ero.
    La prima notte, com’era ovvio, la trascorsi sola con me stessa a fare tutte le cose che avevo imparato ad amare: giocai alla play station, mi guardai gli episodi che preferivo di Deep space nine e suonai le canzoni che avevo composto per me stessa, cantandovi sopra con la tranquillità derivante dal non avere nessuno ad ascoltarmi.
    In quel piccolo centimetro di tempo personale che mi ero concessa, potevo dire di essermi rasserenata sul serio. Il mio ritorno aveva portato più sorprese di quante ne avrei immaginate, tra cui quell’ipotetico incontro tra Elijah ed Asterios al quale ero grata di non essere stata presente. Dopotutto quella sorta di triangolo che si era costruito non era certamente stato premeditato da un mio intrigo, tutt’altro.
    Eppure ero al vertice e di questo non avevo alcun dubbio, specialmente giudicando con logica le attenzioni che i due millenari mi avevano riservato dal mio arrivo in città due anni prima. Era davvero molto, molto strano.
    La notte successiva era capodanno, e poco mancò che mi dimenticassi dell’appuntamento che avevo preso con Asterios, per fortuna avevo messo il promemoria al cellulare. Ogni tanto quella roba ‘nuova’ serviva a qualcosa di più che mandare sms ironici in giro per il mondo.
    Mi feci una doccia veloce, tanto per togliermi di dosso l’odore dell’uomo che avevo ucciso la notte prima. Nonostante mi lavassi sentivo su di me il sudore delle sue mani e ne ero disgustata. Uscii dalla doccia e appena fui asciutta sciolsi i capelli che mi ricoprirono come un lungo e spesso velo rosso, a tratti scosso dal vento per via del mio mosso naturale.
    Sorrisi al mio riflesso, forse quella sera potevo anche lasciarli semplicemente così, senza nemmeno accorciare la frangetta.
    Fui comunque costretta a spuntarne la lunghezza. In quell’epoca non erano molte le ragazze che portavano i capelli lunghi fino alle cosce dopotutto…ed il mio colore già bastava ad attirare l’attenzione senza metterci dei capelli lunghi oltre gli 80 cm. E dire che quando ero una ragazzina erano segno di integrità e di rango elevato.
    Vabbè.
    Non mi truccai né altro, passai direttamente nella mia falsa stanza da letto e scelsi l’abbigliamento della serata. Optai per una camicetta bianca con qualche piccolo fronzolo, legata attorno al colletto da un fiocchetto abbastanza grande. Mi infilai una gonna a pieghe che avevo preso in Inghilterra e una giacchetta di velluto nero.
    Mi osservai allo specchio e sorrisi, non c’era male dopotutto. Con i capelli sciolti e quei vestiti sembravo davvero finta, una specie di ragazzetta disegnata, di quelle che non ti immagineresti mai di ritrovarti accanto in una piazza cittadina.
    Calzai delle mary jane dal plateau e tacco abbastanza alti, condite da un grazioso fiocchetto stretto sul davanti.
    Essì, non potevo lamentarmi, e nemmeno il mio accompagnatore!
    Arrivai ugualmente all’appuntamento con qualche minuto d’anticipo, mente la festa stava iniziando ad entrare nel vivo. Mi sedetti su una panchina, osservando alcuni musicisti esibirsi in musiche folkloristiche che mi fecero ricordare le vecchie feste di quando ero ancora viva.
    Nostalgia e disgusto si fondevano in un unico, strano sentimento che non sapevo come descrivere.


    aspetto asterios.
     
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    Quello scambio di sms con Alice l'aveva tenuto di buon umore per tutto il tempo che era intercorso tra quella notte e quella dell'ultimo dell'anno. Aveva evitato di dirgli che la notte stessa in cui l'aveva invitata alla festa era il suo compleanno... Ma d'altro canto Alice sapeva questa cosa? Forse no, a dire il vero era quasi convinto che lei ne fosse all'oscuro, dopo tutto erano in pochissimi a saperlo in quella città, tranne i ragazzi del Ritual con i quali si era messo in chat multipla per fare due chiacchiere e ringraziarli degli auguri che, con il loro solito calore umano, gli avevano fatto.
    Tra una cosa e l'altra era arrivata la sera del 31 e svegliatosi poco prima del calar del sole, si fece subito un bel bagno - suo solito rituale - si pettinò e sistemo bene i capelli, lasciandoli quella volta e dopo tanto tempo lunghi e boccolati. Non ebbe bisogno di truccarsi per coprire il suo incarnato, la notte prima aveva fatto una lauta cena e il suo colorito parlava chiaro: carnagione un po' pallida sì, ma con sfumature rosee e le gueacen leggermente accese, le labbra gonfie, turgide e rosse, occhi brillanti e la pelle con un accennato calore e una sorta di morbidezza che avrebbe fatto gola ad un novizio. Finito di dedicarsi alla sua chioma si era vestito, scegliendo un abbigliamento normale, nero perché quella tinta gli piaceva e gli stava bene, composto da pantaloni di pelle abbastanza stretti, una camicia dello stesso colore ma opaca per spezzare con i riflessi dei pantaloni, nente cravatta (raramente le metteva e per altre occasioni) e quindi aveva i primi due bottoni aperti la cui scollatura era semi coperta da una sciarpa rosso scuro di lana avvolta morbidamente attorno al collo. Sopra, per coprirsi e completare il tutto, aveva una giacca corta in lana cotta nera, con qualche particolare di velluto sulle spalle e le tasche. Guanti di pelle nera non per coprire le mani, poiché aveva accorciato le unghie, ma perché ce li vedeva bene, tutto qui.
    Arrivò in città con la macchina che lasciò nel parcheggio più vicino più che altro per proteggerla dai botti di mezzanotte, per dirigersi a passo tranquillo senza rendersi conto che stava già in ritardo di circa dieci minuti, o forse quindici, e sperava Alice non se la fosse presa, ma ne dubitava e al massimo avrebbe fatto una delle sue battute e lui le avrebbe risposto a sua volta a tono, come sempre d'altro canto!
    Arrivato in piazza ne avvertì la presenza , ma non la vide subito, i suoi occhi cercavano una chioma inconfondibilmente rossa, ma la gente già a quell'ora era tanta, e quindi lui dovette mettersi in punta di piedi percercarla, ma alla fine le mandò un messaggio chiedendole direttamente dove fosse, in quale punto della piazza. Era l'unica cosa che poteva fare in quel momento, data la confusione tra la musica folkloristica che si spargeva nell'aria fresca di quella notte, e che si mescolava con i vocii più disparati, risa, chiacchere, canti e quant'altro.
    Con sé aveva una sorpresa per lei, ovviamente, se invitava doveva fare il galantuomo, no?
     
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  6. A l i c e
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    Mi stavo un po’ spazientendo, ed intimamente ero convinta che il ritardo di Asterios fosse in qualche modo una ripicca per i messaggi che c’eravamo scambiati. Dopotutto erano stati sempre ironici e scherzosi, ed io gli avevo ripetuto tante volte di essere puntuale quanto lui mi aveva detto che bere sangue di mummia non giovava al mio alito.
    Era una provocazione bella e buona, questo pensavo, e diamine se stava riuscendo bene. Rimasi seduta al mio posto, scambiando messaggi con Elijah un po’ per passare il tempo, un po’ per ulteriore dispetto ad Asterios.
    In qualche modo Elijah non gli piaceva per nulla e questo lo rendeva un argomento ideale per delle frecciatine future.
    Chiusi il cellulare dopo aver inviato l’ultimo sms alla mummia, alzandomi in piedi giusto in tempo per sentire il richiamo di Asterios. Guardai l’orologio del cellulare: beh, era in ritardo di almeno 15 minuti buoni!
    *Sono tutta a destra del palco, sulla panchina.*
    Dissi mentalmente al vampiro, aspettando poi che si presentasse, comodamente seduta sulla panchetta di legno e ferro battuto, con le gambe sottili accavallate e puntellando il dito sul braccio. Chissà come si sarebbe vestito quella sera, e quasi quasi meditavo di criticargli la camicia che (quasi sicuramente) avrebbe indossato.
    Se c'era una cosa che avevo imparato riguardo al vampiro era che teneva molto da conto il proprio abbigliamento e di certo amava che gli si riconoscesse il suo buon gusto. Sfortunatamente io non ero una donna adatta ad adularlo come avrebbe meritato, ma se mi si faceva aspettare sapevo essere particolarmente ironica.
    Speravo che lui non mi avrebbe deluso, mi aspettavo come minimo una perfetta eleganza quella notte, almeno per ripagarmi di quel quarto d'ora buono d'attesa!
    Riaprii il cellulare qualche volta per controllare se lui o elijah mi avessero scritto ancora qualcosa, ma niente. Nemmeno Lilhyn sembrava essere presente alla festa, ma lei era una donna diurna e a quanto sapevo era tornata da poco da degli scavi faticosi.
    Forse si stava concedendo una festa con Isaac, cosa che manco a dirlo non è che mi facesse troppo piacere. Quel vampiro mi dava una sensazione strana e non amavo stargli accanto troppo a lungo.
    Mi guardai attorno, osservando tra la folla per scorgere qualche creatura propriamente non umana. Potevo sentire la presenza di un altro vampiro, probabilmente donna, poi ovviamente sapevo che c'era asterios...Eppure sentivo un altro tipo di presenza tra i mortali, qualcuno di vivo eppure non umano. Che fosse un demone?
     
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  7. Evanna~Athenaïs
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    Una festa!
    Che cosa incantevole!
    Volevo così tanto partecipare, confondendomi per una volta tra gli umani normali...e così...
    Nel mio nuovo corpo umano mi sento così strana...
    Così viva!
    Sebbene l'aspetto sia totalmente diverso dal mio reale...
    le sensazioni che provo...son qualcosa di incredibile!
    Ho scelto un soggetto molto particolare, per assecondare la mia continua ricerca di attenzioni, e ovviamente ho fatto in modo di vestire per non passare inosservata.
    I capelli sono raccolti in una mezza coda, decorati con un piccolo cappellino cilindirco nero con decorazioni merlettate e piume viola, in totale contrasto con la tinta verde che portava questo corpo.
    Come vestito indosso un'abito corto, viola anch'esso, tutto sbuffi e pieghe, decisamente da me, abbinato ad un paio di scarpe nere altissime.
    L'unica cosa di tutto ciò che mi infastidisce è il freddo.
    Purtroppo lo sento benissimo su questa nuova pelle.
    E purtroppo son costretta a coprire il bell'abito che indossavo con una giacca, non che non sia bella certo, ma il mio animo asibizionista si sente piuttosto limitato in questo modo.
    Arrivo in piazza sorridendo smaliante pronta per il divertimento.


     
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  8. IDSeeker
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    Nouvieille. Per molto, fin troppo, tempo ormai Isaac ne aveva sentito parlare. Aveva controllato ogni foto, ogni documento, ogni brochure turistica pur di ottenere quante più informazioni possibili prima di avventurarsi nella città dove tutto sembrava possibile e gli esseri umani non erano in cima alla catena alimentare. Il suo obbiettivo si trovava da qualche parte tra quelle mura, ignaro del fato che lo attendeva. Isaac aveva scelto il periodo perfetto per andarsene dalla sede centrale delle Dogma Industries con la scusante delle vacanze: il capodanno era alle porte e l'uomo era riuscito a finire il trasferimento dei beni essenziali giusto in tempo per permettergli di partecipare all'evento che la città aveva organizzato per festeggiare la ricorrenza. Non appena finì di svuotare l'ultimo scatolone con dentro i ninnoli che sarebbero serviti a decorare qualche mensola, l'uomo indossò la sua nuova tuta e, dopo aver attivato il meccanismo di mimetizzazione civile, ci mise sopra un anonimo cappotto color cammello. Una volta uscito di casa si limitò a camminare per le strade, in mezzo alla folla che più o meno lentamente si stava dirigendo verso la piazza principale. Ogni tanto un flebile riflesso azzurrino si poteva intravedere negli occhi di Isaac, mentre lo schermo del suo elmo occultato gli mostrava i dati delle persone che gli passavano davanti. La maggior parte non aveva nulla di insolito, ma più si avvicinava alla piazza e più il numero di persone che possedevano un'aura magica aumentava. Molti presentavano un'aura rossa accesa, anche se Isaac non poteva ancora sapere a quale creatura corrispondesse detto colore, mentre altri ne avevano una arancione; in numero meno elevato invece si poteva intravedere più o meno tutto lo spettro cromatico: aure verdi, azzurre, viola, bianche e così via. Lo spettacolo sarebbe quasi stato affascinante e degno di un ritratto, se non fosse stato che per Isaac ogni colore significava probabilmente un mortale nemico da cui guardarsi. Ciò non toglie che, oggettivamente, il turbinio di colori era bellissimo. In ogni caso, dopo diversi minuti di passeggiata, Isaac giunse infine nella piazza principale dove già un gran numero di persone si era radunato per approfittare del banchetto offerto da comune e per ascoltare la musica che veniva suonata live da dei gruppi su un palco allestito al centro dell'area. Trovare l'essere che stava cercando sarebbe stata un'impresa ardua e da qualche parte avrebbe dovuto cominciare. Si avvicinò quindi ad una delle panchine ai lati della piazza, dove una ragazza dalla carnagione pallida e dall'aura arancione spento si era seduta, forse per riposarsi o forse per guardare le ignare persone che vivevano la loro vita di fronte a lei. Isaac si sedette, espirando profondamente per dare l'idea di essere stanco di camminare; poggiò i gomiti sulle gambe, inarcando la schiena in avanti, senza voltare lo sguardo verso la giovane. Dopo qualche secondo di silenzio, voltò lo sguardo per guardarla negli occhi, notando l'iride quasi argentata; sorrise affabilmente e girò nuovamente lo sguardo verso la folla di fronte a loro prima di raddrizzare la schiena ed appoggiarla alla panchina assieme alle braccia, in un gesto di rilassatezza.
    "Sai? È una vita che non partecipo ad una festa di capodanno in piazza" disse con noncuranza "Il lavoro mi ha sempre bloccato in ufficio...".
    Girò nuovamente lo sguardo verso di lei.
    "Ora sto aspettando un mio amico ma sembra che farà tardi; di cognome fa Spenser, lo conosci?" ma prima di lasciarla rispondere aggiunse tranquillo "Lui conosce davvero un sacco di gente da queste parti, mentre io sono arrivato da poco" concluse sorridendo di nuovo, lasciandole questa volta il tempo di dire la sua.
    "In ogni caso, il mio nome è Isaac" disse porgendole la mano.

    Per Choco~
     
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    tutto quel caos mi stava provocando un forte malditesta, portai le dita affusolate alle tempie, massaggando delicatamente. E' deciso. Non metterò mai più piede ad un'evento del genere!
    Stavo per alzarmi e andarmene quando un'uomo che si era seduto sulla panchina affianco a me, a cui non avevo proprio fatto caso, mi rivolse la parola. Lo guardai leggermente stordita.
    Sapevo che sarei dovuta essere gentile, ma i nervi a fior di pelle me lo impedivano. Era colpa della situazione.
    Non conosco nessuno Spenser, come vede non amo socializzare
    Dissi secca. In effetti mi sentivo un po' in colpa, sembrava solo qualcuno che chiedeva in giro del suo amico e in genere avrei risposto educatamente...
    Chiusi gli occhi portando una mano alla fronte, squotendo la testa in segno di stanchezza. Dovevo scusarmi, gli umani in genere si offendono per questo genere di comportamenti, in particolare se si trovano in una situazione allegra come una festa.
    Mi scusi, questo tipo di eventi eventi mi innervosiscono...
    Sospirai. In ogni caso probabilmente se ne andrà alla ricerca di questo suo amico e io potrò andarmene in pace per i fatti miei per lasciar scorrere fuori l'acido che sentivo nelle vene.
    sùsù non ha risposto male perchè non gli piace il tuo pg xD è fatta così poverina xD
     
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  10. IDSeeker
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    La ragazza rispose seccata alla domanda di Isaac:
    Non conosco nessuno Spenser, come vede non amo socializzare
    L'uomo non si aspettava di certo una risposta diversa: aveva appreso con il tempo che una tale fortuna non si addiceva alla sua situazione. Quello che un poco lo sorprese fu il modo brusco con cui gli aveva risposto; che avesse scoperto l'inganno architettato da lui per ricavare informazioni? O era semplice indisposizione nei confronti degli estranei? Le sue parole riconducevano a quest'ultima teoria, ma come essere certi che non fosse a sua volta un inganno per allontanare un essere umano incuriosito da un esponente del sovrannaturale? Isaac non poté che stare al gioco. Ritrasse la mano che le aveva offerto ed aspettò che lei finisse la sua frase:
    Mi scusi, questo tipo di eventi eventi mi innervosiscono...
    concluse la ragazza con aria imbronciata. Isaac la guardò prima perplesso, poi preoccupato notando che lei non sembrava stare molto bene. Forse era un tratto distintivo di quella razza sconosciuta? O magari stava davvero male? Fatto sta che Isaac non poteva permettersi di allontanarsi da una ragazza che prima del suo arrivo poco prima sembrava relativamente a posto e che subito dopo aveva cominciato a mostrare segni di stress o chissà cosa: qualcuno avrebbe potuto cominciare a fare domande e chiedere chi fosse quello strano sconosciuto che andava in giro a far ammalare giovani ragazze. Avrebbero potuto cominciare a fare delle ricerche ed eventualmente avrebbero fatto saltare la sua copertura, allertando Spenser della sua presenza. Non poteva permetterlo, anche se non gli importava minimamente che fine facesse quella ragazza dopo quella sera; non sembrava neppure un candidato ideale per stringere un'alleanza data la reazione che aveva avuto. Decise di far buon viso a cattivo gioco e con espressione preoccupata disse:
    "Stai bene? Non mi sembri molto in forma... vuoi che chiami qualcuno per farti venire a prendere?"
    Si alzò in piedi, senza togliere lo sguardo.
    "Posso accompagnarti se abiti qui vicino: tanto il mio amico non si farà vedere ancora per un po'"
    Le porse di nuovo la mano, questa volta per aiutarla ad alzarsi se ne avesse avuto voglia/bisogno.


    Potrei stilarti una lista di motivi per cui non me la sarei presa comunque, ma non ho voglia di scriverla quindi mi limito a scrivere "XD"

    XD
     
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    Mi offriva il suo aiuto, a quanto pare aveva notato la mia particolare NON predisposizione al caos. Da un'occhio esterno in effetti poteva apparire come se stessi male ma è solo per colpa del rumore e del movimento. Io amo stare calma e in silenzio, situazione movivmentate mi sfiniscono, le troppe persone mi fanno venire il mal di testa, il mal di testa mi innervosisce, e il nervosismo mi fa peggiorare il mal di testa. Un circolo vizioso insomma che non sono molto brava a reggere ne tantomeno a nascondere.
    Allontanai la sua mano non troppo gentilmente.
    Non ho bisogno di aiuto, non mi muoverò proprio da qui.
    Dissi, notando l'incredibile folla che avrei dovuto attraversare, che mi era repellente più dell'entrata stessa degli inferi. Piuttosto che addentrarmi e perdermi lì tra quegli umani balordi e urlanti preferisco stare qui sulla mia panchina ad aspettare che con la notte inoltrata la piazza si liberi e io sia finalmente sprigionata. Dopotutto ero abituata a restar sveglia gran parte della notte, ce l'avrei fatta senza troppo effetti collaterali. A parte i nervi che resteranno vibranti di energia negativa per giorni e giorni prima di smaltire questa specie di "trauma".
    Mi accucciai sulla panchina, sistemando meglio la mantellina sulle spalle, pronta ad affrontare la serata...più o meno.
    sarà difficile trovare il tuo amico in mezzo a questo casino, non riesci a contattarlo?
    Dissi, sebbene il tono era ancora un po' acido mi stavo sforzando ad essere gentile, se fosse riuscito a contattare quello Spenser avrebbero potuto trovare un punto d'incotro e io sarei potuta rimanere da sola. possibile che non abbia nemmeno il suo numero di cellulare?

    CITAZIONE
    Per evitare che la conversazione proseguisse salutai sbrigativa e mi spostai in un'altro angolo della festa, anche quello non troppo affollato, dove c'era anche un tavolo con dei cibi vari. Mi avvicinai a dei dolcetti e ne presi un paio cominciando a mangiucchiarli.
    Dato che IDSeeker sembra scomparso Vanika è nuovamente libera.



    Edited by .Snow~White. - 15/4/2012, 23:23
     
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    Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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    E così il trentuno era arrivato, eh?
    Non ci credeva, quel duemilasei era passato in un soffio.
    Tante novità, in poco tempo.
    La ragazza scosse le spalle, quella sera non ci avrebbe pensato. Non troppo almeno.
    Erano giorni che fra studio, allenamenti e cose varie non aveva un po' di sano tempo libero. Quei momenti in cui quasi ti annoi perché non sai cosa fare. Alex stava quasi dimenticando il significato di "noia".
    E poi, aveva pur sempre diciassette anni, che diamine! Doveva divertirsi un po.
    Ma non era mai stata il tipo da svagarsi in compagnia, no. Eppure alle feste di città si potevano fare discreti incontri, non se la sarebbe persa stavolta. In giro si diceva che avrebbero suonato complessi rock, uno dei generi che preferiva. Quand'era stata l'ultima volta in cui era stata ad un concerto? Troppo tempo fa.
    Finì di legare i lacci delle scarpe, tenendo un piede sulla sedia. Fischiettava un motivetto allegro.
    Quando fu pronta, uscì di casa, avviandosi verso la piazza. Erano già passate le nove, e probabilmente si era già radunata un po' di folla. Non conosceva ancora nessuno lì, non troppo bene, almeno, ma qualcuno con cui chiacchierare l'avrebbe trovato di certo, si disse. Certo, non era una di quelle tipe vezzose e festaiole, come poteva benissimo confermare il suo abbigliamento tutto sommato sobrio.
    Pantaloni neri non troppo aderenti, un top chiaro e sopra una giacca legante color grigio perla. Calda, sebbene non sembrasse.
    Il buio era già calato da un pezzo, così come in ogni giorno invernale, ma quando arrivò in piazza la trovò illuminata a giorno. E..incredibilmente affollata. Da subito la musica la colpì violenta e inaspettata, ma ciò che più la mise a disagio fu la confusione.
    Era abituata al silenzio, lei. Si guardò un po' intorno e poi si avvicinò al palco; dopo aver afferrato al volo uno stuzzichino dal ricco buffet, messo lì appositamente per ricordarle che non aveva ancora cenato.
     
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    CITAZIONE (A l i c e @ 24/3/2012, 00:43) 
    Mi stavo un po’ spazientendo, ed intimamente ero convinta che il ritardo di Asterios fosse in qualche modo una ripicca per i messaggi che c’eravamo scambiati. Dopotutto erano stati sempre ironici e scherzosi, ed io gli avevo ripetuto tante volte di essere puntuale quanto lui mi aveva detto che bere sangue di mummia non giovava al mio alito.
    Era una provocazione bella e buona, questo pensavo, e diamine se stava riuscendo bene. Rimasi seduta al mio posto, scambiando messaggi con Elijah un po’ per passare il tempo, un po’ per ulteriore dispetto ad Asterios.
    In qualche modo Elijah non gli piaceva per nulla e questo lo rendeva un argomento ideale per delle frecciatine future.
    Chiusi il cellulare dopo aver inviato l’ultimo sms alla mummia, alzandomi in piedi giusto in tempo per sentire il richiamo di Asterios. Guardai l’orologio del cellulare: beh, era in ritardo di almeno 15 minuti buoni!
    *Sono tutta a destra del palco, sulla panchina.*
    Dissi mentalmente al vampiro, aspettando poi che si presentasse, comodamente seduta sulla panchetta di legno e ferro battuto, con le gambe sottili accavallate e puntellando il dito sul braccio. Chissà come si sarebbe vestito quella sera, e quasi quasi meditavo di criticargli la camicia che (quasi sicuramente) avrebbe indossato.
    Se c'era una cosa che avevo imparato riguardo al vampiro era che teneva molto da conto il proprio abbigliamento e di certo amava che gli si riconoscesse il suo buon gusto. Sfortunatamente io non ero una donna adatta ad adularlo come avrebbe meritato, ma se mi si faceva aspettare sapevo essere particolarmente ironica.
    Speravo che lui non mi avrebbe deluso, mi aspettavo come minimo una perfetta eleganza quella notte, almeno per ripagarmi di quel quarto d'ora buono d'attesa!
    Riaprii il cellulare qualche volta per controllare se lui o elijah mi avessero scritto ancora qualcosa, ma niente. Nemmeno Lilhyn sembrava essere presente alla festa, ma lei era una donna diurna e a quanto sapevo era tornata da poco da degli scavi faticosi.
    Forse si stava concedendo una festa con Isaac, cosa che manco a dirlo non è che mi facesse troppo piacere. Quel vampiro mi dava una sensazione strana e non amavo stargli accanto troppo a lungo.
    Mi guardai attorno, osservando tra la folla per scorgere qualche creatura propriamente non umana. Potevo sentire la presenza di un altro vampiro, probabilmente donna, poi ovviamente sapevo che c'era asterios...Eppure sentivo un altro tipo di presenza tra i mortali, qualcuno di vivo eppure non umano. Che fosse un demone?

    Si rendeva conto di essere in ritardo e sperava vivamente che Alice non se la fosse presa e, soprattutto, che non gliel'avrebbe fatta pesare, si sarebbe sentito terribilmente in colpa. Dopo averle mandato il messaggio sul cellulare infatti si mise subito ad una ricerca più attenta della vampira, e proprio quando scorso la sua chioma rossa tra tante altre perfettamente anonime, gli arrivò la sua risposta che nella sua testa, colma di altri pensieri provenienti dai presenti, passò non inosservata ma quasi, tuttavia la sentì abbastanza chiaramente da capire dove stesse precisamente seduta. E con lo sguardo la cercò tra la folla, trovandola dopo qualche attimo e raggiungendola abbastanza in fretta, passando tra la gente che aveva già cominciato a festeggiare mangiando e sorseggiando qualcosa, ma soprattutto a divertirsi con ciò che la festa comunale offriva.
    Scusami tanto per il ritardo
    esclamò apparendole proprio davanti, quasi incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto vederlo, ma con quel baccano e i festeggiamenti chi se ne sarebbe accorto? Avvertiva altre presenze, in special modo quella di un'altra vampira, ma aveva invitato Alice e voleva passare la notte dell'ultimo dell'anno con lei.
    Tra le mani guantate teneva una scatola di medie dimensioni, circa poco più grande del suo palmo, incartata con una carta nera lucida ed una coccarda rosso natalizio. Glielo porse senza tanti preamboli o giri di parole, anche perché non vedeva perché avrebbe dovuto vergognarsi. Era un regalo di Natale, ma assolutamente casuale, come spiegò a lei.
    Consideralo come mio regalo di Natale, ma come l'ho vista non ho potuto fare a meno di pensarti!
    Si trattava di una Cecropia, una falena (o farfalla notturna) dai colori bellissimi delle ali e del corpo. Che considerasse bella Alice doveva essere oramai abbastanza chiaro, perciò accostarla ad una bella farfalla era stato il pensiero secondario, quello principale era stato l'accostare il rosso del corpo della bella farfalla a quello dei capelli della bella vampira, la farfalla notturna.
     
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    CITAZIONE (•°*~Sbiru~*°• @ 29/3/2012, 18:33) 
    E così il trentuno era arrivato, eh?
    Non ci credeva, quel duemilasei era passato in un soffio.
    Tante novità, in poco tempo.
    La ragazza scosse le spalle, quella sera non ci avrebbe pensato. Non troppo almeno.
    Erano giorni che fra studio, allenamenti e cose varie non aveva un po' di sano tempo libero. Quei momenti in cui quasi ti annoi perché non sai cosa fare. Alex stava quasi dimenticando il significato di "noia".
    E poi, aveva pur sempre diciassette anni, che diamine! Doveva divertirsi un po.
    Ma non era mai stata il tipo da svagarsi in compagnia, no. Eppure alle feste di città si potevano fare discreti incontri, non se la sarebbe persa stavolta. In giro si diceva che avrebbero suonato complessi rock, uno dei generi che preferiva. Quand'era stata l'ultima volta in cui era stata ad un concerto? Troppo tempo fa.
    Finì di legare i lacci delle scarpe, tenendo un piede sulla sedia. Fischiettava un motivetto allegro.
    Quando fu pronta, uscì di casa, avviandosi verso la piazza. Erano già passate le nove, e probabilmente si era già radunata un po' di folla. Non conosceva ancora nessuno lì, non troppo bene, almeno, ma qualcuno con cui chiacchierare l'avrebbe trovato di certo, si disse. Certo, non era una di quelle tipe vezzose e festaiole, come poteva benissimo confermare il suo abbigliamento tutto sommato sobrio.
    Pantaloni neri non troppo aderenti, un top chiaro e sopra una giacca legante color grigio perla. Calda, sebbene non sembrasse.
    Il buio era già calato da un pezzo, così come in ogni giorno invernale, ma quando arrivò in piazza la trovò illuminata a giorno. E..incredibilmente affollata. Da subito la musica la colpì violenta e inaspettata, ma ciò che più la mise a disagio fu la confusione.
    Era abituata al silenzio, lei. Si guardò un po' intorno e poi si avvicinò al palco; dopo aver afferrato al volo uno stuzzichino dal ricco buffet, messo lì appositamente per ricordarle che non aveva ancora cenato.

    Era arrivato da poche settimane in quella città e si era buttato a capofitto nella sua azienda di grafica, ma il 30 e il 31 aveva deciso di chiudere per la gioia dei suoi dipendenti, più che altro perché le giornate erano state talmente belle, nonostante l'aria fredda di dicembre, da indurlo in tentazione a 'marinare' lui per primo il lavoro e dedicare quel tempo libero a qualcosa di costruttivo, come passeggiare per le strade di quella nuova città dove aveva deciso di andare. Aveva visto i manifesti della festa dell'ultimo dell'anno un po' ovunque e subito aveva deciso di andare a vedere di cosa si trattava. Dubitava ci sarebbe stato chissà cosa e chissà quale divertimento, ma per ambientarsi in quella città credeva di dover cominciare dai luoghi più comuni. Non si trattava di un locale Rock o Dark, ma scelse comunque qualcosa nel suo stile un po' eccentrico e trasgressivo: un paio di pantaloni di vernice molto stretti e che risaltavano la forma magra e longilinea delle gambe, ma anche i fianchi abbastanza stretti e il sedere contenuto e sodo, ai piedi un paio di stivali New Rock di vernice e pelle con la zeppa che lo sollevava da terra di almeno una decina di centimetri, sopra poi una maglia di rete aderente sulla quale aveva messo uno stringivita in cuoio. Per ripararsi, aveva in fine messo una giacca a tre quarti di pesante velluto viola, un foulard di raso dello stesso colore e nient'altro. Se non fosse stato per il trucco in viso che aveva, e che consisteva in una pesante matita nera attorno agli occhi ed rossetto color amarena, sarebbe passato meno inosservato.
    Era logico che la gente lo guardasse, o almeno quella più comune e benpensante, ma fortunatamente riusciva a fregarsene degli sguardi, dei bisbiglii e delle risatine che si sentiva alle spalle man mano che si addentrava nella folla, il suo obbiettivo era raggiungere uno dei tavoli del buffet e prendere qualcosa. Non seppe se qualcuno lo fece apposta, fatto sta che sentì qualcuno urtarlo abbastanza da farlo vacillare un attimo e costringerlo a poggiarsi, con forza ed energia, alla spalla del primo povero malcapitato. Purtroppo si trattava di una ragazza, il che già di per sé lo tornare subito in equilibrio e con le mani avanti, come a voler dire 'Non sono stato io, eh?!'.
    Scusami, non volevo, ma mi hanno spintonato!
    spiegò alla ragazza, visbilmente dispiaciuto, in fondo non era stato lui a farlo di proposito.
     
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    CITAZIONE (Daisuke R. Stark @ 1/4/2012, 22:25) 
    Era arrivato da poche settimane in quella città e si era buttato a capofitto nella sua azienda di grafica, ma il 30 e il 31 aveva deciso di chiudere per la gioia dei suoi dipendenti, più che altro perché le giornate erano state talmente belle, nonostante l'aria fredda di dicembre, da indurlo in tentazione a 'marinare' lui per primo il lavoro e dedicare quel tempo libero a qualcosa di costruttivo, come passeggiare per le strade di quella nuova città dove aveva deciso di andare. Aveva visto i manifesti della festa dell'ultimo dell'anno un po' ovunque e subito aveva deciso di andare a vedere di cosa si trattava. Dubitava ci sarebbe stato chissà cosa e chissà quale divertimento, ma per ambientarsi in quella città credeva di dover cominciare dai luoghi più comuni. Non si trattava di un locale Rock o Dark, ma scelse comunque qualcosa nel suo stile un po' eccentrico e trasgressivo: un paio di pantaloni di vernice molto stretti e che risaltavano la forma magra e longilinea delle gambe, ma anche i fianchi abbastanza stretti e il sedere contenuto e sodo, ai piedi un paio di stivali New Rock di vernice e pelle con la zeppa che lo sollevava da terra di almeno una decina di centimetri, sopra poi una maglia di rete aderente sulla quale aveva messo uno stringivita in cuoio. Per ripararsi, aveva in fine messo una giacca a tre quarti di pesante velluto viola, un foulard di raso dello stesso colore e nient'altro. Se non fosse stato per il trucco in viso che aveva, e che consisteva in una pesante matita nera attorno agli occhi ed rossetto color amarena, sarebbe passato meno inosservato.
    Era logico che la gente lo guardasse, o almeno quella più comune e benpensante, ma fortunatamente riusciva a fregarsene degli sguardi, dei bisbiglii e delle risatine che si sentiva alle spalle man mano che si addentrava nella folla, il suo obbiettivo era raggiungere uno dei tavoli del buffet e prendere qualcosa. Non seppe se qualcuno lo fece apposta, fatto sta che sentì qualcuno urtarlo abbastanza da farlo vacillare un attimo e costringerlo a poggiarsi, con forza ed energia, alla spalla del primo povero malcapitato. Purtroppo si trattava di una ragazza, il che già di per sé lo tornare subito in equilibrio e con le mani avanti, come a voler dire 'Non sono stato io, eh?!'.
    Scusami, non volevo, ma mi hanno spintonato!
    spiegò alla ragazza, visbilmente dispiaciuto, in fondo non era stato lui a farlo di proposito.

    Alla fine era rimasta lì, vicino alla tavolata di cibo e con lo sguardo ceruleo rivolto alla band che stava suonando in quel momento.
    Il piede destro picchiettava sul pavimento, al ritmo della musica e le labbra mormoravano le parole della canzone, che si perdevano in quel frastuono.
    Con un movimento fluido della mano si scostò dal viso le ciocche castane, che le ricadevano morbide sulle spalle.
    Intorno a lei era tutto un agglomerato di gente che spintonava per farsi spazio. Odiava le persone che si facevano largo a suon di gomitate. Insomma il rispetto dov'era andato a finire?
    Ma non se ne curò più di tanto; in quel momento era persa nei suoi pensieri travolta dal ritmo frenetico ed assordante della festa.
    Poi qualcosa la riportò alla realtà.
    Ma che diav...
    Improvvisamente avvertì una pressione sulla sua spalla destra che le fece perdere l'equilibrio. Vacillò in avanti, per il peso inaspettato che si era trovata a dover sopportare, ma grazie ad un riflesso involontario puntò i piedi e fece forza sulle gambe per non sbilanciarsi troppo, assorbì il colpo e riuscì ad evitare di creare così un bell'effetto a catena.
    S'irritò a quello spintone credendo fosse opera del solito arrogante convinto che tutto gli fosse dovuto.
    Bella mossa, amico. Disse sarcastica, girandosi per vedere chi l'avesse urtata in questo modo. Già pronta per una bella litigata.
    Scusami, non volevo, ma mi hanno spintonato! Fece il ragazzo.
    Scrutò il suo volto, o quello che riusciva a vedere sotto lo strato di trucco; in effetti pareva sinceramente dispiaciuto.
    Gli rivolse un cenno, come a dire che non importava. In fondo, poteva capitare a tutti no? Di gente maleducata non ne mancava.
    Mantenne un'espressione neutra mentre inclinava la testa all'indietro, per guardarlo meglio dato che la sovrastava di una trentina di centimetri buoni. Intanto il suo cervello annotava i dettagli.
    Quando aveva modo di incontrare una persona cercava sempre di memorizzarne i tratti, per essere sicura di riconoscerla in futuro. Poteva essere comodo.
    Sorvolò sul suo abbigliamento. Non le importava poi molto come si vestisse la gente, non era una di quelle tipe cariche di pregiudizi. No, lei per prima si era scontrata molte volte con critiche insensate di gente insensata.
    Era stata cresciuta con la convinzione che ognuno fosse libero di fare ciò che voleva, sempre nel rispetto degli altri.
    Ma capiva che con tutta probabilità la sua occhiata l'avrebbe indotto a credere che lo stesse analizzando negativamente, perciò alzò allungò la mano destra che ancora teneva la stuzzichino e glielo porse. Stuzzichino?
     
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