We wish you a ScArY Xmas! [Un viaggio speciale in Norvegia]

Topic per Asterios, Kim e Armanz

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    Una bella mostra era arrivata in città, in uno di quei musei piccoli e che solitamente non offre granché di interessante. Quella volta però portare il Medioevo scandivano a Nouvieille e farlo conoscere ai suoi cittadini doveva esser stato sicuramente un buon passo, ne avrebbe sicuramente guadagnato il museo, in fama e in denaro!
    Il vampiro era solito interessarsi a questo aspetto culturale della vita della città, e quando seppe di questa cosa sperò vivamente di avere la possibilità di poterla vedere. A volte gli orari dei musei riuscivano a combaciare con le sue ore di veglia, e quando i suoi occhi lessero della possibilità di apertura fino alle 22 il primo e il terzo sabato del mese, i suoi occhi parvero illuminarsi di gioia. Dunque prese subito il telefono, dopo essersi assicurato che il locale fosse ancora aperto (era il primo sabato del mese, appunto) e provvide a prenotarsi un biglietto per quello successivo. E quando tutto questo fu portato a termine, si alzò dal suo comodo divano e soddisfatto portò fuori i cani a fare una ristoratrice passeggiata.

    Sabato successivo, ore 20:00 circa.

    Entrato nel piccolo ma sontuoso museo, andò al botteghino e prese il biglietto che aveva prenotato una settimana prima per poi mostrarlo al ragazzo che aspettava sull’uscio della porta che portava alle sale della mostra. Lì dentro si respirava un’aria che sapeva di antico, di storia vissuta, a questo pensò mentre i suoi occhi lentamente si spostavano da un cimelio ad un altro, da una targhetta che ne spiegava la storia e la provenienza ad un’altra. Per lui era sempre un’emozione ritrovarsi tra oggetti del passato, era come rivivere periodi aurei della sua lunga vita, e quegli oggetti appartenuti a gente comune, a soldati, a contadine, re e schiavi, gli fece tornare alla memoria la notte in cui, attanagliato dal grande gelo dell’inverno scandinavo, tanti secoli fa, aveva incontrato uno dei suoi tanti fratelli di sangue e la sua compagna e figlia. Non si era reso conto di essersi soffermato su un abito da donna verde, finemente ricamato di fili dorati e adornato da un pesante e lungo mantello blu bordato di pelliccia di lepre. La sua attenzione tornò a quegli abiti indossati da un vuoto e freddo manichino e lui, guardandoli, si domandò chi avesse indossato quel bel vestito così semplice ed al tempo stesso così regale. Avrebbe potuto toccarlo e togliersi quella curiosità, ma se lo avesse fatto era certo avrebbe attirato l’attenzione di tutti a causa dell’allarme che sarebbe scattato al suo primo, leggero tocco del palmo della mano. Pazienza, voltatosi e direttosi nella sala successiva si ritrovò solo lì dentro tra tante armi e spade, elmi e armature, pesanti stivali di pelle e pelliccia per riparare dal mordace freddo i tanto temuti guerrieri vichinghi. Da qualche parte dovrei avere anche io qualcosa regalatomi da mio fratello, pensò, dopo di che i suoi occhi scintillanti scorse una stele di dimensioni non indifferenti, alta, spessa, di possente pietra e su cui vi erano incise delle rune colorate di rosso, un rosso sbiadito ormai dal tempo.
    Incuriosito da quello splendido reperto, gli si avvicinò per guardarlo meglio mentre al suo naso giunse l’odore di fresca pietra, mentre i suoi occhi cercavano di ricordare come si leggevano le rune, l’antica lingua norrena.
     
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  2. Armanz
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    Una mostra sul Medioevo scandinavo.
    Questo descriveva il volantino che trovai nel mio studio, dopo aver terminato la mia lezione all'Università. Avevo appena finito di parlare dei Riti delle popolazioni del Centro America: Incas, Maya, Aztechi. Era sempre un piacere vedere come riuscivo a far appassionare i ragazzi alla Storia, e forse quella mostra sarebbe stata un'occasione in più.
    Per fortuna il museo l'avrebbe ospitata per qualche mese, quindi avrei avuto il tempo di andarla a vedere da solo, prima di portare poi i ragazzi. Magari avrei potuto organizzare questa visita al museo in modo da far guadagnare loro qualche credito extra!

    Così, il terzo Sabato del mese, da quando era arrivata la mostra, dopo aver passato l'intera giornata in Biblioteca a correggere le prove intercorso dei miei studenti, decisi che potevo premiarmi con la visita alla mostra. Tornai a casa a cambiarmi e uscii, curioso di vedere cosa avrei trovato.
    Acquistato il biglietto, mi diressi all'ingresso, e dopo aver superato il simpatico ragazzo addetto ai controlli, venni proiettato immediatamente nella Scandinavia del Medioevo, anni che non avevo vissuto, ma che mi avevano sempre affascinato.
    C'erano manoscritti autentici, abiti, utensili, mappe, progetti di opere varie, tutto conservato nelle teche di vetro e protette da chissà quali sistemi di allarme. Era tutto straordinario, non avevo parole per descrivere la meraviglia che stavo provando in quel momento.
    Mi soffermai per molto tempo sui vari tipi di armi, dalle spade agli spadoni, dagli archi corti a quelli lunghi, dalle mazze ferrate alle asce. Tutto traboccava di Storia, di informazioni, di vite vissute.

    Una curiosa sensazione poi, mi fece voltare di scatto, abbandonando le armi. Era una sensazione che avevo già provato prima: un piacevolissimo pizzicore alla nuca mi avvisava, in un certo senso, che qualcosa di magico era presente in quel luogo. La sensazione iniziava sempre col pizzicorio alla nuca e poi passava al corpo intero. Era come se una miriade di formiche avesse deciso di camminarmi addosso, era molto rilassante. Seguendo la sensazione, e l'intensità che aumentava man mano che mi avvicinavo alla fonte magica, giunsi accanto ad un uomo che era intento ad osservare una grossa stele di pietra, piena di Rune incise sopra.
    Non prestai molta attenzione all'uomo che avevo accanto a me, sulla mia destra, ero troppo preso dalla stele. Tutto il resto era di scarsa importanza, anche la sensazione che provavo. Quella stele era affascinante, sia se fosse stata incantata, sia se fosse stata semplice pietra. Avrei indagato dopo sulla fonte magica, potevo resistere.



    CITAZIONE
    SENSO DEL MAGICO [Abilità Passiva]
    È una sensazione che il Gargoyle non controlla ma che impara a riconoscere molto presto. Essendo creature nate dalla Magia, seppur involontariamente e per sbaglio, riescono a percepire la presenza del magico su oggetti di qualsiasi tipo, quindi anche oggetti magici altrui, ma non possono capire quale oggetto sia incantato e soprattutto di che tipo di magia si tratta. Tale capacità è utile anche per percepire la presenza di luoghi nascosti da Incantesimi, oppure porte invisibili e tutte quelle situazioni conseguenti all'uso di Incantesimi d'Illusione e Mentali. Per esempio possono capire se una persona è addormentata da un Incantesimo del Sonno, ma se questa, invece, è stata addormentata con altri mezzi (gas soporifero, il potere dei Vampiri Antichi di addormentare e altro), per loro questa persona dorme e basta e non capiscono se il sonno sia indotto o spontaneo.


    Edited by Armanz - 9/1/2013, 21:55
     
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    Armi, il topic è ambientato nel terzo sabato del mese xD Nel primo Asterios ha prenotato il biglietto =)
     
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    Perché andare dalla concorrenza? In effetti non lo so nemmeno io. Forse perché questo piccolo museo non ha la minima possibilità di togliere prestigio a quello in cui lavoro, o forse semplicemente perché la mostra sul medioevo scandinavo mi è sembrata troppo affascinante per non andarci. Se ho la possibilità di migliorare le mie conoscenze artistiche e storiche... perché non approfittarne? Poi... se Colton White fino ad adesso non mi ha strozzato... credo che non si preoccuperà di una veloce visita alla concorrenza. Sempre che non sia la famosa goccia che fa traboccare il vaso. Mi ritrovo a pensare, ma senza preoccuparmi troppo della questione, mentre entro nel museo. Dopo aver ritirato il biglietto e avermelo fatto 'tagliuzzare' - per così dire - dall'addetto, accedo alla mostra. È in quel momento che mi rendo conto che è da parecchio tempo che non mi capita di entrare in un museo come semplice visitatrice. Non dover lavorare mi fa percepire la mostra come qualcosa di diverso dal solito: non sono nemmeno un poco agitata, non sento il bisogno di controllare - nella mia mente - se mi ricordo tutto, e guardare ciò che è esposto non mi dà alcun senso di noia. Sono manufatti che non conosco, dotati di una storia che devo ancora scoprire: son tremendamente curiosa di scoprire qualcosa su di essi.

    Così mi metto a camminare per la sala in cui sono appena entrata, non facendo molto caso alle persone presenti ma concentrando praticamente tutta la mia attenzione ai manufatti presenti e alle descrizioni scritte nei cartellini. C'è davvero un po' di tutto: da antichi utensili per la cucina a vestiti, armi, armature e statuette. Niente male. Mi ritrovo a pensare, mentre il mio sguardo cade su una grossa stele poco lontano. E quella, cos... Ma il mio pensiero si interrompe a metà quando noto la figura che sta osservando quell'opera. Mi rendo conto di star trattenendo il respiro, quindi mi costringo a tornare a respirare, maledicendomi in buona parte delle lingue che conosco, latino compreso. È mai possibile che l'effetto che mi fa vedere LUI sia così diverso da quello che ho incontrando Sal? Due vampiri antichi, che mi hanno salvato - anche se in occasioni molto diverse tra loro - la vita più volte. Ma con Neris mi sento a mio agio, per quanto sia possibile con un vampiro, mentre non posso di certo dire di conoscere così bene Asterios. Motivo per cui sono così interessata a lui, per quanto... No, Kim, sei qui per la mostra! Non per attaccar bottone con un vampiro! Mi dico, ma so perfettamente che è inutile: d'un tratto, ho perso interesse per la mostra. Così non posso far altro che cominciare ad avvicinarmi a lui, senza nemmeno sapere cosa esattamente ho intenzione di fare.

    Se qualcosa non va bene ditemelo che sistemo. ^^
     
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    Sino a poco prima era stato da solo con quella stele, lasciandosi incantare da quei segni nella roccia. Non ricordava il linguaggio delle rune, per quanto avesse più volte provato a rimettersi a studiarlo per conto suo, come aveva sempre fatto con tante altre cose. Dunque piegava la testa prima da una parte e poi dall'altra, lentamente, come se stesse ascoltando una nenia in grado di rilassarlo nonostante stesse in piedi e senza poggiare da nessuna parte. Aveva l'aria di chi stesse leggendo quel linguaggio, mentre in realtà stava solo cercando di ricordarne qualcosa, più o meno.
    Un uomo gli si accostò per guardare anch'egli quella pietra che ad un primo sguardo poteva sembrare spoglia e senza alcun senso, ma oltre alle rune incise vi erano anche delle belle decorazioni che seguivano la linea del contorno di pietra stesso e che racchiudevano, in un armonico disegno di color rosso, le rune stesse (x).
    Il vampiro per un breve attimo si voltò per guardare chi avesse accanto, un gesto che spesso si fa in situazioni come quelle, ma nulla nel suo modo di fare poteva risultare fastidioso e sospetto poiché era presto tornato a preoccuparsi del reperto. Con la coda dell'occhio però aveva notato una figura entrare nella stessa sua sala, una donna con una lunga chioma bionda. Dei lineamenti ai quali inizialmente non diede molta importanza, ma che ritornarono prepotenti alla sua mente non appena i suoi occhi erano tornati sulla fredda pietra. Ebbe un guizzo, quel momento in cui dalla scatola dei ricordi la tua mente tira fuori i dati raccolti e conservati di una persona e te li presenta davanti agli occhi della memoria accostandoli alla figura che hai appena guardato con tanta indifferenza, facendoti sapere che il soggetto sino a poco fa ignorato, in verità lo conosci. Era Kim, l'Osservatrice che non poteva dire di conoscere bene come era stato per Haru, ma dopo quell'avventura con la risorta sotto le fogne, spesso si era domandato come se la fosse cavata col mordo della zombie.
    Indietreggiò di un paio di passi e si voltò verso di lei salutandola con un moderato gesto della mano ed un accennato sorriso, le si avvicinò senza troppa fretta ma quando le fu davanti, e quindi di spalle alla pietra incisa che aveva osservato sino a poco prima, le parlò a bassa voce.
    A quanto pare ci rincontriamo, speriamo però senza nessuna sorpresa come l'ultima volta
    Fu sul punto di domandare sullo stato di salute della ragazza, ma venne distratto dal guardiano che, dopo averli osservati tutti e tre, sparì per andare a fare la pausa caffè della sera.

    @Neris: tutto ok xD
    @Armi: se vuoi iniziare tu a far sparire il tuo pg, visto che sta ancora davanti al reperto, sarebbe figo, dato che solo Kim lo vedrebbe poiché Asterios adesso gli da le spalle xD
     
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  6. Armanz
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    La sensazione che avvertivo era forte, qualcosa di magico e potente era presente in quella stanza, e ormai non potevo più ignorarlo. Distolsi quindi lo sguardo dalla stele, accorgendomi che una ragazza bionda aveva fatto la sua comparsa all'interno della stanza, avvicinandosi poi all'uomo che era di fianco a me.
    I due sembravano conoscersi. Forse non erano intimi, ma si conoscevano. Li guardai per qualche secondo, per poi spostare nuovamente lo sguardo sulla stele.
    Non conoscevo le rune antiche, non potevo decifrare il messaggio che era stato inciso sul pezzo di pietra. Sospirai e presi nota mentalmente di colmare quella mia lacuna e di provvedere ad imparare quella lingua ormai morta da secoli.

    Mi venne voglia di toccare quella stele. Non sapevo perché, non avrei mai saputo spiegarlo, ma mi venne voglia. Fu una cosa improvvisa, del tutto irrazionale e priva di alcuna utilità, ma dovevo assecondare il mio corpo in qualcosa. Non avevo ancora trovato la fonte di Magia, ma forse quella sensazione era collegata in qualche modo alla percezione che avevo.
    Cosa non si pensa per giustificare le proprie azioni!
    Mi guardai intorno, cercando di non apparire sospetto per non attirare l'attenzione su di me, e quando vidi il custode allontanarsi dalla sala, decisi che era quello il momento.
    Fingendo calma e tranquillità, come se non avessi altra intenzione se non quella di guardare la stele, mi avvicinai fino al massimo consentito dal cordone di sicurezza, e dopo aver preso un bel respiro, allungai il braccio destro e toccai la fredda e dura pietra.

    Fu un attimo; mi sentivo tirare dall'ombelico, sentivo che il mio corpo veniva sollevato da terra e sentivo un forte vento scompigliare i miei capelli. Cercavo di staccare la mano dalla pietra ma non ci riuscivo, era come incollata. A quel punto urlai, ma non riuscivo a sentire la mia voce nel forte vento che soffiava, quindi non ero sicuro di poter effettivamente urlare.
    Poi, improvvisamente, la mia mano e il mio braccio furono tirati dentro la stele. Era come se fosse una sorta di varco spazio dimensionale, come quello che si vedeva di solito nei film di fantascienza. Ma questo non era un film, ma la vita reale!
    Veloce, sempre più veloce, venivo risucchiato dalla pietra, senza avere possibilità di oppormi. Riuscii solo ad avere un'ultima e fugace visione della sala e degli altri due visitatori, prima che tutto diventasse buio.



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    È una sensazione che il Gargoyle non controlla ma che impara a riconoscere molto presto. Essendo creature nate dalla Magia, seppur involontariamente e per sbaglio, riescono a percepire la presenza del magico su oggetti di qualsiasi tipo, quindi anche oggetti magici altrui, ma non possono capire quale oggetto sia incantato e soprattutto di che tipo di magia si tratta. Tale capacità è utile anche per percepire la presenza di luoghi nascosti da Incantesimi, oppure porte invisibili e tutte quelle situazioni conseguenti all'uso di Incantesimi d'Illusione e Mentali. Per esempio possono capire se una persona è addormentata da un Incantesimo del Sonno, ma se questa, invece, è stata addormentata con altri mezzi (gas soporifero, il potere dei Vampiri Antichi di addormentare e altro), per loro questa persona dorme e basta e non capiscono se il sonno sia indotto o spontaneo.

    Spero vada bene xD Se qualcosa non va ditemelo e modifico! ^^
     
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    Non mi stupisco quando Asterios si volta verso di me, salutandomi con la mano: prendere alla sprovvista un vampiro antico è qualcosa che esula grandemente dalle mie capacità. E, anche se fossi in grado di farlo, non credo che lo vorrei: temo che non sarebbe molto conveniente per la mia salute. Rispondo al suo saluto con un cenno del capo e un leggero sorriso, un po' indecisa su come devo comportarmi con lui. Insomma, dalla sua reazione mi pare evidente che non la mia presenza non lo disturba, ma... Ah! Kim, piantala e comportati normalmente! Mi sgrido da sola, mentre il vampiro arriva praticamente di fronte a me. Mi fermo anch'io, mentre lui inizia a parlare, ricordando l'ultima volta in cui ci siamo incontrati: nelle fogne, dove mi son trovata in una situazione non molto piacevole. Ancora oggi, dopo tutto il tempo che è passato, faccio fatica a non rabbrividire al pensiero di quella risorta.

    "Già, credo che sia la prima volta che ci incontriamo in un contesto simile." Dico quindi, considerando il fatto che le uniche due volte che l'ho incontrato... beh, c'era sempre qualcuno che voleva ammazzarmi. "Dubito che qui avremo qualche sorpresa, alla fine ci troviamo solo ad una mostr..." Mentre parlo, il mio sguardo viene attirato dalla figura di un ragazzo che si è avvicinato un po' troppo - almeno per i miei gusti - al cordone rosso che protegge la stele. Quando noto che sta allungando la mano per toccarla, non posso evitare che un'espressione di disapprovazione compaia sul mio volto. "Mi scusi, non può toccarl..." Inizio a dire, con la voce abbastanza alta per essere sentita dal trasgressore. Va bene che non lavoro qui, ma non posso certo rimanere a guardare mentre qualcuno viola la regola universale di tutti i musei: guardare e non toccare. Ma prima ancora che io possa finire la frase, succede qualcosa di alquanto strano: il giovane uomo viene letteralmente risucchiato dalla stele! "Ma che..." Riesco solo a dire, mentre il mio cervello... beh, si blocca per qualche istante scioccato.

    "Rettifico. Non è una semplice mostra." Affermo, appena il mio cervello riesce ad elaborare ciò che ho appena visto. "Magari non mi crederai, ma ho appena visto un ragazzo essere risucchiato da quella stele." Continuo, anche se - in effetti - esordire con un 'magari non mi crederai' di fronte ad un vampiro è alquanto strano. Ma non meno di quello che ho appena visto.

    Non posso fare a meno di avvicinarmi alla stele, percorrendo i pochi passi che mi separano da essa. A dire il vero, non ho idea di cosa fare: non sono in grado di comprendere quello che c'è scritto su si essa e, di sicuro, non posso permettermi di toccarla. Anche se, in effetti, probabilmente sarebbe l'unico modo per... No, mi caccerei solo nei guai... toccarla è troppo pericoloso... Rifletto, ma non posso fare a meno di avvicinare la mia mano alla superficie della pietra. Non c'è niente da fare: sono troppo curiosa. "La curiosità uccide il gatto..." Mi ritrovo a sussurrare, quasi senza rendermene conto, mentre le mie dita finiscono per sfiorare la pietra. E basta quel leggero tocco perché la magia si attivi. Mi sento rabbrividire mentre il vento mi sfiora e la stele comincia ad attirarmi a sé. Adesso, se solo potessi, ritrarrei la mano, ma non posso fare a meno di rimanere ad aspettare - inorridita - mentre vengo strappata dal museo e dalla mostra, per essere trascinata chissà dove.
     
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    Non rimase molto sopreso del fatto che Kim l'aveva riconosciuto, gli Osservatori avevano una memoria di ferro un po' in tutto, ma quando si trattava di un vampiro in special modo, mai nessuno doveva osare contraddirli. Con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, si strinse nelle spalle guardandola mentre lei gli parlava, la curiosità di chiederle come aveva vissuto le settimane successive alla storia della risorta si fece nuovamente forte in lui, ma notò uno strano cambiamento d'espressione in lei e stando di spalle all'altra persona presente nella stanza, e che prima gli era stata accanto, non diede molto peso alla faccenda se non quando Kim, alzando di poco la voce per farsi sentire, gli intimò di non toccare nulla. A quel punto anche lui si voltò per vedere cosa stesse accadendo, ma quando lo fece i suoi occhi non videro niente, nessuno. Solo quella stele che, fredda e senza vita, stava al centro della sala.
    Cosa?
    Domandò, quasi più a se stesso che all'Osservatrice, guardandola avvicinarsi a quella pietra incisa di rosso sangue, voltandosi anch'egli più che altro per chiedere spiegazioni, spiegazioni che gli giunsero senza nemmeno che le chiedesse. Scosse la testa e sorrise, senza nascondere i denti che appuntiti spuntarono da sotto il labbro superiore, ora davanti a lei non doveva più indossare nessuna maschera mortale.
    Spero tu stia scherzando, ma se hai sonno o sei stanca, faresti meglio ad andare a riposare
    Lo disse con tono scherzoso, ma lo pensava veramente, se non che quando la vide poggiare le mani sulla roccia si prodigò a fare un rapido passo verso la ragazza con l'intenzione di prenderla per il braccio e trascinarla via, ma non fece in tempo poiché Kim sparì letteralmente risucchiata dalla pietra.
    Stette immobile ed incredulo lì davanti, il suo cervello stava mettendo in ordine tutto quanto aveva visto e sentito nel giro di pochi secondi. Sbattendo le ciglia diverse volte, si rese conto di essere da solo, anche se sentiva la voce del guardiano della sala venire chiaramente da quella da dove era entrato lui poco prima. Credeva alla magia e credeva fermamente in dimensioni parallele capaci di entrare in collegamente con quella terrena attraverso portali magici, che poteva avere l'aspetto di una porta, di uno specchio, di una pozza d'acqua, un albero o... Una stele? Che quella pietra fosse un portale in grado di risucchiare chiunque la toccasse, per portarla... Dove? Dove era finita Kim? Si guardò attorno con aria circospetta e posando le mani sulla roccia fredda, si sentì subito invadere da una forza arcana che senza troppi sforzi lo portò a sé, risucchiandolo. Strinse istintivamente gli occhi con la paura di esser fatto a pezzi, mangiato o chissà quale altra diavoleria, ma in realtà non successe niente perché improvvisamente si ritrovò col sedere che affondava nella neve, in una gelida notte invernale di chissà dove. Si guardò attorno e, con stupore, e forse anche una certa euforia, vide gli altri due lì, nello stesso posto dove stava lui.
    Ehm... Tutto a posto?
    domandò guardando prima l'Osservatrice e poi il ragazzo che per primo era stato risucchiato.
    Voglio dire... Sapete per caso dove cavolo siamo e perché?
    Domanda lecita in fondo, ma nonostante il fatto in sé l'avesse turbato e non poco, vi era in lui una parte che gioiva al pensiero di scoprire cosa serbava quella stele per loro.
     
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  9. Armanz
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    Mi guardavo intorno, sconvolto e disorientato, cercando di capire dove fossi finito. C'era neve ovunque, ed era notte. Che cosa mi era successo? Avevo toccato quella stele, ed ero stato trasportato via dal museo. Era una sorta di portale? Sì, decisamente, ma un portale per dove?
    Mi alzai e spazzolai via dai miei jeans la neve che si era attaccata, poi passai alle braccia, coperte da una semplicissima e leggerissima camicia di seta azzurra. Faceva freddo, ma potevo sopportarlo, almeno per un po'.
    Mi spostai, constatando che mi trovavo al limitare di un bosco, e che poco lontano da dove mi trovavo io c'era una città, o almeno era quello che riuscivo a vedere. Era tutto molto confuso, non vedevo bene nell'oscurità e faceva freddo, per cui non potevo concentrarmi granché.
    Ma c'erano delle luci, e questo significava civiltà, quindi una città. Avrei capito dove ero finito e avrei escogitato qualcosa per tornare a Nouvieille. Semplice.
    Feci per muovere un passo, quando un forte lampo di luce mi fece voltare di scatto, ed ecco la ragazza che avevo visto al museo era lì, seduta nella neve come mi ero trovato io poco prima.
    Mi avvicinai, sorpreso, e le porsi la mano destra.
    Tutto bene? Serve aiuto?
    Fu la prima cosa che chiesi, sebbene in quel momento non era la cosa migliore da chiedere. Solo che, esortare con un "che diavolo è successo?", non era meglio.
    Non passò molto tempo che un nuovo lampo di luce annunciò una nuova manifestazione magica, ed ecco che l'uomo che era con la ragazza fece anch'egli la sua apparizione.
    Lo fissai con la bocca aperta, senza riuscire a dire nulla. La domanda che avrei voluto porre io fu fatta da lui, e io annuii inconsapevolmente, senza sapere cosa dire.
    Credo che la stele fosse un portale. Ma non so per dove.
    Fu tutto ciò che mi sentii di dire, prima di voltarmi verso la città che avevo visto in lontananza e indicarla con la mano destra.
    Lì c'è una città, magari potremo capirci qualcosa.
     
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    Neve. Freddo. Gelo. Per un attimo mi chiedo se sto sognando, se mi sono immaginata tutto e mi trovo adesso a ronfare tranquillamente nel museo sotto lo sguardo incredulo di un certo vampiro. Ma so anch'io che non è così: mi sono cacciata volutamente nei guai, per l'ennesima volta. Non ho la più pallida idea di dove mi trovo ma due cose sono certe: uno, la stele mi ha trasportato chissà dove; due, mi trovo seduta in mezzo alla neve, in un ambiente troppo freddo per l'abbigliamento che porto. L'unica cosa positiva è che non sono sola: il ragazzo che per primo è stato risucchiato dalla stele mi si è avvicinato, e mi sta porgendo una mano, offrendosi di aiutarmi. "Sì, tutto bene... credo." Rispondo, rabbrividendo e afferrando la sua mano in modo che possa aiutarmi ad alzarmi. Dopotutto, in un certo senso, sono qui per colpa sua, quindi perché non approfittarne? Ok, se sono qui è solo colpa della mia curiosità, ma tralasciamo questo dettaglio. Mi ritrovo a pensare. A proposito... ora che ci penso... è una fortuna che siamo stati entrambi 'trascinati' nello stesso posto. In effetti, non era affatto sicuro che succedesse. Non che io ci abbia pensato, ovviamente.

    Una volta in piedi, noto con la coda dell'occhio un lampo di luce e mi volto, rendendomi conto che anche Asterios ci ha raggiunti. Alla sua prima domanda faccio un cenno di assenso, consapevole che - forse, forse - dovrei fargli le mie scuse: se è finito anche lui in questo luogo è solo colpa mia. Insomma, vista la situazione... è molto probabile che abbia deciso di seguirmi. Alla seconda domanda, invece, risponde il ragazzo di cui non conosco il nome, dicendo praticamente quello che avrei detto io. In altre parole, che non sappiamo molto di cosa è successo e di dove ci troviamo.

    "Una città?" Prendo di nuovo parola, mentre il mio sguardo segue la direzione del suo cenno. "Già, probabilmente raggiungerla sarebbe il modo migliore per comprendere dove siamo finiti. E per non congelare, ovviamente." Continuo, non riuscendo ad evitare di rabbrividire di nuovo. Diamine, se avessi saputo cosa sarebbe successo mi sarei portata dietro un cappotto! Penso assurdamente, mentre un'idea mi passa per la testa. Giusto! Il cellulare! Nel caso servisse potrei chiamare i soccorsi... o, forse è meglio, la sede. Se non direttamente la casa madre. Dovrei prima capire dove ci troviamo, però. Rifletto, recuperando comunque il cellulare dalla borsetta e trovandomi a fissare un 'nessun segnale'. "Non prende... ma in città il segnale ci sarà di sicuro." Affermo, a beneficio degli altri due, riponendo il telefonino nella borsa.

    E ce l'ho fatta. <3 Ovviamente, se nel mio stato di rincitrullimento mentale ho scritto qualche cavolata ditemelo che sistemo. XD
     
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