Telefonata a Robert Duff-Sugar da Kimberly Hastur

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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Kimberly rimane per qualche istante a osservare il telefono della sede, quasi per prendere coraggio, poi apre l'agenda lì di fianco e cerca il numero di Robbie. Una volta trovato, alza la cornetta e lo compone. Mentre ascolta il telefono squillare, si ritrova a chiedersi come spiegare al collega la situazione.
     
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    Biblioteca di Nouvieille. Parcheggio antistante la struttura. Pausa da un lavoro del tutto inesistente, oggi. Non fumo, quindi nessuna sigaretta portata alle labbra. Bisogno di caffè, ma troppa noia di tornare dentro e magari farsi pure la fila per poter buttare monetine dentro la macchinetta. Bisogno d'aria, che entra ed esce dal naso piano, lentamente, condensandosi davanti la bocca uno, due secondi al massimo. Brivido di freddo, dato dal muro a cui ho poggiato la schiena. Mi ci stacco e un altro brivido, stavolta dalla gamba sinistra, vuole forse costringermi a rientrare. Ma è la vibrazione del cellulare. Questo, tra le mani, ha colorato di un vortice arancione e blu il display, con in alto un nome e un cognome: "Kimberly Hastur". Speriamo sia tutto ok...
    «Pronto...», dico nel telefonino poggiato all'orecchio, ora aperto dopo aver fatto scivolare verso l'alto la parte di sopra su quella di sotto con tastierino e microfono.
     
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    Quando Robbie risponde, Kimberly si deve costringere a iniziare a parlare anche lei. Dopotutto, il solo pensiero di quello che sta per dire la fa soffrire. Se non fosse una richiesta degli Anziani... Si ritrova a pensare, ma si sforza subito di scacciare quel pensiero, dicendo: "Ciao Robert, sono Kimberly. Ti sto disturbando?"

    Un modo per essere sicura di poter parlargli liberamente, ma nel contempo anche un modo per allontanare il momento in cui lei avrebbe dovuto pronunciare a voce alta quelle parole, quasi come se pronunciarle le avrebbe rese inderogabili.
     
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    La voce della responsabile del distaccamento del Talamasca qui in città non giunge subito, ma con qualche attimo di ritardo. La vita comunque pericolosa di un Osservatore e i rischi che può correre mi mettono per un breve istante in allarme, ma quando Kimberly parla, mi tranquillizzo: nulla fa pensare al peggio.
    «No, anzi, direi che è un piacere sentire una voce amica e familiare...», ed è vero: con la giornata morta in Biblioteca, fare due chiacchiere con qualcuno è paragonabile ad una doccia calda dopo una giornata fredda e piovosa. «Dimmi pure... E' successo qualcosa?», nessun allarme nella mia voce, una domanda di rito tuttalpiù.
     
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    "Più o meno." Risponde Kimberly alla domanda del collega, in un modo forse poco professionale ma abbastanza normale visto il rapporto presente tra li osservatori di Nouvieille. Essere in pochi e vivere nello stesso edificio, fa conoscere un po' tutti. "Ho ricevuto un messaggio dagli Anziani. Hanno richiesto il mio trasferimento." A Kyōto, dannazione, devo andare a Kyōto! E nemmeno conosco il giapponese! Completa la ragazza nella sua mente, ma sta bene attenta a non dare voce a quel pensiero. D'altronde, il volere degli Anziani è assoluto per chi, come lei, è un osservatore del Talamasca. Per non parlare del fatto che il tono poco entusiasta con cui ha riferito a Robbie della richiesta degli Anziani è, molto probabilmente, sufficiente per fargli comprendere il suo stato d'animo.
     
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    La risposta di Kimberly tradisce una lampante flessione nella voce, come di chi è scocciato da qualcosa, che aspetto di sentir dire. M'allerto quanto basta per cominciare, come mio solito, a camminare avanti e dietro, lungo il marciapiede che costeggia il complesso bibliotecario. Da quest'altro lato, il parcheggio è pieno solo delle automobili di chi lavora nell'edificio, la mia compresa. Appoggiandomi alla Mercedes, l'Osservatrice mi fa presente di aver ricevuto una richiesta da parte dei Boss del Talamasca: da quel che sembra, vogliono farle fare un trasferimento.
    Tutto qui? Pensavo peggio, tipo doversene andare dall'altra parte del mondo, abbandonando del tutto Nouvieille, e il Talamasca che c'è qui, e me, l'unico altro agente presente in zona. Nulla di definitivo insomma mi passa per la testa.
    «Non vedo dove sia il problema... Quanto può durare, un mese? due? sei mesi? Poi torni e ti accorgerai che niente è cambiato e tutto è sotto controllo, o almeno spero. Avrò solo da capire cosa fare con tutto lo spazio a disposizione in Sede...», le sorrido infine, concludendo l'interpretazione di quello che deve rassicurare la timida ragazza spaventata dalla notizia improvvisa.
    Anche io mi sono trasferito da Londra, qualche tempo fa, quindi so cosa può star provando Kimberly in questo momento.
    Che poi quanto lontano la starebbero mandando?
    In Italia, a Roma? C'è anche Amsterdam in Olanda...
     
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    La ragazza si ritrova a sorridere alle parole di Robert. In qualche modo, quelle semplici frasi l'hanno un poco confortata, nonostante lei sia consapevole che la situazione non sia così semplice come lui sembra credere. "Temo che sia qualcosa di più." Afferma quindi, ma il suo tono di voce risulta più tranquillo e meno preoccupato. "Non so se si tratta di una cosa definitiva o meno, ma mi hanno chiesto di scegliere un nuovo responsabile per la sede di Nouvieille, il che significa che non è previsto un mio veloce ritorno." Smette un attimo di parlare, chiedendosi se dirgli o meno dove è diretta, poi decide di lasciar perdere e passa direttamente al motivo principale per cui l'ha chiamato. "Ti andrebbe di prendere il mio posto qui a Nouvieille? Come responsabile della sede, intendo." Non che ci sia molta scelta... ma, in ogni caso, lui mi sembra proprio la persona adatta. Probabilmente è anche più adatto di me.

    Italia? Olanda? Nah, io voglio così tanto bene alla mia pg che la mando a Kyōto, muahahaah! *fissata con la mitologia giapponese* Fino all'ultimo devo tormentare i miei pg... xDDDDDD
     
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    Dal telefono sopraggiunge soffocato quello che mi sembra un sorrisino. A quanto pare sono riuscito a rassicurare, almeno un po', la mia collega.
    Ma non basta: la cosa è più seria di quanto credessi.
    Per quanto non ci sia la sicurezza di una definitività alla questione, sta di fatto che oltre alla richiesta di trasferimento, all'Osservatrice sia stato affidato un ulteriore compito, ovvero quello di trovare un sostituto al suo ruolo di responsabile.
    Da una parte questo non lascia troppe possibilità ad un ritorno primaticcio da parte della ragazza a Nouvieille, dall'altra invece chiarisce fin troppo bene la ragione della telefonata, prima ancora della richiesta diretta a me fatta un attimo dopo.
    Io responsabile? Di un distaccamento? Vuoto, oltretutto?
    Già, vuoto: mi chiedo quando i Capi si decidano a rinforzare un po' le file...
    La Mercedes inizia ad allontanarsi alle mie spalle, mentre riprendo le mie solite maratone di quando sto al telefono. La mano libera inizia perciò a muoversi tra i capelli, a grattar la testa, ad accarezzare la bocca, il mento, una guancia...
    «Non mi dai molte alternative... Ma va bene, accetto, ma solo temporaneamente. Semmai ritornerai, ti riprendi il tuo posto. Ok?», già, non mi va di dare estrema concretezza alla mia decisione. Ma dall'altra, che posso dire? Sono l'unico altro investigatore del sovrannaturale, tolti ovviamente dal conteggio tutta quella serie di ciarlatani.
    Insomma quello del Talamasca in primis, di Kimberly in secondis, è un aut aut da cui non si scappa...
     
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    Kimberly non può evitare di ridacchiare alle parole del collega. Nulla di definitivo, eh? Si ritrova a pensare. Lo spero anch'io! Ma ad alta voce si limita a dire: "Ok, vada per una specie di sostituzione temporanea." Kim si rende conto di aver inconsciamente incrociato le dita. Piantala Kim, andare in Giappone non è una tragedia! Si sgrida da sola, per poi mettersi a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli biondi. "Per il resto, quando e se tornerò vedremo come comportarci." Aggiunge, quasi per scacciare via l'esultanza che è nata in lei al pensiero di tornare presto a Nouvieille. E non sono nemmeno partita!
     
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    Kimberly accetta la mia proposta. Almeno questo... Non so quanto le faccia piacere tutta questa situazione, ma almeno sperare un giorno di poterla di nuovo avere a Nouvieille, almeno a me rincuora un po'.
    Mai avrei pensato che una giornata pallosa come questa potesse celare, dietro una telefonata, un cambiamento così importante. E per quanto lo sia, non potrà mai essere paragonato a quello che la ragazza sta andando ad affrontare.
    «Perfetto... dov'è che poi hanno pensato di trasferirti? Se lo si può sapere...», domando, accorgendomi con un attimino di ritardo della mia possibile invadenza.
    Ora sono fermo, non cammino più avanti e dietro. Il telefonino resta però sempre incollato all'orecchio...
     
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    Alla domanda del collega, Kimberly si ritrova a sorridere. La curiosità degli osservatori! Come faremo se non fossimo così curiosi! Si ritrova a pensare, divertita, prima di rispondergli, rivelando ciò che solo poco prima aveva deciso di rimandare: "Mi mandano a Kyōto, in Giappone. Una notizia abbastanza scioccante, in effetti, ma in qualche modo sopravviverò. Significa che dovrò mettermi a studiare bene la lingua e le loro tradizioni." L'agitazione e la preoccupazione stanno cominciando a lasciare la mente di Kim, lavate via dalle parole di Robbie. Vorrei solo che gli Anziani mi avessero spiegato qualcosa in più... c'è una sede a Kyōto? È vuota come quella di Nouvieille? Beh, vedrò.

    "Ah... per quanto invece riguarda la sede di Nouvieille..." La ragazza aggiunge d'un tratto, come se le avesse rischiato di dimenticarsene. "Va bene se ti lascio il plico con tutte le informazioni sul tavolo dell'archivio? Così, qualsiasi dubbio di venga, avrai la risposta a portata... o almeno spero." Per il resto, buona fortuna con gli Anziani. Sarà dura convincerli che, nonostante tutti i problemi che hanno le altre sedi, a Nouvieille servono assolutamente osservatori! Completa tra sé e sé.
     
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  12. A Beautiful Lie
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    Altro che Roma o Amsterdam: il Talamasca la manda in Giappone!
    Cose da pazzi!
    Kimberly tuttavia non sembra poi così amareggiata dalla decisione presa dagli Anziani. Molto strano: ti stanno solo mandando dall'altra parte del mondo, tipo, tra gente che con te non ha nulla in comune, se non forse la marca del cellulare, o della lavatrice. E poi che può aver mai da fare un Osservatore del Talamasca in Giappone? Che creature si possono mai nascondere da quelle parti? Le stesse di qua?
    Alla ragazza sconvolge sì la notizia, ma dall'altra, per quanto si possa dire di una voce ascoltata in un telefono, non è poi così terrorizzata. Anzi: la cosa ha le sue attrattive da suscitare la curiosità d'antonomasia di un agente del Talamasca e perciò, tra lingua e tradizioni, cultura e quant'altro, per certi versi un lato della medaglia può diventare addirittura interessante.
    Mentre rimugino su questo e quell'altro, Kimberly calibra il passaggio di consegna, accennando ad un plico di informazioni, da ritirare una volta che sarò rientrato in Sede...
    «Va bene... ma quindi ciò significa che non ci vedremo un'ultima volta... già stai partendo, insomma?», la risposta pare già esistere e pertanto la bocca mi s'incurva appena all'ingiù. Per questo motivo, metto fine alla passeggiata da telefonata, posando il sedere su una panchina, con le gambe che iniziano a tremare ad intermittenza.

    Vuoi proprio male alla tua Kimberly...
    Neris come minimo mi viene a cercare con intenti torturativi :P
     
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    "Parto stasera," È la risposta di Kimberly. "magari riuscirò a salutarti di persona, ma ho preferito organizzare tutto nel caso non succedesse." Un attimo di silenzio. "Forse ora è meglio che ti saluto: ho ancora diverse cose da fare e non ho idea di come infilare tutti i miei libri e le mie riviste nelle valigie."

    Yeah, Neris verrà a torturarti per sapere dove è finita Kim, altro che 'non tormentare i miei colleghi'! Muahahah! xDDDDDD
     
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  14. A Beautiful Lie
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    Kimberly parte stasera stessa... Cavolo!
    La telefonata sta arrivando agli sgoccioli. La ragazza ha da fare con le valigie, dentro cui deve trovare il modo di infilare una vita intera, da portare con sé per un lungo viaggio e un lungo soggiorno a chilometri e chilometri di distanza. Me la immagino a schiacciare trolley e borse, magari saltandoci sopra con i piedi, o addirittura spanciandosi pur di riuscirle a chiudere.
    «Sì, scusami, hai ragione. Ti lascio alle tue faccende... Avrai di certo un milione di cose da fare...», nella mia testa mi vedo correre dalla Biblioteca alla Sede pur di incontrarla nell'ultimo attimo a disposizione. Invece già so per certo che mi ritroverò in una grande villa, da solo e nel silenzio assoluto, con nemmeno una lavatrice, o un frigorifero, che fa rumore. E ad aspettarmi, stasera, giusto questo plico, grande quanto un dizionario penso, con cui farmi venire le occhiaie.
    «Allora... buon viaggio», la seduta della panchina scotta per come le mie gambe si agitano, ma di colpo si fermano, esauste ed impotenti. La schiena infine mi scivola all'indietro, aspettando il saluto della ragazza, con il mio che ha oltretutto avuto uno strano suono interrogativo...

    Poi mi spiegherai, nel modo che preferisci, che ci trova Robbie in questa cartellina...
     
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    Un milione di cose da fare... ahimè, ha perfettamente ragione! Si ritrova a pensare la ragazza, mentre nella sua mente comincia a delinearsi un elenco quasi infinito di cose da preparare: e sistemare le sue cose nelle valigie è solo una di queste... la più semplice, forse.

    "Grazie." Risponde Kimberly, cercando di ignorare il suono vagamente interrogativo della sua ultima frase e il proprio ridicolo desiderio di non muoversi da Nouvieille. Un desiderio che, forse, non s'addice più di tanto al carattere curioso e indagatore degli osservatori del Talamasca. "Allora alla prossima!" Aggiunge, a mo' di saluto, incapace di dire una frase di commiato 'definitiva' come 'addio'. Dopo aver atteso un'eventuale risposta del collega, stacca la chiamata, riponendo il telefono. È tempo di mettersi a lavorare, in primis ad organizzare in una cartelletta tutto ciò che può essere utile a Robert: dai numeri degli addetti da chiamare per le 'pulizie di primavera' della sede e per la cura del giardino, a qualche consiglio (sempre che ce ne sia bisogno) su come trattare con gli Anziani o con individui totalmente innocui - almeno per gli umani - che mettono lettere minatorie nella buca delle lettere con l'obbiettivo di ottenere l'accesso agli archivi del Talamasca.

    Spero che si capisca più o meno cosa c'è nella cartellina... insomma, qualche indicazione alla cavolo per evitare di abbandonare il tuo pg ad amministrare una sede senza che sappia da dove iniziare. XD
     
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