Agli occhi degli dei, la vita è una morte

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Quella sera Neris si era alzata col piede sbagliato. Se glielo avessero chiesto, probabilmente non avrebbe neppure saputo spiegare il motivo di quel suo risveglio psicologicamente negativo: avrebbe potuto dire di essere stata tormentata nei sogni da pensieri e ricordi, ma sarebbe stato vero? In effetti, da quando aveva abbandonato la sua natura mortale non ricordava di aver mai sognato. I vampiri sognavano durante il sonno diurno? O il loro era più uno stadio di morte apparente? Sempre che si potesse definire 'apparente', visto la sua natura di morta vivente. Non che quei pensieri la tormentassero più di tanto: a dire il vero non le importava se non poteva sognare o semplicemente non si ricordava i suoi sogni. Saperlo non avrebbe cambiato il fatto che quella sera si era svegliata pensando a Kim. A quella disgraziata di una figlia che l'aveva abbandonata ed era sparita da qualche parte del mondo a compiere i suoi doveri di rompiscatole del Talamasca. In effetti, a quel punto, che differenza ci sarebbe stata se lei non avesse ascoltato i suoi desideri e l'avesse vampirizzata? Senza che se ne accorgesse, il loro rapporto era diventato tremendamente simile a quello tra di lei e il suo creatore. E lei non aveva nemmeno reso Kim sua figlia di sangue! Non che potesse paragonare la sua relazione... anzi... la sua non-relazione con Kim con quella con Arawn ma non poteva evitare di notare le similitudini. Per quanto Neris non odiasse Kim come odiava il suo creatore (sempre che di odio si potesse parlare, visto che ne era anche ancora profondamente innamorata), non era sicura di come l'osservatrice pensasse a lei. La odiava? La temeva? Non ne aveva idea, ma perché altrimenti se ne sarebbe andata da Nouvieille? Ok, ok, erano stati gli ordini dei suoi antipatici superiori, ma allora perché non le aveva detto dove si era trasferita al posto di lasciare solo quel dannato indirizzo email? E perché lei, Neris, quando l'aveva incontrata la prima volta non se l'era tenuta stretta al posto di affidarla a quel dannato 'zio Rob'? Se non l'avesse lasciata a quell'umano Kim non avrebbe mai scoperto del Talamasca e non avrebbe spifferato i suoi segreti a quella dannata organizzazione. Non che Neris riuscisse veramente ad odiare il Talamasca: in un certo qual modo, ai suoi occhi Kim era il Talamasca e il Talamasca era Kim. Motivo per cui fino a quel momento si era trattenuta ad andare a rovistare in sede alla ricerca di informazioni su Kim. Un'azione del genere con ogni probabilità sarebbe stata vista dal Talamasca come una dichiarazione di guerra. E Kim l'avrebbe odiata. In effetti, in quelle condizioni era per lei ben difficile capire che fare e se fare qualcosa.

    Erano quelli i pensieri che le giravano per la testa mentre si preparava per la serata. Si era vestita senza fare troppo caso agli abiti scelti: una semplice gonna nera che le superava leggermente le ginocchia sopra ad un paio di collant a rete, e una maglia leggera dello stesso colore. In effetti, l'unica nota di colore nel suo aspetto erano i capelli rosso fuoco, che aveva legato in una semplice coda bassa. Si era impegnata solo al momento di truccarsi, in modo da nascondere alla bell'e meglio il pallore quasi cadaverico della sua pelle. Una volta pronta si era diretta al teatro dove, sempre con la testa tra le nuvole, aveva tentato di organizzare il lavoro degli attori prima dell'inizio dello spettacolo. Non che avesse molto da fare, in effetti, visto che negli spettacoli diurni gli attori e i resto dei lavoratori riuscivano ad organizzarsi perfettamente anche senza la sua assistenza, ma controllare che tutto fosse in ordine la fece rilassare e la aiutò ad allontanare un poco la sua mente da Kim. Giunto l'orario di apertura, non si era posizionata sul suo palco personale ad osservare la platea come suo solito, ma si era messa a gironzolare per il teatro, fermandosi poi all'ingresso ad osservare le persone che entravano.

    Per ~ Sparrow † ^^
     
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    SYLVIA GUENIÈVE LÉVY





    Osservatrice del Talamasca | Livello 1


    Finalmente potevo dedicarmi a qualcosa che mi piacesse davvero. Oh, non che non adorassi frequentare il Talamasca, ma quello lo vedevo più come un dovere, mentre il teatro era sempre stata la mia più grande passione. Lavorarci, poi, mi riempiva di orgoglio e aspettative. Era la prima volta, per me, quel giorno, e a discapito di ciò che si possa credere, non vedevo l'ora di conoscere gli artisti che vi recitavano e soprattutto i miei colleghi. Tuttavia, non avrei probabilmente mai imparato a mostrare l'entusiasmo che avevo dentro, infatti, mi recai lì con la solita espressione impassibile, salutando di tanto in tanto chi mi rivolgeva uno sguardo curioso. Sapevo che quella sera non avrei potuto fare granché, non conoscevo bene la struttura dal vivo: ne avevo studiato solamente la cartina, ma ogni volta che mi trovavo in un teatro, mi perdevo ad ammirare pareti, palchi e quant'altro. Anche se, ahimè, niente poteva eguagliare o sorpassare la bellezza dell'Opéra Garnier, a mio avviso.
    Ero vestita in modo semplice, rispetto almeno a quando mi ero presentata in sede: una camicia a quadri rossa, con le righe verdi, mi giungeva fino alle ginocchia, sotto di essa, delle calze nere coprenti, e dei boots dello stesso colore. Avevo lasciato i capelli sciolti e avevo totalmente dimenticato orecchini e cianfrusaglie varie. Un filo di rossetto rosso e di mascara, ed ero pronta per andare in bici fino al teatro! Gironzolai per la strada lì fuori, prima di entrarvi, ed indugiai all'ingresso, posando gli occhi in alto ed osservando il palazzo. Mentre mi accingevo a superare la porta, però, notai una chioma rosso acceso, veramente insolita. Prima il ragazzo con le pupille allungate, adesso una donna dai capelli baciati non dal fuoco, proprio da un incendio. Non avevo mai visto una simile rarità, e se il mio sesto senso non sbagliava, avrei potuto riconoscere a chi appartenessero. Non ne ero sicura, ovviamente, ma prima di visitare Nouvieille avevo letto gli archivi sugli abitanti ancora in vita, e ricordavo la relazione di una certa Kimberly, per quanto riguardava una vampira alta più o come come quella ragazza, con gli stessi capelli, gli stessi occhi. La pelle diafana, però, non era ben visibile a causa del trucco.
    Bonsoir.
    Esclamai, per poi sparire oltre la folla: per quel momento lasciai perdere, avevo già scrutato abbastanza a lungo colei che poteva essere una vampira, e non avevo intenzione di importunarla oltre. Ci sarebbe stato tempo, adesso volevo solo dedicarmi alle bellezze di quel teatro.



     
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    In qualche modo, la scelta di fermarsi all'ingresso ad osservare i clienti che entravano era stata azzeccata. Osservare le persone che entravano, i loro gesti, i piccoli segni di tutti i giorni che caratterizzavano le persone ancora in vita, la stava tranquillizzando un poco per volta, allontanando i pensieri che quella sera l'avevano tanto tormentata. O meglio, relegandoli in un angolino della sua mente, pronti ad assalirla nuovamente in un suo eventuale attimo di debolezza. Ma, almeno in quel momento, era tornata ad essere la cordiale proprietaria del teatro che i clienti più assidui avevano già avuto l'occasione di incontrare, era tornata l'attrice che tanto prestava attenzione alle espressioni e ai piccoli gesti dei viventi in modo tale da poterli riproporre durante la sua recita di ogni giorno. E con la pratica stava diventando anche brava, tanto che molti di quei gesti una volta inconsci ma che aveva perso duranti i suoi secoli di non-vita ora le venivano quasi naturali. Ovviamente, osservare quelle persone aveva anche i suoi lati negativi. Quella sera non si era nutrita, non sentendone semplicemente il bisogno impellente, ma osservare quei possibili spuntini deliziosi avrebbe potuto risvegliare la sua sete. Ma quello era il suo teatro, il suo santuario, il suo angolino intoccabile. Esattamente come avrebbe ammazzato chiunque provasse a portarvi scompiglio e morte, che fossero umani o creature, non aveva nemmeno intenzione di permettersi di cedere alla sua natura proprio in quell'edificio. Fin quando i suoi clienti fossero stati all'interno del teatro, allora si sarebbe addossata la loro sicurezza. Non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno a se stessa, di toccarli.

    Mentre osservava i clienti e li salutava di tanto in tanto, una donna passò accanto a lei. Una donna dai lunghi capelli neri, che aveva già visto da qualche parte. Ma certo, nel curriculum! Lei stessa aveva approvato la sua assunzione. Naturalmente non era ancora ora per lei di mettersi a lavorare, essendo stata appena assunta, e, a meno che i suoi sottoposti non avessero tramato qualcosa senza di lei (cosa in effetti molto probabile, visto la libertà che lasciava al suo 'secondo' a causa della sua impossibilità di essere presente durante il giorno), non era nemmeno il momento in cui avrebbe dovuto presentarsi per conoscere il resto della troupe. Ma a Neris non dispiaceva che si fosse presentata prima del previsto (o almeno, del suo previsto), forse per osservare il suo nuovo luogo di lavoro. "Benvenuta, signorina Lévy." Rispose quindi, al suo cortese saluto, osservandola poi svanire tra la folla con un lieve sorriso sulle labbra. Doveva lasciarla in pace nella sua esplorazione del teatro o poteva permettersi di importunarla? Incontrare il suo datore di lavoro proprio in un momento in cui probabilmente voleva osservare il tutto in santa pace forse non sarebbe stato il massimo. Ma magari non era quello il suo scopo, d'altronde la vampira non si era data la pena di provare a leggerle nella mente per scoprirlo. Sarebbe stato deprimente ricorrere a una mossa simile su una persona che voleva conoscere: avrebbe significato rovinare tutta la sorpresa e far svanire l'interesse che provava per lei. E, in effetti, mentre le passava accanto non aveva avuto nemmeno il tempo di pensarci.

    Alla fine fu la curiosità ad averla vinta sulla cortesia, così Neris si mosse dal luogo in cui era rimasta ferma negli ultimi minuti, e iniziò a camminare nella direzione in cui era scomparsa la giovane donna. Non sapeva esattamente dove fosse andata, ma l'idea di doverla cercare non la preoccupava più di tanto: dopotutto, una vampira millenaria ha una concezione del tempo leggermente diversa da quella umana. E quello era il suo teatro.
     
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    SYLVIA GUENIÈVE LÉVY


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    Osservatrice del Talamasca | Livello 1


    Vero era che anche quel teatro fosse incredibilmente affascinante. Non potevo sempre fare paragoni con l'Opéra, ovviamente, e se volevo studiare l'occulto, e trattenermi in sede con altri Osservatori, non potevo rimanere nella mia Parigi. Londra era stata una boccata d'aria fresca, eppure non avevo trovato quello che cercavo: non che lo sapessi, d'altronde, ma iniziare un nuovo viaggio avrebbe potuto aiutarmi a capirlo. Forse ero alla ricerca di una me stessa rinnovata? O semplicemente, avevo voglia di ampliare i miei orizzonti? O condurre una vita tranquilla? Uhm. Ogni volta che pensavo ad un sinonimo di tranquillo, inevitabilmente, dicevo "piatto". Tutta la mia esistenza non era mai stata abbastanza tranquilla, e sapevo che dopo la morte di mio padre, niente avrebbe più potuto esserlo. Ecco, forse cercavo la serenità, piuttosto che la tranquillità. Cercavo un rapporto vero, che non includesse solo me e la mia immagine riflessa in uno specchio. Magari, prima o poi, mi si sarebbe presentata un'occasione simile, ma sarebbe stato ugualmente difficile aprirmi con il prossimo. Nouvieille, però, era ancora tutta da scoprire! E persa nei miei discorsi, mi persi anche nell'edificio. Ero passata davanti alla porta che conduceva alla platea, ma non mi ero fermata, andando avanti, dove ormai non c'erano più persone: forse ero in un lato del teatro in cui non fosse possibile accedere se non agli addetti. Feci spallucce e girai i tacchi, godendomi ancora la vista dello stile neoclassico della struttura. A pochi metri da me, d'un tratto, notai la donna dell'ingresso, colei che probabilmente aveva reso i suoi capelli rossi un grande vanto. I capelli di quel colore mi piacevano tremendamente, i miei erano così… ordinari. Eppure, sapevo benissimo che non avrei mai potuto tingerli. Non volevo sbagliarmi, ma la sconosciuta, che sospettavo fosse una vampira, mi aveva salutato chiamandomi per cognome, quindi doveva trattarsi proprio della proprietaria. Ultimamente stavo perdendo colpi, tra il viaggio e la sistemazione in sede, stavo dimenticando alcune informazioni lette. Dovevo recuperare!
    Mi avvicinai a lei, con espressione impassibile, le labbra serrate, e lo sguardo attento ad ogni minimo dettaglio. Dovevo capire se avessi davanti davvero chi pensavo io. Non potevo e non volevo assolutamente rivelarle che facessi parte del Talamasca, ma dovevo sapere se lei lo sospettasse, o lo sapesse già. E se così fosse stato, chi le aveva dato certe informazioni?
    « La ringrazio per la sua cortesia, questo teatro è incantevole, non ho potuto fare a meno di visitarlo. Non volevo creare fastidio, comunque, ma sa, la curiosità a volte può giocare brutti scherzi alla razionalità! »
    Esclamai, accennando un mezzo sorriso e porgendole la mano. Mi aspettavo una stretta fredda, un ulteriore conferma dei miei sospetti.
    « Io sono Sylvia Gueniève, ma presumo lo sappiate già, non è forse così? »



     
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    Avendo completamente perso di vista la sua nuova dipendente, Neris camminava tranquilla tra la folla, guardandosi intorno alla sua ricerca o alla ricerca di qualunque altra cosa o persona che avrebbe potuto attirare la sua attenzione. In effetti, in quel momento la vampira aveva più che altro bisogno di svagarsi, di trovare qualcosa che impedisse i suoi pensieri di ricadere su ciò che tanto l'aveva depressa quella sera. In altre parole, non aveva proprio voglia di pensare al Talamasca. E Sylvia Lévy sembrava proprio essere la distrazione perfetta: osservarla mentre girovagava per il teatro e magari scambiare due parole con lei le sembrava il modo ideale per sviare i suoi pensieri da quella rabbia e quella disperazione che provava verso Kim e quella dannata organizzazione segreta. Ma per prima cosa doveva riuscire a trovarla.

    Arrivata nelle vicinanze della porta che portava alla platea, Neris poté finalmente notare la figura di Sylvia che si allontanava verso una zona del teatro più tranquilla. Dal momento che finalmente era riuscita a localizzarla, Neris si limitò a seguirla, senza preoccuparsi troppo di poter passare per una stalker. Essendo per il momento soddisfatta dall'osservarla vagare per il teatro, Neris si limitò a camminare a pochi metri di distanza da lei e probabilmente avrebbe mantenuto le cose così per ancora qualche momento se la donna non si fosse voltata per ritornare indietro.

    "Non si preoccupi, non mi ha creato alcun fastidio." Rispose Neris, alle parole della donna. "Mi fa solo piacere notare tanto interesse per questo edificio. Alle volte mi rendo conto di come l'abitudine veli i miei occhi: visto il tanto tempo che passo qui dentro, non noto più certi particolari. Osservarla mi ha aiutato a ricordare la bellezza di questo posto." In effetti non era esattamente vero: il motivo per cui l'aveva seguita era un'altro, ma comunque la sua attenzione per l'arte l'aveva colpita. Di conseguenza, le sue parole potevano essere considerate una mezza verità. "Ma probabilmente sono di parte. Neris Iaia, proprietaria del teatro." Continuò, sfiorando con la sua mano quella di Sylvia Lévy, in una specie di breve stretta. In effetti, quel tipo di gesti non le piacevano assolutamente perché toccando la sua mano era possibile notare la strana freddezza della sua pelle. Ma in quel caso non poteva evitarlo senza risultare scortese e, in effetti, il freddo delle sue mani avrebbe potuto benissimo essere collegato con il freddo serale. D'altronde, gli umani erano proprio abili a trovare spiegazioni razionali anche dove non c'era nulla di razionale. Perché preoccuparsi?
     
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    ~ my greatest sin is my own existence

    Per principio NON entro su forum o siti spammati per mp

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    Neris, chiudo?
     
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    Ho fatto che chiudere direttamente io e amen. Nel caso Sparrow si rifacesse viva e volesse proseguire, io sono ovviamente disponibile. ^^
     
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6 replies since 19/10/2014, 10:03   118 views
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