The King & The Queen

Per Neris

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  1. Blasphemo
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    Aarvar "The Dentist" Bane

    Tutti mi danno del "bambino cattivo", ma si sbagliano...Sono l'elemento più attraente che potresti trovare a una festa... E sai perché, mia cara? Perché io rilascio le inibizioni che tu tieni incatenate nel tuo cuore da anni.


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    "Eeeeeh, ma come fa?"

    "Fortuna, signori... semplice fortuna"

    Una curiosa scena stava accadendo in una normale sera di Maggio, al Casinò di Palazzo.
    Quattro uomini, riuniti attorno a un grosso tavolo di mogano nero, occupati a cercare di rubare gli altrui piatti di fiches, che venivano spennati come oche di prima piuma a Poker da un trentenne dai tratti esotici ma taglienti che, con incredibile stupore da parte di tutti gli spettatori, sembrava avere fatto un patto con il Diavolo, data che la sua abilità nel giocare con le carte era qualcosa di assolutamente inconcepibile per mere menti mortali. L'uomo sembrava sempre sapere quando la sua mano avrebbe potuto vincere contro le altre quattro e quando no, ritirandosi o giocando il piatto in svariate occasioni, e mai sbagliando, neppure una singola volta, nella sua analisi dell'andamento della partita... il suo livello, tuttavia, pareva insospettire, dato che una simile capacità di analisi della situazione era veramente qualcosa di difficile da credere possibile, ed era visibile come il sole, sul volto del giocatore, di come questo lo divertisse; e anche questo dava dell'assurdo alla partita. Solitamente i giocatori di Poker, quantomeno quelli professionisti, sono dipinti come esseri le cui emozioni non traspaiono mai, in modo da massimizzare gli effetti di un possibile bluff, vero? Dovrebbe essere risaputo da tutti... eppure il nostro caro vincente non faceva praticamente nulla per nascondere le emozioni che trasparivano dal suo giocare, come se le sue innumerevoli vittorie non dipendessero affatto da questo... in effetti, se vogliamo essere completamente onesti, le continue vittorie del nostro comune amico dipendevano da qualcos'altro, qualcosa di più sudbolo e accessibile a pochi... di sicuro a nessuno degli altri giocatori su quel tavolo in quel momento.

    Lettura dei pensieri:
    Altro potere psionico che permette al vampiro di entrare silenziosamente nella testa altrui e leggerne i pensieri. Se la persona puntata dal vampiro ha la possibilità di chiudere la mente allora verrà difficile poterlo fare, e allora il vampiro troverà altre strade.
    Antico: riesce a leggere la mente di 4 persone, in un posto chiuso parecchio ampio e anche con rumori alti. All'aperto riesce a sentire i pensieri altrui sino a 12/15 metri di distanza da lui.


    Sì, lo so cosa starete pensando, e lo ammetto: è una bastardata... ma se avrete capito chi è il mio PG in questo momento, ammetterete certamente che davanti non avete certo uno stinco di santo, anzi... limitarsi a usare un simile potere è sempre meglio di quello che il nostro amichevole Antico di quartiere faceva di solito, no? Insomma, tra il guardare nelle menti di quattro giocatori di poker per sapere che carte avevano in mano, e l'incenerire questi quattro con un uso nascosto della sua Pirocinesi, cosa diavolo preferite?

    Aarvar si stiracchiò con fare svogliato sul tavolo, quasi a dire che, ormai, il gioco stava cominciando ad annoiarlo... e osservò con piacere come le espressioni seccate dei suoi compagni di giochi si fossero ulteriormente accigliate per quel gesto così maleducato.

    "Mi spiace, signori, ma ormai è chiaro come il sole che non siete al mio livello quindi, con il vostro permesso, mi concedo da questo noioso giro di giochi e vi lascio alla vostra briscoletta da centro sociale"

    Si alzò con la massima tranquillità, quasi come se fosse naturale per lui lasciare un gioco da gentiluomini con quella nonchalance assoluta, avviandosi con calma verso l'uscita del casinò.

    "Signore, ha dimenticato le sue fisches..."

    Il Coupièr (si scriverà così?) richiamò per un secondo l'attenzione di Aarvar, riportandola sulla montagna di gettoni che riposavano sul suo ex-lato del tavolo.

    "Prendile pure tu, come mancia per il tuo ottimo lavoro"

    La risposta congelò all'istante tutta la scena, una frase che, sicuramente, nessuno in tutto l'edificio si sarebbe mai aspettato; diciamo che non era consuetudine, nei casinò, lasciare come "mancia" una cifra che correva intorno alle decine di migliaia di eurini. Il giovane mazziere rimase paralizzato per la sorpresa, per poi cercare di balbettare qualche piccola parola strozzata:

    "Ma... ma... signore"

    Aarvar girò il suo corpo verso il marmocchio con un movimento elegante, per poi rivolgersi uno dei suoi migliori sorrisi, rispondendo con estrema calma alle poche parole del suo interlocutore.

    "Ehi... sono solo soldi, e scommetto la tua mamma malata ne avrà sicuramente bisogno più di me"

    Detto questo, Aarvar si girò verso l'uscita, incamminandocisi con fare tranquillo ma deciso, lasciando che lo stupore della piccola folla che la sua perfomance (sia con le carte che con la rivelazione della malattia della gentile signora del Coupièr, ottenuta tramite una precedente lettura del passato) aveva attirato si sciogliesse da sola; era così che da sempre giocava il nostro Aarvar Bane, professione vampiro Antico e "Dentista" per hobby nel free-time; il nostro uomo, semplicemente, a-d-o-r-a-v-a avere gli sguardi delle persone su di sé, le cui menti si frullavano i pensieri, nel tentativo disperato di dare una spiegazione logica e concreta alle abilità quasi (se non completamente) divine dell'uomo dai tratti taglienti che passeggiava come nulla fosse intorno ai loro vestiti di velluto e seta. Perché agiva così, mi chiederete? Presto detto, Madame e Messeri: sebbene ormai avesse avuto una visione della realtà delle cose da quasi 5 millenni, Aarvar assaporava ancora con antica nostalgia i tempi in cui si era atteggiato a Dio sceso in terra (e in cui veniva adorato come tale), il sapore di quel senso di potere assoluto sui mortali che avevi davanti non è qualcosa che nemmeno 5.000 anni lavano via molto facilmente, poiché era stato, per il vampiro, la più dolce Ambrosie che avesse mai provato: quel senso di superiorità, estraneità, quel gusto di assoluto dominio su tutti gli altri... Diavolo, se era inebriante come sensazione, la più subdola e forte delle droghe mai create dall'uomo... e come già detto, Aarvar non ne aveva certo scordato il diabolico abbraccio... quindi cosa c'era di più bello e simile di affermare la propria assoluta superiorità su quelle sacche di sangue ambulanti? Nella folle mente del potente predatore, ben poche cose in realtà, e di certo non erano quei miseri gettoni che aveva lasciato in gran quantità sul tavolo da gioco. Ma basta parlare della psiche distorta dalla mia folle creazione, torniamo al corso degli eventi attuale: Aarvar, non appena si fu allontanto a sufficienza dalla folla ammirata, entrò in un piccolo stanzino adibito ai soli fumatori, in modo da potersi rilassare con una buona sigaretta, una delle pochissime cose che il suo vecchio corpo non rigettasse con disgusto; se c'era una cosa che Aarvar odiava della sua condizione, era quella di vedersi per sempre negata la possibilità di mangiare cibi prelibati e bere succulenti bevande, ad esclusione di una sola: sia chiaro, non che il sangue che suggeva ogni giorno dai suoi pazienti fosse cattivo, ma sentire sempre e solo un singolo dannato sapore per quasi sei millenni... onestamente, dopo un po' anche il palato si annoia... cosa ancora peggiore, data la sua lunghissima vita Aarvar non aveva mai potuto assaggiare tutte le vari innovazioni alimentari delle epoche (e dei luoghi) che aveva avuto modo di vivere (ai suoi tempi, era già tanto se quei trogloditi dei suoi compagni capissero la differenza dell'acqua dal sangue)... mai provato alcolici, bevande gasate, vino, riso, pasta, carne, pesce speziato, alla lunga diventava una vera seccatura; per fortuna, per questo problema quest'epoca era riuscita a trovare una sorta di placebo, e questo era il fumo; Aarvar non sentiva "fisicamente" il sapore del tabacco che gli carezzava subdolamente la lingua, tuttavia poteva analizzare perfettamente il fumo che gli entrava e usciva dai polmoni, questo sì... e dopo tutti quegli anni passati a sentire sempre e solo quel dannato sapore metallico, le sigarette erano come una sorta di manna dal cielo. L'Antico si sedette su una piccola poltroncina di velluto nero, dannatamente comoda, per poi prendere dal taschino un piccolo pacchetto di Malboro Rosse, mezzo stropicciato, tirandone fuori una sigaretta con un veloce ma preciso scatto del polso, ficcandosela in bocca con soddisfazione. Cominciò poi a tastarsi i pantaloni dello smoking con movimenti veloci, che però non sembravano dare al vampiro l'esito sperato dell'analisi tattile... pareva proprio che l'avesse dimenticato a casa.

    "Ecchediavolo..."

    Il piccolo accendino di metallo di Aarvar, difatti, pareva avesse deciso di saltare l'appello per quella serata, lasciando il nostro vampiro senza una possibilità "normale" di accendere la sua tanto amata sigaretta. Avrebbe potuto chiedere a qualcuno dei presenti di prestarglielo, certo, ma non era l'unica soluzione che balneò in mente al vampiro, che tutto voleva tranne alzarsi da quella comodissima poltroncina (solitamente non è un soggetto così pigro, lo ammetto, ma alle volte un piccolo capriccio ci può anche scappare, no? Son ragazzi, in fondo...). Diede una rapida occhiata intorno a sé: nell'angusto stanzino, avvolto dai miasmi del tabacco, stavano solo altre tre persone: un giovane ragazzo, sui vent'anni, vestito da dipendente del casinò, che stava furiosamente lavorando sul portatile appoggiato sulle ginocchia, la faccia particolarmente preoccupata per qualcosa che al vampiro sfuggiva. Poco distante, su una grossa poltrona, stava seduto (o, meglio, stravaccato) un uomo in doppiopetto, così grasso da far pensare che due petti, in effetti, forse non sarebbero bastati a contenere la sua ciclopica figura: era intento a fumare un enorme sigaro cubano, visibilmente di una marca costosa, con una faccia a metà tra l'assonnato e il compaciuto. Isolata da tutti, e proprio davanti al nostro sadico bastardo flgghedebottana eroe, sedeva una giovanissima ragazza dai lucenti capelli rossi, vestita con un semplice abito di seta rosso, dalla pelle bianco latte, il cui fascino magnetico usciva dalla sua pelle con fare naturale, quasi fosse una cosa innata per lei stregare, con il suo immortale aspetto, i deboli umani che vivevano le loro brevi vite a Nouvielle.

    "Ma guarda, una collega..."

    Non era stato difficile per Aarvar riconoscere una vampira con un semplice colpo d'occhio: dopo tutti quei millenni passati a studiare loro (e tutti gli altri) per uso medico\di ricerca, ormai era naturale, per lui, beccare anche in mezzo una folla un suo simile; inoltre, considerato la condizione solitaria in cui la giovane ragazza si trovava ora, per il nostro Antico era stata un analisi istintiva, senza bisogno di uno sforzo cosciente per la mente dell'uomo. Fece un grosso sorriso alla giovane ragazza, quasi a volere salutare una presenza così inaspettata in un luogo come quello, per poi tornare alla sua amata sigaretta... che, dopo pochi secondi di trepidante attesa, si accese quasi da sola, la punta che cominciò a bruciare di rinnovata energia scarlatta. Come sempre, il potere preferito del vampiro cascava a fagiuolo.

    Pirocinesi
    Permette al vampiro di concentrare le sue energie psichiche e di dar fuoco a tutto ciò che è infiammabile, anche gli esseri viventi, compresi demoni e angeli. Questi possono morire o rimanere feriti gravemente se colpiti dal fuoco vampirico di un Antico, poichè prendono fuoco da dentro, la pelle sarà l'ultima cosa ad essere intaccata. Più il vampiro è antico e potente e più grande è la distanza che può sfruttare per usare questo potere temuto da tutti. E' rapido e non da l'opportunità di difesa, l'Antico che usa questo potere deve sempre sapere quando e come usarlo, altrimenti creerebbe soltanto caos e distruzione ovunque.
    Antico oltre i 4000 anni: in un unico turno richiama l’energia pirocinetica e la usa contro il bersaglio.
    Raggio d’azione: dai 20 ai 30m.


    Aarvar tirò una generosa sorsata del suo amato fumo, facendolo scorrere lentamente nei suoi vecchi polmoni, per poi lasciare che il gas pestilente uscisse con vigore dalle sue narici. L'Antico era stato molto accorto nell'uso del suo potere: sapeva che i due uomini nella stanza erano troppo presi dalle loro cose per aver notato quel suo piccolo giochetto di prestigio, mentre che la vampira avesse notato quello spettacolino poco importava: magari anche lei, un giorno, sarebbe riuscita a controllare quell'utilissimo potere; questo fu il pensiero di Aarvar, totalmente ignaro della vera età della Rossa che aveva davanti... chissà che questa non si decidesse, magari, di fugare questo dubbio dalla curiosa mente del potente signore della notte.




    Edited by Blasphemo - 8/5/2015, 18:05
     
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    Neris non era pienamente convinta di quello che stava facendo. La situazione era così anomala che si sentiva quasi a disagio, come se quel posto fosse una dimensione totalmente differente da quella presente al di fuori. Una sensazione ridicola e assurda, dovuta probabilmente al fatto che era la prima volta che metteva piede in quel casinò, in quel luogo che aveva disprezzato sin da quando Kimberly le aveva spiegato cos'era e come molta gente finiva col perdere tutto a causa di posti come quelli. Non che le importava veramente cosa combinavano i comuni mortali e, in ogni caso, da quando Kim aveva lasciato Nouvieille, aveva cominciato a perdere interesse per i suoi ideali e aveva ripreso a comportarsi come piaceva a lei e non alla mancata figlia di sangue, ma il problema era che non si trovava lì per cenare o per qualche interesse personale. Era lì per fare un favore, un problematico favore. La sera prima, infatti, prima dell'inizio degli spettacoli era stata avvicinata da una sua dipendente: Alicia Dyson, una comune mortale piuttosto abile come attrice. O meglio, era stata lei ad averla avvicinata, per parlarle del fatto che nelle ultime settimane, sul palco, non sembrava più lei: la sua recita sembrava quasi finta e di tanto in tanto faceva errori grossolani o si dimenticava le battute. Avrebbe potuto leggerle la mente per scoprire cosa la stava distraendo, ma in un certo senso la rispettava quindi aveva preferito chiederglielo a parole. Così Alicia le aveva confidato di essere disperata: suo fratello Evan si era cacciato in qualche guaio ma non voleva parlarne con lei. E, in qualche modo, la conversazione era finita con la sua promessa che avrebbe provato ad avvicinare Evan che, tra l'altro, lavorava proprio in quel maledetto casinò. Un promessa ridicola che, a conti fatti, avrebbe preferito non aver fatto. Ma a quel punto sarebbe stato imbarazzante rimangiare la parola data, anche perché considerava chi lavorava nel suo teatro come una specie di famiglia.

    Quindi, quella sera, si era preparata, indossando un elegante vestito rosso decorato da una rosellina dello stesso colore e da qualche filo d'oro da cui spuntavano quelle che sembravano delle piccole foglioline. Un abito meno gotico del suo solito, che faceva risaltare in un certo qual modo la sua pelle pallida. Pelle che, per quanto più pallida del normale, non lo era in modo innaturale, grazie al fatto che si era nutrita appena prima di raggiungere il casinò. I suoi capelli rossi erano legati in un elegante chignon, tranne una ciocca che le ricadeva sul viso, ricoprendo in parte un'occhio. Alle dita, uno per mano, portava due anelli, due artefatti che aveva con sé più per abitudine che per timore di trovarsi in pericolo. Al polso destro, poi, portava legato un cordoncino di spago con un pendente a forma di croce celtica. Una nota stonata nel suo abbigliamento, ma Neris portava sempre con sé la collana Nofearfire, anche quando - come in quel momento - aveva il collo occupato da qualcos'altro e quindi si ritrovava costretta a relegarla al polso. Un qualcos'altro che forse attirava fin troppo l'attenzione, ma che non era riuscita a resistere alla tentazione di indossare: un'antica collana d'oro e perle con un grosso smeraldo come pendente. Un regalo prezioso che usava ben poco, a causa della sua rara presenza a cene di gala o altri eventi simili. Un regalo che sembrava essere perfetto per attirare prede e giocare un po' con gli umani, come aveva fatto nel tempo che le era stato necessario per localizzare Evan e seguirlo nello stanzino per fumatori.

    Una volta nello stanzino, però, Evan si era seduto e aveva aperto un portatile, su cui si era messo a lavorare totalmente dimentico di ciò che lo circondava, troppo preoccupato e concentrato anche solo per dare retta ai suoi pallidi tentativi di iniziare una conversazione. Così la vampira si era limitata a sedersi ed a osservarlo, domandandosi nel contempo se poteva - a quel punto - tornarsene al teatro con la coscienza a posto ("mi dispiace, ci ho provato, ma non sono riuscita a scoprire nulla") o se era meglio che tentasse ad utilizzare la telepatia o il fascino per estrapolare qualche informazione. Sicuramente così ci sarebbe riuscita, ma ne valeva veramente la pena? Dopotutto, quel favore non si stava rivelando per niente divertente, se non contava gli stuzzichini che aveva adocchiato nell'altra sala. Ma, prima che potesse decidere una linea di azione, la porta dello stanzino si era aperta ed era entrato un giovane uomo. Un uomo che portava con sé il caratteristico odore di morte dei vampiri, un odore ben diverso da quello di Christopher o di altri giovani vampiri che aveva incontrato in città, un odore più simile a quello di Arawn o di Asterios o al proprio. L'odore di morte antica.

    Era possibile? A Nouvieille era giunto un vampiro quantomeno anziano e lei non si era accorta di nulla? Lei che si era auto-proclamata master della città da quando Asterios se n'era andato? Mantenendo un'espressione il più possibile neutra, Neris lo osservò entrare, estrarre a sigaretta, cercare inutilmente l'accendino e poi guardarsi intorno e notarla, salutandola con un sorriso. A quanto pareva, non era stata soltanto lei ad accorgersi della presenza di un collega. Rispose al sorriso con un leggero cenno della testa, una specie di pseudo-inchino che voleva risultare una specie di saluto. In effetti non era ancora sicura di essere felice che la scarsa popolazione vampirica della città fosse appena aumentata, ma sarebbe stato a dir poco maleducato non rispondere ad un saluto. Fu soltanto quando il vampiro accese la sigaretta con la sola forza del pensiero, quasi in una dimostrazione della sua potenza, l'espressione neutra di Neris rischiò di incrinarsi. Quel potere, la pirocinesi, lei lo aveva raggiunto solo dopo i duemila anni di età! Non era un'abilità che potesse avere un neofila o un anziano. Quindi aveva avuto ragione quando aveva paragonato l'odore del vampiro a quello del suo creatore. Era un Antico, esattamente come lei. E questo era decisamente un problema. Quando era arrivata a Nouvieille, lei non voleva problemi e aveva accettato naturalmente Asterios come signore della città (anche se non come proprio signore, per quanto lo rispettasse), ma non era detto che il nuovo arrivato facesse altrettanto. Un problema non da poco, visto che Neris aveva deciso che Nouvieille era sua.

    CITAZIONE
    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.
     
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    Aarvar "The Dentist" Bane

    Tutti mi danno del "bambino cattivo", ma si sbagliano...Sono l'elemento più attraente che potresti trovare a una festa... E sai perché, mia cara? Perché io rilascio le inibizioni che tu tieni incatenate nel tuo cuore da anni.


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    "Simply delicious"

    Non era un segreto per i tre presenti in quella piccola saletta del casinò come Aarvar si stesse godendo pienamente quel piccolo involtino di tabacco e sostanzediosasoloqualinonveleelencotuttehounavitacosacredete? sostanza cancerogene la cui esatta presenza mi sfugge in questo momento: così, ad occhio poco allenato, sembrebbe quasi che il nostro Antico si stesse fumando qualcosa di più "forte" di una comune Malboro, o, peggio ancora, stesse avendo una sorta di pseudo rapporto sessuale con essa; sebbene entrambe le supposizioni erano sbagliate, la verità dell'intensità del piacere provato dall'uomo non si discostava molto da quello dei due casi precedentemente elencati, anzi... se escludiamo la seconda (il cui trono di supremazia se lo teneva ben saldo nelle sue voluttuose mani), forse possiamo pensare che fosse più forte questo che l'altro. Aarvar diede una seconda "sorsata" di aria, lasciando che i suoi polmoni venissero avvolti da grigi tentacoli del fumo, per poi tornare alla realtà e osservare i suoi tre "ospiti". Sebbene sembrava che l'Antico si fosse alienato dal mondo per alcuni secondi, avvolto dai tremori del piacere tabaccoso che si era concesso, così non era stato: Aarvar aveva notato chiaramente come l'espressione della vampira si fosse inseverita nel vedere la manifestazione del suo potere pirocinetico, e non si trattava di timore dovuto a ignoranza del fenomeno, e neppure a sorpresa dovuta a un "sentito dire" o a una manifestazione diretta avuta in precedenza... la rossa conosceva la Pirocinesi per esperienza diretta, sapeva perfettamente cosa fosse perché lei stessa poteva sfruttare quell'utilissimo giochetto. Certo, quella era solo un analisi veloce da parte di Aarvar, ma l'Antico ne conosceva abbastanza di psicologia, umana o vampiresca che fosse, da poter essere sicuro che la sua ipotesi della situazione fosse abbastanza accurata.

    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.


    A quanto pareva, quindi, Nouvielle aveva deciso di ospitare, tra le sue grigie mura e i suoi fetidi vicoli, anche qualche altro signore della notte che aveva superato i duemila anni di età... la verà domanda da farsi ora era: la giovane rossa apparteneva agli Antichi di prima o di seconda categoria, così amava definirli Aarvar? In termini semplici, la ragazza era come Aarvar, un vampiro che aveva superato i quattromila anni di età e che, a conseguenza di questo, aveva definitivamente (supponendo) terminato il suo percorso evolutivo, oppure era una di quelle con cui Aarvar avrebbe potuto tranquillamente spacciarsi per padre, visto il fatto che possedeva facilmente più del doppio della loro età? Insomma, la domanda era: con questa avrebbe dovuto darci dei buffetti affettuosi sulla testa o farci sesso selvaggio discutere dei bei tempi andati, quando una volta era tutta foresta incolta (che, seimila anni fa tutta campagna ve la potevate anche scordare, massa di ignoranti).

    ...
    Sì, okay, lo ammetto, Aarvar non era propriamente un classico Antico Gentleman, ve ne dò atto, ma questo passa il convento, perciò accontentavi, che poteva andare peggio.

    Tornando al nostro bel panorama (no, non mi riferisco al davanzale della vampira; ma sempre a quelle cose pensate? Repressi...), possiamo notare come il nostro magnate un tantinello fuori forma pare svegliarsi dal suo torpore millenario, cominciando a rendersi conto di non essere più da solo in quella saletta da fumatori.

    Non l'avesse mai fatto...
    Con lo stesso sguardo che si rivolge a una figlia che si ritrova dopo quarant'anni, l'omone comincia ad avvicinarsi al nostro eroe con fare elefantesco, muovendo la mano per attirare la sua attenzione.

    "Mister Bane..."


    In quel momento, anche Aarvar pare uscire dalla sua stasi edonistica, cominciando a far frullare la sua memoria, alla ricerca di un possibile riscontro per il faccione grassoccio dell'uomo d'affari... cosa che, dalla sua espressione seguente, pare essere stato trovato.

    "Mister Drappo; è da quella serata di gala a casa sua, lo scorso Gennaio, che non ci siamo più visti"

    L'Antico parve volere aiutare l'elefante nel suo tortuoso percorso, alzandosi dalla sua sedia e avvicinandosi a lui, per poi stringergli debolmente (per gli standard di forza di un Antico) la mano con fare educato. I due si allontarono un poco dal centro della saletta, andando a sedersi in un angolino, abbastanza lontano da non potere essere uditi da orecchio alcuno... orecchio umano, ovviamente.

    "Eeeeh, ricordo bene, quando lei, putroppo non ha potuto gustare la cena che aveva fatto preparare da quel Chef greco, era stata una vera squisitezza"

    "Me ne scuso ancora adesso, ma sa com'è... non mi sentivo molto bene, e se lo dico io che non posso mangiare..."

    L'omone rise debolmente a quella piccola battuta dell'Antico, riferendosi indirettamente alla conoscenza della professione dell'Antico.

    "Suo figlio si è ripreso?"


    "Oh sì, è tornato come nuovo. Devo ancora una volta ringraziarla, nessun altro medico sarebbe riuscito a curarlo così bene; io e mia moglie temevamo che sarebbe rimasto paralizzato per colpa di quel colpo"

    "Ringrazi i suoi uomini che sono stati veloci nel portarlo alla mia attenzione: sono bravo, e non lo nego, ma dopo un certo periodo di tempo anche io posso fare poco"


    Il resto della chiaccherata non fu nulla di particolarmente interessante, giusto qualche discussione riguardo all'andamento degli "affari" e di qualche piccola "scaramuccia" con la "concorrenza", roba che comunque si era risolta con una semplice "discussione" tra le due parti. Finita quella, l'omone e Aarvar si alzarono per tornare al centro della sala, scambiarsi un'ultima stretta di mano, per poi vedere il gigante di grasso cominciare a incamminarsi per uscire dalla sala, ma non prima di aver richiamo l'attenzione del ragazzo del portatile:

    "Evan, andiamo: dobbiamo ancora finire quel resoconto delle vendite per domani"

    Con una sorpresa così forte da far quasi volare il portatile all'aria, il giovane informatico si distolse dalla sua trance informatica, uscendo rapidamente di scena anche lui, lasciando i due succhiasangue soli nella stanza; occasione perfetta per conoscersi. Aarvar rise debolmente all'uscita dalla sala anche del giovane ragazzo, osservando con fare a metà tra il dispiaciuto e l'intrattenuto la rossa.

    "Mi scusi se il mio ex-datore di lavoro le ha portato via la preda, non sapevo fosse alle sue dipendenze"

    Aarvar si avvicinò con fare estremamente elegante alla vampira, facendo poi scattare dal fondo della sala una piccola seggiola di legno di noce, che volò verso la mano protesa del vampiro.

    Telecinesi:
    Potere psionico attraverso cui un vampiro può spostare, sollevare persone od oggetti con la sola forza della mente, incanalando energie nel punto centrale della fronte, dove vi è il sesto chakra, o comunemente detto terzo occhio.
    Necessita di concentrazione e deve avere almeno un terzo dell'energia totale, perciò se un vampiro è dissanguato (dissanguato non vuol dire moribondo per un vampiro, è molto importante), l'immortale non riuscirà a mettere in atto tale potere, o comunque con scarsi e ridicoli risultati. Il vampiro, però, è furbo e orgoglioso di ciò che è e preferisce non usare tali poteri quando sa di non poterlo fare!!!
    Antico: riesce a sollevare oggetti e persone per un massimo di 150/160 kg per una durata di 4 turni.


    Non appena la sua presa fu salda sull'oggetto di arredamento, Aarvar la fece girare tra le dita a ultravelocità, quasi fosse un personaggio di un cartone animato per bambini, per poi piazzarla a circa un metro di distanza dalle sensuali gambe della ragazza, con lo schienale rigorosamente davanti a lei, quasi a voler far sembrare tutti questi gesti una sorta di capriccio giocoso, per poi sedercisi sopra con grazia, gli occhi curiosi che continuavano a osservare il suo nuovo "passatempo" con forte interesse.

    "E così anche lei è nel campo delle "donazioni" di sangue, vero? Si sa, tra simili ci s'intende... e cosa ci fa una bella "infermiera" come lei qui, in questo marasma di umani, alcool, soldi e sesso?"

    Senza nessun preavviso, Aarvar parve ricordarsi (o fingere di farlo) di un dettaglio importantissimo, tirandosi un grosso ceffone sulla fronte, quasi a punirsi per la sua dimenticanza.

    "Ma dove ho lasciato le buone maniere? Probabilmente in un sacco per cadaveri, ma comunque..."


    Aarvar protese la mano in avanti con fare educato, pronto per dare una gentile stretta di mano alla delicata mano della vampira.

    "Aarvar Bane, Vampiro Antico di II° Classe, ovvero uno che ha almeno quattromila anni sul groppone, per professione e "Dentista" per Hobby, lei invece è? Ah, e mi corregga se è più una tipa da stretta o baciamano, non mi piace mancare di rispetto a una bella ragazza solo perché non so se è amante delle tradizioni medioevali, greche o occidentali del ventesimo secolo... in fondo ingnoro completamente se lei è Antico molto attaccato a un particolare periodo della storia dell'Umanità."


     
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    Nel completo silenzio, Neris si limitava a fissarlo, intenta a decidere come comportarsi. In quel momento, in effetti, l'altro Antico si stava gustando la sua sigaretta e nel farlo sembrava quasi essere entrato in una dimensione tutta sua, quasi che fumare potesse essere paragonato al coinvolgimento emotivo che ogni vampiro provava, volente o nolente, di fronte al sangue, al suo odore inebriante e al suo gusto appetitoso. Era quasi un peccato interrompere il suo momento di piacere, o almeno era per la vampira un motivo abbastanza valido per prendere tempo, cercando di capire come comportarsi. In quanto l'altro, almeno per il momento, non sembrasse volerla minacciare, doveva sicuramente stare attenta a non compiere azioni che avrebbero comportato una dichiarazione di guerra. Un litigio tra due Antichi, in effetti, non sarebbe stato piacevole né per lei né per i cittadini di Nouvieille, ma non per quello aveva intenzione di farsi mettere i piedi in testa. Un bel problema in effetti, ma magari era soltanto lei che si stava preoccupando per niente.

    Il momento edonistico dell'altro vampiro, il suo strano 'tu per tu' con la sigaretta, fu interrotto dal risveglio dell'uomo grassoccio, che fino a quel momento aveva dormicchiato su di una grossa poltrona. Un risveglio che normalmente non avrebbe significato niente per Neris, in quanto quell'uomo non era né una sua aspirante preda né qualcuno che aveva attirato il suo interesse, ma che in quel momento attirò la sua attenzione. Il mortale, infatti, sembrava conoscere l'altro Antico. Mister Bane, eh? Pensò la vampira, memorizzando il cognome del vampiro e osservando Bane e Drappo stringersi la mano educatamente ed allontanarsi per chiacchierare in modo più riservato. Non che per Neris quello fosse un problema: le bastava concentrarsi un poco per sentire le loro voci chiare come se stessero parlando a pochi passi da lei o a pochi centimetri dal suo orecchio. Un abilità che alle volte poteva essere stressante, soprattutto nei momenti in cui desiderava un po' di tranquillità, ma che risultava dannatamente utile in caso di necessità. Un'altra persona, probabilmente, si sarebbe sentita a disagio nell'entrare in quel modo nella sfera privata di due persone che desideravano evidentemente conversare in privato, ma nella mente dell'Antica non era passato minimamente quel problema. Non aveva mai dato molto peso alla privacy altrui (tranne quella di Kim, forse), sia per quanto riguardava le conversazioni private o i pensieri, al massimo si era trattenuta dal leggere i pensieri altrui per non rovinarsi il divertimento e le eventuali sorprese. E le conversazione dei due, per quanto banale, era comunque una fonte di informazioni. Ora, ad esempio, sapeva che Bane non era uno di quei rari vampiri ancora in grado di mangiare il cibo umano, ma che era destinato come lei a perdersi tutte le prelibatezze del mondo moderno. E, a quanto pareva, come mestiere faceva il medico, magari addirittura il chirurgo. Un lavoro alquanto inusuale per un vampiro, in effetti. Richiedeva parecchia forza di volontà e capacità di controllo. Non una cosa che, ad esempio, Neris sarebbe riuscita a fare.

    Ben presto la chiacchierata cadde su argomenti, almeno per la vampira, ben poco interessanti, così fu quasi sollevata quando terminò e Drappo diede segno di voler uscire dalla sala. O, almeno, lo fu fino a quando l'uomo non richiamò l'attenzione di Evan e uscì assieme al ragazzo. In quel momento, infatti, la vampira provò un momento di contrarietà, sostituito poi da una scrollata di spalle mentale. Che importanza aveva? L'aveva appena salvata dal dover fare quel favore alla sua dipendente. E, in ogni caso, ora quella storia aveva perso qualsiasi interesse ai suoi occhi, vista la presenza dell'Antico.

    "Nessun problema, Mister Bane. Non si trattava di una preda particolarmente interessante." Commentò, alle parole del vampiro, osservandolo mentre si avvicinava, utilizzando la telecinesi per recuperare una sedia dal fondo della sala. Un utilizzo del potere non strettamente necessario che indispettì un poco Neris, per quanto il suo volto avesse ripreso la sua maschera neutrale e quasi senza emozioni. In un certo senso, non riusciva a fare a meno di pensare che Bane stesse facendo uno spettacolino appositamente per lei, quasi una manifestazione del suo potere. Ma magari si trattava semplicemente di abitudine: lei si sforzava di comportarsi il più possibile come un'umana in modo tale da mimetizzarsi tra loro, lui magari stava approfittando di quella involontaria riunione tra colleghi per utilizzare in piena libertà le sue capacità. E, invece, per quanto riguardava Evan... le parole che aveva appena pronunciato erano probabilmente considerabili come un via libera ad un vampiro in cerca di preda, ma a Neris in effetti interessava ben poco. Evan non era sotto la sua protezione e non era nemmeno una sua preda, era solo il fratello di una delle sue attrici. In caso fosse scomparso e Alicia non si fosse ripresa, beh... l'avrebbe semplicemente sostituita. Un peccato ma non una catastrofe.

    "Sono personalmente convinta che ogni tanto faccia bene cambiare luogo di caccia e visitare nuovi posti. E cosa c'è di meglio di un marasma di umani, alcool, soldi e sesso per noi infermieri?" Rispose, alle successive parole del vampiro, mentre un sorriso le increspava le labbra, mostrando i suoi canini appuntiti. Magari non era venuta in quel luogo per cacciare, ma stare al casinò le aveva fatto realmente venir voglia di aggiungerlo ai suoi luoghi di caccia. Era un luogo affascinante, pieno di emozioni, disperazione e speranza. Era stuzzicante.

    Il suo sorriso, però, scomparve alle successive parole di Bane, e non di certo per la sua battuta sul sacco di cadaveri. Gli strinse la mano, mentre rifletteva sulle sue parole. Che lui avesse davvero almeno quattromila anni? O stava mentendo? Ma che senso avrebbe avuto farlo? La notizia, in effetti, la metteva un po' a disagio, anche perché evidentemente Bane era più che felice di sbandierare la sua veneranda età. Un velato modo per chiederle la sua età? Anzi, non proprio velato, in effetti. "È un piacere conoscerla, signor Bane." Ritornò a parlare, almeno in parte sincera. Sì, era un piacere incontrare un altro Antico, ma nel contempo anche spaventoso. D'altronde non aveva idea di cosa quell'uomo sapesse e volesse fare. "Neris Iaia, Master di Nouvieille." Aggiunse, presentandosi col suo autoproclamato titolo per la prima volta. Sì, si sentiva minacciata dalla presenza di quell'uomo, non lo avrebbe negato almeno a sé stessa, quindi era meglio mettere subito in chiaro quel piccolo particolare. E vedere la sua reazione.

    "Ma, signor Bane, non starà mica chiedendo l'età ad una donna!" Esclamò poi, lasciandogli la mano e alzandosi, mentre un nuovo sorriso le compariva sulle labbra. E, se lui glielo avesse permesso, gli si sarebbe portata di fianco e si sarebbe chinata per sussurragli all'orecchio: "Non sarebbe cortese, non trova!?" Sì, stava giocando con lui, una reazione che prima di allora aveva avuto solo con un Antico: Arawn, il suo creatore. La sola presenza di Bane l'aveva fatta entrare in una specie di modalità difensiva.

    CITAZIONE
    - Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.
     
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  5. Blasphemo
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    Aarvar "The Dentist" Bane

    Tutti mi danno del "bambino cattivo", ma si sbagliano...Sono l'elemento più attraente che potresti trovare a una festa... E sai perché, mia cara? Perché io rilascio le inibizioni che tu tieni incatenate nel tuo cuore da anni.


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    BEGIN


    A quanto pareva, l'atmosfera si stava lentamente riscaldando...
    Aarvar aveva notato come la vampira avesse cominciato ad analizzare la situazione davanti a sé, mentre Aarvar era preso dal suo edonismo tabaccoso personale, quasi non sapesse precisamente come comportarsi davanti all'Antico. Forse era la prima volta che gli capitava davanti un suo simile di una tale età? O forse era la prima volta che gli capitava un Antico così sguinzagliato, a piede libero, che quindi non puoi mai sapere come avrebbe reagito di fronte a un "concorrente" nel difficile mercato del "succo di pomodoro"? Poteva essere questo e quello, il nostro giovane mostro non l'avrebbe certo mai scoperto stando seduto a fare supposizioni su supposizioni, avrebbe dovuto cominciare lui stesso il giochetto delle coppie e, si sapeva, chi iniziava per primo, giocava d'attacco... ruolo che ad Aarvar calzava sempre molto bene.

    CITAZIONE
    "Nessun problema, Mister Bane. Non si trattava di una preda particolarmente interessante."

    Con quella frase avrebbe forse dovuto intendere che l'umano poco rappresentava, se paragonato alla presenza impellente di un altro signore della notte di "alto lignaggio"? Oppure semplicemente che non era educato cacciare con un altro predatore nella stessa tana della preda? Domande su domande... che comunque risvegliavano facilmente la curiosità immortale di Aarvar, particolarmente preso dall'interlocutrice che aveva davanti: era così preso che notò, per un solo, immediato secondo, come il suo giocoso uso della telecinesi l'avesse, in qualche modo, contrariata: che avesse pensato che quel gesto fosse stata una manifestazione di potere del suo uomo? Poteva essere, ma quella non era certo l'intenzione del Dottor Bane, nossignore: i vampiri, storicamente, si potevano dividere in due categorie di rappresentazione psicologica: quelli che ancora si sentivano umani, e cercavano quindi di rimanere tali nella maggior parte delle occasioni che il destino gli riservava, oppure quelli che avevano accettato la diversità intrinseca con la loro ex-razza, e agivano, di conseguenza, in modo radicalmente differente... nel bene e nel male. Aarvar appariva indubbiamente come un rappresentante del secondo caso, in via moderata se vogliamo intendere: sapeva come trattenersi quando aveva davanti degli occhi ignoranti, ma se era convinto che quello che aveva davanti non si sarebbe impressionato o, peggio, spaventato ad una sua palese manifestazione di potere, allora che male c'era nel non tenere nella manica i propri trucchetti? Dopo quasi seimila anni di esistenza, Aarvar era entrato così in sintonia con il suo lato vampiresco da rendere gesti simili, per lui, qualcosa di naturale come il respirare: diventava uno sforzo cosciente, d'altro canto, il cercare di non usarli; forse era per quello che Aarvar amava molto, ogni tanto, la compagnia di qualche creatura sovrannaturale? Poteva essere, anche se, onestamente, il motivo per quella preferenza penso potesse essere un altro, sì affiliato alla conoscenza dei poteri dei vampiri, ma anche alla conoscenza del livello di potere di questi poteri: era difatti semplice, per un Antico, essere paragonato al predatore definitivo, finale, assoluto, e come già detto, questa sensazione di potere sugli altri era inebriante. La giovane rossa, d'altro canto, non sembrava avere una particolare tendenza a questi sfoggi di potere, almeno per ora: pareva una persona decisamente più posata e controllata del nostro Dentista... probabilmente, anche meno folle di quest'ultimo. Certo era comunque un impresa cercare di capirlo così a occhio, persino per l'immensa esperienza psicologica di Aarvar: la vampira aveva una maschera di porcellana al posto del viso: bella, delicata e attraente, ma maledettamente inespressiva e misteriosa, e Aarvar notò che quest'abilità non era a livello di qualcosa di innato: una parte sicuramente derivava dalla sua genetica, ma per arrivare ai quei livelli la ragazza doveva aver affilato ogni singolo angolo con anni e anni di esperienza e pratica diretta: non era una novizia al "gioco delle maschere", ma un autentica maestra. Aarvar si chiedette chi mai potesse essere quel curioso esempio di beltà e mistero.

    CITAZIONE
    "Sono personalmente convinta che ogni tanto faccia bene cambiare luogo di caccia e visitare nuovi posti. E cosa c'è di meglio di un marasma di umani, alcool, soldi e sesso per noi infermieri?"


    "In effetti, passato il millennio di vita, ammetto che assaltare prede dietro un vicolo buio diventa demodè; il pasto diventa molto più interessante se prima te lo "cucini" per bene, su questo sono d'accordo..."


    Ad eccezione del fatto che erano ormai quasi 2.000 anni che Aarvar non cacciava più seriamente, se non durante i suoi lunghi spostamenti da una zona all'altra: il suo lavoro di "Chirurgo del Sovrannaturale" lo riforniva di sangue fresco in quantità così superiori alle sue richieste da rendere assolutamente superflue andare a caccia di carne fresca... inoltre, ormai, gli umani non rappresentavano più un giocattolo così interessante, perlomeno in termini alimentare (al di fuori di quello, d'altro canto, era una fonte di svago molto ampia e variegata). Una bella caccia di una creatura sovrannaturale, ecco, quella sì che sarebbe stata una curiosa e piacevole novità, chissà che in un anno di questi non si sarebbe ripromesso di metterla veramente in atto: una bella donna drago, un insidioso slender, o una sensuale sirena... perchè no?

    "Giusto un peccato non ci si possa fare un bicchiere nel mezzo, ma contro un simile editto divino poco si può fare, temo..."

    Ancora una volta, per un solo istante, la maschera di porcellana della vampira subì una nuova crepa, rivolta verso l'alto, una sorta di sorriso strutturale, che però venne velocemente riparato nel sentire Aarvar discorrere sulla sua età: tutti quegli anni la mettevano a disagio, era palese... e Aarvar ne fu leggermente deluso. Erano quasi sei millenni che il Dentista camminava su questa terra dimenticata dagli Dei, e in tutto questo tempo non aveva ancora incontrato nemmeno un singolo vampiro Antico che rientrasse (o che almeno gli avesse professato di appartenere) alla II° Classe, tutti quelli che incontrava erano sempre dei signori della notte che non avevano ancora raggiunto il loro massimo grado evolutivo. Certo, questo semplificava un poco i giochi di potere per Bane, se mai gliene fossero minimamente importati, ma tuttavia non soddisfavano minimamente il suo cocente interesse accademico sulla sua razza: aveva già studiato tutto quello che poteva sulla sua condizione, e l'aveva fatto in modi anche alquanto... sanguiosi e autolesionestici, per intenderci, ma un singolo soggetto di ricerca era insufficiente per un analisi accurata, gliene serviva quantomeno un'altro... e nemmeno la rossa, con grande sfortuna per lui (e fortuna per lei) avrebbe potuto soddisfare la sua spasmodica ricerca di questo sapere antico. Che il suo pensiero ricorrente fosse veramente vero, assoluto? Era veramente il vampiro più vecchio ancora in circolazione? L'unico che era riuscito a raggiungere il grado finale della catena alimentare? Per quanto assurda e noiosa potesse apparire come ipotesi, ogni volta che Aarvar incontrava un Antico quest'ultima si rendeva via via più forte.

    CITAZIONE
    "È un piacere conoscerla, signor Bane."

    Con un veloce ma delicato movimento del polso, Aarvar avvicinò la delicata mano della vampira alle sue labbra, per poi lasciargli un fugace baciamano old style sopra (dove per "Old Style" intendo quello medioevale cavalleresco, dove si porta il pollice sopra la fronte della mano, in modo da lasciare il bacio sulla propria mano, senza toccarla quella della dama, in modo da non insozzare con la rozza carne maschile la castità della giovane donna a cui si portavano i propri omaggi); certo, come gesto appariva veramente molto sorpassato, ma per creature come loro, anche le pratiche dell'epoca attuale, un giorno, sarebbero apparse come un semplice cambiamento di poco conto... almeno, così era e così sarebbe stato per Aarvar.

    CITAZIONE
    "Neris Iaia, Master di Nouvieille."

    Iaia... quel nome non gli era affatto nuovo... e di certo non l'avrebbe mai ricollegato al capo della cittadina in cui lui e le sue figlie avevano deciso di risiedere, per qualche decade o, forse, un paio di secoli. In generale, comunque, risultava affatto difficile credere che Nouvielle potesse avere un Master che comandasse le sue ombre, i suoi vicoli odorosi di sangue e piscio, le sue urla e i suoi gemiti, di dolore e di piacere, insomma, tutto questo. Non che un Antico non fosse una creatura adatta a gestire un simile ruolo, tutt'altro, quella particolare evoluzione del vampiro era, insieme a un risorto e una mummia anziane, probabilmente l'entità più adatta a gestire un ruolo dal potere così elevato (e complicato)... il punto era che nemmeno Aarvar, con il suo immenso potere e la sua ineguagliata esperienza con le creature del mondo, sarebbe mai riuscito a tenere sotto controllo tutti quei cani a briglia sciolta, quindi gli risultava difficile pensare che Neris potesse ambire a quel trono così macchiato di sangue e liquame; ovviamente non la conosceva abbastanza da poter dare una risposta definitiva alla sua ipotesi e, francamente, non gli importava neppure: Aarvar chiedeva sempre e solo un posticino tranquillo in cui praticare i suoi hobby con le sue figlie, senza inteferire minimamente nel grande gioco politico delle potenze delle cittadine in cui si stabiliva, si potevano pure scannare tra di loro, per quello che gli fregava... avrebbe avuto molti più clienti su cui lavorare, quella sarebbe stata l'unica conseguenza che l'avrebbe coinvolto: e se mai qualcuno gli avrebbe mai negato quel piccolo privilegio personale, o avesse cercato di inteferire con i suoi riservati affari personali... alla meglio avrebbe fatto incazzare pesantemente le bande mafiose locali, che non gradiscono affatto che il loro medico personale venga infastidito, visto sopratutto che quest'ultimo non tende a pestare i piedi a qualcuno... alla peggio, sarebbero intervenuti un Antico di quasi seimila anni di esistenza, supportato da due Anziani incorruttibili e, forse, anche un Angelo Bianco di un certo livello (l'amante di Anna, per intenderci), uno tsunami che ben poche cose, a questo mondo, potevano sperare di fermare, al massimo massimo di rallentarlo un pochino. Neris appariva chiaramente sulla difensiva, quindi era palese come non avesse le risorse per sbarazzarsi facilmente di un simile elemento, nel caso si fosse rivelato fastidioso per i suoi progetti. O forse era solo una facciata, nella speranza di fargli abbassare la guardia, per poi portare un colpo a tradimento futuro? Nulla si poteva escludere, ma chissà come, quella ragazza non gli dava l'impressione di essere capace di una simile bastardata... non trasudava crudeltà o follia come invece ne era saturo Aarvar. Niente di cui preoccuparsi, quindi? Nossignore, da stare in guardia c'era sempre... ma non a livelli tale da non dormire la notte (cosa che lui comunque già faceva, anche se...).

    CITAZIONE
    "Ma, signor Bane, non starà mica chiedendo l'età ad una donna!"


    "In realtà è quello che sto facendo, anche se non propriamente l'anno preciso, mi basta una stima tra due categorie numeriche"


    La giovane dama, dopo aver lasciato la mano, si avvicinò elegantemente all'orecchio del suo compagno di chiaccherata, il suo gelido sorriso quasi a chiedere il permesso nell'invadere lo spazio personale dell'Antico, chinandosi anche un poco, quasi per sembrare più inoffensiva di quanto già non comunicasse con le sue silenziose movenze, per poi sussurargli con fare malizioso all'orecchio:

    CITAZIONE
    "Non sarebbe cortese, non trova!?"

    Aarvar era perfettamente cosciente che quelle movenze sensuali erano un gioco per Neris, ma non tanto perché voleva divertirsi con lui: era per mascherare qualcosa di altrimenti sgradito nei turbini mneonici dei suoi pensieri: paura? incertezza? curiosità? oppure Aarvar gli ricordava qualcosa, o qualcuno, il cui rievocare il ricordo le procurava disagio. Qualcuno più spaventoso di lui? Rise mentalmente a quel pensiero: sarebbe stato un vero piacere indeed conoscere questo soggetto, se mai le sue supposizioni sulle situazioni fossero state corrette. Ma in quel momento aveva davanti Neris Iaia, curiosa signora della cittadina di Nouvielle, e con lei avrebbe giocato ora. Lasciò che la ragazza si allontanasse un poco dal suo fianco, in modo che i suoi accorti occhi potessero analizzare ogni singolo centimetro di pelle di Aarvar il terribile, per poi assumere un espressione alquanto buffa, esattamente come questa, mentre le spalle si alzavano lentamente verso l'alto, quasi a voler giustificare una colpa che non aveva. Dopo questa, parve risvegliarsi dal suo infantile gioco, assumendo un esperienza alquanto contrariata, ma verso se stesso, per poi rispondere con tono gentile ma comunque giocoso al suo passatempo.

    "Chiedo scusa per le mie scarse maniere, ma il mio lato accademico ha preso per un attimo il sopravvento: sa com'è, vorrei carpire bene il segreto della nostra razza, e di Antichi vecchi come me non ne ho proprio mai visti; speravo quindi speravo che lei appartenesse a questa categoria per dischiudere l'ultima verità sui noi signori della notte..."


    Fece una piccola pausa, osservando con sguardo attento Neris, un autentica maschera di serietà che durò una misera manciata di secondi, lasciando poi posto al suo solito aspetto giocoso e spensierato. Alzò le dita della mano destra verso la testa, tirandosi via con un piccolo movimento di queste un lungo capello che gli pendeva furbetto da un lato della testa, comiciando a rigirarselo davanti alla faccia.

    "Insomma, quasi seimila anni e neppure un solo capello bianco: come medico e studioso, devo sapere come questo sia possibile"

    Il tono della frase voleva apparire alquanto scherzoso e ironico, ma nel profondo nascondeva anche un secondo scopo, una trappola che l'Antico aveva intessuto meticolosamente tra le sue belle parole: Aarvar aveva notato come il sentire la sua età fosse stato, per Neris, fonte di sorpresa, disagio e, forse, paura al tempo stesso, quindi sarebbe stato ben felice di vedere la reazione della ragazza nel caso avesse rincarato ulteriormente la dose. Insomma, diciamocelo: quattromila anni non sono affatto pochi per un essere (non) vivente, e di conseguenza era facile che scatenassero, nei più giovani, reazioni di risposta al pericolo... ma arrivare a sentirsi dire che avevi addosso qualcuno che poteva avere quasi tre volte la tua età, essere una delle creature più vicine, per linea di sangue, a una delle due madri di tutti, Akasha e Khayman... era qualcosa che spiazzava. Chi diavolo poteva sapere quali oscuri poteri poteva racchiudere un essere dal sangue così puro e dall'esperienza quasi infinita nel padroneggiare i suoi doni oscuri? In realtà poca roba, Aarvar aveva notato che, all'avanzamento nella seconda classe di età, aveva acquisito un maggiore raggio e una maggiore velocità di utilizzo dei suoi doni, qualcosa che aveva sicuramente un discreto vantaggio in uno scontro tra simili, ma alla fine non era nulla di così esagerato, l'avanzamento a quell'età non ti donava nulla che già non possedevi, si limitava ad affilare un poco le punte dei poteri già esistenti; il passaggio da Anziano a Antico poteva definirsi sì un grosso avanzamento di potere, ma dai 2.000 ai 4.000 anni di esistenza... lì no, non era niente di così terrificante; certo, non spaventoso se eri cosciente di questa piccola analisi, e vi era forse qualcuno oltre a uno studioso come Aarvar che potesse conoscerla? La risposta, probabilmente, era no: supponendo anche che esistesse qualcuno che avesse raggiunto la maturità assoluta come quella del "Dentista", era estreamemente improbabile che questo vegliardo avesse coscientemente studiato questo leggero aumento di potere, così difficile da rilevare persino con un attenta analisi accademica... e questo, nelle discussioni tra simili, giocava pesantemente
    a favore dello studioso, poiché poteva giocare con questo sentimento di dubbio dovuto dall'ignoranza, obbligando l'altro a mettersi sulla difensiva, il diavolo solo sapeva cosa gli avrebbe potuto fare Aarvar se non fosse stato attento alle sue mosse. Neppure il tono giocoso di Aarvar era utilizzato a caso, sebbene questo fosse un vantaggio involontario, poiché era l'indole stessa dell'Antico a farlo apparire così, non dovuta a una chissà che analisi strategica della situazione: questo fare spensierato, questa sorta di "Hakuna-Matata" delle discussioni non accentuava forse il dubbio del potere divino che giaceva sotto questa facciata? Se il nostro Antico si intrattiene in discussioni a scopo ludiche quasi infantili con un suo simile, che era comunque un soggetto alquanto pericoloso, significava che poteva permettersi di abbassare la guardia, come se non fosse intravisto chissà che pericolo dalla figura dell'altro. Era quasi come se lei fosse un leone e lui un drago, ad inesperti occhi esterni: e sebbene Aarvar non lo facesse volontariamente, era ben cosciente di questa sua pedina in più sulla scacchiera, e ne godeva assai; il vampiro, difatti, non amava assolutamente i giochi di potere, tranne se questi erano su termini evolutivi, naturali, nel qual caso ci si intratteneva con gioia; poiché il potere biologico, dell'essere è assoluto e intoccabile: può essere superato, certo, ma non può essere tolto, e, nel caso dei vampiri, non decadeva con la vecchiaia ma, anzi, aumentava esponenzialmente... esperienza e potere, un'accoppiata a dir poco micidiale. Si dondolò un poco avanti e indietro con la sedia, come a cavalcare un destriero imbizzarito di legno, per poi riprendere a parlare con il suo tono serio ma scherzoso:

    "Mi scuso se non mi sono presentato all'ufficio immigrazione vampiresco in questo periodo, ma non ho trovato nessun indirizzo allegato sulla pagine gial... rosse, rosse. In ogni caso, non si deve preoccupare affatto..."

    La frase fu detta in tono alquanto enigmatico: non lasciava intendere se la sua non preoccupazione dovesse intendere dal fatto che Aarvar non intendeva causare problemi di sorta, oppure se era un velato invito a farsi gli affari propri. Fu comunque un dubbio che l'Antico dissolse abbastanza velocemente, giusto il tempo di darsi una piccola grattata su un lato della barba.

    "Tutto quello che chiedo è un angolino di pace per me e le mie due figlie. Visto che non abbiamo bisogno di cacciare o uccidere chicchessia per nutrirci, e visto che, con il mio lavoro, salvo chiunque mi capiti tra le mani, vivo, morto o non-morto che sia, per una cifra abbastanza modica, e con la massima riservatezza, penso che avrà solo da guadagnarci... in fondo, non ho conosciuto molte persone abbastanza esperte di biologia del sovrannaturale da poter rimediare ai danni più mortali creati da Hunter esperti, no?"

    Di sicuro Aarvar non aveva mai conosciuto qualcuno che avesse una conoscenza così profonda e, al tempo stesso, ampia delle creature mostruose: aveva avuto modo di incontrare alcuni soggetti (anch'essi non morti) che gli avevano insegnato molte cose riguardanti una razza in particolare, le mummie prima di tutte, ma nessun essere poteva avere uno spretto così ampio di conoscenza quale il suo... ed avere un simile soggetto nella propria città poteva essere un vantaggio\svantaggio molto rilevante, nei giochi di poteri altrui. La Mafia cittadina lo sapeva bene, dato che Aarvar si intratteneva in un rapporto di amore\odio con loro: i Don non amavano il fatto che ricucisse anche i picciotti delle famiglie rivali, ma la sua capacità di rimettere in sesto gli uomini, compresi i propri, era pur sempre qualcosa troppo succulenta da poter perdere per una semplice rivalità, in fondo bastava ricordarsi di sparare in testa ai feriti. Altro discorso valeva per le creature, che forse non amavano vedere preda e predatore entrambe nella stessa stanza, entrambe rimesse a nuovo; ma anche qui la prodigiosa capacità medica del "Dentista" (ma sopratutto il suo tremendo potere vampiresco e la sua assoluta mancanza di pietà verso chi lo infastidiva più del dovuto) riusciva a tenere a bada questi istinti animali. Non parliamo poi degli Hunter, che tutto avrebbe fatto per poter beccare il vampiro e la sua casa dei balocchi... in questo Aarvar era cosciente che il suo potere contava poco come avvertimento, gli Hunter sapevano essere abbastanza organizzati (e abbastanza pazzi) da poter essere sicuri di poter mettere nel sacco un Antico, e quindi solo l'ingegno e l'assoluta segretezza sulla sua clinica lo separava da un enorme massacro a una via. Tornò a osservare Neris con il suo solito interesse, pronto a infilarsi un poco di più nella sua vita... privata o pubblica che fosse.

    "E lei, invece, che mi dice? Il suo nome, o la sua persona, non mi è affatto nuovo, anche se non lo ricollegavo ai giochi di potere cui Nouvielle assiste, dato che non mi sono mai molto interessati. Per caso è una cantante? Una modella? Un attrice? Qualcuno di famoso, insomma? Non mi pare difatti che sia mai finita sotto i miei ferri, né che lavori con i miei clienti "usuali" umani, mi ricorderei una figura così ammaliante"

    Scherzi a parte, Aarvar ignorava veramente chi fosse l'Antica che aveva davanti, anche se era sicuro che i suoi occhi (o le sue orecchie) si erano già posate sulla sua presenza; forse erano circostanze mondane, forse il suo nome era apparso su una delle rivista che Layla occasionalmente portava a casa, forse ne aveva sentito parlare durante uno dei deliri dei suoi pazienti messi peggio, il diavolo solo lo sapeva... ma Aarvar ora era impaziente di avere la stessa conoscenza dell'Angelo Caduto, poco ma sicuro: c'era solo da sperare che la giovane ragazze avesse l'intenzione di dissipare le tenebre del dubbio dalla vecchia mente del suo interlocutore.


     
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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Non sapeva esattamente perché Bane le ricordasse così tanto il suo creatore. Forse si trattava del suo modo di comportarsi, che aveva qualche somiglianza con quello di Arawn. Non poteva dirlo dopo una così breve osservazione, ma Bane non le sembrava esattamente una persona tranquilla. Non aveva idea se fosse capace dei bagni di sangue caratteristici di Arawn e se si faceva venerare da qualche setta, ma di certo aveva una presenza quasi ridondante, quasi come se con la sua sola presenza il mondo cominciasse a girare attorno a lui. O forse la questione era semplicemente nella sua mente: lei era stata presa alla sprovvista e questo l'aveva quasi fatta sentire come la mosca nella tela del ragno. Una sensazione ridicola, che le faceva porre diversi interrogativi. A quanto pareva, infatti, nonostante i secoli passati e i cambiamenti radicali fatti negli ultimi anni, lei rimaneva la solita ragazza fragile in cerca di una guida. Un fatto che non riusciva ad accettare, non dopo tutta la fatica che aveva fatto per distaccarsi da Arawn, per stargli lontano e vivere la propria vita senza di lui.

    Quando si era presentata, era rimasta piacevolmente sorpresa che lui avesse risposto con un rispettoso baciamano. Un saluto non da tutti i giorni, che non riceveva da parecchio e che le ricordava i bei tempi andati (per quanto, ahimè, pure quello le riportasse alla mente Arawn, anche se il suo creatore non era così educato da mettere il proprio pollice tra la mano e le labbra). E, dopo avergli sussurrato giocosamente all'orecchio e aver poi fatto qualche passo indietro, in modo da smettere di invadere lo spazio personale dell'Antico, cosa che - alla lunga - non avrebbe fatto piacere a nessuno, non poté fare a meno che la sua maschera si incrinasse alla strana espressione di Bane, abbastanza buffa da farle comparire un sorriso divertito sulle labbra. Magari quell'uomo sarebbe risultato una minaccia, ma non poteva evitare di considerarlo una persona dannatamente interessante. E, anche se non lo voleva ammettere nemmeno a sé stessa, piuttosto affascinante.

    "Un obbiettivo piuttosto intrigante e complesso." Commentò, alle parole dell'Antico. "Una ricerca simile ha un suo fascino, quindi le auguro di riuscire nel suo obbiettivo, per quanto probabilmente in un percorso simile il viaggio potrebbe risultare più importante del risultato. Con questo non intendo insinuare che il segreto della nostra esistenza possa essere banale o insoddisfacente, anzi... scommetto e spero che si tratti di qualcosa di estremamente affascinante." Aggiunse, chiedendosi nel contempo se lei avrebbe voluto scoprire una cosa simile. Sì, avrebbe voluto sapere la verità, per quanto quella la potesse spaventare. Ma se Bane aveva fatto di quella ricerca il suo scopo di vita, allora - nonostante la soddisfazione di essere giunto al risultato - aver svelato quell'enigma avrebbe potuto alla lunga diventare un poco deprimente. Si trattava soltanto di una convinzione di Neris, ma un po' di mistero rendeva più affascinante la vita.

    Le successive parole di Bane furono però un duro colpo per la vampira. Se stava solo in quel momento cominciando ad accettare che l'uomo che aveva di fronte aveva quasi il doppio della sua età, scoprire che a quel conto doveva aggiungere quasi duemila anni non era di certo piacevole. Si costrinse a riportare il suo viso ad un'espressione neutra, senza sapere se nel momento in cui l'altro aveva rilasciato volontariamente quella specie di 'bomba' psicologica il suo stupore e la sua preoccupazione si fossero riflessi sul suo volto. Ma, in effetti, anche se così non fosse stato, il fatto che avesse ripreso ad indossare la sua maschera poteva risultare piuttosto significativo per un vampiro alla ricerca di un segnale di irrequietudine.

    Quantomeno quello che disse successivamente, dopo l'iniziale suspense, fu una specie di dichiarazione di pace, per quanto Neris non potesse sapere se quelle parole erano veritiere e, anche se Bane avesse voluto semplicemente vivere in pace con le sue figlie, quello non avrebbe significato che lei potesse abbassare la guardia. Non aveva intenzione di dar problemi a Bane e alla sua famiglia, non finché lui non ne avesse dati a lei, ma non poteva nemmeno permettersi di prendere sottogamba la presenza dell'Antico.

    "È piacevole sapere di avere a Nouvieille un medico esperto di biologia del sovrannaturale." Si limitò così a dire. "È un lavoro di tutto rispetto e assai raro." In realtà, se avesse voluto essere del tutto sincera, era la prima volta che incontrava qualcuno che dicesse di essere esperto in biologia sovrannaturale. Se fosse stato vero, se le cose si fossero messe male, avrebbe potuto andare da lui, per quanto sarebbe risultato parecchio imbarazzante. Non voleva dipendere da lui, nemmeno per una cosa simile, ma non poteva ignorare la possibilità di trovarsi, prima o poi, in guai così seri da aver bisogno dell'aiuto di un medico esperto. Anche se, di fronte all'esuberanza di Bane, c'era sempre la possibilità che risultasse lui la causa del suo dover trovare un medico. Non che avesse intenzione di testare quanto i millenni di differenza influenzavano i poteri di due Antichi, ovviamente. Non per il momento, almeno.

    "Attrice, di tanto in tanto." Rispose alla domanda di Bane, d'altronde non aveva alcun motivo per voler nascondere la sua vita pubblica. Era un terreno sicuro, in un certo senso. "Sono proprietaria di un teatro qui a Nouvieille, il Théâtre des Vampires. Sono onorata di sapere che, in qualche modo, il mio nome le sia giunto alle orecchie."
     
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  7. Blasphemo
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    Aarvar "The Dentist" Bane

    Tutti mi danno del "bambino cattivo", ma si sbagliano...Sono l'elemento più attraente che potresti trovare a una festa... E sai perché, mia cara? Perché io rilascio le inibizioni che tu tieni incatenate nel tuo cuore da anni.


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    Neris era veramente una persona interessante...
    Non era molto che Aarvar aveva attaccato bottone con quella sua simile, ma già l'Antico si sentiva incredibilmente attratto da lei. Alt, fermi, chiariamoci, attratto non in quel senso romantico\sessuale; non che Neris non fosse un autentico capolavuor di madre Natura, dal punto di vista estetico, ma non era quello l'interesse che stava monopolizzando la mente di Aarvar in quel momento. Era più l'interesse che poteva avere un bambino quando vedeva per la prima volta la neve: la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, che non aveva ancora modo di vedere con i proprio occhi... purO e semplice interesse derivatO da un innocente curiosità.

    CITAZIONE
    "Un obbiettivo piuttosto intrigante e complesso. Una ricerca simile ha un suo fascino, quindi le auguro di riuscire nel suo obbiettivo, per quanto probabilmente in un percorso simile il viaggio potrebbe risultare più importante del risultato. Con questo non intendo insinuare che il segreto della nostra esistenza possa essere banale o insoddisfacente, anzi... scommetto e spero che si tratti di qualcosa di estremamente affascinante."

    In realtà lo era, di noioso, dato che Aarvar si era incredibilmente avvicinato alla punta del diamante da alcuni secoli ormai... e, a meno che non arrivasse una qualche rivelazione finale bella grossa, il risultato era una sequela di noiose nozioni che la maggior parte degli Antichi già conosceva abbastanza bene... certo, non al suo livello, ma comunque non si perdevano chissà cosa di rilevante. Una cosa sulla quale aveva taciuto con Neris era il fatto che la ricerca accademica non si limitasse alla razza dei signori della notte, ma comprendeva qualsiasi creatura sovrannaturale l'Antico avesse mai avuto la fortuna di incontrare solo di sfuggita: mummie, gargoyle, licantropi, slender, chiunque era una possibile cavia per gli esperimenti di Bane, tutto per la sua continua e spasmodica ricerca del potere assoluto. Conoscere qual'era il segreto dell'esistenza di una razza, significava conoscerne i metodi per poterla manipolare a proprio piacimento... o, all'occorrenza, distruggerla una volta diventata un soggetto di poco interesse. E avete una vaga idea di quanto un essere potesse diventare potente con tutti questi segreti nella sua mano? Già Aarvar si innalzava molto al di sopra della maggior parte delle creature di questo mondo, grazie alle sue doti vampiresche, ma una volta ottenuto il controllo assoluto dei suoi stessi simili... altro che Akasha, sarebbe potuto diventare il nuovo Dio di quel dannato pianeta dimenticato da Dio. Certo, questo discorso valeva se mai Aarvar gliene fosse importato qualcosa di divinità o simili minchionate, ma visto che non era qualcosa per cui ci avrebbe sprecato dal tempo. No, la vera motivazione che lo spingeva a ottenere quella particolare conoscenza era, come al solito, la sua sadica follia: Aarvar voleva un giorno, divulgare a tutti queste conoscenze acquisite (mantenendo comunque sue quelle sui vampiri), per poi osservare l'inevitabile Apocalisse che si sarebbe venuta a generare... e se mai qualcuno avesse voluto cercare di vendicarsi sullo scienziato pazzo, Aarvar avrebbe usato queste conoscenze per levarselo di torno in men che non si dica (anche per questo avrebbe mantenuto per sé le conoscenze sugli Antichi: non per un senso di conservazione della sua specie, della quale, francamente, non gli importava assolutamente, quanto mai per mantenere qualche asso nella manica, nel caso i suoi eventi fossero volti al peggio).

    "In realtà la mia era solo una piccola battuta; se, nel mezzo delle mie peregrinazioni, dovessi imbattermi in questa grossa scoperta, di certo non la disdegnerei, ma non è il mio obbiettivo primario, che è molto più... infantile e semplice, per dirla in termini semplici"

    Era vero: Aarvar era sempre alla ricerca di conoscenza, poiché da essa traspariva il vero potere, ma non si sarebbe mai dannato l'anima per essa; era solo un interessante passatempo, tutto qua. C'era solo due cose, a questo mondo, per il quale il vampiro avrebbe fatto qualsiasi in sua possesso: la prima, com'era ovvio, erano Anna e Layla, le sue due figlie, per le quali si sarebbe volentieri dato fuoco (tanto, non è che gli avrebbe fatto comunque molto), pur di salvarle da un destino infausto. La seconda era il divertimento, quello immediato e di breve durata (se paragoniamo la linea temporale a quella della sua esistenza), fosse una serata brava passata a ballare in una discoteca dei bassifondi, oppure una notte di passione infuocata con una giovane ragazza dell'alta società ancora inesperta su certi "argomenti"; questo in particolar modo era lo scopo definitivo della (non) vita del vampiro, una interminabile e continua serie di svaghi per occupare la mente. Neris, per fortuna di entrambi, era una di queste possibili fonte di svago, visto che Aarvar non aveva molto spesso contatti con vampiri che avevano superato i duemila anni di esistenza, e che quindi erano, più di chiunque altro, testimoni del lento scorrere delle epoche della dinastia umana, sua altra grande fonte di interesse.

    Aarvar notò, per una seconda volta, come il candido viso dell'Antica divenisse nuovamente di porcellana, dopo aver ricevuto qualche notizia un pochettino "carica" di tensione e sorpresa. La ragazza era brava a nascondere i suoi sentimenti, non era possibile negarlo, ma in presenza di Bane sembrava quasi non riuscisse a "sciogliersi" come dovrebbe, assumendo un espressione di assoluta neutralità ogniqualvolta si sentiva a disagio. Che questo blocco derivasse da un analisi inconscia del vampiro, risultato della sua grande esperienza in campo psicologico delle creature? Oppure era proprio lei che non riusciva a mascherare il suo interiore in presenza di qualcuno che poteva rivaleggiare in potere? Oppure, ancora, che quella ipotesi sul fatto che Aarvar le ricordasse qualcuno di sgradito fosse vera? Domande su domande, per cui comunque l'Antico avrebbe lavorato sopra per ottenere risposte esaurienti.

    CITAZIONE
    "È piacevole sapere di avere a Nouvieille un medico esperto di biologia del sovrannaturale."

    "E medicina, e anatomia, e psicologia, e chimica biomolecolare... diciamo che, quando parliamo di creature sovrannaturali e umani, ci sono veramente ben poche cose che non conosco... modestia a parte, tutti quegli anni passati a studiarli mi hanno dato una conoscenza molto vasta nel campo"

    CITAZIONE
    "È un lavoro di tutto rispetto e assai raro."

    "Una delle poche persone che la pensano a questo modo, purtroppo... ci sono poche creature, o mafiosi, che amano vedere i nemici del giorno prima rimessi a nuovo, togliendogli il piacere di poter ballare sulla loro tomba... tuttavia non è possibile negare che poi sono i primi a venire da me, dopo che un Hunter di passaggio gli ha fatto la bua... coerenza, questa sconosciuta"

    Non erano pochi che consideravano l'occupazione di Bane un autentica seccatura per i loro operati, ma erano anche quelli che non esitavano a usare la sua abilità per salvarsi la sua vita, nel caso di estrema necessità. Per fortuna, comunque, al massimo questi soggetti si limitavano a sparlare alle sue spalle, senza agire in maniera diretta contro di lui, al che una simile situazione era sopportabile abbastanza facilmente, per l'Antico. Si mise d'improvviso una mano nella tasca dei pantaloni, cominciando freneticamente a cercare qualcosa:

    "Vediamo se ne ho ancora uno da darle..."

    Alla fine le esperte dita dell'Antico raggiunsero l'obbiettivo della sua cerca: un piccolo biglietto di visita, recante semplicemente il nome "The Dentista", con sotto scritto un paio di numeri di cellulare, senza nessun fronzolo particolare ad abbellire il pezzo di carta. Lo porse con garbo alla vampira, sorridendole caldamente nel mentre.

    "Se mai avrà bisogno anche lei di qualcosa, anche di un semplice check-up, mi contatti pure, sarò ben felice di visitarla"

    CITAZIONE
    "Attrice, di tanto in tanto."

    Ecco... la sua memoria non si era quindi sbagliata nel rimembrare la figura della giovane Neris: era veramente una persona con una certa notorietà, qua a Nouvielle.

    CITAZIONE
    "Sono proprietaria di un teatro qui a Nouvieille, il Théâtre des Vampires. Sono onorata di sapere che, in qualche modo, il mio nome le sia giunto alle orecchie."

    "In realtà..."

    E nel dire questa frase, assunse un espressione un poco imbarazzata.

    "Ho conosciuto il suo nome grazie ai discorsi delle mie ragazze su cose mondane: conoscevo già il suo teatro, sebbene non ci sia mai stato, ma non ho mai attivamente ricercato il suo nome per qualcosa; sono sempre così pieno di lavoro da non avere molto tempo per svagarmi, mio malgrado"

    Tornò a osservare con il suo solito sguardo penetrante, gli occhi che trasudavano curiosità ma, al contempo stesso, un serio rispetto per la persona che aveva davanti.

    "Allora... cosa implica essere il capo di questa cupa cittadina? Ho visto decine e decine di capi, re, leader, tiranni e dittatori, ma mai qualcuno del sovrannaturale, se escludiamo un paio di capibranco licantropi. Sarei molto interessato a sapere che attività mai dovrà fare per mantenere lo status quo sulla sua relazione di potere cittadino"

    La domanda era apparsa molto seria e motivata, come se Aarvar, per una volta tanto, avesse voluto mostrare il massimo rispetto a Neris. Non che gli importasse particolarmente della sua carica: come già detto, interferisci e l'Antico ti avrebbe ridotto a un tizzone fumante in un secondo scarso... tuttavia trovava molto coraggioso l'affermare una frase come "La Master di Nuovielle" di una fronte a un entità così pericolosa e sconosciuta quale Aarvar; parlare di "potere" e "superiorità" di una fronte a un entità antica di cui si sapeva realmente poco e niente era un gesto che non si poteva vedere tutti i giorni, e questo l'Antico lo rispettava... e lo interessava particolarmente. Che comunque il suo fosse un capriccio da ragazzina viziata\insicura, o da guerriera indomabile, questo Aarvar non poteva saperlo con certezza... anche se la sua grande esperienza in campo psicologico lo faceva protendere per una via di mezzo tra le due. Neris non sembrava una persona che aveva avuto una vita facile, e nemmeno una così sicura di sé da poter andare avanti senza l'aiuto di qualcuno, inconsciamente pareva cercasse qualcuno da cui dipendere, qualcuno che la potesse proteggere e guidare nei momenti di maggiore bisogno; questo tuttavia sembrava creargli un conflitto interiore, il suo io che si scontrava con il dannato orgoglio della sua specie, così tipico dei vampiri più anziani; inoltre, ma di questo non era assolutamente sicuro, aveva già sperimentato questo processo in passato, probabilmente con il suo creatore... ma non era affatto andata bene.

    Si piegò un poco sulla sedia, riprendendo velocemente la sua classica espressione giocosa; cominciò poi a dondolarla avanti e indietro, con un margine di inclinazione così alto che sarebbe stato plausibile pensare di vederlo capitombolare per terra da un momento all'altro. Ma per vostra grande sorpresa, Aarvar sembrava un esperto di quella curiosa attività, spingendosi sempre in avanti quando ormai la gravità era a un soffio da portarlo sempre più vicino a sé; sembrava proprio che qualsiasi sedia il cul... i fianchi di Aarvar avessero deciso di usare, sarebbe stata sempre un immaginario modello "a dondolo". Di certo, Neris non si sarebbe mai aspettata un abilità così "inconsueta".

    "Una curiosità, già che ci sono..."

    Si rimise in posizione "eretta" con la sedia, in modo da poter guardare dritta negli occhi la vampira senza andare avanti e indietro come una cavalletta.

    "Lei conosce l'esistenza di altri Antichi, magari di II° Classe? Visto che sono il "novellino" della città, mi pare doveroso portare i rispetti anche a loro... senza contare che potrei sempre fare conoscenza di qualche nuovo cliente, il che non fa mai male"





    Edited by Blasphemo - 28/5/2015, 15:07
     
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    Doveva ammetterlo, quell'uomo non riusciva ad inquadrarlo. Se si fosse trattato di chiunque altro, a quel punto, avrebbe tentato di accedere alla sua mente per fare un po' di chiarezza, ma farlo con un vampiro antico forse più anziano e più potente di lei sarebbe stato un suicidio. O quantomeno una dichiarazione di guerra... e Neris non si sentiva pronta ad iniziare una guerra contro un altro antico. Sarebbe stata impegnativa e problematica sia per lei che per la città. No, non l'avrebbe fatto, non per adesso almeno: Bane non aveva fatto ancora nulla che la vampira potesse interpretare come una vera e propria minaccia, anzi era stato estremamente cortese. Allora qual'era il problema? Perché provava emozioni così ambigue nei suoi confronti? L'antico era affascinante, non tanto per il suo aspetto fisico (sì, era bello, come tutti i vampiri, ma non rientrava esattamente nei suoi canoni di bellezza, diversamente dal proprio creatore), ma per la sua presenza e probabilmente per il fatto che si fosse dichiarato parecchio più antico di lei. E, in qualche modo, lo percepiva come una minaccia, una minaccia a cui doveva difendersi. Perché? Per il suo potere? Per i molti secoli che li separavano? O perché in qualche modo quando guardava Bane vedeva Arawn? C'era qualche similitudine tra i due che percepiva inconsciamente? O era solo tutta suggestione? Suggestione, doveva essere suggestione. Bane era abile a far notare la sua presenza, a prendere - involontariamente o meno - l'attenzione di chi gli stava attorno... o, quantomeno, di lei. Nulla di quell'uomo avrebbe dovuto ricordarle quel pazzo sadico del suo creatore. Era solo semplice suggestione: il fatto di non essere più l'unica antica della città la preoccupava, tanto da tirare fuori quel titolo che nessuno le aveva dato e che aveva solo fantasticato nella sua mente. E non era una cosa facile da digerire.

    Ascoltò con attenzione le parole dell'antico sul suo mestiere di medico, riflettendo silenziosamente sulla sue considerazioni. Era davvero così bravo e così conosciuto? Allora lei come aveva fatto a non sentire mai parlare di lui? Uno dei suoi territori di caccia preferiti erano proprio le zone controllate dalla malavita e dai delinquenti. Ma, alla fin fine, spesso si risulta ciechi e sordi alle cose che non si stanno cercando. La spiegazione alla sua non conoscenza poteva essere spiegata con un non aver cercato e un non aver fatto caso. Quando Bane le porse un biglietto da visita, lei lo prese con un cortese cenno del capo, per poi dire: "Non credo che ne avrò bisogno, ma la ringrazio per la cortesia." No, non aveva intenzione di affidarsi a lui in caso di emergenza, non si fidava abbastanza. Per adesso, quantomeno. Preferiva leccarsi eventuali ferite da sola, in qualche angolino sicuro. Era sopravvissuta fino a quel momento in quel modo, avrebbe potuto farlo anche in futuro. E, se si fosse trovata davvero nei casini, beh... aveva anche il numero di cellulare di quel bastardo del suo creatore. Non esattamente il massimo, ma almeno di lui sapeva che non avrebbe approfittato mai di un suo momento di debolezza per farle del male. Non fisicamente, almeno. Per quanto riguardava le ferite psicologiche, beh... era meglio non pensarci.

    Ritirò il biglietto da visita nella borsetta, mentre il vampiro passava a parlare del suo teatro. Doveva avvisarlo della sua regola non scritta? No, non sarebbe stato carino e, in ogni caso, sarebbe stato dannatamente scortese per Bane mettersi a cacciare nel teatro di un altra antica. Non c'era bisogno di sottolineare una regola comportamentale così ovvia, no!?

    La domanda sul suo titolo auto-proclamato non le fece molto piacere, ma alla fine era ovvio che sarebbe capitata. Ma se aveva scelto di percorrere quella via, era ora che si iniziasse realmente a prendere cura della città. Cosa che, in un certo senso, aveva già iniziato a fare controllando quell'inverno i movimenti di un certo monaco-stregone, di due serpi e compagnia bella. Degli avvenimenti che di certo non le faceva piacere ricordare. "Gli abitanti, per così dire, sovrannaturali di questa città sono in grado di limitarsi autonomamente. Si tratta di una tecnica di auto-difesa: non farebbe piacere a nessuno di noi che la nostra esistenza diventasse di dominio pubblico, e alzare troppo la cresta significherebbe diventare bersaglio di cacciatori o simili. Io mi limito ad intervenire solo quando strettamente necessario e, in tal caso, preferisco limitarmi a controllare la situazione. Sempre che non precipiti, ovviamente." Che fossero le parole giuste? Non lo sapeva, ma in effetti quello era ciò che intendeva fare. Non sapeva ciò che Asterios aveva fatto esattamente quando era a capo(?) dei vampiri di Nouvieille, ma quello era di sicuro ciò che aveva intenzione di fare lei. Quella città le piaceva, era in un certo modo diventata il suo personalissimo territorio. Non avrebbe permesso a qualcuno di distruggerla. E, nel frattempo, non avrebbe interferito con la vita e la caccia altrui. Non le sarebbe sembrato corretto.

    "Attualmente, in questa città, sono presenti due vampiri antichi: io e lei. Questo è tutto quello che posso dirle, signor Bane." Commentò, alla sua ultima domanda. Avrebbe potuto parlargli di Asterios... o anche di Arawn, ma che senso avrebbe avuto? Il primo se n'era andato e il secondo se ne stava alla larga da Nouvieille. Sì, sarebbe stato divertente portare guai al suo creatore, ma anche deprimente. Non era una cosa da lei.
     
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    Aarvar "The Dentist" Bane

    Tutti mi danno del "bambino cattivo", ma si sbagliano...Sono l'elemento più attraente che potresti trovare a una festa... E sai perché, mia cara? Perché io rilascio le inibizioni che tu tieni incatenate nel tuo cuore da anni.


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    CITAZIONE
    "Non credo che ne avrò bisogno, ma la ringrazio per la cortesia."

    Rise sommessamente in tono comunque rispettoso a quell'affermazione, l'esperienza che gli diceva chiaramente come queste, nelle creature sovrannaturali, erano spesse le "ultime parole famose". Decise comunque di non "infierire" ulteriormente su questo argomento, lasciando l'Antica a bollire nel crogiolo delle sue convinzioni; era indubbiamente vero che Neris era pur sempre un vampiro di una certa classe d'età, il che voleva dire che si portava addosso parecchio potere combattivo sulle spalle... ma era anche vero che aveva avuto modo di vedere di persona, ogni volta che un suo paziente arrivava nella clinica squartato, arso vivo o con metà budella che gli colavano fuori dalla gola (si, una volta era successo pure una cosa da x-files come questa) quanto fosse dannatamente organizzata e efficiente la rete degli Hunters cittadini, ed era perfettamente cosciente che, se avessero voluto, avrebbero potuto benissimo sistemare anche Antichi del calibro di Neris o Aarvar; certo, gli sarebbe costato una quantità di risorse disumane, il che non rendeva in pratica il gioco valere la candela, ma in linea teorica era una possibilità... senza contare che, di Hunter con idee particolarmente suicide per sè stessi e per la causa che dicevano di incarnare ne avevi visti (e inceneriti) a bizzeffe.

    Aarvar aveva notato come Neris non sembrava apprezzare l'idea di avere il Dentista nel suo teatro: che temesse forse una possibile invasione del suo territorio di caccia? Non era qualcosa di cui la Rossa si sarebbe mai dovuto preoccupare molto, in realtà: né Aarvar né Anna avevano bisogno di uscire la sera ad andare a cercare qualche vittima innocente, fosse sia in un vicolo che in un elegante ristorante francese, per soddisfare le loro esigenze alimentari, il loro lavoro bastava e avanza anche di molto in questo; per quanto riguardava Layla, invece... beh, non era una ragazza da prendere ordini da chiunque non fosse altro che se stessa o suo padre, ma aveva comunque un minimo di concezione nel capire che pestare i piedi a un altro Antico (peggio ancora, con l'altissima possibilità di avere un secondo Antico come creatore a coprirgli le spalle) era una tattica decisamente troppo azzardata senza una strategia precisa, soltanto per ottenere un poco di sangue... ma cosa ancora peggiore, avrebbe quasi sicuramente fatto infuriare il padre per una simile scavezzata, e di sicuro la ragazza era l'ultima cosa che avrebbe mai voluto vedersi davanti; un padre incazzato non è mai uno spettacolo a cui si vuole assistere.

    CITAZIONE
    "Gli abitanti, per così dire, sovrannaturali di questa città sono in grado di limitarsi autonomamente. Si tratta di una tecnica di auto-difesa: non farebbe piacere a nessuno di noi che la nostra esistenza diventasse di dominio pubblico, e alzare troppo la cresta significherebbe diventare bersaglio di cacciatori o simili. Io mi limito ad intervenire solo quando strettamente necessario e, in tal caso, preferisco limitarmi a controllare la situazione. Sempre che non precipiti, ovviamente."

    In parole povere, si trattava di stare a guardare la situazione, e intervenire molto marginalmente se qualcuno attuava qualcosa che avrebbe potuto rompere l'equilibrio di carta della città... praticamente quello che Aarvar aveva intenzione di fare con la sua ricerca sulle creature, un gran brutto giorno di questi. A quanto pareva ne sarebbe conseguita una bella lotta tra lui e la Rossa, avrebbero fatto indubbiamente fuoco e fiamme... letteralmente.

    CITAZIONE
    "Attualmente, in questa città, sono presenti due vampiri antichi: io e lei. Questo è tutto quello che posso dirle, signor Bane."

    Sapeva che mentiva, lo sapeva benissimo: per quanto gli Antichi non erano sicuramente una merce comune, nel circolo del sovrannaturale, era alquanto improbabile che in una cittadina così piena di creature come Nouvielle ci fossero soltanto due antichi; inoltre aveva avuto informazioni al riguardo da altri suoi colleghi più giovani su quest'argomento, che gli confermavano la sua teoria riguardante il fatto che non era proprio soli, in quella ridente cittadina dell'Europa settentrionale. Ma che Neris gli avesse mentito era qualcosa di logico: essere "Master di Nouvielle" non era qualcosa di facile da gestire, e già un secondo vampiro Antico nella sua cittadina era un evento sufficientemente forte da poter minare le basi del potere... ora, provate a pensare cosa sarebbe potuto significare un alleanza tra due Antichi per poter gestire insieme un problema comune, ovvero lei. Una forza assolutamente inarrestabile, un autentica calamità naturale: quindi, questo gesto dettato dalla prudenza era, per Aarvar, giustificato e perdonabile; in fondo, avesse veramente voluto, sarebbe riuscito, prima o poi, a risalire agli indirizzi dei suoi bersagli, sguinzagliando i suoi cani, mafiosi e sovrannaturali che fossero, sarebbe bastato richiedere indietro uno dei suoi favori e, ZAC, indirizzo bello fresco direttamente via mail sul cellulare in poche ore, giorni se il ricercato avesse giocato le sue carte molto bene, massimo un mesetto per i tipi veramente ostinati (e bravi, cosa che, sicuramente, un Antico medio era); in fondo, tra i suoi clienti abituali, spiccavano anche stregoni di una certa esperienza, e una divinazione bella potente era un pagamento da poco da richiedere. Tuttavia, per quanto la sua smaniosa ricerca del "vecchio" fosse particolarmente forte in lui, non lo era abbastanza da fargli perdere la cognizione (ma soprattutto l'educazione) di andare a impicciarsi nella vita di altri Antichi, non solo perché sapeva che molti della sua specie non avrebbero preso bene una simile intrusione nelle loro vite private, ma perché non aveva nessuna intenzione di pestare i piedi a Neris con questa piccola marachella: un Antico "giovane" da gestire era una cosa, due era qualcosa per cui Aarvar sarebbe stato costretto a giocare le sue carte più pericolose, che avrebbe preferito tenere per situazione decisamente più "evitabili" di queste. Decise però di ricambiare un poco la possibile scortesia di Neris nel tenerle segrete questa piccola informazione di stato, rincarando un poco la dose di preoccupazione che mai avrebbero potuto affliggere la giovane Master di Nouvielle, magari anche come "assicurazione" per evitare in lei qualsivoglia colpo di testa.

    "Quindi, di Antichi, siamo solo io, lei e le mie due adorate figlie... sigh, dovrò cominciare a usare Google per trovare qualche vegliardo come me, mi sa"

    Forse aveva un poco esagerato... solo un poco... ma Aarvar dovette, sadicamente, ammettere che gli era piaciuta non poco l'espressione di difesa istintiva di Daenerys, una volta appreso che razza di calamità fosse entrata così silenziosamente nel suo dominio, e sarebbe stato ben contento di poterla rivedere anche solo per un'ultima volta. Se poi avesse chiarito o meno il piccolo scherzetto con la sua compagna di giochi... oh beh, questo dipendeva da quanto la sua espressione lo avrebbe deliziato.





    Edited by Blasphemo - 5/9/2015, 18:19
     
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    Per prima cosa ti chiedo umilmente scusa per il ritardo. ^^ Per seconda ti devo chiedere nuovamente di modificare le dimensioni del testo nel code role, in quanto illeggibile. Come grafica, ti posso dire che nel web le dimensioni del font devono essere tra i 12pt e i 14pt e l'interlinea deve essere tra il 130% e il 150%. Le tue scritte sono di 7.5pt. @_@ Mi è estremamente difficile leggerle. Per non parlare del fatto che sono scritte bianche su sfondo nero. Povera vista. XDD (Spero di non averti offeso, ma davvero... rispondere a questa role sta diventando una tortura... e per di più è una role interessante. ç_ç)
     
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  11. Blasphemo
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    CITAZIONE (Neris @ 3/9/2015, 08:42) 
    Per prima cosa ti chiedo umilmente scusa per il ritardo. ^^ Per seconda ti devo chiedere nuovamente di modificare le dimensioni del testo nel code role, in quanto illeggibile. Come grafica, ti posso dire che nel web le dimensioni del font devono essere tra i 12pt e i 14pt e l'interlinea deve essere tra il 130% e il 150%. Le tue scritte sono di 7.5pt. @_@ Mi è estremamente difficile leggerle. Per non parlare del fatto che sono scritte bianche su sfondo nero. Povera vista. XDD (Spero di non averti offeso, ma davvero... rispondere a questa role sta diventando una tortura... e per di più è una role interessante. ç_ç)

    Colpa mia, avevo copia-incollato il codice dello sfondo di base e mi ero scordato di sistemare la dimensione del font; tranquilla che non mi sono offero, in fondo me la sono cercata :P

    Prenditi comunque il tempo necessario per rispondere, tanto, ora come ora, sono troppo assorbito dall'ultima sessione d'esami per poter considerare i forum di ruolo xD
     
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    Se la sue pelle non fosse stata già piuttosto pallida, per quanto non bianca e cadaverica come era quella di una Antica che non si era nutrita da poco, Neris di certo sarebbe impallidita all'ultima affermazione di Bane. Invece si limitò a consolidare la sua espressione neutra, la maschera che usava per nascondere le sue emozioni al mondo, segno evidente che qualcosa l'aveva turbata. La situazione era di certo peggiorata rispetto a quello che aveva preventivato. Già dover avere a che fare con un altro Antico, soprattutto se non si fosse comportato come lei si era comportata con Asterios e invece avesse cominciato il suo tentativo di conquista della città, non sarebbe stato per niente facile... ma ben tre antichi... era fin troppo anche per lei. Che fosse una menzogna per turbarla? Era possibile, soprattutto se considerava la presenza di Neris una minaccia ai suoi eventuali piani o se si era sentito offeso dal fatto che lei non le aveva indicato altri antichi. Non che lei avesse mentito, ovviamente. Non c'erano altri antichi oltre lei, Bane e l'eventuale famigliola di quest'ultimo a Nouvieille, almeno a quanto lei sapesse. Su dove fossero o cosa facessero Arawn o Asterios non era cosa che dovesse interessare a Bane, e Neris non ne era informata. Insomma, Arawn probabilmente sarebbe riuscita a rintracciarlo (se non era più a Londra, le sarebbe bastato seguire le indicazioni delle sue povere amanti vampirizzate e poi abbandonate per scoprire qualcosa) ma di Asterios non sapeva più nulla, nemmeno se era ancora in vita. Ma di certo non avrebbe permesso a una famiglia di Antichi di rovinare la città che lui aveva amato e che lei aveva ormai cominciato ad amare. Beh... a dire il vero non sapeva come avrebbe potuto fermare eventuali tre Antichi impazziti... quindi era meglio cercare di mantenere l'eventuale conflitto nell'ambito della diplomazia.

    "Le sue figlie sono delle Antiche? Ma è stupendo!" Disse dunque, mentre un sorriso le compariva volutamente sulle labbra. "Non ho mai incontrato altre vampire che avessero più o meno la mia età, sarebbe di certo piacevole poterle incontrare. Sempre che il loro padre permetta, naturalmente." Era una minaccia? Forse sì, forse no, in effetti ad una parte di lei sarebbe piaciuto incontrare quelle ragazze. E poi... dannazione, non aveva deciso di mantenere il conflitto nella diplomazia? Era meglio che la piantasse di farsi venire in mente strane idee o sarebbe diventata come il suo creatore. "Alla nostra età è difficile trovare qualcuno con cui si potrebbe fare amicizia: con i neofili o i giovani è dura, il rapporto che si instaura è legato alla differenza di età. In questo le sue figlie, essendo in due, sono di certo fortunate." Una proposta di pace? Beh, sicuramente non è che avesse molte scelte. Ma se lui e la sua famiglia se ne fossero stati buoni, senza intromettersi nelle sue faccende, allora lei avrebbe fatto altrettanto.

    Thanks! <3

    Tranquillo, non c'è fretta. La vita reale ha la priorità sui forum. E buona fortuna per gli esami!
     
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11 replies since 7/5/2015, 07:28   200 views
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