Falce di luna rossa

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dannato e socialmente troppo espansivo inside

    Group
    Vampiri
    Posts
    8,595
    Reputation
    +61

    Status
    Morto

    Non ce la faceva. Ansimava. Mangiava, prendendo appieno dalle mani sporche di sangue che si portava alla bocca voracemente.
    Qualche lacrima gli scendeva sulle guance, seccandosi poco dopo mescolandosi al sangue. Raven era tornato, confuso, irritato, ferito. Di nuovo a Nouvieille. Di nuovo lì. Come se la strada del suo destino fosse segnata, come se il serpente non facesse altro che mordersi la coda ancora e ancora, un serpente maligno e severo pure con lui che di per sè non era affatto una persona buona, nè nuova.
    A terra accanto a lui giacevano due fedi di oro lucide del sangue, le fedi che aveva promesso a Shannon e a suo figlio. Il corpo sventrato della donna, cannibalizzato e con la faccia ancora raccolta in un grido di dolore era davanti a lui che ne stava gustando le interiora come se fossero nettare degli dei, mentre il figlio quindicenne era la preda scappata in mezzo alla boscaglia, ai roseti, incredulo di cosa stava vedendo fare da suo padre.
    E pensare che era tutto partito da una lettera, da un "incontriamoci...". E tutto si era declinato nella furia quando il viaggio non programmato di turno era finito con l'atterrare ancora lì, ancora una volta.
    Basta...
    Raven voleva spezzare quel destino infame e l'unico modo era uccidere, di nuovo, ancora. Aveva fame, doveva nutrirsi. Allora era andato alla sua vecchia casa e le aveva parlato un po' saccentemente, di come fosse tornato per lei, per loro, per vivere una vita insieme. Nessuno d'altronde avrebbe mai visto il sangue della sua figlia diretta sulle mani, lavato dove ancora giaceva, dove l'aveva nascosta Sara.
    Midnight non era riuscita a proteggere Shannon da lui, nè Sara lei dalla sfortuna di rintracciarla, scovarla, farla a pezzi per distruggere lo spirito interiore che lo teneva prigioniero da anni nella pazzia. Ora, finalmente libero, stava pagando il debito con sua sorella. Un debito che lui aveva chiuso lasciandole una vita, una fortuna, un figlio in ricordo di quello che era stato. Un debito da saldare con la sua morte, in realtà.
    Continuo ad infilare affannosamente le mani nel corpo femminile, con le unghie che sferzavano reni, fegato, che raccoglievano sacche e pezzi di polmoni ormai sbriciolati. Era ancora in forma umana, ma non aveva fatto quasi il primo passo in città ed eccolo, di nuovo imbrattato di fame, assetato di vendetta. Forse, anche di vendetta contro la città che continuava a comparire nei suoi sogni agitati all'estero, che lo tormentava assieme alla sua antica storia.
    Il sangue gli copriva tutta la parte superiore della maglia a mezze maniche, gli avambracci, la faccia. Il viso ferino l'avrebbe fatto sembrare a chiunque più un mostro che non un dannato ferito dal destino. Aveva trovato apposta uno spiazzo appartato lontano dalle strade basse della città, tra le piante al bordo dei fossi, dove ancora non faceva così freddo e la vicinanza all'acqua produceva una sottile nebbia. Raven si leccò gustosamente le labbra e le dita, sordidamente, come se quel liquido fosse una leccornia. Poi alzò il viso dal busto aperto della donna che tanto gli somigliava e aguzzò i sensi, inarcando profondamente la schiena, inspirando l'aria pungente che sapeva di erba... e terrore.
    Quando aprì gli occhi, sapeva già da che parte andare. Eccolo, lo sentiva, il suo passo goffo e tremolante a molti metri di distanza.
    Piccolino...?
    Un sorriso che sembrava una ferita nella sua faccia si aprì soddisfatto, rivelando i denti seghettati degni di uno squalo.
    Piccolino, vieni da papà! So che sei lì, da qualche parte... non puoi scappare.
    Raccolse le fedi mettendosele in tasca e strappo l'ultimo brandello di pelle dalla madre mentre si alzava, per poi morderlo e gettarlo via. Non era ancora sazio. Era infuriato, ma non tanto da trasformarsi.
    E se qualcuno ti nasconde... disse a bassa voce, in un sussurro. ...farà bene a non farsi vedere prima che lo trovi e lo surgeli. Magari come antipasto.



    Topic per Daisuke
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    "Solo coloro che amano i gatti conoscono il piacere di una borsa dell’acqua calda, musicale, in pelliccia e che non si raffredda mai." (Susanne Millen)

    Group
    Licantropi e Mannari
    Posts
    6,668
    Reputation
    +247
    Location
    dalla tana della lince <3

    Status
    Morto
    up-Diario



    Le camminate notturne facevano parte della vita di Daisuke da diversi anni ormai, praticamente da quando lo spirito della Madre Luna aveva preso possesso del suo corpo. Quando era ancora un Mannaro giovane e inesperto, quelle passeggiate erano qualcosa di molto più selvaggio e incontrollato, ma ora che aveva una certa padronanza su quello che era il suo lato animale, le camminate notturne di Daisuke erano qualcosa di più. Paragonabili a una sorta di comunione tra sé e l'essenza del bosco e dei prati coperti di erba alta e gelida, ritrovava sempre se stesso in quei frangenti, e quella sorta di pace dei sensi che la vita frenetica e soffocante della città non gli dava. In un certo senso si sentiva quasi costretto, arrivata una certa ora, a vestirsi, uscire, camminare a oltranza fino a ritrovarsi in quello che era il suo habitat, in un certo senso.

    Quella notte, verso le 01:20 aveva avuto la necessità di spegnere la TV che stava guardando passivamente, senza interesse alcuno, di vestirsi con un paio di jeans neri stretti, una felpa in pile grigia a collo alto, mettere il chiodo e uscire. Non essendo freddoloso, aveva evitato di mettere una sciarpa anche perché la brezza notturna d'autunno era una cosa che gli esaltava lo spirito e lo faceva stare bene. In effetti non era freddo, ma nemmeno così caldo da potersi permettere di andare senza una giacca, ma non era quello un fatto importante per Daisuke, si era coperto quanto bastava per non prendersi uno di quei dannati raffreddori stagionali. E così era uscito.

    Giunto fuori dalla città aveva tratto un profondo sospiro di sollievo, palesemente soddisfatto nell'espressione del viso quando il profumo dell'erba e della terra umida gli era entrato nelle narici leggermente dilatate da quel gesto di inspirare che gli aveva gonfiato il petto. La notte, inoltre, era serena e il cielo completamente sgombro dalle nuvole, un clima perfetto per scrollarsi di dosso un po' di quella umanità che c'era in lui e sentirsi più felino dentro, pur restando quel giovane uomo quale era in tutto e per tutto nell'aspetto. Era molto calmo nello spirito e camminava lentamente con le mani nelle tasche dei pantaloni, guardando distrattamente e di tanto in tanto gli anfibi che affondavano nella terra bagnata dalla pioggia del pomeriggio. Alle orecchie, poi, gli giungevano tutti quei suoni tipici di posti come quelli: uccelli notturni che emettono versi e canti simili a campane a morte, oppure piccole prede come conigli e scoiattoli correre qua e là, i primi in mezzo all'erba fredda e i secondi tra i rami degli alberi, entrambi in cerca di cibo. E opi il carezzevole fruscio delle poche foglie rimaste attaccate ai rami intirizziti, mentre la maggior parte delle altre erano già a terra a creare una coltre dall'aspetto morbido e dai colori tipicamente autunnali: il rosso, l'oro, e le tante sfumatura di marrone, erano i colori di quella coltre che i piedi di Daisuke avevano cominciato a calpestare. Si trovava ora nei pressi del fiume che, in quel tratto, non sembrava essere tanto ampio, lui camminava mantenendo una certa distanza da quel letto colmo d'acqua gelata proprio perché sapeva, suo malgrado e anche con un certo disappunto, che quell'elemento liquido avrebbe potuto dargli qualche problema. Perché l'acqua influiva sui Mannari? Avrebbe dovuto approfondire questo fatto, e proprio pensando a questa cosa i suoi occhi, specchiati e simili a due piccoli fari verdi, avevano scorto una sagoma a terra, ricurva su qualcosa che lì su due piedi non era stato capace di riconoscere, né l'uno e né l'altro. Istintivamente si era fermato e qualcosa gli aveva suggerito di fare un passo indietro e usare il primo albero alle sue spalle come palo per tenersi al sicuro, nascosto e allo stesso tempo in grado di poter vedere cosa o chi fosse quella sagoma.
    A dirla tutta, concentrandosi meglio sulle sensazioni che ora lo attraversavano, non aveva un buon presentimento perché affinato l'olfatto e tese le orecchie, il primo aveva colto una punta di odore di origine ematica provenire da quell'area e il suo udito, invece, di percepire un suono che lui conosceva molto bene.
    Daisuke era un cacciatore, nelle notti di luna piena si cibava di corpi d'infanti che procacciava da aree ben lontane da Nouvieille, spostandosi di volta in volta in luoghi diversi dal precedente. Daisuke sapeva bene che quel suono così simile a carne cruda triturata, non poteva essere altro che un cadavere vittima di qualcuno con la mania del cannibalismo. Era certo non si trattasse di un Mannaro come lui perché se ne sarebbe accorto, inoltre non avvertiva nessun odore animalesco provenire da quella figura che ancora non aveva ancora capito bene chi e cosa fosse. Si limitava ad osservare e ad ascoltare quel suono che, attimo dopo attimo, stava risvegliando in lui quell'istinto ferale e bestiale che era sempre presente in lui. Fortuna voleva che aveva un ottimo autocontrollo di sé e dei suoi istinti, altrimenti da lì a poco si sarebbe ritrovato a lottare con uno sconosciuto per un pezzo di carne o di intestino e fare chissà quale fine. Oppure ridurre quell'altro in chissà che modo.

    Fino a quel momento, ossia fino a quando l'uomo senza volto non si era voltato per cercare qualcuno, aveva immaginato un uomo di un'età diversa e maggiore rispetto a quanto poteva vedere ora con i suoi occhi, stando comunque attento a non farsi vedere sfruttando la sua capacità di mimetizzarsi con il buio. La Notte era sua amica e confidava nel suo velo scuro che lo avvolgeva anche in quel momento.
    Improvvisamente però si era voltato quando aveva capito che l'uomo, dalla stazza importante e dotato di ottima muscolatura, stava cercando qualcuno. Gli occhi di Daisuke si erano ora soffermanti su quella fila di denti a punta completamente macchiati di sangue. Un'immagine che un po' l'aveva scosso forse solo perché non se l'era aspettato. O meglio, aveva voluto non ritrovarsi in un momento come quello: un uomo avvezzo a chissà quali abitudini carniste, che cerca un bambino o almeno quello sembrava essere. L'uomo in fondo aveva usato l'aggettivo 'piccolino' e nella sua mente il Mannaro non aveva potuto non pensare a un bambino.
    Dove era quel bambino? Ne sentiva i passi, ma voltarsi voleva dire mettersi potenzialmente a disposizione dell'uomo cannibale, e fare ciò non era una scelta saggia. L'unica cosa da fare era aspettare che succedesse qualcosa, tipo che il bambino o quel che era uscisse allo scoperto, o che quell'uomo agisse in qualche maniera.



    CITAZIONE
    Bonus:
    • Fiuto eccezionale: sentono l'odore delle prede anche a decine e decine di metri di distanza e seguendone le tracce riescono a raggiungerlo;
    • Sensi molto sviluppati: soprattutto vista (ottima anche di notte e al buio), olfatto e udito sono maggiorati del 50% rispetto ad un normale umano;
    • Empatia: permette di percepire lo stato d'animo di chi ha vicino, se questo ad esempio è impaurito di lui, se vuole fargli del male, se prova gioia, dolore o altro. Non può trasmettere le proprie sensazioni e sentimenti, ma solo riceverli, percepirli e capire grosso modo cosa sta provando chi ha vicino.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dannato e socialmente troppo espansivo inside

    Group
    Vampiri
    Posts
    8,595
    Reputation
    +61

    Status
    Morto

    Nonostante l'ottima vista al buio, con la mente altrove e l'olfatto inebriato dall'odore del sangue che poco a poco seccava sulla sue guance, Raven non aveva prestato attenzione all'osservatore inaspettato che non sapeva ancora d'avere. Piuttosto, in piedi davanti al cadavere di Shannon e con le mani infilate in tasca, aveva preso quietamente a seguire le tracce lasciate dal bambino, che stava quantomeno cercando di fuggire. Purtroppo per lui l'ottima vista gli consentiva di vedere dov'erano i rami rotti, le tracce nella fanga vicino al fosso o i tratti in cui si era bagnato lasciando una scia d'acqua. Si stava allontanando velocemente, o nascondendo.
    Notanto un rumore a distanza, dietro un cespuglio a meno di venti metri, i suoi occhi scattarono. Quella di suo figlio era una presenza riconoscibile perchè aveva la sua stessa "aura", quella di Raven o meglio di Michael, l'umano che era stato, benchè non alterata dalla malvagità che era tipica degli angeli neri. Inoltre aveva addosso ancora il profumo della madre.
    Si era nascosto.
    Ruotò leggermente gli occhi sbuffando, caricò le gambe e con un'agilità consolidata negli anni raggiunse a grandi falcate. Il piccolo se ne accorse ma invece di tentare saggiamente di scappare, nel correre via si voltò una volta di troppo. Si ritrovò letteralmente appeso, tenuto per il collo della maglietta da un angelo ben più che corroso, furente, che lo guardava con un sorriso sghembo che avrebbe fatto scappare persino un diavolo.
    Papà... si mise a piagnucolare il piccolo. Perchè... che hai fatto alla mamma?
    Tesoro, aveva un debito da pagare, uno bello grosso anche sbuffò Raven, il braccio teso davanti a sè, alzando il bambino fino alla sua faccia.
    Ma t-tu non mi vuoi fare del male?
    Solo per poco, piccolino. Solo un pochino. In fondo, non dovresti neanche esistere.
    Papà... ti prego... gli occhi del bambino, uguale ai suoi, lo fecero esitare solo per un breve istante. Raven corrugò la fronte, strinse le labbra e la mascella come volesse mordersi la lingua e fece come a volersi guardare indietro, come se per una casualità avesse percepito qualcosa. Invece, non era nulla, quindi tornò sul bimbo.
    Devi capire che non posso fece, in tono più benevolo. Tua madre non doveva sopravvivere. Non doveva essere nemmeno riportata in vita, e invece ho rotto gli equilibri, ho fatto un sacrificio... e grazie a lei? Sono morto. Morto dentro.
    Il bimbo si ranicchiò spaventato, portandosi le braccia davanti al viso, i capelli neri riccioluti che gli scendevano sulla fronte gocciolanti di brina. Raven lo avvicinò tanto a sè da sfiorarglieli con la punta del naso, poi gli diede un lieve bacio sulla fronte, in un moto di vaga comprensione.
    Nessuno vuole morire. Ma se ti lascio andare, tutto questo non avrà avuto senso. La morte di tua madre. La mia.
    Dimmi, preferiresti che ti dessi in adozione ad un'altra famiglia piuttosto che morire con la tua dolce mammina? Almeno sareste ricongiunti subito.E risparmieresti la vita a quei tuoi poveri genitori adottivi.
    Tu sei solo un piccolo portatore di caos. Ce l'hai nel sangue, sei come me.
    Non aspetterò che tu cresca per fare la mia fine. Diventare un angelo nero. Tormentarmi.
    Hai un minuto per dire addio al mondo, figlio mio.

    Lo schiocco della lingua contro il palato. Lo sguardo dell'angelo che se avesse potuto, avrebbe raggelato il suo obbiettivo, mentre il bambino piagnucolava sommessamente tirando su col naso. Non tentava nemmeno di scuotersi dalla presa del padre, era troppo piccolo e poco forte per farlo.



    CITAZIONE
    Bonus:
    - Di notte vedono molto bene quasi come fosse giorno, la loro vista si acuisce anche se devono osservare un punto, un oggetto o un essere vivente abbastanza lontano (max 20 metri);
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    "Solo coloro che amano i gatti conoscono il piacere di una borsa dell’acqua calda, musicale, in pelliccia e che non si raffredda mai." (Susanne Millen)

    Group
    Licantropi e Mannari
    Posts
    6,668
    Reputation
    +247
    Location
    dalla tana della lince <3

    Status
    Morto

    up-Diario




    Inspiegabilmente Daisuke si sentiva in un certo modo attratto da quella scena, in fondo anche lui sbranava esseri viventi e per giunta di piccole dimensioni e con ancora troppe poche primavere per morire, ma il caso che stava seguendo nascosto e in silenzio aveva qualcosa di diverso dai suoi, spinti principalmente dallo spirito di caccia. Quello era un caso in cui un padre ha tutte le intenzioni di uccidere il proprio figlio e ha tutte le carte in regola per farlo, e apparentemente nemmeno nessun rimorso: da quanto aveva compreso, entrambi erano angeli neri, creature malvagie e una delle due, l'adulto, ne stava dando pienamente mostra. Davanti a quella confessione rubata il Mannaro si era sentito raggelare il sangue nelle vene e involontariamente si era guardato attorno al fine di trovare un modo per andarsene e lasciare che il destino si compiesse. Non era mai stato un giustiziere e non lo sarebbe stato nemmeno in quel momento, al massimo avrebbe potuto usare la sua testimonianza in qualche modo qualora gli fosse servito, ma mettersi in mezzo voleva dire per lui mettere a rischio la pelle, e lui questo non lo voleva affatto. Aveva un patto con un Diavolo e tutto voleva tranne che fare la stessa fine di quella donna e il suo bambino perché quel contratto prevedeva che vivesse tanto a lungo e con l'aspetto giovane. Valeva la pena mettersi sulle difese di qualcuno che nemmeno conosceva? No, decisamente, eppure... Eppure qualcosa gli diceva che voltare le spalle e andarsene sarebbe potuto non bastare e quindi essere scoperto, perciò doveva inventarsi qualcosa per distrarre l'Angelo, e se poi questo avesse distolto anche l'attenzione dalla sua preda, beh... Era un ragazzino ed era meglio se avesse avuto una chance di godersi la vita nonostante il padre fosse stato convinto di non volergli concedere quel lusso. I padri, spesso sono loro a fare le scelte sbagliate per i loro figli, col risultato di ottenere risultati indesiderati; farebbero meglio a fare i figli e poi lasciare che siano solo le donne a prendersene cura, proprio come accade in natura. Invece questo aveva già deciso che quel figlio doveva morire per mano sua per motivi che, in fondo, non aveva capito e che, tuttavia, non gli interessava molto comprendere.

    Ai suoi occhi non c'era modo di andarsene senza rischiare di finire male, Daisuke si stava sforzando per trovare un modo per farlo senza rischiare troppo. Stava tenendo presente il fatto che lui, in situazioni come quelle, non era dotato di grandi doti come mediatore, non era molto bravo con le parole e se in certe circostanze poteva essere un pregio, in quel momento vedeva quel fatto come una sorta di mancanza. Cosa poteva fare? Doveva mostrarsi così all'improvviso e sperare che quell'uomo smettesse di minacciare di morte il ragazzino senza che potesse fare la medesima cosa con lui? Improbabile, i suoi canali percettivi erano tutti aperti e tesi e avvertiva una tale rabbia, un tale odio da lasciar morire quell'idea sul nascere. L'effetto sorpresa spesso genera reazioni incontrollate, perciò aveva pensato che provare a calmarlo potesse essere una soluzione, ma non ne era sicuro.
    Stando poggiato al tronco dell'albero con la spalla sinistra, aveva fatto una mezza rotazione del busto per accostarci la schiena e in particolare la zona che si trova tra le scapole, appena sotto la base del collo. Aveva iniziato a strofinare piano quella parte sulla corteccia dell'albero, piano e senza far rumore, quello sfregarsi che gli stava stimolando vibrazioni tali da scatenare un suono appena percettibile, un suono vibrante, basso e piatto. Nello stesso momento, grazie al rilascio di endorfine che si era innescato e che aveva cominciato a spandersi in un'area non troppo ampia, ma nemmeno risicata, iniziava a stare un po' più tranquillo. Lui non sarebbe stato bersaglio di quegli effetti, ma forse quell'uomo si sarebbe sentito in qualche modo meno nervoso, meno arrabbiato e quindi più incline a mettere per qualche attimo l'ascia di guerra da parte.
    Tuttavia, però, nulla aveva impedito a Daisuke di pensare che quella sera, forse, avrebbe passato guai, guai seri.



    CITAZIONE
    Endorphine [Potere attivo]
    Questo potere si può sfruttare sia in forma umana che animale e si attiva attraverso lo sfregamento della parte superiore della colonna vertebrale (cervicale e la zona tra le scapole) contro una superficie o una persona al fine di scatenare una specie di ronzio simile alle fusa. Il rumore è appena percettibile, non è forte né subisce ondulazioni da suoni più alti a suoni più bassi, è un suono vibrante, basso e piatto. Questo suono provoca un rilascio di endorfine, cioè sostanze calmanti, capaci di fare rilassare la preda che in questo modo cessa di lottare, abbandonandosi al suo destino. Questo non vuol dire svenimento o effetti simili, bensì che la vittima si sente tanto calma e rilassata da rifiutare di agire e reagire anche alle aggressioni.
    Se usa questo potere con questo scopo la durata delle emissioni di endorfine è di tre turni, il primo per lo sfregamento e i restanti due per l'effetto.

    Questa specie di fusa però possono anche avere un effetto benefico sul mannaro o su altre persone, a sua scelta ovviamente, hanno funzioni terapeutiche in grado di portare, con le loro vibrazioni, giovamento a chi soffre di dolori reumatici, mal di testa, dolore da ferite e stanchezza. Se lo vuole usare per se stesso deve stare a riposo, se su se stesso basta sfregarsi su una superficie, se vuole che sia un'altra persona deve strofinarsi sull'interessato. Questa capacità curativa necessita il contatto per tutta la durata.
    La durata di questo potere curativo è di quattro turni, uno per lo sfregamento, tre per ottenere gli effetti.
    Raggio d'azione: 10 metri

    Turno I di III

    Scusami il ritardo, ero in vacanza >-<
    Nella descrizione del potere ho sottolineato quale dei due sta usando Daisuke in modo da non confondere. Spero il tutto vada bene!
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dannato e socialmente troppo espansivo inside

    Group
    Vampiri
    Posts
    8,595
    Reputation
    +61

    Status
    Morto
    In realtà non era tutto odio, sventramenti e perbenismo infinito. A Raven piaceva essere "corretto", per quanto questo concetto spesso sfuggisse a esseri come lui che erano sostanzialmente palle di caos dilaganti sparate in ogni direzione. A Raven piaceva quella sorta di legge divina che il buon vecchio Dante definiva "legge del contrappasso" e che diceva più o meno "ad ognuno il suo". Lui c'era morto, per loro, dannazione! Era ora che anche sua sorella e suo figlio spillassero un po' di vita dai loro corpi per dargliene atto, per avvalorare le sue pretese su di loro. E poi, il piagnucolio del bambino lo infastidiva. Non che non amasse i bambini: quelli tranquilli, calmi, zitti, fermi potevano passare come statuine di ceramica, e andavano benissimo. Erano quelli casinisti (un po' difficile essere altro per dei bambini veri) che non gli andavano proprio giù. E quel suo... quella sua sottomarca non era meglio degli altri.
    Con un sorriso beffardo lo guardò dall'alto al basso mentre continuava letteralmente a tenerlo per il colletto. Sottomarca era una definizione giusta, la giusta dose di mancanza di competizione. Perchè dopotutto ritenerlo un problema? Voleva guadagnarsi la cena con qualcosa di più gustoso data la giornata piena d'impegni che avrebbe avuto l'indomani. Perchè scomodarsi per un microscopico, semplice, chiassoso bambino.
    "Perchè li odio a morte, ecco perchè!" pensò spinto all'improvviso da un fervore che iniziò a spegnesi subito dopo. Il sapore del sangue ancora sul palato non potè molto, era come se pian piano il suo animo cessasse l'astio nei confronti della preda - facendogli scattare un lieve allarme in testa, ma non subito. Poteva essere una naturale perdita di interesse indotta dal considerare quel... coso... una preda troppo facile e fragile. Poteva essere che il suo respiro si stesse finalmente calmando, assieme al suo spirito vendicativo e astioso. Ma quella strana debolezza che lo attraversava... erano le fasi della luna? Il ciclo stagionale? Oppure un osservatore indiscreto, da qualche parte in quel bel scorcio di campagna incontaminata?
    Va bene...
    Detto, fatto: afferrò saldamente il collo degli abiti del bambino e lo sbattè a terra violentemente un paio di volte, sentendo lo schianto e lo stridio delle piccole ossa che schioccavano e si rompevano. Adorava sentire quel suono: bastava usare la forza bruta solo per il quantitativo necessario ad assicurarsi che avesse le ossa rotte senza morire. Niente sangue, poca violenza becera, molta soddisfazione. Se lo lasciò scivolare senza cura di mano, davanti ad un cespuglio, rivolgendosi poi pazientemente ai dintorni.
    La calma innaturale del suo animo poteva domare le sue sensazioni ma non le sue abitudini. Probabilmente poteva esserci un intruso, o magari un invitato alla cena. Un nuovo amico da farsi... ah, com'era diventato vecchio per farsi nuovi amici e nuovi nemici. Ma certo poteva condividere il pasto, e anche se fosse risultato ridicolo parlare al nulla di certo l'erba non poteva rispondergli per farsi beffe di lui. Si girò, ostentando un sorriso affilato.
    Chi c'è? chiese, non vedendo molto più in là di prima. Indicò con la mano il pupo, facendo un gesto di invito. Non mi faccio troppi problemi. E poi non ho ospiti a cena da... decenni. Se vuoi condividere il pasto vieni, su, senza avere paura. Non sono un tipo avaro.
    Difficile essere avari dopo i trascorsi passati con un Gramo spendaccione a Venezia. Ma dopotutto i fantasmi gli stavano simpatici e per di più, erano già morti. Il connubio perfetto. Sospirò, facendo vagare gli occhi verde neon sulla vegetazione.
    Se vuoi fare gli onori di casa accomodati pure. Anche perchè temo non durerà ancora molto.

    CITAZIONE
    A prescindere dal loro aspetto fisico, sono dotati di un forte carisma che molto spesso influisce sulle simpatie e le reazioni di chi li incontra e ci parla. Meno efficace può essere invece su un angelo bianco o un legale buono dal carattere e dalle convinzioni molto forti;


    Edited by 'Raven' - 15/1/2020, 01:43
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    "Solo coloro che amano i gatti conoscono il piacere di una borsa dell’acqua calda, musicale, in pelliccia e che non si raffredda mai." (Susanne Millen)

    Group
    Licantropi e Mannari
    Posts
    6,668
    Reputation
    +247
    Location
    dalla tana della lince <3

    Status
    Morto
    Rave ti chiedo scusa per la lunga attesa, ma tra la scarsa ispirazione generale e problemi di schiena per i quali non posso stare troppo seduta, ho fatto aspettare tanto.


    Per quanto avesse voluto evitare quel fatto, alla fine si era vistro quasi costretto ad usare quel suo potere per tentare di placare quell'ira che, selvaggia e famelica, il tizio moro aveva scagliato contro quel bambino che aveva capito esserne il figlio. Aveva, inoltre, la sensazione piena di trovarsi a che fare con qualcuno davvero spietato e in grado di risparmiare complimenti a chiunque gli si mettesse di traverso; un angelo nero come Key, ma molto diverso da quest'ultimo per stazza e indole. Dunque doveva valutare velocemente cosa fare e cosa dire per evitare che, una volta passato l'effetto del potere, potesse agire violentemente anche nei suoi confronti.
    Regola numero uno: evitare di fare lo sbruffone, perché certi spiriti caldi e irascibili spesso reagivano d'istinto perché infastiditi. Regola numero due: soppesare la diplomazia, perché aveva capito che non sempre era efficace, e questa cosa valeva anche quando veniva usata contro di sé. Regola numero tre: mantenere la calma e soprattutto non mostrare né paura né aggressività. Secondo queste tre regole, Daisuke aveva deciso di cominciare a mostrarsi all'uomo, restando comunque con la schiena attaccata al tronco dell'albero continuando, in quel modo, a strofinare la parte che gli suscitava le fusa, che continuavano ad essere basse, seppur vibranti. Mentre aveva fatto quel gesto di girare attorno al tronco, aveva alzato le mani con l'intento di lanciare il chiaro messaggio che non aveva alcuna intenzione di agire contro di lui.
    "Ti ringrazio per l'offerta"
    Aveva detto per esordire quella che doveva per forza essere una conversazione atta a cacciarlo fuori dai guai.
    "Ma ho mangiato da poco e fame non ne ho, sebbene io sia un predatore come te"
    In quel momento aveva abbassato lo sguardo felino sul bambino riverso a terra, ricordandosi poi di non perdere di vista quello che era il reale pericolo per se stesso in quel momento, ossia l'angelo.
    Si sentiva calmo, e in effetti lo era abbastanza da non mostrarsi debole e impaurito, eppure la vocina del suo sesto senso gli suggeriva di stare comunque attento e di non dargli troppa corda, tuttavia lui era e restava pur sempre un gran curioso e in quanto tale aveva deciso di non andarsene così presto anche per evitare di poter scatenare chissà quale reazione nell'altro. Ora, ripensandoci, gli sembrava di avere a che fare con un pazzo con qualche mania o qualche ossessione, o peggio ancora inclinazione, particolare ed era questo il motivo forse inconscio che l'aveva spinto ad innescare quella sorta di fusa prima di farsi vedere a lui.
    "Tu però consuma pure il tuo pasto, se vuoi, io al massimo guardo e scambiamo due parole. Ti va?"
    Ok, appena conclusa quella frase, si era reso conto che poteva ever detto qualcosa di provocatorio, o meglio ancora, qualcosa che avrebbe potuto far intendere diffidenza da parte sua nei confronti dell'altro. E a dirla tutta lo era, ma dall'altra, c'era quello che si chiamava istinto di sopravvivenza che spesso ti spinge a imparare a camminare con lo zoppo, o per lo meno a imitare i suoi passi per non andare troppo veloce e creare guai.



    CITAZIONE
    Endorphine [Potere attivo]
    Questo potere si può sfruttare sia in forma umana che animale e si attiva attraverso lo sfregamento della parte superiore della colonna vertebrale (cervicale e la zona tra le scapole) contro una superficie o una persona al fine di scatenare una specie di ronzio simile alle fusa. Il rumore è appena percettibile, non è forte né subisce ondulazioni da suoni più alti a suoni più bassi, è un suono vibrante, basso e piatto. Questo suono provoca un rilascio di endorfine, cioè sostanze calmanti, capaci di fare rilassare la preda che in questo modo cessa di lottare, abbandonandosi al suo destino. Questo non vuol dire svenimento o effetti simili, bensì che la vittima si sente tanto calma e rilassata da rifiutare di agire e reagire anche alle aggressioni.
    Se usa questo potere con questo scopo la durata delle emissioni di endorfine è di tre turni, il primo per lo sfregamento e i restanti due per l'effetto.

    Questa specie di fusa però possono anche avere un effetto benefico sul mannaro o su altre persone, a sua scelta ovviamente, hanno funzioni terapeutiche in grado di portare, con le loro vibrazioni, giovamento a chi soffre di dolori reumatici, mal di testa, dolore da ferite e stanchezza. Se lo vuole usare per se stesso deve stare a riposo, se su se stesso basta sfregarsi su una superficie, se vuole che sia un'altra persona deve strofinarsi sull'interessato. Questa capacità curativa necessita il contatto per tutta la durata.
    La durata di questo potere curativo è di quattro turni, uno per lo sfregamento, tre per ottenere gli effetti.
    Raggio d'azione: 10 metri

    Turno II di III
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dannato e socialmente troppo espansivo inside

    Group
    Vampiri
    Posts
    8,595
    Reputation
    +61

    Status
    Morto
    Beh, allora siediti intanto. Io e te avremo decisamente qualcosa di cui chiacchierare mentre finisco gli avanzi. Intanto...
    Raven spostò lentamente gli occhi famelici dalla figura poco lontana a quella schiacciata della sua preda letteralmente ai suoi piedi, leccandosi gli angoli della bocca. Magari qualche anno prima sarebbe risultato un gesto avventato, lasciare un potenziale avversario a distanza senza degnarlo pienamente della sua attenzione, anche perchè aveva la fama di quello a cui piaceva battibeccare per nulla con chiunque. Nonostante questo, il brivido del rischio era ancora lì a tentarlo - per farla breve, essere preso alla sprovvista non lo spaventava più - e poi aveva fame, quella fame profonda che non gli lasciava tregua e non gli permetteva di fare tanto lo schizzinoso. Se non avesse mangiato a breve sarebbe stato più vulnerabile ed esposto che mai, così decise molto semplicemente di sedersi a gambe incrociate lì dov'era ed iniziare a banchettare. Tirò a sè il moccioso, ogni tanto lanciando occhiate a quell'albero e a quella figura per controllare non si spostassero troppo vicino o lontano, e con un gesto rapido come un lampo girò la testa di scatto alla sua adorabile prole, il cui resto del corpo gli restò in grembo, ricadendo senza vita. Si era aspettato di lasciarlo correre in giro ancora per un po' per poi rincorrerlo, ed invece era costretto a terminare la caccia con fredda razionalità. Era perfino abbastanza calmo da far partecipare lo sconosciuto, il chè lo straniva un po', ma senza metterlo troppo in allerta.
    Come ti chiami?
    Passandosi la lingua sui denti da squalo, l'angelo potè confermare che si erano già formati. Osservò le unghie modellarsi sulle sue mani prima di sollevare il bimbetto per una spalla e addentarlo con cura, come se fosse un antipasto con cui non voleva sporcarsi. Spremette più sangue che poteva dalla ferita; staccò la carne e masticò educatamente, prima di riprendere.
    Io sono Raven. Non devi essere un comune umano se reggi questo spettacolo, e non devi essere nemmeno un fan della legalità se non sei corso via a gambe levate. Mai avuto familiarità con gli angeli bianchi? Io molto poco. Comunque.
    Un altro morso, osservando di sottecchi la figura.
    Mi duole che tu sia capitato qua mentre - molto probabilmente - ti stavi facendo i fatti tuoi, quindi cerchiamo di renderla una cosa conviviale e piacevole per entrambi. E' interessante che tu non mi abbia attaccato a vista, non hai idea di quanti lo fanno. Sei qua da molto a Nouvieille?
     
    Top
    .
6 replies since 29/12/2019, 00:30   179 views
  Share  
.