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    Is your secret safe tonight and are we out of sight?
    Will our world come tumbling down?
    Will they find our hiding place?
    Is this our last embrace?
    Or will the world stop caving in?

    Continua da qui.




    ~ Nei pressi di Laon, Francia settentrionale.
    24 dicembre 1307.



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    Freddo. Buio. Silenzio.
    Così solitamente descrivevano la morte, ma nessuno mi aveva detto che avrebbe anche fatto tanto male.
    Non la chiamavano… la pace del sensi?
    Bugiardi! Mentivano.
    Persino quella era una stramaledetta menzogna...
    Altrimenti perché mi sentivo la testa scoppiare e il corpo percorso da brividi talmente intensi da essere quasi delle pugnalate?
    Gli occhi – poi - non riuscivo ad aprirli, a vedere quella luce in fondo al tunnel che tutti tanto decantavano: forse, forse non ero in Paradiso, ma non c’erano neppure le fiamme dell’Inferno a rischiarare con i loro bagliori vermigli il nero delle tenebre.
    Le avrei preferite a quell’oscurità così totale, sapete?
    Quella forse non bruciava al contatto, ma gelava ogni singola stilla di sangue mortale, in una tortura lenta e graduale. Senza fine.
    Il fuoco era splendente, limpido, cristallino. Scottava, ustionava se lo lambivi appena.
    Non negava la sua pericolosità. Non la nascondeva.
    Il gelo, l’acqua, quelli ti davano invece l’illusione di non farti del male ma poi ti distruggevano dall’interno, senza lasciarti via di scampo.
    Che fosse quello il mio contrappasso dopo la morte?
    Com’ero passata a miglior vita, poi?
    Cercai di ricordare, di scavare in quel pozzo infinito di nero catrame che, viscido, si ostinava ad arpionarsi a quel briciolo di razionalità che mi era rimasto, rendendo il tutto confuso e sfocato…



    - No Loki, quel libro non sono mai riuscita ad aprirlo…
    Non toccarlo!
    -
    Come un grido, mi riecheggiò all’inizio nelle orecchie la mia stessa voce, smorzandosi gradualmente simile ad un eco.
    Guardai scioccata lo stregone, mentre incurante riusciva a rivelare senza alcuna difficoltà, dopo anni di miei tentativi (praticamente da quando l’avevo scoperto per caso in uno scaffale della libreria), le pagine di quel volume.
    Me le mostrava come se avessi appena detto la più grande delle cavolate, o la peggiore delle bestemmie.
    Poi fu tutto. E niente.
    Un’immensa luce. Un rombo tremendo. Il panico.
    Il terrore.
    Un vano tentativo di fuga.

    ...

    Fu il Caos.



    Riaprii gli occhi in modo estremamente innaturale, di scatto.
    Di soprassalto, come quando ci si sveglia di colpo dopo un tremendo incubo o dopo essere precipitati in sogno nel vuoto.
    Fu allora che le mie iridi rimasero abbagliate da quella distesa di bianco, ferite dalla luce eccessiva e dal freddo candore.
    Sbattei le palpebre un paio di volte, facendo scivolare a terra i minuscoli cristalli di ghiaccio rimasti intrappolati tra le lunghe ciglia e cercando di realizzare dove mi trovassi, quindi istintivamente ritrassi le gambe intorpidite dal freddo verso il busto: supina, feci leva con i palmi di entrambi le mani contro il terreno innevato per sollevarmi quel che bastava ad osservare l’ambiente circostante da qualche centimetro in più di altezza e – soprattutto – da una posizione più comoda.
    Mi guardai intorno, confusa e spaesata. Prima a destra, poi a sinistra.
    Il mio sguardo scivolò lungo i tronchi altissimi degli alberi, percorrendone il profilo fino all’intrico massimo dei rami, talmente fitto da coprire quasi del tutto il cielo plumbeo e minaccioso.
    - Ma che diamine? -
    Se ero davvero morta, dove mi trovavo?
    Sfiorai con la punta delle dita la superficie del suolo, saggiando con i polpastrelli la consistenza morbida e delicata della neve: sembrava tutto così vero, così reale, tangibile…
    Poco lontano, a cinque o sei metri di distanza, l’acqua semicongelata e quasi immobile di un torrente contrastava cromaticamente con il candore del resto: sembrava tutto silenzioso, statico, dormiente in un modo quasi inquietante.
    Sempre più perplessa, prestai attenzione al mio abbigliamento: un lungo mantello grigio pallido, allacciato sotto al collo da due bottoni sferici che mi parvero d’osso – o forse d’avorio - e sotto una tunica composta, che arrivava fino ai piedi.
    Con le dita tastai senza alcuna delicatezza – ma piuttosto con ansia e frenetica sorpresa - il corsetto aderente della parte superiore, di un verde scuro piuttosto spento, seguito da una fascia larga a sottolineare il punto vita e una gonna leggermente aperta su entrambi i lati: lo scollo era ampio e rotondo, mentre le maniche – in origine svasate a partire dal gomito – sembravano essere state ricucite per proteggere meglio gli arti dal freddo.
    Ai piedi scarpe basse e chiuse, di cuoio, anch’essere leggermente logorate dal tempo e dall’uso.
    - ... dove sono finita? -
    Lo mormorai tra me e me, con la voce ridotta ad un flebile sussurro, mentre mi alzavo e muovevo i primi passi senza alcuna meta ben definita.
    Sussultando più volte, probabilmente solo a causa dei rumori prodotti dai miei stessi movimenti, feci forse una ventina o una trentina di metri, arrivando a ridosso del corso d'acqua: lì, al di sotto della ‘copertura’ offerta da alcuni rami, scorsi dapprima un paio di gambe, poi il busto e infine il volte di un uomo sdraiato a terra.
    Rabbrividii ed esitai, quasi pronta a scappare, ma poi notai alcuni dettagli familiari: gli unici, in mezzo a tutto ciò che mi circondava.
    Il quadro si fece improvvisamente, per quel che era possibile, più chiaro.
    - Loki! -
    Esclamai, all’inizio senza alcun intento di chiamarlo e farlo rinvenire, ma solo dando voce a quella che avevo colto come una scioccante sorpresa.
    Per qualche assurda motivazione era anche lui lì, o perlomeno lo era qualcuno – o qualcosa – con le sue stesse sembianze.
    Mi chinai, scuotendolo dapprima delicatamente, come se temessi che lo fosse davvero. Morto.
    L’ultima cosa che ricordavo era proprio il suo volto, quindi trovarlo lì – in qualche assurdo modo – poteva persino senso…
    - Loki! Loki, svegliati! -
    Lo scossi in modo più energico, fregandomene altamente del suo problema con i contatti fisici e toccandolo sulla spalla destra, senza gridare ma con tono di voce più deciso e mirato.




    Spero che il post vada bene (è un po' strano, lo so, ma mi è uscito così xD) e spero di non aver scritto troppe cavolate...
    Piccola spiegazione per l'abbigliamento: come per la lingua, ho pensato che l'oggetto li mettesse anche sotto questo punto di vista in condizione di 'vivere' nel passato. Più che altro perchè altrimenti scaterebbero il panico (e, soprattutto, morirebbero di freddo dato il vecchio abbigliamento e lo sbalzo climatico xD). Se ovviamente avevi in mente altro - o se c'è qualcosa che non va bene/non ti piace - dimmelo senza problemi che modifico! =)


    Edited by Sarasvaty - 28/4/2013, 21:41
     
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  2. Shamändalie
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    La prima sensazione che colse l'attenzione dei ritrovati sensi di Loki fu il gelo, pungente, implacabile e totale.
    Per un attimo si ritrovò a pensare di essere finito su Jötunheimr, la terra sterile dei Giganti di Ghiaccio, ma immediatamente accantonò il pensiero ridendo mentalmente di sé stesso.
    Se il gelo dell'inverno perenne di quell'inferno ghiacciato era sufficiente a far rabbrividire gli dèi, di certo avrebbe polverizzato il suo corpo mortale. Sfortunatamente sembrava essere ancora piuttosto vivo quindi escluse a priori l'ipotesi.
    Si sentiva come se un Behemoth avesse appena terminato di ballare il tip tap sulla sua carcassa e come se ciò non bastasse, la testa minacciava di implodergli; una sensazione ben peggiore rispetto a quella provata al suo risveglio quella stessa mattina.
    Quella stessa mattina, uh?
    I suoi ricordi in proposito erano molto sfocati e confusi, ma ricordava con fermezza il coinvolgimento di Sara in tutto ciò e ricordava ancora lei che gli ordinava di non fare qualcosa...
    Quando mai l'Ingannatore era stato famoso per dare retta alle direttive altrui?

    Con tali pensieri nella mente, Loki pensò che fosse il caso di aprire gli occhi per osservare le immediate vicinanze e rendersi conto di dove fosse finito. Improvvisamente udì dei passi, traditi dal familiare scricchiolio di piedi affondati nella neve fragrante e lo fecero desistere.
    Meglio fingersi morto o quantomeno privo di sensi nel caso si fosse trattato di un nemico. Ebbe modo di constatare che l'individuo in avvicinamento era solamente Sara quando la voce squillante della maga gli perforò i timpani, accompagnata da abbondanti scossoni.
    Prima di spalancare le palpebre e rivolgerle una mezza occhiata di rimprovero, lo stregone si ritrovò a pensare che forse avrebbe preferito avere a che fare con un nemico di meno parole...
    "Sono vivo." Guaì pietosamente, portandosi una mano al viso per schermare i suoi poveri occhi dalla luce abbagliante del cielo lattiginoso che si stagliava sopra di loro.
    "Ed anche se non lo fossi stato, la tua voce mi avrebbe ripescato dal Helheimr senza alcun problema." Brontolò a mezza voce, più per sfogarsi che per prendersela con la maga.

    Con un sospiro, Loki si disse che era il caso di tirarsi in piedi, quindi procedette con voltarsi prima su un fianco con l'intenzione di sollevarsi per gradi e non infastidire troppo la sua testa ancora provata.
    Il gelo filtrava fin nelle sue ossa comunque si posizionasse, ma solo quando portò i palmi delle mani sulla rigida superficie opaca sotto di sé, Loki si rese conto di trovarsi sua una lastra di ghiaccio.
    Una breve occhiata in giro lo informò che la sua posizione precisa era su di una lastra di ghiaccio nell'alveo di un fiume.
    Il desiderio di non finire ammollo fornì un valido incentivo a Loki per tirarsi in piedi ed issarsi sulla riva dove sprofondò nella neve quasi fino al ginocchio, impacciato dalle vesti ridicole che gli erano magicamente apparse addosso.
    Di bene in meglio, era proprio il caso di dirlo.
    Loki non osò nemmeno guardarsi, sapendo perfettamente di assomigliare ad uno strano menestrello uscito da un film di terza categoria; si limitò a chiudere gli occhi e a far sparire quel tessuto pruriginoso dal suo corpo.
    L'incanto della Runa dell'Illusione proruppe dal punto in cui il marchio risiedeva sulla pelle dello stregone: tutto ebbe inizio fra le scapole di Loki e proseguì rapidamente divorando, vorace come lingue di fuoco magico, spanne di lino, velluto e pelliccia scoprendo al di sotto uno strato uniforme di pelle e cuoio nero e lucido alternati a barlumi del tessuto più caldo che vestiva lo stregone al di sotto.
    Il risultato finale fu una versione più calda degli abiti che sfruttava di norma nelle occasioni maggiormente problematiche: i particolari dorati della precedente versione erano stati sostituiti da sprazzi di metallo argenteo ed il monile che portava come simbolo del suo status attorno al collo aveva assunto una forma meno regolare e più sinuosa.
    Il soprabito agganciato appena sotto lo sterno impediva inutili svolazzamenti di tessuto e garantiva il minor intralcio possibile ai movimenti.
    La runa gli trasmise il familiare pizzicore che segnava l'avvenuta trasformazione e con i piedi affondati in comodi stivali caldi alti fino al ginocchio e le mani avvolte da guanti di pelle nera, Loki si sentì in vena di trarre un sospiro di sollievo.
    Sentendosi nuovamente in grado di pensare razionalmente, lo stregone si volse quindi verso Sara e per la prima volta si rese conto che anche l'abbigliamento di lei aveva subito un drastico ritorno al passato.
    Un lieve sorriso divertito contrasse gli angoli della bocca dello stregone, il quale tuttavia dimostrò il buonsenso di non commentare in proposito.
    "Qualche idea circa il dove siamo finiti...?"

    CITAZIONE
    La Runa dell'Illusione di Odino: Questa runa che Loki ha tatuato fra le scapole favorisce la Metamorfosi dello stregone consentendogli di arrivare senza eccessivo sforzo alle due ore di tempo concesse dalla trasformazione. Inoltre, come bonus, gli consente, a seconda delle situazioni, di adattare gli abiti e gli oggetti che indossa alle sue trasformazioni.



    Io non ho letto alcuna cavolata, anzi! Secondo me va benissimo, proprio come ti dicevo ieri in tag. *-*
    Anche per come hai pensato di adattarli all'epoca andava benone, io ho cercato di agire in questo senso altrimenti non avrei saputo dove fargli mettere i suoi coltelli visto che sono allegati al suo abbigliamento stregonesco. XD Fortuna vuole che nel suo armadio Loki abbia anche una tenuta invernale...
    Scusami piuttosto per la descrizione vaga, ma non è cosa facile! XD
    Si tratta di questa, tanto per rendere l'idea: *link*. Non ha alcuno scopo all'infuori della comodità narrativa e logistica. =w="
     
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    Prima o poi gli avrei mollato un ceffone. Poteva scommetterci.
    Non bastava trovarsi nel bel mezzo del nulla, con addosso vestiti a dir poco di un altro tempo e un freddo che ormai si era impadronito pure delle ossa…
    Dovevo anche sorbirmi i commenti sarcastici e scocciati di Loki!
    - Sempre simpatico, eh? -
    Sbuffai, scuotendo il capo con rassegnazione.
    In altre circostanze avrei alzato la testa verso il cielo, in un gesto ben più espressivo delle mie parole, ma i miei occhi non si erano ancora abituati del tutto a quella luce accecante e insieme tetra, quasi spenta.
    Avrei volentieri aiutato lo stregone ad alzarsi e a mettersi in piedi su una superficie un po’ più stabile della lastra di ghiaccio su cui si trovava, perché – a differenza sua – io era davvero felice di saperlo ancora tutto intero, tuttavia non avevo alcuna intenzione di ascoltare qualche altra battutina mordace da parte di Mr umorismo: rimasi quindi in attesa di un’eventuale richiesta di aiuto o di un muto segnale ad intervenire, entrambe ipotesi che – ovviamente – non si realizzarono.
    Per carità…
    Meglio sprofondare nell’Helheimr del toccare la mia mano o sentire la mia voce!
    Al contrario, non riuscii a rimanere impassibile di fronte alla sua repentina trasformazione da una sottospecie di giullare di bassa lega ad una sorta di cavaliere super corazzato pronto ad affrontare la tormenta e la battaglia: inarcai le sopracciglia, lasciando scorrere per qualche istante il mio sguardo sul singolare costume del mio compagno di sventura.
    - Wow. Hai pure la versione invernale. -
    Constatai a mezza voce, quasi tra me e me.
    Per quanto le mie parole potessero sembrare ironiche, in realtà volevano solo essere una mera considerazione, quasi un modo per prendere meglio consapevolezza del fatto che ci trovassimo davvero nei guai.
    Mi portai la mano destra all’altezza della rispettiva tempia, avendo quasi la sensazione di sentirla pulsare e scoppiare.
    Tutto quello era davvero troppo e come sempre Loki trovava il modo di contribuire…
    - Guarda che ti ho visto… -
    Lo ammonii senza aver bisogno di scorgere effettivamente il sorrisetto divertito che si era appena profilato sulle sue labbra sottili nel momento in cui aveva davvero prestato attenzione al mio abbigliamento: lo sentii, lo avvertii sulla pelle nonostante gli occhi socchiusi e la mente distrattamente rivolta a tutt’altro.
    Sì, la cosa stava iniziando a diventare davvero inquietante e in più di un senso.
    - Se sotto tutti quegli strati hai qualche altro costume consono da prestarmi fai pure, altrimenti non ne parliamo. -
    Quasi lo pregai, per una volta senza alcuna traccia di astio o sarcasmo nella voce.
    Era più una sorta di supplica a non peggiorare ulteriormente il mio già precario stato mentale: a quello bastava il lungo abito che, per quanto abbastanza comodo, di sicuro non offriva la stessa protezione dal freddo dei nostri amati piumini.
    In ogni caso il vero problema non era tanto il look fuori moda o poco confortevole, quanto piuttosto quello che Loki si era finalmente deciso a porre.
    Dove ci trovavamo?
    - Non saprei… -
    Esordii in modo più vago di quanto avrei voluto e in effetti dovetti quasi mordermi la lingua per non rinfacciargli qualcosa che assomigliava molto a un ‘ti avevo detto di non aprire quel dannato libro’.
    - Così, su due piedi, ipotizzerei che siamo finiti in un qualche vortice temporale, o su un piano dimensionale parallelo rispetto a quello del nostro mondo. Non ho però idea del perché il portale si sia attivato, né della destinazione effettiva di arrivo. -
    Mi guardai meglio intorno, cercando qualche improbabile indizio o forse soltanto l’oggetto che – almeno secondo quanto potevo intuire con quel briciolo di lucidità che mi rimaneva – ci aveva giocato quel brutto scherzetto.
    Del resto, se così lo si poteva definire, era per il momento l’unico indizio in nostro possesso.
    - Il libro. Il mio libro. -
    Tornai a fissare le iridi smeraldine di lui, cercando di ricordare la dinamica del ‘fattaccio’: il volume gli era scivolato dalle mani o se l’era portato dietro?
    - Pensi che sia arrivato qui insieme a noi o che sia rimasto nel nostro spazio temporale? -
    Gli chiesi infine, perplessa, mentre azzardavo qualche passo sulla neve, in direzione opposta rispetto a quella del torrente.
    Era una teoria certamente piuttosto evanescente, ma magari – in quelle pagine che non avevo mai letto – vi era scritto qualcosa che avrebbe potuto aiutarci, come una formula di ritorno, o semplicemente qualche informazione utile.



    Tranquilla, va benissimo =) Anzi, beato Loki che ha un bel costume incorporato e non soffre il freddo! xD
    E comunque li adoro, sono troppo buffi insieme! x°DD
     
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  4. Shamändalie
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    In quel momento le priorità di Loki era soltanto due: rimediare degli abiti più caldi e scoprire dove si trovavano.
    La prima poteva dire di averla risolta con il suo solito trucchetto, mentre la seconda era una faccenda ostica e ben più complessa da realizzare.
    L'intera situazioe sembrava avere del surreale, ma di certo non sarebbe stata la prima volta in compagnia di Sara.

    - Guarda che ti ho visto… -

    Furono quelle parole a scatenare il sorrisetto divertito di Loki nella sua interezza.
    A sua discolpa lo stregone poteva affermare di aver cercato di contenersi viste le questioni più importanti che dovevano investigare!
    "Ti donano." Asserì, a mo' di scusante.
    Per quanto i loro battibecchi fossero generalmente stimolanti e divertenti, Loki si sforzò di concentrarsi sul presente. Dovevano scoprire dove si trovavano e non sarebbe stato facile considerando che nessuno dei due si era procurato un dispositivo GPS prima di partire.
    Mai come allora Loki aveva sentito la mancanza del suo fedele iPhone...

    - Se sotto tutti quegli strati hai qualche altro costume consono da prestarmi fai pure, altrimenti non ne parliamo. -

    Loki interruppe il filo dei propri pensieri per rivolgere a Sara il cipiglio perplesso che gli aveva contratto i lineamenti.
    "Non è che io sia partito esattamente preparato." Sospirò, sollevando entrambe le sopracciglia.
    Ora che Sara lo faceva ragionare in proposito, gli abiti di lei non potevano certamente essere molto più caldi di quelli che aveva indossato lui un attimo prima. E anche se quelli che aveva addosso erano meglio, non erano del tutto a prova di bufera di neve.
    Loki convenne con sé stesso che avrebbe fatto meglio a rivedere le sue priorità.
    "Faremmo meglio a trovarti un abbigliamento più caldo. E capire dove ci troviamo per ricongiungerci alla civiltà. Non necessariamente in quest'ordine."
    Il fatto che nemmeno Sara avesse idea di dove fossero finiti non era molto confortante. Meglio dunque concentrarsi su qualcosa più alla loro portata.

    - Così, su due piedi, ipotizzerei che siamo finiti in un qualche vortice temporale, o su un piano dimensionale parallelo rispetto a quello del nostro mondo. Non ho però idea del perché il portale si sia attivato, né della destinazione effettiva di arrivo. -

    Quella era davvero la peggiore delle ipotesi possibili e Loki non voleva rifletterci una sola volta di più sebbene con la sua sfortuna probabilmente sarebbe stato costretto a farlo presto.
    I viaggi nel tessuto temporale erano sempre i peggiori e anche il dio dell'Inganno vi era sempre rimasto alla larga.
    Spostarsi fra le dimensioni era un conto, ma nel tempo? Un passo falso e si rischiava l'annichilimento irreversibile.
    "Preferisco di gran lunga l'ipotesi della dimensione parallela." Sffermò benché non avessero alcuna prova concreta che potesse avvallarla.

    - Il libro. Il mio libro. -

    A proposito di ricerche più alla loro portata...

    - Pensi che sia arrivato qui insieme a noi o che sia rimasto nel nostro spazio temporale? -

    Loki rispose alla successiva domanda di Sara con un indisponente scrollata di spalle.
    L'aveva forse preso per l'oracolo delle risposte?
    "Se è qui lo troveremo, diversamente dovremo rassegnarci all'idea di cercare una via d'uscita alternativa." Ribatté sbrigativo, guardandosi attorno.
    Entrambi erano approdati nei paraggi, quindi era ragionevole pensare che il famigerato libro non potesse essere troppo lontano se davvero li aveva seguiti fin lì.
    Loki lo trovò quasi subito: una macchia scarlatta su uno sfondo bianco e grigio. Il libro non era gettato scompostamente sulla neve, bensì era appoggiato ai piedi di un albero, contro il tronco, come se qualcuno lo avesse raccolto e riposto con cura per assicurarsi che il proprietario lo scorgesse.
    Loki rivolse un'occhiata confusa a Sara prima di avvicinarsi con cautela all'oggetto e raccoglierlo.
    Si sorprese nello scoprire di essere perfettamente in grado di leggerne il titolo impresso sulla copertina, cosa che, secondo i suoi ricordi confusi, non era riuscito a fare nell'appartamento di Sara.
    'Non Nobis Domine'
    Tutto ciò era a dir poco paradossale. In un diverso contesto sarebbe potuta essere una delle folli missioni nelle quali lo avrebbe trascinato suo fratello ed il solo pensiero rendeva Loki irrequieto.

    Con un sospiro, lo stregone spalancò il volume con decisione, quasi aspettandosi di sentirsi risucchiare nuovamente verso una meta non meglio precisata.
    Non accadde nulla: nessuna luce, nessun vuoto allo stomaco. Niente.
    Loki era un po' deluso. L'interno del libro nascondeva soltanto pagine e pagine ingiallite ricoperte di calligrafia dall'aria antica.
    Le parole erano fitte tra loro e di tanto in tanto poteva scorgersi qualche correzione da parte della stessa mano che aveva scritto.
    Il libro aveva tutta l'aria di essere un diario o comunque un insieme di appunti di sorta.
    D'istinto Loki passò velocemente alle ultime pagine che scandagliò con occhio critico fino a trovare ciò che cercava: una firma.
    Jacques de Molay
    Che diavolo...
    Perplesso ed allo stesso tempo intrigato, Loki sollevò lo sguardo negli occhi cristallini di Sara e richiuse il libro.
    "Mi piacerebbe davvero sapere come hai fatto a mettere le mani su questo volume." Osservò.
    Avendo appurato che l'infausto libro non fosse in procinto di esplodere da un momento all'altro, Loki lo porse alla proprietaria così che la maga potesse darvi un'occhiata a sua volta.


    Ahahah sì! *-* Ed il meglio deve ancora venire. XD
     
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    Se solo i miei occhi avessero avuto lo stesso potere delle mie mani, probabilmente lo avrei fulminato all'istante con l'occhiataccia che gli rivolsi.
    Forse pensava di scusarsi, o di essere solidale, ma in realtà le parole dello stregone furono il colpo di grazia per i miei nervi già provati.
    Quegli abiti mi... donavano?!
    Ma come si permetteva? Voleva forse prendermi in giro?
    Mi limitai ad un piccolo sbuffo, senza ribattere come avrei voluto, solo perchè in quel momento c'erano questioni ben più importanti del riversare il mio astio su un compagno di sventura che - come sempre - aveva la lingua troppo lunga, ma in fin dei conti si era sempre rivelato un valido alleato.
    "Alleato?!"
    Il tempo di un secondo e mi stupii persino io di aver inconsciamente definito Loki in quel modo, sia perchè in effetti era sempre in sua compagnia che mi ritrovavo in situazioni tanto paradossali, sia perchè - quasi certamente - lui non era affatto interessato alla mia pelle.
    Diciamo piuttosto che gli facevo comodo, per salvare la sua.
    Forse proprio per quel motivo aveva convenuto che fosse il caso di trovarmi un abbigliamento un po' più consono al clima ed aveva persino osato concedere la possibilità di anteporre questo problema agli altri..!
    Ero davvero stupita.
    - Grazie per la gentile concessione.
    Non volermene se spero però di non incontrare tanto presto un'altra dama in costume...
    -
    E non perchè mi sarei dovuta porre lo scrupolo di fare razzia dei suoi vestiti...
    - La cosa diventerebbe davvero troppo paradossale. Anche per i miei standard. -
    All'ennesima sferzata di gelo iniziai comunque a vederla in modo leggermente diverso, forse anche perchè - al disagio fisico - iniziava sempre più ad accumularsi la tensione, la paura, il senso del vuoto.
    Anch'io preferivo di gran lunga l'ipotesi della dimensione parallela - se non altro ci ero già passata e potevo vantarmi di esserne uscita tutta intera già una volta - tuttavia non diedi a Loki alcuna conferma: con la fortuna che entrambi ci ritrovavamo, non volevo dire ad alta voce cosa desiderassi e cosa no, quasi temendo che in quel modo la dea bendata potesse farsi meglio beffe di noi.
    Mi concentrai piuttosto sulla ricerca del libro, obiettivo che stranamente si rivelò piuttosto facile. Quasi banale, in effetti.
    Questa volta ricambiai in modo esplicito l'occhiata di Loki, capendo subito cosa gli passasse per la testa e lasciandogli intuire che - almeno per quella volta - i nostri pensieri non si discostavano troppo gli uni dagli altri.
    La posizione del volume - che, tra l'altro, ero piuttosto certa che un attimo prima non si trovasse lì - sembrava essere stata organizzata perchè lo vedessimo anche a colpo d'occhio. Uno scenario, allestito appositamente per noi.
    Fu Loki a chinarsi per primo a raccoglierlo ed io mi limitai a seguirlo in direzione del tronco: per un istante, mi aspettai quasi la riapertura del vortice e il boato assordante che ora mi tornava alla memoria in modo più chiaro, ma ovviamente non si verificò nulla di tutto quello.
    Una parte di me - dovevo ammetterlo - temeva quasi ciò su cui gli occhi dello stregone si era già posati e per questo non mi accostai a lui, quasi sperando di leggere nel suo sguardo qualche anteprima tranquillizzante mentre sfogliava quelle pagine ingiallite.
    Le iridi smeraldine che avevo di fronte si rivelarono però - come sempre - piuttosto criptiche: Loki poteva sembrare assorto come perplesso, impaurito come intrigato, critico come dubbioso.
    Mai una volta, insomma, che fosse davvero cristallino.
    Stavo quasi per incalzarlo con un ben più incisivo 'allora?!', quando il mio interlocutore mi rivolse la domanda - perchè tale era, nonostante la mancanza di un'inflessione interrogativa nel tono della voce - che probabilmente già da un po' gli frullava per la testa.
    - Non lo ricordo. -
    Ammisi di getto, in modo talmente rapido che per un istante parvi quasi essere stata appena punzecchiata dalla punta di uno spillo.
    - Dico sul serio. -
    Puntualizzai guardandolo negli occhi, quasi per essere certa che mi credesse.
    - E' nella mia libreria da un sacco di tempo: non da quando mi sono trasferita a Nouvieille, ma almeno da tre o quattro anni sì. Vado spesso alla ricerca di libri fuori dall'ordinario, ma questo non ricordo di averlo comprato nè di averlo preso in qualche biblioteca. -
    Cercai di fare mente locale, chiedendomi se non fosse per sbaglio capitato tra i tanti volumi che - soprattutto nei primi anni di pratica delle arti magiche - ero solita racimolare dai luoghi più impensati.
    Essendo di piccola fattura, quasi tascabile, poteva essersi benissimo infilato tra le pagine di libri ben più ingombranti, tuttavia - se provavo a ricordare le modalità del 'ritrovamento' - non riuscivo davvero a racimolare alcun dettaglio.
    Avevo io scarsa memoria o, semplicemente, anche quello era parte dell'incantesimo che quel piccolo volumetto tanto a lungo mi aveva celato?
    - Credo che sia semplicemente... comparso. Da un giorno all'altro. -
    Non mi vergognai di dirlo, nonostante dovessi riconoscere che la cosa suonava piuttosto assurda ed inquietante.
    In realtà c'era qualcosa per cui teoricamente Loki avrebbe potuto farmene una colpa, ma il senso di venerazione e l'interesse con cui - ora le immagini di quanto accaduto prima si facevano più nitide... - lo avevo visto trattare i miei libri mi suggeriva che, forse, neppure lui si sarebbe comportato in modo diverso.
    - Ho capito che era incantato. L'ho percepito, soprattutto negli ultimi tempi. -
    "Soprattutto al mio ritorno da Venezia, dopo aver conosciuto te..."
    - Ma non ho cercato di disfarmene o di distruggerlo. -
    Glielo sfilai lentamente dalle mani, quando me lo porse, senza aprirlo immediatamente ma fissando l'oggetto con sguardo assorto per ancora qualche istante.
    Non volevo giustificarmi con lo stregone, in fin dei conti non gli dovevo alcuna scusa, ma stavo solo cercando di aggiornarlo cosicchè potessimo - insieme - tentare di mettere un po' di ordine.
    - In fin dei conti non mi ha dato alcun problema per tutto questo tempo.
    Non sono mai neppure riuscita ad aprirlo...
    -
    Sfiorai la copertina consunta con i polpastrelli freddi, ricalcando con la punta delle dita il titolo inciso, poi mi decisi finalmente ad affrontare il fatidico momento.
    - ... prima d'ora. -
    Mentre sfogliavo rapidamente le pagine ingiallite, riempite in ogni angolo da una calligrafia fitta e sottile, mi ritrovai a pensare che - qualunque cosa fosse accaduta - il tocco di Loki doveva aver sbloccato la magia dell'oggetto: forse, per tutto quel tempo, era rimasto nella mia libreria proprio in attesa che lo stregone lo trovasse.
    Quando si suol dire il destino...
    Passai rapidamente in rassegna alcune pagine del libro, alla ricerca di qualche immagine o simbolo che potesse dirci qualcosa in più, poi - come in una sorta di flash - tornai rapidamente alla prima pagina, quella subito dopo il frontespizio: qualcosa aveva inconsapevolemente catturato la mia attenzione, facendo scattare un collegamento nella mia testa, ma lì per lì non avevo collegato i due elementi.
    Il titolo del volume - presumibilmente un diario - e ciò che era stato posto proprio in apertura dello stesso.
    Non riuscivo a comprendere pienamente la lingua, ma il senso e la forma erano qualcosa di molto chiaro, oltre che famoso: quasi in preda ad una sorta di frenesia mentale, tenendo il segno della pagina con l'indice, tornai alla copertina e ne rilessi il contenuto tra me e me.
    - Non nobis Domine. -
    Socchiusi le palpebre - pensierosa - ma con lo sguardo questa volta in direzione di Loki, alla ricerca di una conferma.
    Non era una formula magica, quindi non vedevo che genere di problema potesse esserci nel pronunciare il motto in modo esplicito.
    - Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam. -
    Lo ricordavo bene?
    Per fargli capire bene a cosa alludessi, gli porsi di nuovo il libro alla pagina che prima mi aveva colpito.
    All'ultima, non ero ancora arrivata.
    - Non vorrei dirlo a voce alta, ma sembra quasi... il giuramento dei Templari. -



    Scusami se il post è un po' statico, ma credo ci fosse bisogno di un attimo di assestamento/introduzione prima dell'inizio della fine xD Ovviamente sentiti libera di far entrare in scena i nostri 'amici' quando e come vuoi! =)
     
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  6. Shamändalie
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    Era stato quel libro, modesto e dall'aria innocua a trascinare entrambi ovunque fossero finiti, pertanto Loki era abbastanza sicuro che la risposta alle loro domande più impellenti risiedesse proprio tra le pagine ingiallite che Sara stava sfogliando.
    Doveva esserci stata legata una stregoneria molto potente da riuscire a condurre entrambi su quella che sembrava essere una dimensione parallela; di certo non poteva essere stata opera di un incantatore alle prime armi. Loki credeva di riuscire nel suo inconscio a percepirla ancora aleggiare nell'aria come il persistente odore di bruciato dopo un rogo perdurato giorni.

    - Non lo ricordo. -

    Fu la fretta con cui Sara pronunciò tale risposta a sollevare il dubbio nello stregone. Un dubbio legittimo.
    Loki sollevò un sopracciglio e sostenne lo sguardo fisso della maga per tutto il tempo che venne concesso al contatto visivo. Sfortunatamente non ottenne alcun indizio utile.
    In quanto ex dio dell'inganno Loki pensava di essere in grado di comprendere al volo quando qualcuno cercava di mentirgli, ma non in quel caso.
    Ebbe la netta sensazione che ci potesse essere dell'altro che Sara non stava dicendo, ma che allo stesso tempo la risposta alla sua domanda fosse stata sincera.
    Era tutto ciò che gli serviva e che gli importava: il loro legame -- perché esisteva un qualcosa tra loro, inutile negarlo. Loki non sarebbe riuscito a definirlo, ma lo percepiva chiaramente, -- funzionava così bene anche perché entrambi sembravano aver adottato tacitamente la filosofia del 'vivi e lascia vivere'. Le domande scomode non facevano parte del loro repertorio, pertanto lo stregone optò per lasciar correre. Dubitava che Sara fosse capace di omettere intenzionalmente un particolare decisivo per il loro ritorno a casa.

    - Credo che sia semplicemente... comparso. Da un giorno all'altro. -

    Lo stregone non trovò nulla di mordace da replicare a quell'affermazione, pertanto si limitò semplicemente a restare zitto, per un primo momento. Un cipiglio assorto gli increspò comunque i lineamenti del viso.
    "Un'ora fa avrei giurato che gli oggetti non siano atti a comparire in completa autonomia, ma dopo questo..." Scosse lentamente il capo, spaesato.
    L'ipotesi che tutto ciò che stavano vivendo fosse un'illusione lo aveva sfiorato, ma Loki allo stesso tempo si era trovato a scartare ben presto anche quell'ipotesi. Lo scenario attorno a loro era fin troppo realistico e nemmeno un mago potente come quello che aveva incantato il libro poteva sperare di arrivare a tanto.

    Ascoltò in silenzio il breve riassunto che Sara gli fornì circa quel libro. Loki emise un basso mormorio pensieroso per farle intendere di non essersi distratto -- cosa che capitava fin troppo spesso.
    Jacques de Molay.
    Quel nome continuava a frullargli per la testa come un ritornello martellante.
    Loki aveva la netta sensazione che quello stesso nome dovesse far scattare una sorta di campanello-

    - Non nobis Domine. -

    Loki batté le palpebre e riportò lo sguardo su Sara. Senza accorgersene aveva fatto spaziare lo sguardo sulla zona circostante.
    "Come?" Mormorò, sorpreso.
    Si avvicinò alla maga di mezzo passo per leggere da sopra la spalla di lei ciò che stava pronunciando.

    - Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam. -

    Con circospezione, Loki raccolse il libro fra le mani quando gli venne nuovamente porto, ciononostante fu portato a domandarsi cosa potesse far pensare Sara che lui fosse in grado di trovare qualsiasi tipo di risposta. Conosceva il latino solo in modo frammentario e relativo a quanto aveva avuto modo di studiare per ottenere una noiosissima laurea da avvocato.
    Un vero peccato che non potesse più disporre dell'All-tongue.
    Lo stregone fece danzare gli occhi da una riga all'altra: la calligrafia con cui era stato riportato il testo non gli facilitava di certo l'interpretazione.

    - Non vorrei dirlo a voce alta, ma sembra quasi... il giuramento dei Templari. -

    Loki si interruppe e alzò lo sguardo su Sara, accigliandosi.
    "Templari?"
    Ecco il campanello di cui aveva bisogno.
    "Uh-" Loki scorse velocemente all'ultima pagina del libro dove aveva trovato l'unico autografo di quello che apparentemente doveva essere l'autore del libro. Porse allora il volume ancora una volta alla legittima proprietaria. "Jacques de Molay ti dice niente?"
    Con un'espressione rabbuiata dalla frustrazione sul viso, Loki sbuffò una nuvoletta di condensa alla stregua di un drago di montagna.
    Prima di aprire bocca, lo stregone sollevò lo sguardo sul cielo bianco oltre le cime innevate degli alberi.
    "Forse faremmo meglio a rifletterci in un luogo più riparato. L'ultima cosa che vogliamo è venire sorpresi da una tempesta di neve in una zona che non conosciamo." Suggerì.
    Difficilmente sarebbero riusciti a risolvere quell'enigma da assiderati, dopo tutto.


    Il tuo post va benissimo, al solito! Scusami piuttosto per il ritardo. D:
    Pensavo di lasciarli ambientare un momento con i dintorni e magari farli incappare tra qualche post nei cavalieri. Chi trova chi devo ancora pensarlo. XD
    Se hai altre idee comunque sentiti libera di farmi sapere~ :uaha:
     
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    Che Loki fosse un tipo piuttosto imprevedibile era ormai un dato assodato, tuttavia anche quella volta riuscii a stupirmi.
    Nessuna battutina mordace?
    Nessun commento sulla mia presunta stupidità per aver davvero creduto che un libro fosse comparso da un giorno all’altro?
    Niente che potesse assomigliare vagamente ad un ‘è tutta colpa tua’?
    Forse la cosa era davvero più seria del previsto, se neanche lo stregone trovava la forza e la voglia di punzecchiarmi...
    Inarcai un sopracciglio, confusa e visibilmente preoccupata, mentre passavo il libro al mio compagno di sventure, che tra l’altro parve piuttosto sorpreso di sentirmi pronunciare l’inizio del giuramento.
    Era per le parole in sé, che si era accigliato, o perché queste erano in latino?
    Forse entrambe le cose?
    - Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria. -
    Tradussi in modo letterale, senza troppi fronzoli o arricchimenti lessicali, basandomi su qualche conoscenza pregressa del latino.
    Non avevo certo una laurea in lettere antiche in tasca, tuttavia me la cavavo abbastanza con quel genere di lingue da riuscire a capire i concetti generali delle frasi non troppo difficili e da fornire una traduzione a braccio.
    - Questo incipit non li ricorda anche a te, i Templari? -
    Gli chiesi di nuovo, ora che mi ero spiegata meglio, cercando quasi in lui la conferma di non essere del tutto impazzita.
    Non che non fossi sufficientemente certa di quanto stavo dicendo, a dire il vero, perché un attimo prima mi ero persino chiesta come mai non ci avessi fatto caso in tutti quei mesi, quando l’oggetto era ancora sulla mia libreria!
    Ma ero davvero sicura che quel non nobis Domine sulla copertina ci fosse sempre stato?
    Mi portai la mano sinistra sulla fronte, sbuffando non senza una certa esasperazione.
    Tutte quelle domande stavano iniziando a crearmi un gran mal di testa, ma – come se non bastasse – lo stregone ci mise un bel carico da novanta, facendomi leggere la firma sull’ultima pagina e chiedendomi se mi dicesse qualcosa.
    Dapprima mi limitai solo a guardare quel nome, scritto in una calligrafia minuta e appena rotondeggiante, poi alzai lo sguardo oltre il libro, fissando quell’immensa e scenografica distesa di bianco e immaginando di sovrapporle foto e parole.
    - Jacques de Molay. -
    Ripetei tra me e me, a mezza bocca, quasi sperando che il suono delle mia voce potesse risvegliare un qualche ricordo sopito.
    Niente.
    Solo qualche pagina di un vecchio libro di storia che evidentemente non avevo studiato troppo bene, il che era piuttosto frustrante.
    - Il nome non è mi è nuovo… -
    Ammisi alla fine, voltandomi ed alzando la testa quel poco che era necessario per tornare a guardare Loki negli occhi.
    Sfortunatamente, non vi colsi il lampo di genio che speravo, quello che avrebbe annunciato la risoluzione dell’enigma.
    - Ho bisogno di qualche altro elemento e di pensarci un po’. -
    Che nervi! Me lo sentivo davvero sulla punta della lingua!
    Aveva a che fare con i templari, comunque, perché qualcosa nella mia mente aveva collegato quel nome ad uno specifico libro dalla copertina azzurrina – sì, ne leggevo talmente tanti da aver bisogno di questi trucchetti per ricordarmeli – che li riguardava, ma perché… Perché Jacques de Molay era tanto importante?
    Perché sentivo che avrei assolutamente dovuto ricordarmi di lui?
    - D’accordo. -
    Dovetti annuire e concordare di fronte alla proposta di Loki, rassegnandomi ad occuparmi al momento di qualcosa di ben più ragionevole e razionale.
    Trovare un luogo riparato in cui accamparci in attesa di ulteriori sviluppi era quanto di più saggio potessimo fare in quella condizione e in ogni caso rimanere lì fermi – in balia di chissà che cosa, fosse anche ‘solo’ l’imminente tempesta di neve – non avrebbe portato a nulla.
    Mi guardai intorno, sia per cercare di capire da che parte fosse meglio andare, sia per vedere se ci fossero in giro altri oggetti da recuperare o cose utili da portare con noi: insieme al libro non poteva essere comparso anche un bello zaino contenente delle coperte?
    No, eh?!
    - Questo credo sia meglio che lo tenga tu, per il momento. -
    Porsi di nuovo il libro a Loki, proponendogli di custodirlo al mio posto dato che – per sua fortuna – si ritrovava un vestiario molto più consono a farlo rispetto al mio.
    Anche volendo, dove avrei potuto nasconderlo?
    Il mantello non aveva tasche interne e il vestito fasciava troppo il corpo perché non si intravedessero eventuali forme strane al di sotto di esso.
    Avevo una mezza idea riguardo come avrei potuto portare con me qualche arma o oggetto compromettente senza dare nell’occhio, ma al momento non avevo né il tempo né l’occorrente per creare un’improvvisata giarrettiera.
    - Qualcosa mi dice che è bene non farlo vedere troppo in giro. -
    Gli spiegai chiaramente, benedicendo in quel momento il tatuaggio che di recente avevo fatto e che occultava e rendeva intangibile qualsiasi oggetto magico avessi con me. Riguardo al libro, però, non ero certa che avrebbe funzionato e comunque non volevo rischiare di stabilire una connessione intima tra la mia aura e qualcosa di tanto potente – e potenzialmente negativo – come quel volume: non sapevamo cosa contenesse, né cosa ci aspettasse, quindi era meglio essere cauti e ricorrere ai vecchi e tradizionali metodi di occultamento.
    Quando fummo effettivamente pronti per muoverci, presi in seria considerazione il problema della direzione da prendere.
    Andavamo alla cieca, dopotutto, quindi era meglio puntare sulla logica o sull’istinto?
    - Da questa parte il bosco mi sembra più fitto e forse avremo maggiori difficoltà a trovare qualche spelonca naturale, però sarà sicuramente più facile camminare per la neve meno alta. -
    Gli alberi, del resto, avevano fornito un considerevole riparo laddove la vegetazione era maggiore, tuttavia c’erano pur sempre da considerare altri fattori come il terreno accidentato o la maggiore possibilità di incontrare bestie selvatiche: non sapevamo in che parte del mondo ci trovavamo, dopotutto.
    - Oppure... -
    Esordii di nuovo, con una leggera inflessione ironica nella voce dato quello che stavo per dire, indicando un punto alla mia destra, al di là del torrente ghiacciato, dove si intravedeva qualcosa che difficilmente poteva essere frainteso: l’immensa distesa di bianco che ricopriva la pendice del monte era squarciata da un macchia nera, segno che probabilmente vi era un’apertura e che essa era anche abbastanza grande, data la sua visibilità in lontananza.
    - Potremmo, in qualche assurdo modo, superare il fiume e raggiungere quella grotta laggiù. -



    Scusami tu per il ritardo! Ho un esame la prox settimana e durante quella scorsa, oltre a studiare, ho dovuto consegnare delle tesine xD
    Comunque facciamo pure ambientare i due pazzi prima del grande inizio :uaha:
     
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  8. Shamändalie
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    Mentre Sara si sforzava di dare un senso a quel nome, Loki non poté fare a meno di rimpiangere l'utilità di Wikipedia: l'asso nella manica degli incantatori moderni.
    Loki aveva sempre amato i libri, dal momento che per gran parte della sua vita erano stati la sua unica consolazione e compagnia, eppure in quel momento non poté ignorare il risentimento che era montato in lui nei confronti di quel piccolo ed apparentemente innocuo volumetto portatore di guai.

    - Ho bisogno di qualche altro elemento e di pensarci un po’. -

    Nell'udire la voce di Sara, Loki incrociò lo sguardo di lei. Anche aggiungendo quel nome al resto delle informazioni in loro possesso si era risolto in un nulla di fatto. Lo stregone socchiuse le palpebre si concesse un sospiro sofferente di aria gelida.
    "Se in un qualche modo sono coinvolte quelle fanatiche teste di latta, non può essere nulla di buono." Brontolò a mezza voce.
    "Inoltre se quel libro è stato scritto da Jacques de Molay e l'incipit contiene il giuramento templare, la logica vuole che anche questo Jacques de Molay lo sia."
    Ma le congetture dovevano aspettare: la priorità era la sopravvivenza in quel momento.

    - Questo credo sia meglio che lo tenga tu, per il momento. -

    Loki abbassò gli occhi sul diario infame e seppur con incertezza, lo prese tra le mani. Non era sicuro di volerlo anche solo vedere, figurarsi allora se aveva voglia di custodirlo, ma la motivazione di Sara parve avere senso, seppur in maniera intrinseca e poco chiara, quindi lo stregone optò per astenersi dal protestare, per una volta.
    Forse sarebbe bastato distruggerlo quel libro per far tornare le cose com'erano.
    Loki decise che avrebbe proposto la sua teoria alla maga una volta trovato il riparo che andavano cercando e per non rischiare di cadere in tentazione, lo stregone scelse di riporre il libro in un luogo sicuro dove difficilmente sarebbe stato smarrito.
    Infuse una minima quantità di energia ad Andvaranautr e con un palmaggio da prestigiatore ricacciò il libro nelle profondità del suo archivio fra le dimensioni, lontano dal diventare una potenziale spina nel fianco.
    Non si materializzò niente di fantascientifico al pari di un vortice spazio-temporale: il libro sparì semplicemente nel nulla, come risucchiato da una forza invisibile.
    CITAZIONE
    Andvaranautr: Il potere di Andvaranautr consente di catturare una porzione di spazio-tempo esterno alle dimensioni garantendone l’accesso al solo possessore del manufatto che gli fornisce così una sorta di magazzino/ripostiglio extradimensionale del quale l'anello è la sola chiave.

    Portato a termine il compito più facile, veniva quello più complesso: decidere la direzione da intraprendere.

    - Da questa parte il bosco mi sembra più fitto e forse avremo maggiori difficoltà a trovare qualche spelonca naturale, però sarà sicuramente più facile camminare per la neve meno alta. -

    Le possibilità offerte dal paesaggio erano molto diverse tra loro: proseguire su un sentiero meno impervio ma verso l'ignoto od affrontare un fiume ghiacciato per raggiungere un'immediata certezza? Bel dilemma.
    Loki allora si costrinse a rivangare quanto imparato in passato in circostanze di quel tipo. Per prima cosa lo stregone cercò il disco solare nel cielo abbagliante: non era sopra le loro teste, bensì oltre le cime innevate degli alberi.
    Studiando le ombre e valutando la quantità di luce presente, decise che doveva essere all'incirca pomeriggio e non primo mattino, dunque possedevano una finestra limitata in quanto ore di luce.
    Il vento inoltre non aveva mai smesso di sferzarli con violenza, ma ancora non sembrava intenzionato a minacciare tempesta; forse potevano vantare di un minimo di margine.

    Loki allora si voltò completamente verso il fiume ghiacciato dal quale era risalito qualche attimo prima e spinse lo sguardo oltre la distesa candida, verso l'ombra scura che aveva attirato l'attenzione di Sara.
    "Se potessi in un qualche modo insegnarti a farti spuntare un paio d'ali sarebbe tutto molto più semplice."
    A quel punto Loki rivolse a Sara una lunga occhiata, come aspettandosi che la ragazza lo interrompesse per informarlo di possedere qualcosa di speciale nel cilindro che consentisse di compiere una simile impresa.
    Il letto del fiume doveva essere largo circa quindici metri, pertanto non sarebbe stato affatto facile attraversalo nel modo convenzionale, soprattutto considerando che la superficie era ghiacciata. Non avevano nemmeno la certezza che tutti i punti della lastra avrebbero retto il loro peso.
    Da quella posizione poi non era possibile intravedere alcuna variazione che potesse indicare loro una traversata più semplice. Loki poteva comprendere la ragione per quale era stata Sara, per prima, a fare dell'ironia sulla cosa.
    L'Ingannatore sollevò gli occhi al cielo.
    "Proporrei di trovare un modo per raggiungere quella grotta, sperando che non sia abitata dagli orsi."
    Un problema piuttosto reale visto il luogo in cui si trovavano.
    Loki si strinse nelle spalle.
    "Una volta là, potremo iniziare ad esplorare i dintorni alla ricerca della civiltà, ma avendo comunque un punto di riferimento fisso il che, vista la situazione, non è affatto un bonus sul quale soprassedere."


    Caspita in bocca al lupo!! Al solito fai pure con la massima calma: in ogni caso siamo sempre riuscite a concludere tutto senza fretta. (;
    (D'aw mi erano mancati. *-* XD)
     
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    "Inoltre se quel libro è stato scritto da Jacques de Molay e l'incipit contiene il giuramento templare, la logica vuole che anche questo Jacques de Molay lo sia."
    Ci sarebbe stato bene un applauso per l'arguto ragionamento, no?
    Decisamente non ci voleva un genio per capire, date le premesse, che probabilmente anche il famigerato Jacques de Molay faceva parte dell'ordine dei Templari, ma gli risparmiai un po' di sano sarcasmo perchè in fondo sentirglielo dire ad alta voce poteva essere utile ad entrambi per iniziare ad accettare la gravità del problema.
    Loki aveva inolte effettivamente preso dalle mie mani il libro incriminato senza fiatare nè opporsi: non mi aspettavo di trovarlo tanto accondiscente - e forse persino lui se ne accorse, quando inarcai leggermente le sopracciglia con stupore - e se avevo un pregio era quello di saper essere riconoscente alle persone quando lo meritavano.
    Ogni mia più piccola intenzione di replicare, poi, svanì nell'esatto momento in cui lo stregone iniziò a rivelare la sua personale accezione del verbo 'custodire': avvertii l'inaspettato ed improvviso picco di magia come una leggera carezza a fior di pelle, come il formicolio creato dalla punta dei polpastrelli, ed un attimo dopo il libro fonte di guai svanì dalla mia vista.
    Così. In un secondo. Risucchiato.
    Cancellato. Come se non fosse mai esistito.
    O quasi.
    - Bel trucco. -
    Ammisi con tono sincero e curioso, chiedendomi se possedesse davvero un'abilità del genere oppure se avesse fatto ricorso a qualche oggetto magico.
    In ogni caso, se non avessi già avuto Loki dalla mia parte (?), avrei fatto meglio a tenere bene a mente che era un incantatore pieno di risorse...
    Per il momento, comunque, sembrava che tutti e due fossimo sulla stessa lunghezza d'onda ed avessimo un comune obiettivo: capire, scavare a fondo nella faccenda, ma nell'immediato semplicemente cercare di far fronte alla necessità primaria di un riparo dal freddo.
    Il bosco o il ghiaccio?
    L'ignoto, nella speranza di ottenere poi un beneficio maggiore ma con il rischio che si rivelasse solo un miraggio, o una meta probabilmente non ottimale ma perlomeno visibile?
    Non potevo dare torto al mio compagno di sventure per aver scelto la seconda opzione: aveva già deciso ancor prima di iniziare a parlarmi, lo avevo capito dall'aria preoccupata ed attenta con cui stava studiando prima il cielo e poi l'orizzonte, analizzando come meglio poteva tutti i dettagli a nostra disposizione.
    Se lo guardai in modo scettico e perplesso, quasi sconcertato, non fu perchè non ero pronta alla prospettiva di attraversare il fiume o perchè la cosa mi spaventasse, ma proprio per il modo in cui aveva accennato - tirando ad indovinare? - alla possibilità di farmi spuntare un paio d'ali sulla schiena.
    Come diavolo faceva a sapere che..?
    "Fa niente, concentrati Sara!"
    - D'accordo. - Annuii, fissando lo sguardo nel suo con determinazione- Andremo lì, sperando non ci siano gli orsi. In questo caso ci regoleremo di conseguenza ed eventualmente troveremo un'altra soluzione. -
    In fondo eravamo pur sempre due persone dotate di poteri magici e per altro anche piuttosto sveglie: dopo essere sfuggiti ad un'erinni trovare un riparo per la notte doveva essere roba da dilettanti!
    "Certo, il problema è che non è questo ciò che ci preoccupa davvero..."
    Scossi leggermente la testa per scacciare il pensiero che il mio subconscio aveva riportato alla luce, anche a rischio di sembrare agli occhi del mio interlocutore più pazza del solito: una cosa alla volta, diamine!
    Tornai a posare gli occhi sullo stregone, scendendo poi con lo sguardo dalla testa ai suoi piedi: se in un altro contesto avrei potuto dare l'idea di voler ammirare il 'panorama', in quel caso stavo soltanto... prendendo le misure. E senza i doppi sensi del caso.
    - Quanto pesi? -
    Chiesi quasi tra me e me, a bassa voce, prima di sollevare un istante dopo il palmo della mano destra verso di lui per zittirlo.
    - Anzi no, non dirlo! Sarebbe piuttosto traumatico scoprire che peso solo cinque o sei chili meno di te. - Mi accigliai, con fare teatralmente drammatico. - Forse. -
    Loki era davvero molto - troppo - magro e, pur non essendo affatto fissata con la linea, per l'autostima di quale donna non sarebbe stato un colpo duro?
    Un po' come accorgersi che il tuo ragazzo riesce ad infilarsi i tuoi jeans preferiti, quelli attillati che le tue amiche dicono ti fanno un gran bel fondoschiena.
    Non dovevo conoscere la cifra esatta per capire che, sommando i nostri pesi, non avremmo eventualmente superato i centocinquanta chili.
    - Devo dire che spesso mi sottovaluti, però. -
    Scherzai, con una luce furba ed ilare negli occhi.
    A malincuore, dovetti slacciarmi i due bottoni che tenevano legato il mantello grigio all'altezza del collo e sfilarmi uno strato di vestiario: lo appuntai al contrario, in modo che la parte ampia scivolasse sul davanti, sia perchè togliendolo del tutto non avrei saputo come portarlo con me, sia perchè in quel modo potevo continuare ad avere almeno un po' di riparo dal freddo.
    Mi rendevo conto di quanto la mia mossa potesse apparire assurda agli occhi dello stregone, ma ne avrebbe capito presto le ragioni e forse si sarebbe anche reso conto del perchè prima avessi indugiato in quel modo di fronte alle sue parole.
    Richiamai a me l'energia delle ali magiche - quell'oggetto così particolare, ma che ad onor del vero non amavo utilizzare - per renderle di nuovo visibili e tangibili per il tempo necessario, prima che la Runa di Dagaz le celasse di nuovo agli occhi altrui: quando apparvero, prendendo gradualmente consistenza, le aprii e tornai a rivolgermi al mio interlocutore.
    - Mi sa che in mia presenza devi stare attento a quel desideri. -
    Gli feci notare con una leggera inflessione ironica della voce, prima di indicare con un cenno del capo il lago ghiacciato.
    - Posso trasportarti fino alla sponda opposta, se vuoi. -
    Ero seria, come sempre - o quasi - quando occorreva davvero.
    Non amavo volare e ritenevo che la tradizionale immagine della strega che, gioiosa e soddisfatta, si libra in aria in sella ad una scopa fosse una delle più grandi cavolate mai partorite dalla mente umana, ma quando era necessario sapevo cavarmela anche senza avere i piedi ben ancorati a terra.
    Non lo avrei fatto precipitare, se era quello che temeva.
    A meno che...
    - O hai anche tu qualche altro coniglio nel cilindro? -




    CITAZIONE
    - Runa dell'Invisibilità di Dagaz: Questa runa significa letteralmente «giorno» e rappresenta il culmine della luce nel suo sfavillìo più intenso e nella sua massima espressione prima del crepuscolo. E' dunque una runa di collegamento fra due realtà completamente opposte che si unificano in un punto e descrive l’infinito che si rincorre nel mondo delle due polarità, sino al raggiungimento dell’integrazione nell’unità. Il disegno di Dagaz che Sara ha tatuato sulla caviglia sinistra sfrutta proprio i poteri di trasformazione e di mimetizzazione intrinsechi a questa runa, consacrata alla divinità nordica Heimdall. La sua energia, mediante il corpo stesso della maga, entra infatti in sintonia perfetta con quella degli oggetti magici e dei talismani indossati o portati da Sara in quel momento, oscurandoli alla vista altrui. Quando non utilizzati o richiamati mentalmente dall'incantatrice, essi sono dunque invisibili ed incorporei: Sara non ne avvertirà tangibilmente neppure il peso (a meno che quello di ciascun oggetto non superi i 7 kg), ma soltanto la loro forza e presenza magica. Ciò consente dunque di portarne dietro una discreta quantità senza dare nell'occhio o essere eccessivamente ingombrati nei movimenti. Nel momento in cui un oggetto deve essere utilizzato, è però necessario richiamare il suo potere con la mente e renderlo così nuovamente visibile e concretamente toccabile: esso rimarrà in questo stato per tutti i turni occorrenti, poi tornerà nella sua forma originaria purchè ci sia nuovamente un contatto diretto tra l'oggetto e la pelle della maga. Se Sara vuole può ovviamente rendere lo stesso visibile uno o più oggetti magici anche quando non sta sfruttando il loro potere, quindi ad un solo scopo ornamentale o estetico. Si possono evocare fino ad un massimo di tre oggetti alla volta, dopodichè occorre oscurarne almeno uno per richiamare il potere di un altro. La runa funziona ovviamente solo e soltanto con oggetti e monili dotati di almeno una scintilla di magia, non con armi o strumenti comuni.
    N.B. Gli oggetti risultano ugualmente tutti visibili - ma non tangibili - in presenza di soggetti con poteri come 'Individuazione del Magico'

    CITAZIONE
    - Ali magiche: Queste ali magiche, quando sono piegate, occupano lo spazio di un piccolo zaino. L'apertura delle ali è a comando mentale così come il loro utilizzo per volare. Le ali (in tutto e per tutto simili a quelle di un angelo) permettono, di compiere qualunque virata o operazione che si può compiere con una scopa volante. Durante il volo non sbattono (come quelle degli uccelli) e il suo possessore deve mantenere la concentrazione. Se essa viene interrotta volontariamente o involontariamente, il proprietario non precipita ma rimane sospeso nel vuoto. Se ne deduce che un mago che le sta indossando per lanciare un incantesimo deve prima fermarsi (e quindi interrompere il volo). Mentre sono indossate le ali non possono essere coperte da mantelli o zaini. Questi devono essere tolti o messi per davanti. Il carico massimo trasportabile è 150 kg (uomo più carico) oltre i quali non si può volare. Fatto importante per gli attacchi dall'alto è che in picchiata, grazie ad una particolare curvatura delle ali, si può raddoppiare la velocità di discesa, quadruplicando i danni inferti (ovviamente il master tenga conto di eventuali ferite da impatto).
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    Edited by Sarasvaty - 20/8/2013, 11:13
     
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  10. Shamändalie
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    Forse i ragionamenti più recenti di Loki potevano non essere allo stesso tempo i più brillanti o meglio riusciti, ma in quel preciso momento lo stregone aveva ben altri pensieri per la testa. Primo fra tutti: come attraversare il fiume ghiacciato senza doverci strisciare sopra.
    Tuttavia avevano un obiettivo, avevano un piano ed avevano l'intelligenza per cercare di metterlo in pratica al fine di conseguire il primo; non restava che mettersi all'opera. Si sarebbero preoccupati delle circostanze più generali una volta sventato il rischio costituito dall'ipotermia.
    Sentendosi osservato, Loki distolse lo sguardo per spostarli su Sara, intenta a... prendere le -- sue -- misure, in mancanza di un termine migliore.

    - Quanto pesi? -

    Lo stupore e lo sgomento si dipinsero nitidi sul viso dello stregone.
    Era da considerarsi una domanda seria?
    Frastornato dall'apparente mancanza di nessi logici inerenti alla domanda, Loki tentennò abbastanza a lungo da consentire a Sara di sfruttare il suo silenzio per tornare verbalmente sui propri passi.

    - Anzi no, non dirlo! Sarebbe piuttosto traumatico scoprire che peso solo cinque o sei chili meno di te. Forse. -

    Loki batté le palpebre, confuso e si guardò furtivamente attorno: ovunque era meglio che incontrare gli occhi inquisitori di Sara.
    "Non mi sembra il momento adatto per farsi venire dei complessi..." Borbottò, quasi più rivolto a sé stesso che alla sua ormai storica compagna di sventure.

    - Devo dire che spesso mi sottovaluti, però. -

    Quelle precise parole e soprattutto il tono con cui lei le pronunciò furono sufficienti ad attrarre nuovamente l'attenzione di Loki, il quale incontrandoli si ritrovò involontariamente a trattenere il respiro: pensava di conoscere quello sguardo di Sara e lo interpretò come messaggero di qualche macchinazione poco rassicurante da parte della maga.
    Non capì subito quali fossero le intenzioni della sua compare dal momento che, per quanto entrambi potessero dire di trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda, a volte una nota di imprevedibilità e mistero nei loro comportamenti restava.
    Proprio come in quel momento: sospettava che Sara si stesse liberando di uno strato di vestiti per una ragione ben precisa dal momento che la temperatura era tutto tranne che favorevole sotto quel punto di vista, ma per il momento Loki non sarebbe stato in grado di immaginarla.
    A meno che...
    Un brivido che non aveva niente a che fare con il freddo attraversò Loki; era un qualcosa di più profondo ed intimo che concerneva la sua natura di incantatore ed al tempo stesso quella di Sara. Poteva aver imparato ad aspettarseli in presenza della maga, ma non per questo poteva affermare di esserci abituato.
    Era una sensazione che difficilmente sarebbe riuscito a spiegare a parole nonostante la sua lingua sciolta: era come se il suo Seiðr, la sua energia magica, ciò che lo rendeva uno stregone, entrasse in risonanza con l'energia di Sara, proprio come era accaduto quella notte di una settimana prima durante lo scontro con l'Erinni.
    Confrontando le sensazioni ed i fatti, Loki credeva di aver inoltre imparato a distinguere i momenti in cui Sara incanalava l'energia in un oggetto magico piuttosto che utilizzarla per lanciare un incantesimo: la sensazione che ne scaturiva poteva dirsi più o meno violenta a seconda dei casi.
    In quel momento Loki ebbe l'impressione che Sara si stesse apprestando ad attivare un oggetto magico e ne ebbe la conferma quando quest'ultimo si manifestò per un breve attimo.
    Ali. L'Ingannatore ne sorrise, sinceramente impressionato e per una volta si trovò pienamente d'accordo con Sara: doveva decisamente fare attenzione a ciò che chiedeva in sua presenza. A volte dimenticava quanto la maga fosse realmente piena di risorse.

    - Posso trasportarti fino alla sponda opposta, se vuoi. -

    Loki rifiutò la generosa offerta della ragazza con una breve scrollata del capo. Le sue ragioni non erano del tutto dettate dall'ego considerevole che lo accompagnava alla stregua di un'aura funesta. Loki desiderava mettersi alla prova per cercare di comprendere quanto in profondità quello spostamento spazio-temporale lo avesse sconquassato.
    Preferiva compiere tale check-up in un momento di calma piuttosto che pagarne il prezzo nel momento del bisogno, perché un conto era attivare un oggetto magico, un'altro era invece portare a termine un incantesimo completo.
    "Davvero," Iniziò Loki con un tono leggero e quasi allegro. Le rivolse un ampio sorriso tirato agli angoli. "Arrivati a questo punto credevo che tu avessi compreso con chi hai a che fare."
    C'era molto meno arroganza in tale affermazione rispetto a quanto una frase del genere potesse pretendere, perché mutaforma era sinonimo di Loki sebbene correntemente potesse vantarne un'accezione molto più ridotta.
    Distolse allora lo sguardo dalla maga e lo rivolse oltre il letto del fiume, verso la meta. La distanza da percorrere non era poi così grande, nonostante il vento forte che spirava tra gli alberi.
    Avanzò di un paio di passi verso il fiume ghiacciato, nel tentativo di isolarsi al solo scopo di concentrarsi e raccogliere le energie.
    CITAZIONE
    Metamorfosi: E' la capacità che gli consente di assumere le sembianze di un altro essere vivente.

    La metamorfosi venne annunciata da un primo schiocco di ossa che risuonò nel silenzio immobile del bosco innevato. Venne seguito immediatamente da un'altra serie di rumori poco rassicuranti molto più ravvicinati tra loro.
    La pelle venne squarciata dall'emergere di piume d'ebano, lucide con bagliori rossastri; le ossa continuarono a fratturarsi, ad assottigliarsi, a tendersi e a riallinearsi per raggiungere una nuova configurazione. I muscoli ed i tendini le seguirono a ruota, lacerandosi per allacciarsi al nuovo scheletro di ossa cave e cartilagine.
    Il viso dello stregone perse ogni parvenza di umanità, sfumando in un lungo becco aguzzo e snello color ossidiana, le dita delle mani si fusero per formare la fragile struttura delle ali ed i suoi occhi si ridussero a due inespressivi pozzi neri.
    Un grosso corvo delle dimensioni di un gatto domestico prese il posto di Loki; i forti artigli affilati affondati nel legno molle di un giovane albero caduto in prossimità della riva del fiume.
    Appollaiato sul suo trespolo, Loki esitò qualche secondo per valutare la distanza e soprattutto la forza del vento gelido che gli scompigliava le lunghe piume. Decisa la traiettoria, il corvo voltò il capo verso Sara di quasi centottanta gradi per guardarla, quindi lo reclinò leggermente da una parte, con fare quasi sardonico. Nemmeno le sembianze di volatile sembrano in grado di attenuare l'arroganza dello stregone.
    Tornò allora a guardare in avanti e spalancate le ali prese il volo con appena un fruscio di piume.
    L'intenzione iniziale era quella di superare il letto del fiume e quindi di fermarsi, ma all'ultimo Loki decise di proseguire verso la grotta e andare in avanscoperta. Un corvo avrebbe dato molto meno nell'occhio di un essere umano.
    Spalancò le ali per rallentare il volo, fino ad atterrare sul pavimento sgombro dalla neve. Ripiegò le ali lungo il corpo e rimase immobile, vigile.
    Non era del tutto certo delle reali dimensioni della caverna, sebbene desse l'impressione di essere vuota, tuttavia per esserne certo avrebbe dovuto ripristinare le sue fattezze originali dal momento che la visione notturna del corvo lasciava molto a desiderare.


    Edited by Shamändalie - 2/8/2013, 14:56
     
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    Lo ammettevo senza alcun problema: certe volte rischiavo di sembrare davvero matta, ma se avessi sul serio dovuto spiegare ad alta voce tutto quello che mi frullava per la testa lo sarei sembrata persino di più.
    O forse - considerando la parlantina di entrambi - avremmo semplicemente fatto prima ad attendere la notte lì, sulla sponda sbagliata del fiume.
    Inutile quindi che Loki mi guardasse in quel modo assurdo, come se avesse di fronte un troll di montagna o qualsiasi altra creatura strana e incomprensibile, perchè - per quanto il tentare di metterlo in imbarazzo potesse pure, in altre circostanze, essere divertente - in quel momento non stavo soltanto facendomi dei complessi nè tantomeno cercavo di farlo sentire a disagio.
    C'era una ragione sottesa, una motivazione decisamente pratica dietro il mio 'prendere le misure', e forse lo avrebbe capito se gli avessi mostrato le ali magiche.
    E così feci, senza stupirmi più di tanto quando notai l'attenzione con cui l'incantatore studiò le mie azioni durante tutto il processo: utilizzare la magia era in effetti il metodo più efficace per conquistare lo sguardo dello stregone, avido di sapere e di curiosità almeno quanto il mio.
    Ad operazione terminata, ricambiai dunque il suo sorriso con uno appena accennato - ironico, forse anche implicitamente complice - sulle labbra, facendo poi spallucce quando lo stregone rifiutò la mia proposta: era troppo orgoglioso per accettare il mio aiuto oppure aveva davvero un altro asso nella manica?
    Probabilmente la seconda ipotesi, dato che poco prima aveva parlato al singolare: lui, quindi, doveva avere per sè una soluzione già a portata di mano ed ovviamente non poteva fare a meno di condirla con la sua naturale strafottenza.
    Forse avrei dovuto iniziare a preoccuparmi davvero se avesse iniziato ad atteggiarsi in modo pacato e neutrale, non il contrario.
    "Arrivati a questo punto credevo che tu avessi compreso con chi hai a che fare."
    Inarcai le sopracciglia, accennando una risata scherzosa e spontanea, senza alcuna traccia di scherno.
    - Oh, non preoccuparti, lo so bene. -
    Eccome se lo sapevo!
    Per questo lo stimavo e temevo nello stesso tempo, come incantatore.
    Lo ammiravo perchè era sempre in grado di utilizzare tutte le sue risorse in modi intelligenti ed imprevedibili, quelli che non ti saresti mai aspettata; mi preoccupava invece per la medesima ragione e perchè quella scarica di potere che si generava quando le nostre energie magiche collidevano mi esaltava e spaventava a morte nello stesso tempo.
    Mi prefiggevo di guardarmi da lui, poi, probabilmente anche perchè non riuscivo del tutto ad ignorare il fatto che ci fosse qualcosa di oscuro e pericoloso in quel - nostro - terribile giro di giostra: lo sentivo soltanto io, o anche lui lo aveva capito?
    Come sempre, troppi dubbi e troppe cose degne di nota bollivano in pentola.
    Del resto non adatta a persone facilmente impressionabili lo era anche la metaforfosi a cui fui mio malgrado costretta ad assistere: pelle squarciata, ossa spezzate, muscoli che si laceravano e una nuova forma fisica che si costruiva pian piano a discapito di quella originaria.
    Trattenni il respiro, socchiudendo gli occhi fino a ridurli quasi a due fessure: non sapevo se fosse l'eccessivo ed abbagliante grigiore del cielo o semplicemente quella scena a darmi fastidio, fatto sta che mi ritrovai a sperare che - qualunque cosa stesse facendo Loki - la terminasse al più presto.
    Mentre spostavo lo sguardo aldilà della sponda, lasciando che lo stregone portasse a termine l'incantesimo, vidi sull'immensa distesa di ghiaccio profilarsi una sequenza di immagini appartenente a molti anni prima ma che evidentemente non avevo mai dimenticato.
    Rumore di ossa spezzate, denti, grida, dolore...
    Il processo di trasformazione dei mannari. Ecco cosa mi ricordava!
    Che fosse per quello che avevo avvertito un certo disagio?
    Dovetti rimanere assorta in quei pensieri per parecchi secondi, perchè quando tornai a prestare la mia attenzione allo stregone l'uomo in carne ed ossa non c'era più e al suo posto mi ritrovai a fissare negli occhi nero pece un corvo insolitamente grande e caparbio.
    Sembrava quasi mi stesse sfidando e prendendo in giro, per quanto ovviamente potesse essere espressivo un uccello... Tutte a me!
    Dovevo pure veder sorridere sotto i baffi - ops, le piume - un corvo!
    - Non sogghignare troppo, non ti proporrò una sfida per vedere chi dei due è più veloce. -
    Scherzai, con un sarcasmo volutamente evidente ma per niente stizzoso.
    Era il mio modo per superare lo shock di fronte ad una trasformazione del genere: era mia intenzione, nei prossimi mesi, iniziare ad apprendere qualche incantesimo di metamorfosi, tuttavia non avrei mai pensato che Loki la padroneggiasse già così bene.
    Ero invidiosa? Forse un po', ma era più un'invidia legata alla stima 'professionale' che nella forma classificabile come uno dei sette peccati capitali.
    Mentre il corvo spalancava per ali, io mi concentrai quel che occorreva per attivare le mie, aprirle e librarmi in volo: superai il letto del fiume in una quindicina di secondi, volando a pochi metri di distanza dalla lastra di ghiaccio per evitare di catturare eventuali attenzioni non richieste da parte di terzi, quindi seguii Loki fino all'apertura della grotta.
    L'ingresso non era altissimo (due metri e qualcosa, probabilmente) ma l'interno sembrava più spazioso: senza attivare il terzo occhio non potevo però intravedere che pochi metri a causa del buio, quindi feci qualche cauto passo in avanti - fino a dove riuscivo concretamente a vedere cosa stavo calpestando - e mi concentrai su eventuali rumori.
    Loki, con ancora le fattezze di un corvo, era di tre o quattro metri più avanti e sembrava altrettanto vigile e allerta.
    Dopo un giusto tempo di riflessione, azzardai il primo risultato della prima - ancora superficiale - indagine.
    - Pare non ci siano orsi, ma dovremmo perlustrare la grotta più in profondità per esserne davvero certi. -
    Proposi, senza ancora far sparire le ali ma preparandomi a procedere al più presto.
    Per il momento non ci sarebbero più dovute servire, no?



    CITAZIONE
    Ali magiche: Queste ali magiche, quando sono piegate, occupano lo spazio di un piccolo zaino. L'apertura delle ali è a comando mentale così come il loro utilizzo per volare. Le ali (in tutto e per tutto simili a quelle di un angelo) permettono, di compiere qualunque virata o operazione che si può compiere con una scopa volante. Durante il volo non sbattono (come quelle degli uccelli) e il suo possessore deve mantenere la concentrazione. Se essa viene interrotta volontariamente o involontariamente, il proprietario non precipita ma rimane sospeso nel vuoto. Se ne deduce che un mago che le sta indossando per lanciare un incantesimo deve prima fermarsi (e quindi interrompere il volo). Mentre sono indossate le ali non possono essere coperte da mantelli o zaini. Questi devono essere tolti o messi per davanti. Il carico massimo trasportabile è 150 kg (uomo più carico) oltre i quali non si può volare. Fatto importante per gli attacchi dall'alto è che in picchiata, grazie ad una particolare curvatura delle ali, si può raddoppiare la velocità di discesa, quadruplicando i danni inferti (ovviamente il master tenga conto di eventuali ferite da impatto).
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    Edited by Sarasvaty - 20/8/2013, 11:13
     
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    Il processo inverso della metamorfosi era sempre meno doloroso se avveniva a ridosso della trasformazione vera e propria piuttosto che in prossimità dello scadere del tempo, quando Loki aveva avuto alle spalle tutto il tempo necessario per abituarsi al suo nuovo aspetto. Una questione psicologica forse, perché indipendentemente da come la si volesse mettere, la metamorfosi risultava un processo molto scomodo.
    E come ogni processo scomodo era anche estremamente utile per qualcuno che non era in grado di estrarre all'occorrenza dal cilindro un paio d'ali bianche come Sara.
    Udì i passi della maga che lo raggiungeva e voltandosi il corvo scorse chiaramente la sua figura stagliarsi contro l'abbagliante sfondo bianco all'entrata della caverna.
    Loki sorrise mentalmente. Ali simili su di lui sarebbero state a dir poco inappropriate; c'era una ragione se la sua controparte alata era un corvo piuttosto che una bellissima colomba.
    Accantonando tali pensieri in un angolo della sua mente, Loki si concentrò unicamente sul riprendere la sua forma umana. Per qualcuno dotato dello stomaco per guardare sarebbe stato come assistere alla precedente mutazione ma eseguita a ritroso con gli stessi rumori e scricchiolii poco rassicuranti eseguiti in senso inverso.

    Riprese le sue fattezze naturali, Loki si concesse un momento per riprendere fiato ed eseguire un rapido check up delle proprie condizioni. Si sentiva vagamente accaldato -- reazione normale scatenata dall'energia magica che veniva dissipata sotto forma di calore a durante la trasformazione, -- ed ogni fibra del suo corpo era in tensione e/o leggermente dolorante/intorpidita. Tutto regolare quindi, sarebbe tornato pienamente operativo nel giro di pochi momenti.
    Quando Loki si sentì in grado di far spazio anche alle percezioni esterne, immediatamente se ne pentì perché i suoi sensi vennero assaliti da un tanfo pungente e affatto gradevole di putrefazione.
    Immediatamente cercò di affinare la vista per far fronte al buio pesto che inghiottiva le profondità della caverna. L'Infravisione era un'abilità che gli concedeva per un limitato periodo di tempo una sorta di visione notturna durante la quale gli occhi dello stregone perdevano completamente la percezione dei colori diventando un universo monocromatico di grigi e verdi spenti, ma che al contempo consentiva di distinguere in maniera abbastanza nitida i contorni ed i volumi degli ostacoli che gli si presentavano di fronte. Al confine del campo visivo l'oscurità persisteva indisturbata.
    CITAZIONE
    Infravisione: Permette, durante la notte, di vedere più o meno bene persone ed oggetti e di potersi muovere con discreta destrezza al buio.
    Turno I

    Loki batté le palpebre una volta sola e quando riaprì gli occhi gli spazi circostanti avevano assunto un aspetto nuovo e più luminoso.

    - Pare non ci siano orsi, ma dovremmo perlustrare la grotta più in profondità per esserne davvero certi. -

    Lo stregone annuì distrattamente prima di voltarsi e mettere a fuoco il viso di Sara nella penombra.
    "Non puoi dire che non ti porto mai in locali di classe." Sogghignò, l'ironia palpabile nel suo tono di voce.
    La luminosa entrata della grotta era divenuta un'abbagliante macchia indistinta di luce, molto fastidiosa quanto il disco solare se fissato troppo a lungo. Loki fu veloce a distogliere lo sguardo per riportarlo davanti a sé.
    Non sarebbe servito percorrere ignote distanze per raggiungere il fondo della grotta, essendo questa profonda solo un altra mezza dozzina di metri o poco più.
    Sara aveva ragione: non sembrava che ci fossero orsi.
    "Comunque pare ci siano stati." Affermò lo stregone, riallacciandosi all'argomento serio. "Sebbene la caverna sembri disabitata da qualche settimana."
    Sul fondo della grotta un letto di rami e foglie in decomposizione formavano un giaciglio perfetto per un mammifero di grandi dimensioni; sparsi ai loro piedi i resti ossei dei pasti del precedente inquilino ed in fondo alla grotta, accanto al letto di foglie, la fonte di quell'odore terribile: la carcassa di un cinghiale o di un giovane cerbiatto, squartata e lasciata da tempo in balia delle mosche.
    Loki non si preoccupò di descrivere a Sara lo scenario, ritenendo un atto caritatevole risparmiarla da un simile supplizio sebbene Loki potesse quasi affermare con sicurezza che la maga poteva dirsi tutto tranne che estranea a scene raccapriccianti, ricordando Casanova e la grottesca fine di una più recente Erinni.
    Con un sospiro -- solo mentale visto l'odore tremendo che Loki non desiderava respirare più dello stretto necessario, -- lo stregone chiuse gli occhi per un breve attimo. Quando li riaprì tutto era tornato buio come prima.
    Si voltò ed in poche falcate si diresse verso l'apertura della grotta dove l'odore di morte era molto meno pungente.
    "Direi che come prima cosa sarebbe meglio accingersi ad accendere un fuoco. Qui siamo a riparo dal vento, ma non dal freddo." Propose Loki, per poi cercare con gli occhi conferma o smentita sul viso di Sara.
     
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    Anche se in qualche circostanza potevo apparire abbastanza suscettibile di fronte a scene particolarmente raccapriccianti - in realtà, spesso mi sforzavo di apparire scossa più per non sconvolgere gli altri che perchè effettivamente lo fossi - di certo ero ormai piuttosto abituata a spettacoli simili a quello che Loki mi stava gratuitamente offrendo.
    Questa volta non distolsi lo sguardo, se non verso la fine del processo, riflettendo sul fatto che - tra l'altro - era mia intenzione apprendere nei prossimi mesi un incantesimo di trasfigurazione: se entro tempi brevi - o almeno speravo - avrei dovuto subire tutto quello sulla mia stessa pelle, tanto valeva iniziare già da ora a familiarizzare con la cosa.
    Magari, in futuro, avrei anche potuto chiedergli qualche consiglio.
    Uhm... Consiglio?
    Ero davvero sicura che gli stregoni li dessero?
    Scossi la testa, proponendomi di risollevare la questione a tempo debito: ora avevamo problemi ben più gravi da affrontare e gli orsi non erano di certo la preoccupazione maggiore...
    Nella grotta - me ne resi conto avanzando verso la figura di nuovo umana di Loki, che si trovava più in profondità - si respirava un odore a dir poco nausente di putridume e morte: sembrava quasi carne in decomposizione, in effetti, e per qualche istante temetti che i nostri fedeli risorti potessero in qualche modo perseguitarci anche in quella circostanza.
    Mi misi dunque in un giusto stato di allerta, ritirando le ali e lasciando che ritornassero nella loro originaria fattura invisibile ed intangibile, per non essere eventualmente impacciata nei movimenti: i miei sensi, però, captarono qualche di differente dalla pesante aura dei non-morti, quella che di certo non potevo individuare con esattezza ma che con il tempo avevo imparato a riconoscere se me la trovavo a distanza ravvicinata.
    Avevo infatti sentito scivolarmi sulla pelle la classica, appena pungente, scintilla di magia che segnalava l'attivazione di qualche incantesimo non troppo potente ed invasivo da parte dell'altro incantatore e dedussi che lo stregone avesse richiamato un potere simile a quello del mio terzo occhio: non gli avevo mai chiesto come funzionasse, per lui, ma dalla fluidità e rapidità con cui se ne serviva immaginavo che fosse un'abilità congenita e non un potere acquisito nel corso degli anni.
    La battuta - ironica, neanche a dirlo - che ne seguì, confermò quella mia supposizione.
    - La tua idea di 'posto di classe' è alquanto discutibile, Loki.
    Che ne dici se la prossima volta lasci fare a me?
    -
    Scherzai, senza ovviamente una reale nota di accusa, ma solo con la volontà di sdrammatizzare una situazione alquanto dubbia e critica.
    Nonostante tutto, non sentii il bisogno di attivare un incremento anche della mia visione: gli occhi dello stregone erano più che sufficienti per perlustrare bene le dimensioni contenute della grotta e - per quanto potesse sembrare il contrario - mi fidavo di lui e del suo giudizio. Almeno sotto quel punto di vista e in circostanze come quelle.
    Sospirai, annuendo al verdetto finale, senza accostarmi a lui ma rimanendo più indietro, a circa cinque o sei metri di distanza dall'ingresso: potevo intuire cosa stesse vedendo sul fondo della grotta anche solo dalle sue parole e - almeno per una volta - avevo deciso che avrei approfittato della sua galanteria risparmiandomi l'orrido spettacolo.
    Niente orsi, dunque, anche se c'erano stati, e - a meno che non volessimo spostare le carcasse degli animali - deducevo che avremmo dovuto per quella notte sopportare quel tanfo terribile.
    - Non è esattamente paragonabile alla stanza di un hotel, ma almeno abbiamo trovato un valido riparo. -
    Constatai cercando di vedere il lato positivo della faccenda e - considerando che odio persino il campeggio - dovete riconoscere che mi ci stavo impegnando parecchio.
    Per fortuna Loki sembrava un pochino più esperto nelle tecniche di sopravvivenza, o forse era semplicemente abituato a guardare il lato pratico delle cose.
    - Hai ragione. - Annui alla sua proposta di accendere un fuoco - E direi che ci conviene anche provare a fare una piccola scorta di legna per la notte, finchè è ancora giorno. Temo che tra un paio d'ore si gelerà. -
    Mi voltai verso l'esterno della grotta, cercando nell'immensa ed abbagliante distesa di bianco qualcosa che potesse tornarci utile come combustibile: la pesantezza della neve aveva rotto i rami più fragili delle piante, tuttavia - se non volevamo impiegare buona parte del tempo che ci separava dalla notte - a vagare per la zona alla ricerca di qualche fronda, avrei fatto meglio a chiedere aiuto alla Natura.
    E l'energia di quella la percepivo chiaramente, forse in modo anche più forte di quanto mi fosse mai accaduto negli ultimi anni: in quel luogo, in quel mondo, sembrava ancora in un'equilibrio perfetto e potente. Incontaminata. Indomabile.
    - Credo di riuscire a procurarmi facilmente una buona quantità di legname.
    Puoi aiutarmi a portarlo dentro, poi?
    -
    Gli chiesi tornando a voltarmi verso di lui, alla ricerca di un segno di assenso, prima di risistemarmi il mantello com'era prima dell'utilizzo delle ali magiche per prepararmi ad affrontare di nuovo il freddo pungente dell'esterno.
    Il più rapidamente possibile mi diressi verso destra, cercando di ignorare i brividi che mi scuotevano ad ogni affondo sulla neve, e camminai per una ventina di metri, fino ad una radice particolarmente grande ed evidente che fuoriusciva dalla coltre bianca: a questo punto, feci cenno a Loki di aspettarmi ad debita distanza e di non avvicinarsi troppo.
    Mi piegai sulle gambe e posai la mano destra sul legno ruvido e freddo, quindi chiusi gli occhi e lasciai che la mia energia magica confluisse verso quell'estremità del mio corpo e si fondesse con la linfa vitale della pianta stessa: nonostante la maggior parte dei maghi la reputasse una pratica divertente, io non amavo particolarmente sfruttare la fisicità della natura per i miei scopi.
    In un certo senso, dovendo entrare in perfetta sintonia con essa, era quasi come se ne avvertissi il dolore ogni qualvolta ne modificavo la forma, tuttavia quella era un'emergenza e comunque non avrei arrecato alla vegetazione dei danni rilevanti: le avrei semplicemente chiesto aiuto.
    Sfruttando il mio potere, con un rumore secco ed improvviso, l'estremità stessa della radice fuoriuscì dal terreno e poi crebbe in modo innaturale per sette o otto metri sopra il bianco candido della neve: a quel punto aprii gli occhi, valutandone la lunghezza e decidendo che per il momento poteva essere sufficiente.
    Sempre servendomi solo delle mani, modellai il legno in modo che si suddividesse in vari pezzi, sciogliendolo e plasmandolo come creta sotto al mio tocco; a lavoro ultimato, ringraziai mentalmente la natura per il modo in cui mi si era concessa e lasciai confluire ancora quel tanto di energia che occorreva per far ricrescere l'estremità della radice nell'esatto modo in cui l'avevo trovata.
    A quel punto tornai in piedi, sospirando per scaricare anche gli ultimi residui di magia, poi esaminai per la seconda volta la quantità di legname: non era poco, ma neppure troppo.
    Quel che occorreva per poter alimentare il fuoco per tutta la notte, nel caso servisse.
    Solo allora tornai a prestare la mia attenzione allo stregone, cercando di cogliere nel suo sguardo un'eventuale reazione.
    Non che lo avessi preso per un facchino, ma visto che per sopravvivere avremmo dovuto collaborare...
    - Te l'ho detto che avevo bisogno di una mano... -
    Mi difesi con caricaturale innocenza, accennando sulle labbra il tipico sorrisetto di chi sa di averla combinata grossa.





    CITAZIONE
    - Crescita Rigogliosa [Abilità attiva]
    E’ un’abilità che permette al mago di modellare e far crescere le piante di piccolo,medio e grande fusto a proprio piacimento e a seconda delle occasioni. Può piegare tronchi abbastanza larghi per creare per esempio delle ruote, qualsiasi cosa insomma che permetta di rendergli la vita più facile e, perché no, divertente!
    Le piante devono essere toccate se servono da modellare, e nel raggio di azione di 10/12 metri se devono crescere per comando del mago.
    I turno
     
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  14. Shamändalie
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    Loki non era felice di quella situazione, per niente. Sia da mortale, sia nelle sue vite precedenti era sempre cresciuto nell'agio che potevano fornire la Casa di Odino o un ampio appartamento dotato di tutti i comfort, sebbene nel corso della sua esistenza fosse finito più spesso di quanto ci tenesse a ricordare coinvolto in situazioni simili. Grotte diverse, Regni diversi ma pur sempre grotte umide e nauseabonde.
    Ciononostante Loki restava una creatura camaleontica in grado di adattarsi ad ogni situazione per trarne sempre il massimo vantaggio, quindi se ancora una volta le Norne lo volevano vedere strisciare in un buco fetido scavato nella roccia, Loki avrebbe strisciato con la massima dignità della quale era capace.

    - La tua idea di 'posto di classe' è alquanto discutibile, Loki. Che ne dici se la prossima volta lasci fare a me? -

    Un sorriso sottile e divertito increspò le labbra dello stregone. Per quanto la tentazione fosse quasi irresistibile, evitò comunque di fornire una risposta verbale. D'altra parte il silenzio poteva ritenersi una diversa forma di assenso, no?
    Loki intrecciò le dita delle mani dietro la schiena, lasciando a Sara tutto il tempo necessario per valutare a sua volta la situazione.
    Nemmeno lei sembrava troppo felice della loro sistemazione, ma come poteva biasimarla? Anche lei era abituata agli agi di un attico nel centro di Nouvieille.

    - Hai ragione. -

    A quelle parole però Loki non poté impedirsi di voltarsi a guardarla. Sollevò entrambe le sopracciglia in un'espressione volutamente incredula perché, nonostante le questioni più impellenti alle quali dovevano provvedere, quello sì che era un evento senza precedenti.
    Il suo sorrisetto divenne un ampio sorriso sardonico, ma non disse nulla, limitandosi a gongolare in silenzio mentre annuiva distrattamente alla proposta di lei di fare scorta di combustibile.
    Scelta saggia dal momento che non potevano prevedere quanto tempo avrebbero trascorso lì. Inutile dire che Loki sperò fosse il minimo indispensabile.

    All'esterno della grotta il vento ululava sferzando i loro corpi con forza; entro qualche ora probabilmente sarebbe diventato impensabile trovarsi all'esterno se i pochi fiocchi di neve che danzavano tutt'attorno potevano ritenersi un indizio.
    Loki sapeva per esperienza che era molto difficile orientarsi all'interno di una tempesta di neve anche se la distanza dal campo base era poca, quindi dovevano sbrigarsi.
    Il tappeto candido ai loro piedi scricchiolava fragrante ad ogni loro passo e Loki si guardò attorno alla ricerca di punti di riferimento. Tutto era bianco nell'accezione più pura del termine; gli abiti di Sara rappresentavano l'unica pallida fonte di colore nel raggio di miglia.
    Solo i tronchi degli alberi e di tanto in tanto le chiazze di vegetazione più ostinata in grado di rompere il pavimento di neve permettevano loro di distinguere il cielo dalla terra. Era quasi inquietante, soprattutto se unito al silenzio quasi irreale che avvolgeva la natura addormentata.
    "Credo siano trascorsi secoli dall'ultima volta che ho visto così tanta neve tutta insieme."Mormorò Loki e sebbene non avesse tenuto il conto, probabilmente era vero e la consapevolezza lo riempiva di una meraviglia genuina che lo sorprese più del dovuto.

    Lo stregone si fermò a qualche passo alle spalle di Sara per lasciare alla maga lo spazio necessario per compiere il suo abracadabra. Loki sapeva che Sara stava architettando qualcosa, lo aveva capito dalla sicurezza che aveva scorto nel tono di lei quando aveva affermato di sapere dove trovare della legna da ardere. E poi poteva avvertirlo chiaramente: un cambiamento nella percezione dell'ambiente esterno, più netto del solito e soprattutto nuovo. La maga stava utilizzando uno dei suoi poteri per la prima volta, almeno al suo cospetto.
    Nei momenti successivi fu chiaro che non sarebbe stato troppo difficile procurarsi della legna asciutta.
    Loki lasciò lavorare Sara senza interromperla, ma non poté fare a meno di soppesare con espressione dubbiosa il lungo tronco spuntato dal terreno. Di certo non potevano bruciarlo tutto intero, così come non sarebbe stato facile farlo a pezzi con gli strumenti a loro disposizione... Fortunatamente non sarebbe servito sforzarsi troppo, non con Sara in grado di plasmare la natura con le dita. Letteralmente.
    Loki non si chiese come funzionasse, non pensando di essere in grado di porsi un simile interrogativo in quel preciso momento, ma lasciò trapelare una breve frazione della propria sorpresa sul suo volto. Non aveva mai visto nessuno fare niente di simile, in fin dei conti.

    - Te l'ho detto che avevo bisogno di una mano... -

    Lo stregone roteò gli occhi in risposta all'espressione di forzata innocenza apparsa sul volto di Sara.
    "Notevole."
    Fu senza particolari proteste che iniziò a raccogliere i pezzetti di legna, caricandoseli tra le braccia fino a quando riuscì a farlo in autonomia senza rischiare di ribaltare il carico ancora una volta sulla neve. Per le rimanenze Sara avrebbe dovuto aggiungerle lei stesse alla catasta oppure trovare un metodo alternativo per trasportarle.
    "E' un peccato però che non siano in grado di trasportarsi da soli." Borbottò fra sé.
    Quando Loki ritenne di essere ormai a pieno carico, girò i tacchi ed intraprese la marcia del ritorno verso la grotta. Ammassò ordinatamente i pezzetti di legno contro una delle due pareti e sparì brevemente sul fondo del loro rifugio per procurarsi una manciata di foglie possibilmente secche da utilizzare come esca per facilitare l'accensione del loro fuoco.
    "Spero tu non abbia scordato il trucchetto incendiario che hai usato su Casanova." Articolò Loki dal fondo della grotta.
    Volendo risparmiare le energie, Loki scelse di non attivare nuovamente l'Infravisione quindi si vide costretto a procedere con cautela e soprattutto a memoria.
    "Perché non intendo allietare il tuo pomeriggio sfregando bastoncini di legno nel tentativo di produrre una brace." Aggiunse dopo una breve pausa in un basso borbottio scontroso volto ad ammonire qualsiasi suggerimento sagace da parte della maga.
     
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    Possibile che avesse sempre qualcosa di cui lamentarsi?!
    Gli avevo procurato della legna, avevo tagliato i tronchi in piccoli pezzi perchè potessimo bruciarli più facilmente e tra qualche minuto gli avrei pure acceso il fuoco..! Cos'altro voleva?
    Già... che il combustibile si trasportasse da solo!
    Alzai gli occhi verso il cielo plumbeo con aria esasperata, trattenendomi a stento dallo sbuffare mentre prendevo i pezzi di tronco rimasti e me li caricavo come meglio potevo tra le braccia, prima di seguire lo stregone in direzione della grotta.
    - Spiacente. -
    Asserii con una certa ironia, avanzando non senza difficoltà a causa del peso della legna, che mi faceva affondare più del normale nelle neve alta e corposa.
    - Ritengo sia più utile risparmiare le energie per quando la magia sarà indispensabile. -
    Perchè prima o poi sarebbe di nuovo arrivato il momento di salvarsi la pelle, lo sentivo.
    Ne era consapevole anche lui, o no?
    - E poi... -
    Esitai un istante, di fronte all'ingresso della grotta, avvertendo nuovamente un leggero odore di putrido.
    - Dovresti esserne felice. Ti sto dando modo di sfoggiare la tua prestanza fisica. -
    Lo punzecchiai con chiaro intento giocoso, lasciando che un sorrisetto divertito si allargasse sulle mie labbra mentre mi piegavo per sistemare il mio carico accanto a quello dello stregone, decisamente più grande.
    Era vero, lo provocavo di continuo, ma ad essere onesta non lo facevo mai - o quasi - con l'intento reale di infastidirlo: forse era solo un modo come un altro per non perdere le staffe in una situazione come quella e rimanere in un certo senso ancorata alla realtà.
    Potevo quasi affermare che il nostro scambio di battute fosse l'unica cosa ancora normale in quella pazza giornata e in quell'assurdo scenario.
    Mentre Loki avanzava verso il fondo della grotta, io disposi alcuni pezzi di tronco in modo da avere una conformazione adeguata a creare un piccolo falò: lo collocai non troppo in profondità - per quanto ormai ci fossimo, per così dire, assuefatti a quel nauseabondo odore, non si poteva certo dire che lo avrei respirato per tutta la notte con piacere - ma neppure vicino all'ingresso della grotta, dove gli spifferi e le sferzate di neve e vento avrebbero rischiato di spegnere il fuoco o, nella migliore delle ipotesi, ne avrebbero vanificato il calore stesso.
    "Spero tu non abbia scordato il trucchetto incendiario che hai usato su Casanova."
    Sollevai lo sguardo verso di lui, o meglio, verso l'ombra scura che mi dava le spalle a qualche metro di distanza.
    Casanova? In realtà lo avevo utilizzato - o almeno avevo tentato di farlo - anche con l'Erinni, solo che quel genere di potere si era combinato con il suo dando l'esito imprevedibile e potente che entrambi conoscevamo.
    Davvero non lo ricordava?
    Esitai, chiedendomi se fosse sul serio una buona idea servirmene di nuovo in sua presenza - non volevo rischiare che qualcos'altro, oltre al legno, bollisse - tuttavia non vedevo altre soluzioni.
    - Sarebbe divertente vederti passare il pomeriggio in quel modo. -
    Scherzai cercando di scacciare i pensieri di pochi istanti prima, quasi sperando che Loki non potesse minimamente intuirli: lasciai che tornasse con le foglie e le sistemasse tra i tronchi del falò, prima di procedere.
    - Per questa volta, però, sei fortunato. Inizio ad avere piuttosto freddo. -
    Sfregai i palmi delle mani sulle braccia, cercando di smorzare un poco i brividi che mi scivolavano sulla pelle.
    In fondo, cosa potevo pretendere?
    Non avevo abiti particolarmente pesanti ed eravamo stati fino a pochi istanti prima fuori, in mezzo alla neve e al vento, con la naturale conseguenza che si bagnassero pure...
    Fissai lo sguardo sulla piccola catasta di legna che avevamo assemblato e mi concentrai: lasciai che le energie magiche confluissero in avanti, un poco alla volta, fino a quando non avvertii il familiare 'picco' che precedeva di un secondo il lancio vero e proprio dell'incantesimo.
    Appiccare il fuoco a dei semplici tronchi, tra l'altro a pochissima distanza, non richiedeva un grande sforzo nè un sostanzioso dispendio di potere, tuttavia ebbi quasi la sensazione di perdere per un singolo istante il controllo stesso della mia magia, quasi come se avesse vita propria e premesse per andare altrove rispetto al punto in cui io volevo che confluisse: non ebbi problemi ad incanalarla di nuovo verso il mio obiettivo con la volontà e la forza del pensiero, tuttavia trovai ugualmente la cosa abbastanza strana ed inquietante.
    Strinsi appena gli occhi, senza nascondere per un momento la fatica, poi le fiamme divamparono, divorando il combustibile con il loro abbracccio variopinto e brillante e riempiendo il silenzio della grotta con un soffuso e piacevole crepitio.
    A quel punto rialzai istintivamente lo sguardo verso lo stregone, indugiando su di lui appena più del normale: non dissi nulla, niente di tutto quello che mi passava per la mente.
    - Credo che potremmo definitivamente accomodarci. -
    Sospirai, abbassandomi per sedere nell'unico posto possibile. A terra.
    Riparo e calore. Niente cibo, ma era andata comunque persino meglio del previsto, il che era tutto dire.
    I pensieri di poco prima continuavano tuttavia a tormentarmi e per alcuni minuti non riuscii ad evitare che si affollassero nella mia testa, dandomi un'aria assorta e visibilmente preoccupata: quando mi riscossi, mi passai una mano tra i capelli leggermente umidi e subito dopo mi sfilai il mantello in modo che potesse asciugarsi un poco.
    Non aveva senso tenerselo addosso dal momento che era bagnato e rischiava di infreddolirmi ancora di più, invece di tenermi caldo.
    Stessa cosa per le scarpe, che misi poco lontano dal fuoco nella speranza che l'acqua prima o poi evaporasse: mi massaggiai un poco i piedi, intorpiditi e visibilmente arrossati per via del freddo.
    - Sicuro di non avere un bel paglio di Timberland, vero? -
    Nonostante tutto, riuscivo ancora a fare un po' di ironia.
    - Sai... - Esordii a voce bassa, sedendomi meglio - Sto riflettendo su quello che hai detto prima. -
    Rialzai lo sguardo su di lui, prima di citare letteralmente le sue parole.
    - Erano secoli che non vedevi così tanta neve. -
    Che avesse ragione? Lui, di vite, ne aveva di certo vissute tante... contrariamente a me.
    Mi presi qualche istante di silenzio, lasciando che gli occhi vagassero sul mantello grigio steso a terra, al mio fianco: sembrava essere stato creato dal costumista di un film d'epoca, in effetti.
    - Sono andata all'Inferno e tornata, Loki. Tu invece sei la reicarnazione del dio del caos. -
    Assurdo, lo stavo dicendo davvero!
    - Voglio dire, considerando tutto questo, siamo davvero sicuri di non dover seriamente valutare la possibilità di un vero e proprio viaggio nel tempo? -





    CITAZIONE
    - Fuoco Magico: Previa concentrazione sull'obiettivo, il mago è in grado di appiccare il fuoco semplicemente tramite lo sguardo. La magia non può intaccare direttamente il corpo umano o di una creatura animata (inclusi animali), tuttavia è applicabile alle piante e a qualsiasi oggetto o essere inanimato. Non è possibile, dunque, bruciare ad esempio i capelli di una persona, ma nulla vieta all'incantatore di provare a dar fuoco ai suoi abiti (un solo indumento per turno e in un punto precisato del corpo) o ad altri oggetti infiammabili - se ne indossa -, procurando così al nemico danni da ustione.
    L'incantesimo è utilizzabile in un'area massima di 10 metri di distanza e non consente di dar fuoco ad oggetti o strutture troppo grandi in modo immediato (non si può, ad esempio, dar fuoco ad una casa. Al limite si può provare ad alimentare un incendio appiccando il fuoco alle tende in una stanza, o ad un mobile, ma l'avanzare delle fiamme da quel momento in poi è comunque soggetto ad ogni intervento e all'influenza degli altri elementi naturali).
     
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88 replies since 28/4/2013, 20:21   1561 views
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