Wildstyle

Un pezzo da novanta

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    Eccoli là, di nuovo in azione... Erano la piaga di Nouvieille, il terrore della notte, l'unità pirata. Tempestavano la città di flyers e graffiti; quella notte avevano scelto di colpire alla stazione. Erano in cinque: Ghiaccio, Kora, Giselle, Veronique e il Capitano. I due esperti erano Ghiaccio e Kora ma pure Giselle e Nebaioth amavano taggare in giro. Veronique si aggregò più per noia che altro; aveva tutto ciò che potesse desiderare sul camper, non aveva bisogno di muovere un dito nemmeno per nutrirsi visto che il suo amante era solito portarle la "colazione" a letto e non era nemmeno troppo interessata alla sorte di suo figlio di sangue Kora, forse perché dovette renderlo un non morto per ordine del Capitano e non perché lo desiderasse realmente. In realtà non venne costretta dallo spartano ma non compiacerlo poteva significare perdere ogni privilegio che la sua posizione di donna del capobranco offriva. Ghiaccio era un giovane zombie bolognese ucciso a manganellate dalla polizia durante una manifestazione, il suo talento con le bombolette era invidiabile, ottimo biglietto da visita per far parte della crew di non morti. Tutti a parte Veronique indossavano pantaloni da soldato e larghe maglie col logo dei pirati, la vampira invece vestiva goth, gonna coi merletti, calze strappate, corpetto e trucco a risaltare i suoi occhi eterocromi. Mentre Ghiaccio e Kora erano intenti a pittare il vagone di un treno, Giselle faceva da palo. Nebaioth usava la stazione come un campo addestramento dove provare qualche trick di parcour e Veronique in preda ai morsi della fame, si aggirava irrequieta alla ricerca di un vivo da mozzicare; non che fosse denutrita ma pareva che patisse una fame insaziabile. Il caso fece il grosso del lavoro, un tizio sui trenta se ne stava scappando da chissà cosa per finire invece tra le braccia della morte stessa. "Dove corri carino? Ti vedo agitato, vieni qui, calmati!" lo abbracciò la chiroptera dopo averlo ammaliato con lo sguardo per poi azzannarlo a tradimento soddisfacendo almeno momentaneamente il suo languorino. Il Capitano osservò tutta la scena dal tetto della stazione.
     
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    "Non importa di chi ti nutra, è sempre un essere umano."



    Pochi vampiri hanno provato la morsa della fame, non parlo di quella che provano tutti, ma quella che nasce dopo settimane di digiuno, quella che porta il tuo aspetto a mutare rendendoti così orribile. Nel corso della mia vita da vampira ho passato la maggior parte del tempo a rischiare il deperimento, non perché non riuscissi a cacciare, ma per il solo motivo che ho sempre trovato mostruoso dovermi cibare di sangue umano, per quanto mi attirasse con il suo invitante odore e il dolce rumore che produce quando scorre nel corpo dei mortali. Fino a qualche decennio fa, arrivavo a toccare il fondo, diventando semplicemente orripilante e incapace quasi di movimento, ogni volta il mio creatore mi salvava costringendomi tra le lacrime a nutrirmi di prede diverse, che io puntualmente dissanguavo in brevissimo tempo, attingendo da loro senza controllo e governata solo dalla fame. Adesso, ho iniziato a nutrirmi quasi regolarmente di persone dalla condotta più che discutibile, non che questo mi eviti i sensi di colpa, ma li attenua.

    bloodrose


    Quella sera erano quasi due settimane che non mi nutrivo.. La mia pelle era diventata così lucida da sembrare plastica, mentre un alone nero aveva iniziato a contornate i miei occhi, si potevano anche intravedere diverse vene violacee, che diventavano sempre più evidenti. I dolori della fame, erano lancinanti, non avevo provato nulla di simile neanche durante il mio primo parto, il più difficoltoso visto che misi alla luce un pargolo di ben 5 kg. Avevo bisogno di nutrirmi al più presto, se non volevo rischiare di perdere quasi del tutto le mie capacità motorie. Mi preparai per uscire, incipriandomi il viso per coprire le vene che si potevano scorgere e le occhiaie, accorgendomi nel mentre che i miei occhi stavano diventando vitrei, ma per essi non potevo fare nulla, dopotutto usare delle lenti a contatto sarebbe stato oltre che fastidioso inutile, presto mi sarei nutrita. Uscii di casa con la luna alta nel cielo e una lieve brezza che muoveva le balze della mia lunga gonna, i miei lunghi boccoli e le piume del cappello che indossavo. Partii spedita per incamminarmi verso il luogo in cui avrei cacciato, la stazione dei treni. Avevo sentito dire che era possibile trovare dei delinquenti in quel luogo durante le ore notturne, stupratori e borseggiatori. Non ci misi molto a raggiungere il luogo grazie la mia velocità. Il posto sembrava deserto anche se il mio olfatto avvertiva odori diversi. Iniziai a passeggiare sperando che qualche malintenzionato mi notasse, dopotutto da ciò che indossavo si poteva intuire che fossi una donna più che benestante e lo stesso abito nero rendeva mio corpo, nonostante fosse coperto, appetibile non solo per il bel viso, ma anche per la mia sensualità. Non ci volle molto prima che un uomo iniziasse a farmi avances alquanto spinte e mostrasse di avere le mani lunghe, se capite cosa intendo. Lasciai che egli credesse che io fossi una donna indifesa, ma quando ritenni che il momento fosse opportuno usai il mio charme e mi fiondai sul suo collo. Lo morsi con ferocia impiantando in esso i miei canini. Il sangue che fluiva dal suo corpo al mio mi donava vigore e bellezza. Il suo sapore ferroso mi invadeva il palato e ogni sorso nè reclamava un altro. In breve tempo lo dissanguai, lasciandolo cadere a terra come un sacco. "Mostro!" Mi urlò contro qualcuno, un uomo sulla trentina poco lontano da me, che mi guardava con gli occhi sgranati e pieno di paura, occhi che avevo visto rivolti verso di me solo una volta... La prima notte in cui mi nutrii, fu quel giovane uomo a cavallo a rivolgermi il suo stesso sguardo, prima che mettessi fine alla sua breve vita. L'uomo si mise a correre in direzione dei treni, ma io rimasi lì impalata a rimuginare su ciò che avevo appena fatto,... Avevo ucciso un uomo! Avevo ucciso un uomo e per salvarmi ne avrei ucciso un altro... Provavo ribrezzo per me... Per la mia natura e la mia stessa persona... Pensai che forse sarebbe stato meglio se fossi morta per la malattia sconosciuta che mi affligeva, almeno non avrei mai macchiato le mie mani di sangue, però in quel momento c'era solo una cosa da fare, uccidere quell'uomo per evitare problemi. Gli andai così dietro o meglio, in brevi istanti lo raggiunsi, pronta a stroncare la sua vita, ma trovai solo il suo corpo morto e una vampira dagli occhi eterocromatici davanti ad esso. Ella aveva dissanguato il corpo del malcapitato, provavo pietà per lui e anche per l'uomo a cui avevo tolto la vita poco prima, ma mi dissi che al posto mio poteva esserci veramente una donna indifesa e lui avrebbe potuto non solo abusare di lei, ma anche infliggerle altro dolore. "La ringrazio per averlo ucciso." Mi limitai a dire con un sorriso sulle labbra, mentre il vento della notte muoveva i miei capelli e anche il mio capello vistoso, pieno di piume e rose, che dovetti trattenere con la mano per farlo rimanere ancorato alla mia testa. Sentivo altre presenze intorno a me, specialmente lo sguardo di qualcuno su di noi, ma non mi scoposi o mi voltai cercando di individuare chi fosse. "Posso sdebitarmi in qualche modo? Le chiesi, dopotutto mi aveva salvato dai rimorsi per aver ucciso un innocente, un uomo che poteva essere un criminale come poteva non esserlo, risparmiandomi diversi dubbi e malesseri.

    Edited by BloodyDarkRose - 6/7/2017, 15:08
     
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    Non ci volle molto perché, euforica, la giovane vampira prosciugasse lo sfortunato della sua preziosa linfa vitale; come al solito, non lasciò che nemmeno una goccia del viscoso liquido purpureo le solcasse il volto. Si lasciò poi andare ad un movimento dovuto all'emozione provocatale dall'atto stesso portando fulminea la testa indietro e facendo svolazzare la folta chioma con un'espressione ferina stampata in quel suo faccino altrimenti angelico ma che adesso permetteva la nitida visione dei canini macchiati dal macabro pasto. Si ricompose e udì le parole di una donna sulla quale poi posò il suo sguardo. Si trattava di un vampiro anche se non proprio come lei; la dama che si parava dinnanzi a Veronique era assai più anziana ed apparteneva ad una famiglia di succhiasangue diversa dalla sua ma quale non le era dato saperlo. La donna vestiva elegante ma per niente in linea con la tendenza di quel periodo storico, aveva un colorito che la faceva apparire più umana di quanto non fosse quindi doveva, per forza di cose, essersi nutrita recentemente o truccata in maniera impeccabile. Questo fece scartare alla neozelandese l'idea di averle rubato il pasto, pensiero che poi fu confermato dall'altra addirittura grata del fatto di non doversi occupare personalmente dell'individuo accasciato ai suoi piedi. "Non credo di conoscerti..." si avvicinò cauta fermandosi a qualcosa come cinque o sei metri "...no, ne sono certa, non ti conosco!" Nebaioth osservava incuriosito la scena mentre Kora, apprensivo nei confronti della propria creatrice, si fiondò a suo lato lasciando perdere il lavoretto per cui si trovava lì "Qualche problema big ma?" lei gli fece solo cenno di stare nel suo; odiava che qualcuno la mettesse in imbarazzo per questo era riluttante a farsi dei figli di sangue sebbene, mostrandosi contraddittoria, ne aveva anche più di vampiri molto più anziani di lei. "Allora, te lo dirò una volta sola capito? Questo terreno di caccia appartiene all'unità pirata, spero di non dovermi ripetere!" Forse anche il Capitano avrebbe fatto una scenata simile ma quella donna gli ricordò tanto Seraptis che decise d'intervenire in sua difesa così, con abili movenze di parcour, si aggrappò all'estremità del tetto calandosi da esso fino a rotolare sul tetto di un vagone ed infine compiendo un triplo carpiato che lo riportò coi piedi a terra. "I giovani d'oggi non conoscono il rispetto per gli anziani... Spero possiate perdonarla mademoseille...?" disse alla sconosciuta rivolgendole un profondo inchino sotto gli occhi increduli dei compagni pirati che mai lo avevano visto adottare metodi tanto garbati da quando lo conoscevano. Intanto Veronique aggrottò le ciglia in uno sguardo carico d'odio per colei che le aveva rubato la scena suscitando le attenzioni del proprio maschio.
     
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    "Come faccio a provare interesse per gli altri esseri della mia specie, se provo disgusto per quello che sono?"



    In sei secoli mio creatore fu l'unico vampiro con cui entrai mai in contatto, l'essere che mi aveva donato una vita dannata, trasformandomi da giovane madre di famiglia e duchessa al mostro in agguato nelle tenebre presente nelle fiabe per bambini... mi aveva reso quella che ero senza chiedermi se desiderassi continuare ad essere divorata dalla malattia che mia aveva reso fiacca, fredda e pallida o se volessi essere come lui, passando l'eternità a nutrirmi della linfa vitale che scorre come un torrente in tutti gli esseri animali. Forse è questo il motivo per cui non ho mai desiderato intraprendere relazioni con altri vampiri, limitandomi a scambi fugaci di parole... Non ho mai avuto interesse per la mia specie, non mi è mai importato conoscere le varie razze, per quanto questa fu la prima cosa che mi insegnò, i territori in cui vivevano, le loro abilità o abitudini. Da quando ero arrivata a Nouvieille, tra l'altro mi ero isolata del tutto costringendo anche l'essere che mi aveva trasformata ad allontanarsi, troppo annoiato dalla solitudine in cui vivevo e dal mio modo di fare sempre definito da lui troppo da "morte misericordiosa" una specie di soprannome che aveva iniziato ad utilizzare dopo aver letto una saga, molto piacevole, sui vampiri in cui un personaggio, secondo lui, era simile a me, la sua bambina. Egli era sempre stato un tipo molto socievole, amante della compagnia e del divertimento, anche se la sua idea di divertimento non ha mai coinciso con la mia... Lui ha sempre preferito divertirsi andando in giro ad abbindolare giovani umani nel fiore degli anni e giocarci un po' prima di dissanguarli e lasciare il loro corpi senza vita a terra, senza preoccuparsi di nulla. Il nostro essere così diversi l'ha portato ad allontanarsi da me, non che la cosa mi dispiaccia non mi manca per nulla il suo essere così frivolo e loquace, non riesco neanche a capire dopo tutto questo tempo perché abbia scelto me e non qualcun'altra ragazza che poteva divenire come la vampira che avevo di fronte quella notte.

    bloodrose


    Le zanne di lei erano in bella vista lorde del sangue dell'uomo ai suoi piedi, avrei voluto che la situazione si risolvesse in maniera differente, dopotutto sono sempre stata contraria alla violenza anche da umana. Provavo un grande dispiacere per l'uomo, dopotutto sicuramente aveva avuto più o meno trentanni e magari una famiglia a suo carico... Il pensiero che egli potesse avere dei figli mi balenò in testa, se aveva dei figli sarebbero cresciuti senza un padre come i miei erano cresciuti senza una madre... Il mio cuore si strinse, avrei potuto piangere e urlare se non mi fossi trovata davanti quella giovane, almeno rispetto a me, creatura della notte che iniziò ad affermare di non conoscermi avvinandosi a me, mantenendo una distanza di circa 5/6 metri. A lei si accostò un altro vampiro, molto giovane, che intuì essere suo figlio di sangue a causa delle parole "big ma"... Non mi abituerò mai a un tale gergo... Ella gli fece cenno di stare al suo posto per poi rivolgersi a me minacciosa, informandomi che quel terreno di caccia era dell'unità pirata, che nome... particolare... "La ringrazio per l'informazione." Affermai con gentilezza, continuando a sorridere, mentre il vento mi smuoveva i boccoli costringendomi a tener fermo il cappellino con la mano, mentre un uomo si avvicinò a me, esibendosi prima in uno sport di cui avevo letto, almeno credo fosse uno sport, il parcour. Egli attirò del tutto la mia attenzione, lo osservai così scendere dal luogo in cui si trovava e venire verso di me. "I giovani d'oggi non conoscono il rispetto per gli anziani... Spero possiate perdonarla mademoseille...?" Mi disse, una volta con i piedi per terra, rivolgendomi un profondo inchino. Tanta educazione non era più inusuale da tempo e il suo gesto, insieme alle sue parole mi portarono ad allargare il mio sorriso e a piegarmi per fare una riverenza, come facevo un tempo davanti al re di francia, ai miei genitori o chiunque con un titolo o rilevante per me. "Morgaine, Monsieur... ? Dissi lasciando trapelare il mio accento francese, senza alzarmi, aspettando come di consuetudine che fosse lui a dirmi o farmi cenno di alzarmi, mentre gli rivolgevo il mio sguardo. "Non vi è nulla da perdonare, ha fatto ciò che avrebbe fatto chiunque di fronte un intruso nel proprio territorio, dovrei essere io quella a scusarmi. Essendo nuova della città non ho ancora avuto alcun modo di conoscere le zone e chi vi abita." Affermai con tono pacato, una volta tornando dritta. Il vento si era calmato e per questo portai le mie mani davanti la gonna unendole. L'uomo davanti a me non sembrava essere un vampiro neanche lontanamente, ma decisamente non era umano. Mi veniva difficile individuare la sua specie, anche se per me non aveva importanza. Ad ogni modo egli sembrava essere molto più anziano di quanto lo fossi io e ciò mi incuriosiva non poco, chissà in che epoca era nato.

    Edited by BloodyDarkRose - 6/7/2017, 15:09
     
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    Non si trattava di un caso raro ma unico. Il comportamento del Capitano era a dir poco incomprensibile per chi lo conosceva, specialmente la sua amante che sgranava gli occhi incredula e adirata sentendosi improvvisamente scavalcata dalla vampira più anziana. I modi di Morgaine disseppellirono il ricordo di Seraptis dalla mente di Nebaioth. La vampira francese fu senza dubbio uno degli individui più importanti della sua intera esistenza. Forse l'unica che mai fosse riuscita a capire fino in fondo lo spartano grazie alle sue doti empatiche ed il suo sguardo penetrante. Il giorno della sua dipartita rimase indelebile nelle pagine della sua concettuale biografia. Lei non era come il resto del quartetto, Teti ed Azorius erano mostri; la prima uccideva per capriccio, il secondo era assetato di potere ma Seraptis piangeva lacrime di sangue per il mostro che era diventato ed il suicidio sotto i, per lei mortali, raggi del Sole fu la giusta punizione da autoinfliggersi per le malefatte compiute. Già, perché nemmeno Seraptis era una santa; dopo la brutale uccisione di Silviette, sua domestica ed unica creatura vivente a conoscenza del suo segreto, la vampira iniziò a manifestare una crudeltà che non le apparteneva perpetrando violenze che ferivano più lei delle sue vittime, acquisendo il favore di compagni che disprezzava, desiderando ogni giorno più ardentemente l'oblio... Quando confessò a Nebaioth di voler cessare di esistere, lui accettò la sua decisione pur morendo dentro; per lui quella vampira assai più giovane di lui era molto più di una compagna od un'amica, era una madre che aveva sempre una parola conforme all'esigenza, lenitiva per l'anima come una sorta di psicologo o saggio illuminato pronto a dispensare sapienza o semplicemente buoni consigli. Nonostante il loro attaccamento però, Nebaioth non cercó di convincerla, la strinse in un abbraccio aspettando il sorgere del Sole sul tetto della loro dimora finendo col distruggerne la figura tramutata in cenere. Quell'evento segnò la fine di un'epoca; il quartetto si sciolse inevitabilmente ed Azorius sì trasferì addirittura su un altro piano d'esiatenza.

    Alla stazione, in quella notte di Luna nuova, il Capitano rivestì i panni di quello zombie francese che andava in giro lanciando guanti di sfida ad ogni signorotto che brandiva uno stocco o un fioretto. Si cimentò in quel poco che ricordava del bon ton sebbene avesse sempre disprezzato certe tradizioni. Il bello di essere il Capitano, era che lui poteva emulare i nobili all'occorrenza mentre loro non sarebbero mai stati in grado di fingersi pirati.
    L'inchino del risorto venne ricambiato da una composta riverenza; la vampira cercó addirittura di giustificare l'insolenza di Veronique dicendola lecita e fu invece lei a scusarsi per lo sconfinamento in un terreno di caccia dai proprietari a lei sconosciuti. Un atteggiamento simile avrebbe dato il voltastomaco a Nebaioth in altre circostanze eppure, i fantasmi del passato, non lo lasciavano agire con naturalezza. "Il Mio nome è Nebaioth, figlio di Porphyrios " le disse tentando di afferrarle la mano; avrebbe poi finto di baciarne il dorso, senza però arrivare a sfiorarlo con le labbra, per poi tornare in posizione eretta a fissarne lo sguardo e dando dunque inizio alle analisi di routine cui lo zombie sottoponeva ogni essere che catturava le sue attenzioni. "É un piacere fare la vostra conoscenza!" poi volle chiarire: "Non vogliate fraintendermi, l'unità pirata considera il proprio terreno di caccia ogni lembo di terra sul quale approda pronta a spodestarne il legittimo proprietario; come suggerisce il nome, siamo pirati e non abbiamo leggi. Siamo però anche un gruppo affiatato costantemente pronto ad allargare le sue fila, offrendo aiuto e protezione ai membri della nostra razza, specialmente ai più giovani..." velatamente, le stava chiedendo di unirsi alla ciurma anche se, in altri frangenti, si sarebbe limitato a dire: "O con noi o contro di noi!".
    CITAZIONE
    Occhio di Seraptis:
    Appartenuto alla vampira Seraptis e donato a Nebaioth da quest'ultima, quest'occhio azzurro cielo dalla pupilla a spillo (il destro) é intriso del potere che rendeva unica la non-morta, quello di sondare l'animo degli esseri. Stabilendo un contatto visivo con un soggetto, il beneficiario dell'innesto, può scoprire nuovi dettagli ad ogni turno. Nel primo, sarà in grado di capire quale sia l'allineamento morale dell'esaminato; nel secondo, potrà individuare pregi e virtù come pecche e difetti dell'individuo. Il metro di giudizio cambia drasticamente a seconda del soggetto. Se, per esempio, questi fosse un angelo bianco, la sincerità sarebbe una sua virtù ma, se si trattasse di un diavolo, questa sarebbe una pecca... Infine, al terzo turno, potrà venire a conoscenza delle cose a cui più tiene e le sue più grandi fobie Il concetto di cose è vasto: si potrebbe tenere alla famiglia oppure essere dediti a un ideale o ancora essere ossessionati da un bene materiale... Quando si parla di fobie, non s'intende le classiche cose che intimoriscono chiunque ma di qualcosa che disturba l'individuo tanto da farlo smettere di agire o pensare in modo razionale come aracnofobia, agorafobia, emofobia e via dicendo. Alcune razze, hanno fobie imprescindibili che vanno a sommarsi a quelle personali; vedi, per esempio, i vampiri e la luce o i mannari e l'argento... L'utente che ruola il pg vittima dello sguardo indagatore, dovrebbe, in nome del fairplay, fornire un elenco di pregi e difetti al secondo turno e di cose preziose e fobie al terzo (almeno uno per voce) in uno spoiler a fine post per favorire l'azione dell'ogetto. Tramite l'occhio di Seraptis non è consentito apprendere il contenuto di una scheda del personaggio ma solo indizi forniti nella ruolata in corso siano essi espressi chiaramente con il metodo sopracitato che rivelati in modo implicito attraverso reazioni del soggetto esaminato.
    Durata 3 turni [1/3]
    Raggio 10 metri


    Edited by Nebaioth - 27/6/2017, 19:18
     
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    "Il mondo è fatto di storie, basta saperle raccontare."



    Pirati... Questo termine fece riaffiorare in me innumerevoli ricordi una volta piacevoli, ma adesso dopo secoli così dolorosi... Ogni volta che ci ripenso tante lame dalla punta sottile e affilata mi trafiggono il cuore con forza, scavando e scavando, senza mai fermarsi.
    Mio figlio, il più piccolo tra i tre - anche l'unico maschio. - da bambino adorava le storie sui pirati, non gli importava di quale natura fossero gli bastava che parlassero di loro. Non so precisamente come iniziò questa passione, ma credo che naque a causa di una storia da me inventata per farlo addormentare. Gli raccoltai un qualcosa di completamente inventato basato però pirateria presente nell'antichità nel mar mediterraneo. Ricordo come le mie parole lo tenevano con il fiato sospeso e tutte quelle l'emozioni che leggevo in quei grandi occhi castani, che aveva ereditato dal padre, era un momento indescrivibile a parole...
    Sembrava rapito da ogni mia sillaba. La sua adorazione continuò per tempo. Quando ero ancora umana trascorrevamo giornate intere insieme, fingendoci solitamente dei pirati che combattevano - con la scusa gli insegnavo a tirare di scherma, attività che ho appreso e iniziato ad amare grazie a mio padre. - inventavamo e leggevamo storie su di esso. Per lui non ero solo una madre, ma anche una compagna di giochi e avrei voluto un giorni essere la sua complice e confidente... La mia morte lo segnò più degli altri... Il suo carattere mutò in negativo, divenne un bambino taciturno e freddo... Nessuno può immaginare come si sentisse il mio cuore, nel vedere il mio cucciolo in quel modo... Aveva persino abbandonato il sogno di diventare un pirata e aveva accolto senza esitazione il destino da duca...

    bloodrose


    Ripensando a quei momenti, che erano risorti senza controllo, sentì i miei occhi inumidirsi, avrei voluto piangere, ma non sarebbe stata una bella figura davanti a persone appena incontrare, non credo che avrebbero compreso le pene di un genitore, forse non tutti. Avrei voluto non essere io la causa della perdita dell'innocenza di mio figlio...
    Rimasi a fissare il vuoto dopo aver fatto un inchino e aver rivolto lo sguardo all'uomo davanti a me. Sentivo il mio stomaco contorcersi e il mio cuore stringersi ad ogni secondo che passava... Forse il mio creatore aveva sempre avuto la ragione; il mio difetto più grande era quello di sentirmi colpevole per ogni cosa... Secondo lui sarei stata capace di sentirmi colpevole anche per la morte naturale di due sconosciuti.
    Quando l'uomo dagli occhi eterocromatici si presentò, mi risvegliò da quello stato di trance in cui ero caduta un brevi istanti. Mi catturò la mano per simulare di baciarne il dorso ed io lo lasciai fare tornando sorridere. Nel momento in cui si rimise eretto mi disse che era un piacere fare la mia conoscenza e non sentendo quell'espressione rivolta alla mia persona da un bel po', avvertì le mie goti quasi arrossire. "Ne sono lieta anch'io, è molto che non incontro qualcuno di così ben educato, ad essere sincera è molto che non parlo con chi non è un mio sottoposto nell'abito lavorativo." Dissi, ridacchiando per cercare di scrollarmi di dosso ciò che provavo. Il ricordo di mio figlio e la voglia irrefrenabile di piangere e urlare a causa di quello che avevo fatto e che era successo a causa mia. "Devo controllare il corpo." Pensai prima che l'essere, dalla natura a me sconosciuta iniziasse a parlare e propormi di unirmi a lui in maniera molto fine, qualcosa che apprezzai subito. "Mh, appartenete tutti alla stessa specie?" Chiesi curiosa. Anche dopo attimi di attente riflessioni non riuscivo a capire che tipo di creatura era, sembrava così, così... umano. "Può avvalersi della facoltà di non rispondere se desidera e la prego di darmi del tu, qualcosa mi dice che lei è molto più antico di me e sarebbe, secondo me, una mancanza di rispetto nei suoi confronti metterla sul mio stesso piano. Continuai rimanendo nella solita posizione. Quell'essere, o meglio la sua natura a me misteriosa, mi incuriosiva. Posso dire do essere aver sempre avuto una grande dose di curiosità nel mio carattere. Da bambina ogni cosa per me era qualcosa di nuovo da scoprire, ma da vampira iniziai per riluttanza verso me stessa, a soddisfare quella mia irrefrenabile curiosità attraverso i libri.

    CITAZIONE
    Neutrale puro.


    Edited by BloodyDarkRose - 6/7/2017, 15:09
     
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    La distinta vampira parve apprezzare le buone maniere del Capitano, un galateo che apprese a suo tempo per compiacere Seraptis ma che più volte gli tornò utile per mescolarsi a quella fetta di popolazione che gli dava sui nervi, i patrizi come li avrebbero chiamati in epoca romana. Per ora voleva salvare le apparenze ma per quanto ancora sarebbe riuscito a tenere a bada quel suo spirito indomabile? Il Capitano era affascinato da Morgaine, una creatura che, a quanto pareva, doveva essere molto equilibrata ne buona ne il contrario, propensa ad evitare dispute piuttosto che trovarsi nei guai; almeno era quello che gli era parso vedendola alle prese con quella svergognata di Veronique. La non morta era lusingata da tanta gentilezza che, a suo dire, le veniva mostrata solo in ambito lavorativo e giusto per convenzione. Lo zombie continuava a guardarla indefesso mentre lei azzardò una domanda indiscreta; voleva sapere se tutti i presenti fossero non morti della stessa specie. La risposta era piuttosto scontata in quanto non morti dello stesso tipo non hanno problemi a riconoscersi e, non riuscire ad identificarne altri, é una prova inconfutabile della loro appartenenza ad un diverso sottogruppo. Morgaine doveva già essersi resa conto del fatto che Kora e Veronique fossero vampiri anche se discendenti di una famiglia diversa dalla sua. Per lei sarebbero rimaste un'incognita le razze dei restanti tre non morti tra i quali il Capitano. A scanso di equivoci, lo spartano le rispose: "Siamo vampiri, mummie, zombi... La morte ci accomuna, i vivi ci temono, alcuni ci cacciano, molti finiscono col nutrirci ma tu sai bene a cosa mi riferisco..." smise di darle del voi visto che fu lei stessa ad avanzare la richiesta, fra l'altro, accolta più che volentieri dal risorto. In realtà Morgaine lo fece per rispetto nei confronti di chi credeva fosse molto più anziano di lei; non voleva peccare di presunzione. Nebaioth se ne fregava delle gerarchie e trattava tutti allo stesso modo; se avesse voluto imporsi lo avrebbe fatto anche con un individuo più antico di lui ed allo stesso modo succedeva spesso che non morti più giovani si prendessero gioco di lui e ci passasse sopra come niente... Tutto dipendeva dal frangente, dal fatto che lo trovasse più o meno divertente o da quanto una sua reazione o non reazione avesse influito in maniera importante. Era altamente altalenante per questo nessuno lo capiva veramente solo Seraptis ci riusciva grazie al suo potere latente. Ora era il Capitano a esercitarlo sulla gente, superbo escamotage per capir ciò che ha nella mente. "Avrai già riconosciuto i tuoi simili immagino... Beh, io e Giselle non siamo, come dire, notturni... Più la c'é anche un altro nostro amico, sta ultimando un'opera in stile moderno, lo chiamano wildstyle nella cultura hip hop e fa parte di una delle quattro discipline promossa da questa corrente, il writhing. É una forma di pittura che si esegue non col pennello ma con bombolette spray su pareti o, come in questo caso, su mezzi di trasporto e noi marchiamo Nouvieille al nostro passaggio!" e non si trattava solo di colori ma anche di morte o semplicemente caos.
    CITAZIONE
    Occhio di Seraptis:
    Appartenuto alla vampira Seraptis e donato a Nebaioth da quest'ultima, quest'occhio azzurro cielo dalla pupilla a spillo (il destro) é intriso del potere che rendeva unica la non-morta, quello di sondare l'animo degli esseri. Stabilendo un contatto visivo con un soggetto, il beneficiario dell'innesto, può scoprire nuovi dettagli ad ogni turno. Nel primo, sarà in grado di capire quale sia l'allineamento morale dell'esaminato; nel secondo, potrà individuare pregi e virtù come pecche e difetti dell'individuo. Il metro di giudizio cambia drasticamente a seconda del soggetto. Se, per esempio, questi fosse un angelo bianco, la sincerità sarebbe una sua virtù ma, se si trattasse di un diavolo, questa sarebbe una pecca... Infine, al terzo turno, potrà venire a conoscenza delle cose a cui più tiene e le sue più grandi fobie Il concetto di cose è vasto: si potrebbe tenere alla famiglia oppure essere dediti a un ideale o ancora essere ossessionati da un bene materiale... Quando si parla di fobie, non s'intende le classiche cose che intimoriscono chiunque ma di qualcosa che disturba l'individuo tanto da farlo smettere di agire o pensare in modo razionale come aracnofobia, agorafobia, emofobia e via dicendo. Alcune razze, hanno fobie imprescindibili che vanno a sommarsi a quelle personali; vedi, per esempio, i vampiri e la luce o i mannari e l'argento... L'utente che ruola il pg vittima dello sguardo indagatore, dovrebbe, in nome del fairplay, fornire un elenco di pregi e difetti al secondo turno e di cose preziose e fobie al terzo (almeno uno per voce) in uno spoiler a fine post per favorire l'azione dell'ogetto. Tramite l'occhio di Seraptis non è consentito apprendere il contenuto di una scheda del personaggio ma solo indizi forniti nella ruolata in corso siano essi espressi chiaramente con il metodo sopracitato che rivelati in modo implicito attraverso reazioni del soggetto esaminato.
    Durata 3 turni [2/3]
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    Edited by Nebaioth - 30/6/2017, 01:13
     
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    "Tutti abbiamo dei difetti, affermare << Non ho difetti…>> è la dimostrazione di averne."



    Tutti gli esseri, viventi o meno, hanno dei pregi o dei difetti. Nessuno può ritenersi in alcun modo perfetto, perché la perfezione non è fatta per noi, ma credo per nessuno. Tempo fa lessi che se non fosse stato per un imperfezione nella distribuzione dell'idrogeno nell'universo a quest'ora non esisterebbero le stelle e così anche la terra. Io una vampira di ormai quasi 6 secoli, credo di aver perso tutti i pregi che possedevo da umana e abbia acquisito solamente difetti.
    Ricordo che mi fu detto anche dal mio creatore... Era una sera d'estate quando successe, ci trovavamo in Italia e il caldo era insopportabile per noi, anche di notte le temperature superavano i 30 gradi impedendoci quasi di alzare anche un dito da quanto quelle temperature infernali ci indebolivano.
    Verso le 11 però fui costretta ad alzarmi per aprire la porta delle nostre stanze. Mi ritrovai davanti un uomo sui 30 anni, dal fisico slanciato, ma alquanto ben piazzato e una donna dalle forme generose. I due mi dissero subito che erano venuti sotto richiesta di mio marito - in quel periodo per non dare nell'occhio ci fingevamo marito e moglie.-. Non capì a chi si riferissero all'inizio, essendo troppo stordita dal caldo e chiesi a loro di ripetere.
    Dopotutto potevo definirmi vedova, mio marito era morto d'infarto 10 anni dopo il mio decesso, quando i suoi capelli avevano iniziato a coprirsi di fili argentei e le nostre figlie erano ormai coniugate, tranne il nostro unico maschio che però si sarebbe sposato a breve. Piansi per settimane dopo che passò a miglior vita, avrei desiderato sentire di nuovo le sue parole dolci che mi rivolgeva anche dopo che scomparvi... Aveva preso l'abitudine di parlare guardando il cielo quando era solo, racconrandomi ogni cosa e ripetendo sempre che sperava che io stessi bene lì dove ero, ammettendo però che gli mancavo e che non sarebbe mai riuscito a risposarsi, perché era ancora terribilmente innamorato di me...
    Tornando al ricordo di quella sera... Mi resi conto a chi si riferivano solo quando quel demone arrivò alle mie spalle e scusandosi per il mio comportamento con loro, giustificando il tutto come qualcosa di causato dal caldo insostenibile.
    Egli iniziò presto a giocare con la giovane, mentre io e l'uomo rimanevamo in disparte. Non ci volle molto tempo perchè egli tagliasse la breve vita della fanciulla. La vidi cadere a terra ormai pallida e con gli occhi privi di luce... La sua caduta produsse un tonfo, mentre lui con le labbra colorate di rosso commentava il gusto del sangue di lei e sorrideva allegramente. L'uomo rimase immobile per tutto il tempo, come se fosse ormai privo di propria coscienza, mentre il mio creatore si avvicinava a me per prendermi la mano e riempirla di baci, affermando intanto di amarmi e di apprezzarmi come pochi, elogiando la mia bellezza e le mie virtù. Ricordo che sorrisi lusingata, per poi cancellare ogni cosa solo quando affermò che mi aveva donato quell'uomo come cena. In quel preciso istante mi pervase il disgusto e pur ringraziandolo rifiutai il suo dono. Cercò di persuadermi, ma quando le mie labbra si mossero formando la frase "Non voglio essere un mostro come te." mi ritrovai improvvisamente con la sua mano intorno al collo, stretta in una presa che mi avrebbe facilmente ucciso da umana. I suoi occhi prima vispi e apparentemente umani cambiarono improvvisamente, erano freddi e minacciosi, riuscivano ad incutermi terrore, un tipo di terrore che si propagava nelle mie ossa. Con facilità estrema mi portò il volto contro l'aorta del giovane, premendomi la testa contro essa.
    Egli fu sempre molto più forte di me, per questo ogni mio tentativo di movimento fu vano. Sentivo intanto il suo cuore battere, il suo sangue fluire e il suo respiro, non riuscivo a trattenere la fame e mentre la voce della creatura che mi aveva dato nuova vita mi elencava con rabbia tutti i miei difetti, partendo dalla mia testardaggine per finire ai pregiudizi che avevo sui vampiri, affondai le zanne nel collo di lui, bevendo con foga, con sete incontrollata, senza neanche assaporare ciò che provavo lasciando soltanto che il suo sangue finisse nel mio.
    Ancora oggi dopo secoli ricordo quell'evento e mi rendo conto di quanto il mio creatore avesse ragione... Non sono più quella madre di famiglia piena di qualità. La gentilezza, la propenzione nel vedere del buono in tutto, la forza nell'affrontare anche qualcosa di terribile erano state accecate da qualcos'altro... Ed ormai mi sento solo il fantasma di quella che ero.

    bloodrose


    Lì nella stazione dei treni, quella notte avevo fatto un incontro interessante... Mi ero imbattuta in un gruppo chiamato "unità pirata", un nome che mi riportò alla memoria il mio adorato figlio. Conobbi quello che credevo fosse il capitano, un uomo galante e dagli occhi eterocratici, come un altro membro della banda, una donna che mi aveva accolto in malo modo, il quale comportamento fu però scusato dall'uomo che aveva detto di chiamarsi Nebaioth, un nome alquanto particolare. ""Siamo vampiri, mummie, zombi... La morte ci accomuna, i vivi ci temono, alcuni ci cacciano, molti finiscono col nutrirci ma tu sai bene a cosa mi riferisco..." Rispose così alla mia precedente domanda, dettata dalla curiosità, nata dal non riuscire ad individuare la natura di egli. Non avevo mai conosciuto in vita mia essere differenti a me, mai... Per quanto lessi e mi furono raccontate storie riguardo altre specie di creature sovrannaturali. Da bambina ricordo che chiedevo sempre alla mia balia di raccontarmi qualche storia su questi personaggi. Ella non era francese, ma per metà italiana e per metà irlandese. Conosceva moltissime storie di creature presenti sia nella mitologia magno greca/romana che irlandese. Ascoltarla era magnifico, mi sembrava di immegermi in un mondo nuovo, così diverso dal mio e terribilmente affascinante. "Mi scuso ancora per l'indiscrezione, ma lei a che specie appartiene?" Affermai con il volto serio. Ho sempre apprezzato conversare e poterlo fare con qualcuno che mi avrebbe riempito di nuove nozioni mi trigava, almeno per una volta non ero io a dover raccontare qualcosa a qualcuno. "Avrai già riconosciuto i tuoi simili immagino... Beh, io e Giselle non siamo, come dire, notturni... Più la c'é anche un altro nostro amico, sta ultimando un'opera in stile moderno, lo chiamano wildstyle nella cultura hip hop e fa parte di una delle quattro discipline promossa da questa corrente, il writhing. É una forma di pittura che si esegue non col pennello ma con bombolette spray su pareti o, come in questo caso, su mezzi di trasporto e noi marchiamo Nouvieille al nostro passaggio!" Ascoltai quelle parole alquanto interessata, scoprendo qualcosa di nuovo per me. Ero rimasta ferma alla pittura su tela, infatti ammiravo ancora con occhi pieni di stupore, quadri che possono ormai essere considerati un pezzo di storia, come quando li vidi la prima volta. "Sarei curiosa di saper altro su questo tipo di arte e di ammirare l'opera del suo amico, Monsieur.. Però prima mi permette di fare una cosa?" Chiesi retorica, non avrei permesso a nessuno di fermarmi in quel momento, mentre mi avvicinavo lentamente verso l'uomo che la vampira aveva ucciso a causa mia. Speravo con tutta me stessa che egli fosse solo un delinquente...
    Quando fu davanti a quel cadavere rimasi per diversi minuti ad osservarlo... I suoi occhi erano spalancati e privi di qualsiasi colore, erano diventati pallidi come la sua pelle quasi del tutto gelida. Le labbra livide erano contorte in un espressione di terrore, un terrore causato da me e la gola era martoriata e senza più una forma precisa, ormai la testa non sarebbe riuscita a rimanere in piedi da sola. Mi inginocchiai davanti al cadavere, incurante di chi avevo intorono, il suo corpo era più importante. Con delicatezza mi sfilai i guanti per chiudergli gli occhi e cercare di mutare con fatica la sua espressione facciale. "Scusami..." Sussurrai al suo orecchio prima di prendere il portafoglio per vedere i documenti, ma mentre lo estraevo una foto cadde da esso. La raccolsi sperando che non fosse quella di una bambina, ma ancora voltata verso gli altri lessi una dedica sul retro che rese le paure reali e mi frammentò il cuore in mille pezzi. "Al mio caro papà, ti voglio bene." Rimasi lì immobile, incapace di girare la foto, scossa dal disgusto che provavo per quello che avevo fatto, pur non essendo stata io ad ucciderlo mi incolpavo di averlo fatto finire nelle grinfie di un essere della mia stessa specie! Le lacrime minacciavano di sgorgare dai miei occhi, mi sentivo come intrappolata in un incubo ad occhi aperti... Era la prima volta per me... Non avevo mai causato la morte di qualcuno con dei figli...

    Pregi: Saggezza e misericordia.
    Difetti: Prendersi la colpa per qualsiasi cosa.

    Questi sono solo i più "grandi".


    Edited by BloodyDarkRose - 6/7/2017, 15:10
     
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    Era una notte estiva del milleottocento nei bassifondi parigini. L'ex capitano dell'inesorabile stava passando l'ennesima nottata ai bordi di una strada lastricata rifugio di randagi, mendicanti ed altri scarti della società. I gloriosi tempi in cui la Flotta Nemesi metteva a ferro e fuoco l'Atlantico erano ormai giunti al termine e dell'unità pirata non rimanevano che pochi membri sparsi per l'Europa. Uno di loro era proprio Il Monco, nomignolo che Nebaioth si era guadagnato grazie alla mano mutilata. Se ne stava lì, logorato dalla bruciante sconfitta che vide i suoi sogni naufragare assieme al suo vascello sebbene Kalos prolungò la condanna dell'intero equipaggio trascinando ancora il relitto in forma di nave fantasma in lungo e in largo senza nemmeno un apparente scopo. L'aver raggiunto le coste francesi fu proficuo giusto per calmare la fame che aveva ridotto i pirati in uno stato orribile; colpirono un piccolo villaggio a pochi giorni dalla costa e tutt'oggi girano strane voci su quell'ettaro di terra rimasto incolto e desolato. Il gruppo poi si sciolse e ognuno prese la sua strada, il temibile Capitan Uncino si tolse la benda dall'occhio guercio e si strappò l'uncino che sostituiva la mano destra acquisendo l'aspetto di uno sfortunato mendicante. Ricominciò a farsi scorrere il tempo addosso guardando la vita sbocciare e sfiorire come uno spettatore poco interessato, demotivato e apatico. Quella notte però fece un incontro che gli cambiò l'esistenza. In quel vicolo puzzolente si palesò una figura che non c'entrava niente; si vedeva lontano un miglio che si trattava di una nobildonna vuoi per l'abbigliamento, vuoi per il portamento. Fatto sta che la donna si fermò in prossimità dello spartano seduto a terra per dargli qualche spicciolo ma subito, entrambi, si resero conto di essere non morti e rimasero qualche istante a guardarsi. Nebaioth rifiutò il denaro e, con uno scatto felino, si parò di fronte a lei indeciso sul come approcciarla. Lei invece scrutò fino in fondo alla sua anima per poi chiedergli di seguirla. Lui non capiva il francese ma la donna era piuttosto colta e seppe farsi intendere ricorrendo allo spagnolo. Alla fine decise di seguirla così finirono in quella che doveva essere la sua dimora. "Voi siete come me? Io, io sto male, non so cosa sia ma mi fa impazzire! Vi prego di aiutarmi se sapete come farlo." Nebaioth la guardava incuriosito ed aveva già notato una stranezza nei suoi pronunciati canini ma non aveva mai conosciuto un vampiro ma aveva sentito leggende che ne parlavano; le dicerie più comuni li descrivevano come creature della notte assetate di sangue. "Io non sono come te ma credo di sapere qual'é il tuo problema... Aspettami qui." lei si fidò di lui. Cos'altro poteva fare? Chi l'aveva resa una non morta era già sparito nel nulla senza darle spiegazioni; lo avrebbe fatto ma cadde vittima dell'imboscata di un cacciatore senza che lei venisse mai a saperlo. Pensò di essere stata abbandonata; se non altro aveva una casa ed una bara per riposare ma non aveva ancora consumato il suo primo pasto ed era quello ad affliggerla. Nebaioth cercó una vittima da immolare a colei che credeva giustamente un non morto in preda ai morsi della fame; anche con una sola mano non gli era difficile cacciare gli umani, così deboli... Arrivò alle spalle di una prostituta e le strinse la gola tanto forte da farla quasi soffocare; quando la donna svenne, la recapitò come un pacco a casa della vampira. "Siete tornato! Ma chi è questa donna, cosa le avete fatto?" e il Capitano "É la tua cena, buon appetito!" lo prese come uno scherzo di cattivo gusto allora fu lo zombie a fare la prima mossa. "Va bene, se non hai fame ci penso io!" e affondò i suoi denti nella spalla scoperta della povera donna che si svegliò di soprassalto tentando di urlare ma senza riuscirci visto che con la mano le tappava la bocca. Alla vista del sangue, la vampira perse il senno e si scagliò anch'ella sulla donna ferita cercando di bere quanto più sangue possibile. Pareva estasiata e lo era pure Nebaioth che fino ad allora pensava solo Teti avesse gusti particolari. Dopo il pasto però, la vampira tornò in se "Non sono stata io!" con un ghigno maligno Nebaioth replicò: "Oh si che sei stata tu!" a metà tra disgustata e disperata tentò di discolparsi: "Non volevo, lo giuro! Oh Signore, perdonami ti prego!" era veramente affranta ma allo stesso tempo appagata e rinvigorita. "Mi sa che dovrai farci l'abitudine; hai un nome?" cercò di deviare il discorso "Marie, e voi siete?" sgranò il suo unico occhio e le grugnì: "Marie é morta, ora sei Seraptis! Io sono invece chi ti insegnerà a stare al mondo, Nebaioth, figlio di Porphyrios!" Dopo il loro primo incontro, Nebaioth prese l'addestramento della giovane vampira come una missione personale ma la non morta era restia a cacciare preferendo digiunare al commettere omicidi. Col tempo però Seraptis trovò il giusto compromesso tra l'esiatenza da non morto ed il rispetto della vita. Assunse una prostituta di nome Silviette e ne fece la propria domestica; la tolse dal bordello con la promessa di una vita più dignitosa ed una lauta paga settimanale al prezzo di una quotidiana donazione di sangue. Tra le due si instaurò presto un rapporto di reciproca stima e fiducia finché un giorno Teti non rifece capolino dalle nebbie dei ricordi e strappò il cuore della giovane mortale per nutrirsene ma quella è un'altra storia...

    Morgaine sembrò insoddisfatta della precedente risposta dell'antico, voleva sapere a quale razza appartenesse, più lui che i suoi compagni così dissipò ogni suo dubbio: "I vivi, quelli come me, li chiamano zombi poi però, nei loro film, ci fanno sembrare stupidi. Io invece potrei scommettere che sei un vampiro, non so, ce lo avete scritto in fronte o forse sono gli abiti che indossate..." La francese si disse poi interessata al writhing ma prima che qualcuno potesse approfondire l'argomento, si scusò perché si sarebbe messa a perquisire il cadavere dell'uomo ucciso da Veronique.
    "Seraptis, amica mia, quanto ti somiglia questa Morgaine..." pensava lo zombie nel vedere l'anziana vampira disperarsi per aver ucciso un padre di famiglia "Finirà col suicidarsi pure lei? Che spreco! Beh, chi sono io per impedirglielo? Però sì, sarebbe un peccato... Ho un'idea!" Si chinò anche lui sul cadavere mentre in lontananza si udì: "Got it!" era Ghiaccio che aveva finito il pezzo, solo Kora sembrò prestargli attenzione "Bella Bro!" Mentre l'attenzione di Morgaine era focalizzata su di un biglietto probabilmente scritto dal figlio di quell'uomo, il Capitano terminò d'indagare nel cuore di Morgaine per poi passare al portafogli del tizio; ne estrasse i documenti. "Ormai il danno è fatto ma si dice che la morte sia un rimedio universale, risolve qualsiasi problema..." ecco, tornava l'espressione a psicopatico che gli altri ben conoscevano sul volto del capobranco "...viveva a solo due isolati; potremmo arrivarci in men che non si dica così faremo ricongiungere la prole al genitore e pure la consorte, che ne pensate?" e Veronique: "Oh Capitano, mio Capitano!" mentre Giselle annuì: "É un ragionamento logico, non fa una piega!" mentre i due writhers all'unisono esclamarono: "Kill them all!" Poi Nebaioth interpellò anche Morgaine quasi certo di sapere quale risposta gli avrebbe dato "E tu che ne pensi?" non che importasse davvero la risposta visto che ormai era partito per la tangenziale e solo un'idea più divertente di una strage familiare avrebbe potuto dissuaderlo dal compiere quell'atrocità.
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    Appartenuto alla vampira Seraptis e donato a Nebaioth da quest'ultima, quest'occhio azzurro cielo dalla pupilla a spillo (il destro) é intriso del potere che rendeva unica la non-morta, quello di sondare l'animo degli esseri. Stabilendo un contatto visivo con un soggetto, il beneficiario dell'innesto, può scoprire nuovi dettagli ad ogni turno. Nel primo, sarà in grado di capire quale sia l'allineamento morale dell'esaminato; nel secondo, potrà individuare pregi e virtù come pecche e difetti dell'individuo. Il metro di giudizio cambia drasticamente a seconda del soggetto. Se, per esempio, questi fosse un angelo bianco, la sincerità sarebbe una sua virtù ma, se si trattasse di un diavolo, questa sarebbe una pecca... Infine, al terzo turno, potrà venire a conoscenza delle cose a cui più tiene e le sue più grandi fobie Il concetto di cose è vasto: si potrebbe tenere alla famiglia oppure essere dediti a un ideale o ancora essere ossessionati da un bene materiale... Quando si parla di fobie, non s'intende le classiche cose che intimoriscono chiunque ma di qualcosa che disturba l'individuo tanto da farlo smettere di agire o pensare in modo razionale come aracnofobia, agorafobia, emofobia e via dicendo. Alcune razze, hanno fobie imprescindibili che vanno a sommarsi a quelle personali; vedi, per esempio, i vampiri e la luce o i mannari e l'argento... L'utente che ruola il pg vittima dello sguardo indagatore, dovrebbe, in nome del fairplay, fornire un elenco di pregi e difetti al secondo turno e di cose preziose e fobie al terzo (almeno uno per voce) in uno spoiler a fine post per favorire l'azione dell'ogetto. Tramite l'occhio di Seraptis non è consentito apprendere il contenuto di una scheda del personaggio ma solo indizi forniti nella ruolata in corso siano essi espressi chiaramente con il metodo sopracitato che rivelati in modo implicito attraverso reazioni del soggetto esaminato.
    Durata 3 turni [3/3]
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    Edited by Nebaioth - 3/7/2017, 04:25
     
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    "Tutti hanno qualcosa d'importante a questo mondo e spesso rimane tale anche quando quel qualcosa si perde."



    Ogni essere ha qualcosa di estremamente importante a questo mondo e anche un punto debole, che può essere qualsiasi cosa, anche un flebile ricordo.
    Per me la cosa più importante è sempre stata la famiglia, non una qualsiasi famiglia, ma quella che io e il mio amato sposo abbiamo creato, quell'angolo di paradiso che per noi è sempre stata la cosa più bella. Amavamo dormire circondati dai nostri bambini, sentirli parlare di ogni cosa desiderassero, udire le loro risate, urla e quant'altro, riuscivano a riempirti il cuore di gioia... e solo il ricordo di quei bei momenti mi stringono l'anima e mi rendono difficile ogni attività.
    Invece la mia più grande debolezza sono diventati i bambini, forse perché non sono riuscita a crescere i miei... Sapete... Vorrei dire di non aver mai ucciso degli infanti... ma non posso, sarebbe una menzogna...
    Quando accadde ero ancora una giovanissima vampira, dalla fame incontrollata, ma nessuna voglia di far del male un'altra volta, un omicidio mi era bastato. Non mi nutrivo da settimane e ormai ero diventata orribile... La pelle era diventata così lucida da sembrare plastica, i capelli erano arruffati, gli occhi erano quelli di un demonio, avevo le vene che si vedevano su tutto il corpo e sembravo terribilmente malnutrita... Uno spettacolo orribile... Al mio creatore non sembrava importare della mia condizione, mi ignorava e fresco come una rosa continuava a girare per la città lasciandomi sola nell'appartamento lussuoso che aveva affittato. Ero convinta di star per morire, questa volta veramente, ma una sera si presentò nella mia stanza con un bimbo dai riccioli biondi. Ero quasi incapace di muovermi quando fu davanti a me. Non fece avvicinare subito il bambino, che osservava la scena immobile, ma si avvicino prima lui e mi diede un casto bacio sulle labbra. "Mia cara bambina, non posso sopportare di vederti così. Ti scongiuro di accettare il mio doni." Mi disse senza che io riuscissi a comprendere qualcosa... A causa della testa che mi scoppiava nel sentire il battito cardiaco di quel giovane cuore, che però sembrava essere alquanto irregolare alcune volte. All'improvviso in forte odore di sangue mi pervase le narici e senza neanche rendermene conto mi avvinghiai al corpo del bambino e con le zanne affondate sulla sua spalle, che era stata lacerata, bevevo quel nettare con una tale foga da far ridere con gioia l'artefice di tutto quello. Lasciai andare il corpo di quel bambino solo quando fu sensa vita... Lo vidi cade all'indietro in modo innaturale, con la pelle ormai così bianca da sembrar finta e gli occhi spalancati.
    Disgustata da me stessa urlai e piansi tra le braccia del vampiro che mi aveva fatto quel dono, mentre mi accarezzava la testa e mi diceva che era tutto apposto.
    Nulla era apposto! Avevo ucciso un bambino e mi sarei portata quell'immane senso di colpa per sempre come una cicatrice.

    bloodrose


    "I vivi, quelli come me, li chiamano zombi poi però, nei loro film, ci fanno sembrare stupidi. Io invece potrei scommettere che sei un vampiro, non so, ce lo avete scritto in fronte o forse sono gli abiti che indossate..." Affermò Nebaioth, facendomi sorridere. Era vero, il mio stile era rimasto quello di un tempo, anche il mio modo di fare e se non fosse stato per il fatto che ormai molti umani consideravano noi non morti delle mere favole per terrorizzare i bambini, solo creature del folklore e dei libri, io sarei stata subito smascherata. Non mi ero riuscita ad integrare in questa società così diversa da quella in cui ero nata, piena di giovani senza sogni e attaccati così morbosamente alla tecnologia e ai media, mi era sbrato più volte che quest'ultime cose fossero divenuti i nuovi dei degli uomini.
    Quando rimasi imperterrita davanti la dedica che aveva fatto quel bambino a suo padre, mi chiusi per diversi minuti in una piccola bolla fatta di dolore e ricordi che impediva a fattori esterni di entrare. Non avevo timore di piangere, l'avrei fatto e forse lo stavo già facendo, ma quando sentì le parole di quell'essere, che credevo ben diverso da quello che si stava dimostrando, rimasi senza parole. Come si può essere così crudeli con delle creature così innocenti come i bambini? Con che coraggio avrebbe preso la sua vita? Come?!
    E sarebbe stato infine colpa mia... perché avevo dovuto esaminare il corpo di fronte a lui?! Cosa mi aspettavo? Era un non morto! "Come potete volere la morte di un bambino?! Ecco cosa penso! Dissi alzandomi, disgustata e arrabbiata nei confronti del risorto dagli occhi eterocromatici. Speravo che potesse capire, che si potesse fare un esame nella sua coscienza ed evitare di uccidere quel bambino. Non amo i conflitti, anzi li odio e non sarei mai riuscita ad impormi...
    "Ti lascio qualche tempo da sola e cosa combini, mia cara?" Quella voce... Era lì. Alzai gli occhi e una figura alta, dai freddi occhi azzurri, dai bei riccioli biondo platino lunghi fino le spalle mossi dal vento e vestita di grigio si trovava dietro di loro... Il mio creatore era tornato...

    La cosa a cui tiene di più, anche al suo creatore, non facendolo notare. La sua più grande paura è quella di diventare un mostro e uccidere altri bambini.


    Edited by BloodyDarkRose - 6/7/2017, 15:11
     
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    Verso la fine del milleottocento, della temibile tetralogia elementale, non erano rimasti che Teti e Nebaioth. La mummia, ormai antica come del resto il compagno zombie, aveva imparato a tenere a freno i suoi istinti consentendo ad entrambi di vivere vite pressappoco normali in mezzo alla gente comune. Lei era una celebre attrice mentre lui non faceva niente di particolare se non cacciare di tanto in tanto e seguire la sua amata durante i suoi spettacoli. Un giorno accadde che uno sceneggiatore tentò di liquidarla per dare spazio ad un nuovo astro nascente che in realtà era una nobildonna raccomandata che non aveva nemmeno metà del suo talento. Teti, su tutte le furie, tentò a sua volta di dissuadere suddetto sceneggiatore dal fare l'errore di sostituirla ma quando un gobbo le svelò l'intrigo, la non morta diede sfogo alle sue ire manifestando i propri poteri e perpetrando una strage degna dei vecchi tempi. Purtroppo per lei però fu l'ultima scorpacciata di cuori. Un noto cacciatore di non morti, Thomas Kaine, le tese un agguato ben congegnato al quale l'egizia non poté che soccombere. Nebaioth, pur avendo perso per sempre l'unico amore della sua intera esistenza, si mostrò freddo e pacato, non cedette al medesimo istinto che costò la distruzione alla mummia e si fece invece amico il cacciatore offrendogli il suo aiuto per cacciare quelli come lui. Assieme distrussero vampiri, mummie e addirittura altri zombi oltre ad uccidere licantropi, diavoli ed altre abbiette creature. Era una sinergia perfetta, ognuno imparava dall'altro sempre qualcosa di utile ed interessante ma il Capitano non aveva affatto dimenticato il torto subito e, quando pensò di aver appreso abbastanza dall'umano, lo colpì a tradimento per poi catturarlo e trascinarlo in delle segrete dove lo torturò senza sosta per quattro lunghi anni. Alla fine Kaine morì straziato dai maltrattamenti ma l'ironia della sorte volle che lui stesso si rianimasse come un ravenant. (Il ravenant é una rarissima forma di risorto che non ha nessuna necessità di nutrirsi ed é animato esclusivamente dal desiderio di vendetta, quando questa viene compiuta, il non morto non ha più ragione di esistere dunque collassa in un cumolo di cenere inerte. Fino a quel momento non c'é niente in grado di annientarlo definitivamente e il non morto torna a rigenerarsi per completo anche se ridotto in polvere.) Nebaioth lo accolse con gioia fra i suoi pirati e tutt'oggi Thomas si allena giorno e notte con l'unico intento di porre fine all'esistenza del suo aguzzino sfidandolo con cadenza decennale nel giorno dell'anniversario della propria morte. Ovviamente non riuscì mai ad impensierirlo realmente soprattutto perché, come il resto dei risorti, non aveva memoria della vita precedente e ciò lo rendeva un avversario di molto inferiore a chi ne causò il risveglio. Nebaioth però vide in quello scherzo del destino una fortuita coincidenza che gli permise di perpetuare la sua vendetta.

    Se qualcuno mostrasse il fianco sarebbe davvero un peccato non approfittarne. Una delle tante ideologie contorte che rendevano il Capitano il mostro che era. Morgaine lo aveva fatto, si era mostrata debole e indegna del dono ricevuto, privilegio di pochi. Aveva già amato qualcuno, Teti, e sofferto in seguito alla sua scomparsa, aveva già avuto compassione di qualcuno, Seraptis, ma il caso era diverso, lui stesso era diverso e se lo era ripromesso, non avrebbe più strinto dannosi legami sentimentali. Non si sarebbe certo lasciato impietosire dall'animo misericordioso della vampira che aveva di fronte, un essere abbastanza anziano da dover già accettato la sua natura o rinunciato a quell'esistenza dannata. Ora il volto del Capitano assumeva a poco a poco tratti diabolici rivelando un maligno sorriso a trentadue denti e sibilando parole crudeli: "I bambini muoiono allo stesso modo di ogni essere vivente anzi é più facile ucciderli inoltre la loro carne é più succulenta, il loro sangue più dolce..." espose la lingua passandola su entrambe le labbra "Vergognati! Non meriti il dono della vita eterna! Se davvero sei tanto affranta dalla morte che provochi, perché nell'arco di mezzo millennio e forse più non hai trovato il coraggio di aspettare l'avvento del nuovo giorno?" attese solo qualche istante perché riflettesse poi le vomitò addosso il suo personalissimo verdetto: "Codarda!" lo disse a denti stretti, quasi ringhiando "Fammi indovinare; ti torturi con lunghi periodi di digiuno poi, quando stai impazzendo per la fame, ti getti su qualcuno sfogando i tuoi istinti repressi e giustificando il tuo operato col fatto che le tue vittime erano meritevoli di morire oppure che eri fuori di senno e quindi incapace di controllarti... Facile, troppo facile! Te la racconti! Ti credi diversa da noi? Ti credi migliore? Sei solo patetica!" di nuovo taque un paio d'istanti per poi metterla di fronte ad un bivio: "Non hai il coraggio di farla finita? Ordinamelo e ti strapperò il cuore io stesso! Vuoi continuare a vivere la tua morte? Fallo a testa alta e senza rimorsi come qualunque altro predatore!" voleva provocare una reazione, poteva essere l'inizio di una nuova vita per la Draco ma qualcuno s'intromise rivolgendosi proprio a Morgaine. Un non morto, tutti i presenti se ne resero conto, era bello come il Sole e parlò con una certa confidenza alla vampira; le sue parole parevano quelle di un padre o di un mentore rivolte ad una figlia od un allievo. Nebaioth fece due più due pensando giustamente che potesse trattarsi del padre di sangue ma la cosa non gli interessava più di tanto. Ora era più interessato a mortificare la povera vedova francese anche se si sarebbe preso volentieri una pausa per sfidare chi aveva violato il proprio terreno di caccia e stavolta non avrebbe fatto sconti. "Di solito non sono ostile nei confronti dei miei simili ma tu non potevi scegliere un momento peggiore per disturbare il figlio di Porphyrios!" cercò di portarsi a breve distanza dal biondo vampiro, fece uno sforzo di volontà concentrando energia negativa nelle orbite lasciando che i suoi occhi si facessero bianchi ed attivando in quel modo un potere che in genere riservava a nemici speciali tentando di piegare l'intruso al suo volere. "Adesso dimmi chi sei e che cosa vuoi o conoscerai l'ira del Capitano, il signore dei non morti!" i seguaci lo guardavano con ammirazione sentendosi protetti e fortunati stando dalla parte di chi si presupponeva fosse il più forte.
    CITAZIONE
    Annullamento della razionalità
    Attraverso l’utilizzo della propria volontà, il risorto è in grado di sferrare questo attacco mentale ai danni della vittima o del bersaglio. Quando il colore e la consistenza dei loro occhi cambia, assumendo una colorazione biancastra, acquosa ed opaca, significa che l’attacco è già in atto. Per completare l’opera il risorto ha bisogno di avere con la vittima un contatto visivo, ma quando questo manca allora sta alla creatura cercarlo in qualsiasi modo; una volta ottenuto agli occhi della vittima quello sguardo risulterà magnetico (anche se non si può dire che sia affascinante, anzi.. Tutt’altro), in grado di generare un senso di terrore e paura inconsci. A questo punto il risorto inizia a piegare le facoltà mentali della vittima indebolendole, fino al raggiungimento della totale incoscienza o assenza di razionalità: in questo stato, la vittima, è capace di agire solamente secondo l’istinto, accentuando quindi l’indole della propria razza ed i lati più nascosti del suo carattere, tuttavia sente istintivamente di avere un padrone e che quel padrone è proprio chi attraverso lo sguardo gli incute terrore, pertanto il risorto non potrà essere attaccato ma non potrà nemmeno comandare alla sua vittima di compiere azioni che vadano contro la sua indole, il suo allineamento o che vadano in contrasto con le caratteristiche della sua razza.
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    "Non siamo tutti fatti per seguire la natura della nostra specie."



    Uccidere... non so come abbia sempre fatto il mio padre di sangue a togliere la vita senza provare pena per la vittima o rimorso per il gesto... è qualcosa che pur essendo vampira da quasi 6 secoli non comprendo e non riesco a fare., è più forte di me... Il solo pensiero di dover uccidere qualcuno mi disgusta, va contro la mia natura, i miei valori e tra l'altro... cosa penserebbero di me i miei angeli e mio marito se solo mi vedessero fare qualcosa del genere? Cosa? Forse mi rinnegherebbero e mi condannerebbero a vivere scontando le mia pena con la consapevolezza di averli delusi enormemente, di non essere più quella donna che vorrei ancora essere.
    Forse è da pazzi aggrapparsi al ricordo di qualcosa che non avrò mai più indietro l'umanità, ma per me non è motivo di pensieri suicidi. Per quanto forse suonerà contorto, dopotutto quelle che mi ha fatto, io amo il mio nuovo padre... con lui ho vissuto momenti improponibili e magnifici, ma anche attimi di dolore e rabbia. Egli ha sempre cercato di farmi capire concetti base per una come me, che io con la mia testardaggine non ho mai volutamente appreso provocando così la sua ira.
    Egli è un tipo violento, ma solo quando qualcuno lo infastidiva, gli mancava di rispetto o lo spazientiva, se no si rivelava sempre un uomo colto, con il sorriso perennemente sulle labbra e con un educazione impeccabile, che gli era stata insegnata dal suo padre di sangue per permettersi di amalgamare con la popolazione europea. Io e lui litigammo spesso nel corso dei secoli, ma non c'è stata volta in cui alla fine non fosse finito tutto con un bacio o senza fare nulla, lasciando che quella lite fosse sepolta nei nostri ricordi senza più essere toccata.
    Probabilmente è grazie a lui che non ho mai pensato a farla finita aspettando che fosse il sole a polverizzarmi, anche se... fin da umana non ho mai capito perché bisogna recidere la propria vita, è come commettere un omicidio, ma su se stessi, quindi ugualmente disgustoso e ingiustificabile, ma nel mio caso non mi sarebbe mai stato permesso dal mio creatore, mai! Avrebbe preferito rompermi tutte le ossa invece di lasciarmi fare qualcosa del genere, sarebbe stato anche capace di rinchiudermi in una stanza per mesi, lasciandomi deperire, forse fino a diventare una specie di statua, ma non avrebbe mai permesso il mio decesso.

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    Nebaioth si era mostrato diverso pochi attimi prima... Mi aveva accolto come un gentiluomo e adesso d quell'essere non erta rimasta traccia alcuna... si era mostrato come una persona diversa, completamente diversa come se in lui vivessero due personalità ben distinte, ma cosa dovevo aspettarmi da un risorto? Anche il mio creatore in alcuni attimi poteva sembrare un certo tipo di persona per poi mutare totalmente, ma solo a seguito di una parola sbagliata, un movimento di troppo o certi comportamenti che possono recare fastidio a quasi chiunque, se no con le proprie vittime era gentile, dolce e si fingeva persino un perfetto amante. Iniziò a sibilare parole crudeli, che mi lasciavano attonita e priva di parole... Come poteva dire quelle cose? Propormi di uccidermi e definirmi una codarda, avrei voluto urlargli in faccia che il codardo era lui visto che aveva intenzione di uccidere delle creature incapaci di difendersi da sole, ma rimasi lì ferma a guardare un punto imprecisato senza muovermi o fare qualsiasi altra cosa. Ho sempre odiato i conflitti e non avevo la benché minima intenzione di farne scoppiare uno con un essere antico come quello che mi trovavo di fronte. "Non mi sono mai data una giustificazione per i crimini da me commessi, non mi sento superiore o migliore. Per me l'immortalità è la mia punizione, la morte non riscatterebbe le vittime della mia fame, ma una vita eterna di sofferenza e tentativi di aiutare i famigliari degli esseri che ho ucciso invece potrebbe rendere un po' più serena la giornata alle persone a cui ho distrutto la vita." Affermai, rivolgendo il mio sguardo al corpo dell'uomo. Ero certa che non avrebbe capito, ma come poteva? Nessuno sarebbe riuscito a capire ciò che provavo e vivevo, neanche il mio creatore, che però più volte aveva detto o meglio accennato di essere stato come me, cosa che mi sembrava impossibile da credere.
    Quando egli, in tutta la sua nordica bellezza fece la sua entrata mi senti quasi sollevata e se avessi avuto un cuore sarebbe scoppiato di gioia. Non lo vedevo da forse dieci anni e nonostante le numerose lettere che ci eravamo scambiati avevo sentito la sua mancanza, anche se la mia mancanza loquacità aveva fatto in modo che egli scappasse per girare il mondo. Sentì l'uomo dagli occhi eterocromatici parlargli e lo vidi avvicinarsi a la sua figura, che teneva lo sguardo fisso su di me. "Io sono Elias Northman, molto lieto. Si rilassi pure, sono venuto in pace e non cerco conflitti, ma trovo interessante come lei stia cercando di spronare la mia cara Morgaine a fare qualcosa che lei crede contro la sua natura... Per ben quasi 6 secoli ho provato a farle capire quanto sia appagante nutrirsi di un essere umano, osservare il terrore nei suoi occhi e poi vedere la morte prendere possesso dei quel corpo, ma ahimè ancora non sono riuscito ad ottenere da lei... Affermò sospirando e mostrando la sua solita espressione pacifica. Quanto poteva dimostrarsi falso quell'uomo? Era subdolo e falso come un demonio! Lo vidi avvicinarsi con un elegante passo da felino alla vampira che aveva prosciugato l'uomo e inchinarsi per porgerle i suoi saluti. Sospirai, non era cambiato per nulla, rimanendo sempre il solito sadico e amante delle donne. Prima che me ne rendessi conto egli era davanti a me, mi guardò negli occhi con uno sguardo gelido, prendendomi il polso con forza e stringerlo nella propria mano. Sembrava arrabbiato con me... "Adesso andremo con il Capitano, che ti piaccia o no." Le sue parole furono come una cascata d'acqua fredda, dopo 10 anni che non ci vedevamo l'unica cosa che sapeva fare era costringermi a fare qualcosa, che sapeva bene, mi avrebbe segnato nel profondo.
     
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    Morgaine non avrebbe mai condiviso il punto di vista del suo interlocutore e trovò assurde le possibilità che le aveva propinato come uniche due opzioni a sua disposizione. "Questo é ciò che si dice arrampicarsi sugli specchi; non dovrebbe preoccuparsi di aiutare proprio nessuno se ne uccidesse i parenti anzi non dovrebbe farlo a priori!" era proprio infastidito dall'ipocrisia , dall'autocommiserazione ed era pronto a darle una lezione quando però dovette lasciarla perdere per dedicarsi ad un nuovo arrivato, un potenziale sfidante che Nebaioth si premurò di mettere in riga prima ancora che potesse anche solo tentare di fare sciocchezze. Gli occhi dello zombie avevano assunto una viscida consistenza ed erano la prova del fatto che stesse usando il potere di annullare il pensiero razionale di chi aveva di fronte. Il nuovo arrivato si presentò pacificamente e con modi raffinati anche se ciò, il Capitano lo attribuiva all'effetto del suo sguardo intimidatorio più che ad un sentimento genuino di rispetto. Il vampiro si mosse poi verso la propria creatura e la costrinse a seguirlo strattonandola. "Bene! Noto con piacere che finalmente ci troviamo tutti d'accordo quindi è deciso..." sollevò il pugno chiuso gridando con enfasi: "Ciurma, all'arrembaggio!" e gli altri annuirono con grida indefinite. Saranno state le ore tre del mattino e le persone che si aggiravano alla stazione a quell'ora erano poche e quasi tutte mendicanti o brutti ceffi insomma nessuno che avrebbe storto la bocca per qualche schiamazzo. Nebaioth prese il cadavere e se lo caricò sulle spalle a mo' di sacco di patate e guidò il gruppo diretto all'abitazione della quale aveva appreso l'indirizzo. Lo zombie volle scambiare quattro chiacchiere col vampiro platinato: "La tua donna mi piace sai? Forse in un paio di secoli potremmo anche riuscire a metterla in carreggiata... Mi farebbe molto piacere avervi al mio seguito, come spiegavo prima alla tua protetta, non siamo mica mostri, ci spalleggiamo in questi tempi difficili in cui cacciatori ed altre seccature che minano la nostra pace si sono moltiplicati come mosche su una carcassa. Non preoccuparti, io non sono il capo di niente, cerco solo di prendere in mano la situazione quando ce n'è bisogno..." siccome gli sembrò di aver a che fare con un personaggio di una certa esperienza e decisamente più concreto di quanto non fosse chi trascinava per un braccio, gli parlò con schiettezza "Il mio scopo è solo quello di riunire la popolazione non morta in vista di una minaccia ormai alle porte, per questo ho riunito i membri più antichi di ogni razza. Dobbiamo accantonare le nostre divergenze, complementarci con i nostri punti di forza, insomma dobbiamo cooperare per rimanere a galla!" e i presupposti erano ottimali, adesso che gli antichi di erano riuniti, chi li avrebbe fermati? In procinto di lasciare la stazione si rivolse al vecchio Draco: "Siete invitati a cena, non farete complimenti spero!" ed attese il suo responso aspettandosi che avrebbe parlato a nome di entrambi, lui e Morgaine.
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    Attraverso l’utilizzo della propria volontà, il risorto è in grado di sferrare questo attacco mentale ai danni della vittima o del bersaglio. Quando il colore e la consistenza dei loro occhi cambia, assumendo una colorazione biancastra, acquosa ed opaca, significa che l’attacco è già in atto. Per completare l’opera il risorto ha bisogno di avere con la vittima un contatto visivo, ma quando questo manca allora sta alla creatura cercarlo in qualsiasi modo; una volta ottenuto agli occhi della vittima quello sguardo risulterà magnetico (anche se non si può dire che sia affascinante, anzi.. Tutt’altro), in grado di generare un senso di terrore e paura inconsci. A questo punto il risorto inizia a piegare le facoltà mentali della vittima indebolendole, fino al raggiungimento della totale incoscienza o assenza di razionalità: in questo stato, la vittima, è capace di agire solamente secondo l’istinto, accentuando quindi l’indole della propria razza ed i lati più nascosti del suo carattere, tuttavia sente istintivamente di avere un padrone e che quel padrone è proprio chi attraverso lo sguardo gli incute terrore, pertanto il risorto non potrà essere attaccato ma non potrà nemmeno comandare alla sua vittima di compiere azioni che vadano contro la sua indole, il suo allineamento o che vadano in contrasto con le caratteristiche della sua razza.
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    Edited by Nebaioth - 7/7/2017, 03:11
     
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    "Spesso le parole servon più della violenza."



    La violenza... l'arma più efficace dell'essere che mi ha creato... ciò che ti fa capire realmente con che razza di creatura hai a che fare e ti fa tremare di paura al solo pensiero dopo che l'hai provata una sola volta.
    Nel corso dei secoli sono stata capace di provare i suoi nervi più di una volta, portandolo a manifestare aggressività verbale e anche fisica, a volte entrambi...
    Non si è mai scusato per ciò che mi faceva, durante quei impeti di rabbia in cui mi trascinava verso una qualsiasi vittima o mi urlava contro offendendomi a causa di ciò che credevo e credo tutt'ora, però i qualche strano modo è sempre riuscito a riguadagnarsi il mio amore e la mia compagnia... Forse è per l'affetto che provo per lui, chi lo sa?
    Io, a differenza sua, non sono mai stata un tipo violento. Qualcuno potrebbe pensare che la scherma sia una forma di violenza e che quindi le mie parole siano solo una grande menzogna per sentirmi migliore di lui, ma non è così.
    La scherma è uno sport e finché ciò che non si impara durante anni gli anni di allenamento non viene usato per ferire, allora non si può considerare atto di veemenza.

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    La sua presa intorno quella mano era terribilmente forte, mi faceva male, sentivo le mie ossa fare strani rumori a causa di quella morsa d'acciaio che mi era impossibile contrastare, com'è sempre stato del resto.
    Ogni qual volta le sue mani si poggiarono sul mio corpo in quel preciso modo, con l'intento di farmi male, bloccarmi o uccidermi, mi fu sempre impossibile contrastarlo... qualche secolo fa più di adesso... ricordo bene il dolore che provavo specialmente quando la parte presa di mira era la gola... "Bene! Noto con piacere che finalmente ci troviamo tutti d'accordo quindi è deciso..." Sentì dire a Nebaioth in risposta ad Elias, che mi teneva saldamente dal polso. Rimasi senza parole ferma immobile ad osservare ciò che sarebbe successo... Il comportamento del mio padre di sangue non mi stupiva più di tanto, ma non capivo perché si comportasse in quel modo davanti al risorto... ... Elias... Sussurrai cercando nuovamente il suo sguardo, che però era rivolto verso il capitano che gridò con enfasi la frase tipica dei pirati, una frase che un tempo usciva innocentemente dalla bocca di mio figlio e che adesso sembrava più un incitazione ad uccidere innocenti... Cercai di richiamare l'attenzione del mio creatore verso di me, senza successo, mi ignorò come si fa con un animale che ha appena fatto qualcosa di sbagliato e a cui si vuole insegnare come comportarsi...
    Lo vidi anche sorride mentre i sottoposti del risorto schiamazzavano felici di poter fare qualcosa che per loro era divertente. Cercai con lo sguardo quello di qualcun'altro, sperando che almeno uno di loro potesse capirmi ed evitarmi un qualcosa di tanto orribile, ma probabilmente mi illudevo troppo. Vidi, qualche frangente più tardi, l'essere dagli occhi eterocromatici caricarsi sulle spalle il corpo dell'uomo. "Perché dovete portare con voi il corpo di quell'uomo, signore? Non credo abbia alcun utilità... Chiesi cercando di non mancare di rispetto alla creatura, quando avrei voluto usare termini diversi, ma così mi sarei guadagnata un sonoro schiaffo dal vampiro che mi aveva dato nuova vita, ma non mi salvai comunque da una sua reazione... mi strinse con ancora più forza il polso, così da sentirlo scricchiolare... gemetti dal dolore.. era riuscito a spezzarlo... l'aveva fatto veramente...
    Rimasi scioccata dal suo gesto con gli occhi sgranati e fissi su di lui, forse erano pure pieni di lacrime... Ero convinta che non mi avrebbe mai fatto male sul serio... in 6 secoli non l'aveva mai fatto, mai! Adesso invece per un nulla mi trattava così... "La tua donna mi piace sai? Forse in un paio di secoli potremmo anche riuscire a metterla in carreggiata... Mi farebbe molto piacere avervi al mio seguito, come spiegavo prima alla tua protetta, non siamo mica mostri, ci spalleggiamo in questi tempi difficili in cui cacciatori ed altre seccature che minano la nostra pace si sono moltiplicati come mosche su una carcassa. Non preoccuparti, io non sono il capo di niente, cerco solo di prendere in mano la situazione quando ce n'è bisogno..." Udì pronunciare quelle parole a Nebaoith che si rivolgeva al mio creatore, che sembrò apprezzare e specialmente il commento su di me... prima di parlare aspettò che egli continuasse il suo discorso... gli disse che il suo scopo era quello di riunire i non morti per poter fronteggiare le nuove minacce e che avremmo dovuto appianare le nostre divergenze per sopravvivere. Sembrò alquanto interessato dall'argomento e strattonandomi per avvicinarmi a lui, cominciò dicendo: "Può considerarci suoi alleati e vale per entrambi." Affermò in primo luogo, rivolgendomi uno sguardo che non ammetteva alcun tipo di replica nel momento in cui cercai di dire la mia. "Sono felice che l'apprezziate, anche se c'è parecchio lavoro da fare, ma in compenso sia fisicamente che caratterialmente può essere definita una bellezza, è proprio ciò che mi ha spinto a renderla una vampira. Doveva vederla in Francia quando una malattia, sconosciuta al tempo, ha iniziato a portarle via la vita. Ha combattuto con tenacia, cercando di non farsi sopraffare e rimanendo sempre e comunque appetibile come donna nonostante fosse diventata scarna e terribilmente pallida." Continuò dicendo con lo sguardo rivolto verso un qualcosa di lontano, mentre la sua presa diveniva più dolce... fui quasi tentata di ringraziarlo, ma non feci in tempo... Il capitano ci propose di unirci a lui per la cena ed il demone che mi aveva reso quello che sono come poteva rifiutare? "Ci uniamo con enorme piacere, ci faccia strada,." Esordì facendo un inchino, trascinando anche me in una riverenza... naturalmente... era diventato abile nel coinvolgere anche me nelle sue bravate... Lo guardai ancora senza parole, quasi delusa dal suo comportamento e tra me e me sussurrai: "Da te una cosa del genere non me l'aspettavo Elias... Ero certa che mi aveva sentito, ma preferì ignorarmi...
     
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