I have my problems

Savannah & Nebaioth

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    Lasciò che l'acqua avvolgesse ogni parte del suo corpo, sospendendola leggera come se stesse volando su una nuvola. In quel momento pensava solo a riporre nel dimenticatoio gli innumerevoli problemi che la affliggevano, primo di tutti il fatto che il condizionatore in camera sua si fosse rotto.
    "Holy shit! Certo che Amèlie ha forti problemi mentali."
    Era sconosciuto il come, ma la sua madre adottiva era riuscita ad incasinare il condizionatore della sua stanza lasciandola in balia del caldo e facendo soffrire il suo povero Pc, che in quel momento stava scaricando dei file per la ragazza.
    Amèlie Lafreve ci provava ad essere attenta, ma falliva irrimediabilmente ad ogni tentativo nonostante la rossa apprezzasse gli sforzi. E dunque eccola lì, Savannah Carpenter era tornata nel suo angolino di solitudine e desolazione sulla spiaggia, sicura che se fosse restata ancora un minuto in più a casa probabilmente avrebbe lanciato una bomba nucleare sull'edificio. A peggiorare le cose poi c'era Alexander che pretendeva già di essere suo padre, una cosa che faceva imbestialire ancora di più la povera ventitreenne.
    «Niente video per oggi ragazzi!» aveva detto lei nel suo video, postato qualche istante fa su Facebook «Ma ehi, ci sono le mie tette in HD!»
    Ok, scherzava perché di Tette non ne aveva e comunque non era il tipo da uscirle come facevano le "Gamer Girls" ed il suo pubblico lo sapeva, così come era consapevole l'odio di Savannah verso quel genere di ragazza.
    Se fosse esistito un modo per cancellarle dalla faccia della terra, lei non avrebbe esitato ad applicarlo.
    Comunque eccola lì, in acqua, alla ricerca del fresco e della pace che effettivamente aveva trovato. Dopo un po' decise che era ora di rientrare alla base, ovvero il luogo dove aveva lasciato la sua borsa ed il suo asciugamano. Ovviamente non si era allontanata troppo, quando si trattava di lasciare sola la sua borsa contenete soldi, iPhone e 3ds diventava paranoica. Una volta uscita, prese il suo asciugamano azzurro e lo usò per asciugarsi. Faceva abbastanza fresco, infondo erano gli attimi in cui la luce si apprestava a scomparire, Savannah andava a nuotare sempre a quell'ora c'era meno gente e si sentiva più tranquilla.
    "Up where they walk, up where they run
    Up where they stay all day in the sun
    Wanderin' free - wish I could be
    Part of that world"

    Da brava sirenetta iniziò a fischiettare la canzoncina, anche se poi ritornò sui suoi passi: non era Ariel, ma una gamer senza condizionatore.
    «Ventilatore nuovo, giusto...» mormora a se stessa mentre prende il cellulare dalla borsa.
    eBay!
    Ecco la soluzione al suo problema, ci avrebbe messo poco il suo ventilatore ad arrivare, anche se dopo un po' finì irrimediabilmente a scrutare le sedie da gaming.



     
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    Solo qualche sera prima aveva combinato un bel gran casino assieme alla sua nuova conoscenza, la mummia Ahmanet. Assieme avevano praticamente sterminato un equipaggio ed affondato una nave, nave che poi fece perdere le sue tracce in balìa di un manipolo di spiriti irrequieti... A distanza di un paio di giorni il Capitano tornò nei pressi del molo a vedere che tipo di ripercussioni avesse avuto quel macello... Notando un via vai poco rassicurante decise di non addentrarsi nell'area incriminata e decise di invertire marcia. Lasciò dunque il molo per recarsi alla spiaggia dove qualche bagnante approfittava delle ultime ore di Sole per farsi una nuotata mentre altri raccoglievano sdraio, ombrelloni ed effetti personali per tornarsene ognuno a casa propria. Lo spartano non aveva l'aria di qualcuno che aveva intenzione di sollazzare vestito com'era; indossava gli anfibi come di consueto, calzoni da militare, canottiera marchiata "Sono Pirate Unit", giubbotto di pelle nero con Baby Silver nella tasca interna, cellulare e chiavi del camper nelle tasche esterne così come il coltello a scatto. Era intenzionato a tornarne verso Teknoland ma allo stesso tempo si sentiva insoddisfatto perché non era ancora accaduto nulla che avesse reso quella giornata memorabile. Mentre lasciava le orme degli scarponi sulla sabbia ormai tutt'altro che rovente, udì un fischio che intonava una melodia; quella musica né gli piaceva né il contrario ma spezzava il monotono brusìo di gente ed onde che poteva rilassare qualcuno ed irritare uno come lui che aveva bisogno di più trambusto per sentirsi "vivo" così per dire visto che lui era l'antitesi della vita. Si avvicinò all'origine di quel fischio che si fondeva a quello naturale delle correnti marine, era una giovane ragazza a produrlo e lui, senza tante cerimonie, si sedette al suo fianco restando in silenzio e cominciando a fissarla. La poveretta avrebbe anche potuto prendersi un coccolone; dopotutto l'aveva presa alla sprovvista mentre consultava il cellulare assorta e lui era un uomo che dimostrava almeno il doppio dei suoi anni oltre ad essere vestito in maniera non propriamente normale... Non si sarebbe stupito se si fosse messa a gridare e non sapeva nemmeno cos'avrebbe fatto se si fosse verificata un'eventualità simile ma aveva voglia d'infastidire qualcuno e non sapeva chi scegliere; lei gli aveva dato un input, la musica. Zitto zitto si mise così ad ascoltarla; non avrebbe aperto bocca finché non fosse stata lei ad interpellarlo. Ora che la guardava poteva notare che si trattava di una ragazza davvero molto carina; tutto sommato sarebbe potuto essere divertente rovinare qualcosa di bello. Un po' come quando con l'aura di morte faceva appassire la florida vegetazione; vedere i petali cadere e l'erba ingiallire gli dava un piacere che pochi avrebbero potuto davvero carpire...
     
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    Savannah Carpenter era quel tipo di persona che, una volta messe le cuffiette nelle orecchie, non sentiva più nessuno immergendosi completamente in ciò che svolgeva. Dunque non sentì arrivare il ragazzo che si era seduto vicino a lui, osservandolo curioso per chissà quale motivo.
    La ragazzina intanto stava scorrendo tra le pagine di sedie da gaming, come se stesse per comprare l'abito perfetto da mettere a una serata di gala. Tuttavia la ragazzina sapeva che non poteva comprarne un'altra: ne aveva già due e una terza avrebbe portato ulteriori scontri con Alexander.
    No, niente sedia da gaming azzurra per Savannah Carpenter che era tornata a guardare i ventilatori trovandone uno interessante.
    "Oh, questo è carino!"
    Lesse la descrizione del prodotto, soddisfatta di aver trovato un ventilatore che non facesse schifo. Il prezzo era molto buono e la consegna sarebbe arrivata in pochi giorni.
    "Ottimo, sono contenta. Fresco a me!"
    Fu in quel momento che finalmente la ragazza si accorse del tizio accanto a lei. Ok, di pervertiti ne aveva incontrati nei suoi brevi tragitti casa-lavoro, lavoro-casa e casa-spiaggia, anche se questo qui non sembrava stesse facendo nulla di male.
    Magari voleva solo attaccare bottone e aspettava un saluto, una domanda per poter chiacchierare.
    Tuttavia è Savannah ad essere coinvolta.
    Il risultato fu un rocambolesco tentativo di allontanare quel pover ragazzo da lei, infatti si alzò agitando le braccia stile marionetta per dire parole a caso in spagnolo.
    Questo anche perché la ragazzina pensò che il tizio le avesse parlato, cosa che effettivamente non era successa.
    «Yo no parlo tu lengua, senor Pedro. Hay arriba me vado, hola hola!»
    Il tutto perché Savannah era andata più o meno in tilt, infondo il tizio si era avvicinato troppo alla sua preziosa bolla dello spazio personale, ergo la ragazzina trovò utile solo quello come metodo per tenere lontano la gente che lei riteneva "strana".

     
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    Mentre all'orizzonte il cielo stava per offrire quello che si sarebbe prospettato un tramonto spettacolare, la ragazza dai lunghi capelli rossi era persa nel suo mondo. Il risorto al suo fianco alternava sguardi fra lei il mare e la gente che man mano andava scemando. Ad un tratto però lei si accorse di lui, buffo che non fosse accaduto prima, e gli disse in spagnolo di essere straniera, di non capire la sua lingua. Beh, lui non aveva affatto parlato dunque c'era ben poco da capire almeno da parte della ragazza. Invece Nebaioth carpì più di una cosa da quella sua uscita; in primis che stava mentendo, il suo spagnolo non era quello di un madrelingua e, in secondo luogo, la ragazza tradiva un certo impaccio dovuto al suo stato di agitazione. Percepiva benissimo il suo stato d'animo, si era trovata di colpo uno sconosciuto a suo lato, così vicino da violare il suo "spazio vitale", comprensibile dopo tutto... Non aveva però intenzione di lasciarla andare così e le rispose proprio in spagnolo facendo il suo gioco: "Oye chica mi nombre no es Pedro, porque te vas? Yo solo me estaba preguntando el titulo de esa cancion, lo conozco pero no se me occurre..." si riferiva al motivetto fischiato dalla rossa, le disse di conoscerlo ma di non ricordare il titolo anche se in realtà non avesse la più pallida idea di che canzone fosse però fu sufficiente come scusa per attaccar bottone e rendere più difficoltosa la sua fuga. Già che c'era, decise inoltre di osservarla meglio; oltre gli abiti, oltre la pelle ma nel profondo del suo io; cosa resa possibile dall'occhio che secoli prima si era impiantato nell'orbita vuota e che era precedentemente appartenuto alla vampira "psicologa" conosciuta fra i non morti come Seraptis.
    CITAZIONE
    Occhio di Seraptis:
    Appartenuto alla vampira Seraptis e donato a Nebaioth da quest'ultima, quest'occhio azzurro cielo dalla pupilla a spillo (il destro) é intriso del potere che rendeva unica la non-morta, quello di sondare l'animo degli esseri. Stabilendo un contatto visivo con un soggetto, il beneficiario dell'innesto, può scoprire nuovi dettagli ad ogni turno. Nel primo, sarà in grado di capire quale sia l'allineamento morale dell'esaminato; nel secondo, potrà individuare pregi e virtù come pecche e difetti dell'individuo. Il metro di giudizio cambia drasticamente a seconda del soggetto. Se, per esempio, questi fosse un angelo bianco, la sincerità sarebbe una sua virtù ma, se si trattasse di un diavolo, questa sarebbe una pecca... Infine, al terzo turno, potrà venire a conoscenza delle cose a cui più tiene e le sue più grandi fobie Il concetto di cose è vasto: si potrebbe tenere alla famiglia oppure essere dediti a un ideale o ancora essere ossessionati da un bene materiale... Quando si parla di fobie, non s'intende le classiche cose che intimoriscono chiunque ma di qualcosa che disturba l'individuo tanto da farlo smettere di agire o pensare in modo razionale come aracnofobia, agorafobia, emofobia e via dicendo. Alcune razze, hanno fobie imprescindibili che vanno a sommarsi a quelle personali; vedi, per esempio, i vampiri e la luce o i mannari e l'argento... L'utente che ruola il pg vittima dello sguardo indagatore, dovrebbe, in nome del fairplay, fornire un elenco di pregi e difetti al secondo turno e di cose preziose e fobie al terzo (almeno uno per voce) in uno spoiler a fine post per favorire l'azione dell'ogetto. Tramite l'occhio di Seraptis non è consentito apprendere il contenuto di una scheda del personaggio ma solo indizi forniti nella ruolata in corso siano essi espressi chiaramente con il metodo sopracitato che rivelati in modo implicito attraverso reazioni del soggetto esaminato.
    Durata 3 turni
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    Savannah era confusa.
    Così confusa che poteva colpirsi da sola, ma non lo fece. Rimase immobile, in silenzio per qualche secondo quando il suo interlocutore le parlò in spagnolo.
    Ok, non pensava ci fosse cascato e non sembrava una persona cattiva, poteva almeno "provare" ad interagire con quel tizio. Così facendo avrebbe tolto un po' di diffidenza, almeno sarebbe stata un po' più socievole in futuro.
    «Guarda che io non parlo mica spagnolo. Stavo dicendo cose a caso.»
    Era giusto specificare, soprattutto perché il suo interlocutore era piuttosto serio e Savannah aveva capito solo che il tizio disse din on chiamarsi Pedro. La cosa era alquanto ovvia, figuriamoci se tra le miriadi di nomi Savannah fosse riuscita a trovare quello giusto, sarebbe stato improbabile.
    "Certo però che potevo starmene anche zitta, e poi che vuole sto tizio?"
    Ciò che Savannah ignorava era che effettivamente le era stato riferito che cosa il ragazzo volesse da lei, forse avrebbe dovuto essere un po' più esplicito e non fissarla insistentemente come un gufo, ma quelli sono solo minuscoli dettagli. Infondo si tratta di una ragazzina capace di isolarsi dal resto del mondo per ore e ore, sarebbe potuta cadere una bomba atomica e Savannah non avrebbe sentito niente.
    Nonostante la rossa sentisse lo sguardo dell'uomo un tantinello pressante, decise di chiedergli se per caso poteva ripetere ciò che aveva detto non in spagnolo.
    «Potresti ripetere quello che hai detto prima?»
    Cercò di risultare il più calma possibile, soprattutto perché la ragazza non adorava attaccar bottone con il primo che passa o che si ritrova seduto vicino. Tra l'altro si sentiva terribilmente in imbarazzo per il teatrino di poco fa, probabilmente il tizio pensava che avesse qualche rotella fuori posto... Cosa che effettivamente è vera visto che è stata isolata dal resto del mondo per un bel po' di tempo.



    Allineamento: Caotico Neutrale


    Edited by Yuna ~ - 24/10/2017, 00:18
     
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    Beccata! Non che ci volesse un genio per capire il suo intento di liberarsi di lui a buon mercato ma ciò che la ragazza ammise non lasciò spazio a dubbi di alcun tipo. In poche parole aveva farneticato qualcosa che suonasse incomprensibile al suo interlocutore allo scopo di dissuaderlo dall'intenzione d'infastidirla ulteriormente. Non aveva giocato una cartaccia, con mille altri avrebbe anche potuto funzionare ma sfortuna volle che si trovasse a fianco di un essere che esisteva dalla bellezza di trentadue secoli e mezzo e che quindi ne sapeva fin troppo di modelli comportamentali inflazionati come quello. Gli disse esplicitamente di non conoscere lo spagnolo e lui rispose: "Vuoi parlare in italiano? Tedesco? Francese? Greco antico?" avrebbe potuto continuare ad enumerare gli idiomi che aveva appreso a parlare nel corso dei suoi altrettanto numerosi viaggi ma si rivolse a lei in inglese sapendo che a Nouvieille quella lingua andava per la maggiore. La giovane gli chiese poi di ripetere ciò che aveva detto poc'anzi in spagnolo e lui l'accontentò: "Ti ho chiesto il titolo della canzone, quella che fischiavi o eri tanto rapita da quella diavoleria che nemmeno ti sei resa conto di star fischiando?" si riferiva al cellulare. Anche Veronique era così, quando si perdeva nei meandri di Facebook, poteva accadere qualsiasi cosa nei dintorni ma nulla sarebbe bastato a farle aprire la bara dai cuscinetti viola nella quale passava i giorni a digitare pettegolezzi sul suo hi pad. "Ah giusto! Ti ho detto anche che non mi chiamo Pedro ma se vuoi te lo dico il mio nome solo che é un po' strano... Il tuo qual'è?" a lui piaceva anzi ne andava fiero così come di quello di suo padre e di suo nonno però doveva ammetterlo, in quell'epoca era un nome davvero inconsueto. Il suo sguardo era ancora fisso su di lei ma non era quello di un maniaco, piuttosto paragonabile a quello di un attore, allenato a sostenere gli sguardi altrui. Ciò che stava facendo era poco a poco disseppellire i segreti più insiti nell'ego di quella creatura; per adesso aveva capito che non avesse particolari inclinazioni verso male o bene ma che fosse un individuo irrequieto insomma, uno strumento del caos.
    CITAZIONE
    Occhio di Seraptis:
    Appartenuto alla vampira Seraptis e donato a Nebaioth da quest'ultima, quest'occhio azzurro cielo dalla pupilla a spillo (il destro) é intriso del potere che rendeva unica la non-morta, quello di sondare l'animo degli esseri. Stabilendo un contatto visivo con un soggetto, il beneficiario dell'innesto, può scoprire nuovi dettagli ad ogni turno. Nel primo, sarà in grado di capire quale sia l'allineamento morale dell'esaminato; nel secondo, potrà individuare pregi e virtù come pecche e difetti dell'individuo. Il metro di giudizio cambia drasticamente a seconda del soggetto. Se, per esempio, questi fosse un angelo bianco, la sincerità sarebbe una sua virtù ma, se si trattasse di un diavolo, questa sarebbe una pecca... Infine, al terzo turno, potrà venire a conoscenza delle cose a cui più tiene e le sue più grandi fobie Il concetto di cose è vasto: si potrebbe tenere alla famiglia oppure essere dediti a un ideale o ancora essere ossessionati da un bene materiale... Quando si parla di fobie, non s'intende le classiche cose che intimoriscono chiunque ma di qualcosa che disturba l'individuo tanto da farlo smettere di agire o pensare in modo razionale come aracnofobia, agorafobia, emofobia e via dicendo. Alcune razze, hanno fobie imprescindibili che vanno a sommarsi a quelle personali; vedi, per esempio, i vampiri e la luce o i mannari e l'argento... L'utente che ruola il pg vittima dello sguardo indagatore, dovrebbe, in nome del fairplay, fornire un elenco di pregi e difetti al secondo turno e di cose preziose e fobie al terzo (almeno uno per voce) in uno spoiler a fine post per favorire l'azione dell'ogetto. Tramite l'occhio di Seraptis non è consentito apprendere il contenuto di una scheda del personaggio ma solo indizi forniti nella ruolata in corso siano essi espressi chiaramente con il metodo sopracitato che rivelati in modo implicito attraverso reazioni del soggetto esaminato.
    Durata 3 turni [2/3]
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