Purezza e Innocenza ingurgitate

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    "Solo coloro che amano i gatti conoscono il piacere di una borsa dell’acqua calda, musicale, in pelliccia e che non si raffredda mai." (Susanne Millen)

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    dalla tana della lince <3

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    Topic aperto a chi vuole incontrare un Mannaro durante il plenilunio. Avviso solo che potrei non essere celere nelle risposte, ma spero di poterla portare comunque a termine.
    Unica clausola: per coerenza narrativa astenersi PG con cui Daisuke sta attualmente in gioco.
    Grazie a chi si unirà <3


    E la notte del Plenilunio era arrivata, finalmente, avrebbe detto lo spirito del mannaro che albergava in lui, un po' meno per Daisuke stesso. Sottomettersi al volere della Luna voleva dire ritrovarsi un mezzo straccio nei due o tre giorni successivi a quella, inoltre fuori la temperatura cominciava a dare i segni dell'arrivo dell'inverno: faceva freddo, l'aria era pungente, il cielo aveva un intenso blu scuro quasi nero dove qua e là spuntava qualche stella vibrante e luminoso, ma mai quanto il manto di luce vera e propria che la Luna aveva steso su Nouvieille. Ogni cellula del corpo di Daisuke era protesa a Lei, ogni suo senso era all'ennesima potenza, niente di ciò che era il suo solito aspetto umano aveva a che fare con quello che aveva quella notte. Ma soprattutto c'era quel demone selvaggio in lui che lo trasformava in un mostro affamato, carico di rabbia e di voglia di vendetta verso... Verso cosa? Chi Daisuke odiava in quelle notti di Luna piena? Nessuno, in fondo, ma tanto era il rancore generale che la fame fisica era qualcosa di potente che si era fatta sentire sin dai primi minuti di plenilunio.
    Quella notte però, a differenza di molte altre, aveva scelto di restare in città per cacciare: un gesto ardito, pericoloso per la sua incolumità e ne era perfettamente conscio, ma la festa al luna park era stato qualcosa di troppo allettante per andarsene fuori in cerca di vittime paesane. Che coincidenza... Dare una festa pubblica nel luna park nella notte di Luna piena. In quell'occasione era entrato nel parco nelle vesti umane, aveva cercato una zona completamente buia e coperta da folti cespugli per privarsi degli abiti e nasconderli tra le folte foglie, e poi trasformarsi. Sì, per trasformarsi nel bel mezzo di un parco giochi, solo sfruttando il buio e la flora lì presente per tenersi al sicuro fino alla fine della trasformazione. Aveva scelto anche di non andare in giro in quella forma, sarebbe stato divertente certo, ma troppo pericoloso perché sapeva che in quella città tutti potevano essere tutto e niente, e nel dubbio aveva scelto di starsene nascosto lì in quel gruppo di alti cespugli e attendere il momento propizio per sferrare l'attacco.

    La lince è di indole solitaria e come tale caccia da sola, mai in branco, si nutre di piccole prede come topi, scoiattoli se riesce, conigli e animali simili, ma Daisuke era una lince mannara e in quanto tale, assai più grande del normale felino maculato. In piedi superava due metri di altezza e quindi se messo carponi la sua altezza era imponente lo stesso, tale da permettergli prede ben più grandi e sostanziose di un piccolo coniglio ossuto. Lui prediligeva i bambini, meglio se non troppo grandi, e anche quella sera uno di loro sarebbe stato la sua mira, la sua preda, il suo bersaglio fatto di carne, sangue, ossa e budella che adorava assaporare solo una volta aver strappato abbondanti pezzi di carne dalle ossa, ancora tenere ed elastiche.
    Con gli occhi fissi sulla folla che gli passava davanti, e ignara del pericolo che la teneva d'occhio al di là di quelle alte siepi, il Mannaro stava acquattato col ventre schiacciato sull'erba fredda e umida, fissava chi gli passava davanti uno per uno, valutando chi scartare a priori e chi considerare una possibile preda per il solo motivo di essere un bambino. Guardandoli attraverso le foglie, si leccava le labbra e i denti appuntiti, mentre sentiva la fame crescere ancora e ancora, ancora e ancora... Doveva giocare la parte del lupo che attira Cappuccetto Rosso e ingoiarlo esattamente come si racconta nella famosa favola dei fratelli Grimm. Doveva solo attendere il momento più adatto e aggredire e uccidere senza remore. Aveva solo aspettato il tempo necessario che il primo bambino gli si facesse vicino ed essersi allontanato dalla folla e dai propri genitori, l'aveva attirato fingendosi un uomo che stava male e aveva bisogno di aiuto, aveva chiesto di andare a chiamare la mamma o il papà e quando quell'immagine di purezza aveva fatto per allontanarsi per adempiere al compito dato lui aveva compiuto lo scatto felino con la sola zampa per afferrarla per il collo e subito addentarla lì, per immobilizzarla e toglierle ogni possibilità di gridare e reagire perché da lì, da quell'aorta lacerata dalle sue zanne stava uscendo copioso il sangue. I denti del mannaro strappavano la carne del collo con un fare selvaggio che non era affatto riscontrabile nel Daisuke umano, che di solito era pacato, calmo e silenzioso. Ma la Luna era capace di far di lui una perfetta macchina di morte, spietata e affamata, seppur perfettamente conscia di quello che fa.
    Mentre mangiava avido, teneva le orecchie ben tese verso tutto ciò che gli accadeva attorno, attento soprattutto a possibili voci che cercavano la bambina che, ormai morta, giaceva sull'erba zuppa di sangue e vittima del cannibalismo del Mannaro. Anche gli occhi erano perfettamente vigili, non guardavano ciò che stava succedendo sul banchetto del sacrificio, ma tagliavano attenti il buio per scrutare oltre quelle siepi. In caso di pericolo si sarebbe dato alla fuga in qualche modo, per esempio sfruttando gli alberi sui quali poteva arrampicarsi senza problemi, proprio come fanno davvero le linci.



    Edited by Daisuke R. Stark - 10/1/2020, 14:19
     
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