Una semplice bottiglia d'acqua

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    treno



    TU TUM … TUTUTUTUM … TUTUTUTUM …



    Caldo, come un pizzicorio fastidioso che non vuole andarsene, di quelli che non puoi grattare, respiri, persone pressione odio fastidio urla noia paura ansia ….
    Mélie si risvegliò di colpo al suono del treno che sfilava veloce, controllò immediatamente l’orologio, le 21:38.

    dot smartwatch



    Un odore pesante di chiuso, di corpi pressati, di sudore, una cacofonia di emozioni la aggredì improvvisamente.

    FASTIDIO NOIA ODIO CALORE PUZZA URLA



    La ragazza cominciò a boccheggiare presa alla sprovvista, i suoi sensi in sovraccarico, spostò una mano cercando il finestrino, vetro freddo alla sua sinistra, poggiò la fronte cercando refrigerio, ma non bastava. Mancava l’aria, aveva bisogno di aria fresca, la mano verso l’alto.

    “dannazione devi calmarti”



    Sussurrò fra se e se

    -spero ci sia una maniglia da qualche parte, deve esserci …-



    La mano continua a farsi strada sul vetro freddo bagnato di condensa fino a trovare qualcosa.

    -Sì, finalmente-



    Tirò la maniglia spalancando la parte superiore del finestrino lasciando che il vento gelido della sera la investa, si alzò di scatto e avvicinò il più possibile il volto all’esigua apertura.
    Mélie respira a pieni polmoni, aggrappata al vetro, mentre l’intensa corrente d’aria spazza via, almeno in parte, la cappa soffocante nel vagone.
    Nel mentre la demone si allungava spasmodica verso il finestrino aperto, non si accorse della bottiglia d’acqua aperta sul tavolino davanti al finestrino facendone rovesciare il contenuto addosso a un elegante uomo sulla cinquantina seduto di fronte a lei.

    “ALLORA!!, NON Può STARE Più ATTENTA?”



    Urlò l’uomo decisamente molto seccato

    “Guarda che disastro, questa è alta sartoria sa?, capisco che una povera pezzente come te non ne abbia mai visto uno ma non è una scusa, le farò avere il conto della lavanderia …”



    Ok ora stava un tantino esagerando, ma la giovane demone decise di non prendersela troppo
    Ora l’aria era diventata fresca e decisamente più pulita, la corrente d’aria che entrava dal finestrino rendeva lo spazio attorno alla ragazza più “definito” premettendole di vedere e sentire meglio ciò che la circondava, si rimise a sedere posando una mano sul suo zainetto sotto il sedile.
    Il tipo di alta sartoria cominciò a schioccarle le dita ad un palmo dal naso

    “EIIIIII, SVEGLIAAAAA, è cieca o cosa?”



    La apostrofò ad alta voce
    La demone ora si è calmata e respira profondamente, il vento le scompiglia i capelli, girò il la testa nella direzione da cui sentiva provenire la voce dell’uomo.

    “Em … in realtà sì”



    Disse indicandosi gli occhi con il bastone bianco ripiegato in una mano

    “Le chiedo perdono ma avevo bisogno urgentemente di respirare un po’ di aria pulita”



    La ragazza sentì improvvisamente il vento caldo dell’imbarazzo del signore che la colpiva ad ondate , una folata di vento più intensa delle altre entrò nella carrozza e Mélie ne approfittò per “osservare” meglio l’ambiente che la circondava, una massa di persone , chi in piedi accalcate nel corridoio centrale chi seduto nelle poltrone della carrozza, una moltitudine di emozioni assopite improvvisamente attirate dalla situazione come falene ad una lanterna.
    Qualcuno ridacchio di gusto, probabilmente alla reazione imbarazzata dell’uomo.

    “STAZIONE DI NOUVIEILLE, PROSSIMA FERMATA STAZIONE DI NOUVIEILLE”



    La voce meccanica uscì dagli altoparlanti del vagone provocando un brivido di gioia in tutto il treno che colpì la demone, già provata dal lungo viaggio, come un pugno metafisico.
    Improvvisamente di nuovo quel pizzicorio fastidioso, un movimento dallo stomaco fin su al braccio, la testa del tatuaggio/serpente che spunta dalla manica sinistra

    -F A A A M E E-



    La sensazione continua ad andare e venire ad ondate, Mélie sente il serpente che le si stringe attorno al braccio

    -AFFAMATA … CIBO … ORA-



    Una goccia di sudore scende sul viso arrossato della demone, troppe emozioni in uno spazio ristretto, lei è stanca per il viaggio e fatica a mantenere il controllo, il tipo lì davanti continua a borbottare imbarazzato, le persone attorno mandono continue ondate di emozioni intense, chi è felice di essere arrivato, chi si mette a parlare ad alta voce, chi prende le proprie valige, dei ragazzini urlano imperterriti facendosi scherzi, una donna alla sua destra colpisce con forza una caviglia su di uno spigolo. Dolore, lo sente come un sapore di ferro sotto la lingua …. Troppe, troppe emozioni tutte assieme.

    -Devo uscire di qui-



    La ragazza si alza di nuovo di scatto raccogliendo e mettendosi a tracolla lo zainetto e tenendo stretto nella sinistra il suo bastone bianco, un po’ traballante s’incammina verso una dei due estremi del vagone cercando di guadagnare l’uscita
    Il treno frenò bruscamente e un ragazzo, perdendo l’equilibrio, le finisce addosso appoggiando una mano al suo braccio, proprio in corrispondenza del tatuaggio.
    Una spina di calore le attraversa tutto il braccio mentre le spire del serpente le si stringono sempre di più al polso
    Improvvisamente Mélie percepisce nettamente il ragazzo accanto a lei come se lo vedesse, le sue emozioni gorgogliano sotto la superficie.
    Con la scusa di non cadere si è appoggiato a lei e le sta guardando la scollatura, lo sente, come un retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo, brevi sprazzi di immagini le attraversano la mente, pensieri, ricordi … la demone sente nuove energie che le arrivano dal braccio.

    -NO!!-



    Si sta nutrendo del ragazzo
    La demone con gli ultimi rimasugli di volontà che le rimangono si precipita verso la porta del vagone che si sta aprendo il quel momento spintonando senza riguardo gli altri passeggeri.

    Altri contatti, altri ricordi, altri pensieri, altre emozioni …

    Ad un tratto si ritrova fuori, sulla banchina, l’aria fredda accarezza il volto della demone regalandogli quel minimo di autocontrollo che gli permette di calmarsi, almeno un po’.

    Nessuno fa più caso a lei, i passeggeri scesi dal treno si dirigono verso l’uscita e lei con loro.

    È sera, sono le 21.50 atrio della stazione



    Una ragazza dall’aspetto di una ventenne sta uscendo dalla stazione.
    Si appoggia pesantemente ad una colonna, respira profondamente.
    Alza la testa come se stesse annusando attorno e poi si dirige verso un parco poco lontano usando un bastone bianco per farsi strada verso una panchina sotto un grande albero.
    A metà strada la ragazza inciampa e cade a terra, si rialza di scatto e, lasciando il bastone a terra quasi corre verso la panchina, fermandosi esattamente davanti. Si siede e poi si ferma quasi immobile, solo le spalle si alzano e abbassano mentre respira profondamente, una lieve brezza si alza in quel momento a scompigliarli i capelli lunghi fino alle spalle.

    Mélie è vestita abbastanza leggera per quella stagione, ma non sembra patire il freddo.
    Jeans scuri, quasi neri molto rovinati per l’uso prolungato ma evidentemente puliti.
    Una maglietta azzurra con un’immagine sbiadita di una mano in guanto d’arme che tiene un boccale sotto una frase “il bere vince sempre contro il male”
    Una felpa blu scuro con cappuccio e zip sul davanti.
    Sulle spalle un vecchio zainetto nero eastpack con un tappo di sughero legato alla zip.


    Daisuke R. Stark scegli pure il personaggio che preferisci

    Edited by DenLost - 28/10/2023, 11:27
     
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    Le notti invernali sono le migliori per andare a caccia, si tende a restare in casa oppure a frequentare locali al chiuso piuttosto che starsene seduti nei dehors a ridere e scherzare. Julian adorava quelle notti, quasi completamente desolate, buie per natura, fredde e a volte anche con la nebbia che regala al tutto quel qualcosa di stimolante per i suoi scopi.
    Indossava un cappotto nero a doppio petto col colletto tenuto alzato fino a sotto le orecchie simulando così la cosa di tenersi il collo al caldo, benché portasse il suo foulard annodato sotto al colletto del cappotto stesso. Sotto al cappotto un maglioncino di lana molto leggero e un paio di pantaloni in jeans anch'essi neri come le scarpe che indossava. Non aveva i capelli legati, li aveva lasciati sciolti anche se non si poteva dire fossero lunghi, sufficientemente tali da scompigliarsi un po' quando aveva cominciato a tirare un po' di vento freddo.
    Fece finta di stringersi nelle spalle come per ripararsi da quella folata che in realtà non lo scalfiva minimamente, mentre continuò a camminare verso la stazione dove di solito si trovano prede più facili da adescare per vari motivi. La sua attenzione però venne catturata da una giovane donna che sedeva sola su una panchina, proprio nel piccolo giardino a due passi da dove avrebbe dovuto dirigersi lui. I suoi occhi si strinsero goduriosi per quella visione che forse gli avrebbe cambiato il programma della notte, e corsero veloci dalla figura della giovane al bastone in mezzo alla strada. Con un movimento silenzioso e quasi invisibile si spostò dal marciapiede buio dove si trovava fino in mezzo alla strada dove raccolse il bastone che riconobbe all'istante essere il supporto di un non vedente. Deglutì e si leccò le labbra mentre fissava quella che aveva designato come sua preda.
    A passo lento si avvicinò alla ragazza ancora seduta lì su quella panchina, si mise davanti a lei come per farsi vedere e con movimento lento e calcolato del braccio allungò il bastone verso il centro del petto di lei.
    "Si è persa bastone in mezzo a strada..." esordì prima di proseguire con un sottile sorriso sulle labbra altrettanto sottili, "Signorina...". Pronunciò quell'ultima parola con una certa gentilezza nella voce e con quella cadenza nel parlare tipica di chi viene dall'Est Europa.
    Non era sua intenzione iniziare subito la danza della caccia, in qualche modo preferiva familiarizzare con lei e arrivare al punto di portarla a fidarsi di lui. Forse nemmeno l'avrebbe uccisa, chissà, magari avrebbe fatto in modi di assaggiare giusto qualche goccia del suo sangue per cercare di trovare un legame con lei per poi farne... Ah, meglio non correre troppo veloce con le cose, la notte era lunga ed era inverno, faceva buio presto e il sole sorgeva tardi e perciò meglio non fare programmi a parte quello che aveva di familiarizzare con lei. Dunque la cautela mista a cortesia erano le sue priorità al momento tanto che scelse di non dire né chiedere altro e anche di restare lì in piedi davanti a lei in attesa di reazioni e risposte da parte sua.


    Eccomi qui col vampiro! Ti auguro buon gioco e soprattutto tanto divertimento! ;)
     
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    Mélie stava respirando lentamente e profondamente, un respiro dopo l’altro nella fredda aria invernale
    Il vento soffiava delicato portandogli odori e suoni della città, una calma irreale prese il sopravvento della giovane demone. Respirò ancora a fondo una volta concentrandosi sull’aria che entrava e usciva dai polmoni, dimentica di tutto il mondo.
    Improvvisamente una voce la riportò alla realtà

    "Si è persa bastone in mezzo a strada...Signorina" disse una voce maschile, con uno strano accento dell’est europa.

    Alzò la testa di scatto davanti a sè, era stata talmente sopraffatta dalle emozioni prima che non l’aveva neanche sentito avvicinare, grave errore.
    Percepì una persona con il suo bastone allungato verso di lei

    “Oh ……"


    Disse con tono un po’ stupito e incredulo per la comparsa improvvisa dell’uomo

    “G-Grazie”


    Disse allungando la mano senza prendere direttamente il bastone, cercando un contatto con la mano aperta verso il basso, era tornata abbastanza in sé da ricordarsi di fingere.

    “Sono maledettamente maldestra stasera”


    disse con aria innocente

    -PERICOLO-


    Gli sussurrò il serpente nella mente, un brivido gli corse lungo la schiena mentre il tatuaggio cambiava posizione scorrendogli dal petto verso il braccio fermandosi appena sotto la manica
    Annusò l’aria e esplorò lo spazio davanti a sé per capire con chi aveva a che fare, una lieve brezza appena percettibile si alzò attorno alla ragazza in un spirale di circa 2 -3 metri facendo svolazzare solo qualche foglia, un osservatore molto attento avrebbe notato che il lieve venticello che si era improvvisamente alzato aveva come centro la ragazza seduta alla panchina.
    Vide un uomo in piedi davanti a lei, non molto alto, 1.70 forse qualcosa meno che teneva in mano il suo bastone porgendoglielo, percepì anche qualcos’altro … cos’era?
    Un lieve aroma, come ,…. No non riusciva ancora a concentrarsi, forse se avesse fatto un po’ di conversazione lo avrebbe inquadrato meglio, comunque un po’ di prudenza non faceva male, aveva imparato sulla propria pelle che non seguire le sensazioni del suo “ospite” era una pessima idea.

    "con chi ho il piacere?"


    Rimase seduta con il braccio alzato in direzione dell’uomo, un lieve sorriso sul volto, gli occhi fissi nel vuoto.
     
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    [OFF GDR]Ciao Den, volevo avvisare che da adesso in poi dobbiamo tenere presente di un fattore molto importante inserito nell'ambientazione del gioco, seppur a tempo determinato (non so dire quanto però). Non so se hai letto qui #entry461546898 La tua PG è entrata in gioco nel momento di transito tra una decisione precedente e quella attuale, perciò sia io che te dobbiamo adattarci.
    Dunque, la situazione che hanno attorno i nostri PG è decisamente mutata, ovvero ci sono tutti i cittadini di Nouvieille posseduti da queste bestiole mandate dal sindaco (che altri non è che Nyarlathotep sotto mentite spoglie) e perciò sono guidati dall'istinto e soprattutto privi di qualsiasi ricordo, seppur momentaneamente. Mélie é arrivata dopo la contaminazione e Julian è tornato in città dopo, perciò si sono salvati dal caos.
    Spero ci divertiremo ;D

    GDR ON
    Julian aveva seguito con attenzione il movimento del braccio della ragazza che aveva avvicinato, notando subito che lei aveva messo la mano col palmo rivolto verso il basso come se volesse toccare qualcosa. Dal canto suo lui evitò di avvicinarsi di più a lei, ma per farle sentire il suo bastone e darle modi di riappropriarsene, allungò ancora il braccio verso di lei fino a sfiorare il suo palmo con la punta del suo bastone. In quel modo lei avrebbe potuto capire che poteva afferrarlo e riprenderselo, in fondo erano i suoi occhi quando era per strada dato che non vedeva nessun cane d'accompagno accanto a lei.

    "Si figuri" rispose subito di rimando al suo grazie, "Maldestra e impridente, oserei dire. Ha fatto grande azardo ad arrivare fino a panchina senza suo bastone", concluse lasciandosi sfuggire un sorriso sottile e tagliente.
    Ed era vero, lei era giovane e come tutte le ragazze della sua età era sicuramente spericolata quel tanto che serviva per finire nei guai senza troppi problemi. Che fosse di notte o di giorno normalmente faceva poca differenza visto il caos totale in cui aveva ritrovato la città, ma incontrare un vampiro in battuta di caccia dove probabilmente nessuno si sarebbe curato di una giovane in pericolo, aumentava quasi certamente il tasso di rischio per Mélie. Tuttavia Julian non aveva fretta, era buio ma non ancora troppo tardi per lui, e di tempo per cacciare ne aveva. E poi si era imposto prudenza e cortesia.

    Poco dopo aver allungato il suo braccio verso la ragazza, i suoi indagatori avevano notato un certo movimento d'aria. Qualcosa di strano perché sembrava soffiare solo intorno a lei e perché lui quel movimento di aria non lo avvertiva affatto se non fino a metà circa del suo braccio proteso. Istintivamente gli venne da non fidarsi di lei perché un fatto così non era per niente normale anche se in quella città nulla era più normale in quel periodo. Ad ogni modo non poteva cambiare bruscamente atteggiamento nei suoi confronti, perciò fece solo un mezzo passetto a ritroso e nient'altro, pur tenendo i suoi occhi spenti praticamente incollati sul suo viso. Era certo che lei avrebbe avvertito il suo spostamento, anche perché chi non vede ha almeno uno degli altri sensi rimasti più sviluppato e di solito era proprio l'udito.

    "Julian" rispose alla sua ultima domanda, cancellando del tutto quel sorriso che aveva accennato poco prima, "il mio nome è Julian". Non aggiunse altro per spostare l'attenzione da sé a lei. "Lei invece si chiama?"
     
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    Mélie, che sapeva perfettamente del bastone allungato nella sua direzione, aspettò di sentire il freddo del metallo sulla mano per prenderlo e ripiegarlo, continuando a tenerlo in mano.

    “La ringrazio”


    Disse con il solito sorriso

    “vero, noi giovani tendiamo ad essere imprudenti, ma impariamo presto dai nostri errori”


    Disse mantenendo lo sguardo fisso di fronte a sè
    Si alzò lentamente dalla panchina afferrando il vecchio zainetto e mettendoselo in spalla, decise di mantenere la recita fino in fondo e far la parte della ragazzina sprovveduta
    Ovviamente non era nessuna delle due cose e rimase con i sensi all’erta


    “ Piacere Julian, il mio nome e Mélie”


    Fece un profondo respiro, non gli era sfuggito il leggero cambio di tono del suo nuovo amico Julian, che si fosse accorto dell’”occhiata” che gli aveva dato?
    E ora cosa doveva fare?
    Il prossimo passo era trovare un posto dove passare la notte, l’indomani si sarebbe ambientata in città e avrebbe cominciato la sua ricerca di informazioni, forse poteva approfittare dell’uomo li vicino …
    Si avrebbe fatto così.
    Fece un passo avanti e tracciando un arco con la mano tesa con il palmo in avanti come per orientarsi nello spazio circostante, fermandosi volutamente a pochi centimetri dal petto dell’uomo.

    “se posso permettermi ...”


    Disse voltando lo testa di lato e guardando verso l’alto con gli occhi fissi verso la città

    “Sarebbe così gentile da chiamarmi un taxi?, sono appena arrivata in città e non conosco nessuno, ho bisogno di trovare una stanza per la notte in centro città”


    Il tatuaggio sul polso gli prudeva e sentì che era risalito fino al dorso della mano tesa in avanti, si era già nutrita involontariamente dei passeggeri del treno, quindi non era solo fame quella del suo ospite, quanto curiosità.

    [OFF GDR]
    Scusa il ritardo
    Il tatuaggio ora è visibile sul dorso della mano come la testa di un serpente arrotolato sul polso con le fauci socchiuse e la lingua di fuori, il tatuaggio per il momento è immobile.
    Ho letto la nuova ambientazione, UAU, c’è materiale su cui lavorare, immagino che Mélie prima o poi si accorgerà della situazione, devo solo capire come interagire con i cittadini posseduti e come reagisce il suo potere di lettura delle emozioni e dei ricordi con loro.


    Edited by DenLost - 9/1/2024, 20:58
     
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